Bergamo Economia Aprile 2011

Page 1

SACCONI: “SPAZIO AI CONTRATTI AZIENDALI”

Il caso Fiat, le relazioni sindacali, l’università e la disoccupazione giovanile Esclusiva: intervista a Sacconi, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali DISMISSIONI INPDAP: IL CASO DI VIA BORFURO

Tutti i burocratismi nella vendita di un immobile pubblico “di pregio” Prima puntata sul palazzo situato di fronte al nuovo Tribunale di Bergamo REGIONE: 17 E 18 MARZO. UFFICI APERTI O CHIUSI?

Rivista mensile - Ogni primo venerdì del mese in edicola al prezzo di 4,00 euro. Poste Italiane S.p.A. Sped. in abb. post. 70% DCB Bergamo. In caso di mancato recapito restituire al mittente.

Per i 150 anni dell'Unità d'Italia, la Lombardia più divisa che unita La curiosa vicenda ricostruita partendo da un comunicato interno

Valtellina S.p.a., un'energia rinnovabile che attraversa la storia L'azienda bergamasca - leader nel settore degli impianti di telecomunicazione dal 1937 - si afferma anche nel ramo delle fonti pulite, unendo l'esperienza alle moderne tecnologie della green economy

APRILE 2011 - anno 5 - numero Economia, attualità, costume e stile

41



L’editoriale Aprile 2011

Libia in fiamme, con lei brucerà anche l'energia italiana? Bergamo alla finestra, fra incognite e paure nei trasporti DI LUCA T. BILOTTA

ispetto all'ultimo numero di Bergamo Economia, parliamo dell'edizione di marzo 2011, il panorama internazionale è mutato considerevolmente. Da una parte il dramma vissuto - e che continua a vivere - il Giappone, fra terremoto e pericolo nucleare. Dall'altra la guerra civile in Libia. A Bergamo, per carità, nulla di tutto ciò ha mutato la vita e la salute dei suoi cittadini. Resta però la preoccupazione economica di quanto si è visto nei tg e letto sui giornali nazionali in questi

R

3


ultimi giorni. C'è da preoccuparsi? No, per fortuna. Ma dobbiamo comunque considerare alcuni aspetti negativi che coinvolgeranno anche le nostre famiglie e, soprattutto, le nostre imprese. IBIA - Molti si saranno chiesti se ne fosse veramente valsa la pena di seguire Francia ed Inghilterra in una guerra contro Gheddafi. A prescindere dalle questioni prettamente politiche ed idealiste, fra interventismo e non belligeranza, ci sono grossi interessi economici in ballo. In primis va considerato che la partnership italo-libica rappresenta un nodo cruciale per l'economia del Belpaese. Pure Bergamo, nel suo piccolo, può ritenersi una realtà coinvolta: il 6% della produzione nei confini provinciali si dirige verso la Libia e, giusto per concludere, sono molte le imprese soprattutto nel settore edilizio - ad aver visto nella Libia la nuova El Dorado. Come nazione, inoltre, siamo al primo posto nell'import-export. Siamo il primo paese importatore di greggio. L'ENI estrae petrolio sia su terraferma che offshore dal 1956 e aveva da poco prolungato la propria presenza fino al 2042, per il petrolio, e fino al 2047, per il gas. Contemporaneamente i libici avevano cominciato a investire in Italia. La Banca Centrale Libica e il fondo sovrano Lybian Investment Authority assieme hanno rilevato il 7,56% di Unicredit. La stessa banca possiede il 7,5% della Juventus, mentre l'authority vanta partecipazioni in FIAT ed ENI. La Lybian Post, poi, detiene il 14,8% di Retelit, operatore di telecomunicazioni che gestisce il Wi-Max nell'Italia settentrionale (settore in cui sono inserite varie realtà imprenditoriali bergamasche, alcune già presentate sulla nostra testata economica). Infine, sempre il "Trattato di amicizia" tanto discusso politicamente, firmato nel 2008 da Silvio Berlusconi e lo stesso Gheddafi, prevede la costruzione di un asse stradale di 3,5 miliardi di euro, alla cui gara d'appalto parteciperà anche l'Impregilo e varie aziende orobiche inserite nella componentistica e nella produzione di asfalti.

L

TALLO - La situazione generale, quindi, è in totale stallo. Ogni interscambio commerciale è decisamente in forse, come le grandi opere pubbliche all'orizzonte. Ricordiamo che il nostro Paese rappresen-

S

ta il primo esportatore e ricopre circa il 17,5% delle importazioni libiche con un interscambio complessivo stimato nel 2010 di circa 12 miliardi di euro. Del resto, la ricaduta negativa per l'Italia già si vede in Piazza Affari, dove le quotazioni delle maggiori società impegnate in attività verso la Libia sono scese, come del resto è avvenuto anche in altri listini per alcune società europee. Intanto il costo della benzina e del gasolio ha raggiunto soglie incredibili, con prossime ripercussioni nel settore dei trasporti commerciali. Già, proprio questi sono i primi a finire nel mirino della crisi libica. Altro che problema d'immigrazione clandestina. Ricordiamoci che Bergamo è una delle città con il più altro numero di aziende (o multinazionali, che hanno sede in prossimità dell'Autostrada A4 e danno comunque lavoro a molti nostri concittadini) dedite al mondo della logistica, spedizioni e trasporti collettame. Quindi? Il pericolo è davvero alto e gli scenari sono foschi. CENARI - Sulle coste di Lampedusa stanno sbarcando una quantità incredibile di clandestini, alcuni - probabilmente un centinaio - raggiungeranno anche la sede della Caritas di Bergamo. Ma la vera preoccupazione per l'Italia (e conseguentemente per la nostra provincia), a nostro avviso, sono le preclusioni ad accordi commerciali e lo stallo petrolifero e di gas che ne deriverà da questa situazione bellica. Per la prima volta per l'Italia l'intervento in Libia si è rivelato decisamente necessario. Più per questioni economiche che d'interesse umanitario. Anche se, forse, la permanenza di Gheddafi sarebbe stata la soluzione più facile. Ovvio, ora con il "Rais" libico infervorato contro l'Italia, l'unica soluzione è chiudere al più presto la guerra con la deposizione dell'attuale dittatura. Prepariamoci, però, all'aumento del greggio e all'accentuarsi dei prezzi dei trasporti (sia civile che industriale). Non una grande notizia per tutte le realtà bergamasche, in un periodo in cui la crisi nel settore continua a mietere vittime. Anche perché l'eventuale creazione di un governo "ad hoc" in Libia richiederà del tempo. Intanto le nostre aziende edili con interessi in Libia dovranno cambiare strategia, altro che El Dorado.

S

IL CAPOREDATTORE

4



ECONOMIA&BUSINESS

Foto del mese INDESIT DI BREMBATE SOPRA: CHIUSURA DEFINITIVA La foto, scattata solo qualche mese fa, è già materiale da utilizzare per raccontare la storia economica del tessuto produttivo bergamasco. Da questo mese la multinazionale degli elettrodomestici abbandona il sito di Brembate Sopra, che viene dismesso completamente, per rafforzare il sito produttivo di Caserta. Adesso parte, meglio continua, l'ambizioso piano di ricollocazione dei lavoratori che dovrebbe garantire la loro occupazione attraverso l'inserimento, entro due anni, in aziende terze o in operatori interessati a reindustrializzare i siti dismessi da Indesit. "We work, you play" … speriamo.

6



Sommario Aprile 2011

Bergamo Economia Rivista mensile di economia, attualità, costume e stile (Registrazione al Tribunale di Bergamo nr. 22 del 02/08/2007) Società editrice: Speb S.r.l. Via San Giorgio 6/n 24122 Bergamo Presidente: Marino Lazzarini

REDAZIONE: Direttore responsabile: Paolo Agnelli Curatori del progetto: Cristiano Agnelli e Luigi Berlusconi Caporedattore: Luca T. Bilotta Mail: bilotta@bergamoeconomia.it

A pagina 80

Redattore: Livio Casanova Mail: casanova@bergamoeconomia.it Fotoreporter: Giorgio Chiesa Mail: chiesa@bergamoeconomia.it

ECONOMIA & BUSINESS

Collaboratori: Carlo Di Gregorio e Rossella Martinelli Consulenti: Marco Amorese, Laura Adele Feltri, Claudio Rossi, Barbara e Cristina Putortì Art: Francesco Legramanti Mail: grafici@bergamoeconomia.it Fotografi: Loris Sambinelli e Franco Pasinetti (Hanno collaborato Paolo Da Re e Massimo Garriboli)

92 24

Agenti: Antonio Milanesi, Sergio Saresini, Renato Ardizzone, Jarno Sambinelli e Antonio Mandato Mail: info@bergamoeconomia.it Concessionaria pubblicità nazionale: A. Manzoni & C. S.p.A., via Nervesa, 21 Milano. Tel. 02 57494211

28 34 38

La ricerca Bergamaschi ottavi in Italia per vitalità. Economica

Parola all'associazione L'impegno di CNA Bergamo per valorizzare il "tessuto" imprenditoriale seriano

INFO:

8

“Camera cafè” Necta: nel salario d'ingresso la lezione di Marchionne

42

Abbonamenti: 035 678808 Costo abbonamento: 40 euro per 11 mesi

L’intervista esclusiva Sacconi: "Meno ideologia e più contratti aziendali"

Concessionaria pubblicità locale: Speb S.r.l., Via San Giorgio, 6/n - 24122 Bergamo

Stampatore: Quadrifolio S.p.a. 24052 Azzano San Paolo (Bg) - Via Emilia, 17 Tel. 035 330100

L’assemblea Berlusconi: "La modifica dell'articolo 41 è una rivoluzione fondamentale"

PUBBLICITA’: Tel. 035 678812

Copertina Valtellina S.p.a., un'energia rinnovabile che attraversa la storia

46

"Burocratismi" Dismissioni Inpdap Il caso di Via Borfuro


Via Bolgare, 1, 24060 Carobbio Degli Angeli (BG) Tel. 035/778011 www.calonitrasporti.com


www.bergamoeconomia.it

56

Controversie Vincenza Gizzo: rapidità ed economicità i punti di forza della conciliazione

60

Il convegno L'8 marzo: giornata della memoria e delle impari opportunità

64

"Festa del Tricolore" Lombardia: 17 e 18 marzo uffici regionali aperti o chiusi?

70

L'intervista "Il futuro del giornalismo? Online, ma gli editori devono organizzarsi"

74

La ricerca

A pagina 121

L'acqua bergamasca costa cara

RUBRICHE & EVENTI

AZIENDE 78

"Green Economy" A Bonate Sotto il primo "KmZero Road"

84

Lavoro Le Due Torri, il centro delle occasioni

98

Donne&Impresa A Edil 2011 l'innovazione del workwear è donna

102

Un unico cuore benefico per il progetto "Care&Share"

106

10

In anteprima Nuova Serie 6 cabrio, uno squalo d'asfalto

110

La novità Rivoluzione "i-MiEV": l'elettrico puro secondo Mitsubishi

118 A pagina 98

Beneficenza

Chi, dove e perchè Foto e curiosità



ECONOMIA&BUSINESS

Il personaggio LILIANA DONATO È IL NUOVO MOBILITY MANAGER DI BERGAMO Classe 1975, laureata in Ingegneria civile, responsabile marketing e comunicazione di ATB, Liliana Donato è la figura chiave per la mobilità cittadina. A lei è stato affidato non solo il lavoro classico di mobility manager, ossia definire tempi e percorsi ideali per gli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti comunali, ma anche un ruolo di coordinamento su tutte le scelte in tema di mobilità che l'amministrazione cittadina porterà avanti. La sfida che l'attende: rendere gli spostamenti più facili e sostenibili, cercando di non congestionare il centro con le autovetture

12



Notizie in breve 0.10 euro E' il dividendo proposto da Gewiss Nel 2010 l'azienda di Bosatelli ha registrato un fatturato in crescita del 12% a 295 milioni di euro, ma ancora sotto del 9% rispetto ai 323 milioni del 2008

0.028 euro E' il dividendo che Tesmec propone ai suoi azionisti. L'azienda guidata da Ambrogio Caccia Dominioni ha chiuso il 2010 con un incremento dei ricavi da 86.1 a 105.3 milioni grazie alle commesse in India, Russia e Cina e in Sud Africa

Cedola

Cedola/1

Brembo: dividendo di 0.30 euro per azione Il CdA di Brembo ha approvato il progetto di Bilancio 2010. Il quarto trimestre 2010. "I ricavi netti consolidati del quarto trimestre 2010 precisa una nota - ammontano a 274.7 milioni di euro, in aumento del 29.8% rispetto all'analogo periodo del 2009. Il margine operativo lordo è pari a 29.7 milioni di euro, +7.1% rispetto al 2009, con un'incidenza sui ricavi del 10.8%. Il margine operativo netto si attesta a 9.1 milioni di euro, in incremento del 20.4% rispetto al 2009, con un'incidenza sulle vendite del 3.3%. Il trimestre chiude con un utile netto di

precedente. All'Assemblea sarà proposto il seguente riparto dell'utile: un dividendo lordo di 0.30 euro per ognuna delle azioni ordinarie in circolazione alla data dello stacco della cedola, escluse quindi le azioni proprie; a riserve il rimanente. Si proporrà di mettere in pagamento il dividendo a partire dal 12 maggio 2011, mediante lo stacco della cedola n. 19, il 9 maggio 2011. Convocazione Assemblea degli azionisti. L'Assemblea degli azionisti è convocata in prima convocazione il 29 aprile 2011 alle ore 11.00 presso gli uffici di Stezzano ed in

Lo stabilimento Brembo di Mapello

4.6 milioni di euro. I risultati della capogruppo Brembo S.p.A. Nel corso dell'esercizio 2010 la capogruppo Brembo S.p.A. ha realizzato ricavi per 554.1 milioni di euro, in crescita del 20.5% rispetto all'anno precedente. L'utile netto ammonta a 21.2 milioni di euro, sostanzialmente invariato rispetto all'anno 14

seconda convocazione il 30 Aprile 2011 stessi luogo ed ora. All'ordine del giorno vi sono, tra l'altro: approvazione del Bilancio della capogruppo chiuso al 31 dicembre 2010; approvazione del piano di acquisto di azioni proprie; nomina del Consiglio di Amministrazione e Collegio Sindacale; variazione del

compenso di revisione alla società PricewaterhouseCoopers S.p.A. Fatti significativi successivi alla chiusura dell'esercizio. Nell'ambito delle attività di riorganizzazione societaria già descritte, le fusioni tra Brembo S.p.A. e Marchesini S.p.A., tra Brembo S.p.A. e Brembo Performance S.p.A., tra Brembo Perfomance Japan Co. Ltd. e Brembo Japan Co. Ltd., tra Brembo Performance North America Inc. e Brembo North America Inc. hanno avuto efficacia a partire da gennaio 2011. Prevedibile evoluzione della gestione. Anche il 2011 si presenta con un trend positivo per quanto riguarda i fatturati, che porteranno alla saturazione degli impianti di nuova realizzazione più velocemente di quanto inizialmente previsto. Gli investimenti annunciati prevedono, in particolare: raddoppio dell'attuale fonderia e stabilimento di lavorazione a Dabrowa, Polonia: inizio produzione previsto per giugno 2011; nuovo stabilimento per la produzione di pinze freno in alluminio a Ostrava, Repubblica Ceca: inizio produzione previsto per giugno 2011; ristrutturazione della fonderia acquisita a gennaio 2010 a Nanchino, Cina: termine lavori previsto entro fine 2011; raddoppio dell'attuale stabilimento per la produzione di sistemi frenanti per motociclette a Pune, India: termine lavori previsto per maggio 2011".

Italcementi: dividendo euro 0.12 Sarà pagato il 26 maggio prossimo il dividendo agli azionisti Italcementi. A darne notizia è stata proprio la società quotata in Borsa a Piazza Affari dopo che il Consiglio di Amministrazione ha esaminato ed approvato i dati consolidati di Gruppo al 31 dicembre del 2010. La cedola in pagamento a valere sull'esercizio 2010 è la stessa per importo di quella pagata lo scorso anno, ovverosia 0.12 euro sia per le azioni ordinarie, sia per quelle a risparmio con data stacco il 23 maggio 2011. A fronte di prospettive 2011 migliori rispetto all'anno precedente, il Gruppo Italcementi ha archiviato il 2010 con ricavi consolidati in calo del 4.3% a 4.79 miliardi di euro, e con un utile netto totale in calo dell'8.5% a 197.1 milioni di euro. Migliora l'indebitamento finanziario, anno su anno, passando dai 2.419.9 milioni al 31 dicembre 2009 ai 2.230.9 milioni di euro al 31 dicembre del 2010.

Carlo Pesenti



ECONOMIA&BUSINESS

Patto di non concorrenza con l'ex socio: alla ricerca di un equilibrio Integra un atto di concorrenza sleale l'utilizzo di un marchio non registrato e di informazioni riservate ma non esclusive?

LEGGERE LA LEGGE - Rubrica a cura dell’avvocato Marco Amorese n una recente pronuncia del Tribunale di Bologna, la giurisprudenza di merito si è espressa nuovamente in tema di condotte anticoncorrenziali poste in essere dall'ex amministratore. Nel caso in esame, una società attiva nel settore della produzione e commercializzazione di motori elettrici lamentava che l'ex socio aveva recentemente costituito una società concorrente avente il medesimo oggetto sociale, la quale creava prodotti identici anche nel marchio e che, per raggiungere il suo scopo, utilizzava illecitamente informazioni riservate. Il marchio utilizzato non era registrato (nel cui caso avrebbe goduto di una tutela rafforzata), ma era un marchio di fatto. Come noto, quest'ultimo gode di una differente tutela, infatti il diritto all'uso esclusivo del marchio di fatto nasce da una "notorietà qualificata" intesa quale percezione del segno da parte del pubblico come distintivo dei prodotti e delle attività provenienti da un determinato imprenditore rispetto a quelle di altri, e deve avere diffusione "in una parte sostaziale del territorio dello Stato". Pertanto, perchè si possa affermare il diritto all'uso esclusivo del marchio di fatto è fondamentale dimostrare la diffusione dello stesso in un contesto rilevante del territorio nazionale, con una fornitura intensa e per un considerevole lasso temporale. Inoltre, nel caso in esame, la società si lamentava dell'imitazione servile del prodotto,

I

16

sanzionata come pratica anticoncorrenziale. Il Tribunale ha rinnovato un orientamento piuttosto restrittivo nel colpire le pratiche anticoncorrenziali poste in essere da un soggetto che non sia vincolato da un dovere specifico di non concorrenza. Infatti, il Tribunale ha sottolineato che, ai fini di

integrare la "confondibilità" del prodotto, l'imitazione rilevante non si identifica con la produzione di qualsiasi forma del prodotto altrui, ma solo con quella che cade sulle caratteristiche esteriori dotate di efficacia individualizzante (cioè idonee, proprio in virtù della loro capacità distintiva, a ricollegare il prodotto ad una determinata impresa). Pertanto, secondo il Tribunale, non può attribuirsi carattere individualizzante alla forma funzionale, che è quella necessaria alle caratteristiche funzionalmente necessarie del prodotto. Ne discende che la fabbricazione di prodotti

identici nella forma a quelli realizzati dall'impresa concorrente costituisce atto di concorrenza sleale soltanto se la ripetizione dei connotati formali non si limiti ai profili necessari per le caratteristiche funzionali del prodotto, ma investa caratteristiche non essenziali alla relativa funzione tecnica. Il caso ha dato l'opportunità al Tribunale di individuare più precisamente la nozione di "informazioni segrete" o "riservate" che meritano tutela giuridica. Perchè vi sia concorrenza sleale, la Corte bolognese ha precisato che le informazioni ottenute indebitamente non devono essere generalmente note o acessibili al pubblico, ma devono rivestire un valore economico in quanto segrete, tanto da essere sottoposte a misure ragionevolmente adeguate per mantenerle segrete. La decisione in esame ripropone un problema delicato, dal momento che si sovrappone alla tematica dei limiti e delle possibilità di stipulare patti di non concorrenza con i propri soci o collaboratori che, come noto, costituiscono elemento vitale di un'accurata policy di tutela del know how aziendale. Appare ulteriormente confermata l'opportunità, specialmente nei settori a maggiore contenuto tecnologico, di porre particolare attenzione ad una regolamentazione contrattuale della questione, dal momento che i margini di tutela comune sono molto ristretti.



ECONOMIA&BUSINESS

Bergamo al quattordicesimo posto tra le città più inquinate Superati i limiti di emissione di Pm10 già nei primi mesi del 2011

LEGGE AL VERDE - Rubrica a cura dell’avvocato Cristina Putortì ià nei primi mesi del 2011, Bergamo ha superato la soglia massima di concentrazione di Pm10 fissata dall’Unione Europea, aggiudicandosi così un posto nella “lista nera” dei capoluoghi di provincia più inquinati d’Italia. Ciò è quanto è emerso nella graduatoria presentata a Roma da Legambiente il 10 marzo 2011 in occasione della partenza del “Treno verde”; iniziativa promossa dall’associazione ambientalista per il monitoraggio dell’inquinamento nelle città italiane. In base alla direttiva Europea 2008/50/Ce sulla qualità dell’aria, gli stati membri devono mantenere la concentrazione di Pm10 nell’aria al di sotto di determinati valori il cui superamento può avvenire per non più di 35 volte l’anno. Una deroga può essere richiesta fino al giugno 2011 ma solo a condizione che gli Stati dimostrino di aver adottato tutte le misure necessarie per rispettare la normativa e di aver predisposto un piano per la qualità dell’aria. Tale limite, nel 2011, è già stato superato dalla città di Bergamo per ben trentanove volte, preceduta da Milano con 56 giorni, da Torino con 54 giorni e da Brescia che, pur avendo perso il primato conseguito nel 2010, continua a superare i limiti con 51 giorni.

G

18

Nel novembre del 2010, l’Italia è stata deferita dalla Commissione Europea avanti alla Corte di Giustizia UE per non avere rispettato la normativa sulle polveri sottili, non avendo adeguatamente fatto fronte al problema delle emissioni di Pm10.

Sulla richiesta di deroga avanzata dall’Italia, la Commissione si è espressa negativamente constatando la mancata attuazione da parte del nostro Paese di provvedimenti concreti mirati ad abbattere le emissioni. Per poter ottenere una reale diminuzione del livello d’inquinamento nelle città è necessario che il nostro Paese si decida ad attuare idonee politiche di intervento che abbraccino tutti i settori coinvolti quali il traffico, l’industria ed il riscaldamento domestico. Bergamo, nel suo piccolo, sta cercando di

dare il buon esempio avviando il progetto “Bergamo Sostenibile” con l’obiettivo di creare un piano per lo sviluppo sostenibile della città. Il progetto interessa diversi settori di intervento. Per quanto riguarda il traffico veicolare, sono previsti interventi mirati, quali l’incentivazione della mobilità sostenibile (piste ciclabili, bike e car sharing, piedibus), il miglioramento del parco dei mezzi pubblici, l’aumento dei controlli sullo stato dei veicoli in circolazione, il lavaggio delle strade finalizzato ad impedire la dispersione degli inquinanti in atmosfera, ecc.. A ciò si aggiungono gli interventi per la riqualificazione energetica degli edifici, l’aumento dei controlli sugli impianti termici, l’incremento della rete di teleriscaldamento, la mappatura energetica dei condomini privati e l’introduzione di limitazioni alle accensioni dei riscaldamenti domestici. E’, poi, previsto un piano di implementazione del patrimonio arboreo della città attraverso un potenziamento dei parchi cittadini e dell’alberatura dei viali. Non è, infine, da sottovalutare l’importanza della comunicazione e della sensibilizzazione del cittadino alle tematiche ambientali al fine di indurre la popolazione a modificare il proprio stile di vita per ottenere un ambiente migliore in cui vivere.



