Bergamoeconomiafebbraio2014

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COME METTERE A REDDITO UNA SECONDA CASA

OBIETTIVO IL LAVORO

I BUONI (E I CATTIVI) POSTALI IN TRIBUNALE

LA RIPRESA BONALDI MOTORI CON SEAT L’UNIONE FA LA FORZA

CONFIMI APINDUSTRIA BERGAMO CAPOFILA DEL PROGETTO DELLA PROVINCIA REALIZZATO CON TUTTE LE PARTI SOCIALI PER STUDIARE MODELLI DI REINSERIMENTO DEI LAVORATORI IN MOBILITÀ

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CONTENUTI febbraio 2014

EDITORIALE

LE IMPRESE E IL PARTITO

LA VIGNETTA DI CADEI

di Carlo Quiri

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e da venti o trent’anni l’Italia aspetta le stesse riforme, se il dibattito politico di oggi è identico a quello della tv in bianco e nero, perché non dare vita a un vero e proprio partito delle imprese, per uscire da questo immobilismo cronico e assoluto? Questo interrogativo della rappresentanza si affaccia sempre più nel mondo associativo delle aziende, sostenuto con forza dai numeri di una crisi che, al di là dei talk show patinati, chiede risposte urgenti oppure troverà ogni giorno nuova linfa velenosa per crescere, ieri lo spread, oggi l’Argentina, domani il debito pubblico, tra una settimana la crisi di governo e così via, in una spirale perversa che si avvita ciclicamente su se stessa e ci riporta al punto di partenza: bisogna invertire la rotta. Tuttavia il discorso di un partito delle imprese ci riporta pari pari all’attualità della riforma elettorale di Renzi e Berlusconi, soprattutto perché lo sbarramento verso iniziative come questa è netto e insuperabile: ci sarà la norma salvaLega, ma quella salva-imprenditori non fa parte dell’agenda politica, anzi, lo scopo sembra proprio quello di impedire formazioni indipendenti e assicurare schemi già visti. Come se ne esce? Miracoli a parte, il terreno su cui giocare la partita contro la crisi è anche quello che gli imprenditori conoscono meglio: il loro territorio. Anche lo schema è familiare, perché si tratta di partire dal basso, di conquistare spazi come se fossero quote di mercato, però si tratta di quote politiche. Certo, gli avversari sono fortissimi: burocrazia, fisco, costo del lavoro e dell’energia. Una ragione in più per mettercela tutta.

IN COPERTINA

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MY PRIVATE HOTEL

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CAMERA DI COMMERCIO

ECONOMIA ATTUALITÀ & POLITICA

6. I NUMERI DELLA CRISI Cassa integrazione per 38 milioni di ore 8. PICCOLO RISPARMIO I buoni (e i cattivi) postali 10. IN COPERTINA Apindustria, obiettivo il lavoro 14. DELOCALIZZAZIONI Il dragone in fuga da Zanica e da Cifa 16. MY PRIVATE HOTEL Casa dolce casa anche in vacanza 22. GIUSTIZIA PRIVATA Non mi paghi? Ti mando la Gdf 24. I NOSTRI SOLDI Il mutuo si muove nella fascia bassa 28. L’OSSERVATORIO Cinque anni di crisi lombarda 30. OPINIONI 32. CAMERA DI COMMERCIO Favorire l’innovazione per la crescita delle imprese e del territorio 36. SMART CITY L’amore elettrico

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CIRCO BIANCO

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ALLROAD

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INTERNAZIONALI APT

RUBRICHE

EVENTI

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PROVA SU STRADA

38. BG ART DOSSIER Rassegna delle gallerie bergamasche 42. CIRCO BIANCO Michela Moioli a Sochi per il bis 48. CESARE PISONI Lo sci e l’industria in discesa libera 50. SMASH Gioco, partita, incontro grande tennis a Bergamo 56. LA RIPRESA Bonaldi-Seat uniti si vince 60.

MOTORI • Le più belle del 2013 • Mini Countryman la strada ferrata • Range Rover Evoque la nona sinfonia del suv • Opel Mokka un bestseller

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CHI, DOVE E PERCHÈ 20 pagine di glamour Made in Bergamo

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EVENTI

Rivista mensile di economia, attualità costume e stile (Registrazione al Tribunale di Bergamo nr. 5 del 21/02/2013) Società editrice: Speb S.r.l. Via San Giorgio 6/n 24122 Bergamo Presidente: Baldassare Agnelli Direttore responsabile: Carlo Quiri Art director: Francesco Legramanti Concessionaria pubblicità locale: S.P.E.B. S.r.l. Via San Giorgio, 6 - 24122 Bergamo Tel. 035 678811 - Fax 035 678895 info@bergamoeconomia.it Stampatore: Fotoincisione 2000 Albano S. Alessandro (Bg) - Via Spallanzani, 6 Tel. +39 035 4521290 Abbonamenti: Tel. 035 678811 Costo abbonamento: 22 euro per 10 mesi



I numeri della crisi

CASSA INTEGRAZIONE PER 38 MILIONI DI ORE IL NUOVO DATO RECORD DELLA CIG A BERGAMO EQUIVALE A UNA CRESCITA ANNUA DEI 13% RISPETTO AI NUMERI GIÀ ENORMI DEL 2012 SECONDO UNO STUDIO DELLA CGIL, È COME SE PIÙ DI 20MILA LAVORATORI SIANO PRIMASTI INATTIVI NEGLI ULTIMI DODICI MESI

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fiora i 38 milioni di ore (37.900.746 ore) il dato record della cassa integrazione a Bergamo nel 2013, con una crescita annua del 13% che investe soprattutto i colletti bianchi (+35%). In termini equivalenti, è come se 20.377 lavoratori non abbiano mai mosso un dito: numeri che teoricamente proiettano la disoccupazione provinciale verso un tasso doppio di quello riconosciuto, cioè intorno al 15 o 16 per cento: 60mila persone, considerando gli scoraggiati, i cassaintegrati senza possibilità di rientro e i disoccupati in mobilità veri e propri. A proporre questi scenari è la Cgil Lombardia, secondo cui negli ultimi sei anni il tessuto industriale si è ridotto in Regione di circa il 25%, sono crollati gli investimenti del 17%, e tra il 2007 e il 2013 la Lombardia ha avuto la riduzione del 14% della produzione industriale, con un crollo del 20% del manifatturiero. Gli indicatori occupazionali confermano che dal 2011 al 2013 nell’industria, tra entrate uscite, si perde il 2% di occupati. Dal 2007 - aggiunge l’indagine - il nostro Paese e la nostra regione hanno bruciato rispettivamente 10 e 11 punti di PIL. In sei anni abbiamo accumulato 1.343.941.793 ore di cassa integrazione e 241.721 licenziamenti. Inoltre nella nostra regione, nella quale è concentrato oltre il 30% dell’industria manifatturiera nazionale, si registra la riduzione del tasso di attività, oltre al crollo dei consumi e delle attività commerciali, e dal 95° posto che occupavamo solo due anni fa, siamo stati declassati dalla Commissione europea al 128° posto rispetto alle altre 200 regioni europee. I licenziamenti, regolati per legge attraverso l’indennità di mobilità 223/91, nel rapporto tra il periodo gennaio-dicembre 2013 e gennaio-dicembre 2012, aumentano del 46,58%, con 28.443 licenziamenti in totale; +80,7% il dato bergamasco per l’ultimo anno. Anche i dati Aspi (entrata in funzione con il 1° gennaio 2013, a sostituire l’indennità di disoccupazione ordinaria ex L. 236, per i lavoratori delle aziende che occupano meno di 15 dipendenti), seppur parziali, per il sindacato risultano complessivamente in crescita: nel periodo gennaio-ottobre 2013 - ma mancano dei dati - sono pervenute in Regione ben 165.114 domande.

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E OGNI ORA C’È UN’IMPRESA CHE MUORE

PER FORTUNA DICEMBRE ARRIVA UNA VOLTA SOLTANTO, ALTRIMENTI ANCHE UN TESSUTO IMPRENDITORIALE ROBUSTO COME QUELLO BERGAMASCO RISCHIEREBBE SERIAMENTE L’ESTINZIONE. L’ULTIMO MESE DEL 2013 HA VISTO INFATTI 693 CHIUSURE AZIENDALI IN PROVINCIA, CONTRO 362 NUOVE NATE. IN PRATICA, HA ABBASSATO LA SARACINESCA UN’IMPRESA OGNI ORA, CON UNA MEDIA DI 23 FUNERALI AZIENDALI AL GIORNO. NE RISENTE ANCHE IL DATO DI STOCK, SCESO SOTTO LA SOGLIA DELLE 86MILA IMPRESE ATTIVE (85.930 UNITÀ: OLTRE 96MILA QUELLE REGISTRATE ALLA CCIAA). OLTRE LA METÀ DEI CASI RIGUARDA IMPRESE INDIVIDUALI (352: IL 51%) MA HANNO CHIUSO ANCHE 179 SOCIETÀ DI PERSONE E 150 SOCIETÀ DI CAPITALI. A BERGAMO CAPOLUOGO, CHE È IL PRINCIPALE POLO IMPRENDITORIALE CON 13.610 REALTÀ ATTIVE, LE 115 CESSAZIONI SONO OLTRE IL DOPPIO DELLE 74 APERTURE: QUI IL PESO MAGGIORE RICADE SUL COMMERCIO (24 CHIUSURE), ATTIVITÀ IMMOBILIARI (14) E BAR E RISTORAZIONE (14 CASI).


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I BUONI (E I CATTIVI) POSTALI

MAXIPROCESSO A BERGAMO PER L’EMISSIONE AF DEL 1998 CHE GARANTIVA DI TRIPLICARE IL CAPITALE INVESTITO: LA SOCIETÀ POSTE SPA NON PAGA E L’AVVOCATO VICENTINI METTE SOTTO PIGNORAMENTO LA CASSAFORTE IN TESORERIA

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onsiderati a ragione un investimento tra i più sicuri, anche i buoni postali possono riservare brutte sorprese ai risparmiatori, se non altro nel caso della serie A.F emessa nel 1998 ai vecchi tempi della lira. Accade infatti che le Poste Italiane, a fronte della promessa scritta di triplicare il capitale investito in 14 anni, si stiano sistematicamente rifiutando di adempiere, offrendo ai portatori una percentuale intorno al 40% delle somme maturate. Così, per riavere i propri soldi, la strada migliore è quella del decreto ingiuntivo, poi del pignoramento esecutivo direttamente nella cassaforte della Tesoreria centrale. Il caso è sollevato dalla Federconsumatori, impegnata in 15 cause di questo tipo davanti al tribunale di Bergamo con l’avvocato Guido Vicentini, che le sta vincendo una dopo l’altra. “E ci mancherebbe altro: sono o no le proposte stampate sul retro dei buoni postali? - dice Vicentini, uno che si era già cimentato con obbligazioni Cirio e Parmalat - sarebbe

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comodo, se un contraente potesse modificare i patti a proprio piacimento, magari con una legge o un decreto o un atto dello Stato. Invece il giudice di Bergamo si è adeguato a pronunce simili emesse dalla Cassazione a sezioni unite - spiega l’avvocato - secondo cui a fare fede è quanto stampigliato sui titoli: ha presente quelle scritte piccolissime che si trovano sul retro, per esempio nelle polizze assicurative, e che nessuno si prende mai la briga di leggere? Bene, sono questi codicilli a fare fede in tribunale. Quello che mi meraviglia è il comportamento delle Poste Italiane, che sanno benissimo quante emissioni hanno in circolazione, l’ammontare degli interessi e la loro scadenza, ma si fanno forti con un piccolo risparmiatore, offrendogli il 40 per cento delll’importo dovuto. Nello specifico - conclude l’avvocato Vicentini ho dovuto assistere una famiglia che ci avrebbe rimesso la bellezza di 50mila euro, accettando le condizioni offerte dalle Poste”.

Quel treno da Bèrghem per Yuma

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urti sulle carrozze, infiltrazioni di acqua piovana, insetti, muffe, funghi, computer rubati dalle mani dei passeggeri, carri bestiame, ritardi perenni... Questo è il treno per Milano, baby. I pendolari sono per la maggior parte studenti e lavoratori. Alcuni hanno perso il turno per sostenere un esame, altri hanno perso il posto di lavoro, altri ancora un avanzamento di carriera, perchè arrivare tardi all’Università o in ufficio non comporta automaticamente un premio, anzi, spesso accade il contrario: un richiamo disciplinare, una multa. La conclusione legittima è anche un consiglio personale, quello di unirsi con spirito di appartenenza e non pagare più il biglietto, finché non si porrà fine a questo vergognoso andazzo. Perché siamo governati da uomini che hanno ben chiaro quali sono i diritti (pagare ed innalzare i costi dei biglietti) ma non conoscono affatto i loro doveri: sul treno come su un pullman, non si sta in piedi. E bisogna garantire puntualità, decoro e dignità a chi viaggia sui mezzi pubblici. Samuel Paterini



Paolo Agnelli

OBIETTIVO IL LAVORO

CONFIMI APINDUSTRIA BERGAMO CAPOFILA DEL PROGETTO DELLA PROVINCIA, REALIZZATO CON TUTTE LE PARTI SOCIALI PER STUDIARE NUOVI MODELLI DI REINSERIMENTO DEI LAVORATORI IN MOBILITÀ

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arlare di credito a un’impresa e di lavoro a un disoccupato è la nuova mission di Confimi Apindustria Bergamo che, presentando i nuovi strumenti per gli associati, ha illustrato a Terno d’Isola un progetto di ricollocamento dei lavoratori in mobilità, cofinanziato dalla Provincia anche per l’area di Treviglio, di cui l’associazione di via San Benedetto è capofila e soggetto attuatore. Il convegno ha attirato

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operatori - e cassintegrati - da tutto il territorio, tanto da rendere difficile il parcheggio nel centro del paese; 150 i partecipanti, tra cui tantissimi piccoli imprenditori e alcuni esponenti sindacali della Cisl e della Uil, organizzazioni firmatarie di accordi nazionali con la Confimi, l’associazione cui aderisce la territoriale bergamasca. Ha introdotto i lavori il direttore di Apindustria Edoardo Ranzini, che ha sottolineato il


ruolo del sindaco Corrado Centurelli nell’incrociare lavoratori e imprese sotto l’egida di questo progetto. Ranzini ha poi presentato il progetto finanziato dalla Provincia, realizzato con tutte le parti sociali bergamasche, per sperimentare modelli che agevolino il reinserimento dei lavoratori in mobilità, un numero purtroppo in crescita continua, mediante azioni mirate che coinvolgono direttamente sia i lavoratori sia le imprese. Da parte sua, il presidente Paolo Agnelli ha dedicato l’intervento alla crisi economica e alle difficoltà dell’economia reale, sottolineando l’azione di Confimi in difesa del sistema

manifatturiero italiano: “Nei talk show alla tv assistiamo a una realtà edulcorata - ha dichiarato - non dovete credere a chi sostiene che la crisi sia finita, anzi, siamo arrivati forse al picco massimo della recessione. Quando finirà? Quando le aziende torneranno ad assumere - ha aggiunto Agnelli, che è anche presidente nazionale di Confimi Impresa mentre tutti noi sappiamo che, nelle condizioni attuali, uno tra i maggiori problemi delle imprese è proprio l’altissimo costo del lavoro: per 100 euro in busta paga, il datore di lavoro ha un costo complessivo di 242 euro e la differenza va allo stato, ponendo un carico pesantissimo sulle spalle delle aziende”. Agnelli ha quindi sottolineato le principali linee d’azione di questo nuovo sindacato imprenditoriale, nato a tutela dell’industria manifatturiera italiana: il credito, il costo dell’energia e appunto il cuneo fiscale per il lavoro, rivendicando norme ad hoc per la piccola e media impresa. “Se siamo arrivati a pagare una bolletta energetica così onerosa, è anche colpa di chi aveva il compito di rappresentarci, di tutelare i nostri interessi, ma si è invece schierato in difesa dei poteri forti. Immaginate un’associazione cui sono iscritti tutti i maggiori player energetici del Paese - ha spiegato il presidente Agnelli - credete che possa davvero andare contro questi poteri forti? Che sia in grado di eliminare le storture del mercato?”. Quanto alla burocrazia, ai centri di comando romani, l’imprenditore bergamasco ne ha tracciato un quadro disarmante: “Come esponente

