Economia Magazine maggio

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Europerf

LAMIERE STIRATE, FORATE E RETI

Corrado Passera

SITUAZIONE INTERNAZIONALE E CONSEGUENZE SUL PIANO ECONOMICO E FINANZIARIO

I Legnanesi

«IL TEATRO È PER NOI SINONIMO DI CONDIVISIONE»

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L’EDITORIALE

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Imprese in balia delle “ondate”

Ci sono certezze che tutti noi abbiamo ben radicate dentro di noi. Per me, ad esempio, era così per la parola “positivo”. Nell’accezione che ho sempre usato - e sempre sentito usare - si voleva indicare qualcosa di valido, di effettivo o ancora, l’esistenza di qualcosa o qualcuno di favorevole o vantaggioso. Poi positivo è diventato sinonimo del suo contrario. Aver contratto il virus, ci ha resi positivi. Ci sono però parole che non deludono mai. Tra queste “ondata”: che se letteralmente sta per un colpo di mare provocato appunto da un’onda, è un termine che i più usano per indicare la manifestazione improvvisa di un fatto o di un fenomeno. E proprio sulle ondate del terzo millennio vorrei porre la

nostra attenzione. Si è partiti nel 2008 con il fallimento della Lehman Brothers. Per tutti noi un fallimento, per il numero uno della banca - l’AD Richard Fuld - si trattava solo di una crisi di fiducia da parte del mercato, tanto da sostenere che le continue voci negative e la crisi di fiducia avevano provocato a loro volta una crisi di liquidità, per cui gli speculatori scommettevano sul ribasso del titolo. L’ondata di crisi finanziaria (e di fiducia) partita negli USA si è poi protratta a cascata in Europa per almeno 4-5 anni. È stata poi la volta dell’ondata terroristica con Londra, Parigi e Bruxelles (solo per citarne alcune) bersagliate da atti scellerati. In pochi ci han fatto caso le ripercussioni economiche sono state notevoli: in pochi mesi spariti gli investitori extraUe, quei colossi mondiali che guardavano all’Europa come terreno fertile per nuove avventure. Abbiamo respirato per un paio d’anni, giusto il tempo di tirare un sospiro di sollievo. In quel frangente di ritrovato entusiasmo imprenditoriale e di fermento creato anche da politiche governative nazionali che - forse per la prima volta nel nuovo millennio - prevedevano misure a sostegno di investimenti e formazione. Un biennio che potremmo definire - per esagerare - un’ondata da in-

dustria 4.0. Un accostamento di parole che nel tempo si è trasformato da incentivo a credito d’imposta, diventando presto un esercizio di stile in molti dibattiti politico-mediatici. Poi è arrivata la pandemia. E parlare di economia sembrava quasi blasfemo. È in queste circostanze che mi fermo a pensare, ma se non l’industria e la piccola impresa, cosa si pensi faccia girare il mondo rendendolo sostenibile? In Italia, senza contare il settore agricolo, l’impresa privata impiega 16 milioni di persone. 16 milioni di stipendi. Eppure, in piena pandemia - per carità un evento eccezionale e senza precedenti tra i vivi - le imprese hanno potuto operare a singhiozzo, a distanza, nell’incertezza più totale. Una pandemia globale sì ma che si è sviluppata con tempistiche differenti nei diversi continenti: le diverse ondate (contraddistinte da altrettante varianti del virus) hanno provocato una paralisi di tutte quelle filiere necessarie all’industria. Ne sono scaturite l’ondata della crisi delle materie prime - prima introvabili, poi a prezzi folli, poi con tempi di consegna con data da definirsi - e l’ondata, decisamente ancora in corso, della crisi energetica. Quest’ultima, ce lo siamo detti tante volte, non è arrivata

così all’improvviso. Seppur riguarda infatti l’Europa intera c’è chi si è premunito negli anni guadagnando una certa indipendenza. Per ultima ma solo cronologicamente la guerra in Europa. Perché è vero che se la Russia smette di attaccare non c’è più la guerra e che se l’Ucraina smette di difendersi non c’è più l’Ucraina - e cito un recente post di Enrico Mentana - ma pensare che la guerra riguardi solo quei due paesi è avere una visione parziale, oserei dire minimalista. Russia e Ucraina sono mercati importanti per l’import export italiano, per la logistica, per le triangolazioni internazionali, per l’approvvigionamento energetico ed alimentare. Ma non ho voluto fare la lista delle “ondate” per rammentare la fragilità economica con cui le imprese e gli imprenditori e i territori su cui insistono si trovano a fare i conti ogni 3x2. Quanto perché arriverà, raggiunta la pace, un’ondata di convalescenza. Un lasso di tempo, difficile da quantificare, in cui la nostra economia e quella Europea vivrà una lunga transizione dal superamento della malattia al recupero completo delle forze e della normale salute. Abbiamo la medicina giusta? Cosa rispondiamo a Bruxelles che ci ricorda sempre più del debito che abbiamo con la Next Generation EU?