ECONOMIA&BUSINESS

Investire e crescere creando valore PILLOLE DI FINANZA - Rubrica a cura del Dott. claudio Rossi a scelta strategica di crescere comperando altre imprese non sempre si rivela di successo e, soprattutto, non sempre permette di creare del valore incrementale per l'attività del soggetto che si propone di acquisire. Una strategia acquisitiva di successo, infatti, deve necessariamente permettere

L

a chi la persegua di ottenere dall'operazione un valore finale (Va+b) costantemente maggiore della semplice somma dei valori espressi singolarmente dai due soggetti coinvolti (Va + Vb). In una interessante analisi, ripresa anche da Mc Kinsey & C., M. Goedhart, T. Koller e D. Wessels, nel loro libro Valuation: Measuring and Managing the Value of Companies (John Wiley & Sons, N.Y. 2010), classificano le aggregazioni di successo in solo cinque casi ovvero, affinché possano esprimere valore, le stesse dovranno avere i seguenti obiettivi: a) rendere più efficiente ed incrementare la performance della società acquisenda; b) rimuovere l'eccesso di capacità produtti20

va da un determinato settore di attività; c) creare un accesso diretto al mercato per i propri prodotti; d) ottenere know-how e tecnologia più velocemente ed a minor costo rispetto allo sviluppo interno; e) acquisire nuovi brevetti o nuove idee per il lancio di nuovi business. Questi, in estrema sintesi, rappresentano i 5 pilastri per una coerente azione di crescita per linee esterne anche se capita spesso di vedere situazioni dove le scelte dell'imprenditore sono dettate da altre esigenze quali quelle di non perdere occasioni a costo conveniente piuttosto che mere esigenze di crescita dettate da speranze di un aspecifico miglioramento del posizionamento competitivo. Potrebbe semmai essere tollerata, in una sorta di visione "family business", l'esigenza di diversificazione produttiva del nucleo familiare piuttosto che un'esigenza di creare delle nuove opportunità ai nuovi ed emergenti giovani imprenditori di seconda o successiva generazione. In questo caso non si tratta di effettiva creazione di valore per l'azienda che si accinga ad effettuare l'operazione di acquisizione quanto quello riferito ad una visione più ampia ovvero familiare dell'imprenditore ivi compresi tutti i componenti del suo nucleo. In merito alle attenzioni da porre nelle operazioni della specie, puo' certamente sembrare banale ma va considerato, prima di tutto, che un'acquisizione, ancorché risponda ad uno dei requisiti descritti in precedenza, non deve essere troppo costosa. In sostanza, principio base, è quello di non lasciarsi tentare da "sentimentalismi" o, peggio, da decisioni troppo "di petto". Fatto ciò, si puo' anche procedere alla valutazione più approfondita dell'opportu-

nità avendo cura di tenere presenti i successivi aspetti tipici di ciascuna delle esigenze prima elencate. Ci ricordano gli autori anzidetti, che, nel caso si voglia ricavare valore dall'accrescimento della performance della società acquisenda, caso forse tra i più comuni, bisognerebbe non sottovalutare che scegliere una potenziale target con bassi margini e con scarso ROIC (Return on Invested Capital) puo' facilitare questo compito. In questo caso un minimo intervento sui costi avrebbe una leva importante sui risultati reddituali della società acquisita. Quando invece vogliamo consolidare per ridurre il potenziale produttivo del mercato vuol dire che ci proponiamo di creare del valore non tanto per la società che acquista quanto per gli azionisti della stessa, andando ad incidere su aree non certo produttive quanto relazionali quali la riduzione della concorrenza e, quindi, in una minor forza contrattuale dei clienti e di certi fornitori. Infine vale la pena di esaminare il caso in cui si voglia, con l'acquisizione, sviluppare nuovi prodotti o nuove tecnologie. Questa eventualità, sebbene possa essere quella più di "soddisfazione" per l'azienda buyer è sicuramente la più complessa in quanto le determinati per la scelta del target debbono correre su tre dimensioni, ovvero: a) effettuare l'operazione sufficientemente presto rispetto al ciclo di vita della tecnologia emergente; b) rischiare una maggiore volatilità sul successo dell'innovazione che ci proponiamo di acquistare; c) ultimo, mettere in campo una maggiore "dose" di pazienza e determinazione prima di poter eventualmente beneficiare dei frutti positivi dell'acquisizione e quindi di ricavarne l'incremento di valore che ci eravamo prefissati con il deal.


www.casafeltri.it 035 4220053 via cucchi 3, bergamo

tranquillità e verde in centro città

in architettura liberty recuperata nelle sue originali vesti, quadrilocale di 155 mq con spazioso e riservato giardino. particolare attenzione è stata destinata alle finiture eco biocompatibili di lusso da valutare per... vivendo in pieno centro si trova la quiete lontana dal traffico

l’evoluzione immobiliare

nella storica città alta

in dimora di fine '700 trilocale piacevolmente luminoso e finemente restaurato con interni minuziosamente curati da architetto e soffitti rivestiti da travi a vista originali da valutare per... l'ottima posizione nel cuore di bergamo alta, a pochi passi dalla funicolare

casafeltri

lago di garda

a Padenghe, vicinissimo a Desenzano, moderna villa singola con finiture lusso e torretta con terrazza vista lago più grande giardino con alberi stagionali e grande piscina da valutare per... l'eleganza della costruzione e la particolare cura stilistica nei dettagli

quartiere esclusivo a pochi passi da città alta

in splendida villa d'epoca esclusivo appartamento di 200 mq con giardino di 110 mq. nuova ristrutturazione strutturale nel pieno rispetto delle sue peculiarità da valutare per... l'elegante costruzione e l'interessante possibilità di personalizzazione dei locali

CONTATTATECI PER UNA VALUTAZIONE SENZA IMPEGNO DEL REALE VALORE DEl VOSTRO IMMOBILE; STIAMO CERCANDO IMMOBILI DA PROPORRE AI NOSTRI CLIENTI INTERESSATI AD ACQUISTARE CASA A BERGAMO


ECONOMIA&BUSINESS

Gestione della crisi d’impresa: il rapporto tra imprenditore e cliente CON... TRIBUTO - a cura della Dott.ssa Barbara Putortì er salvaguardare la propria impresa in periodo di crisi economica come quello che stiamo vivendo bisogna, prima di tutto, capire l'attuale stato di salute dell'azienda e le sue future prospettive. Una buona amministrazione non può in alcun modo prescindere da una seria e scrupolosa attività di monitoraggio del

P

rischio, per effettuare la quale è necessario che l'imprenditore conosca la propria realtà aziendale e le sue dinamiche. L'imprenditore deve essere consapevole dell'esistenza, all'interno della propria azienda, di fattori di rischio che, se sottovalutati o peggio ignorati, rischiano di compromettere anni di duro lavoro e di investimenti, e deve esse22

re in grado di analizzarli e valutarli con costanza. In questa ottica una funzione importante e imprescindibile è assunta dalla contabilità aziendale, che deve essere il più possibile aggiornata e attendibile, in modo da fornire all'imprenditore e ai suoi consulenti i dati corretti per l'elaborazione dei modelli necessari al monitoraggio dello stato dell'impresa. Un ruolo fondamentale di supporto possono o meglio debbono avere i consulenti, nella loro veste di "medici di famiglia" dell'azienda, e primi consiglieri dell'imprenditore, che devono supportare nell'attività di valutazione e monitoraggio dell'andamento dell'amministrazione. E' ormai opinione condivisa da molti che gli strumenti qualitativi e quantitativi servono per comprendere e analizzare con tempestività necessaria le criticità dell'impresa, per acquisire un quadro informativo il più completo possibile della realtà aziendale e per poterne sviluppare i tre concetti fondamentali: comprendere, agire, pianificare. Una analisi approfondita circa i rapporti con i clienti deve essere sempre effettuata dall'imprenditore "attento", onde evitare spiacevoli situazioni che potrebbero danneggiare l'equilibrio finanziario aziendale. Naturalmente in questo caso, in una situazione ideale, anzi idilliaca, il cliente paga con regolarità alle scadenze concordate, e la fornitura garanti-

sce margini soddisfacenti all'imprenditore. Spesso, al contrario, e specialmente in periodo di crisi come quello attuale, ciò non si verifica. E', quindi, necessario valutare attentamente il proprio portafoglio, sia in termini di affidabilità e solvibilità del cliente (cioè valutare se il cliente sarà in grado di pagare il dovuto alle scadenze convenute), che di margine della prestazione (cioè valutare se la commessa o la fornitura possa in base a preventivo generare un utile). Queste, però, non sono le uniche variabili da considerare in quanto deve essere sempre valutato anche il "cost to serve" del cliente, ovvero quanto costa all'imprenditore effettivamente, considerando tutti i fattori, servire un certo "tipo" di cliente, ovviamente, i clienti con un "cost to serve" contenuto sono preferibili a quelli con un "cost to serve" elevato. L'ultimo punto fondamentale da affrontare circa il monitoraggio dei rapporti tra imprenditore e clienti è che spesso si verifica una dilazione dei tempi di pagamento. Può accadere che, senza che l'imprenditore ne abbia una pronta percezione, tali tempi si dilatino, fino a divenire insostenibili per la struttura finanziaria dell'azienda. E' dunque fondamentale che l'imprenditore svolga una continua e puntuale attività di monitoraggio dei propri tempi d'incasso, valutando con attenzione l'indice di rotazione dei crediti. Prevenire è meglio che curare!



ECONOMIA&BUSINESS

Berlusconi: "La modifica dell'articolo 41 è una rivoluzione fondamentale" L’ASSEMBLEA

Il presidente del Consiglio, presente al convegno milanese "Imprese lombarde per l'Italia: proposte per il rilancio", ha detto che la modifica sulla "libertà d'impresa dovrebbe liberare gli imprenditori da vincoli burocratici" e punta a rilanciare il Paese con i prossimi stati generali dell'economia

PHOTO: MASSIMO GARRIBOLI

a modifica dell'articolo 41 della Costituzione sulla libertà d'impresa è una vera e propria rivoluzione". Lo ha affermato il premier Silvio Berlusconi nel suo intervento al convegno "Imprese lombarde per l'Italia: proposte per il rilancio" tenutosi a Milano, presso la sede dell'Unione del Commercio, sottolineando che ci vorranno "tre mesi prima che diventi legge, ma credo che sia qualcosa di fondamentale che dovrebbe liberare da tutti quei vincoli burocratici che rendono difficile intraprendere. Una legge valida - ha aggiunto Berlusconi - che farà sì che chi vuole realizzare un albergo lo potrà fare e poi avrà le verifiche da parte di un esponente della pubblica amministrazione per vedere se ha rispettato le leggi ambienta-

"L

24

li e urbanistiche". In merito ai pochi poteri attribuiti al Governo e al presidente del Consiglio nel fare le leggi, Berlusconi ha osservato che "quando il Governo decide di fare una legge, questa prima deve pas-

Berlusconi: «Tre mesi perchè la libertà d'impresa diventi legge» sare dal Quirinale e deve passare il vaglio di tutto l'enorme staff che circonda il capo dello Stato, che interviene puntigliosamente su tutto". Oltre al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi al convegno

hanno partecipato molti esponenti del governo nazionale: i ministri Michela Vittoria Brambilla (Turismo), Ferruccio


Fazio (Salute), Mariastella Gelmini (Istruzione Università e Ricerca), Ignazio La Russa (Difesa), Paolo Romani (Sviluppo

La Russa: «L'Italia non può essere il Bengodi dei disperati» Economico) e Gianfranco Rotondi (Attuazione del programma). Per le associazioni imprenditoriali presenti Paolo Agnelli presidente di Confapindustria Lombardia, Paolo Malvestiti nella veste di vicepresidente Confcommercio Lombardia e i presidenti regionali delle altre associa25


zioni che hanno proposto ai rappresentanti del Governo alcune linee di intervento. Ha dato il via ai lavori il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, che a nome di Rete Imprese Italia ha sottolineato le questioni aperte per le imprese lombarde, dalla burocrazia alla pressione fiscale, ribadendo di essere "contrari all'ipotesi di meno Irpef e più Iva. Sono contrario - ha precisato - all'ipotesi di tassare i consumi anziché i redditi, di diminuire l'Irpef e aumentare l'Iva perchè in un momento in cui la stagnazione dei consumi rallenta la crescita, appesantirla ci pare una proposta che non va nella direzione del rilancio dei consumi". E poi spazio alle proposte: "una riforma fiscale, un federalismo fiscale efficiente e solidale per arrivare a raggiungere due obiettivi importantissimi per il mondo che rappresentiamo cioè la semplificazione e la riduzione della pressione fiscale e dare occupazione ai giovani". Per colmare il divario tra domanda e offerta di lavoro e per fare fronte ad un abbandono scolastico che "in Italia è superiore di nove punti rispetto 26

all'Europa è necessario aprire la formazione al settore produttivo per accorciare le carriere scolastiche e di studio

Gelmini: «Aprire la formazione al settore produttivo»

della magistratura che interpreta le nostre leggi restrittivamente e di una opinione pubblica condizionata da una sinistra per la quale l'apertura delle frontiere è un dovere morale. Faccio quindi un appello alla magistratura e all'opposizione perché ogni aspetto ideologico sia messo da parte e perché con la massima solidarietà e accoglienza il nostro Paese non debba trasformarsi in un Bengodi dei disperati". La Russa ha rilevato come "l'immigrazione clandestina provoca danni prima di tutto a questi immigrati regolari che vengono nel nostro Paese per lavorare". Per quanto riguarda invece la situazione in Libia, La Russa teme che ci possa essere nei confronti del nostro Paese "un esodo di immigrati e il nostro intento è quello di coinvolgere l'Europa non solo nella condanna di quanto sta accadendo in quel Paese ma anche a farsi carico del problema e l'autorevolezza di Berlusconi può aiutarci in questo senso". Secondo il presidente di Confapindustria Lombardia Paolo Agnelli "le pmi manifatturiere lombarde hanno agganciato il treno della ripresa come dimostrano le nostre indagini che mostrano percentuali di crescita doppie rispetto ai dati Istat diffusi qualche

dei ragazzi". Lo ha affermato nel suo intervento il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, secondo il quale "c'è una discrepanza tra domanda e offerta di lavoro che va colmata". Per farlo ha poi indicato la strada del "potenziamento del contratto di apprendistato, che non è una forma di sfruttamento". Il ministro ha poi citato l'accordo con la Regione Lombardia che prevede appunto la possibilità che "la formazione professionale assorba anni di obbligo scolastico". "L'Italia non può essere il Bengodi dei disperati. Il governo - ha sottolineato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa - farà di tutto per vincere la battaglia contro la demagogia populista

giorno fa. Sono in particolare le pmi che esportano verso i paesi della UE, Germania in primis. E sono per lo più imprese di media dimensione, al centro di una filiera che ha


monte i fornitori di materie prime e a valle la vasta rete di piccole imprese di

Agnelli: «Bisogna valorizzare le eccellenze con incentivi adeguati»

hanno pagato 20 miliardi di incentivi tra il 2009 e il 2010 in cambio del 4.5% di energia prodotta". Secondo Romani "bisogna interrompere un meccanismo di incentivazione" all'energia rinnovabile. Al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi la chiusura dei lavori che ha lanciato la proposta di coinvolgere nuovamente le parti datoriali ed economiche lombarde, in una giornata di

ulteriore confronto per raccogliere spunti per preparare al meglio i prossimi Stati Generali dell'Economia che il Governo vuole convocare. Per questo, ha concluso Berlsuconi, "ho portato con me la mia agenda anche se devo dire che non è molto libera. In undici giorni ho cinque udienze e sono protagonista come imputato della storia dell'universo".

subfornitura". Dopo l'analisi, il presidente di Confapindustria Lombardia ha sollecitato il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani su "come sia possibile valorizzare il tessuto di imprese che eccellono sui mercati internazionali e quali iniziative in materia di semplificazione, agevolazioni sull'export, riduzione del costo energetico, si possono intraprendere per andare incontro a questa fascia di imprese che può trainare le piccole". "Noi - ha replicato Paolo Romani - siamo un Paese prevalentemente manifatturiero, molte aziende pagano l'alto costo dell'energia e il costo delle rinnovabili è sulle spalle dei cittadini italiani che in conto bolletta 27


ECONOMIA&BUSINESS

Sacconi: "Meno ideologia e più contratti aziendali" L'INTERVISTA ESCLUSIVA

Secondo il Ministro del Lavoro "il contratto di secondo livello, territoriale o aziendale, non solo è equiordinato a quello nazionale, ma è sovraordinato perché è più prossimo ai lavoratori". E sulla disoccupazione giovanile "stiamo incoraggiando scelte formative pratiche incentrate sulla manualità, che non è una vergogna, ma un dono " ARTICOLO DI: LIVIO CASANOVA

assenteismo, a livelli paradossali, dello stabilimento Fiat di Pomigliano è stata la prima occasione per verificare sul campo l'efficacia di un "accordo quadro" sulle norme della contrattazione collettiva (2009) che, nonostante la disapprovazione della Cgil, mirava ad un rafforzamento del livello decentrato di contrattazione, aprendo le porte a deroghe rispetto al contratto nazionale e riconoscendo - di fatto - l'urgenza nella gestione di alcune specificità aziendali. Era la primavera del 2010. Poi, nel novembre venne la vertenza Mirafiori. Sulla falsa riga di Pomigliano, al vaglio dei lavoratori, venne proposto un accordo analogo. Vinsero i sì, di misura, con il 54%. Percentuale, però, che non ricalcava le quote di lavoratori aderenti alle associazioni sindacali firmatarie e a quella dissenziente. Quelli che, inizialmente, sembravano essere casi isolati sono diventati l'occasione per mettere in dis-

L'

28

cussione gli assetti complessivi del nostro sistema di relazioni industriali. Del caso Fiat e delle sue ripercussioni, del futuro dei contratti e delle relazioni industriali, della disoccupazione giovanile e del lavoro manuale ne abbiamo parlato con il ministro del lavoro Maurizio Sacconi.

"Il contratto di secondo livello, sia esso territoriale o aziendale, non solo è equiordinato a quello nazionale, ma ne è per certi versi sovraordinato perché è più prossimo ai lavoratori. Il contratto

"Il caso Fiat è da inserirsi in un processo già iniziato e più ampio di modernizzazione delle nostre relazioni industriali" Dopo le vertenze Fiat lei crede che, in materia contrattuale, la "rigidità" della contrattazione nazionale lascerà spazio a quella territoriale e aziendale?

nazionale rigido e invasivo non è più capace di leggere una realtà economi-


ca e produttiva profondamente mutata. Questo non significa superamento della contrattazione nazionale, ma un suo arretramento sui temi che sono più connessi alla realtà aziendale. Si pensi, per esempio, al legame tra salario e produttività". Prima ancora di discuterne qualcuno parla già di ribasso, dando

per scontato che la contrattazione aziendale produrrebbe un risultato meno gratificante per i lavoratori di quella nazionale. E' proprio così? "Il superamento dell'antagonismo fra capitale e lavoro è inevitabilmente da tradursi in una riconfigurazione della struttura della contrattazione collettiva (già iniziata con l'accordo

di riforma degli assetti contrattuali). Una più marcata dinamica dei redditi da lavoro e una più efficiente distribuzione della ricchezza attraverso i salari si realizzano - anche in condizioni di crescita bassa o negativa solo garantendo uno spazio adeguato alla contrattazione collettiva aziendale. Non è un ribasso, bensì tutto il contrario: il superamento della ana29


cronistica convinzione che vi sia uniformità tra territori, aziende e settori".

"Da una concezione statica di tutela del singolo posto di lavoro si deve passare alla promozione della occupabilità della persona" E' stato sottolineato che per i più piccoli sarà difficile uscire dal contratto nazionale a meno che non accettino di "mettersi il sindacato in casa". Dopo il caso Fiat come cambieranno nel nostro Paese le reazioni industriali? "I "piccoli" non hanno da temere. Il caso Fiat è da inserirsi in un processo già iniziato e più ampio di modernizzazione delle nostre relazioni industriali. La direzione è quella di relazioni industriali naturali e non ideologiche, a misura delle persone

e prossime ad esse. Utili alla piena utilizzazione degli impianti, agli investimenti, all'occupazione e al salario diretto e indiretto (si pensi allo sviluppo del welfare aziendale). La direzione è anche quella di un maggiore spazio del contratto e una minore pervasività della legge. Va tenuto a mente il caso tedesco, laddove coesistono i contratti individuali nelle piccole imprese, i contratti collettivi nazionali leggeri e derogabili e i contratti aziendali nelle imprese medio-grandi".

Novità dovrebbero riguardare l'orario di lavoro, superando di fatto l'orario settimanale e legandolo il più possibile all'andamento del mercato. "Flessibilizzare" il lavoro basterà a renderci competitivi? "Flessibilità non vuol dire solo intervento sull'orario di lavoro, sul quale comunque l'autonomia delle parti già interviene (si pensi ai contenuti del recente rinnovo contrattuale del commercio). Maggiore competitività non è raggiungibile se non con la partecipazione di tutte le parti in causa e la loro volontà di superare antichi schemi per leggere più efficacemente un contesto economico e produttivo in costante evoluzione".

"L'aumento del numero dei laureati è positivo, deleteria è la concezione sottostante: che soltanto i laureati possano trovare un lavoro dignitoso" In tema di competitività servono soluzioni per far tornare l'Italia ad essere un paese "accogliente". Cosa deve fare il Paese per attrarre investimenti, imprese internazionali e chiudere le porte alle delocalizzazioni? "Uno degli ostacoli che le imprese straniere riscontrano in Italia è proprio la conflittualità. Accordi sindacali che in cam30


bio di maggiore salario e produttività permettano la piena utilizzazione degli impianti sono certamente un ottimo biglietto da visita per attrarre investimenti, poiché significano il prevalere di relazioni industriali fluide e costruttive". Da una parte le aziende necessitano sempre più di flessibilità e produttività per competere a livello globale, dall'altra non si può fingere che non vi siano le legittime aspirazioni delle persone, che non possono prescindere da una stabilità di medio-lungo periodo per impostare un serio progetto di vita. Come

si può coniugare il desiderio di stabilità di ogni lavoratore con esigenza di flessibilità di ogni impresa? "Da una concezione statica di tutela del singolo posto di lavoro si deve definitivamente passare alla promozione della occupabilità della persona avviando, come già ipotizzato dalla legge Biagi, la costruzione di una rete di tutele sul mercato che preveda il coinvolgimento del mondo associativo e degli enti bilaterali e una maggiore attenzione al potenziamento delle competenze del lavoratore tale da consentirgli di prevenire e gestire al meglio le criticità nelle transizioni occupazionali".

Tra i problemi più urgenti c'è la disoccupazione giovanile. E' solo una questione di aspettative legate al sogno di trovare un posto di lavoro sotto casa e all'ossessione di trovare un posto fisso? "No, si tratta di un problema serio. Un problema che non è di questo ultimo periodo e, alla radice, non è neanche da ascriversi alla crisi economica, trattandosi di una debolezza strutturale del nostro mercato del lavoro. Sempre più chiaramente emerge il forte disallineamento formativo e professionale tra le figure prodotte dalle nostre scuole e dalle nostre università e il fabbisogno del mondo produttivo e dei territori. In questo 31


senso stiamo intervenendo con la ristrutturazione delle tecniche con le quali si opera il monitoraggio dei fabbisogni formativi locali e incoraggiando anche scelte formative pratiche, incentrate sulla manualità, che non è, come molto spesso si crede, una vergogna, ma un dono. Strettamente connesso è anche l'incoraggiamento perché i nostri giovani vivano esperienze di lavoro il prima possibile, anche durante gli studi. In questo senso lo strumento sui cui scommettere è il contratto di apprendistato". E' d'accordo con coloro che incoraggiano i giovani ad accettare qualsiasi tipo di lavoro pur di non rimanere disoccupati? "In questi ultimi cinquant'anni, abbiamo avuto un grande sviluppo di impiego "astratto" e una perdita secca di lavoro "manuale". È il risultato di una visione cul32

turale messa in atto dalla politica più vicina all'idea che lo sviluppo egualitario della società fosse la scelta giusta da perseguire attraverso lo studio universitario. Così è stata sistematicamente distrutta la cultura del lavoro. La conseguenza è stata la costruzione di un'impalcatura scolastica che ha dimenticato la formazione per le professioni manuali. Si è meticolosamente costruita l'idea che il diritto allo studio fosse il diritto a laurearsi. Non si fraintenda: l'aumento del numero dei laureati è un fenomeno positivo, ma è deleteria la concezione sottostante: che soltanto i laureati possano trovare un lavoro dignitoso. I giovani devono coltivare il proprio talento e le proprie passioni. In questo senso per trovare la propria strada compiere esperienze lavorative da subito, anche diverse, non può che essere un aiuto e un arricchimento".

Ministro, il 19 marzo è stato il giorno del nono anniversario dell'assassinio del Professor Marco Biagi. Quali sono i tratti attuali dell'opera di Marco Biagi che vale la pena evidenziare? "Mi piacerebbe completare il ciclo di riforme di questi anni realizzando un sogno di Marco e una delle sue più preziose eredità: lo Statuto dei Lavori. La bozza di Statuto che ho consegnato alle parti a novembre 2010 è costruita nel segno del principio cui si ispirava Biagi, riassumibile nella frase "meno legge, più contratto". Marco aveva fiducia nelle persone e nella loro attitudine alla socialità e per questo credeva in relazioni industriali positive e mature. Oltre a questo progetto, Marco Biagi vive davvero in tante azioni che si sono prodotte nel corso di questi anni, come ad esempio il rinnovamento del sindacato riformista italiano, l'evoluzione delle relazioni industriali e degli assetti


contrattuali, le recenti misure sull'arbitrato e la conciliazione, che erano due strumenti che Biagi aveva proposto per rendere più agevole e immediato il tentativo di risolvere il contenzioso in materia di lavoro".