L’AZIONE SUL TERRITORIO DI APINDUSTRIA CONFIMI BERGAMO SE L’OCCUPAZIONE RIMANE UNA NOTA DOLENTE, ESISTONO ANCHE PUNTI DI FORZA DA CUI LA PICCOLA MEDIA INDUSTRIA PUÒ RIPARTIRE. EXPORT, CREDITO E FINANZA IN PRIMO PIANO, QUINDI, NELL’AZIONE SUL TERRITORIO DI CONFIMI APINDUSTRIA BERGAMO. STUDIANDO LE DOMANDE DI ACCESSO AGLI STRUMENTI DELLA REGIONE LOMBARDIA, L’ASSOCIAZIONE HA SCOPERTO INFATTI CHE BERGAMO È PRIMA A PARI MERITO CON LA PROVINCIA DI MILANO NEL NUMERO DI DOMANDE PRESENTATE A VALERE SULL’INTERNAZIONALIZZAZIONE, SECONDA INSIEME A MILANO E DIETRO BRESCIA PER LO SVILUPPO AZIENDALE, QUARTA DOPO MILANO, BRESCIA E MANTOVA PER LE DOMANDE SULLA RICERCA. LA RICERCA, EFFETTUATA DALLA SOCIETÀ IBS DI BRESCIA CHE COLLABORA DA OLTRE UN DECENNIO SUL TEMA DEL CREDITO E DELLA FINANZA AGEVOLATA CON CONFIMI APINDUSTRIA, RIVELA UN’OTTIMA PERFORMANCE DELLE IMPRESE BERGAMASCHE SUL FRONTE DELLA RICHIESTA DI RISORSE PER L’ATTIVITÀ RIVOLTA ALL’ESTERO. IL RISULTATO OROBICO È ANCOR PIÙ INTERESSANTE SE SI CONSIDERA CHE MILANO HA UN NUMERO DI IMPRESE DI GRAN LUNGA SUPERIORE A QUELLE DELLA NOSTRA PROVINCIA. “APRIRSI AI NUOVI MERCATI, CERCARE SOLUZIONE ESTERNE AL MERCATO ABITUALE È DIVENTATA UN’AZIONE INDISPENSABILE PER LA SOPRAVVIVENZA DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE MANIFATTURIERE. LA NOSTRA ASSOCIAZIONE - SPIEGA IL PRESIDENTE PAOLO AGNELLI - STA DEDICANDO RISORSE E STRUMENTI PER L’ACCOMPAGNAMENTO ALL’INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE IMPRESE, SIAMO CONSAPEVOLI CHE CHI OPERA ESCLUSIVAMENTE NEL MERCATO INTERNO O NON POSSIEDE CLIENTI ORIENTATI ALL’EXPORT COSTITUISCE UNA FASCIA DEBOLE A RISCHIO DI SOPRAVVIVENZA FUTURA. INIZIATIVE COME QUELLA DI TERNO SONO FATTE PROPRIO PER AVVICINARE LE IMPRESE MANIFATTURIERE SUL TERRITORIO A QUESTI ARGOMENTI CHE, ACCANTO ALL’ESIGENZA DI LIQUIDITÀ, LA FORNITURA DI ENERGIA A TARIFFE AGEVOLATE E LA MANODOPERA QUALIFICATA, COSTITUISCONO ELEMENTI ESSENZIALI PER LE PMI DELLA NOSTRA PROVINCIA”.

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nazionale di un sindacato di imprese, spesso mi devo confrontare con alti funzionari pubblici, dirigenti ministeriali, sottosegretari e figure simili, trovando livelli di incompetenza assoluti: non sempre, sia chiaro, però a volte i miei interlocutori non capiscono nemmeno quanto ci stiamo dicendo”. Stimolato da un discorso di questo tipo, il pubblico ha risposto con un animato dibattito, sollevando in particolare il nodo della rappresentanza, del “partito degli industriali” di cui tanto si parla, anche sollecitando lo stesso Agnelli a fare un passo concreto in questa direzione: “Con la riforma elettorale di Renzi e

lo sbarramento al 5 per cento, credo che la creazione di un vero e proprio partito politico sarebbe densa di incognite - ha replicato Agnelli - se il mondo produttivo

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Il presidente Paolo Agnelli «Quando finirà la crisi? Nel momento in cui torneremo ad assumere Quindi serve un’azione forte per abbassare il costo del lavoro»

Da sinistra Edoardo Ranzini, Paolo Agnelli Corrado Centurelli e Francesco Purificato

intende davvero mobilitarsi in tal senso, forse la strada più facile sarebbe quella degli apparentamenti”. Per concludere, dopo gli interventi del pubblico,

un momento conviviale cui sono stati invitati tutti partecipanti, associati e non, per avvicinare ulteriormente le parti e stringere nuovi legami sul territorio.


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IL DRAGONE IN FUGA DA ZANICA E DA CIFA

UN FUTURO NERO PER QUELLA CHE ERA LA CARPENTERIA SANT’ANTONIO PASSATA NEL 2008 AL COLOSSO CINESE ZOOMLION (MACCHINARI PER L’EDILIZIA) CHE ALL’EPOCA SBORSÒ LA CIFRA RECORD DI 127 MILIONI PER TUTTO IL GRUPPO. ORA SI PARLA DI ESUBERI E DI DELOCALIZZAZIONE

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ono giorni difficili per la ex Carpenteria S.Antonio di Zanica (oggi Gruppo Cifa), controllata dal colosso cinese Zoomlion, 30.000 addetti e un giro d’affari annuo di 10,6 miliardi di euro, intenzionato ora a delocalizzare alcune delle lavorazioni, forse riportandole in patria, nel Celeste Impero. I proprietari hanno deciso inoltre di eliminare 15 dipendenti su 80 nel polo bergamasco (120 esuberi sui 650 dipendenti in Italia) e la trattativa si è aperta in Assolombarda, seguendo un copione ormai noto per le piccole e granci crisi aziendali. Tra l’altro Zoomlion, acquistando la Cifa in blocco nel giugno 2008, aveva mostrato con i fatti di credere fortemente in questa operazione, tanto da sborsare la somma record di 127 milioni di euro. Attualmente il polo di Zanica è indicato come Unità operativa telai e bracci all’interno del gruppo, che ha sede a Milano. Ironia della sorte, ai primi di gennaio è uscito il libro “CIFA, l’anomalia vincente”, edito da Tecniche Nuove in cui l’operazione figura alla stregua di un esempio virtuoso, con tanto di firme eccellenti come quella di Federico Rampini, corrispondente di “Repubblica” da Pechino e New York. Torniamo ora alla vertenza. Secondo fonti sindacali, l’azienda sarebbe in salute, non si è mai fatta cassa integrazione e il premio

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di risultato viene regolarmente versato. Tuttavia il management ha presentato un piano di riduzione di costi, lo spostamento di alcuni prodotti in Cina e 120 esuberi sui 650 dipendenti (un quinto del personale) dei tre stabilimenti presenti in Lombardia: Senago a Milano (390 dipendenti, 75 esuberi), Castiglione delle Stiviere a Mantova (180 dipendenti e 30 esuberi) e appunto Zanica (80 dipendenti e 15 esuberi). Cifa vorrebbe realizzare la riorganizzazione in tempi molto brevi, per poter mantenere ancora livelli di redditività positivi e nello stesso tempo concentrarsi sulle nuove produzioni che per l’Italia risulterebbero produzioni di nicchia, non di larga scala. Per attuare il suo piano, nello stesso tempo, l’azienda vuole operare da subito l’assorbimento dei superminimi che gli operai hanno nelle loro buste paga. “Occorre chiarezza sugli impegni industriali - afferma Nicola Alberta, segretario generale Fim Cisl Lombardia -. Chiediamo inoltre un forte impegno di tutela e salvaguardia dell’occupazione”. Cifa, Compagnia Italiana Forme Acciaio, si occupa della ricerca, progettazione, e produzione di betoniere e pompe per il calcestruzzo, macchinari utilizzati nel settore delle costruzioni.



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CASA DOLCE CASA ANCHE IN VACANZA AUMENTA LA DOMANDA DI SOGGIORNI BREVI PER UNA PLATEA COMPOSTA DA TURISTI STRANIERI, VIAGGIATORI PER LAVORO E PASSEGGERI IN TRANSITO DA ORIO AL SERIO. E A BERGAMO METTE UN PIEDE HALLDIS, OPERATORE ITALIANO LEADER IN EUROPA NELLE LOCAZIONI TEMPORANEE E NELLA GESTIONE DI IMMOBILI PER CONTO DEI PROPRIETARI

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ra Isi e Imu, tra Tasi, Tarsi e tasse varie, anche a Bergamo le case sono un costo. Per non dire della difficoltà di venderle, visto l’andamento del mercato degli immobili che, per il capoluogo (fonte Idealista.it) segnala nell’ultimo anno un calo medio dei prezzi intorno al 13 per cento. Tuttavia il mattone rimane una ricchezza, in particolare se si riesce a metterlo a reddito, non (s)vendendolo, ma

PRESENZE ITALIANI STRANIERI 2007- 2013 600.000 500.000 400.000 300.000 200.000 100.000 0

ITALIANI

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BG città

Prov. STRANIERI

sfruttando la crescente domanda di affitti brevi. E’ con questa premessa che Halldis, operatore italiano leader in Europa nelle locazioni temporanee e nella gestione di immobili per conto dei proprietari, già presente nelle principali città italiane (Roma, Milano, Napoli, Firenze, Bologna, Torino, Venezia), tramite un partner locale avvia la propria attività nel capoluogo orobico e presenta i dati sulla richiesta di soggiorni brevi in città. La gestione nell’area provinciale è affidata a Francesca Scarlatti, che svilupperà l’attività come location manager di Halldis a Bergamo. I dati parlano chiaro: le potenzialità turistiche inespresse di Bergamo sono infinite e quelle degli affitti brevi sono notevoli. Tuttavia c’è ancora molto ritardo. Improvvisarsi gestori della propria casa non è però semplice, considerato anche il mercato di riferimento internazionale. “Proponiamo - afferma Alberto Melgrati, amministratore delegato di Halldis, che dal 1996 è specializzata nella gestione di immobili per conto dei proprietari rivolgendosi in particolare al mercato estero - un processo professionale di gestione delle proprietà che consente di gestire le unità immobiliari per conto dei proprietari, con un servizio a 360 gradi: promozione attraverso canali fisici e online, affitto e contrattualizzazione, manutenzione, pulizia e controllo delle unità, accoglienza dei clienti - italiani e internazionali - provvedimento dei servizi di base e creazione di servizi ad hoc. I proprietari hanno diversi vantaggi: si assicurano la gestione completa dell’appartamento, ma in modo flessibile, possono cioè utilizzare le proprie unità per periodi determinati in caso di necessità. Soprattutto ottengono un reddito, andando a coprire gli oneri e maturando una certa


redditività” Da segnalare che Halldis ha sviluppato nel tempo un sofisticato sistema di marketing in grado di raggiungere la clientela internazionale, derivante dalla confluenza di differenti marchi, canali web, un booking center internazionale in 9 lingue e un’architettura proprietaria di pubblicazione e distribuzione. “Da un lato - aggiunge Melgrati - intendiamo sfruttare il patrimonio immobiliare che c’è già, usarlo al meglio, renderlo volano dell’economia senza dover obbligare a ulteriori investimenti, dall’altro lato contribuire a modernizzare l’offerta ricettiva, adeguandola

maggiormente alle più evolute realtà internazionali e dare una sferzata al turismo, con notevoli vantaggi economici complessivi per tutta l’area” STRANIERI CHIEDONO SOLUZIONI EXTRAALBERGHIERE (+16%) - Secondo il Rapporto dell’Osservatorio Turistico della Provincia di Bergamo, gli ultimi dati indicano in più di 1 milione e 870mila le presenze estere, a fronte di 955mila arrivi. La permanenza media si colloca a 1,9 giorni. La tendenza è quella di privilegiare le strutture non alberghiere (affittacamere, seconde case, residence),

VARIAZIONE % STRUTTURE DI RICEZIONE TRA IL 2007 E IL 2013 (RAPPORTO ANNUALE OSSERVATORIO TURISTICO 2012 PROVINCIA BG)

300 250 200 150 100 50 0 -50

ostelli

B&B

Case vacanze

Alberghi 1-2 stelle

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non solo per ragioni economiche, ma perché garantiscono maggiori flessibilità e privacy rispetto all’albergo. Sempre secondo il medesimo Rapporto, proprio il settore extra-alberghiero nel 2012 ha segnato un deciso incremento complessivo (+5,8%) rispetto al 2011, ben maggiore tra gli stranieri (+16%) che gli italiani (+1,7%).

MANAGER VIAGGIATORI E TURISMO CONGRESSUALE (+37,3%) - Da porre l’accento sul dato in aumento dei manager viaggiatori che gravitano intorno al fitto tessuto imprenditoriale che esprime eccellenze come Brembo, Tenaris, Kilometro rosso, per non dire delle numerose istituzioni finanziarie. Se è vero che gran parte delle aziende sorgono in provincia,

VARIAZIONE % TOTALE POSTI LETTO 2007-2013

(RAPPORTO ANNUALE OSSERVATORIO TURISTICO 2012 PROVINCIA BG)

Alberghi 1-2 stelle

Alberghi 3-4 stelle

Affitta camere

Case vacanze

-50

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50

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250

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L’ANALISI DELLA DOMANDA DIVISA PER SEGMENTI

FAMIGLIE, MANAGER, ITALIANI E STRANIERI: COME ACCONTENTARE OGNI ESIGENZA ESIGENZE

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FLESSIBILITÀ DI RINNOVO PRENOTAZIONE

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i manager, che magari devono fermarsi per più giorni, chiedono di risiedere in appartamenti e case nel centro della città bassa o nella città alta. In evidenza (sempre secondo l’Osservatorio della Provincia) il turismo congressuale, con 299.441 partecipanti presso i vari spazi nel 2012: Centro Congressi Giovanni XXIII, Seminario Vescovile, Ente Fiera Bergamo Promoberg, Casa del Giovane, Università, Centri Congressi di Castione della Presolana e di Selvino. Questo settore ottiene un fortissimo incremento (+37,3%). Non solo, da sottolineare l’incidenza del segmento internazionale (dall’1,8% al 2,8%) e il quasi raddoppio di quello nazionale (dal 17,2% al 36,3%). PRIMA LA GERMANIA, CRESCONO I PAESI

Interessato ad abitare in case del luogo a contatto con la dimensione locale della città

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Aspetto sentito soprattutto dai Manager che possono vedere slittare la propria agenda e aver bisogno di estendere la prenotazione sul proprio alloggio

DELL’EST - Per quanto riguarda la provenienza dei turisti esteri a Bergamo, sempre nel 2012, ciò che colpisce è la varietà dei paesi di provenienza. A fare la parte del leone per presenze è la Germania (8,2%), seguita dalla Spagna (8,2%), dal Regno Unito (7,2%), dalla Francia (6,6%). In crescita le presenze dei paesi dell’Est Europa tra cui spiccano Russia (4,9%), Polonia (3,6%) e Romania (3,5%). Significativo il dato degli Stati Uniti d’America (3,3%). DOMANDA AFFITTI BREVI CRESCE IN ITALIA ED EUROPA - Il quadro bergamasco riflette l’indicazione nazionale. Secondo dati Istat riportati nel Rapporto ONT - Osservatorio nazionale del turismo, degli oltre 48 milioni e 700mila stranieri arrivati in

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Italia nel 2012, oltre 9 milioni e 800mila hanno scelto il soggiorno in strutture extra-alberghiere, con un incremento del 4% sull’anno precedente. Del resto non bisogna dimenticare che il mercato degli affitti brevi in Europa è ancora più sviluppato, conta 42 milioni di viaggiatori e vale 20 miliardi di euro. A fornire questi dati è l’Osservatorio indipendente PhocusWright, secondo cui nel 2011 il 25% dei viaggiatori europei ha scelto per i propri soggiorni appartamenti, case, ville. ORIO AL SERIO, UNA PORTA SUL MONDO - A

determinare la nuova domanda in affitti brevi è anche lo sviluppo dell’aeroporto di Orio al Serio, di cui tanta parte dei passeggeri in transito, in particolare quelli provenienti dal Nord Europa, optano, magari per un soggiorno di uno/due giorni, per l’appartamento in città invece dell’albergo. Nel dettaglio nel 2013 l’aeroporto di Orio al Serio ha mantenuto i suoi 9 milioni di passeggeri, contro un calo medio del 2-3% per la generalità degli scali italiani, assicurando flussi costanti con 120 collegamenti su base annuale, in stragrande maggioranza verso l’Europa e l’Est (Wizzair secondo vettore con 18 destinazioni).