Paolo Agnelli 3


CONTENUTI

M A G G I O

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IN ESCLUSIVA Corrado Passera, situazione internazionale e conseguenze sul piano economico e finanziario L’INTERVISTA Lara Magoni «Regione Lombardia ritiene il turismo un comparto strategico» SPETTACOLO I Legnanesi «Il teatro è per noi sinonimo di condivisione» L’ASSOCIAZIONE Confimi: a fianco delle imprese CUCINA Bolle inserito nella Guida Michelin COVER STORY Europerf: lamiere forate , stirate e reti Copriamo a 360° quasi tutti i settori offrendo per ognuno il ser vizio più appropriato MONDO DEL LAVORO AxL: «La buona flessibilità può diventare strumento per la stabilità lavorativa» SPECIALE IVS - Industrial Valve Summit TOP BUSINESS Indeva ® , l’azienda di Brembilla offre soluzioni ad alta tecnologia per la movimentazione TECNOLOGIA Promech-mc , protagonista della ricerca sulla fusione nucleare GIOIELLI Chantecler e Cornaro EVENTI • Nuova Maserati Grecale • Alfa Romeo Tonale LA RICETTA Risotto affumicato, cipolla, arrosto e maggiorana MOTORI • Porsche Taycan 4 Cross Turismo

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ECONOMIA MAGAZINE® Rivista mensile di economia attualità costume e stile (Registrazione al Tribunale di Bergamo nr. 5 del 21/02/2013) Società editrice: Giornale di Bergamo® S.r.l. Via San Giorgio 6/n 24122 Bergamo Direttore responsabile PAOLO AGNELLI Direttore editoriale FRANCESCO LEGRAMANTI Concessionaria pubblicità locale: Giornale di Bergamo® S.r.l. Via San Giorgio 6/n - 24122 Bergamo Tel. 035 678811 - Fax 035 678895 info@economiamagazine.com www.bergamoeconomia.it

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Foto Antonio Milesi

IN ESCLUSIVA

NOME: Corrado Passera RUOLO: Ex Ministro dello sviluppo economico e delle infrastrutture, esperto banchiere nel 2019 ha fondato banca illimity

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CORRADO

PASSERA Corrado Passera è una personalità prominente del panorama finanziario italiano. Ex Ministro dello sviluppo economico e delle infrastrutture, esperto banchiere, nel 2019 ha fondato illimity, banca di nuovo paradigma, specializzata nel credito alle piccole e medie imprese (PMI) e caratterizzata da un modello di business fortemente innovativo e ad alto tasso tecnologico. Nel nostro incontro abbiamo parlato di illimity, ma anche, com’è inevitabile, della situazione internazionale e delle conseguenze sul piano economico e finanziario. «C’è già stato un impatto forte, sia primario, per quanto riguarda le aziende che hanno rapporti commerciali diretti con i Paesi in conflitto, sia secondario per le aziende che sono fornitori o clienti delle ditte diret-

tamente coinvolte. L’impatto complessivo dipenderà naturalmente dai tempi e dai modi con cui sarà risolta la crisi. Se i tempi fossero relativamente brevi possiamo ancora sperare che gli stravolgimenti di prezzi che oggi stanno creando inflazione e difficoltà su moltissime aziende, possano in buona parte rientrare in tempi non lunghi». Dobbiamo temere un embargo energetico? «Per quanto non sia auspicabile, è possibile che ci si debba arrivare. Potrebbe essere auspicabile che si arrivi a livello UE, o almeno a livello di un gruppo di Paesi, ad un assetto di compratore unico per cercare di mitigare gli effetti della posizione di grave debolezza nella quale ci troviamo. Questo anche a causa della mancanza di strategia da parte dell’Italia e dell’Europa, che in questi anni si sono sostanzialmente messe il cappio al collo da sole, p e r-