"Mi piacerebbe completare il ciclo di riforme di questi anni realizzando un sogno di Marco Biagi: lo Statuto dei Lavori" Come vede la situazione del sistema del profondo Nord del Paese? A Bergamo le imprese stanno ripartendo con l'export, ma non sembra bastare perché non c'è ancora spazio per nuovi lavoratori. "La ripresa dell'economia senza spazio per nuovi lavoratori potrebbe nascondere la trappola della crescita senza occupazione (jobless recovery), che rischierebbe di portare con sé diverse controindicazioni economiche e sociali. La stessa dinamica dei prezzi energetici e delle materie prime alimentari che stiamo osservando in questi mesi, sospinta dai recenti avvenimenti mon-

diali, dalla domanda dei Paesi emergenti e dalle pressioni speculative, preoccupa non poco in ordine al pericolo di infla-

"L'accordo Indesit è innovativo, può diventare un esempio e una buona pratica anche per altri casi"

zione importata e quindi a un ulteriore ostacolo ai consumi interni e alla crescita dell'economia. Ad oggi la sostanziale stabilità dell'occupazione non pare nascondere segnali così negativi, bensì mostra come la pur flebile crescita economica stia determinando per un verso il riassorbimento di cassintegrati e dall'altro lato il diffondersi di ristrutturazioni del tradizionale sistema produttivo che ancora non permettono una crescita occupazionale. Le recenti misure messe in campo dal Governo e riassunte nel Piano Triennale del Lavoro vanno proprio nella direzione di promuovere una crescita con occupazione". Il 31 marzo ha chiuso la Indesit di Brembate Sopra. Grazie alla sua mediazione è stato siglato un accordo "innovativo" tra azienda e sindacati per la salvaguardia del lavoro dei 510 operai (416 a Brembate Sopra e 90 in Veneto). Si tratta di un caso isolato (e non ripetibile) o la vicenda Indesit sta facendo "scuola"? "Si è trattato di un accordo innovativo e responsabile, che non può limitarsi ad essere caso isolato, ma può diventare esempio e buona pratica anche per altre situazioni simili, tanto più in un periodo ancora di crisi come quello attuale". 33


ECONOMIA&BUSINESS

Necta: nel salario d'ingresso la lezione di Marchionne "CAMERA CAFÉ"

A settembre dello scorso anno la N&W Global Vending decide di accentrare in Italia la produzione e comunica l'intenzione di assumere 200 persone. Con una richiesta in deroga al contratto: assumerle con un salario d'ingresso. Da lì in poi scioperi, trattative, tavoli separati e consultazione tra gli operai: lo stesso copione di Mirafiori TESTO&PHOTO: LIVIO CASANOVA

i annunciano assunzioni, si chiedono deroghe al contratto, si avanzano proposte nuove, s'interrogano i dipendenti e poi, dopo la conta dei voti e preso atto dell'esito, da una parte le componenti sindacali più aperte di Cisl e Uil e dall'altra la più oltranzista Fiom. In mezzo a tutto questo, manco a dirlo, questioni salariali e una parola: delocalizzazione. Il copione sembra lo stesso, ma questa volta non si tratta di Fiat. Da molti mesi, infatti, gli stessi argomenti stanno interessando la N&W Global Vending di Valbrembo meglio conosciuta come Necta, colosso dei distributori automatici di bevande e snack, che a settembre dello scorso anno con la decisione di accentrare in Italia la produzione spostando

S

34

"Per produrre i nostri distributori automatici cerchiamo un aiuto. Anzi 200" E' la locandina di reclutamento Necta affissa sull'agenzia interinale Adecco di Ponte San Pietro


A Mozzo si concentrerà la produzione, già in Danimarca, del marchio "Wittenborg", molto forte in Nord Europa

le attività manifatturiere che ancora aveva in Danimarca, comunica l'inten-

Per i neoassunti, l'ultima bozza del piano prevede: 7 mesi come interinale e 20 mesi a tempo determinato zione di assumere 200 persone. Un annuncio con tutti i crismi dell'eccezionalità visto lo scenario occupazionale,

desolante, che sta interessando la Bergamasca e visto che "c'era anche la concreta possibilità - recita un comunicato della direzione consegnato ad ogni lavoratore - che la produzione di Wittenberg se ne andasse in un paese dell'Europa dell'Est". Invece, il gruppo che è stato acquisito due anni fa dai fondi Barclays Private Equity e Investcorp direttamente dai fondi Argan Capital e Merrill Lynch global private equità decide di abbandonare il nord Europa per rafforzarsi in Italia. Una decisione che sulla sponda danese si risolve in una giornata d'incontro, otto ore, tra azienda e sindacati senza nessuno sciopero, corteo o picchetto e

nella quale si stabiliscono i termini della dismissione. Qui entra in gioco

Dall'inizio della vertenza sindacati e azienda si sono incontrati più di 16 volte con tre scioperi unitari Marchionne. Non nel contenuto ma per il metodo: non si prende la proposta Marchionne per Mirafiori e la si "appic35


Nello stabilimento di Valbrembo si concentra la produzione Necta per i distributori di bevande

cica" pari pari alla propria azienda (in questo caso la Necta) come un copiaincolla ma si lanciano idee nuove che incontrano le esigenze - diverse da impresa ad impresa - degli imprenditori chiamati ogni giorno a confrontarsi con un mercato che non si esaurisce nella provincia di Bergamo. Ecco la proposta della N&W Global Vending: un salario d'ingresso, introdotto in pianta stabile a valere su tutte le assunzioni future, con una durata di 48 mesi. Una paga, stima dalle fonti sindacali, di circa 1.000 euro al mese con un aumento progressivo. Come per la Fiat anche per l'azienda di Valbrembo richieste, in pratica, "su misura". Tre, in estrema sintesi le richieste in deroga al contratto su cui dal settembre scorso si sta concentrato il man36

agement. Vediamole. Per il piano assunzioni l'ex Necta ha proposto, per ogni nuovo assunto, un percorso con 10 mesi da interinale, poi fino a 36 mesi un contratto a tempo determinato e un quarto anno con il salario d'ingresso, intendendo con questo termine la maturazione graduale delle voci consolidate e di quelle variabili. La seconda priorità è la lotta all'assenteismo ( non ai livelli Fiat) che, tra gli operai diretti, è diminuito dal 6.37% del 2005 al 4.60% del 2009: nel 2010 invece è risalito al 6.13%. Terza priorità, raddoppiare e ridisegnare il premio redditività legandolo al raggiungimento del budget annuale. E se da una parte Marchionne indica il percorso, anche a livello locale le parti sindacali adottanop le scelte fatte a livello nazio-

nale: incontri ripetuti, scioperi, blocco delle trattative, tavoli riconvocati per registrare alcune progressi nelle proposte. Negli stabilimenti di Valbrembo, Mapello, Mozzo e Grassobbio i lavoratori sono un migliaio, il personale femminile supera il 50% e il sindacato più forte è la Fim Cisl. Nessuno scenario massimalista, quindi, come lanci di uova o altro. Eppure, dall'inizio della vertenza, se non andiamo errati, sindacati e azienda si sono incontrati più di 16 volte, tre gli scioperi unitari e altrettanti quelli Fiom. E poi il colpo di scena di fine febbraio. Di fronte ci sono i sindacati spaccati sul salario d'ingresso e sul rinnovo del contratto integrativo: da una parte la Fim e Uilm concordi nel continuare il negoziato mentre Fiom e Cub voglio concentrarsi sull'integrativo, scindendolo dal salario d'ingresso. Come a Mirafiori si consultano i lavoratori. Con il 52.5% e 39 voti di scarto vincono i favorevoli all'estensione della trattativa sul contratto integrativo anche al salario d'ingresso. Il cosiddetto start-up che l'azienda in una delle ultime proposte vorrebbe pagare per 27 mesi a tutti i nuovi assunti, scaglionandoli in 7 mesi da

A metà marzo è iniziata la campagna di reclutamento affidata ad agenzie interinali tra cui Adecco e Gi Group interinali e 20 a tempo determinato, e 30 mesi di salario ridotto, prima del contratto vero e proprio. Nonostante l'esito della consultazione e le proposte migliorativa i rappresentanti Fiom e Cub non accettano il negoziato unico e a metà marzo incrociano nuovamente le braccia. E mentre si cerca, ancora, la quadratura del cerchio con una nuova consultazione alla N&W si assume. Di due mesi in mesi e come interinale. Ma si assume. Ancora cassa integrazione, invece, a Mirafiori per questo mese.



ECONOMIA&BUSINESS

Bergamaschi ottavi in Italia per vitalità. Economica LA RICERCA

Bergamo è tra le province italiane più produttive: il dato è dell'ultima ricerca di Aspen Institute Italia con "Il Sole 24 ore" e il Cerni che misura la composizione della popolazione di un territorio, il tasso di occupazione e la produttività del lavoro. Nella classifica finale 8 province eccellenti su 15 si trovano nel Nord Est ARTICOLO DI: LIVIO CASANOVA

ergamo, dal suo lato economico, è tra le prime dieci province più dinamiche di tutta Italia. Ottava, per la precisione, guardando alla vetrina delle eccellenze presenti sul territorio. A guidare la classifica che mette in ordine le macro-aree geografiche per vitalità economica ci sono le province del Nord Italia - Milano e Bergamo in primis con un'inversione al vertice rispetto ad un anno fa (prima edizione della ricerca) perchè il Nord-Ovest supera, anche se di poco il vecchio primato del Nord-Est. Vista l'attuale situazione qualcuno potrebbe sollevare dei dubbi, eppure, stando alla ricerca di Aspen Institute Italia, presentata lo scorso febbraio e realizzata in collaborazione con "Il Sole 24 ore" e il Cerni (Centro competitività regolazione mercati) nell'ambito del "Progetto di interesse nazionale", dai risultati ottenuti a guidare l'Italia fuori dalle secche della crisi dovrebbero essere proprio le eccellenze e le produzioni diffuse nei diversi terri-

B

38

tori. Nel caso di Bergamo il settore del tessile, della gomma e plastica, la pro-

CAPITALE INTERNAZIONALE DELLA MODA Milano è conosciuta a livello internazionale come capitale della moda e dello stile italiano. Nel centro della città si trova il famoso quadrilatero della moda formato dalle strade Via Monte Napoleone, Via Manzoni, Via della Spiga e Corso Venezia

duzione di accessori per abbigliamento e la lavorazione del mobile.

Gli indicatori. Per redigere la classifica delle 103 province italiane si è ricorso all' "Idsop" (Indicatore sintetico di dipendenza strutturale ponderata) che tiene conto di tre variabili - la dimensione demografica, il tasso di occupazione e i differenziali di produttività del lavoro -, dimensioni di primaria importanza per catturare la vitalità economica dei territori italiani. La prima è stata ottenuta calcolando l'indice di dipendenza strutturale dato dal rapporto tra la popolazione in età non attiva (0-14anni; 65 anni e più) e quella in età attiva (15-64 anni); la seconda è data dal rapporto tra gli occupati dai l5 ai 64 anni e il resto della popolazione della stessa fascia di età; la terza considera il valore aggiunto per ogni addetto. Macro aree. Nonostante il divario NordSud sul territorio esistono anche nel meridione, a macchia di leopardo, significative


e differenziate possibilità di crescita. "Forte il divario tra le macro aree del Paese - si legge nella nota di commento alla ricerca -, con un Nord mediamente più anziano del Mezzogiorno ma caratterizzato da una più forte vitalità economica complessiva". Eppure "se la demografia -

Bergamo Piazza Vecchia

I BOTTONI DI GRUMELLO DEL MONTE Dalla valle di Calepino alla valle dell'Oglio si è sviluppato un distretto produttivo specializzato nel settore dei bottoni con aziende diffuse in 14 comuni, divisi tra le province di Bergamo e di Brescia

La vitalità dei territori italiani le province più dinamiche

IDS ponderato Tasso Produttività per Occupazione di occupazione in % Milano (IDSOP)

IDS ponderato Saldo nuove Indice di Intensità per Occupazione e imprese high tech Brevettuale (IIB) Produttività (IDSOP) (TDI)

Provincia

IDS

1° MIlano

51.9

66.9

77.6

-

77.6

155.8

-1.30%

2° Bologna

56.7

70.1

80.9

87.5

92.4

172.5

-1.44%

3° Padova

49.9

65.6

76.1

87.1

87.3

42.3

-1.01%

4° Modena

53.2

68.4

77.8

88.2

88.2

74.7

-0.86

5° Grosseto

56.6

66.4

85.1

81.8

104.0

12.2

1.17

6° Pordenone

51.0

65.4

78.1

82.5

94.6

81.4

-0.86%

7° Bolzano

52.1

70.5

74.0

87.3

84.7

28.6

0.10%

8° Bergamo

48.9

64.4

75.9

98.5

77.1

47.2

-0.66%

9° Prato

51.8

65.7

78.8

82.1

95.9

17.7

-1.24%

10° Parma

54.6

69.0

79.1

87.6

90.3

79.5

-1.24%

La classifica è costruita sulla base dell'Idsop (Indice di dipendenza strutturale ponderata) che raccoglie tre indicatori significativi della capacità economica dei territori: composizione della popolazione, tasso di occupazione e produttività del lavoro. Rispetto alla prima edizione ci sono due nuovi indicatori: l'intensità brevettale e la natalità d'imprese. Il valore dell'indice - basso - segnala un livello di vitalità territoriale, legato alla provincia, particolarmente alto. Fonte: Aspen Institute Italia

39


continua la nota - ci consegna l'immagine di un Mezzogiorno relativamente più gio-

si invertono man mano che si considerano le variabili economiche". Perché, pur rima-

L'UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA All'ateneo di Padova c'è un corso di laurea di secondo livello in Ingegneria Meccatronica per formare figure professionali che siano trasversali alle grandi aree dell'ingegneria, elettrica, meccanica ed elettronica e informatica

L'INDUSTRIA ESTRATTIVA CAGLIARITANA Il cuore di Caglari è il porto che costituisce la principale risorsa economica della città insieme all'industria estrattiva grazie ai giacimenti di zinco piombo e carbone che la Sardegna ne è ricca ne sottosuolo

vane rispetto al Nord e al Centro del Paese, i rapporti di dipendenza strutturale

nendo "in un quadro di forte asimmetria territoriale, tuttavia, l'analisi evidenzia,

40

anche nel Mezzogiorno, una significativa varietà di performance, con la presenza di territori che appaiono caratterizzati da livelli apprezzabili di vitalità economica". Le province. I risultati, nel dettaglio, mettono in luce province lombarde con livelli più elevati di vitalità economica sia rispetto all'aggregato territoriale di riferimento (Nord Ovest) che rispetto al dato complessivo nazionale, con un'incidenza particolarmente elevata delle componenti riferite ai tassi di occupazione e alla produttività del lavoro. In tema di produttività Bergamo, dopo Milano, con 98.5% è tra i valori più alti a livello nazionale contro una media nazionale ferma al 81.8%. Rispetto ad altre province del Nord Ovest il tasso di occupazione bergamasco (64.4%) è tra i più bassi. Mantova ha la performance migliore con 67.9% seguita da Milano con 66.9%, Pavia con 66.4%, Sondrio 66% e Cremona 65.1%. Peggio di Bergamo, Como e Varese rispettivamente


con 64.2% e 63.2%. Sempre in tema di occupazione è il Nord Est che registra i tassi più elevati del Paese. In Emilia Romagna, ad esempio, Bologna è al

69% e Modena al 68.4%. Nel Centro, Roma si segnala per l'elevato indice di

Elevato l’indice di produttività bergamasca: 98.5% produttività, pari al 96.5% della produttività milanese, mentre le province toscane hanno valori elevati nei tassi di occupazione: Firenze 67.8%, Prato 65.8%, Arezzo 64.5%, Pisa 64.2%, Lucca 63.5%. Nel Sud si distinguono le province abruzzesi dell'Aquila, Pescara, Teramo, Chieti e Avellino. Nelle Isole, si evidenzia una migliore performance relativa delle province sarde.

IL MUSEO DUCATI La città di Bologna si caratterizza per una vocazione industriale legata ai distretti del ciclomotore, delle macchine automatiche e del packaging anche se l'azienda, simbolo dell'Emilia dei motori, si prepara a trasferire una parte della produzione in Thailandia

70.1%, Reggio Emilia al 69.8%, Parma al

I distretti. Per quanto riguarda la vitalità territoriale, si distinguono quelle

realtà che hanno vocazione significative: dalla moda, dal design o dall'alta tecnologia di Milano al distretto biomedicale, del ciclomotore e del digitale multimediale di Bologna; dalla meccanotrica e refrigerazione industriale di Padova all'industria estrattiva e alla lavorazione di minerali non metalliferi di Cagliari; dalla cantieristica di Grosseto al polo industriale del mobile imbottito di Matera senza tralasciare il distretto del tessile e abbigliamento di Prato. Peculiarità italiana rispetto ad altre nazioni europee è proprio la polarità dei distretti. Il tessuto produttivo non ruota, in altre parole, solo ed esclusivamente attorno a grandi città come nel caso della Francia e del Regno Unito dove le eccellenze gravitano attorno a Parigi e Londra ma è disseminato lungo tutto lo stivale. Questa variegata diffusione è il punto di forza del tessuto economico italiano e rappresenta la garanzia per una possibile ripresa. Crisi permettendo.

Le eccellenze territoriali: Macro aree Milano (NO)

Bergamo (NO)

Bologna (NO)

Padova (NE)

Grosseto (C)

Settore meccanico, chimico, alimentare, terziario avanzato, moda, settore del mobile e design, finanza, alta tecnologia

Settore tessile, della gomma e plastica, accessori per abbigliamento, lavorazione del mobile

Abbigliamento, agro-alimentare, automazione industriale, biomedicale, distretti del ciclomotore, del packaging, del digitale multimediale

Meccatronica, condizionamento, refrigerazione industriale, distretto del mobile, biomedicale

Agro-alimentare, chimico, cantieristica, produzione metallo (escluse macchine)

Prato (C)

Cagliari (I)

Sassari (I)

Matera (S)

Campobasso (S)

Tessile ed abbigliamento

Industria estrattiva, energia, lavorazione di minerali non metalliferi, settore del legno, agroalimentare

Industria del legno, alimentare, lavorazione di minerali metalliferi e non metalliferi, distretto del granito e del sughero

Distretto industriale del mobile imbottito (Industria del legno e fabbricazione di mobili)

Fabbricazione di autoveicoli, agroalimentare, materiali da costruzioni (Comprensorio industriale Campobasso-Bojano)

Legenda NE: Nord Est, NO: Nord Ovest, C: Centro, I: Isole, S: Sud. Per ognuna delle 5 macro aree (Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud e Isole) sono riportate le due province che hanno registrato i più alti elevati Indici ponderati per occupazione e produttività (Idsop). Per ognuna, inoltre, sono richiamate le vocazioni produttive che contraddistinguono il modello di sviluppo economico locale. Fonte: Aspen Institute Italia

41


ECONOMIA&BUSINESS

L'impegno di CNA Bergamo per valorizzare il "tessuto" imprenditoriale seriano PAROLA ALL'ASSOCIAZIONE

In Val Seriana il rilancio del tessile trova una via nel marchio "Le cinque terre della Val Gandino" finalizzato a valorizzare competenze, esperienze, e determinazione degli imprenditori alla ricerca di nuove nicchie di mercato, con la fattiva collaborazione dello sportello innovazione di Leffe gestito da CNA Bergamo e dall'Associazione artigiani

ARTICOLO DI LIVIO CASANOVA

Gandino, all'imbocco della strada verso Valpiana, c'è una piccola cascina che ha un legame particolare con la storia dell'Unità d'Italia, si tratta della Tintoria degli Scarlatti. Un tempo era deputata alla tintura del pregiato "scarlatto di Gandino" un rosso acceso ottenuto grazie ad un insetto importato dall'America, la cocciniglia, che veniva prima fatto essiccare, poi macinato per essere infine disciolto nel bagno di tintura. Il rosso di Gandino affascinò anche Garibaldi, che proprio alla Tintoria fece tingere le camicie rosse dei Mille. In quel tempo i gandinesi, oltre a sostenere gli ideali garibaldini, auspicavano anche un possibile ritorno economico: se Garibaldi avesse in seguito fondato un

A

42

esercito nazionale, la fornitura delle camicie con il loro caratteristico colore rosso

simbolo della volontà di rinascita economica del tessuto imprenditoriale seriano. Lo dimostra il progetto volto a creare "Il mar-

Filippo Servalli: ""Il marchio tessile delle Cinque terre della Val Gandino" punta a valorizzare storia e produzione del territorio" sarebbe stata affidata alle industrie locali. Oggi, la stessa cascina potrebbe essere il

chio tessile delle Cinque terre della Val Gandino", presentato a fine gennaio, a Leffe, nella sala consiliare del municipio.


Il progetto coinvolge le realtà imprenditoriali dei cinque comuni della Val Gandino: Leffe, Cazzano Sant'Andrea, Peia, Casnigo e Gandino. "L'idea - spiega Filippo Servalli, assessore del Comune di Gandino, - è stata promossa dai cinque comuni unitamente allo sportello innovazione di Leffe, attivo da due anni. Punta alla realizzazione di un marchio del tessile in grado di valorizzare la storia e la produzione del territorio, partendo dalla constatazione che in Val Gandino la presenza di un numero elevatissimo di imprese del settore non significa solo quantità, ma anche competenze, esperienze, patrimoni cognitivi che fondano le radici su attitudini e abitudini storicamente consolidate, fatte di qualità e di cultura imprenditoriale specifi-

ca". Il distretto seriano raccoglie grandi realtà industriali ma, soprattutto, una

di fare sistema e di cogliere le opportunità di penetrare i mercati internazionali grazie ad un brand in grado di mettere a frutto ed

Michele Leidi: "Un marchio tessile per la Val Gandino non è un'operazione di tutela, come per il Grana Padano, ma di promozione" miriade di piccole imprese e artigiani il cui futuro dipenderà sempre più dalla capacità

esaltare l'esperienza e il dna degli imprenditori locali. Un passo decisivo verso la concretizzazione del progetto è stato fatto 43


lo scorso 21 gennaio, a Leffe, con l'adesione all'iniziativa di molti imprenditori e con l'istituzione di un "team di progetto" con il compito di dare corpo alla concreta declinazione dell'ipotesi progettuale che, una volta messa nero su bianco, verrà sottoposta per la discussione ed il conseguente avvio all'assemblea degli imprenditori. Del team fanno parte i rappresentanti dei cinque Comuni, un nutrito gruppo di imprenditori tessili e la responsabile CNA dello

getto. Un esempio inedito e interessante di governance locale basata sulla fattiva cooperazione tra Enti locali, associazioni e imprenditori. Da due anni, a Leffe, al secondo piano del municipio, opera lo sportello innovazione della Cna e Associazione Artigiani che affianca e supporta le realtà artigiane e piccolo-industriali della Val Gandino. "Un marchio tessile per la Val Gandino - conferma Michele Leidi, consulente strategico che collabora alle attività dello Sportello inno-

Giuseppe Vavassori: "Sitech è il prototipo delle nostre piccole imprese: tradizione imprenditoriale ma difficoltà ad affrontare le sfide globali" sportello innovazione insieme al consulente incaricato della pratica stesura del pro44

vazione ed alla stesura del progetto marchio - non è un'operazione di tutela, come può essere per il Grana Padano, ma di pro-

mozione. Per le imprese, la territorialità deve rappresentare un valore aggiunto perché ipotizzare una leva protezionistica potrebbe rivelarsi, addirittura, controproducente. Negli ultimi anni la filiera del tessile si è frammentata, ma alle spalle ha un forte tradizione che ha mantenuto intatta la sua capacità di innovare e la volontà di competere". Alla vocazione artigianale e alla fantasia creativa seriana, in altre parole, vengono sommate idee imprenditoriali di recupero della tradizione produttiva locale e innovazione tecnologica, che, sostenute da azioni di riposizionamento sul mercato e da progetti di accompagnamento imprenditoriale, possano concretamente assecondare il rilancio delle attività manufatturiere tessili della Val Seriana. "È un bagaglio - continua Leidi - che offre un potenziale ineguagliato e ineguagliabile per penetrare i mercati, per raccogliere la richiesta di "qualità garantita" che anche i grandi attori della distribuzione commerciale chiedono con sempre maggiore insistenza". E' nel 2007, con una fase sperimentale, che si apre ufficialmente l'esperienza del laboratorio innovazione a Leffe,


gestito da CNA. Da allora sono state più di 120 le imprese che hanno avviato progetti specifici. "Abbiamo operato su due livelli - spiega Silvia Longhi, responsa-

sili, tra artigiani, piccole imprese ed un ex imprenditore, della Val Seriana che vi partecipano. L'aggregazione è il risultato finale, di un lungo percorso nato nel 2003, della mobilitazione degli imprendi-

Gianfranco Bosio: "E' il momento di guardare al futuro, alle prospettive di una Valle che cerca di cambiare, restando se stessa" bile dello Sportello Innovazione -, affiancando imprese che avevano la necessità di rimodulare la propria attività secondo logiche e strategie più attuali, ma anche accompagnando la crescita e lo sviluppo di aziende nuove, magari attive in settori che in Val Gandino non presentano ancora quelle possibilità sinergiche che invece il tessile ha costruito in tanti anni". In Val Gandino, nonostante la crisi, ci sono ancora oltre 1.400 imprese e di queste la maggior parte sono concentrate tra Gandino e Leffe. Sono distribuite in egual numero tra manifatturiero e commercio mentre leggermente inferiore è il settore delle costruzioni. "La maggior parte degli interventi - continua Longhi - avviati anche con manager temporanei ha riguardato i temi dell' innovazione e sviluppo. Le consulenze e i progetti mirati si sono rivelati decisivi per affrontare il passaggio generazionale in corso in molte aziende, per analizzare le criticità più forti della crisi di settore e per aprire prospettive di internazionalizzazione commerciale". Ripercorrendo le tappe che hanno portato alla creazione dello Sportello innovazione "ci siamo resi conto della difficile realtà valligiana - ricorda il direttore della Cna, Giuseppe Vavassori quando abbiamo aiutato Sitech con una serie di progetti sostenuti dalla Camera di Commercio e da Italia Lavoro". Nel marzo del 2007 viene costituita la Sitech Bergamo srl e sono nove le aziende tes-

tori tessili della Valle Seriana per far fronte ai primi effetti devastanti dovuti alla liberalizzazione internazionale dei commerci e la conseguente concorrenza dei paesi economicamente emergenti. "E' grazie anche a questa esperienza continua Vavassori - che si è intuita la possibilità di dare vita ad un modello aggregativo di organizzazione aziendale replicabile. Le aziende aggregate in Sitech rappresentano il prototipo delle nostre piccole imprese: esperienza e tradizione imprenditoriale accompagnate da strutturali difficoltà ad affrontare le complessità delle sfide globali. Aggregazione e crescita del tasso di managerialità sono diventati terreni di sperimentazione volti

ad integrare esperienza e innovazione organizzativa in una logica di incremento della capacità competitiva". L'idea è semplice ma, allo stesso tempo rivoluzionaria per un territorio tradizionalmente diffidente verso ogni forma di aggregazione d'impresa: unire le esperienze e le conoscenze dando vita ad un qualcosa di diverso e innovativo che non sia in conflitto con le attività di ogni singola azienda aggregata. "L'esperienza con Sitech - conclude Gianfranco Bosio vicepresidente di Sitech che fa parte del "Team marchio tessile" - ha permeato il nostro modo di fare impresa. Abbiamo imparato a gestire le nostre aziende in modo più manageriale e meno individualistico. Alle capacità imprenditoriali specifiche abbiamo affiancato elementi di apertura culturale e di metodo organizzativo che sono essenziali per affrontare le nuove sfide. Insomma, siamo cresciuti individualmente grazie allo stare insieme. Non abbiamo trascurato la storia e le tradizioni, con importanti esposizioni (tessuti e merletti) nelle sedi museali di Gandino e Leffe e in altre location di Cazzano S. Andrea, Casnigo e Peia. Ma ci siamo soprattutto impegnati a guardare avanti. Ora è il momento di guardare al futuro, alle prospettive di una valle che cerca di cambiare, restando se stessa, e il progetto marchio rientra intimamente in questo spirito".