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NON MI PAGHI? TI MANDO LA GDF LA MOSSA ESTREMA DI UN MAITRE BERGAMASCO, CHE HA DENUNCIATO L’EX DATORE DI LAVORO AL COMANDO DELLA GUARDIA DI FINANZA NEL TENTATIVO DI RECUPERARE 93MILA EURO DI STIPENDI ARRETRATI

S

e in Francia la specialità nelle aziende in crisi è prendere in ostaggio i dirigenti, qui da noi si sta affermando una strada diversa, quella di denunciare alla guardia di finanza i datori di lavoro. E’ infatti questa la mossa estrema di un direttore di sala che, nella speranza di ottenere gli stipendi arretrati, ha depositato davanti al comando provinciale delle Fiamme Gialle un vero e proprio atto d’accusa contro

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l’imprenditore per cui lavorava, ipotizzando presunte manovre societarie fraudolente in danno dei creditori. Il denunciante risponde al nome di Fabrizio Buoli, 45 anni, di Seriate, professionista della ristorazione, che vanta a vario titolo 93mila euro (contributi compresi) riferiti al periodo 2008-2013; assistito dall’avvocato Consuelo Locati, il maitre si è quindi recato ai primi di gennaio al comando provinciale della guardia di finanza,


presentando una vera e propria denuncia nei confronti del titolare dell’agriturismo per cui aveva lavorato in questi anni, un imprenditore agricolo 60enne di Cologno. In precedenza, Buoli con altri colleghi aveva tentato la strada del tribunale fallimentare, chiedendo al giudice di insinuarsi in una procedura concorsuale per quasi 1,5 milioni di euro complessivi, tra crediti verso Equitalia (400.000 euro), verso Inps e Inail (230mila), i dipendenti (320mila) eccetera. Tuttavia l’istanza di fallimento è stata rigettata a fine settembre dal tribunale, che classificò l’agriturismo in questione come una società agricola, cioè sottratta alla procedura

di legge: gli agricoltori infatti non falliscono, così come i piccoli imprenditori, le banche, le grandissime aziende (legge Prodi, fallimento pilotato) e gli enti pubblici. La denuncia di Buoli si occupa appunto di questo, sostenendo che la qualifica di impresa agricola sia stata ottenuta con un maneggio, tanto che il riconoscimento della Provincia è arrivato solo 24 ore prima dell’udienza fallimentare, il 24 settembre dell’anno scorso. Inoltre si fa riferimento al verbale della guardia di finanza di Treviglio che, incaricata delle indagini prefallimentari, un anno fa aveva individuato nell’agriturismo una copertura di comodo, mentre l’attività svolta sarebbe stata in effetti di natura commerciale, come un normale ristorante, senza le caratteristiche peculiari del settore. A riprova, si cita poi il verbale di un’ispezione svolta dalla Provincia, secondo cui non venivano rispettati i parametri per la produzione in proprio delle materie prime, per il limite ai giorni di apertura e per il numero massimo di pasti giornalieri. Quanto alla controparte, il titolare dell’agriturismo si è messo nelle mani di un ottimo avvocato, Maria Carmina Gallucci del foro di Milano, presentandosi in aula con una linea di difesa formalmente ineccepibile: si tratta di una società agricola, della vecchia azienda non resta più nulla, ne è stata costituita una nuova con intestatari diversi (la fidanzata e il cugino, secondo la denuncia alla finanza) e tutti i beni sono conferiti in affitto a terzi. L’agriturismo oggetto del contendere è un vero e proprio resort, 23 dipendenti dichiarati, suite con idromassaggio da 210 euro a notte, 250 coperti e una lista dei vini da guida Michelin.

PLAFOND ARRETRATI STRETTE NELLA MORSA TRA LA CRISI E LA PRESSIONE FISCALE, NON C’È DA STUPIRSI SE SONO SEMPRE PIÙ LE AZIENDE CHE FATICANO A SALDARE I DIPENDENTI E I FORNITORI, LASCIANDO PERDERE PER QUESTA VOLTA I PROFESSIONISTI DELLA STANGATA CHE VIVONO ALL’INSEGNA DEL MOTTO: “PAGARE MAI”. A MODO LORO SI SONO MESSE IN PISTA ANCHE LE BANCHE, PER ESEMPIO LA POPOLARE DI BERGAMO, LANCIANDO PROPRIO SOTTO NATALE UNO SPECIALISSIMO PLAFOND TREDICESIME, DESTINATO APPUNTO AD ANTICIPARE LIQUIDITÀ PER METTERLA NELLE BUSTE PAGA DEI DIPENDENTI. MA NEL NOSTRO CASO, QUELLO DELLE AZIONI LEGALI PER GLI STIPENDI ARRETRATI, LE NOTIZIE PIÙ SIGNIFICATIVE ARRIVANO DAI SINDACATI. LA CISL, PER ESEMPIO, TRAMITE L’UFFICIO VERTENZE HA ASSISTITO CIRCA 1.600 PERSONE NELL’ATTIVITÀ DI RECUPERO CREDITI, OTTENENDO DA STIPENDI ARRETRATI CIRCA UN TERZO DEI 16 MILIONI DI EURO PORTATI A CASA COMPLESIVAMENTE. ALLE VERTENZE DI LAVORO LA CGIL HA DEDICATO UN VERO E PROPRIO STUDIO, EVIDENZIANDO COME IL FENOMENO SIA IN CRESCITA E SIA ARRIVATO A RAPPRESENTARE QUASI IL 75% DEI CONTENZIOSI APERTI, CONSIDERANDO IL RECUPERO DEGLI STIPENDI, DEI TFR E DELLE DIFFERENZE RETRIBUTIVE; I SOLI STIPENDI ARRETRATI VALGONO COMUNQUE IL 35% DEL TOTALE. ALL’INTERNO DI QUESTO INSIEME, LA CGIL DICHIARA DI AVERE ASSISTITO CON SUCCESSO CIRCA 1.700 LAVORATORI IN ALTRETTANTE VERTENZE INDIVIDUALI (ESCLUSI FALLIMENTI, LICENZIAMENTI COLLETTIVI, ECCETERA: VALGONO ALTRI 5 MILIONI), METTENDO IN CASCINA CIRCA 3,5 MILIONI DI EURO PER MANCATI PAGAMENTI DI SPETTANZE E PER DIRITTI AL RISARCIMENTO.

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I nostri soldi

IL MUTUO SI MUOVE NELLA FASCIA BASSA IL 2013 SI È CHIUSO IN CRESCENDO TRAINATO DALLE RICHIESTE DI IMPORTO INFERIORE AI 75MILA EURO, ANCHE SE MANCA MOLTA STRADA PER RICUCIRE IL GAP APERTO DALLA CRISI

S

ei mesi consecutivi con il segno più non bastano a chiudere il gap del mutuo casa, che ha sì chiuso il 2013 a passo di carica (+6,5% le richieste a dicembre) ma in netto calo rispetto all’anno prima. Rispetto al 2012, infatti, il trend è ancora negativo del 3,6%, sempre per le richieste, mentre dall’inizio della crisi nel 2008 è stato perfino del 51,3%. La quota di aumento della domanda, poi, è relativa alla

fascia inferiore ai 75.000 euro. Sotto questa soglia, hanno chiesto un mutuo il 2% in più degli italiani rispetto al 2012, pari al 27% dei prestiti erogati. Resta in ogni caso la fascia compresa tra i 100 e i 150.000 euro quella più richiesta (28,8%), mentre la durata maggiormente gettonata è quella compresa tra i 25 e i 30 anni (28,3%) sebbene in calo, rispetto al 2012, di circa il 2 per cento.

DOMANDA DI MUTUI NEL 2013 IL DETTAGLIO PER PROVINCE

BERGAMO BRESCIA COMO CREMONA LECCO LODI MANTOVA MILANO PAVIA SONDRIO VARESE TOT. LOMBARDIA TOT. ITALIA

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VARIAZIONE NUMERO RICHIESTE

VARIAZIONE IMPORTI RICHIESTI

IMPORTO MEDIO RICHIESTO

-3,9% 1,8% -4,7% -4,0% 0,2% -2,6% 3,3% -2,7% -5,8% 6,4% -6,5% -2,8% -3,6%

-6,2% -4,0% -7,1% -6,2% -4,5% -6,3% 1,3% -4,4% -8,9% 1,7% -9,4% -5,3% -6,7%

130.263 127.540 137.979 118.094 124.226 117.686 119.666 145.392 112.894 116.638 130.714 135.544 127.329


Se prendiamo come riferimento il Bollettino di Bankitalia del gennaio 2014, la società di analisi Kìron Partner Spa evidenzia che nel terzo trimestre del 2013 le famiglie italiane hanno ricevuto finanziamenti per l’acquisto dell’abitazione per 4.958,08 milioni di euro, in caduta libera (-7%) rispetto allo stesso trimestre del 2012: in soldoni, si tratta di 373,45 milioni di euro andati persi. Comunque anche Bankitalia evidenzia questo miglioramento del mercato delle erogazioni nell’ultimo scorcio del 2013, nel raffronto con i trimestri precedenti. Dopo il focus su dicembre e l’ultimo trimestre del 2013, proponiamo ora una panoramica sull’ultimo anno grazie all’indagine del Barometro CRIF, che analizza l’andamento delle domande di mutui e prestiti contribuite dagli istituti di credito in EURISC (il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF che raccoglie i dati relativi ad oltre 77 milioni di posizioni creditizie). Emerge che il numero di richieste di mutui nell’arco dell’intero 2013 ha fatto registrare una contrazione del -3,6% rispetto all’anno precedente, anche se a partire dal luglio scorso si è verificata una inversione del trend, con gli ultimi 6 mesi del 2013 che consecutivamente si sono chiusi in positivo. Riguardo ai prestiti (nell’aggregato di prestiti

personali e prestiti finalizzati), invece, l’ultimo mese dell’anno ha fatto registrare una contrazione pari a -11,8% rispetto allo stesso mese dell’ anno precedente, dato che porta la flessione complessiva per l’intero 2013 ad assestarsi ad un –4,7% rispetto al 2012. Nello specifico, la contrazione per i prestiti finalizzati è stata del 5,0% mentre quella per i prestiti personali ha fatto segnare un -4,1% L’atteggiamento estremamente cauto da parte delle famiglie trova riscontro anche nella progressiva diminuzione dell’importo medio delle richieste: relativamente all’intero anno 2013 per i mutui è stato pari a 127.329 Euro contro i 131.445 Euro dell’anno precedente, per i prestiti finalizzati all’acquisto di beni/servizi (quali auto e moto, arredo, elettronica ed elettrodomestici, ma anche viaggi, spese mediche, palestre ecc.) è stato di 4.317 Euro (-10,7% rispetto al 2012) mentre per i prestiti personali è sceso a 11.249 Euro (-8,4% rispetto al 2012). Entrando nel dettaglio, per quanto riguarda la Lombardia dall’analisi di CRIF emerge che la contrazione del numero di domande di mutuo nel corso del 2013 è stata pari a -2,8%, quindi lievemente meglio della media nazionale (che ha fatto segnare un -3,6%), mentre l’importo medio richiesto è risultato pari a 135.544 euro, drogato dai numeri di Milano, in

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calo del 5,3% (contro un più contenuto -3,1% del totale Italia, attestato a 127.329 euro). Nella spaccatura per province spiccano l’andamento in controtendenza di Sondrio, con un +6,4%, Mantova, con +3,3%, e Brescia con +1,8 %, uniche tre a caratterizzarsi per un segno positivo nelle richieste di mutuo. All’estremo opposto, invece, si colloca Varese, con un -6,5% rispetto al 2012, Pavia (-5,8%), Como (-4,7%) e Bergamo (-3,9%). In termini di importo medio richiesto, il più elevato è risultato essere quello della provincia di Milano con 145.392 euro, nonostante un calo del -4,4% rispetto al 2012 di importi richiesti e una flessione del numero di domande del -2,7%. Sempre in termini di importi medi richiesti, con 116.638 euro Sondrio fa segnare un lieve incremento (+1,7%) rispetto al dato dell’anno 2012 così come Mantova (+1,3% e un importo medio pari a 119.666 euro).

DOMANDA DI PRESTITI FINALIZZATI NEL 2013 DETTAGLIO REGIONALE

BERGAMO BRESCIA COMO CREMONA LECCO LODI MANTOVA MILANO PAVIA SONDRIO VARESE TOT. LOMBARDIA TOT. ITALIA

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VARIAZIONE NUMERO RICHIESTE

VARIAZIONE IMPORTI RICHIESTI

IMPORTO MEDIO RICHIESTO

-10,4% -6,9% -4,4% -3,1% -5,4% -6,0% 3,9% -6,8% -6,5% -5,9% -4,2% -6,2% -5,0%

-11,0% -11,6% -5,8% -2,7% -7,5% -8,3% 0,8% -7,0% -10,6% -3,4% -7,4% -7,8% -10,7%

4.951 4.849 6.049 5.371 5.419 5.102 5.115 4.658 6.082 5.856 5.544 5.044 4.317


DOMANDA DI PRESTITI PERSONALI NEL 2013 SUL MERCATO IMPORTI SEMPRE PIÙ BASSI

BERGAMO BRESCIA COMO CREMONA LECCO LODI MANTOVA MILANO PAVIA SONDRIO VARESE TOT. LOMBARDIA TOT. ITALIA

VARIAZIONE NUMERO RICHIESTE

VARIAZIONE IMPORTI RICHIESTI

IMPORTO MEDIO RICHIESTO

-9,6% -10,7% 1,0% -5,6% -2,9% -6,3% -3,7% -7,8% -5,4% -3,7% -7,3% -7,2% -4,1%

-12,3% -15,7% -8,1% -9,0% -6,5% -4,4% -11,9% -10,0% -6,7% -10,6% -9,8% -10,5% -8,4%

11.879 11.376 11.173 11.369 10.976 12.084 10.226 11.133 11.352 11.177 11.393 11.263 11.249

Guardando ai prestiti, invece, il Barometro CRIF mette in evidenza come la Lombardia nel 2013 abbia fatto segnare una contrazione complessiva del -6,2% nella domanda di prestiti finalizzati e del -7,2% per quelli personali, con una performance peggiore rispetto al dato nazionale. In termini di importo richiesto, inoltre,

in Lombardia la media è stata pari a 5.044 euro per i prestiti finalizzati (-7,8% rispetto al 2012) e di 11.263 euro per quelli personali (-10,5%). Unici casi tra tutte le province lombarde, Mantova mostra un incremento nel numero di richieste di prestiti finalizzati (+3,9%), mentre è Como a far segnare una crescita del +1,0% per quelli personali. La contrazione più consistente, al contrario, è quella registrata rispettivamente a Bergamo (-10,4%) per i prestiti finalizzati e a Brescia (-10,7%) per quelli personali. In termini di importo medio, infine, relativamente ai prestiti finalizzati il record spetta a Pavia, con 6.082 euro (abbondantemente sopra sia alla media regionale sia a quella nazionale ma anche -10,6% rispetto al 2012), e a Lodi per i prestiti personali, con 12.084 euro (con una contrazione però del -4,4% rispetto al dato 2012).