mettendo di fatto a pochissimi fornitori di accumulare concentrazioni incredibili di potere, e non solo nel settore energetico. Qualsiasi imprenditore sa quanto sia rischioso fare troppo affidamento su pochi fornitori sulle materie prime o sulle componenti strategiche. Questa miopia strategica ci ha portato alla rischiosa situazione attuale. La mancata diversificazione delle fonti energetiche è una realtà che ho toccato per mano io stesso quando ero Ministro. Nei pochi mesi del nostro Governo riuscimmo a sbloccare gli accordi per costruire il TAP, il gasdotto dall’Azerbaigian. Avviammo anche le procedure per dotarci di altri quattro rigassificatori, ma ad oggi mi sembra ne sia stato completato solo uno. Speriamo che questa crisi ci serva da lezione». Il PNRR potrà aiutare? «Il PNRR è stato giustamente focalizzato sulle due transizioni strategiche: quella digitale e quella energetica. Ma con o senza i fondi del PNRR le infrastrutture energetiche essenziali per ridurre la nostra dipendenza energetica andranno approntate. Dobbiamo augurarci che siano temi come questi ad animare la prossima campagna elettorale». La sua personale opinione su cosa si potrebbe fare 11


per contribuire a risolvere il problema tra Russia e Ucraina? «Sarebbe molto presuntuoso da parte mia pensare di avere la ricetta. Certo andrà trovata una soluzione che dovrà riguardare non solo i confini dell’Ucraina. Servirà diplomazia non urlata sui media. Quello che è certo è che non può essere tollerato che uno stato riconosciuto dalla comunità internazionale da 30 anni venga invaso dai carri armati di un altro Paese che pretende di determinarne i destini. Quando l’abbiamo lasciato succedere nel 1938, sappiamo come è andata a finire». Perché il Risiko bancario in Italia stenta a decollare? Sembra esserci ancora molto immobilismo. «Non definirei immobile un settore che è passato da più di 1000 banche a meno di cento. Altri Paesi europei vorrebbero aver fatto la strada che abbiamo fatto noi in termini di ristrutturazione, privatizzazione e consolidamento. Rimangono pochissimi casi di banche salvate dalla mano pubblica che dovranno trovare azionisti di lungo periodo. Potrebbero ancora esserci alcune opportunità di combinazione tra banche italiane e anche di operazioni transnazionali». La concentrazione di tutte le banche medie e piccole in pochissime banche molto grandi è l’unica strada da perseguire? «Fino a pochi anni fa il consolidamento era effettivamente l’unica strada per raggiungere le economie di scala e di scopo indispensabili per essere competitivi sul mercato. Oggi l’innovazione ha cambiato le carte in tavola e in molti casi le tecnologie possono sostituire la scala. Anche banche di territorio di non grande 12


dimensione possono ritrovare una loro sostenibilità puntando molto sull’innovazione e sulle partnership. E nasceranno nuove banche con paradigmi di gestione del tutto nuovi». Il che ci porta a parlare della sua creatura: illimity. «Siamo nati nel 2019 e ci siamo fatti le ossa in fasi di mercato certamente non facili causate prima dal Covid e poi dalla guerra. Siamo riusciti a raggiungere gli obiettivi prefissati nel 2021, generando un utile netto di 65,6 milioni di euro. Il risultato di gestione è più che raddoppiato a 110,6 milioni e il ROE è arrivato al 10%, tra i più sfidanti del settore bancario italiano. A maggio di quest’anno, inoltre, abbiamo diffuso i risultati del primo trimestre del 2022 che hanno ulteriormente confermato le ottime performance di illimity con una forte crescita dei volumi di credito e di investimenti, basso profilo di rischio e forte solidità: un Cet1 ratio al 17,7% e una solida posizione di liquidità, pari a circa 1 miliardo di euro. Siamo specializzati nel mondo delle PMI: credito di crescita, dedicato alle imprese che hanno il potenziale per diventare grandi e solide ma ancora non ne hanno le possibilità, e il credito di ristrutturazione, per le imprese che hanno avuto dei problemi ma che hanno capacità e volontà di risanarsi e rilanciarsi. Siamo specializzati nell’acquisto di crediti deteriorati corporate, con o senza garanzia ipotecaria, e nel finanziamento a investitori professionali in logica “asset based”. I mercati del credito in bonis (performing) di ristrutturazione e deteriorato, sui quali ci siamo focalizzati sin dall’inizio, sono più vasti del previsto e riteniamo di avere ragionevoli vantaggi com-