45


ECONOMIA&BUSINESS

46


Dismissioni Inpdap Il caso di Via Borfuro "BUROCRATISMI"

Negli anni '60, la Cassa per le Pensioni ai Sanitari (poi Inpdap) acquisì, da un imprenditore, l'intero complesso immobiliare invenduto e costruito tra via Borfuro e Sant'Orsola. Motivo: prezzi non proprio di mercato. Prima puntata sulle vicende dello stabile situato di fronte al nuovo Tribunale di Bergamo

PHOTO: GIORGIO CHIESA

roprietà della Cassa per le Pensioni ai Sanitari". Chi non hai mai notato questa lastra in marmo affissa in via Borfuro 12, proprio di fronte al nuovo edificio del tribunale di Bergamo? Chi, notandola, non si è mai chiesto a cosa si riferisse? Ebbene, si può dire in estrema sintesi, che quella targa racchiude una lunga storia; una storia in cui la mano pubblica la fa da padrona. Con tutto il suo carico di bizantinismi.

"P

L'immobile in Via Borfuro acquistato dalla Cassa per le Pensioni ai Sanitari, erano gli anni '60. Tanto per cominciare, la Cassa per le Pensioni ai Sanitari è una delle casse previdenziali gestite dall'allora Ministero del Tesoro, prima dell'era INPDAP. Negli anni '60, la Cassa acquisì, aiu-

tando un imprenditore in difficoltà, l'intero complesso immobiliare che era stato costruito tra le vie Borfuro e Sant'Orsola e che rimaneva invenduto a causa dei prezzi non proprio di mercato. A quel tempo, come si sa, lo stato italiano s'indebitava per sostenere l'economia di mercato tanto che l'attuale valore del debito pubblico italiano pari al 120% del PIL è il ricordo di quegli anni di vacche grasse. Oggi, invece, siamo in una fase recessiva: lo stato è chiamato a ridurre il suo debito; in altre parole, lo stato pieno di debiti deve far cassa... è un procedimento di razionalizzazione e dismissioni iniziato negli anni '90 e non ancora concluso. La Cassa Previdenziale dei Sanitari viene sciolta e fusa nel neonato INPDAP, siamo nel 1994. Andando con ordine, tutto iniziò nel lontano 47


1994 quando, a seguito di delega conferita al Governo con legge 537/1993, la Cassa Previdenziale dei Sanitari venne sciolta e

In base alla legge 410/2001l'Agenzia del Territorio di Bergamo ha considerato "immobili di pregio" le unità abitative di Via Borfuro 12 fusa nel neonato INPDAP, l'ente previdenziale dei dipendenti pubblici nato dall'accorpamento di Enpas, Inadel, Enpdep e, appunto, delle Casse pensionistiche gestite dagli istituti di previdenza dell'ex Ministero del Tesoro (Cpdel, Cps, Cpi, Cpug). Un'operazione di snellimento volta a creare sensibili economie nelle gestioni previdenziali dell'intero comparto pubblico ma anche 48

un'operazione immobiliare o quantomeno una operazione volta alla creazione di un grosso patrimonio immobiliare. Tutti i patrimoni di numerose casse previdenziali, infatti, confluirono dentro il neonato INPDAP. Nell'operazione rientrarono ovviamente anche gli immobili di via Borfuro 12. La tecnica finanziaria della cartolarizazzione. Il passo successivo fu la vendita; altrimenti definita operazione di cartolarizzazione. Ovvero una tecnica finanziaria che prevede la cessione di attività patrimoniali capaci di generare flussi di cassa, quali ad esempio la cessione di complessi immobiliari, a società appositamente costituite (dette "società veicolo") in cambio di un prezzo di cessione. La società veicolo finanzia tale pagamento tramite l'emissione di titoli che vengono successivamente rimborsati con i ricavi ottenuti dalla gestione delle attività cedute. L'emissione dei titoli è definita "senza ricorso" in quanto il cedente (nel caso specifico gli enti previdenziali) non ne

garantisce in alcun modo il rimborso nel caso i flussi generati dalle attività cedute non siano sufficienti. Nel 2001inizia la vicenda di Scip: Società per la cartolarizzazione di immobili pubblici. Con decreto-legge 25 settembre 2001, n. 351, convertito con modificazioni dalla legge 23 novembre

Il patrimonio immobiliare dell'Inpdap è composto da 52.000 unità immobiliari, di cui oltre 43.000 residenziali 2001, n. 410, vennero, in altre parole, create le SCIP: Società di Cartolarizzazione degli Immobili Pubblici. Numerose SCIP. Anche gli


immobili di via Borfuro confluirono in queste società mentre agli inquilini veniva riconosciuto il diritto di prelazione per l'acquisto degli immobili pubblici dove vivevano. Con successivi decreti ministeriali attuativi delle operazioni di cartolarizzazione furono altresì disciplinate minutamente le fasi di formazione del prezzo, di comunicazione del

Il 40 per cento dell'intero patrimonio si trova a Roma, con circa 19.000 unità immobiliari residenziali medesimo e di esercizio dello stesso diritto di prelazione. Altri immobili, invece, vennero venduti nel corso di aste pubbliche. Nel 2009 la messa in liquidazione di Scip. L'interrogazione parlamentare di Antonio Borghesi. A leggere l'interrogazione presentata alla Camera dei Deputati ed indirizzata al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, nonché al Ministro dell'economia e delle finanze, da parte dell'On. Antonio Borghesi, IDV, lunedì 7 marzo 2011, sembra

ha messo in liquidazione, con legge 14 del 2009, il patrimonio delle srl (le SCIP ndr) [...]. Ciò al fine di evitare la svendita degli ultimi palazzi rimasti alla società o, peggio, evitare che le Scip continuassero ad esistere senza riuscire a vendere i beni rimasti". Le aste? "Un'ottima occasione per gli speculatori immobiliari di professione". E le aste come andarono? Scrive l'Onorevole: "Le aste, sia quelle di Scip, sia quelle organizzate dalle fondazioni, si sono trasformate a volte in una ottima occasione per gli speculatori immobiliari di professione. Nei casi in cui venivano venduti interi lotti, o quando la base d'asta era bassa e c'erano pochi aspiranti compratori, in tanti hanno acquistato a poco e rivenduto a molto". "In questo momento", continua l'Onorevole nella sua interpellanza, "Inps, Inail, Inpdap e altri enti pubblici stanno ricevendo indietro le unità immobiliari invendute. Nel caso dell'Inail, tanto per fare un esempio, sono più di 1.800 e hanno un valore di mercato di 342.5 milioni di euro. Beni che saranno venduti all'asta, forse a partire già da questa estate [...]". Nel caso dell'INPDAP, invece, l'ente "ha un patrimonio immobiliare che vale intorno ai 471 milioni di euro ma in questa cifra è compreso anche il valore delle sedi. Più piccolo, invece, è il patrimonio dell'Inps, 173 milioni di euro. Immobili gestiti in modo poco efficiente, visto che l'utile netto fruttato dal patrimonio è 645 mila euro". Le nuove vendite? "Ad un prezzo, determinato dal valore di mercato dell'ap-

partamento, come se fosse libero e scontato del 30 per cento". Riassumendo, allora, dall'interpellanza si desume un quadro non proprio edificante delle gestioni del patrimonio immobiliare statale da parte degli enti previdenziali pubblici. In particolare, infine, sostiene l'Onorevole: "Le nuove vendite hanno luogo ad un prezzo determinato dal valore di mercato dell'appartamento come se fosse libero e scontato del 30 per cento". In poche parole, una vendita a prezzi più bassi dei valori di mercato? Sembra di sì ma, in questo caso, la responsabilità non sembra essere solo dell'amministrazione degli enti previdenziali. Nella stessa interrogazione, infatti, viene scritto: "[...] Il decreto-legge n. 41 del 2004, convertito dalla legge n. 104 del 2004, ai fini della fissazione delle modalità di determinazione del prezzo di immobili pubblici oggetto di cartolarizzazione, prendeva a riferimento i valori di mercato del mese di ottobre 2001. Per effetto di tale ultimo provvedimento, gli enti che avevano venduto, dopo il 2001 e fino al 2004, a prezzi maggiorati, venivano chiamati a risarcire i propri inquilini". Insomma, per legge, gli enti previdenziali pubblici italiani non solo dovettero vendere il loro patrimonio secondo i valori di tre anni prima, quelli del 2001, ma dovettero anche risarcire i propri inquilini nel caso di vendite ai prezzi di mercato, ovvero ai prezzi del 2004, l'anno delle vendite. Quest'ultima, però, è solo parte della complessa storia dei rapporti tra gli enti previdenziali ed i loro inquilini; una storia che coinvolge anche via Borfuro 12...

Antonio Borghesi

che queste cartolarizzazioni siano state "un'operazione gigantesca, che si è interrotta all'incirca due fa (nel 2009 ndr), quando lo Stato, "in considerazione dell'eccezionale crisi economica internazionale e delle condizioni del mercato immobiliare e dei mercati finanziari", 49


ECONOMIA&BUSINESS

Il leghista Castelli e l'affittopoli romana “VIALE DEI QUATTRO VENTI”

L'ex ministro paga 750 euro per 94 metri quadri per una casa Enasarco, in affitto, vicino a Villa Pamphili. Il quotidiano "Libero" riprende la lista, pubblicata già nel 2008, degli illustri beneficiari degli affitti "agevolati" grazie a contratti stipulati con l'Enasarco

ei giorni dell'affittopoli di Milano, torna alla ribalta un'altra affittopoli, quella della Capitale. A ricordare la vicenda è "Libero", che riprende la lista, già pubblicata nel 2008, degli illustri

N

Roberto Castelli

beneficiari degli affitti "agevolati" grazie a contratti stipulati con l'Enasarco, 50

l'ente di previdenza integrativa dei rappresentanti di commercio, che secondo la Corte dei Conti sarebbe proprietario di 273 complessi immobiliari, per un totale di 481 fabbricati distribuiti in tutta Italia, con 45mila unità di cui 17mila con destinazione residenziale. Fra loro, ci sarebbe il ministro Elio Vito, l'alto dirigente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, Massimo Sessa, Pio Pompa, collaboratore del Sismi sotto inchiesta, l'ex ministro della Salute Girolamo Sirchia mentre Luciano Gaucci paga 700 euro al mese per una casa in zona Fiera di Roma Sempre secondo il Fatto quotidiano, ha una casa Enasarco anche l'ex ministro leghista Roberto Castelli in viale dei Quattro Venti: 94 metri quadri per 750 euro. E' una strada elegante a ridosso di Villa Doria Pamphili. Lo stesso ministro, alla stampa, ha subito annunciato la disdetta dell'affitto anche se all'ente interessato non risulta ancora nulla. Magari sarà una questione di giorni certo che interpellato Carlo Felice Maggi, direttore

Enasarco, ad un quotidiano ha detto: "Il ministro Castelli ha lasciato la casa?

Così ho letto, ma noi non abbiamo ancora ricevuto niente". Ma poi ha precisato: "Non è una gran casa. Bassa, poca luce, lontana dalla strada". Un appunto finale: l'appartamento si trova al terzo piano, è ottimamente illuminato e con le finestre sull'importante arteria di Monteverde Vecchio, aldilà della quale c'è un grande spazio aperto.



ECONOMIA&BUSINESS

I lombardi pagano più di quello che ricevono Ma non è una novità FISCO&FEDERALISMO

La Lombardia con 4.834 euro a testa è la regione italiana con il più alto credito fiscale maturato nei confronti dello Stato Semplificando: paghiamo troppo e riceviamo poco. Il dato emerge da "Il Revisore", la rivista dell'assessore al Bilancio Romano Colozzi

Regioni: chi è a credito e chi a debito

Residui fiscali positivi indicano che i cittadini versano alla Stato più di quanto ricevono

3.494 1.412

1.082

1.803 474

Piemonte Lombardia

-524

Veneto

Emilia Romagna

Liguria

Toscana

64 -771

Marche

-1.321 -1.124 -2.059

Umbria Lazio

Abruzzo

Residui fiscali negativi indicano che i cittadini versano alla Stato meno di quanto ricevono

di 3.494 euro il credito fiscale maturato nel 2008 (ultimi dati disponibili), da ogni cittadino lombardo, nel rapporto tra i tributi pagati allo Stato e le risorse ricevute da

E' 52

-1.927

-3.451 Campania

-2.939

-3.057

Puglia Basilicata

Calabria

Molise

esso in termini di servizi e prestazioni. In soldi, lombardi e bergamaschi avrebbero pagato 8.328 euro pro capite e dallo Stato avrebbero ricevuto 4.833 euro. In soldoni la Lombardia è la regione italiana con il più

alto credito fiscale pro capite maturato nei confronti dello Stato. Semplificando ancora di più paghiamo troppo e riceviamo troppo poco. Il dato emerge da un'elaborazione a cura del sito "Il Revisore" (www.ilrevisore.it),


Tributi pagati e restituiti per regione 6.718

Piemonte

5.635 8.328

Lombardia

4.833 6.296

Liguria

6.820 6.367

Veneto

4.956 7.259

Emilia Romagna

5.456 6.167

Toscana

5.693 5.411

Umbria

6.182 5.401 5.337

Marche

7.471

Lazio

8.791 4.570

Abruzzo

5.695 3.838

Molise Campania

7.289 3.444 5.503 3.595

Puglia Basilicata Calabria

la rivista telematica dell'assessore al Bilancio della Regione, Romano Colozzi, coordinatore della Commissione affari finanziari della Conferenza delle Regioni, sui dati del ministero dell'Economia e delle Finanze (Ragioneria Generale dello Stato e Dipartimento delle Politiche Fiscali) e Istat. Sempre secondo lo studio, la Lombardia ha una capacità fiscale del 136% rispetto alla media delle RSO. Significa che rispetto agli altri italiani, i lombardi sosterrebbe uno sforzo fiscale (inteso come incremento delle aliquote rispetto al livello medio nazionale) maggiore del 36%. Dopo i lombardi, figurano i cittadini dell'Emilia Romagna (1.803 euro pro capite con 7.259 euro versati allo Stato e 5.456 restituiti), del Veneto (1.412 euro pro capite con 6.367 euro versati allo Stato e 4.956 restituiti) e del Piemonte (1.082 euro pro capite con 6.718 euro versati allo Stato e 5.634 restituiti). Più di quello che versano allo Stato ricevono i cittadini del Molise (3.451 euro pro capite di debito fiscale), Calabria (3.057. euro), Basilicata (2.939

5.522 3.360 6.298

Imposte pagate

3.161 6.218

euro), Campania (2.059 euro) e Puglia (1.927 euro). "I dati emersi - ha spiegato lo stesso Romano Colozzi - certificano l'esistenza di una ingiustizia fiscale che deve essere affrontata, pur con tutte le forme di pere-

Romano Colozzi

quazione e solidarietà, attraverso l'attuazione intelligente del federalismo fiscale, che non penalizza i cittadini a livello di servizi essenziali ma responsabilizza gli amministratori sul versante delle spese e dell'assegnazione delle risorse". Del resto a parlare

Imposte restituite

sono i numeri e il rapporto che, di anno in anno, è andato peggiorando. Nel 2003 la Lombardia allo Stato versava, rispetto alla media nazionale, il 34.3% in più di tasse ricevendo il 15.5% in meno rispetto agli altri. Cinque anni dopo la situazione è peggiorata: nel 2008, il cittadino lombardo si vede restituire l'83.2% di risorse nonostante abbia versato il 36% in più, rispetto alla media, di tasse e tributi. Per capire che qualcosa che non va c'è basta fare un confronto: un cittadino calabrese, sempre nel 2008, ha versato il 48,4% in meno rispetto alla media nazionale ricevendo il 107%. "La vera sfida del federalismo - ha sottolineato l'assessore al Bilancio della Regione - è quella di saper coniugare giustizia fiscale e solidarietà. Questo binomio deve essere il filo conduttore dei prossimi decreti di attuazione della riforma". Il federalismo fiscale si basa su un assunto logico, stringente, più volte ricordato: una regione, anzi, ogni regione può impiegare risorse solo in misura proporzionale alle imposte riscosse nel suo territorio. 53


ECONOMIA&BUSINESS

Conti correnti: fino a tre euro per prelevare (il proprio) denaro "LA GABELLA"

Dopo le segnalazioni dei consumatori sulle commissioni applicate dalle principali banche per il prelievo di contante direttamente in banca, il Garante dei prezzi ha deciso di aprire un'inchiesta sui costi bancari opo tutti anche il Garante dei Prezzi, tale Roberto Sambuco ha voluto esprimere le sue perplessità, in merito all'introduzione della cosiddetta tassa sul contante, per ogni prelievo effettuato allo sportello, che le banche hanno imposto ai clienti o stanno per imporre dalle prossime settimane. Un esempio: Ubi, gruppo di cui fa parte la Popolare di Bergamo, fino allo scorso gennaio non applicava alcuna tassa sul prelievo in agenzia, poi la folgorazione sulla via di Damasco e la conversione al balzello: un euro per tutti i prelievi fino a 500 euro. Ma è in buona compagnia: Banca Mps, Bnl, Bpm, Cariparma, Unicredit. Mr. Prezzi giudica anomala l'introduzione di una tassa per prelevare i propri soldi agli sportelli delle banche, tanto più che i costi bancari in Italia sono già alti e per tutti i servizi. Il Garante ha fatto sapere che avvierà un'indagine conoscitiva, e che a suo avviso 3 euro è una commissione eccessiva per il ritiro dei risparmi dei clienti. La tassa va incontro all'esigenza, evidenziata al governatore della Banca d'Italia, di razionalizzare il settore. "L'indicazione di Draghi è chia-

D

54

ra, razionalizzare - ha detto Stefano Caselli, docente di Economia degli intermediari finanziari in Bocconi -. E un modo è diminuire l'uso del contante, rendendolo più caro. Certo, per le banche la struttura dei costi è oggi particolarmente pesante. Chiaro che cerchino strade per aumentare i ricavi". Nelle banche analizzate, i costi per un prelievo di denaro allo sportello variano fra uno e tre euro. Significativi, se raffrontati al rendimento medio dei loro

conti correnti: lo 0.03%. Come dire che ci vogliono più di 10 mila euro depositati sul conto per un anno intero, per compensare il costo di un prelievo di 3 euro allo sportello. Per ovviare alla tassa sul contante l'unica risoluzione è prelevarlo al bancomat, cosa che colpisce in particolar modo gli anziani, non avvezzi all'uso dello sportello automatico, ma rischia di allontanare anche altri clienti, poco disposti a pagare per disporre di ciò che è loro.

Quanto costa prelevare contanti allo sportello? Banca Ubi Banca

Conto Corrente

Costo prelievo contante allo sportello

Zero Zero Ubi

fino a 500 euro: 1 euro

BPM

Conto Unduetre

fino a 500 euro: 1.5 euro dopo zero

Cariparma Agricole

Conto Famiglia

fino a 500 euro: 1 euro

Senza Spese

fino a 500 euro: 2.5 euro

Credem Intesa San Paolo

Conto Benefit fino a 500 euro: 1 euro (esente su Zerotondo)

BNL BNP Paribas

Conto Benefit

fino a 2000 euro: 3 euro



ECONOMIA&BUSINESS

Vincenza Gizzo: rapidità ed economicità i punti di forza della conciliazione CONCILIAZIONE&CONTROVERSIE

A partire dal 20 marzo per la maggior parte delle cause civili non si può più ricorrere al giudice senza aver prima tentato la via della mediazione. Tra gli Organismi di Mediazione ai quali rivolgersi per risolvere le controversie c'è l'Ente camerale già iscritto nell’apposito Registro tenuto dal Ministero della Giustizia

ARTICOLO DI LIVIO CASANOVA PHOTO: GIORGIO CHIESA

ino al 19 marzo scorso l'unica strada impervia - da seguire per dirimere le controversie commerciali era quella di ricorrere ad una causa da portare in Tribunale. Come corollario: grossa perdita di tempo e costi molto elevati. Dal 20 marzo scorso qualcosa è cambiato perché ogni soggetto (consumatore o impresa) che intende avviare una causa civile in materia di diritti reali, divisione, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di aziende, risarcimento del danno derivante da responsabilità medica e da diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di pubblicità, contratti assicurativi, bancari e finanziari deve - prima tentare una mediazione, senza l'assistenza obbligatoria dell'avvocato, presentando la relativa domanda agli organismi accreditati e rico-

F

56

nosciuti dal Ministero di Giustizia. Ma cosa si intende quando si parla di mediazione? "La mediazione è una procedura di risoluzione alternativa delle controversie - ci spiega Vincenza Gizzo, responsabile dell'Organismo di Mediazione dell'ente camerale -, volontaria, riservata e non vincolante, nella quale un terzo neutrale aiuta le parti a raggiungere un accordo". Significa che si devono risolvere le controversie commerciali o economiche passando prima per la Camera di Commercio senza dover , per forza, finire in Tribunale? "E' proprio così. Si può ricorrere alla mediazione camerale per sciogliere contrasti tra imprese e tra imprese e consumatori. Le parti in conflitto possono ricorrere volontariamente alla media-

zione prima di iniziare una causa che verta in materie diverse rispetto a quelle sopra citate, per le quali invece il tentativo di conciliazione è obbligatorio. Per facilitare questa eventualità sempre più spesso viene inserita, all'interno del contratto una clausola che prevede, in caso di controversia, il ricorso alla mediazione. Può però anche accadere che, a processo già iniziato, le parti decidano di tentare la strada conciliativa, ponendo così fine (in caso di esito positivo) alla controversia dinanzi al giudice ordinario. C'è poi la mediazione sollecitata dal giudice, che si affianca senza sostituirla alla mediazione giudiziale. Quando il processo è stato avviato il giudice può invitare le parti a ricorrere agli organismi di mediazione. Se le parti aderiscono all'invito del giudice, il processo verrà rinviato per il tempo strettamente necessario".


57


Come può essere attivata? "La mediazione può svolgersi solamente presso un organismo di mediazione scelto dalle parti, il cui regolamento deve garantire la riservatezza del procedimento nonché modalità di nomina del mediatore che ne assicurano l'imparzialità e l'idoneità al corretto e sollecito espletamento dell'incarico. Il procedimento si avvia attraverso il deposito, presso la Segreteria di una domanda completa, utilizzando gli appositi moduli cartacei o disponibili on-line sul sito internet dell'Organismo di mediazione, indicando sinteticamente l'oggetto della controversia, le ragioni della pretesa e il valore della controversia. Il Responsabile dell'organismo designa un mediatore e fissa la data del primo incontro tra le parti entro 15 giorni dal deposito della domanda, salvo diverso accordo tra le parti o motivate esigenze organizzative. La Segreteria provvede a tutte le comunicazioni". Come si svolge? La sede dell'incontro è presso la sede dell'Organismo. Le parti partecipano all'incontro personalmente. In casi particolari possono farsi sostituire da un proprio rappresentante informato dei fatti e munito dei necessari poteri, nonché farsi assistere da un difensore tecnico o da un consulente di fiducia. Il mediatore conduce l'incontro senza formalità di procedura, sentendo le parti sia congiuntamente che separatamente e d'intesa con le parti, può fissare eventuali incontri successivi al primo. Il mediatore, le parti e chiunque opera nell'organismo ha l'obbligo di riservatezza rispetto alle dichiarazioni rese e alle informazioni acquisite durante il procedimento. Il mediatore è tenuto al segreto professionale su di esse e quando svolge sessioni separate con le singole parti, non può rivelare alcuna informazione, acquisita durante tali sessioni, all'altra parte, salvo consenso della parte dichiarante. La finalità della previsione è finalizzata a consentire alle parti di svelare ogni dato utile al compromesso, senza timore che poi possa essere oggetto di un uso contro la parte medesima. La consapevolezza che la mediazione è un procedimento riservato può certamente costituire un motivo che incoraggia a tentare un componimento. Su richiesta del mediatore il Responsabile dell'Organismo indivi58

Dieci anni di conciliazione a Bergamo Andamento generale e per tipologie

Procedure presentate Procedure in corso

2000

2008

2009

2010

71 83 66 18

Giorni durata media procedura Controversie Tra imprese Valore medio* Tra imprese e consumatori Valore medio* Tra privati Valore medio*

15

nd

nd

45,64

38,34

5 nd 13 nd 0 nd

32 nd 34 nd 0 nd

37 19.531,93 44 2.805,86 3 3.014.516,33

27 159.603,09 32 8.681,42 12 59.710,59

Fonte: Camera di Commercio *Dati in euro

dua un consulente tecnico seguendo le indicazioni fornite dallo stesso mediatore, sempre che tutte le parti siano d'accordo e si impegnino a sostenerne gli eventuali oneri in eguale misura, salvo diverso accordo". Come si conclude la procedura? "Il mediatore cerca un accordo amichevole di definizione della controversia. Se la conciliazione riesce, il mediatore redige processo verbale, sottoscritto dalle parti e dallo stesso mediatore. Se l'accordo non è raggiunto, il mediatore può formulare una proposta di conciliazione. In qualunque momento del procedimento, su concorde richiesta delle parti, il mediatore formula una proposta di conciliazione. E' privo, in ogni caso, del potere di rendere giudizi o decisioni vincolanti. Il verbale di accordo, a seguito dell'omologazione del Tribunale, costituisce titolo esecutivo per l'espropriazione forzata, per l'esecuzione in forma specifica e per l'iscrizione di ipoteca giudiziale. La consapevolezza del valore di tale verbale stimola fortemente a tentare di comporre la controversia".