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di Claudio Rossi

Finanza indipendente

CINQUE ANNI DI CRISI LOMBARDA IL BOLLETTINO STATISTICO PUBBLICATO TRIMESTRALMENTE DALLA BANCA D’ITALIA, CI AIUTA A CAPIRE COSA È ACCADUTO A BERGAMO ED IN LOMBARDIA NELL’ULTIMO QUINQUENNIO

“M

ala tempora currunt” e sebbene serpeggi una visione “peiora parantur” alcune volte la lettura attenta di certe statistiche economiche, tra le tante conferme, ci riserva anche qualche gradita quanto inattesa sorpresa. E’ questo il caso che emerge dalla comparazione dei principali dati economici rilevati dal Bollettino Statistico della Banca d’Italia pubblicato nell’ultimo trimestre dell’anno 2013 con quello dello stesso periodo dell’anno 2008, annus

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horribilis per l’aver visto scoppiare la crisi finanziaria mondiale che tanto ha fatto scrivere e dibattere. Tra le conferme al sentito comune si possono rilevare sostanzialmente due aspetti che investono soprattutto il mondo delle banche sia in termini di capillarità che di appoggio creditizio alle imprese. Infatti se andiamo ad esaminare la nostra provincia si puo’ rilevare che, specialmente le grandi banche per azioni e le banche estere, hanno posto in essere le economie di costi riducendo di molto la loro presenza in termini di sportelli che da 544 del 2008 oggi se ne contano più di 40 di meno. Di converso, pero’, è interessante notare che la crisi ha spinto sull’acceleratore delle piccole realtà popolari e cooperative che con la loro crescita di presenze hanno contribuito a mantenere stabile la capillarità della presenza sportelli nella bergamasca a poco meno di 750 punti vendita totali. Anzi se andiamo a guardare il numero dei comuni serviti da almeno una agenzia si può rilevare che lo stesso si è addirittura incrementato di 14 nuovi municipi serviti. Altra parziale conferma la tocchiamo quando esaminiamo la massa di crediti erogati dalle banche


e dagli intermediari finanziari non bancari. Nella nostra Regione, nel quinquennio trascorso, la massa di crediti accordati si è mantenuta pressocchè stabile ad un livello di circa 462 miliardi di euro. La vera differenza sta nel fatto che a fronte della crescita di circa 34 miliardi di euro nelle famiglie consumatrici e produttrici, tutti gli altri comparti, imprese ed enti, hanno subito una consistente contrazione. Segno che la compagine societaria, autonoma patrimonialmente dall’imprenditore, non è sufficientemente apprezzata dai creditori in tempi di crisi. Aspetto positivo emerge dal dato di “fido medio accordato dalla prima banca”. Quest’ultimo permane superiore al 60%, confermando una sostanziale stabilità di fiducia verso l’affidato dal primo affidante. Se poi dovessimo pensare che “grande sia bello” come andava di moda dibattere qualche tempo fa, il confronto del numero degli affidati e degli affidamenti relativi alle imprese con “accordato” da 5 a 25 milioni di euro ci riporterebbe immediatamente alla realtà con l’apprendere che delle 9.033 aziende lombarde registrate nel 2008 oggi sono ridotte a circa 8.549 e che

dai 90,6 miliardi di euro di linee di credito accordate del 2008 oggi sommano a circa 71,9 miliardi. Le ultime due riflessioni sono riservate la prima alle sofferenze che è proprio il caso dire “galoppano” oggi alla media di quasi 10.000 nuovi incagli per quasi 2 miliardi di euro a trimestre contro i quasi 6.000 nuovi incagli per circa 400 milioni di euro del 2008 e la seconda ai depositi attivi delle famiglie e delle imprese. Qui la sorpresa è evidente e appare quasi un attestato al vecchio adagio “azienda povera ed imprenditore ricco”. Infatti se andiamo a confrontare il dato di banca d’Italia per la massa di depositi e di titoli detenuta dalle famiglie e dalle imprese nella nostra Regione nel 2008, ovvero circa 550 miliardi di euro, con l’attuale, ovvero circa 900 miliardi di euro, non si puo’ fare a meno di fermarci a riflettere meglio sulle determinanti e gli effetti reali di questa crisi, che a fronte di tutto questo, appare sempre di più difficile interpretazione. Sarà forse anche per questo motivo che proprio recentemente la stampa annunciava “L’indice della Borsa di Milano è tornato a 19.875 punti sotto quota 20.000, che ieri aveva superato per la prima volta dal luglio 2011”.

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L’OPINIONE

LA SICUREZZA IN CITTÀ E IL PROGRAMMA DI GORI

C

aro Gori, non si strumentalizzano i volontari. Ho letto con stupore la Sua prima uscita come candidato sindaco sul tema sicurezza, dopo le Sue recenti ammissioni di non aver ricette in merito, a una settimana di distanza da tali affermazioni, si ravvede e propone le stesse ricette che questa amministrazione ha già avviato da tempo quali: il potenziamento del Nucleo Intervento Sicurezza Urbana, da noi costituito (ricordo a tal riguardo che lo scorso anno sono stati assunti 5 nuovi agenti finalizzati a tale obiettivo), il coordinamento con le altre forze dell’ordine, cresciuto negli ultimi anni e la recente collaborazione con i City Angels (che segue altre collaborazioni avviate con associazioni quali i Rangers d’Italia, i Carabinieri e i Finanzieri in congedo). Paradossale è la critica che rivolge a questa amministrazione circa il mancato sostegno all’Associazione City Angels, tale che non consentirebbe ad essi di crescere. So che li ha recentemente contattati e questo è ancora più grave in quanto non può non sapere che la stessa Associazione a soli

BANDERA SUI VIGILI DÀ PROPRIO I NUMERI

Egregio direttore, dopo aver letto il botta e risposta fra Giorgio Gori e il magoassessore Bandera in merito al potenziamento del Nucleo Intervento Sicurezza Urbana, sono a chiederle ospitalità per ricordare qualche numero. Ho definito “mago” l’Assessore Bandera perché è da quasi 5 anni che, periodicamente, questa amministrazione si vanta di aver aumentato il numero degli agenti e, per non smentirsi, anche in questa lettera il mago Bandera afferma che lo scorso anno sono stati assunti altri 5 nuovi agenti. Considerando che il dato di partenza (al termine dell’amministrazione di

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due mesi dalla sua costituzione a Bergamo e dal convenzionamento con il Comune, è già più che triplicata come numero di volontari, ha aumentato la sua presenza sul territorio e a breve avrà una sede vicino alla stazione. Chi mi conosce sa che amo il confronto anche duro se fatto in maniera leale e corretta sui contenuti, diversamente non sopporto che si utilizzino in maniera strumentale i volontari che sono lontani dalle logiche politiche e che dedicano il loro prezioso tempo a disposizione delle persone bisognose. Stia quindi tranquillo che fino all’ultimo giorno di mandato il nostro impegno verso le associazioni di volontariato tutte sarà massimo, piuttosto se vuole fare qualcosa di concreto per la sicurezza a Bergamo si preoccupi di più di convincere i suoi colleghi di partito, che governano a Roma, ad evitare i continui provvedimenti svuota carceri, i tagli alle forze dell’ordine e i sempre più stringenti vincoli imposti ai comuni nella spesa e nell’assunzione di nuovi agenti di Polizia Locale. Cordialmente

centrosinistra con Bruni) era di 183 agenti (178,2 considerando i part-time) e considerato che, in questi anni, a detta di Bandera (oggi) e di Invernizzi (prima), il numero di agenti è in continuo e costante aumento, secondo voi quanti sono, alla data odierna, gli agenti di Polizia Locale in servizio presso il Comune di Bergamo? Vi propongo tre possibilità: 178 - 188 198 ? La risposta giusta è 178 (173, 4 considerando i part-time) ovvero 5 agenti in meno rispetto alla passata amministrazione (e, se vogliamo essere pignoli, 1 in meno rispetto ai 179 di quando c’era Veneziani). Ovvero, ad oggi, abbiamo il numero più basso di agenti degli ultimi 10 anni! Come non definire, quindi, un vero e proprio mago il nostro Assessore che, a forza di assumere e

assessore Massimo Bandera

far credere all’opinione pubblica di aver aumentato e potenziato la polizia locale si trova oggi con meno agenti di 5 anni o 10 anni fa? Egr. Assessore Bandera, a cui piace (per sua stessa ammissione) anche il “confronto duro se fatto in maniera leale e corretta” (sono parole sue), i numeri non mentono e affermano esattamente il contrario di quanto Lei continua a volerci far credere... Cordialmente, Simone Paganoni Consigliere Comunale di Bergamo

PIROVANO ROMANÒ E LA DESTRA

La revoca delle deleghe all’assessore provinciale Pietro Romanò da parte del presidente uscente

della Provincia di Bergamo è la cartina tornasole di un mandato. Illustra chiaramente a tutti le ragioni, la trama intima e lo stile di un governo. Prudenza e senso politico avrebbero consigliato ad Ettore Pirovano, a poco più di tre mesi dalla scandenza del suo incarico, di non dare seguito com’era pienamente e realisticamente in suo potere fare - alla richiesta evidentemente pretestuosa del capogruppo provinciale di Forza Italia. Il voto in Consiglio era stato lasciato libero e solo 12 consiglieri su 36 avevano votato a favore della scelta di aumentare la tariffa dell’acqua. Dei temi del ciclo integrato delle acque (acquedotti, fognature, depuratori e bollette) inoltre tutti sanno che per quattro anni si è sempre occupato direttamente il Presidente della Provincia, intervenendo di persona alla Conferenza dei sindaci e ai vari appuntamenti. Dunque la decisione di fare pagare ancora una volta il servizio ai cittadini, con l’aumento delle imposte, senza approfondire gli argomenti e gli strumenti indicati da un rilevante numero di sindaci bergamaschi non può che ricadere amministrativamente e politicamente quasi esclusivamente su di lui. Ma l’assessorato all’Ambiente evidentemente è strategico e in gioco vi sono temi sensibili che chiedono “mani libere”, fosse solo - viene da pensare - per i tre mesi finali. Argomenti che avrebbero consigliato, un altro al suo posto, ancora più prudenza e il mantenimento in carica del suo assessore. Senso di governo, interesse e vera


conoscenza del territorio, rispetto dei collaboratori, attenzione a tutte le componenti politiche, considerazione del voto e dei sentimenti dei cittadini avrebbero altresì consigliato perlomeno cautela. Prendiamo atto che non è stato così. Angelo Capelli Consigliere regionale

PIROVANO ROMANÒ E LA SINISTRA

In merito alla cacciata dell’assessore all’ambiente Pietro Romanò dalla Giunta della Provincia di Bergamo, alcune considerazioni da un osservatore interno. 1) Chi è il responsabile principale delle figuracce fatte dall’Amministrazione provinciale nell’anno 2013 (per non tornare troppo indietro nel tempo)? Parlo di piano cave, di tariffe dell’acqua, della vicenda paradossale del Piano Faunistico Venatorio dove i consiglieri di maggioranza hanno clamorosamente bocciato la disposizione sostenuta dal presidente e dall’assessore Cottini, dell’assenza di interlocuzione con i comitati di cittadini presenti sul territorio in merito a problemi di inquinamento ambientale e di realizzazione di opere inutili, del dimissionamento del competente assessore al lavoro Enrico Zucchi. E qui mi fermo. Il responsabile ha un nome e cognome: Ettore Pirovano, presidente della provincia di Bergamo dal 2009, leghista, ex senatore della Repubblica. 2) Il nostro si accorge solo oggi, gennaio 2014, che l’ex assessore Romanò è stato paracadutato a Bergamo direttamente dall’ultimo

piano del Pirellone? Si accorge solo oggi che sul piano cave siamo ormai fuori tempo massimo? 3) Le più scottanti questioni di competenza dell’assessorato all’ambiente in questi cinque anni sono state gestite, almeno pubblicamente, dal suddetto presidente. Quindi, anche sulla pasticciata conduzione della vicenda Uniacque la responsabilità principale non è di Romanò. 4) La nuova Forza Italia in consiglio provinciale ha colto al volo l’occasione per praticare una squallida rappresaglia nei confronti dell’anello più debole della Giunta e per liberare un posto. La colpa di Romanò è, non la sua incapacità a governare i problemi del territorio, ma avere scelto Formigoni e non Berlusconi. 5) Infine, l’attribuzione della delega all’ambiente al senatore e assessore all’agricoltura (altro assessorato che si è dimostrato particolarmente efficiente!) Enrico Piccinelli, porterebbe a considerare più opportuna l’abolizione del Senato piuttosto che delle Province. Conclusione: l’episodio della liquidazione di Romanò testimonia il fallimento amministrativo e politico della giunta Pirovano. Chi si dovrebbe dimettere per manifesta inadeguatezza a governare (e a mantenere coesa e motivata la propria maggioranza) è lui. In cinque anni, ha prevalentemente dimostrato attitudine all’esternazione di giudizi arbitrari su vari componenti della giunta e del consiglio provinciale. Parlare chiaro, per il nostro presidente, significa trattare con arroganza chi

ha lavorato in questi anni per lui. E non assumersi le responsabilità che principalmente sono sue. Paolo D’Amico consigliere provinciale Sinistra per Bergamo

LE MUTANDE DEL VESCOVO

Quando l’urlo supera la soglia del dolore diventa insopportabile. Anche peggio se è quello dei prepotenti. L’urlo umano è legittimo da parte dei deboli contro gli oppressori, delle vittime contro i carnefici, degli uomini oppressi contro i gestori dello Stato, dei tartassati contro il fisco esoso, sproporzionato e ingiustificato rispetto alle contropartite. L’urlo è l’ultima irrazionale reazione dell’essere umano impotente di fronte all’angheria. Se sei un oppressore non hai diritto all’urlo dell’oppresso. Se sei un privilegiato fiscale, un evasore legalizzato, se vivi di soldi pubblici non ti appartiene quell’urlo. Un giornale clericale pubblica una rubrica intitolata “L’URLO” che si permette di contestare a Cota, presidente del Piemonte, un paio di mutande, quando lo stipendio dei cardinali o, se preferite, delle loro indennità di carica, non solo è pagato integralmente dai contribuenti della Repubblica, ma è parimenti esentasse. L’apparato clericale italiano costa più del doppio dell’intero sistema politico-istituzionali del Paese. Pertanto, a meno che i cardinali non portino le mutande, anche la biancheria intima dei principi della Chiesa e non solo un paio di mutande porpora - è pagata

con italianissimo denaro pubblico. Il fatto che ciò sia legale non significa che sia anche morale e l’urlo del clericale diventa allora quello dell’oppressore che abbisogna di uno sfogo nell’atto di compiere la propria nefandezza, congiuntamente all’esaltazione della pagliuzza nell’occhio altrui ignorando totalmente la trave conficcata nel proprio. Contro la memoria corta si rammenta che l’art. 17 del Trattato del 1929 tra lo Stato italiano e la Santa Sede, tuttora in vigore, statuisce, ovviamente in nome della Santissima Trinità: «Le retribuzioni, di qualsiasi natura, dovute dalla Santa Sede, dagli enti centrali della Chiesa Cattolica e dagli enti gestiti direttamente dalla Santa Sede anche fuori Roma, a dignitari, impiegati e salariati, anche non stabili, saranno nel territorio italiano esenti, a decorrere dal 1° gennaio 1929, da qualsiasi tributo, tanto verso lo Stato quanto verso ogni altro ente». Sic stantibus rebus - il latino è d’obbligo - di che mutande vogliamo parlare? Forse della portata reale della convenzione burla tra la Città del Vaticano e l’Unione europea in tema di antiriciclaggio, che vale per lo Stato del Vaticano che l’ha sottoscritta, ma non per la Santa Sede, universalmente sovrana anche in materia di capitali che, nell’era della telematica non hanno di fatto un luogo fisico dove dimorare, ma sono sostanzialmente nell’etere, al pari delle onde di Radio Vaticana. Gisberto Magri

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Camera di Commercio

FAVORIRE L’INNOVAZIONE PER LA CRESCITA DELLE IMPRESE E DEL TERRITORIO DIVERSI I PROGETTI E LE INIZIATIVE DELL’AZIENDA SPECIALE BERGAMO SVILUPPO NATI ED EVOLUTI NEL TEMPO PER ACCOMPAGNARE LA CRESCITA DELLE AZIENDE LOCALI

P

ossedere capacità innovativa è considerato un elemento chiave sia per un’azienda, che riesce così a competere in modo migliore sul mercato di riferimento, sia per un territorio, perché rappresenta uno dei fattori che determinano lo sviluppo e il “benessere” dell’area di riferimento. Questo concetto, ossia che il grado di efficienza e di competitività di un’impresa, di un’area e di un Paese, dipende in modo significativo dalla capacità di “generare innovazione”, è emerso con evidenza negli ultimi anni. L’Italia, come si sa, è caratterizzata da un’elevata presenza di imprese di piccole-piccolissime dimensioni, che purtroppo mostrano una bassa tendenza all’innovazione, soprattutto se confrontate con imprese di uguali dimensioni di altri Paesi europei (es. Svezia, Germania e Danimarca). La piccola dimensione e la scarsità di risorse disponibili sono elementi che incidono sulla capacità delle nostre imprese a mantenere/migliorare la propria competitività, soprattutto in tempi di crisi come quella che stiamo vivendo ormai da tempo. Se è vero che la Commissione Europea, per rilanciare l’economia del vecchio continente, individua alcuni punti utili come aumentare la spesa per la ricerca e lo sviluppo dei Paesi membri o sviluppare forti legami tra sistema delle imprese e mondo della ricerca, è anche vero che a

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livello di singoli territori, e Bergamo non fa eccezione, si può cercare di generare occasioni favorevoli per diffondere la propensione all’innovazione. Tra i soggetti che possono giocare un ruolo chiave su questo tema c’è anche l’Azienda Speciale Bergamo Sviluppo (www.bergamosviluppo.it), la cui mission include ormai da 2 anni anche l’innovazione, ambito sempre più di interesse per le MPMI (micro, piccole e medie imprese), la cui “capacità innovativa” ha però bisogno di essere adeguatamente guidata e “costruita”. “Bergamo Sviluppo - sostiene Maria Teresa Azzola, delegata all’innovazione dell’Azienda Speciale - sta lavorando per giocare un ruolo sempre più importante per diffondere, sviluppare e radicare la propensione all’innovazione tra le imprese locali, supportandole con progetti specifici per migliorare la propria competitività. L’Azienda Speciale può davvero diventare un “facilitatore” per l’implementazione di processi di innovazione nelle sue diverse accezioni”. Tra i progetti che Bergamo Sviluppo mette a disposizione delle imprese che intendono portare cambiamenti innovativi al proprio interno per ottenere migliori performance, ricordiamo ad esempio il progetto “Innovation: the profitable implementation of


ideas”, di cui è appena stata avviata la terza edizione, nell’ambito della quale, nel 2014, verranno realizzate una serie di attività, sempre rivolte alle imprese, in 3 differenti aree: innovazione, internazionalizzazione e aggregazione. “Le prime 2 attività che andremo a realizzare nell’ambito del progetto - precisa il Direttore di Bergamo Sviluppo Cristiano Arrigoni - saranno uno “Short Master in internazionalizzazione d’impresa”, della durata di 56 ore in avvio il prossimo 19 febbraio, nel corso del quale verranno analizzati i diversi aspetti che l’impresa che decide di avviare un processo di internazionalizzazione deve affrontare (termine iscrizioni: 10 febbraio, consultare il sito per le modalità di iscrizione) e 60 check-up aziendali per realizzare successivamente 60 interventi di consulenza mirata gratuita nelle 3 differenti aree oggetto dell’iniziativa (termine iscrizioni: 14 febbraio). Per realizzare le attività seminariali, formative e consulenziali destinate alle imprese anche quest’anno il progetto si avvarrà del supporto tecnico dell’Università di Bergamo e di Nibi - Nuovo istituto di business internazionale che fa capo a Promos - Azienda della Camera di Commercio di Milano per l’internazionalizzazione”. “Queste collaborazioni rappresentano la modalità d’azione di Bergamo Sviluppo - dichiara Angelo

Carrara, Presidente dell’Azienda Speciale - che sta costruendo relazioni collaborative con specialisti già attivi sul territorio locale o regionale: è il caso ad esempio dell’Università, sia essa la facoltà di Economia o quella di Ingegneria, di Promos con Nibi, della rete dei mandatari piuttosto che del Cea (Centro di Etica Ambientale) solo per citarne alcuni. Così come le imprese devono essere dinamiche e non statiche per stare sul mercato, anche noi dobbiamo “aprirci” al territorio, e stringere alleanze e collaborazioni con quanti possono rendere il nostro cammino più funzionale alla attuale mission”. Strettamente connesso all’innovazione è poi il tema della Proprietà Industriale, che Bergamo Sviluppo diffonde tra le imprese attraverso il progetto “Tutela e valorizzazione della Proprietà Industriale a supporto dell’innovazione e della competitività delle MPMI bergamasche”. Il progetto mette a disposizione delle micro, piccole e medie imprese locali una serie di servizi informativi e consulenziali, ma anche iniziative seminariali aventi l’obiettivo di fornire conoscenze, metodologie e strumenti tecnici di base necessari alla comprensione del complesso argomento della PI. In particolare il servizio offerto

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dallo Sportello per la Valorizzazione della Proprietà Industriale (PI) è ormai un servizio continuo: per tutto l’anno le imprese interessate ad ottenere informazioni e pareri tecnico-scientifici in tema di PI e brevettazione possono fissare un appuntamento gratuito con gli esperti dello sportello, che riceve, in orario 14-17, ogni primo mercoledì del mese nella sede di Bergamo Sviluppo (in via Zilioli 2 a Bergamo) e nelle date del 19 febbraio e del 26 marzo a Dalmine, nella sede di Bergamo Sviluppo interna al Point - Polo per l’innovazione tecnologica. “Nella valutazione di un’impresa - sottolinea Gianluigi Viscardi, vicepresidente di Bergamo Sviluppo - l’importanza degli asset intangibili protetti da PI, come invenzioni, design e marchi, è cresciuta negli ultimi 10 anni. Per molte imprese le attività immateriali rappresentano oltre il 50% del valore della società e quelle che gestiscono la propria PI come un patrimonio finanziario hanno performance che superano fino al 30% quelle delle altre imprese. Ecco perché abbiamo voluto realizzare un progetto espressamente dedicato a supportare i bisogni delle aziende in tema di individuazione, tutela e valorizzazione della PI”.

Veloce nelle PMI”, giunto alla 6a edizione, le imprese locali hanno la possibilità di sviluppare o sperimentare al proprio interno progetti di innovazione, grazie al supporto fornito da un “team dedicato”, composto da un consulente senior e da uno studente universitario: i primi “portano” in azienda l’esperienza, i secondi la creatività, la freschezza e la voglia di mettersi in gioco, per sperimentare quanto appreso nel proprio percorso di studi. Anche nel 2014 saranno 20 le imprese che potranno aderire all’iniziativa (si stanno raccogliendo le adesioni), che potranno beneficiare di 48 ore di consulenza per realizzare il proprio percorso di “sviluppo veloce”, e 20 saranno anche gli studenti che potranno fare la prima esperienza professionale direttamente sul campo, misurandosi con il “vero clima aziendale”. “Un progetto questo - sottolinea Lucio Cassia, membro del CTS di Bergamo Sviluppo - che scommette sui giovani, favorendo la loro entrata nel mondo del lavoro. Fondamentale il ruolo del consulente che da un lato porta la sua esperienza professionale al servizio del progetto aziendale, ma che diventa anche “formatore-accompagnatore” degli studenti partecipanti all’iniziativa”.

Aderendo invece al progetto “Sviluppo Competitivo

Anche la nuova imprenditorialità risulta sempre


più orientata all’innovazione e alle tecnologie: la conferma arriva anche quest’anno dalle selezioni in corso per aderire alla nuova annualità del progetto “Incubatore d’Impresa”, dove il web 2.0, l’ecommerce e l’attenzione alla sostenibilità la stanno facendo da padrone. Per offrire servizi ad hoc e un

ambiente sempre più dinamico e stimolante per i futuri imprenditori, il progetto, che ricordiamo favorisce l’avvio di nuove imprese mettendo a disposizione spazi di lavoro e servizi di accompagnamento e formazione, è stato spostato, con alcune novità, nella sede di Bergamo Sviluppo al Point di Dalmine. Due le sezioni previste dell’iniziativa, la prima dedicata al terziario e la seconda dedicata invece al manifatturiero. Il progetto è rivolto ad aspiranti imprenditori, start up innovative iscritte alla specifica sezione del Registro Imprese della CCIAA, microimprese o lavoratori autonomi attivi da non oltre 12 mesi (limite valido solo per iniziative del terziario), che operano in attività a carattere innovativo (per informazioni consultare il sito www.incubatore.bergamo.it). “L’Incubatore d’Impresa - concludono infine Giorgio Ambrosioni e Alberto Brivio, delegati alla creazione d’impresa di Bergamo Sviluppo - si sta sempre più caratterizzando per l’innovatività delle idee imprenditoriali che anno dopo anno vi si insediano: per sostenerne concretamente la progettazione, l’avvio e l’approdo sul mercato diventa quindi importante sia offrire servizi ad hoc, come quelli offerti dagli Sportelli Punto Uni, Valorizzazione della PI o dal nuovo Sportello Banche dati tecnologiche, tutti concentrati proprio a Dalmine, sia potenziare o innescare sinergie con la vicina Università, in particolare la Facoltà di Ingegneria, con centri di ricerca o parchi scientifici, come ad esempio si è fatto con MaTech, divisione del Parco Scientifico e Tecnologico Galileo di Padova, con la quale è in atto una collaborazione per la diffusione delle informazioni sui materiali innovativi. Solo così offriremo agli startupper opportunità sempre maggiori”.

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Smart city

L’AMORE ELETTRICO SEMPRE PIÙ AUTO ECOLOGICHE NEL PARCO MEZZI CIRCOLANTE BERGAMASCO: È QUESTA NICCHIA A TRAINARE I PRIMI, TIMIDI SEGNALI DI RIPRESA

M

entre il mercato dell’auto sembra avere faticosamente arrestato l’emorragia in atto, può essere interessante vedere quali sono i fattori di tenuta, e quali i punti di debolezza delle quattro ruote. In primo luogo, è sempre più netta l’affermazione delle auto ecologiche, mentre si accentua la frenata delle

più inquinanti, a cominciare dai diesel, che mantengono comunque il primo posto nelle immatricolazioni. Un quadro che rafforza la riduzione della densità di circolazione rispetto al livello nazionale: se a Bergamo ci sono 1,73 abitanti per autovettura (dato provinciale: 1,65 nel capoluogo), in Lombardia sono 1,67 e in tutta Italia

RAPPORTO PARCO CIRCOLANTE/ABITANTI IN CITTÀ E PROVINCIA Popolazione Provincia AL 31.12.2012 AL 31.12.2008 AL 31.12.2004 AL 31.12.2000

1.094.062 1.064.483 1.022.428 974.000

Autovetture circolanti

Densità di circolazione*

Comune capoluogo

Provincia

Comune capoluogo

Provincia

Comune capoluogo

115.072 112.818 116.510 117.000

633.865 612.637 571.639 530.385

69.861 71.146 71.829 70.744

1,73 1,74 1,79 1,84

1,65 1,59 1,62 1,65

* numero abitanti per autovetturra

IL PARCO CIRCOLANTE OGGI IN PROVINCIA PER ALIMENTAZIONE E CLASSE DI EMISSIONI EURO 0 EURO 1 EURO 2 EURO 3 EURO 4 EURO 5 EURO 6 BENZINA BZ/GPL BZ/METANO GASOLIO ALTRE TOT. PROVINCIA DI BG

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39.421 15.106 68.588 61.548 118.966 2.616 803 2.462 1.851 19.983 306 130 561 581 5.571 9.419 2.437 21.190 74.465 98.808 22 1 0 22 1 51.784 18.477 92.801 138.467 243.329

40.897 4.294 2.821 40.716 1 88.729

48 162 0 210

Non identif. 65 1 1 1 68

Totale

%

344.639 54,4 32.010 5,0 9.970 1,6 247.198 39,0 48 0,0 633.865 100,0


1,61. La cifra che spiega quanto questa tendenza si sia affermata, è la differenza tra le auto che si vendevano nel 2010 rispetto al 2013: prendendo in esame il mese di gennaio, il dato è sceso dalle 4.474 immatricolazioni provinciali del gennaio 2010, alle 2.006 di gennaio 2013 (-55%). Un vero e proprio tracollo certificato anche a livello regionale, dove la riduzione è stata di 135mila automobili vendute. La prima causa è la crisi economica, cui le case produttrici hanno peraltro risposto anche abbassando le cilindrate e contenendo i prezzi, tuttavia non vanno dimenticati le spese di manutenzione, l’assicurazione, eccetera. Il dato delle immatricolazioni, infatti, deve essere letto anche in un quadro più ampio: ovvero la riduzione del parco circolante, là dove i servizi pubblici riescono a dare una risposta alla domanda di

mobilità. Una tendenza che si nota soprattutto a Bergamo città, scesa a 69.861 vetture nel 2013, contro le quasi 72mila (71.829 unità) del 2004, mentre in provincia assistiamo viceversa al record di 633.865 auto circolanti, contro le 571.639 del 2004 (62.226 unità: +10,8%). Possiamo aggiungere che la retromarcia di Bergamo capoluogo ha molti punti in comune con quanto sta accadendo a Milano (oltre 200mila auto in meno in vent’anni: dai 922.040 mezzi privati del 1990, ai 716.094 del 2013) ma negli ultimi vent’ anni in Lombardia le auto sono aumentate di molto, passando da 4,8 milioni a 5,8, mentre in tutto il paese si sono riversati 10 milioni di mezzi in più. Per quanto riguarda la città di Bergamo, il fenomeno di riduzione del parco circolante è l’effetto di una trasformazione lenta e in questo senso non certamente di politiche urbane, visto che il Piano urbano dei trasporti (PUT) ha mantenuto l’impostazione delle porte aperte, con poche zone a traffico limitato. Tuttavia il segmento delle ibride registra effettivamente un aumento, per quanto si parli di una nicchia, come testimonia il raddoppio abbondante (+113%) delle immatricolazioni cittadine: erano 37 nel 2010 e sono diventate 79 a fine 2013. Il fenomeno esce ingigantito se guardiamo a tutta la provincia dove, nell’ultimo anno, si è immatricolata un’ibrida al giorno: le 353 unità del 2013 si contrappongono alle 136 del 2010, con un saldo pari a +159 per cento.

LA CITTÀ È PIÙ ECOLOGICA DELLA MEDIA PROVINCIALE Provincia

%

Comune capoluogo

%

EURO 0 EURO 1 EURO 2 EURO 3 EURO 4 EURO 5 EURO 6 Non identificato TOTALE

51.784 18.477 92.801 138.467 243.329 88.729 210 68 633.865

8,2 2,9 14,6 21,8 38,4 14,0 0,0 0,0 100,0

6.670 1.980 8.984 13.267 27.549 11.357 39 15 69.861

9,5 2,8 12,9 19,0 39,4 16,3 0,1 0,0 100,0

EURO 0,1,2 EURO 3 EURO 4,5,6

163.062 138.467 332.268

25,7 21,8 52,4

17.634 13.267 38.945

25,2 19,0 55,7

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BG ART DOSSIER Titolo dell’evento: “Mestieri e tradizioni dell’Italia dal dopoguerra ai nostri giorni” mostra fotografica di Pepi Merisio e Laboratorio Didattico fotografico per bambini e ragazzi dai 5 ai 13 anni per informazioni telefono 035.231332 Sede: Galleria Ceribelli - via San Tomaso, 86 - Bergamo Durata della mostra: 25 Gennaio - 05 Aprile 2014 Orario: 10.00-12.30 / 16.00-19.30 chiuso domenica e lunedì

Titolo dell’evento: Le Re / citazioni di Madame “Baby, your love shot me down” Artista: Madame Titolo dell’opera: Street past up, Paris, France Sede: Traffic Gallery di Roberto Ratti / Contemporary Art via San Tomaso, 92 - Bergamo Durata della mostra: 08 Febbraio - 08 Aprile 2014 Orario: da martedì a sabato 11.00-13.00 / 16.00-19.00

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Titolo dell’evento: PERLE “Giocose Armonie” Artista: scultore Bruno Lucchi Sede: Franca Pezzoli Arte Contemporanea via Mazzini, 39 a Clusone Durata della Mostra: 07 Dicembre 2013 - 28 Febbraio 2014 Orario: tutti i giorni 10.00 - 12.30 / 16.00 - 19.30 chiuso il mercoledì



BG ART DOSSIER

Artista: Collettiva di Carlo Previtali Titolo dell’opera: MIMESI Sede: Spazio arte via Moroni 16/a Bergamo Durata della mostra: dal 15 Febbraio al 15 Marzo 2014 Orario: da giovedì a sabato ore 16.00 - 19.00

Titolo dell’evento: LARS IBRI IN TANGIERS Artista: Michael Paysden Titolo dell’opera: Looking For the Blue One Sede: Studio d’Arte di Michael Paysden in via Locatelli, 47 a Bergamo Durata della mostra: permanente Orario: su appuntamento al cellulare 346.2498138

Titolo dell’opera: “BELLA COME UNA MADONNA” di Gabriele Marchesi Sede: Associazione Culturale Arti Figurative Artemisia Gallery - via Moroni, 124 - Bergamo Presidente Maria Grazia Frassetto Durata della mostra: vernissage sabato 15 febbraio ore 17,00 mostra dal 15 al 25 Febbraio 2014 Orario: martedì, giovedì e sabato 9.30 - 12.00 Da martedì a sabato 16.00 - 19.00

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MICHELA A SOCHI PER IL BIS Circo bianco

LA GIOVANISSIMA SNOWBOARDER BERGAMASCA CONTA DI RIPETERSI AI GIOCHI 2014 IN RUSSIA DOVE, PROPRIO UN ANNO FA, CONQUISTÒ IL SUO PRIMO ORO MONDIALE

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atemi una tavola snow e sorvolerò il mondo. Michela Moioli, 18 anni, un palmares invidiabile e il posto fisso nella valanga rosazzurra, si presenta alle sue prime Olimpiadi invernali come se fosse una veterana, senza timori reverenziali, conscia dei propri mezzi. Protagonista di una crescita incredibile, la giovanissima atleta bergamasca conta anzi di ripetersi sulle nevi di Sochi dove, un anno fa, conquistò il suo primo oro mondiale.