A che punto è l'iter per l'accreditamento dell'ente camerale bergamasco come organo di conciliazione? "Il Servizio di conciliazione della Camera di Commercio di Bergamo è un Organismo di mediazione già accreditato dal Ministero di Giustizia iscritto nel Registro ivi tenuto, ai sensi del DM 222/2004 (conciliazione societaria) dal 21 settembre 2009. La Camera ha iniziato da subito a lavorare sull'efficienza e sull'adeguamento del servizio alle nuove norme, poiché crede fermamente che la riforma sulla mediazione civile e commerciale rappresenta un'occasione importante per ridurre il contenzioso. In questa fase transitoria sono stati presentati al Ministero della Giustizia i documenti integrativi necessari per ottenere l'iscrizione come Organismo di Mediazione ai sensi del DM 180/2010. L'Organismo camerale si è organizzato per far fronte al volume di attività che si determinerà in seguito all'entrata in vigore dell'obbligatorietà, senza diminuire o compromettere gli standard qualitativi raggiunti e perseguiti in questi anni. E' già stato adottato un regolamento e


relativo tariffario unitario per la gestione delle procedure, messo a punto da Unioncamere Italiana, in contraddittorio con il Ministero della Giustizia, che si aspetta dalle Camere un approccio generalista, per garantire il servizio su tutte le materie previste per la mediazione obbligatoria e su tutto il territorio nazionale, nonché il mantenimento della logica di servizio pubblico". In tema di mediazione obbligatoria, per imprese e consumatori quale scenario è lecito attendersi? "A regime, lo scenario prevede la presenza congiunta di organismi di mediazione pubblici: CCIAA e i vari ordini professionali interessati e di organismi di mediazione privati. Sono migliaia nella nostra provincia le cause interessate dalla mediazione obbligatoria, ma l'organismo camerale non può essere il solo a fornire risposta alla domanda di giustizia, crediamo dunque, che anche i professionisti debbano fare la loro parte nella gestione delle conciliazioni e nella organizzazione dei servizi". Sono state sottoscritte intese tra l'ente camerale e gli altri organismi? "Per questo si è pensato di realizzare sinergie sul territorio con gli Avvocati, con i quali in passato abbiamo già sottoscritto un accordo sulla promozione e diffusione della giustizia alternativa, con l'Ordine dei Commercialisti e degli Esperti Contabili, con il quale a livello nazionale l'Unioncamere sta per sottoscrivere una intesa diretta a garantire la presenza dei servizi di mediazione su tutte le materie, anche ripartendo le competenze e specializzando gli organismi, con i Notai, con i quali ci auguriamo di intensificare la collaborazione su questi temi, già sperimentata con il Registro delle Imprese. In particolare la Camera, ha attivato un gruppo di lavoro, coinvolgendo i Presidenti degli Ordini su citati con l'obiettivo di realizzare uno strumento qualificato e idoneo ad affrontare il nuovo procedimento di mediazione obbligatoria".

Di che strumento si tratta? "Scopo dell'iniziativa, che beneficia dell'appoggio del Tribunale di Bergamo, è mettere a punto un Organismo partecipato di mediazione, qualificato e indipendente, per la gestione dei procedimenti di "mediazione", utilizzando le diverse competenze. Le potenzialità di questa collaborazione, volta, nella attuale e migliorabile cornice dei provvedimenti normativi, ad agevolare la deflazione dei procedimenti giurisdizionali, appaiono rilevanti per la società civile ed anche per il sistema imprenditoriale di tutta la Provincia di Bergamo".

casi di obbligatorietà del tentativo di conciliazione deve essere percepita dalle parti, da chi le assiste e da chi le rappresenta, quale concreta opportunità di evitare l'azione in sede giudiziale e quale fecondo mezzo per la diffusione della cultura della mediazione".

Alcuni sostengono che la mediazione sia un'alternativa alla giustizia civile. Lei è dello stesso avviso?

Lei ha parlato di diffusione della cultura della mediazione. A chi spetta questo compito? "Appare inconfutabile lo sforzo del legislatore delegato nell'offrire tutti i mezzi necessari per rafforzare e rendere accessibile a tutti uno strumento rapido, economico ed efficace come la mediazione. Tocca ora agli operatori iniziare a fare un "buon uso" di questo strumento il cui utilizzo risulta ormai indispensabi-

"La finalità sottesa al provvedimento è chiara: la mediazione, deve consolidarsi, configurandosi non come alternativa, bensì complementare ed integrativa rispetto all'amministrazione della giustizia civile. L'istituzione di inediti

le. La Mediazione, così come concepita e strutturata, deve andare avanti, evolversi, attecchire nella mente di tutti e trovare la propria realizzazione massima nelle forme in cui è stata emanata". 59


ECONOMIA&BUSINESS

L'8 marzo: giornata della memoria e delle pari opportunità IL CONVEGNO

In occasione della Giornata Internazionale delle Donne, in Università, un convegno "per imparare a distinguere questa - come ha ricordato l'economista Giovanna Verteva - dalle cosiddette "feste" (festa della mamma, festa del papà, san valentino, ect.) che sono state inventate per consumismo" 60

ARTICOLO DI LIVIO CASANOVA

iù che festa della donna, l'8 marzo (anche quello appena trascorso) dovrebbe essere ricordato come la giornata delle impari opportunità. L'ennesima. Su questo tema si sono trovate d'accordo la giurista Anna Lorenzetti, la sociologa Alessandra Vincenti e l'economista Giovanna Vertova in un seminario sulla divisione sessuata del lavoro tenuto all'interno dell'insegnamento di Sociologia dei processi economici e del lavoro dell'Università di Bergamo. "La GID non è una "festa" ma una giornata di memoria - ha

P


ricordato Giovanna Vertova, delegata universitaria alle pari opportunità -. La memoria storica dovrebbe servirci per ricordare la strada fatta dalle donne ma, soprattutto, quella che c'è ancora da fare". Ripercorrendo brevemente la storia della giornata internazionale della donna legata a tutte quelle rivendicazioni per il lavoro, per il voto, per l'istruzione contro ogni discriminazione,

Waist Company era una tipica fabbrica "del sudore" nel cuore di Manhattan dove regnavano bassi salari, ore di lavoro lunghissime, condizioni di lavoro malsane e pericolose e "verso l'ora di chiusura - ha raccontato Vertova - scoppiò un incendio accidentale. Visto che era un periodo di agitazioni operaie, i proprietari avevano chiuso con il lucchetto le porte, per impedire che le operaie potessero uscire a scioperare". Nell'incendio morirono 146 donne (delle 500 dipendenti), quasi tutte immigrate italiane ed ebree, in parte bruciate e soffocate e in parte per essersi buttate dalle finestre nel tentativo di scappare. "Nonostante non ci sia alcun rapporto diretto tra questi fatti e l'8 marzo - ha proseguito l'economista , questo evento attirò l'attenzione sulle condizioni di lavoro delle donne negli USA. Purtroppo, negli ultimi decenni, si è persa questa memoria storica e le disuguaglianze persistono ancora". Nel mondo del lavoro "le donne subiscono: una segregazione verticale (glass ceiling): la difficoltà di raggiungere le posizioni apicali della carriera; una segregazione orizzontale: la concentrazione di donne in alcuni settori o professioni ritenute, socialmente e culturalmente, "femminili"; il gender pay

Giovanna Vertova: "Per le donne è impossibile conciliare lavoro pagato fuori casa e lavoro non pagato in casa" portate avanti dalle donne agli inizi del 1900 l'economista si sofferma su tragico fatto del "Triangle Fire". Il 25 marzo 1911 scoppiò un incendio nella fabbrica di abbigliamento Triangle Shirtwaist Company di New York. La Triangle

gap: differenze retributive anche a parità di lavoro e maggior flessibilità, cioè la maggior parte dei contratti atipici

riguarda le donne". A sottolineare la situazione uno spezzone del film "North country - storia di Josie", film fortemente voluto dall'attrice Charlize Theron che interpreta la parte

North country - storia di Josie" Il film (ispirato ad una vera storia di assurda intolleranza) fotografa la provincia americana, razzista e sessista, che punta l'indice su un gruppo di volenterose donne che chiedono solo di poter lavorare (in miniera)

della prima donna che fece causa negli Stati Uniti per molestie sessuali alla miniera dove lavorava, creando così un precedente per l'introduzione nell'ordinamento nordamericano delle class action, (le azioni di categoria) incentrate sui diritti sessuati. "I fatti sono del 1989, ma ciò che il film racconta è cronaca di oggi: il sessismo in un microcosmo lavorativo tutto maschile, i pregiudizi nei confronti di una giovane madre single, la diffidenza e la mancanza di solidarietà da parte dei colleghi, e soprattutto delle colleghe, la solitudine di chi per prima alza la voce nei confronti di abusi che non sono riconosciuti come tali". Attuali sono anche "le indagini sull'uso del tempo che evidenziano - ha ricordato la sociologa 61


Alessandra Vincenti - come nonostante oggi le donne italiane dedichino più tempo al lavoro, sono loro a svolgere la maggior parte di quello non

questione esclusivamente femminile. Tutte le politiche pubbliche ideate, non

Alessandra Vincenti: "Le aziende considerano le donne come una forza-lavoro di "seconda categoria" perché, prima o poi, resteranno a casa per la maternità" pagato". Da qui due ordini di problemi legati alla conciliazione: "Il primo è che la conciliazione viene considerata una 62

rivelando le relazioni di genere, lasciano sullo sfondo una profonda disugua-

glianza. Serve un cambiamento culturale. Il secondo è che il problema della conciliazione influenza la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, sia dal lato della domanda che da quello dell'offerta". Per quanto riguarda la domanda "le aziende - ha proseguito la sociologa - considerano le donne come una forza-lavoro di "seconda categoria", perchè sanno che prima o poi resteranno a casa per la maternità, chiederanno permessi per accudire i figli oppure decideranno di licenziarsi". Quindi "è meglio che questa forza-lavoro non diventi funzionale al processo di produzione ma faccia parte di quel mercato del lavoro secondario di contratti precari, basse qualifiche o di qualifiche facilmente reperibili altrove". Sul versante dell'offerta "la difficoltà di conciliare lavoro e famiglia spinge, spesso,


le donne a rinunciare al lavoro salariato. Il risultato è che le donne partecipano in modo più saltuario degli uomini al mercato del lavoro, potendo coltivare poche speranze di carriera e con un futuro previdenziale molto fosco". Dopo uno spezzone del film documentario "China Blue", girato clandestinamente in Cina, che racconta la storia di una ragazza sedicenne, costretta a lasciare la sua casa per emigrare a Shaxi e tro-

si è limitati ad una semplice operazione di copia e incolla senza nessuna parvenza di testo normativo, con riferimen-

per risolvere i diversi problemi a cui aveva dato luogo il precedente, ma

Anna Lorenzetti: "Il codice delle pari opportunità del 2006? Un semplice lavoro di copiaincolla che non ha niente a che fare con un testo normativo ben fatto" ti imprecisi e incompleti che hanno aumentato le distanze rispetto alla legislazione europea". E anche nel nuovo Codice delle pari opportunità sul lavoro e l'occupazione del 2010 "si è persa l'occasione non solo per giungere ad una migliore redazione del codice e

anche per risolvere alcune importanti questioni di parità che ancora non sono state affrontate adeguatamente dal legislatore". Ma per parlare di questo c'è sempre l'8 marzo. Del 2012.

"China blue" E' un film documentario sulla condizione di lavoro delle donne nelle fabbriche cinesi

vare lavoro in una fabbrica di jeans destinati al mercato occidentale dove le condizioni di vita e di lavoro sono ai limiti della sopravvivenza, Anna Lorenzetti ripercorre la nascita e la trasformazione del diritto antidiscriminatorio di matrice comunitaria, dalle origini della Comunità economica europea, fino alla conclusione del processo di ratifica del Trattato di Lisbona, ricostruendone l'evoluzione normativa e giurisprudenziale. Si è soffermata, in particolar modo, sul codice italiano delle pari opportunità del 2006 "il cui limite principale - ha concluso la stessa giurista - è stata l'incapacità di realizzare gli obiettivi che ci si era prefissi. Ci 63


ECONOMIA&BUSINESS

64


Lombardia: 17 e 18 marzo uffici regionali aperti o chiusi? "FESTA DEL TRICOLORE"

Per i 150 anni dell'Unità d'Italia, Regione Lombardia più divisa che unita: in un primo tempo il Consiglio, guidato dal leghista Boni, era aperto mentre gli uffici della Giunta, presieduta da Roberto Formigoni, erano chiusi. Poi l'accordo. Partendo da una comunicato interno del Pirellone abbiamo ricostruito la curiosa vicenda ARTICOLO DI LIVIO CASANOVA

i informo che nelle date di seguito indicate, comprese tra un fine settimana ed un giorno festivo infrasettimanale, gli uffici della Regione saranno chiusi, fatti salvi i consueti servizi essenziali. Trattandosi di giornate lavorative, le assenze dovranno essere giustificate attraverso l'utilizzo di ferie, festività soppresse o recupero ore straordinarie". Lo stralcio rientra nel corpo di una comunicazione interna della Regione Lombardia indirizzata, singolarmente, ad ogni dipendente. Per permettere la programmazione annuale delle ferie ai dipendenti pubblici vengono comunicati i giorni di chiusura degli uffici. Di seguito, sempre nella comunicazione, c'è il calendario con il dettaglio delle singole festività. E, incredibile a dirsi, la prima data riportata è venerdì 18 marzo. Poi, tra parentesi, per evitare possibili disguidi si cita il (famigerato) 17 marzo: festa nazionale per il 150°

"V

anniversario dell'Italia. La missiva, che come oggetto ha "Richiesta ferie on line e pianificazione ferie 2011", porta la data del primo marzo. Non solo, anche l'ora. Mezzogiorno e mezza. Se non si fosse ancora capito si tratta del "ponte" per l'anniversario dei 150 anni dell'Unità d'Italia: il 17 a

casa per celebrare la festa nazionale e il 18 a casa per la chiusura degli uffici."Fatti salvi i consueti servizi essenziali", logicamente. E la Regione precisa che la giornata di lavoro persa, quindi l'assenza, va coperta con ferie, festività soppresse o compensata con ore di straordinario.

65


Festa nazionale per il 150° anniversario dell'Italia: festeggiare, lavorare o festeggiare senza perdere nemmeno un'ora di lavoro? Curioso è il fatto che, nello stesso tempo, mentre i benpensanti di tutta Italia si arrovellavano e si dividevano sulla bontà o meno di proclamare una festa nazionale (il 17 marzo 2011) in occasione dei 150 anni, Regione

Lombardia per onorare la ricorrenza dell'Unità avesse deciso anzitempo di chiudere per due giorni i propri uffici. Mentre lungo lo Stivale imperversavano i distinguo sull'unità d'Italia, mentre si sollevava un vespaio di polemiche sulla necessità o meno di tenere aperti o far chiudere (sempre il 17 marzo), uffici e fabbriche, mentre ci si dibatteva tra l'obbligo di festeggiare, la necessità di lavorare o l'eventualità di festeggiare senza perdere nemmeno un'ora di lavoro, la Regione decideva di glorificare l'unità, con gli uffici chiusi sia il 17 che il 18. Due giorni da dedicare a raffinate analisi intellettuali, per ricordare che l'unità nazionale è un valore da elaborare con discettazioni storiche e con profondi sentimenti morali, che non si può ridurre, semplicemente, ad un giorno in più di vacanza. Tutt'altro che intellettuale era stata la presa di posizione di Confindustria che, già a febbraio, aveva legato il 17 marzo (giorno di vacanza in più) alla perdita di ore lavoro in un periodo difficile per l'economia e al calo della produttività. I lavoratori, dal canto loro, ritenevano patriotticamente doveroso ottenere un giorno di festa in 66

più (considerata la scarsità di ponti e festività in giorni feriali nel 2011). Ma il problema vero era il giorno successivo, il 18 marzo (che quest'anno cadeva di venerdì) e il rischio non troppo remoto che molti lavoratori cogliessero l'occasione per regalarsi un bel ponte. Nel momento in cui Marcegaglia bacchettava sull'assurdità di fermare, di fatto, la produzione per quattro giorni di fila è ipotizzabile che negli uffici della Regione Lombardia si fosse già scatenata l'inarrestabile corsa al ponte. Garantito dalla comunicazione interna. Regione Lombardia: uffici aperti o chiusi? Un distinguo va fatto perché Davide Boni, presidente del consiglio regionale lombardo, a fine febbraio cavalcando il fermento produttivo di Confindustria e nonostante la decisione del governo aveva detto di "non ritenere opportuno autorizzare alcun ponte per venerdì 18 marzo". E questo perché, "anche alla luce della delicata situazione economica, sarebbe disastroso - sosteneva Boni - paralizzare le istituzioni lombarde per due intere giornate". Disponendo l'apertura degli uffici dell'Assemblea anche il 17 marzo, di fatto, lo stesso Boni avevo rinfocolato la polemica. A onor del vero, per contratto, il venerdì in Regione Lombardia è di sole 4 ore lavorative e probabilmente la Giunta Regionale, presieduta da Roberto Formigoni (al contrario di Davide Boni) aveva decretato per il 18 marzo uffici chiusi, dal momento che il ponte per una giornata lavorativa di sole 4 ore sarebbe stato giustificato dal risparmio rispetto alle ingenti spese per elettricità, climatizzazione, personale front-office e guardie di custodia e pulizie. Riassumendo, quindi, consiglio Regionale aperto il 17 e il 18 e uffici della Regione Lombardia chiusi il 17 e il 18. Al di là di tutto, di scelte giuste o sbagliate che siano, di prese di posizione di ciascuno dei due Presidenti, era lecito attendersi da subito un'uniformità di comportamenti: entrambi aperti o chiusi entrambi. Formigoni e Boni: uffici chiusi il 17 e aperti il 18. Poi i rispettivi dietrofront: prima di Formigoni e poi di Boni. L'8 marzo il governatore della Lombardia, Formigoni, in una nota comunica che il 17 marzo gli uffici regionali resteranno

chiusi mentre il 18 si lavorerà regolarmente. E poi aggiunge che giovedì 17 marzo è festa nazionale e giorno festivo per disposizioni di legge e in conseguenza di ciò gli uffici di Regione Lombardia saranno chiusi come tutti gli uffici pubblici mentre, a ribadire il concetto, venerdì 18 marzo, invece, è giornata lavorativa a tutti gli effetti. Il 9 marzo è la volta di Davide Boni. Il presidente leghista precisa che gli uffici del Consiglio regionale della Lombardia resteranno chiusi in occasione del 17 marzo e non ci sarà alcun ponte per venerdì 18. Quindi, il vecchio Pirellone, la sede storica di via Filzi 29 e gli uffici regionali dislocati su tutta la Lombardia regolarmente aperti e funzionanti. Festa della regione: 29 maggio 2012. Ponte fino al 2 giugno? Nel dibattito regionale sull'unità d'Italia, ciliegina sulla torta è stata la vicenda della "Festa della Regione": una festività nuova di zecca con tanto di bandiera ad hoc per la Lombardia, costruita attorno alla Croce di San Giorgio. La richiesta è venuta dal capogruppo leghista Stefano Galli che ha proposto, come data per la ricorrenza, il 29 maggio. Giorno in cui si celebra la famosa battaglia di Legnano, scontro

Roberto Formigoni

cruciale per l'affermazione del Sacro Romano Impero. Da festeggiare non subito, ma a partire dal 2012. E così da quel giorno, ogni anno (e non solo una volta in 150 anni come per la Festa dell'Unità d'Italia), in Lombardia si dovrebbero chiudere imprese e scuole, uffici e negozi, per dare lustro alle celebrazioni dell'identità lombarda. Poi, magari, vista la vicinanza tra il 29 maggio e il 2 giugno, si potrebbe pensare ad una bella settimana di "ponte".



ECONOMIA&BUSINESS

Il quesito

Il lettore

UNITÀ D’ITALIA: 17 MARZO PAGATO COME FESTIVO Il 17 marzo di quest’anno - giorno dedicato al 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia - sarà festa nazionale a tutti gli effetti, comprese le regole sul lavoro festivo. Lo ha chiarito il consiglio dei ministri ieri. L’inclusione della giornata del 17 marzo, un giovedì, tra i festivi ne prevede quindi l’estensione delle regole in materia di orario festivo, il trattamento economico da corrispondere ai lavoratori dipenedenti e le sanzioni amministrative pecuniarie in caso di inosservanza, oltre alla disciplina che regola l’imbandieramento degli edifici.

Beh, probabilmente la festività del 17 Marzo non avrà una ripercussione tanto grave sulle tasche delle aziende, dal momento che è stato stabilito che quest’anno non verrà retribuita la festività soppressa del 4 novembre proprio per non gravare sui costi delle aziende… inoltre non mi porrei nemmeno il problema del ponte lungo, dal momento che il caso ha voluto che quest’anno il primo maggio e Natale cadessero di domenica e che la festività di pasquetta coinciderà con il 25 aprile. Quindi, probabilmente a conti fatti quest’anno anche se il 17 Marzo sarà festivo… ci saranno meno ponti e si lavorerà di più! Altro paio di maniche invece è capire se questa festività sortirà l’effetto che si è prefissata di avere… far fermare gli italiani a pensare a quali sacrifici si sono sottoposti i veri “Fratelli d’Italia” per arrivare dove siamo ora… in fondo bisogna ringraziare loro per aver messo le basi dello stato che poi elaborerà definitivamente la sua costituzione con i suoi diritti e doveri (tra cui il tanto caro art.21 che fa si che ora io possa scrivere ciò che mi passa per la testa liberamente!) Sinceramente, e purtroppo, l’unica volta in cui riesco a percepire l’unità di Italia è durante i mondiali. Cavolo! Lì si che siamo uniti! Lì si che l’Inno di Mameli ci esce a squarciagola come un boato, un unico grandissimo e sentito coro… spesso nella stragrande maggioranza dei casi senza aver la minima idea del significato di quello che si sta cantando… Quindi non penso che noi italiani ci “meritiamo” questa festività, perché siamo ben lontani da quel senso di appartenenza che è così chiaro nell’inno nazionale (… raccolgaci un’unica bandiera, una speme: di Fonderci insieme…), ma tuttavia ben venga; paradossalmente il polverone sollevato da questa festività, ha sicuramente rispolverato un po’ le nostre menti sulla storia d’Italia… almeno un po’ ci siamo sicuramente fermati a riflettere… chi più chi meno! Detto ciò… Tanti Auguri Italia!!! Luca. C.

IL QUESITO Il 17 marzo, solo per quest'anno, è stata fissata per decreto una giornata festiva che ricorda i 150 anni dell'Unità d'Italia. La Marcegaglia però avverte: "Giusto il ricordo, ma non perdiamo preziose ore di lavoro in questo momento difficile per l'economia". Poi l'allarme: "E' giovedì, molti ne approfitterebbero per un ponte lungo". Siete d'accordo? Gli industriali dicono no alla festa del 17 marzo perché danneggia le imprese. Secondo voi hanno ragione?

68



ECONOMIA&BUSINESS

"Il futuro del giornalismo? Online, ma gli editori devono organizzarsi" L'INTERVISTA

Parola al volto noto del tg1 Attilio Romita, che in esclusiva per Bergamo Economia si confessa, affrontando temi delicati sulle professioni dell'informazione TESTO&PHOTO: GIORGIO CHIESA

interessante sapere le prospettive di un settore, quello dell'editoria, osservate e commentate da uno dei suoi esponenti più in vista. Giornalista e presentatore televisivo del telegiornale principale del Paese - il tg1 -, Attilio Romita si racconta concedendoci un'intervista in esclusiva. E gli argomenti che emergono da una conversazione dai toni amichevoli sono sicuramente interessanti: futuro della professione, giovani e prospettive. Da qualsiasi angolo lo si guardi l'avvenire è comunque nella rete telematica, vera e propria risorsa che - se ben sfruttata - potrà dare grandi soddisfazioni sia agli editori sia ai cittadini.

E'

I dati della vendita dei quotidiani in Italia non lascia scampi. Il cartaceo è sicuramente in crisi, eccetto qualche rara eccezione. Come vede il futuro del settore? "I giornali in forma cartacea sono sicuramente in crisi. La tv generalista anche. Il mondo dell'informazione sta cambiando e tutti devono tenerne conto. La pubblicità soffre trascinando con sé tutto il resto. Penso che al di là della crisi economica contingente, i giornali di carta possano compensare il calo delle vendite con il crescente numero di contatti sulla versione online. Gli editori devono organizzarsi per attrezzare il giornale "virtuale" con mezzi e uomini di pari valore ed in diretto collegamento con la redazione cosiddetta "principale". In pratica: un caporedattore centrale per la versione online seduto nella stanza accanto al caporedattore centrale della versione cartacea. E via dicendo". Pensa anche lei che la nuova piattaforma telematica abbia aperto nuovi orizzonti per la comunicazione giornalistica o crede che invece sia una cappa pericolosa proprio per le vendite di quotidiani? "Mai temere il "nuovo" che si affaccia. La piattaforma telematica è il "nuovo" che va 70


Attilio Romita

71


governato. Io mi preoccupo dell'informazione sul web quando è affidata a poteri occulti, senza mediazione giornalistica. Mi fanno molto pensare quei motori di ricerca che alla voce "biocarburanti" impaginano prima le tesi per cui il biodiesel aumenta la fame nel mondo. In questi casi capisci che i petrolieri hanno partita vinta sugli ambientalisti senza nemmeno cominciare la sfida". La sua carriera è stata un continuo crescendo. Da Telebari a Rai Uno, passando per la cooperativa giornalistica Olimpico. Da un punto di vista professionale, oggi è ancora possibile una scalata come la sua? "La mia carriera è stata, per fortuna, lenta e graduale. Nessuna accelerazione improvvi72

sa, nessun doppio salto. Ho fatto un gradino alla volta. Sono stato fortunato e devo tutto

"Gli editori devono attrezzare il giornale online con mezzi e uomini di pari valore ed in diretto collegamento con la redazione cosiddetta principale" alle donne. Ma non voglio essere frainteso e mi spiego meglio: sono stato inserito nella redazione della sede Rai di Bari perché una collega prese maternità. Ho ottenuto la con-

duzione dell'edizione delle 13 al tg2 grazie ad Adele Ammendola, anche in questo caso per impegni familiari. Ho ottenuto la conduzione delle 20 al tg1 in quanto Lilly Gruber fu eletta al Parlamento Europeo". Cosa si sente di consigliare ad un giovane giornalista che si accinge ad intraprendere la professione animato dalla passione per questo lavoro? "Prima di tutto iscriversi alla facoltà di Scienze dell'Informazione. Poi ottenere un praticantato nelle scuole di giornalismo riconosciute dall'Ordine dei Giornalisti, perché se non si diventa professionisti non si entra nel mondo del giornalismo. Nel frattempo, imparare bene l'inglese e, se possibile, un'altra lingua. Infine, frequentare,


anche accettando compensi modesti, redazioni dove poter rubare i segreti del mestiere a maestri degni di questo titolo. E, se si

"Il presente della Rai è quello della più grande azienda culturale italiana Il futuro sarà quello della più grande azienda culturale italiana" dovessero avere buoni rapporti con un politico di peso, non trascurarli".

re il collegamento con l'inviato che si trovava in una località dalla quale era sparito un bambino, quasi certamente rapito. Ero sicuro che stavamo per dare la notizia della sua liberazione. Invece, l'inviato ci disse che era stato trovato il suo corpicino. Era morto". Ci vuole svelare qualche aneddoto di ciò che succede nei minuti prima della diretta? "Prima della diretta succedono sempre le stesse cose. Ci sono alcuni riti privati ed anche un po' scaramantici, ma preferisco tenerli per me".