Cos’hai pensato quando hai capito che saresti partita per i Giochi? Un sogno che si realizza. Fin da piccola ho sempre avuto la “fissa” di voler primeggiare in qualcosa, e quando mi si è aperta questa opportunità mi si sono illuminati gli occhi. Sta a me giocare le mie carte. Il tracciato di Sochi ti ha già portato fortuna: com’è? La pista l’ho provata giusto un anno fa, il 17 febbraio del 2013, vincendo proprio la mia prima Coppa del mondo. Il tracciato è molto bello, veloce e con strutture grosse, ma mi piace davvero tanto. Le tue avversarie: chi temi di più? Sicuramente le due canadesi, Maltais e Ricker, ma anche la ceca Eva Samkova, oltre che le ragazze francesi, tutte molto competitive. Per i Giochi di Sochi, diversi atleti e atlete hanno criticato apertamente il presidente: qual è il tuo punto di vista? Non ho critiche nei confronti del

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MOIOLI

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presidente. Sono sempre più gli atleti gay che escono allo scoperto: cosa ne pensi? Credo che chiunque, a prescindere dai gusti sessuali, possa gareggiare in qualunque disciplina. Come è nata la passione per gli sci? E per lo snowboard? Ho iniziato a sciare a 3 anni e già da allora mi sono innamorata della neve, poi a 8 anni ho iniziato a fare snow e non ho più rimesso gli sci! La mia passione per lo snow è cresciuta sempre di più finché mi sono iscritta nello Scalveboarderteam e con loro ho iniziato a fare le gare. Perché hai scelto questa specialità? Perché nel boarder si può trovare di tutto: salti, curve, gobbe e molto altro. Devi essere spericolato e aggressivo, e subito ho capito che era la mia disciplina! Non cambierei per nulla al mondo. Nella vita, sei spericolata come in pista? Direi di si, mi piace rischiare in tutto, dalla vita normale, allo sport. Ci racconti la tua giornata-tipo durante la stagione agonistica? E nel tempo libero? Durante la stagione mi alzo, faccio colazione e poi un po’ di ginnastica. Poi salgo sulle piste, mi alleno o gareggio, e finita la giornata sulla neve torno in albergo, mi alleno e mi rilasso. Quando sono a casa, oltre ad allenarmi, esco con gli amici e faccio la vita di qualunque altro ragazzo della mia età. Va considerato che di solito, stando spesso in giro per il mondo, ho poche occasioni per dedicarmi agli affetti e al tempo libero. Ho 18 anni, quando sono in giro vivo la vita da atleta e quando sono a casa vivo la vita da 18enne; cosa posso chiedere di più? Perciò posso dire che non mi manca nulla! Fuoripista e incidenti: da esperta, che idea ti sei fatta su questo fenomeno? Credo che il freeride sia la parte più divertente di questo sport, ma naturalmente va fatto prendendo le giuste precauzioni (arva, pala e sonda sono d’obbligo) e assicurandosi di non finire sotto una valanga o farci finire qualcun altro. Perciò la prudenza e la sicurezza sono necessarie. Rimaniamo sul tema della montagna: cosa manca alle Orobie, per attirare più turisti? Le Orobie sono montagne stupende, non hanno nulla da invidiare ad altri posti, perciò dipende dai turisti cosa scegliere! Magari certe località andrebbero un po’ modernizzate per accogliere un maggior numero di

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turisti e poter offrire loro più comodità! Conosci il progetto dello Skidome a Selvino? Lo condividi? Si, credo che sia un ottimo progetto che potrà consentire a molti di sciare anche d’estate, a pochi kilometri dai grossi centri abitati.

Alla voce “orientamento politico”, sul tuo profilo Facebook scrivi “negòt”: perché? Perché, in quanto a politica, credo che si debba appoggiare coloro che hanno idee corrette e attuabili, che possano aiutare veramente l’Italia, a prescindere dal filone politico a cui appartengono.

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Valanga orobica

NEVE MON AMOUR C

TESSERATI, SCI CLUB, GIOVANI GRANDI NUMERI NEL BILANCIO DELLA FEDERAZIONE SPORT INVERNALI BERGAMASCA

ome nel calcio e nel ciclismo, anche sulle nevi la Bergamo agonistica vanta numero di eccellenza assoluta: in termini di olimpionici, ma anche di sci club, tesserati, giovani e atleti. Così ce ne parla Fausto Denti, esponente della Fisi Bergamo, la Federazione italiana degli sport invernali.

Dagli olimpionici a scendere, ci dà qualche numero della Bergamo che gareggia sugli sci? Gli atleti sono numerosissimi, in totale i tesserati Fisi sono piu di 3500 e diciamo che nella fascia più giovane (tra i 6 e i 15 anni) si ha il maggior numero di iscritti. Le specialità principali sono Sci alpino, Sci Nordico, Snowboard, Sci Alpinismo. Se parliamo di Sci Club, trampolino di lancio per il movimento giovanile, sono piu di 50 quelli affiliati al comitato di Bergamo Chi sono gli atleti di spicco in questo momento? Per lo snow Michela Moioli, Sofia Belingheri, nello sci alpino Michela Azzola, Marta Benzoni, Sofia Goggia, Michele Gualazzi e Roberta Midali, per lo sci nordico Fabio Pasini, Fabio Santus, Sergio Bonaldi, Giovanni Gullo, Einar Carrara e Nicola Fornoni. Dal punto di vista federale, quali sono i punti di forza del movimento bergamasco? Ci distinguiamo sicuramente per il numero di sci club per l’impegno organizzativo messo sul campo. Un punto di forza del comitato bergamasco è anche il sito fisibergamo.it dove

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si possono trovare notizie, classifiche, filmati di tuti gli eventi della provincia. Dovendo invece guardare agli aspetti critici, la principale lacuna è la “perdita” degli atleti nella categoria giovani. Possiamo tracciare un primo bilancio della stagione in corso? Dal punto di vista gare abbiamo avuto qualche difficoltà per il maltempo, ma ora con le abbondanti nevicate abbiamo ripreso a pieno ritmo; per quanto riguarda il movimento, siamo in crescita sia come numero di atleti, che come numero di tesserati Quali sono gli impegni principali per il 2014? Se per impegni intendiamo gli eventi abbiamo in calendario: due gare di Coppa Europa di Snowboard a Lizzola e a Colere, una gara di Coppa Europa di Sci Alpino al Monte Pora, tre gare regionali di sci alpino categoria Children e il Campionato Regionale Pulcini. Per il fondo un Campionato Regionale a Valbondione e un Campionato Italiano Giovani a Schilpario.


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LO SCI E L’INDUSTRIA IN DISCESA LIBERA UNA MONTAGNA SPLENDIDA TRA CRISI E RILANCIO: CE NE PARLA CESARE PISONI, TRE LAUREE, ALLENATORE DELLA SQUADRA AZZURRA PARTITO DA VALCANALE PER ARRIVARE A SOCHI

“D

a noi c’è poca cultura sportiva, non riusciamo a fare sistema”. Detta così, da uno che ha tre lauree e di mestiere allena la Nazionale di snowboard, sembra quasi una provocazione. Eppure Cesare Pisoni fa sul serio e quando parla di neve e di montagna, capisci subito che questa è la sua materia, anche se dall’agonismo dei Giochi olimpici passiamo al turismo, agli impianti, all’attrattività. “Bergamo non ha nulla da invidiare, sotto questo profilo - dice il cinque volte campione italiano di snowboard - però ci manca un ingrediente essenziale: i nostri operatori non sono capaci di fare squadra, così vivono un presente di frammentazione, di invidie e rivalità, fattori che purtroppo bloccano una risorsa turistica eccezionale. Abbiamo stazioni a due

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passi dalla città, montagne innevate, vicine, comode, eppure in passato era più comodo andare in fabbrica e fare l’operaio tessile, piuttosto di intraprendere la strada dell’operatore turistico, così questo enorme patrimonio non è stato messo a frutto. Io, nato e cresciuto a Valcanale, sono un testimone diretto di questo declino, di un paese che sta morendo dopo la chiusura degli impianti: sarebbe un paradiso dello scialpinismo e del fondo, ma gli alberghi spariscono uno dopo l’altro e rimane solo il rimpianto per quello che non si è stati capaci di fare. Voglio proporre un esempio concreto e attuale - aggiunge il tecnico quello di Lizzola, dove ci siamo preparati con la Nazionale per le Olimpiadi di Russia: tutto perfetto, neve bellissima, condizioni ideali per allenarsi, però il comprensorio della Val Seriana è sulla carta dagli anni Sessanta, se ne parla ma senza agire”. Infine, da veterano, un commento sul tema caldo di Sochi, quello del terrorismo e della sicurezza: “Io ricordo le Olimpiadi di Salt Lake City nel 2002, un anno dopo l’attentato alle Torri Gemelle: il presidente Bush aveva militarizzato la zona, c’erano controlli dappertutto e per andare in pista serviva un’ora di tempo, ma ero talmente contento di esserci, che non pensavo ad altro che alle gare”.


LE MIE NEVI Cesare Pisoni a Valcanale

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Smash

LA NONA SINFONIA DELL’APT BERGAMO TORNA IL GRANDE TENNIS CON IL TROFEO PERREL-FAIP IN SCENA DAL 10 AL 16 FEBBRAIO, PORTANDO ANCORA UNA VOLTA NELLA CITTÀ DEI MILLE ATLETI DI FAMA INTERNAZIONALE E MIGLIAIA DI APPASSIONATI

N

ove volte Internazionali di Bergamo. Anche quest’anno, il grande tennis torna nella nostra provincia per l’appuntamento indoor con il Trofeo PerrelFaip, in programma dal 10 al 16 febbraio tra la città e Alzano. Gli

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organizzatori, contentissimi di essere entrati anche questa volta nel calendario ATP, ripropongono una formula consolidata e campioni di primissimo livello, iniziando dalla testa di serie Dustin Brown, numero 101 del ranking mondiale. Ma il torneo

promette assoluto spettacolo e sono attesi anche il numero 105 Jan Lennard Struff, finalista in carica, Matthias Bachinger, Andreas Beck, Ricardas Berankis, Flavio Cipolla, Jan Hernych e Marsel Ilhan, che sono stati tutti tra i top 100 in un


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un punto fermo in movimento


passato recente. L’italiano Simone Bolelli, infine, ripartirà proprio da Bergamo dopo il lungo stop per infortunio. Bergamo aprirà la stagione dei challenger italiani con la novità del cambiamento di data: si torna infatti alla seconda settimana di febbraio, dopo che lo scorso anno si era anticipato di sette giorni. Le qualificazioni sono in programma nel week-end dell’8 e 9 febbraio, mentre il trofeo vero e proprio si svolgerà dal 10 al 16 febbraio, dapprima sui campi dell’Italcementi di Bergamo e del Palasport di Alzano Lombardo, per poi trasferirsi al PalaNorda di Bergamo nelle fasi finali. Il primo challenger italiano della stagione non si giocherà sulla terra battuta ma sul cemento, e sarà un’opportunità per gli atleti di testare tutti i terreni in vista della stagione sportiva 2014. Doverosa menzione per l’elevato montepremi (42.500 euro) che ha fatto preferire il trofeo Perrel-Faip rispetto ai contemporanei tornei ATP di Rotterdam, Memphis e Buenos Aires, ai challenger francesi di Quimper e indiani di Calcutta. L’organizzazione promette di mantenere e migliorare uno standard che negli anni ha reso Bergamo un trampolino di lancio per moltissimi giocatori. L’edizione 2013 non ha fatto eccezione ed entrambi i finalisti - Michal Przysiezny e Jan Lennard Struff, hanno poi vissuto un’ottima stagione. Il polacco ha chiuso al numero 58 ATP, mentre il tedesco è entrato per la prima volta tra i top 100. Venendo all’edizione 2014 favori del pronostico sono tutti per Dustin Brown, tedesco di origine giamaicana, il “Bob Marley della racchetta” che, con i suoi capelli rasta e un tennis folle e divertente, è sempre una grande attrazione. Ex semifinalista al PalaNorda, ha iniziato la stagione nel migliore dei modi, raggiungendo i quarti di finale al torneo ATP di Doha. Proveranno a resistergli i vari Struff, Bachinger, Beck, e Berankis. Grande interesse per vedere in azione Miloslav Mecir Jr, figlio del mitico “Gattone”, immenso giocatore degli anni 80. Mecir si trova particolarmente bene sui campi indoor, come ha dimostrato lo scorso anno al ricco toneo ATP di Vienna, quando battè il top-50 Andujar e fece un’ottima partita contro Tommy Haas. Hanno un certo appeal le presenze di Damir Dzumhur, giovane bosniaco che ha appena raggiunto il terzo turno all’Australian Open prima di perdere con onore contro Tomas Berdych, e di Simone Bolelli, già sicuro di entrare in tabellone grazie a una wild card. L’assoluto livello degli Internazionali di Bergamo è testimoniato anche da un dettaglio: non sono riusciti ad entrare in tabellone due ex campioni di questo torneo. Sia Karol Beck (vincitore nel 2010) che Bjorn Phau (2012) dovranno quindi giocarsela alle qualificazioni, che mai come quest’anno si presentano avvincenti. Un ulteriore motivo di interesse sarà la presenza di tanti giocatori italiani. Almeno sei sono già certi di un posto

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nel main draw. Il nome di maggior prestigio sarà il già citato Simone Bolelli, di ritorno dall’Argentina, dove avrà giocato in Coppa Davis. Per Simone, Bergamo rimane sempre una tappa speciale: finalista nel 2006 e nel 2007, fu proprio al PalaNorda che colse le sue prime vittorie importanti (tra gli altri, battè Schalken e Troicki). Dopo il lungo stop per l’infortunio al polso, ripartirà proprio da Bergamo per la sua seconda carriera. In campo anche Flavio Cipolla, sempre molto pericoloso su questi campi, e il milanese Andrea Arnaboldi, in grande crescita nel periodo. Detto della presenza di Matteo Viola, è notevole la partecipazione di due giovani di qualità come Marco Cecchinato e Lorenzo Giustino, che hanno preferito il veloce di Bergamo a una più comoda programmazione sulla terra battuta. Gli organizzatori inoltre hanno ancora a disposizione tre wild-card con le quali potranno riservare nuove sorprese per tutti.


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Simona Bonaldi, Gianpiero Wyhinny e Gianemilio Brusa

La ripresa

BONALDI-SEAT UNITI SI VINCE

CON LA NUOVA CONCESSIONARIA DI AZZANO SAN PAOLO CONTINUA LA CRESCITA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO GIÀ PRESENTE SUL TERRITORIO CON IL MARCHIO LAMBORGHINI BERGAMO E SUPERNOVA CAR OUTLET

“S

iamo la marca dei giovani. Di ogni età”. Quando l’abilità di un creativo, che col marketing ha dimestichezza, si abbina all’innato humor britannico, non è difficile che, quasi naturalmente, prendano forma espressioni così efficaci. Tanto simpatiche quanto autentiche. Titolare dei diritti del pay-off è Gianpiero (Peter) Wyhinny, 56 anni, da poco più di un anno Direttore di SEAT Italia, cui non sono estranee le ascendenze piacentine. A Bergamo per partecipare alla presentazione della nuova concessionaria della multinazionale spagnola, ospitata nella sede di Supernova Car Outlet (Gruppo

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Bonaldi), e del contestuale lancio della Leon ST, il manager ha colto l’occasione sia per fare un primo bilancio della sua esperienza italiana, che segue quella analoga svolta dal 2008 al 2012 nel Regno Unito, sia per tracciare le linee guida delle azioni che intende mettere in atto nel prossimo triennio. Com’è andato il vostro 2012? Sono stato testimone di una crescita del marchio SEAT del 10,6%. Se teniamo conto del fatto che il mercato interno, nel complesso, ha perso oltre 7 punti, non posso che dire che è andato bene! SEAT detiene circa l’1% del mercato italiano. A questi


livelli è relativamente facile crescere del 10%. Relativamente, ben detto. Ma comunque non si cresce a caso. In un contesto difficile come quello europeo, SEAT è riuscita a raccogliere importanti consensi. Soprattutto, grazie alla nuova Leon, le cui vendite in Italia sono aumentate del 130%. A cosa si deve questo risultato? A più fattori. Oltre ad aver messo a punto un modello che rispondesse al gusto estetico del mercato italiano, senza perdere il Dna SEAT, siamo riusciti in un altro

intento: a far apprezzare, cioè, ai nostri clienti la versatilità e la ricchezza della tecnologia di cui Leon è stata dotata (fari full LED, Sistema operativo Easy connect SEAT - infotainment di ultima generazione, Media System Touch con touchscreen da 5’’) con soluzioni di oggi, che già guardano al domani. Un traguardo reso possibile dall’interazione che SEAT ha col Gruppo Volkwagens. Se non fossimo parte di un leader mondiale del settore, che nel 2012 ha prodotto e immatricolato 9,7 milioni di autovetture, probabilmente SEAT non sarebbe riuscita ad arrivare

Gianpiero Wyhinny

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qui. Nonostante gli importantissimi investimenti fatti ogni anno in Ricerca e Innovazione. Di quanto parliamo? A livello di Gruppo Volkswagen, parliamo di oltre 11 miliardi di dollari annui investiti in R&D. Un dato che ne fa l’indiscusso leader mondiale. E se, nel 2013, SEAT ha potuto raccogliere i risultati che dicevo, ciò è dovuto al fatto che anche la nostra Casa, al pari di Volkswagen Group, non ha mai smesso di investire in quest’area. Soprattutto durante gli anni più difficili. Ma l’aver perseverato, oggi ci ripaga, consentendoci di guardare al futuro con un po’ più di tranquillità. A proposito: cosa c’è nel futuro di SEAT Italia? Negli ultimi anni abbiamo sviluppato una gamma completa di auto per ‘seguire’ il cliente nelle varie fasi della sua vita. Nei prossimi mesi sono in programma i lanci della Leo Cupra (280 cv con differenziale a bloccaggio) e della Leon a metano (un 1400 turbo, con 110 cv). Un vero bifuel, che consentirà di percorrere circa 400 chilometri col metano e 900 a benzina, a costi davvero contenuti. Abbiamo calcolato infatti che basteranno 20 euro per andare da Milano a Roma. Inoltre, abbiamo deciso di puntare sulla crescita del marchio SEAT nel settore delle flotte aziendali. Sono sicuro che, grazie alla nuova sede e alla straordinaria collaborazione in corso col Gruppo Bonaldi, le premesse ci sono tutte per vincere la ‘maratona’. Noi, infatti, non stiamo correndo per i 100 metri.