Qual è la notizia che le ha dato più soddisfazione annunciare? "Ero stato inviato a New York dal tg2 per seguire gli sviluppi della guerra in Iraq. In America erano le 7 del mattino, in Italia stava partendo l'edizione delle 13. Annunciare l'arrivo delle truppe della coalizione a Kabul fu un atto di grande liberazione. L'immagine della statua di Saddam che veniva abbattuta (e tutto il resto) è stata una soddisfazione".

Come reputa il giornalismo televisivo di oggi? "C'è grande professionalità tra i giovani che escono dalle scuole di giornalismo, tutti molto preparati. Il fenomeno dei canali "all news", poi, è davvero rivoluzionario. I futurologi pensano che sia destinato a chiudere la tv generalista e dunque i tg tradizionali. Io, invece, penso che abbia ancora un avvenire la cosiddetta "messa cantata" dell'informazione, che da sempre mette a sedere mezzo Paese alle 8 della sera. E vedo che i numeri ci danno ancora ragione".

La più "brutta" o triste? "La appresi in diretta. Stavo conducendo il tg1 delle 20. Dalla regia mi dissero di lancia-

Qual è il futuro della Rai? "Il presente è quello della più grande azienda culturale italiana. Il futuro sarà quello

della più grande azienda culturale italiana". Cosa ne pensa del digitale terrestre? E' una rivoluzione o solo un "rimescolamento" delle carte in tavola per non sconvolgere gli assetti preesistenti? "Con il digitale terrestre si sono aperti gli orizzonti televisivi. La scelta si è moltiplicata. Quando nel mondo della comunicazione cresce il numero delle voci in campo non si possono che fare gli applausi". Qual è il ruolo del giornalista nella società moderna e come si dovrebbe comportare l'Ordine dei Giornalisti di fronte ai cambiamenti di una professione in continua evoluzione? "A mio avviso c'è da porre un freno ad una deriva pericolosa. Oggi i giornalisti sembrano essere tutti schierati. Anche quando non lo sono, gli editori per i quali lavorano li fanno apparire addirittura faziosi. Non va bene. Come invertire questa tendenza in un momento politico così delicato? Non e' facile. La tentazione di stare "di qua" o "di là" sembra irresistibile. Ma bisogna farsi coraggio, ad ogni costo. Quanto all'Ordine dei Giornalisti, io lo sdoppierei. Vedrei bene un Ordine per i Giornalisti televisivi ed un altro per gli altri. Un po' come il governo sta facendo per il CSM dei giudici e dei pubblici ministeri".

73


ECONOMIA&BUSINESS

L'acqua bergamasca costa cara LA RICERCA

Spesi 205 euro per famiglia ma nel resto d'Italia va peggio In Lombardia le bollette sono più alte solo a Brescia, Mantova e Cremona, a Milano si paga la metà

acqua in provincia di Bergamo ha tariffe tra le più alte della Lombardia, decisamente più basse però rispetto alla media italiana. Sono i risultati di un'indagine condotta da Cittadinanzattiva, asso-

L'

fanno riferimento al 2009, quando a Bergamo una famiglia media di tre per-

euro), Mantova (216) e Cremona (213). I prezzi più bassi in Lombardia si regi-

sone ha speso 205 euro per l'intero servizio. Più care le bollette a Brescia (226

strano a Milano (106 euro per famiglia), Lecco (154) e Varese (160), mentre la

Dispersione: in provincia di Bergamo la rete idrica perde il 16% dell'acqua trasportata ciazione che ha monitorato consumi e prezzi del servizio idrico integrato. I dati 74


media regionale si attesta sui 178 euro per famiglia (+1.7% rispetto al 2008). Il costo del servizio idrico integrato per le famiglie orobiche nel 2009 è aumentato del 2.5%; a Lecco si è raggiunto un picco di +14.9%,mentre Lodi, Milano, Pavia, Varese e Sondrio hanno mantenuto tariffe invariate. Analizzando le parti che compongono la tariffa del servizio si scopre che la voce acquedotto a Bergamo è la piÚ cara della Lombardia, con 97 euro contro i 68 della media regionale. Perfettamente in media invece i 71 euro per la depurazione e convenienti rispetto ai 30 euro della media lombarda i 24 euro richiesti per il servi75


sione di acqua lungo la rete distributiva: in provincia di Bergamo va perso il

Tutti gli sprechi (e i costi) dell'oro blu L'Italia è uno dei paesi europei leader nel consumo di acqua a uso potabile con 152 metri cubi "prelevati" pro capite nel 2008 e un consumo per abitante di 92.5 metri cubi. Negli ultimi dieci anni, prelievi e uso sono cresciuti dell'1.2%, soprattutto nelle regioni del Nord (Trentino, Alto Adige e Valle d'Aosta in testa), mentre il consumo cala al Sud con la Puglia che ha il valore più basso d'acqua erogata per abitante. Sono i dati forniti dall'Istat in occasione della Giornata mondiale dell'acqua istituita dall' Onu. Il problema principale in Italia, sostiene l'Istat, e scrive Repubblica.it, rimane lo spreco. Secondo il rapporto dell'Istat, nel 2008 il 47% dell'acqua potabile è andata persa per garantire una continuità di flusso nelle condutture o per reali perdite delle condutture stesse. Le maggiori dispersioni di rete, secondo l'Istat, sono in Puglia, Sardegna, Molise e Abruzzo dove, per ogni 100 litri d'acqua erogata, se ne immettono in

zio di fognatura (a Brescia sono 71 euro per famiglia); la quota fissa in bolletta a Bergamo pesa per 13 euro, contro i 3 di Milano e i 9 della media regionale. Le analisi di Cittadinanzattiva

La voce "acquedotto" a Bergamo è la più cara della Lombardia, con 97 euro contro i 68 della media regionale

rete circa 80 litri in più. Quelle più basse si riscontrano invece in Lombardia e nelle province autonome di Trento e Bolzano. Dai dati Istat ha preso spunto Cittadinanzattiva per il suo dossier nel quale denuncia che, a fronte di continui aumenti sulla bolletta, diminuiscono il livelli di soddisfazione e la fiducia dei consumatori su quello che esce dai rubinetti di casa. Rispetto al 2008, denuncia l'associazione i rincari medi sono stati del 6.7%, ma con incrementi enormi a Viterbo (+53.4%, record nazionale), Treviso (+44.7%), Palermo (+34%) e in altre sette città dove gli incrementi hanno superato il 20% (Venezia +25.8%, Udine +25.8%, Asti +25.3%, Ragusa +20.9%, Carrara +20.7%, Massa +20,7% e Parma +20.2%). Gli aumenti hanno riguardato in totale 80 capoluoghi di provincia su 115. Inoltre, secondo dati Istat, da gennaio 2000 a dicembre 2010 l'aumento è stato del 64.4%.

mettono in relazione costi e qualità del servizio idrico integrato. In questo senso è indicativo il dato sulla disper-

19% (era il 16% nel 2007), peggio di Lodi (10%), meglio di Varese (31%). Una situazione decisamente rosea se confrontata con quella di altre regioni italiane: in Molise la dispersione è del 65% eppure la media delle tariffe è di 141 euro, in Basilicata si perde il 58% dell'acqua, qui però la media in bolletta è alta, 266 euro per famiglia. Chi paga di più sono i toscani, 369 euro per famiglia, che vedono anche andare perso il 33% dell'acqua lungo la rete.

Spesa media annua per regioni e dispersione di rete (anno 2009) Regione

Il costo del servizio idrico integrato per le famiglie orobiche nel 2009 è aumentato del 2.5% 76

Abruzzo Basilicata Calabria Campania Emilia Friuli Lazio Liguria Lombardia Marche Molise Piemonte Puglia Sardegna Sicilia Toscana Trentino Umbria V. d'Aosta Veneto Italia

Totale 2009

Totale 2008

Variazione

Dispersione di rete*

213 euro 266 euro 189 euro 214 euro 319 euro 185 euro 245 euro 248 euro 178 euro 312 euro 141 euro 256 euro 312 euro 252 euro 279 euro 369 euro 200 euro 339 euro 147 euro 231 euro 270 euro

208 euro 260 euro 189 euro 210 euro 304 euro 172 euro 219 euro 243 euro 175 euro 290 euro 141 euro 231 euro 311 euro 242 euro 260 euro 330 euro 196 euro 308 euro 147 euro 220 euro 253 euro

+2,4% +2,3% +0,0% +1,9% +4,9% +7,6% +11,9% +2,1% +1,7% +7,6% +0,0% +10,8% +0,3% +4,1% +7,3% +11,8% +2,0% +10,1% +0,0% +5,0% +6,7%

45% 58% 42% 36% 22% 35% 38% 22% 17% 21% 65% 24% 41% 44% 43% 33% 21% 41% 35% 30% 35%

Fonte: Cittadinanzattiva - Osservatorio prezzi e tariffe, 2010 - *Legambiente, Ecosistema Urbano 2010



ECONOMIA&BUSINESS

A Bonate Sotto la prima strada che produce energia "GREEN ECONOMY"

I primi mille metri interamente "sostenibili", chiamati "KmZero Road", saranno realizzati vicino al Parco Adda Nord. Vitali Spa, Italcementi e Dedalo le aziende bergamasche coinvolte in questo innovativo progetto in grado di produrre energia pulita e rinnovabile, sfruttando il sole, il vento e il continuo traffico dei veicoli ARTICOLO DI LIVIO CASANOVA

I

mmaginate di camminare su un chilometro di asfalto in grado di produrre energia pulita e rinnovabile, sfruttando il sole, il

vento e (udite, udite) il continuo traffico dei veicoli. Non è fantascienza perché i primi mille metri di strada interamente sostenibili

verranno realizzati a Bergamo, nel comune di Bonate Sotto. In un luogo simbolo della sostenibilità: il Parco Adda Nord. Oltre a collegare un luogo ad un altro e a permettere la viabilità di persone, mezzi e merci, le strade sono diventate una fonte di

Il progetto: è nato nel marzo 2010 da Giulio Ceppi, docente al Politecnico di Milano e fondatore dello studio Total Tool preoccupazione per la loro realizzazione, la gestione e l'impatto ambientale. Senza tener conto della produzione di 78


smog, dell'inquinamento acustico e della deturpazione del paesaggio. Basti pensare ai continui dibattiti sulla

L'idea ribalta il concetto di strada come fattore ambientalmente aggressivo, trasformandola in una sorgente energetica

per le strade. Presentato pi첫 di un anno fa alla Triennale di Milano e dopo aver superato un lunghissimo iter burocratico, dovuto al coinvolgimento di molte istituzioni, a breve dovrebbero iniziare i lavori per il primo "KmZero

getto innovativo che ribalta l'idea di strada come fattore ambientalmente aggressivo per trasformarla in una sorgente energetica che sfrutta tanto i fattori naturali presenti nel luogo (sole, vento, ecc.), quanto il passaggio degli stessi autovei-

Bonate Sotto

Bre.Be.Mi. o sulla Pedemontana. I primi metri di una vera e propria rivoluzione ambientale partono da Bergamo. KmZero Road: uno standard "verde"

Road" nato da un'intuizione dell'architetto e designer Giulio Ceppi. E' un pro-

coli. Vitali Spa, Italcementi e Delalo: le aziende bergamasche. L'iniziativa 79


riunisce 11 aziende del settore dell'edilizia e delle infrastrutture stradali. Oltre alla Vitali Spa che ne è project leader, Daku, che si occuperà delle pareti vegetali e i sistemi a verde; Dedalo

Per la realizzazione di un chilometro di strada sono necessari più sette milioni e mezzo di euro, ammortizzabili in sei anni che si occuperà della gestione energetica; Fracasso per le barriere di sicurezza e acustiche; Italcementi, asfalti e vernici foto catalitiche; Paver che si occuperà dei prefabbricati e dei manufatti stradali; Pcr per le strutture in materiali poltrusi; Systaic per i pannelli fotovoltaici; Tecnodelta per l'illuminazione a led; Wirtgen, fornirà i macchinari per posa di manti stradali; mentre per l'ingegneria ambientale è stata coinvolta la Tecnohabitat. Vitali Cristian: "E' un nuovo modello per le infrastrutture stradali". 80

"KmZero Road vuole essere un nuovo standard di riferimento nel settore della costruzione di infrastrutture stradali - spiega l'amministratore delegato di Vitali Spa, Cristian Vitali -, introducendo nuovi criteri prestazionali attenti alle qualità ambientali ed energetiche, oggi criteri di assoluta e primaria importanza nel settore delle grandi opere". Il progetto mira alla realizzazione di infrastrutture stradali innovative, che prevedono ad esempio l'abbattimento acustico e dell'inquinamento attraverso l'impiego di pigmenti fotocatalitici nelle strutture di tamponamento acustico e strutturali. Previsto anche l'utilizzo di pannelli fotovoltaici o moduli microeolici per la produzione di energia elettrica, e l'aumento della sicurezza con integrazioni nell'asfalto di moduli elettroriscaldanti con funzione antigelo. Un'esempio: con un kilometro di KmZero Road, in un anno, ricavi per 350 mila euro. Confrontata con una strada di pari tipologia (es. un'autostrada a due corsie per ogni senso di marcia) richiede un investimento costruttivo medio superiore almeno del 20%-30%, ma rispetto una scala

temporale minima di 20 anni ha ridotti costi di gestione e manutenzione e produce inoltre un reddito aggiuntivo dato dalla generazione di energie pulite e rinnovabili. La KmZero Road è in grado di produrre in un kilometro con 5mila mq di pannelli fotovoltaici installati ben 750 mila di Kwatt/H, con un ricavo annuo di 350mila euro ed un rientro in 8 anni. Oppure con 3mila mq di aerogeneratori si ottengono 3 milioni di kw/h prodotti, per un ricavo annuale di 750mila euro ed un rientro in 6 anni. Nel primo caso si risparmiano annualmente 372mila kg di CO2 emessa in atmosfera e nel secondo 552 TEP di energia fossile, oltre a quelli già risparmiati sull'inquinamento atmosferico degli autoveicoli impiegando i pigmenti fotocatalitici nelle strutture di tamponamento acustico e strutturali. Giulio Ceppi: "Si comporta come un'organismo". "KmZero Road - spiega l'architetto Giulio Ceppi - è un concept per un sistema-strada che si comporta come un organismo, con un proprio metabolismo interno, capace di dialogare ed interagire con il contesto ambientale esterno e di trarne vantaggi operativi, anche in termini di

sicurezza e di futura gestione economica: la strada da puro costo si trasforma in risorsa energetica, contribuendo alla sicurezza e all'integrazione attiva di diversi funzioni".



ECONOMIA&BUSINESS

Massimo Bandera

Domotecnica e il futuro sostenibile del condominio CASA&ENERGIA

Complice la nuova legge che entrerĂ in vigore dal 1 agosto 2012, il Gruppo Nazionale Domotecnica illustra il piano per riqualificare l'immobile senza dover affrontare ulteriori spese 82


PHOTO: LORIS SAMBINELLI

pochi giorni dal lancio della "Campagna di Mappatura degli sprechi energetici nei condomini" organizzata da Domotecnica - il Gruppo nazionale di operatori specializzati in efficienza energetica e impiego di energie rinnovabili -, si è tornato a parlare di risparmio energetico. L'occasione è stata il convegno di mercoledì 2 marzo scorso, dal titolo "Efficienza energetica in condominio. Obblighi

A

Marco Marengo

normativi, incentivi fiscali e soluzioni d'interventi auto liquidanti per migliorare consumi, comfort e valore degli immobili". L'incontro, messo a punto proprio da Domotecnica (che ha visto la presenza di circa un centinaio di amministratori condominiali bergamaschi), ha preso le mosse dalla nuova normativa della Regione che entrerà in vigore dal 1 agosto 2012. Il Consiglio regionale ha infatti approvato una legge, contenuta all'interno del Collegiato Ordinamentale, che prevede l'obbligo di termoregolazione degli ambienti e di contabilizzazione autonoma del calore nei condomini di tutto il territorio regionale, anche per gli impianti esistenti. In terra bergamasca la nuova normativa è stata

accolta positivamente, soprattutto perché non pesa sulle tasche dei singoli condomini, infatti è il risparmio energetico garantito dal nuovo impianto a coprire interamente i costi del nuovo intervento, che viene anche finanziato. A questo proposito è poi intervenuto Massimo Bandera - assessore all'Ambiente, Ecologia e Opere del Verde di Bergamo - che ha radiografato la situazione anche per quanto riguarda gli edifici storici di città e provincia. "Gli ambienti comunali devono essere ripensati da questo punto di vista. Molti di essi sono del tutto obsoleti e necessitano di una ristrutturazione che non avviene da prima degli anni '60. Con la nuova normativa si darà impulso per la sistemazione dell'esistente storico". Presenti - oltre ad Agostino Manzoni (presidente Anaci), Eddy Locati (segretario Adiconsum),

Linea Design) e Silvio Rezzonico (del centro locazioni e condomini dell'Università degli Studi di Firenze) - anche lo studioso Marco Marengo, docente all'Università degli Studi di Bergamo. Proprio quest'ultimo ha effettuato un'importante disamina sulla situazione bergamasca degli edifici. "Dal 1900 ad oggi le case hanno avuto un'evoluzione. Tuttavia, la vera svolta energetica è avvenuta solo con il XXI secolo, quando il problema energetico ha iniziato a porsi a livello locale, nazionale ma anche mondiale. Una volta, infatti, le caldaie venivano posizionate senza accuratezza, poteva capitare che si installasse un impianto capace di soddisfare il condominio che lo ospitava per il doppio delle reali necessità. Lo si faceva per non sbagliare e non scontentare le persone, ma il peso energetico di questa procedura è stato

La sala Ferruccio Galmozzi gremita

Marcello Antinucci (direttore Agenzia per l'Energia e lo Sviluppo Sostenibile di Modena), Giuliano Vacchi (studio di progettazione

molto alto e oggi, con il costo dei combustibili alle stelle, non più sostenibile. Da oggi sarà finalmente possibile invertire la rotta". 83


ECONOMIA&BUSINESS

84


Le Due Torri, il centro delle occasioni LAVORO

Orientamento, consulenza professionale e nuove opportunità di lavoro: si chiama Bergamo Lavora ed è in corso (dal 31 marzo al 3 aprile) al centro commerciale di Stezzano

ARTICOLO DI GIORGIO CHIESA

forse uno dei periodi più delicati per il mondo del lavoro. Anche Bergamo, nonostante la sua florida realtà imprenditoriale, soffre e continua inevitabilmente a risentire della congiuntura economica che solamente un anno fa aveva messo in ginocchio numerosi settori produttivi. L'iniziativa Bergamo Lavora, quindi, non può

È

non essere accolta che come una ventata d'aria fresca, o meglio ancora come pura energia che rinvigorisce gli arrugginiti ingranaggi dell'intero settore dell'occupazione. In corso proprio in questi giorni - dal 31 marzo al 3 aprile, al centro commerciale di Stezzano "Le Due Torri Shopping Center"- la kermesse si pone l'obbiettivo di dare modo, a tutti gli abitanti del ter-

ritorio e non solo, di usufruire gratuitamente di servizi d'orientamento e consulenza professionale, informarsi sulle opportunità di formazione e anche trovare nuove opportunità d'impiego. "L'idea- afferma il direttore del centro commerciale Roberto Speri - parte da lontano e nasce da un dato di fatto importante: il centro non è più solo un veicolo commerciale ma è 85


Il programma GIOVEDI' 31 MARZO Ore 16:00 - Oltre il "Titolo di Studio": La rivoluzione silenziosa della certificazione di competenze è stato curato da Isabella Labate, responsabile della Certificazione di Competenze Boston World

a cura di Massimo Cavalieri, HRT Group

Ore 17:00 - Flessibilità e ingresso nel mercato del lavoro la tavola rotonda è stata curata da Giovanni Magni, segretario generale area somministrazione atipica Cisl, Federico Parea, area sindacale Confindustria Bergamo, Paolo Boatti business developer operations Adecco per la zona di Bergamo e Brescia

Ore 17:00 - Le professioni del 2011, i trend di mercato a cura di Sonia Speziani, candidate manager di Adecco per la zona di Bergamo e Brescia

Ore 18:00 - Come scrivere un CV di successo è stato curato da Sonia Speziani, candidate manager di Adecco per la zona di Bergamo e Brescia Ore 19:00 - Opportunità del mettersi in proprio nel terziario è stato curato da Oscar Fusini, vicedirettore Ascom VENERDI' 1 APRILE Ore 16:00 - Personal branding: come presentarsi e proporsi alle aziende a cura di Francesca Ceresoli, responsabile selezione Adecco office Bergamo Ore 17:00 - Le novità del rinnovo del CCNL del Commercio e Servizi a cura di Enrico Betti, responsabile area lavoro Ascom Ore 18:00 - Nuove professioni, tra tradizione e innovazione: il barman freestyle a cura di Ascom - formazione in collaborazione con Accademia del Gusto Ore 19:00 - Adolescenti e lavoro Un progetto di accompagnamento al mondo del lavoro a cura di Isacco Gregis - responsabile progetto Tempo lavoro, a cura dell'Opera Diocesana Patronato San Vincenzo SABATO 2 APRILE Ore 15:00 - Formazione: opportunità in tempi di crisi

divenuto sempre più un luogo d'incontro e di confronto. In particolare, il centro commerciale "Le Due Torri", grazie alla proprietà Altarea e alla società di gestione Cogest Italia, ha cercato fin da subito di sviluppare un programma di brand building capace di renderci riconosci86

Ore 16:00 - Riqualificazione e/o specializzazione lavoratori/trici in mobilità a cura di Sonia Speziani, candidate manager di Adecco per la zona di Bergamo e Brescia

Ore 18:00 - Inventarsi un lavoro a cura di Antonella Galletta, psicologa del lavoro e autrice dei libri "Rimettersi in gioco" e "Ricomincio da me" Ore 19:00 - Fitness & Wellness: i percorsi formativi più efficaci per ottenere una qualifica professionale competitiva a cura di Emanuela Sdraulig, trainer comportamentale e consulente marketing e Simona Agresti, personal trainer DOMENICA 3 APRILE Ore 15:00 - Nuove professioni per le donne che assicurino conciliazione lavoro-famiglia: il Life Planner a cura di Lorenza Rossi, Sales Manager di Pramerica Ore 16:00 - Trasformare un sogno in lavoro: come si diventa redattore editoriale a cura di Luca T. Bilotta, direttore editoriale di Bergamo Economia Ore 17:00 - Store Manager: una professione di successo a cura di Massimo Cavalieri, HRT Group Ore 18:00 - Fitness & Wellness: come presentare un CV e affrontare un colloquio di lavoro a cura di Davide Verrazzani e Rebecca Soldi, consulenti e formatori specializzati nel settore del fitness Ore 19:00 - Internet nel B2B: valore aggiunto tecnologico per guardare oltre la crisi a cura di Mirko Genco, responsabile dell'area internet di S.IN.TEC

bili come un centro di servizi innovativi e all'avanguardia, vicino al territorio. Ed è per questo che, a seguito dei numerosissimi curriculum, anche non specifici per ruoli inerenti la grande distribuzione, arrivati proprio al nostro ufficio, e al successo dei corsi organizzati per gli opera-

Roberto Speri

tori del centro commerciale, la riflessione è stata inevitabile: diveniva necessario sviluppare un progetto che coinvolgesse in maniera duale l'intero settore del mondo del lavoro". Dalle parole ai fatti, in quanto proprio il partner principale dell'intera manifestazione è Adecco S.p.a., leader mondiale nella gestione delle risorse umane. Un'idea d'incontro che coinvolge anche la Confindustria Bergamo, l'Ascom, la Cassa rurale banca di credito coperativo di

Il direttore de "Le Due Torri" Roberto Speri: "E' uno spazio che coinvolge l'intero settore del lavoro, pensato in collaborazione con realtà importanti come Adecco S.p.a." Treviglio, il Patronato San Vincenzo e, naturalmente, il Comune di Stezzano: "Per noi è un onore che le realtà del territorio abbiano fin da subito aderito e collaborato alla creazione di questo evento unico in Italia nel suo genere per contenuti e opportunità concrete di lavoro. Sono due - continua Roberto Speri - i punti focali della kermesse. Da una parte l'incontro con le istituzioni e gli workshop, dall'altra la ricerca del personale. Le numerose realtà presenti faranno un vero e proprio screening; in tutto si creeranno - grazie a Bergamo Lavora opportunità di lavoro per circa 200 profili. Le occasioni di certo non mancheranno, da un


concorso di idee per sviluppare un progetto informatico (in collaborazione con SINTEC e Cassa rurale banca di credito coperativo di Treviglio), a un corso per shop assistant che

"Sono due i punti focali: l'incontro con le istituzioni e la ricerca del personale. Le realtà presenti faranno uno screening, in tutto si creeranno opportunità per circa 200 profili" potrà dare l'opportunità a disoccupati e inoccupati, attraverso un percorso di formazione, di essere assunti all'interno dei punti vendita del centro commerciale ad una serie di ricerche che Adecco veicolerà attraverso uno dei tanti

stand presenti nella piazza del Centro Commerciale". Un'altra novità molto particolare sarà la possibilità che ogni attività e ogni profilo particolare che si troverà tra i partecipanti potrà essere poi certificato dalla "Boston World" nell'ambito di un progetto di riconoscimento delle competenze. Si parlerà dunque un linguaggio familiare, senza tecnicismi, interamente incentrato sulla persona, non trascurando le caratteristiche di ognuno, ma anzi cercando di valorizzarle. "Il mondo del lavoro sta cambiando. Le aziende cercano sempre più competenze particolari sul mercato. Non importa che quest'ultime derivino da un percorso di studi formali e si siano formate per anni dietro al banco dell'università o siano scaturite dalle più svariate esperienze e passioni personali. Ognuno ha delle caratteristiche proprie che dovrebbe valorizzare indipendentemente dal corso di studi che ha effettuato o dal lavoro che sta svolgendo. Per questo è fondamentale la presenza di "Boston World", saranno loro a valutare le competenze affinché gli

Le aziende presenti ADECCO Consulenza, orientamento, offerte di lavoro

ASCOM Consulenza, orientamento, politiche lavoro

B YOURSELF E KALEIDOSCOPIO Servizi di consulenza, consegna CV, colloqui individuali per posizioni in ambito fitness & wellness

BOSTON WORLD HRS GROUP Promozione servizi Job Caffè e Coach Caffè

LE DUE TORRI Consegna CV per posizioni aperte nei negozi del Centro Commerciale

PRAMERICA Presentazione azienda, consegna CV, attività di selezione

S.IN.TEC Presentazione azienda, consegna CV, attività di selezione

individui possano mettere in risalto le rispettive professionalità". Interessante anche la presenza di Video Bergamo, che registrerà dei piccoli "curriculum video live". Ci saranno poi momenti di coaching e convegni di "rottura" che toglieranno la polvere sulle concezioni più comuni del mondo del lavoro. Insomma, sarà un'occasione per tutti, indistintamente dall'età, per accrescere le proprie conoscenze, le capacità e la rete di contatti. "Bergamo Lavora non sarà comunque un'iniziativa "spot", tutt'altro. Sul sito dedicato (www.bergamolavora.it) verranno costantemente aggiornate le proposte di lavoro che emergeranno dagli incontri. Inoltre, alcune attività saranno riproposte a cadenza periodica all'interno del centro commerciale in futuro, come il "coach cafè". Vogliamo mettere le basi per un dialogo proficuo col territorio e siamo sicuri che un'iniziativa come questa, pensata per dare spazio, oltre che alle aziende, anche alle persone , possa aiutarci a raggiungere il nostro obbiettivo". 87


ECONOMIA&BUSINESS

Il sondaggio NEGOZI: APERTURE DOMENICALI. SI O NO? Fare shopping, ma anche solo "gironzolare" di domenica od in altri giorni di festa, è un'abitudine sempre più diffusa, incentivata dalle numerose aperture domenicali e straordinarie programmate dai centri commerciali e dai negozi cittadini. Secondo la normativa regionale, la grande distribuzione può derogare all'obbligo di chiusura per 22 domeniche o festivi durante l'anno in accordo con amministrazione e parti sociali mentre i piccoli negozi invece possono rimanere aperti sempre la domenica. "Oriocenter", gravitando in una zona aeroportuale, può restare aperto sempre.