LA SCHEDA LEADER DEL MERCATO SPAGNOLO (321MILA AUTOVETTURE VENDUTE NEL 2012, A FRONTE DI RICAVI CHE HANNO SUPERATO I 6 MILIARDI), SEAT ESPORTA OLTRE L’83% DELLA PRODUZIONE IN 77 PAESI. LA MULTINAZIONALE DI MARTORELL (BARCELLONA) CONTA OLTRE 14 MILA DIPENDENTI, UN MIGLIAIO DEI QUALI SONO INGEGNERI DEDITI ALL’INNOVAZIONE. UN AMBITO, QUELLO DELLA RICERCA E SVILUPPO, SU CUI SEAT INVESTE CIRCA IL 5% ANNUO DEL GIRO D’AFFARI. OLTRE A TRE SITI PRODUTTIVI IN SPAGNA, LA CASA AUTOMOBILISTICA REALIZZA MODELLI DELLA GAMMA IN PORTOGALLO (NELLO STABILIMENTO DEL GRUPPO VOLKWAGEN), IN SLOVACCHIA E IN REPUBBLICA CECA. PRESENTE CON UNA SESSANTINA DI FILIALI IN ITALIA, SEAT È PARTE DI VOLKSWAGEN GROUP ITALIA.

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ROLLS-ROYCE WRAITH IL LUSSO SI FA COUPÉ Prestazioni entusiasmanti grazie al motore V12 biturbo e linea filante a due porte controvento

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l suo nome è Wraith. Significa «spettro» ma sulle strade di Città Alta la nuova coupé Rolls-Royce si rivelata concreta, efficace e inequivocabile simbolo di status. Stiamo parlando della più veloce vettura mai costruita dalla casa di Goodwood, che ha assemblato pianale, motore V12 6.6 biturbo, tecnologia e elettronica della Bmw Serie 7, dopo averli rivisitati in chiave Rolls. Il risultato sono 633 cavalli di eleganza, plasmati sulle parole del fondatore, Sir Henry Royce: «Prendi il meglio che esiste e rendilo migliore: quando non esiste disegnalo». Esteticamente, la Wraith si segnala per una linea da coupé autentica, con il tetto spiovente e le caratteristiche due portiere

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ad apertura controvento: una esclusiva RR, che agevola molto le operazioni di entrata e uscita. Il comfort resta un must irrinunciabile e non mancano abbondanti dosi di pelli e legni pregiatissimi (il bagagliaio da 470 litri è rivestito con materiali nautici), cromature, sofisticata climatizzazione, Tv satellitare, telefono e frigobar, senza tralasciare funzioni esclusive come il massaggiatore nei sedili e gadget originali.

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F-TYPE, IL RUGGITO DEL GIAGUARO La nuova nata di casa Jaguar pensata, studiata e realizzata per stupire ed emozionare

A

l cento per cento spider, con forza e chiarezza. Telaio e scocca in alluminio, l’inconfondibile cofano a conchiglia, un abitacolo raccolto e sportivo ma lussuoso e comodo sono il biglietto da visita della Jaguar F-Type, che avevamo provato per voi tra le dune

dell’Albenza. Tutti gli strumenti, dal volante al bel cambio a 8 marce, “parlano” al pilota, e la seduta bassa ed avvolgente fa subito capire che la F-Type vuol essere guidata, mentre sulle sonorità del motore andrebbe scritto un saggio a parte: infatti ci ha studiato sopra l’Università di Southampton. Le motorizzazioni sono tutte a benzina e supercharged, con compressore volumetrico: 3.000 cc V6 da 340 e 380 cv, e 5.000 V8 da 495 cv, quest’ultimo con compressore Roots al centro della bancata, più progressivo rispetto ai classici turbo, mentre tutti sono abbinati all’ottimo cambio ZF a 8 marce con tecnologia “Quick Shift”.

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DUE POSTI E TURBO È UNA MINI DA F1 É arrivata la nuova John Cooper Works GP per gli amanti della guida estrema

C

ome e più della leggendaria (e omonima) antenata, la nuova MINI John Cooper Works GP sembra un bolide in miniatura. Si tratta infatti di un modello sviluppato su circuito, ma omologato per la strada in un’edizione limitata di soli 2000 esemplari. Il risultato finale è una pura due posti, con assetto regolabile, impianto frenante sportivo, interventi vari di ottimizzazione aerodinamica e miglior tempo per un’auto della sua categoria

sul mitico vecchio tracciato del Nürburgring (8 minuti e 23 secondi). Il modello di serie più sportivo e veloce mai costruito da MINI è una purosangue con un concentrato di tecnologia, nel quale spicca il potente motore turbo da 1,6 litri con una ripresa in quinta da 80 a 120 km/h in appena 5,9 secondi. Ma nonostante l’incredibile potenza, i consumi sono limitati a 7,1 litri ogni 100 km, mentre le emissioni di CO2 si fermano a 165 g/km. Il peso è un’altra caratteristica che lascia di stucco, per la JCW GP fa registrare alla bilancia solo 1160 kg. Inoltre, beneficia di un assetto regolabile che permette di ribassarla secondo le esigenze personali del guidatore.

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NUOVA ADAM SIAMO GIOVANI La nuova nata Opel è un concentrato di idee

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a guardi e ti rendi subito conto che non si tratta di una semplice citycar. E’ lo stile il primo punto di forza della nuova Opel Adam, caratterizzata da un taglio giovanile, da un pieno di tecnologia e dagli elementi stilistici tipici delle ultime Opel, come i fari anteriori ad ala e la “lama” nella parte bassa della fiancata, mixati in 370 cm di originalità. Tre gli allestimenti, Jam, Glam e Slam, mentre la motorizzazione spazia tra il 1.2 da 70 CV (115 Nm a 4.000 giri) ed il 1.4 da 87 (130 Nm a 4.000 giri) o 100 CV (130 Nm a 4.000 giri) abbinati ad un cambio manuale a cinque marce.

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RANGE ROVER SPORT REGINA DEL DESERTO Alta classe senza rinunciare alle prestazioni

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er capire di cosa stiamo parlando, è l’auto che ha stabilito il nuovo record di velocità nel deserto e reso piacevole anche l’acciottolato di Porta S. Giacomo. La nuova Range Rover Sport si presenta con un esterno più deciso e vigoroso, quasi una Evoque che ha messo i tacchi, e un abitacolo ancora più lussuoso con il plus della versatilità dell’opzione

5+2 posti. Grazie al design leggero delle sospensioni, alle nuove soluzioni studiate per il telaio, all’utilizzo di leghe speciali come l’alluminio il peso della nuova Sport è diminuito di 420 kg. Questa dieta dimagrante ha trasformato le prestazioni, mentre alla guidabilità su ogni terreno ci pensano i due sistemi di trazione integrale permanente e intelligente, capaci di scegliere automaticamente tra cinque programmi: guida generica; erba/ ghiaia/neve; sabbia; fango/solchi; roccia, ognuno dei quali ottimizza guidabilità e trazione effettuando tutte le regolazioni del motore, della trasmissione, del differenziale centrale e dei sistemi di controllo della trazione.

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NUOVA BMW X5 FEDELE ALLA LINEA Un classico che ritorna con numeri da primato

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postare sempre in avanti il punto di riferimento, mantenendo tutte le caratteristiche che stanno facendo della X5 un mito vivente delle quattro ruote. Questa la sfida vinta dalla BMW con il nuovo modello della fortunatissima serie, dimagrito di 90

chilogrammi, con più tecnologica e maggiore capacità di carico, ma con il comfort e l’abitabilità di sempre. Trazione integrale permanente, monoscocca con ruote indipendenti, sospensioni intelligenti, cambio automatico a 8 marce di serie e doppia frizione sono solo alcune delle dotazioni, per un risultato finale davvero polivalente, strada e fuoristrada, docilità e grinta.

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SUBARU OUTBACK A TUTTA TECNOLOGIA L’affidabilità del motore 2.0D si unisce alla sicurezza della trazione permanente

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eccezionalmente tecnologica, affidabile, dinamica e spaziosa la nuova Subaru Outback, nella versione 2.0D Exclusive Lineartonic, che abbiamo avuto il piacere di provare per voi per le strade dei Colli di San Vigilio, alle spalle della città alta, grazie alla disponibilità della concessionaria Autotorino di Curno. Grazie all’eccezionale combinazione del motore Boxer Diesel con il cambio automatico CVT per la prima volta su una 4x4, l’ultimo gioiello della casa automobilistica delle Pleadi garantisce una guida piacevole e assicura la massima stabilità. Il controllo totale per ogni condizione e per qualsiasi tipo di tracciato è il risultato di continui perfezionamenti, come quello apportato al

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motore, infatti il Subaru Boxer è più schiacciato e montato più in basso sul telaio, permettendo, così, alla vettura di presentare un assetto più resistente alle sollecitazioni laterali. Il taglio sportivo dei fari e il design sorprendente della calandra fanno dell’esterno della nuova Subaru un modello estremamente innovativo. All’interno, numerosi sono gli elementi tecnologici che impreziosiscono l’abitacolo, iniziando dal display multi-funzione, mentre il navigatore con schermo da 7 pollici VGA touchscreen permettere di controllare contemporaneamente sia la navigazione che l’audio.

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MINI PACEMAN GRINTA E DESIGN Come rivisitare un modello di successo rimanendo fedeli alle origini

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ltima nata di casa MINI, la Paceman rappresenta l’evoluzione della sorella Countryman, con la quale condivide la base tecnica e la gamma di motorizzazioni: cinque propulsori con potenze dai 112 ai 218 cavalli, tre benzina e due diesel, tutti molto attenti sia alla tipica

sportività MINI, sia ai consumi. Le tre porte, l’andamento spiovente del tetto e gli esclusivi fari posteriori ad andamento orizzontale rappresentano poi i segni di distinzione rispetto a tutta la gamma britannica. All’interno troviamo buona abitabilità per i quattro passeggeri ospitati all’anteriore da sedili sportivi e al posteriore da comode sedute singole. E nonostante le misure compatte (4,12 metri) il bagagliaio risulta davvero spazioso. Generosa la dotazione di serie, che comprende le sospensioni McPherson e la funzionalissima “rotaia” centrale MINI Center Rail.

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MOTORI Allroad

MINI COUNTRYMAN LA STRADA FERRATA UNA VETTURA CHE CONTINUA A INNOVARSI, RIMANENDO UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER IL SEGMENTO 68


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Foto di Matteo Mottari

arente stretta del bolide che ha appena centrato il tris alla Dakar, la MINI Countryman continua ad andare oltre il concetto di Suv o di Crossover, presentandosi sempre più come un modo di essere. Del resto, il padre di questo modello-icona e direttore del marchio Mini, Jochen Goller, ha spiegato chiaro e tondo che l’obiettivo chiave è ‘’mantenere gli stili di vita dei clienti’’, ascoltarli, soddisfarne le aspettative e le esigenze.

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“Ci hanno chiesto, per esempio, di migliore qualità degli interni e penso che con la nuova Mini, l’abbiamo ottenuta. A volte le circostanze cambiano, i cienti hanno bisogno di più spazio, e la Countryman ha offerto anche questo”. E ha aggiunto: “Qualunque cosa accadrà della vettura, dovrà comunque rimanere fedele al DNA del marchio. Quello che non si può fare è gonfiare l’auto. In effetti, provando il modello della serie Cooper D grazie alla disponibilità della concessionaria Lario Bergauto, le sensazioni sono quelle tipiche del marchio, decisamente grintose,

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senza rinunciare alle comodità di una vettura di queste dimensioni. DENTRO E FUORI - Assieme alla Paceman, la Mini Countryman è la più grande che si sia mai vista in circolazione, è lunga 410 cm (28 in più del modello base e 14 in più della Clubman), e per quanto risulti completamente diversa, conserva il fascino e l’immagine della sorellina. In gran parte 1.6 i motori in gamma, quattro a benzina (98 CV per la One, 122 CV per la Cooper, 184 CV per la brillante Cooper


S sovralimentata e ben 218 per la John Cooper Works), coi due meno potenti già Euro 6, e tre turbodiesel, un 1.6 da 90 o 111 CV (quest’ultima anche con cambio automatico sequenziale a 6 marce) e 2.0 da 143 cavalli. Indubbiamente i 184 CV della Cooper S e i 218 della John Cooper Works a benzina allettano (i consumi e i prezzi un po’ meno), ma

a conti fatti i 111 CV, e soprattutto la notevole coppia di 270 Nm a soli 1750 giri, fanno della Cooper D la versione giusta per la Countryman. Il 1.6 D offre un tiro generoso sin dai bassi regimi anche in salita a pieno carico, con consumi di gasolio decisamente contenuti anche nella (consigliabile) versione con trazione integrale a controllo elettronico ALL4 (che può trasferire sino al 50% della coppia alle ruote posteriori ed esalta la versatilità della piccola “quasi-suv” anglo-tedesca). INTERNI - Nell’ampio abitacolo (quattro o cinque posti, a scelta), ritrovi la tipica atmosfera MINI, ma ci si accorge subito d’avere a disposizione parecchio spazio in più. Strumentazione, plancia

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e comandi sono quelli che hanno reso famoso il marchio e si sta piuttosto comodi pure dietro, grazie alla possibilità di far scorrere di 13 cm i due sedili o il divano a tre posti. Di quest’ultima prerogativa gode anche il baule, che ha una capienza (notevole per una vettura di questo segmento) variabile da 350 a 450, oppure fino a 1170 litri abbattendo il divano. AL VOLANTE - E con le mani sul volante che sensazione si prova? Decisamente buona la visuale alla guida: si è seduti più in alto rispetto alle altre Mini, una sensazione piacevole che non intacca la sportività alla guida. La Countryman oltre ad avere

un’ottima reattività di guida e maneggevolezza sui percorsi misti, ricorda nella grinta la più piccola e bassa tre porte, vantando tuttavia una comodità nettamente superiore. E il risultato è decisamente convincente: reattiva al punto giusto, veloce negli innesti del cambio e maneggevole in fase di sorpasso. In più non manca certamente il sapore di MINI, che si conferma anche nell’agilità di guida. Ma è soprattutto il motore, pronto e con ottimo allungo, a farne una MINI. Potente quando serve, elasticissimo quando non hai voglia di scalare marcia. E con un bel sound seppur diesel, soprattutto in scalata. Insomma, da provare e da comprare.