LA PROPOSTA "Fosse per me, i negozi in centro a Bergamo resterebbero aperti tutte le domeniche": è il pensiero di Enrica Foppa Perdetti, assessore comunale di Bergamo alle Attività produttive. La sua posizione è nota da tempo ai commercianti e il centro di città bassa avrebbe le carte in regola sul piano normativo per avere esercizi commerciali in funzione ogni domenica. Ergo: se via XX Settembre di domenica è un deserto dipende dalla volontà degli esercenti. Voi siete d'accordo sull'apertura domenicale dei negozi del centro tutte le domeniche del mese?

IL COMMENTO Fateci sapere la vostra opinione! Lasciateci un commento collegandovi sulla nostra pagina facebook o tramite e-mail! Vi aspettiamo! Scriveteci:

facebook.com/bergamoeconomia info@bergamoeconomia.it I commenti più significati verranno pubblicati sul prossimo numero in edicola di Bergamo Economia

88


Iperauto 4x4 Concessionaria per Bergamo e Provincia

BERGAMO - Via Borgo Palazzo 205 Tel. 035 2924211 - Fax 035 2924212 www.iperautobg.it




ECONOMIA&BUSINESS Da sinistra Giorgio Cattaneo e Cesare Valtellina

Valtellina S.p.a., un'energia rinnovabile che attraversa la storia IN COPERTINA

L'azienda bergamasca - leader nel settore degli impianti di telecomunicazione dal 1937 si afferma anche nel ramo delle fonti pulite, unendo l'esperienza alle moderne tecnologie della green economy 92


PHOTO: GIORGIO CHIESA E PAOLO DA RE

rogettazione, costruzione, attivazione, manutenzione e assistenza. Attorno a queste cinque parole ruota il mondo di Valtellina, azienda leader nel difficile ramo degli impianti di telecomunicazione che - seguendo l'evoluzione del mercato nel corso degli anni - è diventata leader in una molteplicità di mercati, tutti quelli in cui opera e in cui si è specializzata dal lontano 1937, anno della sua fondazione. Oggi, con professionalità e conoscenze poliedriche, è arrivato il turno delle energie rinnovabili, una

P

storia moderna ma da interpretare con gli stilemi e i valori del passato: anche per questo settore, quindi, l'investimento dell'azienda bergamasca ha garantito il cosiddetto stato dell'arte nelle realizzazioni. "Avevamo intuito già da diverso tempo - afferma Cesare Valtellina, amministratore e direttore commerciale marketing di Valtellina S.p.a. - le importanti prospettive di sviluppo delle tecnologie legate alle energie rinnovabili. Molto più che una semplice percezione dall'esterno, visto che la nostra azienda è stata fra le prime

in Italia ad essere coinvolta direttamente nelle commesse relative a infrastrutture per la realizzazione di impianti fotovoltaici ed eolici. La grande esperienza di Valtellina nel campo delle reti elettriche e di telecomunicazione ci ha dato le credenziali migliori per occuparci anche di esigenze infrastrutturali per quanto riguarda gli impianti di energia rinnovabile. In pochi anni Valtellina ha raggiunto un ruolo significativo nel campo delle tecnologie a supporto della green economy, ne è una testimonianza il fatto che una parte sempre più 93


significativa del nostro fatturato proviene oggi dall'area delle energie rinnovabili. Anche in questo settore, Valtellina ha puntato su ciò che sa fare meglio, un patrimonio di esperienza di oltre 70 anni nella progettazione, installazione e manutenzione di impianti. Un know-how che inizia dalle capacità di risolvere ogni tipo di necessità per ciò che riguarda gli la realizzazione delle infrastrutture di rete, passando poi alla stesura delle linee, i cablaggi strutturati e le centrali, con gli adeguati impianti di monitoraggio e controllo". Su quali basi e con quali prospettive Valtellina è entrata nel mercato delle energie rinnovabili? "Anche in questo campo abbiamo portato i valori che hanno sempre contraddistinto il nostro lavoro: professionalità, serietà, sicurezza, rigoroso rispetto dei tempi e degli accordi contrattuali. Su questi valori abbiamo costruito un'autorevolezza che ci ha portato a collaborare con le principali società che si occupano di impianti fotovoltaici ed eolici. Valtellina è inoltre in grado di

"Siamo in grado - ha detto Giorgio Cattaneo, direttore di produzione - di dare una corretta risposta ad ogni esigenza impiantistica"

fornire in autonomia servizi dedicati. E' un impegno che vede l'azienda orientarsi positivamente anche al Sud d'Italia, confermando le grandi opportunità legate allo sviluppo economico delle aree meridionali. L'apertura di una nostra sede a Napoli ha sancito questo orientamento. E la soddisfazione per il lavoro svolto in questi anni nel campo delle energie rinnovabili si traduce poi in scelte che vedono Valtellina impegnata in diversi altri ambiti tecnico-applicativi di eco/sostenibilità, come ad esempio l'installazione di pannelli fotovoltaici in ambito residenziale e per le PMI". Come si attua in concreto il servizio che Valtellina offre nel campo delle energie rinnovabili? "Valtellina - continua Giorgio Cattaneo, direttore di produzione - è in grado di dare una corretta risposta ad ogni esigenza impiantistica riguardante parchi fotovoltaici ed eolici: dai servizi di supporto a livello d'ingegneria e d'in94

stallazione, fino a tutte le componentistiche relative alle apparecchiature e ai sistemi collegati. Tratto distintivo è la professionalità degli addetti alle specifiche lavorazioni, che si affianca ad un'organizzazione attentamente pianificata nell'attività. Ma le competenze di Valtellina si rivelano strategiche già in fase di progettazione dell'intervento, partecipando attivamente ad ottimizzare la scelta dei materiali e la configurazione dei sistemi di rete e delle centrali che formano rete, primo passo verso un impianto di massima efficienza. Valtellina cura l'Installazione dell'impianto attraverso la preparazione di personale altamente qualificato e operante su tutto il territorio nazionale. Segue inoltre la direzione dei lavori ed effettua il collaudo per il termine degli stessi, verificando la corretta entrata in esercizio dell'opera tecnologica". Sempre nell'ambito dell'eco/sostenibilità e dell'ottimizzazione dei

consumi energetici, Valtellina S.p.a. è impegnata anche in altri settori oltre all'eolico e al fotovoltaico? "Lo scenario del nostro impegno - afferma Cesare Valtellina, - è piuttosto articolato. Rientra in questo scenario, ad esempio, l'attività di Valtellina per quanto riguarda lo sviluppo del cosiddetto sistema di illuminazione intelligente, dove i pali della luce stradali, oltre ad essere regolati e controllati più selettivamente per quanto riguarda le lampade, diventano infrastrutture multifunzionali includendo altri sistemi per la sicurezza sociale, come la videosorveglianza, il monitoraggio delle sostanze inquinanti presenti nell'atmosfera, il controllo del traffico, solo per fare alcuni esempi. Un altro settore al quale guardiamo con interesse è quello della cogenerazione. Tant'è vero che abbiamo deciso di essere noi stessi l'azienda pilota per verificare direttamente come la tecnologia moderna può


dare importanti risultati di efficienza energetica e salvaguardia eco/ambientale". Avreste qualche esempio concreto da mostrarci? "Lo scorso 27 novembre abbiamo inaugurato alla nostra sede di Gorle un innovativo impianto di trigenerazione, realizzato in collaborazione con la società specializzata SEI, anch'essa bergamasca. L'impianto ci permette di essere autosufficienti per quanto riguarda energia elettrica e climatizzazione della sede, reparti, magazzini e uffici, limitando l'impatto di CO2 immesso nell'atmosfera. Con la scelta di adottare l'impianto di trigenerazione, Valtellina si è mossa all'intero dei percorsi imprenditoriali più avanzati, quelli che contraddistinguono le aziende che guardano al futuro con responsabilità sia verso i propri dipendenti sia verso l'ambiente naturale in cui tutti viviamo". Come siete riusciti a "reggere" la crisi

Il cda e il direttore di produzione di Valtellina S.p.a.

che ha investito anche i settori più tradizionali del vostro "core business"? "L'azienda ha dimostrato di saper crescere anche nelle difficili fasi che in questi ultimi due

anni hanno caratterizzato l'economia, prima di tutto grazie alla compattezza e al senso di responsabilità di circa mille persone che formano il nostro personale. Ma l'entusiasmo e

la professionalità non bastano. Per mantenerci competitivi abbiamo dovuto necessariamente individuare, perseguire e gestire quelle opportunità che i mercati stessi ci hanno offerto. Ciò significa che oggi non possiamo pensare di "fare da soli", per quanto bravi possiamo essere nel nostro lavoro. L'asse portante sul quale costruire il futuro si chiama "sinergie", vale a dire portare la nostra esperienza in relazione a know-how con i quali possa essere valorizzata, per moltiplicare la nostra capacità di offerta e la nostra competitività. Questa politica collaborativa è strategica per affrontare le sfide imposte dalla globalizzazione, ma soprattutto per ampliare la nostra gamma di servizi, sempre mantenendoci coerenti al principio di qualità. Integrazione fra sistemi ICT, green ICT e sviluppo delle tecnologie di telecontrollo degli impianti per la produzione di energia rinnovabile rappresentano altrettanti esempi di ambiti di manovra dove possiamo puntare con ragionevoli ambizioni di successo. Lo possiamo fare privilegiando l'innovazione senza però mai rinunciare ai nostri valori originari.

"I valori che da sempre ci contraddistinguono - ha affermato Cesare Valtellina - sono: professionalità, serietà, sicurezza, rigoroso rispetto dei tempi e degli accordi contrattuali"

95


Il cda di Valtellina S.p.a.: Da sinistra Armando Roberto Valtellina, Cesare Valtellina (amministratori) e Gianpietro Valtellina (presidente)

L'azienda è stata fondata nel 1937. Nel vostro processo evolutivo, quali sono i principi che considerate sempre validi e ai quali vi ispirate? "Nel corso della sua storia - continua Giorgio Cattaneo - Valtellina ha vissuto una forte espansione e una profonda evoluzione, adattandosi ai cambiamenti di mercato senza mai perdere la propria identità. La società è tutt'ora guidata dalla famiglia Valtellina. Dà occupazione a più di mille persone, che si riconoscono nei principi di trasparenza, correttezza e dedizione al lavoro che stanno alla base del posizionamento di mercato dell'azienda, anche oggi che l'operatività si è molto sviluppata per entità e tipologie delle commesse. Il 96

nome Valtellina è, ora più che mai, una precisa garanzia anche oltre i settori in cui l'azienda ha avuto origine e ha maturato il suo sviluppo, grazie a quanto può offrire in settori diversificati, sempre mantenendo elevata qualità nei servizi. Questa affidabilità è ottenuta tramite risorse professionali e mezzi tecnologici adeguati, abituati ad operare anche nelle condizioni logistiche più complesse rispettando metodi e tempi di lavoro. Per quanto riguarda invece gli aspetti organizzativi e gestionali, Valtellina può conciliare dimensioni aziendali di tutto rispetto con la stabilità tipica delle "imprese di famiglia". Siete entrati nell'olimpo delle mille

aziende più importanti d'Italia. Cosa significa per voi? "Di questi tempi, mettere stabilmente il segno più sui propri fatturati, guadagnare posizioni rispetto ai concorrenti e mantenere pienamente il proprio organico sono tre risultati, fra loro collegati, di cui si può essere certamente orgogliosi. Se poi a tutto questo si aggiunge la notizia di essere entrati nel gruppo delle mille più importanti aziende d'Italia, la soddisfazione si carica di ulteriori significati. Nell'autorevole classifica redatta ogni anno da Mediobanca, Valtellina si colloca oggi al 944esimo posto. Considerando l'area territoriale di Bergamo, dove l'azienda è nata e dove ancora oggi ha la propria sede principale, le


società industriali e dei servizi che superano la fatidica "quota mille" sono solo 26. Ulteriore considerazione: siamo tenacemente un'azienda tutta italiana, "made in Italy" come si suole dire, con un management famigliare che ama il proprio lavoro. Questa tenace volontà di credere nel proprio lavoro si sposa con l'attività d'ingegneri e tecnici che in questa azienda trovano solide prospettive professionali, ma anche l'attrattiva di potersi dedicare a settori che nel futuro saranno ancora più basilari per la società e le persone: convergenza fra telecomunicazioni e informatica, eco/sostenibilità, reti evolute per migliorare la vita quotidiana di tutti e il benessere di ogni singola persona. La coscienza di questo ruolo, la consapevolezza di operare in settori strategici, è una molla potente per fare bene e fare sempre meglio". Fra i settori e le attività più innovative dove state orientando il vostro impegno, ci sono anche le tecnologie per strutture ospedaliere. Di che cosa tratta?

L'installazione di impianti fotovoltaici è parte integrante dell'impegno Valtellina nel settore delle energie rinnovabili

La sede Valtellina S.p.a. di Gorle

"Valtellina - conclude Cesare Valtellina - ha messo a punto nuove tecnologie per la gestione e il controllo dei segnali video, audio e dati rivolto alle aziende ospedaliere ed in particolare per sale operatorie e reparti di terapia intensiva. Tecnologie per la gestione informa-

tizzata delle cartelle cliniche, dei processi ambulatoriali e di ricovero tramite postazioni di accettazione e refertazione, che consentono inoltre la tracciabilità di tutte le procedure compiute all'interno di un unità operativa. Il percorso inizia dalla prenotazione di una visita ambulatoriale, sino al ricovero con conseguente intervento chirurgico e relazione di dimissione. Inoltre, l'innovazione si rivolge anche alla fasi di esami attuati tramite sistemi elettronici, aprendo nuove importanti prospettive in campo oncologico, ad esempio. Queste tecnologie consentono di fare consuntivi dell'attività di reparto con moduli contabili e statistiche. Tutta la storia clinica di ogni paziente risulta meglio tracciata e subito reperibile tramite postazioni computerizzate. L'efficienza dei reparti aumenta e tutte le procedure sono corredate da immagini e video, rese disponibili dalla strumentazione delle sale operatorie utilizzate. Queste tecnologie sono la prova tangibile di come stiamo diversificando la nostra attività, rivolgendoci direttamente a settori dove siamo convinti di poter portare valore aggiunto. Rientra in questo impegno anche la collaborazione che abbiamo aperto con Il Politecnico di Milano, per lo sviluppo di nuovi sistemi nell'ambito delle tecnologie ICT e Green ICT, settori che riteniamo saranno sempre più strategici sia per lo scenario sociale nel suo complesso, sia per la vita quotidiana delle persone, oltre che per l'economia e per le aziende". 97


ECONOMIA&BUSINESS

A Edil 2011, l'innovazione del workwear è donna 98


TESTO&PHOTO: GIORGIO CHIESA

a kermesse dell'edilizia verrà ricordata anche quest'anno come un successo assoluto. I numeri hanno dato ancora una volta ragione agli organizzatori, che dalla Bergamasca traggono - da ormai venticinque anni - una delle più riuscite manifestazioni dell'intera Lombardia. Il settore, infatti, sembra già essersi risollevato dalla crisi che l'aveva colpito appena due anni fa, esibendo numeri da capogiro. Tuttavia, molti (forse tutti) avranno senz'altro trascurato un dato importante: quante aziende, tra quelle presenti a Edil 2011, erano a conduzione femminile? Tra le mille realtà virtuose, quindi, ancora una volta si è distinta la Bongiorno Antinfortunistica, azienda di Curno guidata da un'imprenditrice lungimirante, Marina Bongiorno. Una donna che ha deciso di vivere il suo business a 360°, non risparmiandosi mai sia nell'innovazione della sua offerta, sia nel marketing che a quest'ultima ruota attorno. "I nostri prodotti afferma Marina Bongiorno - continuano a mantenere un taglio rivoluzionario rispetto alla concorrenza e hanno senz'altro un "quid" in più in termini d'innova-

L

DONNE&IMPRESA

"Abbiamo guadagnato sul mercato italiano una quota dell'8%". A rivelarci il sorprendente dato è stata Marina Bongiorno, imprenditrice a capo dell'azienda di Curno leader nel settore 99


Marina Bongiorno titolare della Bongiorno Antinfortunistica

zione. Grazie alla passione siamo infatti riusciti a chiudere il 2010 guadagnando sul mercato italiano una quota dell'8% rispetto all'annata precedente. Se hai valori importanti e idee da sviluppare, non esiste crisi".

"Abbiamo creato una linea per tutte le professioni medico/sanitarie Inoltre, stiamo espandendo i nostri orizzonti coinvolgendo il mercato russo" Oltre poi al consolidamento delle celeberrime marche del workwear come Kappa4Work, la Bongiorno Antinfortunistica 100

ha anche differenziato la sua offerta, "investendo e vestendo" la totalità o quasi del

mondo del lavoro. "Abbiamo creato una linea per tutte le professioni medico/sanitarie. Stiamo espandendo i nostri orizzonti e crediamo che la continua evoluzione dell'offerta possa giovare alla realtà della Bongiorno Antinfortunistica. E i risultati posso dirlo con una certa soddisfazione - ci stanno dando ragione". Espansione che non passa solo dai prodotti, ma da nuovi mercati nei quali l'impresa di Curno sta diffondendo il proprio marchio. "Abbiamo recentemente aggiunto la Russia al nostro commerciale estero. Ci interessa soprattutto esportare il marchio, non vogliamo sposare dei semplici accordi "di cassa". È fondamentale per noi mantenere un'identità ben precisa, anche se l'interlocutore con cui ci approcciamo dimostra di non conoscerci. Infine, a proposito di questo, lasciatemi togliere un sassolino dalla scarpa. Non voglio passare per femminista, ma il mondo dovrebbe accorgersi che l'imprenditoria femminile - e in generale tutti i settori - è valida e presente tanto quanto quella maschile. Le difficoltà nell'essere donna ci sono, è inutile negarlo. Ogni tanto qualche "colpo basso" arriva, ma bisogna essere bravi a saperlo incassare. Sono convinta che il tempo dia ragione a coloro i quali hanno lavorato sodo e nel massimo della correttezza. Io sono partita dal basso, ma mi sono sempre saputa adattare alle situazioni e alle esigenze della mia azienda. Grazie a questa schiettezza e a una mentalità flessibile, la Bongiorno Antinfortunistica è diventata il numero uno del suo settore".


bergamoeconomia.it

IL FRESCO AL TUO SERVIZIO • Installazione, manutenzione, riparazione condizionatori refrigeratori essiccatori di tutte le marche • Contratti di manutenzione programmata • Personale altamente qualificato • Interventi tempestivi 24 ore su 24

CENTRO ASSISTENZA AUTORIZZATO

Via Arcene, 27/29 - 24040 Ciserano (BG) - Tel. 035 4813382 - Fax 035 4820793 - Mail: info@emmetreclimaser vice.it www.emmetreclimaser vice.com


EVENTI

Un unico cuore benefico per il progetto "Care&Share" BENEFICENZA

Grazie alla serata si sono raccolti fondi per completare la costruzione di un dispensario per bambini sieropositivi all'interno del villaggio/orfanotrofio "Butterfly Hill" in India 102

TESTO&PHOTO: GIORGIO CHIESA

olti si ricorderanno della kermesse di giovedì 24 marzo scorso come una delle più belle maratone di beneficenza che il "Devero Hotel" abbia mai avuto l'onore di ospitare. Il merito è stato sicuramente dei numerosissimi sponsor che hanno fatto a gara per mettersi in mostra. Ma non vogliamo essere fraintesi, il fine era assolutamente benefico e a sostegno della ONG "Care&Share": si è voluto infatti raccogliere fondi per completare la costruzione e l'allestimento di un dispensario per bambini sieropositivi all'interno del villaggio/orfanotrofio "Butterfly Hill" di Vijayawada, sempre gestito dall'organizzazione non governativa, nello stato indiano dell'Andhra Pradesh. E, come dicevamo, i partner

M


sono stati sicuramente numerosi, tra cui spiccavano i nomi di "BMW Lario Bergauto" e "G.L.A. Antichità". Non ci si è certamente annoiati, i divertiti ospiti presenti hanno infatti avuto modo di apprezzare la nuova BMW Serie 6 Cabrio parcheggiata nell'atrio della sala congressi (nella versione top di gamma 650i), mentre appena più in là - nell'atrio esterno - un ricchissimo buffet con tutte le meraviglie dello chef stellato Enrico Bartolini (gestore del ristorante dell'hotel) è stato offerto per la gioia degli invitati. La beneficenza è poi passata

103


anche per la lotteria finale, dove sempre gli sponsor hanno messo in palio sfiziosi premi, tra cui brillava anche un corso di guida sicura targato BMW. Infine, è impossibile non citare i due tornei di carte che hanno (è proprio il caso di dirlo) tenuto banco nel post-serata: con il primo gli invitati si sono cimentati nell'appassionante burraco, mentre nel secondo è andato in scena il sempre piÚ di moda Poker Texas Hold'Em, con tanto di tavoli da competizione e bellissime croupier.

104


105


MOTORI

Nuova Serie 6 cabrio, uno squalo d'asfalto IN ANTEPRIMA

Caratterizzata dal naso ancora più prominente appuntito nella parte alta, che in BMW definiscono Shark Nose, e con l'assetto ancora più ribassato risulta cattiva e spettacolare al punto giusto

Design: sul fianco ecco spuntare una bella piega sporgente, una sola ma ben pronunciata, morbida ma importante Sono le "branchie" che scavano il parafango anteriore 106

ARTICOLO DI LUCA T. BILOTTA PHOTO: LORIS SAMBINELLI

vederla dal frontale sembra uno squalo pronto ad attaccare l'asfalto. E' il marchio di fabbrica dell'ultima generazione BMW, il classico doppio rene che per ogni nuovo modello diventa sempre più grande. La nuova Serie 6, più bassa è appuntita, ha il naso ancora più prominente, che in BMW definiscono Shark Nose, appuntito nella parte alta come quello di uno squalo. A distinguere la Serie 6 dalle altre BMW si uniscono anche due dettagli inediti. I fari, tirati a punta verso il parafango, hanno la parte inferiore scavata in corrispondenza degli indicatori di direzio-

A

ne. Ora la potete ammirare in tutto il suo splendore in via esclusiva grazie alla concessionaria BMW ufficiale per Bergamo e provincia Lario Bergauto. DESIGN - Le misure sono importanti: un passo di 2855 centimetri (11,3 in meno rispetto alla Serie 5 e 21,5 rispetto alla Serie 7 passo corto) è la base della nuova Serie 6. Anche la lunghezza è da ammiraglia, 489 centimetri (quanto una Serie 5), o da sportiva grande. Parlando di design, oltre ai dettagli già citati, un altro dettaglio caratteristico è la piega che spezza la rotondità del paraurti anteriore, creando due spigoli ai


lati che spingono visivamente il paraurti in avanti. Sul fianco ecco spuntare una bella piega sporgente, una sola ma ben pronunciata, morbida ma importante. Parte dalle "branchie" che scavano il parafango anteriore e segue poi fino alle luci di coda, integrando anche la maniglia e sovrastando i parafanghi posteriori, bombati senza economie. Un disegno pulito, sottolineato da una piega scavata nella parte bassa delle portiere che, insieme alla piega superiore, forma un disegno di freccia. La coda è decisamente importante, parte larga dai parafanghi e continua bella massiccia per tutto il contorno, con il paraurti che segue la bombatura massiccia dei parafanghi. In alto si snellisce, con le luci larghe e sottili che tendono comunque a sottolineare le spalle. Nel bagagliaio trovano posto bagagli per

350 litri a capote chiusa, 300 litri a capote aperta. CIELO -La capote segue l'impostazione del design molto sportivo ma, a differenza dello squalo, le pinne sono due. Bassa e minimal come una coppoletta sull'abitacolo, la capote si chiude con due pinnette allungate verso il bagagliaio che racchiudono un lunottino basso e verticale. Ăˆ in cristallo con sbrinatore e può anche essere aperto indipendentemente dal movimento della capote, per viaggiare all'ombra della stoffa ma con tutti e cinque i vetri aperti, per il massimo ricambio di aria. Solo 19 secondi per aprirsi e 24 secondi per chiudersi, la capote si governa a comando, operazione possibile fino a 40 km/h e anche dal telecomando.

Sicurezza: massima attenzione, come da sempre ci offre BMW, alla sicurezza. A partire dal Driving Dynamic Control, passando dall'Adaptive Drive. Non manca, ovviamente, l'Integral Active Steering 107


INTERNI -Aprendo le portiere, troviamo l'ormai consolidato stile BMW per gli interni, in questo caso con la consolle centrale un poco più orientata verso il pilota. Per chi, quando esce di casa, sente subito nostalgia del suo mega schermo piatto, sulla Serie 6 trova un megaschermo che pare appoggiato sulla consolle centrale, senza la classica palpebra superiore. Così lo schermo sembra ancora più grande, la Serie 6 ancora più tecnologica e la visibilità è ancora migliorata, sia dello schermo sia della strada. La nuova Serie 6 porta in dote anche una novità, la seconda generazione di Head-Up display, più completa nelle informazioni e a colori. TECNOLOGIA - Massima attenzione, come da sempre ci offre BMW, alla sicurezza. A partire dal Driving Dynamic Control, il pulsante sul tunnel centrale che cambia in modo sensibile il comportamento e il carattere dell'auto, modificando la risposta del cambio e del motore, la progressione dello sterzo e dell'acceleratore, la taratura del sistema di stabilità DSC, la reazione delle 4 ruote sterzanti e la risposta degli ammortizzatori se si è scelta nella lista degli optional l'Adaptive Drive. Non manca l'Integral Active Steering con lo ster108


zo attivo che cambia il passo a seconda della velocità, integrato con le quattro ruote sterzanti. MOTORI - Al lancio i motori disponibili sono due ed entrambi a benzina. Il tremila sei cilindri della 640i, con turbo Twin Scroll TwinPower Turbo, iniezione diretta high precision e regolazione automatica dell'anticipo e dell'alzata delle valvole Valvetronic, per 320 cavalli, 450Nm tra 1300 e 4500 giri, 0-100 in 5,7 secondi. Il consumo medio di carburante è di 7,9 litri per 100 chilometri, il valore di CO2 è invece di 185 grammi per chilometro. E il V8 4.4 della 650i, con TwinPower Turbo per 407 cv, 600Nm tra 1750 e 4500 giri, 0-100 in 5 secondi (consumi di 10,7 nel ciclo combinato e un valore di CO2 di 249 grammi per chilometro). Per entrambe la velocità massima è limitata a 250 km/h e il cambio è automatico a otto marce con modalità Start&Stop. Fra l’altro questa versione è una vera “primizia” nel mondo BMW: è infatti l’unica a disporre di una simile tecnologia a vocazione ambientale con i rapporti automatici, finora era previsto l’autospegnimento solo con il cambio manuale. Motori moderni di ultima generazione BMW che, aiutati dagli accorgimenti del pacchetto Efficient Dynamics, dichiarano consumi interessanti soprattutto in rapporto a cilindrate e prestazioni: 7,9 l/100km per la 640i e 10,7 l/100km per la 650i nel ciclo combinato.

Aperta: bassa e minimal come una coppoletta sull'abitacolo, la capote si chiude con due "pinnette" allungate verso il bagagliaio

Lario Bergauto Via Campagnola, 50 Tel. 035 4212211 - Bergamo www.lariobergauto.bmw.it www.mobility.it

109


MOTORI

Ricarica: la "i-MiEV" è dotata di un doppio sistema di ricarica leggero e compatto da casa: con la tensione di rete europea di 220/240 V, si ricarica in 6 ore 110

PHOTO: GIORGIO CHIESA

uto elettriche al 100%? Non è fantascienza, bensì la realtà grazie al contributo in termini di ricerca e sviluppo di Mitsubishi. Stiamo parlando in particolare della sua piccolina "i-MiEV". In vetrina come concept car al Motor Show di Francoforte del 2003 e lanciata in Giappone nel gennaio del 2006, la Mitsubishi "i-MiEV" in versione europea è stata presentata al Salone di Parigi 2010. Ora possiamo presentarla voi bergamaschi con il contributo di Autotorino Spa, concessionaria ufficiale del marchio giapponese per Bergamo e provincia di Curno. "Poter finalmente pre-

A

sentare al pubblico, anche commercialmente, una vettura elettrica così tecnologicamente avanzata è certamente un traguardo importante - ha commentato il presidente del Gruppo Autotorino Spa Plinio Vanini-. Il mercato si faceva sempre più insistente nella richiesta di un prodotto innovativo che presentasse caratteristiche eco compatibili, rispettose dell'ambiente. Poter guidare una vettura ad impatto zero quanto ad inquinamento e che per un "pieno" costa solo 2 euro, sembra un sogno diventato realtà. Ringrazio Mitsubishi per la grande opportunità che ci ha dato, considerando che siamo fra i pochissimi concessionari italiani a mettere


Rivoluzione "i-MiEV": l'elettrico puro secondo Mitsubishi LA NOVITA'

Nata come prototipo nel 2006, sbarca a Bergamo in anteprima esclusiva grazie al contributo del Gruppo Autotorino Spa: con 2 euro si fa il "pieno", questa volta di pura energia elettrica

in vendita questa innovativa auto. Ricordiamo, inoltre, che questo modello non è acquistabile ovunque, ma solo presso una selezionata rete di concessionari. IONI - Sfruttando l'architettura a motore posteriorecentrale della nuova cittadina, la nuova nata è arrivata nell'ottobre del 2006 in veste di prototipo, alimentata da un propulsore leggero e compatto e da batterie agli ioni di litio ad alta densità energetica. A distanza di neppure tre anni, dopo un intenso processo di sviluppo abbinato a quasi 300.000 km di collaudi, l'auto è stata lanciata sul mercato giapponese con il nome di "i-MiEV" nel luglio del 2009, inizialmente per le flotte commerciali. Successivamente sono state aperte le ordinazioni anche per i clienti privati, per i quali le vendite hanno

preso il via nell'aprile del 2010. Non c'è dubbio: Mitsubishi ha il know how necessario per sfondare nell'elettrico, visto alle spalle ci sono quarant'anni di ricerca e sviluppo condotti dai giapponesi nel campo della propulsione elettrica. Basti pensare che l'azienda nipponica, nel 1966, ricevette l'incarico dalla Tokyo Electric Power Company di costruire prototipi elettrici e di testare la tecnologia delle batterie. ECONOMICA - La "i-MiEV" è dotata di un doppio sistema di ricarica leggero e compatto. La ricarica domestica si effettua collegando il veicolo tramite la presa di ricarica sul lato destro a una comune presa di corrente: con la tensione di rete europea di 220/240 V, "i-MiEV" si ricarica in 6 ore. In alternativa la vettura può

Veloce: in situazioni di guida reali raggiunge una velocità massima di 130 km/h e garantisce accelerazioni brillanti grazie ai 180 Nm di coppia disponibili

111


essere ricaricata, tramite gli appositi punti di ricarica installati da Utility, aziende elettriche, comuni e altri enti. In questo caso "i-MiEV" si collega con la presa Quick Charger sul lato sinistro del veicolo: con questo sistema in tensione trifase da 200V (50 kW), il veicolo si ricarica da zero all'80% in soli 30 minuti . Il tutto per un'automia di circa 150km e un investimento di soli 2 euro!" VELOCE - In situazioni di guida reali raggiunge una velocitĂ massima di 130 km/h, ove consentito, e garantisce accelerazioni brillanti grazie ai 180 Nm di coppia disponibili giĂ alla partenza da fermi, assicurando al contempo massima silenziositĂ e pochissime vibrazioni. "i-MiEV" si basa sulla piattaforma della minicar "i", dove il motore a benzina posteriore-centrale e il serbatoio vengono sostituiti da un pacco batterie agli ioni di litio, dal motore elettrico, dall'inverter e da altri componenti necessari alla propulsione

112


"verde". Non è semplicemente l'espressione delle abilità ingegneristiche della Casa giapponese, bensì una proposta concreta per la mobilità di tutti i giorni: è la prima vettura elettrica prodotta in serie in alti volumi da una grande casa automobilistica come Mitsubishi Motors. Come un qualsiasi veicolo con motore endotermico, la "i-MiEV" è una utilitaria compatta, in grado di ospitare 4 passeggeri e che offre, grazie all'ampio passo di 2,550 m, tutta la comodità di una vettura a 5 porte con un bagagliaio di tutto rispetto (227 litri /860 litri) e un raggio di sterzata di appena 4,5 m. SICURA -Come tutti i veicoli realizzati da Mitsubishi, i-MiEV è stata progettata secondo elevati standard attivi e passivi che hanno interessato anche le specifiche della trasmissione. E' equipaggiata con il sistema "RISE", realizzato con un progetto brevettato dalla Casa giapponese e concepito per collegare fra loro gli elementi strutturali, proteggendo attivamente i passeggeri in caso di incidente. Questo intelligente accorgimento progettuale migliora le performance di sicurezza negli impatti su qualsiasi lato, distribuendo progressivamente l'energia d'urto e controllando la deformazione. Tra le altre dotazioni di sicurezza monta inoltre 6 airbag (lato conducente + lato passeggero + 2 laterali + 2 a tendina) e il sistema di controllo attivo di stabilità e trazione.

Ioni: il motore posteriore-centrale della nuova cittadina è composto da batterie agli ioni di litio ad alta densità energetica

Autotorino Spa Via Bergamo 66 24035 Curno - SS Briantea Tel. +39 035 6228711 www.autotorino.it

113


MOTORI

BMW K 1600 GT, sei cilindri per stupire DUE RUOTE

La casa bavarese dimostra di avere inventiva e tecnologia incredibili, tanto da presentare un modello del tutto nuovo: un concentrato di tecnologia, potenza e silenziosità

Motore: si sancisce il ritorno del sei cilindri in linea su una moto di serie. Già a 1.500 giri/min eroga il 70% della coppia massima, potenza ragguardevole visti i 160,5 CV dichiarati 114

TESTO&PHOTO: GIORGIO CHIESA

abbiamo provata per voi all'AVA AeroClub Volevistico Alpino - di Valbrembo, immersi nella quiete e con a disposizione un'intera pista d'atterraggio per apprezzarne la potenza e l'assoluta silenziosità. Ecco a voi il nuovo gioiello di casa BMW: non fatevi ingannare dalla fotografia d'apertura, non stiamo parlando dello splendido aliante che ha fatto il palio col bolide su due ruote, ma della K 1600 GT, che proprio col velivolo ha in comune un concentrato di tecnologia e l'abbattimento quasi totale del rumore.

L'

IDEA - In un periodo storico nel quale le novità tecniche e le "piattaforme" completamente nuove si contano sulle dita di una mano, ecco che la BMW dimostra di avere inventiva e tecnologia a sufficienza per presentare una moto del tutto nuova. Sulla K 1600 GT, infatti, le uniche componenti che provengono da modelli noti della casa bavarese sono le ruote, il cardano e il braccio della sospensione anteriore, tutto il resto è frutto di un nuovo progetto. MOTORE - Partiamo dal motore, che è indubbiamente la parte più interessante della moto, in quanto


sancisce il ritorno del sei cilindri in linea su una moto di serie. Partiamo con il dato di ingombro, che è il più eclatante: il motore è largo soli 555 mm, che lo rendono di appena un paio di centimetri più largo rispetto a quello della serie K 1300. L'aver scelto una configurazione sei cilindri in linea, la quale ha di per sé equilibrate sia le forze che i momenti alterni del primo e secondo ordine, ha consentito di evitare qualsiasi dispositivo di bilanciamento delle vibrazioni, risparmiando materiali e spazio. Il layout del propulsore segue a grandi linee quello della serie K a quattro cilindri, quindi con blocco cilindri fortemente inclinato in avanti (55° rispetto alla verticale), voluto per mantenere basso il baricentro di una moto il cui motore, comunque, pesa 102 kg. Le bielle, con cappello ottenuto secondo la ben nota tec-

nica di frattura, hanno lunghezza di 124,42 mm (1,84 volte la corsa), per garantire spinte laterali ridotte del pistone sulla canna. La testata del nuovo motore K 1600, realizzata per fusione in conchiglia, alloggia le 24 valvole azionate da due alberi a camme attraverso punterie a bicchiere anziché bilancieri e semisfere come a Monaco ci avevano abituato ultimamente. Il cambio è posizionato con gli alberi sovrapposti, in modo da ridurre gli ingombri longitudinali del motore e si avvale, come già sulla serie K a quattro cilindri, di ingranaggi a denti elicoidali, soluzione che favorisce la silenziosità di funzionamento. POTENZA - Già a 1.500 giri/min il motore eroga il 70% della coppia massima (che è di 175 NM a 5.250

Telaio: la ciclistica delle nuove K 1600 di BMW si incentra su un bel telaio in lega leggera doppio trave, realizzato con quattro ampie sezioni ottenute per getto in conchiglia, poi saldate insieme 115


giri/min) e permettere di riprendere nel rapporto più lungo fin da mille giri e anche meno senza strappi e senza incertezze. La potenza è comunque ragguardevole, visti i 160,5 CV dichiarati a 7.750 giri/min e la moto è in grado di sviluppare in breve spazio velocità notevoli. BMS-X - Il ben conosciuto sistema di controllo motore Bosch/BMW BMS raggiunge oggi la versione "X", arricchendosi della possibilità di gestire sei cilindri in maniera sequenziale e selettiva, oltre a integrare un nuovo sistema di autodiagnosi integrato. L'impianto di scarico è un sei in due che si avvale di due terminali da ben 7,5 litri ciascuno; i due catalizzatori a tre vie sono disposti nel punto in cui i collettori si uniscono prima del terminale. TRE MAPPE: DYNAMIC, ROAD E RAIN - Il controllo motore prevede, come ormai moda imperante, tre differenti mappature: Rain, Road e Dynamic. La prima è, ovviamente, dedicata alla guida su asfalti bagnati e prevede una riduzione della potenza e un maggior filtro tra comando del gas e apertura della farfalla. Oltre a ciò, viene variata la taratura del DCT (Dynamic Traction Control, disponibile in optional) facendolo intervenire con largo anticipo. La modalità Road mette a disposizione tutta la coppia disponibile, ma con una taratura del Ride by Wire "confortevole" per ammorbidire al massimo la risposta del motore. Il Traction Control viene in questo caso tarato più sportivamente. Impostando il selettore su Dynamic, si ha nuovamente a disposizione la massima potenza disponibile, ma con un collegamento più diretto tra manopola del gas ed apertura della farfalla, in modo da poter sfruttare convenientemente le prestazioni del motore. CICLISTICA: DUOLEVER E PARALEVER -La ciclistica delle nuove K 1600 di BMW si incentra su un bel telaio in lega leggera doppio trave, realizzato con quattro ampie sezioni ottenute per getto in conchiglia, poi saldate insieme. Nonostante il motore sia decisamente largo, il fatto che sia molto inclinato in avanti permette alle travi del telaio di passarci sopra, risultando di conseguenza abbastanza stretto. Il suo peso è contenuto in soli 16 kg. Il motore ha funzione stressata, ed è fissato alla struttura in otto punti. Il telaietto posteriore costituisce un ulteriore elemento di pregio, perché nonostante debba supportare il peso del pilota, del passeggero, delle valigie e di eventuale bagaglio, è realizzato anch'esso in alluminio e pesa solamente 4 kg. Le sospensioni sono le ben conosciute Duolever all'anteriore e l'arcinoto Paralever monobraccio al posteriore. L'impianto frenante si avvale di una coppia di dischi da 320 mm all'anteriore con pinze a quattro pistoni e un disco da 320 mm al posteriore con pinza flottante a due pistoni.

Mappature: la Rain è per la guida sul bagnato. La Road mette a disposizione tutta la coppia in modo confortevole Con la Dynamic il gas è collegato al motore

Concessionaria BMW Motorrad Tag Moto S.S. Briantea, 19 - CURNO (BG) Tel 035 618 618

116

ADAPTIVE LIGHT CONTROL - Di cosa si tratta? E' un sistema che permette al fascio luminoso emesso dal fanale centrale allo Xeno di restare perfettamente orizzontale quando la moto si inclina in curva. Ciò è ottenuto montando uno specchio riflettente che ruota all'opposto rispetto alla moto quando essa si inclina, e di conseguenza il fascio luminoso non si abbassa e illumina meglio l'interno della curva. Oltre a ciò, il modulo centrale del proiettore si alza e si abbassa automaticamente in funzione dell'assetto della moto, mantenendo l'altezza del fascio luminoso costante in accelerazione e in frenata. K 1600 GT: TURISTA CON BRIO - La BMW ha realizzato due diverse motociclette su una base comune (GT e GTL). Certo, a prima vista le moto sono le stesse, ma come al solito in BMW sono riusciti a conferire due caratteri così differenti alle due moto, che a conti fatti sono due oggetti diversi, destinati a due clienti diversi. La prima di cui vi abbiamo parlato è la K 1600 GT, che BMW dichiara di essere dedicata ad un cliente che vuole fare del turismo dinamico. La moto ha una posizione di guida abbastanza eretta, comoda ma non rilassata. La schiena è abbastanza dritta, le gambe sono correttamente angolate con le pedane abbastanza centrate sotto al corpo del pilota e le braccia sufficientemente distese ad impugnare il manubrio, largo e comodo. Saliti in sella alla K 1600 GT ci si trova subito a proprio agio, la mole del veicolo non è proprio ridottissima (319 kg più le valigie), quindi è bene fare un po' di pratica nelle inversioni per non trovarsi in situazioni spiacevoli. Appena in movimento, però, la massa sembra alleggerirsi di colpo e la moto si guida con facilità e naturalezza.



EVENTI

CHI, DOVE E PERCHÈ PHOTO: LORIS SAMBINELLI

"Senatore Turani 2010", il Panathlon premia Riccardo Montolivo 118

o scorso lunedì 14 marzo, al ristorante "Il Pianone", il Panathlon International Club di Bergamo ha consegnato a Riccardo Montolivo il prestigioso premio "Senatore Daniele Turani 2010", giunto alla sua venticinquesima edizione. Ed è stato un riconoscimento che ha senz'altro fatto piacere al capitano della Fiorentina, un giocatore legato anche alla nostra terra in quanto cresciuto calcisticamente nel settore giovanile dell'Atalanta. Il centrocampista insignito, quindi, guarderà alla scaramanzia: il suo predecessore è stato infatti il terzino e capitano dell'Inter Javier Zanetti. Proprio lui, dopo aver ricevuto gli onori dal Panathlon, ha centrato con la sua squadra la più incredibile stagione dell'era Moratti, conquistando l'ormai celeberrimo "triplete". Riccardo Montolivo, che per l'occasione è stato accompagnato dal capo ufficio stampa della Fiorentina Gianluca Voulaz, è stato presentato dal giornalista bergamasco Cristiano Gatti, inviato speciale del quotidiano "Il Giornale", che ne ha elogiato le qualità sia sportive sia umane.

L


119


EVENTI

CHI, DOVE E PERCHÈ PHOTO: GIORGIO CHIESA

Al "Golf Club Lecco" per un'anteprima d'altri tempi 120

na cornice seicentesca ha fatto da teatro per un'auto che del "6" ha fatto il suo numero più prezioso. La concessionaria BMW Lario Bergauto ha scelto lo spettacolare atrio del "Golf Club Lecco" per presentare la sua nuova fuoriclasse: parliamo della Serie 6 Cabriolet. Gli invitati, oltre ad ammirare la vettura (per la precisione una 640i), sono stati deliziati dallo splendido buffet allestito dal ristorante interno, il famoso Tiara. L'evento, andato in scena lo scorso mercoledì 23 marzo, ha avuto delle finalità benefiche assolutamente importanti. La serata è infatti stata organizzata in favore dell'AiCiT, un'associazione sostenuta anche dai "Lions Club San Nicolò" con sede a Lecco che, grazie a numerosi volontari, accompagna negli ospedali i malati oncologici che si apprestano ad intraprendere il difficile cammino della radioterapia. Alla fine della kermesse tenuta all'aperto, gli ospiti si sono intrattenuti e riuniti al piano superiore della struttura per divertirsi con una gara di burraco.

U


121


122



EVENTI

CHI, DOVE E PERCHÈ PHOTO: LORIS SAMBINELLI

Lexus CT200h, il sogno diventa realtà 124

na presentazione in grande stile per un'auto che punta a rivoluzionare l'intero comparto. È la vettura meno inquinante sul commercio grazie alla sua tecnologia "Full Hybrid" a propulsione elettrica: soli 87 g CO2, zero pm10, zero NOx. Stiamo parlando della Lexus CT200h, mostrata in esclusiva dalla concessionaria "Livio Cella Team" di Borgo Palazzo. Emissioni così basse sono il risultato di un consumo ridotto e di un'altissima efficienza: solo 3,8 litri x 100 km, pari a 26 km/l nel ciclo combinato. Valori dati, tra l'altro, dal motore elettrico a recupero energetico. I fortunati invitati all'evento dello scorso venerdì 24 marzo, inoltre, hanno potuto assaporare un delizioso catering offerto da "Bobadilla Ricevimenti", prima che la "Full Hybrid" si svelasse in tutto il suo splendore, avanzando nell'ampio salone dello show-room col solo motore elettrico. Nel frattempo, le vetrine esterne e interne hanno mostrato spettacolari e bucoliche immagini di natura e paesaggi, per rimarcare il legame indissolubile che la casa giapponese vuole tenere con l'ambiente, in nome di un futuro più prossimo che mai.

U


125


EVENTI

CHI, DOVE E PERCHÈ PHOTO: GIORGIO CHIESA E LORIS SAMBINELLI

"Trofeo Fibo Moda", al Mongodi vince Lajovic 126

stato il serbo Dusan Lajovic, secondo favorito della vigilia, il primo giocatore a scrivere (sabato 19 marzo scorso) il proprio nome nell'albo d'oro del "Trofeo Fibo Moda", torneo Futures da 10 mila dollari di montepremi andato in scena sui campi dell'Accademia Tennis Mongodi di Cividino. Nell'atto finale della manifestazione, il ventenne di Belgrado è riuscito, per la quarta volta in cinque incontri settimanali, a recuperare un set di svantaggio, dando il meglio di sé nella frazione decisiva. Se i meriti di Dusan Lajovic sono parecchi, almeno altrettante sono però le "colpe" del suo avversario, Andrea Stoppini, incapace di chiudere una sfida ampiamente alla sua portata. Molto positiva è stata poi la settimana di tennis andata in scena al Mongodi, accademia che dispone di una struttura perfetta per ospitare questo genere di competizioni. L'organizzazione è stata precisa e puntuale, con delle vere "chicche" per un torneo da 10 mila dollari e, come segnalato dalla gran parte degli atleti presenti a Cividino, il torneo bergamasco ha già tutte le carte in regola per salire di livello.

E'


127


EVENTI

CHI, DOVE E PERCHÈ PHOTO: GIORGIO CHIESA

YCBG, con Lario Bergauto la festa della donna è in maschera 128

n legame indissolubile ha caratterizzato il party di Carnevale del Bobadilla Feeling Club di Dalmine. Stiamo parlando della consolidata partnership tra lo Yacht Club Bergamo e MINI Lario Bergauto, accompagnati - nella splendida serata di martedì 8 febbraio scorso - da altrettanti sponsor prestigiosi: Antigua and Barbuda, Virgin Atlantic, Gioielleria Arando, Palestre San Marco, Ice Beauty Luxury SPA e Laboratorio Sartoriale Ivan Graziano. Una kermesse che ha visto protagonisti tutti i fortunati ospiti, che si sono presentati all'appuntamento rigorosamente in maschera festeggiando al contempo la festa della donna. A tal proposito, il commodoro Giovanni Campi, presidente dello YCBG, si è improvvisato presentatore quando, dopo lo sfizioso aperitivo, sono stati eletti i migliori travestimenti. In palio c'erano numerosi premi concessi dalla joint venture dei generosi sponsor, a loro volta estratti a sorte dall'immancabile urna. All'ingresso del Feeling Club di Dalmine, infine, la protagonista assoluta è stata l'oramai mitica MINI Countryman accompagnata dalla fashion MINI Cooper.

U


129


130




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.