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Fotoincisione


MOTORI Prova su strada

RANGER ROVER EVOQUE LA NONA SINFONIA DEL SUV

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Foto di Matteo Mottari

n design compatto e originale, il frontale aggressivo, fiancate muscolose e finestrini posteriori che si restringono fino a fondersi con il sottile lunotto: questo il look dell’ultima Range Rover Evoque, il nuovissimo Suv targato Range Rover

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che abbiamo potuto provare grazie alla disponibilità della concessionaria Iperauto Bergamo di via Borgo Palazzo. Ci siamo così seduto al volante di un modello della serie “Pure” - gli altri allestimenti sono “Prestige” e “Dynamic” - arricchito dagli interni in pelle e spinto


da un propulsore 2.2 turbodiesel che, con i suoi 150 cavalli e il cambio automatico a nove marce, si è mostrato più che adeguato per ogni tipo di evenienza. L’impressione è di un’auto estremamente sicura, facile da guidare tanto in città, quanto sui tortuosi pavè dei

Colli, dove la maneggevolezza e la leggerezza di questo fuoristrada si sono subito messe in evidenza. Evoque è infatti la Land Rover più compatta (440 cm di lunghezza) e leggera mai prodotta grazie a un design originale e all’utilizzo di materiali quali

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alluminio, magnesio e fibre plastiche composite, capaci di mantenere il peso sotto i 1.600 kg. Si tratta inoltre della prima Land Rover in grado di rispettare i più elevati standard di riciclabilità dei materiali e di ecocompatibilità dell’intero processo produttivo. Gli interni sono lussuosi e sportivi. Come dicevamo, Evoque è disponibile in tre diversi allestimenti alternativi: Pure, Prestige e Dynamic. Massima la libertà di personalizzazione. Tutti i motori sono turbo. Il diesel di 2,2 litri è disponibile in due varianti di potenza: 150 CV (anche a trazione anteriore) e 190

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CV, mentre il benzina è un potente Si4 2.0 da 240 CV. Ci rifacciamo alla stampa specializzata di settore per aggiungere quanto si scrive, facendo un confronto con il rivale per eccellenza, l’Audi Q3: una competitività che si registra in termini di consumo e di emissioni di CO2: -9,5% per quest’ultimo aspetto, mentre -11,4% parlando di carburante. Il tutto grazie alla trasmissione automatica ZF-9HP, alla distribuzione dei rapporti oltre che a una migliorata efficienza. Per quanto riguarda invece la carrozzeria, c’è soltanto l’imbarazzo della scelta. Disponibile in ben


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dodici colori diversi, il Range Rover Evoque può essere personalizzato anche modificando il colore del tettuccio (sono disponibili tre opzioni diverse) e il cerchi in lega, per i quali sono stati elaborati sette disegni diversi. Tutti i modelli tuttavia sono da diciotto pollici, in lega. L’interno è di un’eleganza unica nel settore: sedili in pelle riscaldati, climatizzatore, un display touchscreen e Bluetooth rappresentano l’equipaggiamento standard. Tra le nuove funzioni introdotte vanno menzionate sicuramente: Park Exit (il veicolo esce automaticamente da un parcheggio parallelo), Perpendicular Park

(posiziona il veicolo centralmente in un parcheggio perpendicolare al marciapiede), Adaptive Cruise Control con Queue Assist (opera fino all’arresto del veicolo), Forward Alert e Intelligent Emergency Braking (assistenza intelligente alla frenata di emergenza), Closing Vehicle Sensing e Reverse Traffic Detection (attivo in fase retromarcia avvisa il conducente, tramite segnali acustici e visivi, sul rischio di collisione con i veicoli in avvicinamento), Lane Departure Warning (avverte se si supera la linea di corsia), Traffic Sign Recognition (rileva i segnali stradali) e per gli amanti del fuoristrada il sistema Wade Sensing che misura la profondità di guado.

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MOTORI Quattro ruote motrici

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OPEL


MOKKA UN BESTSELLER

DIESEL, BENZINA E GPL, A TRAZIONE INTEGRALE O ANTERIORE, QUESTO MODERNO SUV COMPATTO CONTINUA A RISCUOTERE SUCCESSO IN TUTTA EUROPA

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Foto di Matteo Mottari

hiamatela crossover. Confermando il magic moment di questi modelli rialzati, la nuova Opel Mokka continua a incontrare i favori del mercato, guadagnando posizioni nel segmento dei Suv compatti. E per conservare questa posizione di vertice, la casa madre sta rendendo Mokka
ancora più interessante grazie alle nuove motorizzazioni e a sistemi di infotainment di alta gamma, attirando in questo modo nuovi clienti. Nel nostro caso,

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sugli sterrati della Maresana, grazie alla disponibilità della concessionaria AZ Veicoli abbiamo messo alla prova uno dei modelli a trazione integrale intelligente (AWD), in grado di riconoscere automaticamente quando è necessario distribuire la coppia su tutte le quattro ruote e assicurare la massima aderenza in ogni situazione. Aggiungiamo un dettaglio non trascurabile: il prezzo è giusto. Per soli 16.900 euro, AZ Veicoli propone infatti la versione 1600 115cv 4x2 EGO. Se l’armonia delle proporzioni risulta evidente, dalla guida esce rafforzata un’impressione di grande affidabilità.

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Con 4,28 metri di lunghezza e le sedute rialzate, Mokka garantisce spazio e comodità per cinque persone adulte. Numerose sono anche le tecnologie disponibili per migliorare comfort e sicurezza, tra cui il Controllo Elettronico della Stabilità (ESPPlus) con assistenza alla partenza in salita Hill Start Assist (HSA) e sistema di controllo della velocità in discesa Hill Descent Control (HDC), oltre alla seconda generazione della telecamera anteriore Opel Eye con allerta possibile incidente Forward Collision Alert (FCA) e il sistema ottimizzato di riconoscimento cartelli stradali Traffic Sign Recognition


(TSR) con allerta in caso di involontario superamento dei limiti di carreggiata Lane Departure Warning (LDW). Il corredo tecnologico di Mokka si arricchisce poi grazie ai nuovi sistemi di infotainment CD 600 e Navi 950, basati entrambi sull’innovativa tecnologia IntelliLink lanciata in anteprima su Adam. I principali comandi audio e di telecomunicazione sono facilmente attivabili grazie allo schermo touch screen a colori da 7 pollici ad alta risoluzione, dove compaiono anche le immagini della retrocamera a richiesta. E’ disponibile anche il Bluetooth per telefonare o effettuare lo streaming audio. Il sistema Navi 950 è dotato di una serie di mappe complete che coprono l’Europa occidentale e può essere

aggiornato effettuando un semplice download attraverso la porta USB. Il Bose Sound System con sei diffusori, un subwoofer e l’amplificatore digitale garantisce un suono perfetto, studiato appositamente sull’abitacolo di Mokka. Sotto il cofano, trova alloggio uno dei propulsori più affidabili del momento, il resistentissimo diesel 1.7 CDTi da 130 cavalli, in alternativa alle due motorizzazioni a benzina tra l’aspirato 1.6 da 115 cavalli e l’interessantissimo 1.4 turbo da 140 cavalli. E’ possibile giocare poi sugli equipaggiamenti, la trazione integrale o anteriore, il cambio manuale o automatico a sei marce, per un risultato finale di primissimo livello anche sul versante dei consumi e delle emissioni.

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EVENTI

BERGAMO CAPITALE DELLA SOLIDARIETÀ

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razie allo sforzo di tutti i volontari e al “tridente” dei tornei Tennis Vip, Golf Vip e Ski&Vip, l’Accademia dello Sport si conferma sempre più punto di riferimento nel panorama della solidarietà Made in Bergamo. La somma devoluta in beneficenza è arrivata in questi anni a 875mila euro e l’ultimo, importante tassello di questo mosaico solidale è stato idealmente collocato davanti ai 1.200 ospiti del Palacreberg, dove il presidente Alessandro Masera e il vicepresidente Giovanni Licini hanno consegnato il maxi assegno di 75mila euro ai tre beneficiari individuati: la Comunità Shalom di Palazzolo, l’Istituto Mario Negri

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e il Gruppo Alpini Protezione Civile di Celadina. Un assegno che vale triplo: un contributo all’asilo nido della Comunità di Suor Rosalina Ravasio, un pullmino da nove posti nuovo di zecca per gli alpini e un’apparecchiatura per studiare il diabete che fa sorridere le ricercatrici del Mario Negri. “Il 2013 era iniziato con qualche apprensione, ma si chiude meglio delle previsioni. Restateci vicino”, è l’appello del presidente Masera.

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EVENTI

ARRI’S BAR CON EVOQUE COCKTAIL RANGE ROVER foto di Viola Bellotto

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ettete l’auto del momento nel tempio dell’happy hour cittadino, e il cocktail è servito. Davvero un mix di classe, quello dell’Arri’S Bar, location ideale per la passerella dell’ultima Range Rover Evoque anche grazie alla disponibilità della concessionaria Iperauto Bergamo di via Borgo Palazzo. Tra stuzzichini assortiti e un calice di bollicine, in un’atmosfera di relax e divertimento i clienti più affezionati hanno potuto toccare con mano l’evoluzione di una tra le vetture più riuscite degli ultimi anni, punto di riferimento in termini di stile e design, ma al tempo stesso un grintosissimo destriero

nei più impegnativi tracciati fuoristrada. I nuovi materiali compositi, la carrozzeria in alluminio, il cambio automatico a nove marce sono solo alcune delle novità messe in mostra dalla Range Rover Evoque, mentre per gli interni ci dobbiamo rifare alla Serie “Pure”, quella messa a disposizione per il test da Iperauto Bergamo, quindi parliamo di un modello con interni in pelle e spinto da un propulsore 2.2 turbodiesel, 150 cavalli di potenza

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per un risultato finale che impressiona anche sotto il profilo della guidabilità, esaltando gli “attacchi” della più compatta tra le Range Rover mai prodotte (lunghezza massima 440 cm).

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EVENTI

NUOVA MINI QUANTO LUSSO

Anteprima con Lario Bergauto, da poco unica concessionaria per Bergamo e provincia del prestigioso marchio anglo-tedesco foto di Matteo Mottari

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n’eccezionale ed esclusiva occasione per toccare con mano l’ultima nata di casa MINI. Questo ha offerto ai propri clienti la concessionaria Lario Bergauto di Bergamo, partner unico, sempre aggiornato, del prestigioso marchio tedesco per tutta la nostra provincia. L’ottimo catering Da Flo ha deliziato gli ospiti dell’evento con un menu dedicato a base di MINI Hamburger, MINI Quiche, MINI Hot Dog e di coloratissimi drink, pensati apposta per l’appuntamento. La protagonista indiscussa della serata è stata però la nuovissima creatura MINI, con le sue rinnovate qualità estetiche, da sempre punto di

riferimento per tutto il suo segmento. Slezionatissimi gli ospiti che non si sono fatti sfuggire questa occasione: hanno infatti partecipato i soci del club MINI bergamasco MINILife, il presidente e il direttivo dello Yacht Club

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Bergamo, i President e i Past President del Rotaract Club Bergamo e Rotaract Club Treviglio e Romano di Lombardia, oltre ad alcuni giornalisti sportivi e opinion leader. Ovviamente c’era anche Bergamo Economia, che non poteva perdersi una simile anteprima. Tutti i giudizi sulla nuova vettura sono pressoché unanimi: la MINI, vettura leader del proprio settore e icona degli ultimi 50 anni, si presenta ancora più bella, spaziosa e tecnologica. L’originale design MINI ha sposato

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l’alta tecnologia BMW, con un risultato eccezionale che si svelerĂ al grande pubblico in occasione della presentazione ufficiale, il prossimo 15 marzo. Un appuntamento indimenticabile per i cultori del marchio tedesco che è stato perfettamente organizzato da Lario Bergauto, Gruppo fondato dalla famiglia Mariani nel 1955, di cui fanno parte Lario Bergauto BMW e MINI di Bergamo, Berbenno Valtellina, Grumello del Monte, Lecco e Milano.

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EVENTI

ITALCANDITI DA 50 ANNI foto di Matteo Mottari

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inquant’anni e non sentirli. Italcanditi nasce il 23 Ottobre 1963 quando, Angelo Goffi, uomo di grande vedute ed intelligenza, decise di investire forze ed energie nella trasformazione dell’attività artigianale, una piccola pasticceria specializzata sin dal 1945 nella produzione di marrons glacé, frutta candita e marmellate, ereditata dal padre Alfredo. L’azienda prende il volo negli anni 70, nel periodo del boom economico quando, modificandosi le abitudini di vita e nutrizionali della popolazione, nasce la “merendina”, così Italcanditi decise di sviluppare prima la produzione di confettura, di frutta candita e poi di creme idrate che potessero caratterizzare il prodotto finito. A metà degli anni 80, dopo che

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le aziende lattiero casearie avviavano la produzione di yogurt, prima nella forma più semplice di yogurt bianco e poi con frutta, Italcanditi, lungimirante, fu pronta con il primo impianto per la produzione di semilavorati di frutta per lo yogurt, da allora ne furono realizzati altri 15, in tal modo Italcanditi diventò una delle prime realtà in questo settore.


Nel 2002 date l’esigenze di internazionalizzazione dei nuovi prodotti, nasce il marchio Vitalfood, più moderno ed adatto ad un mercato globale. Dal 2009 Italcanditi/ Vitalfood promuove investimenti in politiche energetiche di tutela e sostenibilità ambientale. Oggi Italcanditi/ Vitalfood è leader europeo nella produzione industriale per il comparto dolciario e lattiero caseario e detiene il primato europeo nella produzione di marrons glacé. A livello numerico, l’area industriale copre una superficie

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di 80.000 mq., l’azienda ha raggiunto un fatturato di 100 milioni di euro, producendo 60.000.000 kg di prodotti. La filosofia dell’impresa è sempre stata quella di avere, una grande attenzione alle richieste del cliente, fornendo prodotti su misura, privilegiando la qualità della materie prime e la sicurezza microbiologica; tutto questo è possibile grazie a laboratori interni avanzati che, si occupano del controllo qualità dei prodotti in uscita e delle materie prime in ingresso, e alla presenza

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di un grande e moderno centro di R&D. Per salutare mezzo secolo di attività, Italcanditi ha festeggiato il 14 dicembre a Villa Castelbarco, nel corso della serata il Presidente Angelo Goffi, ha parlato dei traguardi raggiunti dall’azienda, e di come, per raggiungerli, abbia potuto contare sulla nuova generazione con i figli Maurizio, amministratore delegato e Patrizia Goffi, direttore finanziario, con la collaborazione del Dott. Carlo Parmoli, direttore generale; vi è stata, inoltre, in un clima di grande serenità ed allegria, la consegna dei premi ai dipendenti che più si sono distinti in questo ciclo virtuoso di crescita. “Una festa pensata per i dipendenti che hanno contribuito al successo aziendale” come ci spiega la Dott.ssa Paola Primi Goffi, moglie dell’amministratore delegato Maurizio, che ha curato l’organizzazione dell’evento. 50 anni di storia e di passione nei quali Italcanditi/Vitalfood ha saputo interpretare al meglio la tenacia e il coraggio del suo fondatore Angelo Goffi.

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EVENTI

PER TUTTO IL MONDO C’È UNA RICETTA SAPS

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i è concluso con successo in Saps il primo Work-Shop Italian Culinary, un ciclo di formazione internazionale riservato a operatori stranieri del settore Horeca che, attraverso Saps, hanno voluto apprendere i fondamentali della cucina italiana grazie al seminario di formazione condotto dallo chef docente Francesco Gotti, ex membro della Nazionale Italiana Cuochi e finalista per il Sud Europa del prossimo Concorso Internazionale Global Chef che si terrà a luglio in Norvegia. Il Work-Shop Italian Culinary Saps ha visto la partecipazione di 20 operatori dall’area europea e nordamericana, tutti importatori e distributori di prodotti per il comparto Horeca. Ricordiamo che il Centro di Ricerca e Formazione dell’Arte Culinaria

Saps, fondato in seno all’azienda Pentole Agnelli, ha come principio la promozione delle tradizioni della cucina italiana, dell’enogastronomia e dei prodotti agro-alimentari, attraverso la realizzazione di corsi di formazione in cucina e manifestazioni promozionali. Dal 2002, data della sua nascita, Saps organizza infatti Work-Shop, seminari, corsi di formazione generici e tematici sulla cucina e corsi di aggiornamento per gruppi di professionisti (chef e ristoratori), o semplici appassionati che intendano acquisire

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una specializzazione in cucina. In Saps, durante questo ciclo internazionale di cucina italiana, i 20 operatori hanno potuto entrare in contatto diretto con la cultura e la tradizione della nostra cucina, scoprendone i prodotti principali e cucinandoli nelle postazioni singole attrezzate di tutto punto. “Abbiamo dimostrato - ha detto Angelo Agnelli, fondatore di Saps - di essere un punto di riferimento per il settore ristorativo del nostro paese. Sono piĂš di dieci anni che Saps ha un ruolo attivo nella formazione di professionisti e appassionati

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italiani e il nostro si è confermato anche un ottimo brand internazionale per la diffusione del patrimonio della cucina italiana. Gli operatori giunti qui da tutto il mondo hanno potuto apprendere i fondamentali del patrimonio culturale enogastronomico italiano, assimilandone il gusto e la tradizione agroalimentare italiana per poi “esportare” questi sapori nei loro paesi d’origine e prendere coscienza del valore e delle qualità dei prodotti italiani, al fine di diffondere e promuovere la nostra vera cucina”.

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