La home page del sito illimity.com La banca digitale fondata da Corrado Passsera

petitivi. Ci piace che il nostro motto sia “Fare utile ed essere utili”, perché quando un imprenditore ci ringrazia del nostro sostegno, che gli ha consentito di far crescere o risanare la sua azienda, è veramente una gran bella soddisfazione». Qualche esempio di servizi che vi caratterizzano? «Per offrire il nostro servizio alle aziende ci avvaliamo anche dei cosiddetti Tutor. In altre parole, non concediamo credito a medio termine se non siamo in grado di coinvolgere uno specialista di quel settore, che si rapporti da vicino con l’azienda specifica evidenziandone i punti di forza e di debolezza, contribuendo ad elaborare i piani aziendali e seguendone poi gli sviluppi. La nostra forza consiste proprio nella combinazione di esperienza come professionisti bancari e di competenza industriale per ogni settore, a cui si aggiunge l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili. Per

venire incontro alle esigenze delle PMI più piccole di quelle servite finora stiamo lanciando “b-ilty”. Costruita per le PMI con fatturato da 10 a 2 milioni di euro, b-ilty è una piattaforma open e 100% digitale che consente di integrare in un unico ecosistema l’operatività bancaria e gli strumenti utili a supportare la crescita dei clienti. Anche in questo caso alla tecnologia affianchiamo responsabili delle relazioni con nome e cognome in modo che le aziende siano sempre ben comprese e ben supportate. Si tratta di un modello pensato con gli imprenditori per gli imprenditori, che si pone l’obiettivo di rendere la gestione della quotidianità più semplice e immediata. Un’altra caratteristica interessante di b-ilty è l’abbonamento, un canone mensile di 40 euro che include tutta l’operatività. Quest’anno abbiamo inoltre presentato un’altra iniziativa digitale con il lancio di Quimmo, la piattaforma prop-tech nata

per semplificare l’acquisto e la vendita di immobili e coprire l’intera catena del valore. Con Quimmo vogliamo infatti andare oltre l’offerta legata al segmento giudiziale dove siamo oggi tra i leader di mercato. Puntiamo a rispondere, in modo completo, ai bisogni di varie tipologie di venditori - sviluppatori immobiliari, costruttori, fondi, banche, assicurazioni o semplicemente famiglie. Anche in questo caso, la componente digitale è perfettamente integrata a quella umana attraverso i nostri professionisti che accompagnano il cliente in tutte le fasi. Il tratto distintivo di illimity consiste proprio nel mix formidabile di competenze, grazie a una squadra composta da talenti provenienti da quasi 300 aziende, oltre 20 settori, 25 Paesi ed età differenti con una media di 34 anni. È questa la nostra vera ricchezza, che ci permette di costruire qualcosa di nuovo insieme». 13


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L’INTERVISTA

LARA

MAGONI

«REGIONE LOMBARDIA RITIENE IL TURISMO UN COMPARTO STRATEGICO»

Lara Magoni crede fortemente nella nostra regione e ha già scaldato i motori per una ripartenza fulminea dopo il Covid. Dalla valorizzazione delle eccellenze enogastronomiche alla corsa verso le Olimpiadi 2026, l’assessore al turismo e alla moda ci ha raccontato i punti salienti della sua agenda. Assessore, ci può descrivere lo stato attuale del turismo in Lombardia? Dopo anni difficili dovuti alla pandemia, il settore si sta riprendendo e rilanciando. Regione Lombardia ritiene il turismo un comparto strategico. Ora siamo ripartiti con la stessa forza. Abbiamo tutta la capacità 16

per essere assoluti protagonisti e le proiezioni dei dati per la nuova stagione vanno in questa direzione. Dopo gli ottimi risultati dei primi mesi dell’anno, si prospetta una stagione estiva molto positiva per il turismo lombardo e montano. Una rinascita attestata anche dalle stime predittive elaborate da PoliS-Lombardia, secondo il quale le presenze turistiche attese per il 2022 saranno superiori del 30% rispetto al 2021. In particolare, da luglio a settembre è lecito aspettarsi un flusso di +8,7% di visitatori rispetto all’anno precedente””. Quali stimoli e trend caratterizzano la ripartenza dopo due anni di limitazioni

dovute al Covid? Che la pandemia abbia radicalmente cambiato le scelte, le mete e i ritmi dei viaggiatori è ormai evidente: due anni di chiusure, distanziamenti e isolamenti hanno fatto sì che non solo ci fosse un’evoluzione dei comportamenti del turista, ma anche lo sviluppo accelerato di un cosiddetto “nuovo turismo” frutto del desiderio sempre più esplicito di vivere esperienze totalizzanti, diversificate e a stretto contatto con il territorio e la sua cultura più autentica. Siamo di fronte a un cambiamento che da un lato ci mette in discussione, ma dall’altro si configura come una straordinaria occasione di ripartenza:

ripensare il nostro territorio, così poliedrico e ricco, sotto un’ottica estremamente legata al tempo che stiamo vivendo. Il turismo lento è una necessità che si sta facendo strada anche e soprattutto nelle nuove generazioni, particolarmente interessate ad un modo di viaggiare etico e rispettoso dell’ambiente e delle diversità. Un altro settore particolarmente colpito è stato quello dei grandi eventi legati alla moda, che era un altro cavallo


Foto Fabio Toschi

NOME: Lara Magoni RUOLO: Assessore al Turismo, marketing territoriale e moda

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Nella foto a sinistra Malcesine, un borgo incantevole che si affaccia sul Lago di Garda, il più a nord del versante veronese. Sotto un escursionista in cima alla montagna vista lago di Lecco

di battaglia della nostra regione. Quali sono le prossime tappe? Il comparto “Moda” in Lombardia è molto cresciuto nel primo trimestre del 2022. È quanto emerge dai dati di Unioncamere Lombardia. In particolare evidenza ci sono l’abbigliamento, pelli, calzature e tessile. I dati positivi dimostrano l’alta capacità di tenuta del sistema Lombardia, capace di reagire alla crisi con coraggio e spirito 18

innovativo. Nello specifico, il settore della moda riconquista posizioni importanti sui mercati nazionali ed internazionali: segno che la competenza, la competitività e l’alta qualità delle nostre produzioni rimangono un segno distintivo, riconoscibile a livello globale. Il “saper fare artigiano” dei nostri maestri rappresenta il marchio distintivo di una creatività e di un ingegno che non hanno pari nel

mondo. L’anno scorso la Lombardia con le sue eccellenze è stata protagonista di un passaggio sulla BBC, nonché di un suo viaggio promozionale a Dubai. Come si muove la nostra regione nel mondo e quali sono i Paesi che la apprezzano maggiormente? Il riposizionamento della Lombardia a livello internazionale è un percorso lungo ma certamente vincente,

grazie alla nostra offerta variegata e all’appeal nei confronti di diversi mercati, dall’europeo, all’americano, dall’orientale sino ai Paesi arabi. Grazie a tre aeroporti internazionali, la Lombardia è facilmente raggiungibile da ogni parte del mondo. Inoltre, i prossimi eventi come Bergamo e Brescia “Capitale Italiana della cultura 2023” e le Olimpiadi 2026 saranno un driver eccezionale di attrattività CONTINUA A PAGINA 20


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per i nostri territori. Ci può parlare del bando OgniGiorno inLombardia? Si tratta di un bando che ho fortemente voluto per sostenere i nostri territori al fine di renderli più attrattivi valorizzando i tesori artistici, culturali, paesaggistici ed enogastronomici che li contraddistinguono. Nello specifico, un investimento di 4 milioni di euro a sostegno di tutte le iniziative in grado di esaltare le nostre peculiarità, anche in località meno blasonate ed estranee alle logiche del turismo di massa. Altro appuntamento che ci sta tenendo tutti col fiato sospeso: le Olimpiadi 2026. Qual è la road map da qui ad allora, e come si collegherà anche al mondo del turismo per accogliere i tanti visitatori? 20

Sopra uno scorcio dal Passo del Tonale, qui accanto il Duomo di Milano

«Grazie a tre aeroporti la Lombardia è facilmente raggiungibile da ogni parte del mondo» Un progetto al quale credo fermamente, anche perché le Olimpiadi in Lombardia e in Veneto rappresenteranno un incredibile volano di promozione turistica per i nostri territori. D’altronde,

da sempre sport e turismo sono un binomio di grande successo. In tal senso, l’iniziativa della Via Olimpica è certamente vincente, un percorso che unisce i borghi lombardi e veneti alla

scoperta delle eccellenze culturali, storiche, artistiche ed enogastronomiche delle nostre terre. Le Olimpiadi permetteranno di scoprire terre fantastiche, con un bacino potenziale di oltre 100 milioni di visitatori tra le due regioni. Le nostre splendide montagne e le nostre strutture ricettive all’avanguardia sono pronte ad accogliere il mondo.


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SPETTACOLO

I LEGNANESI

«IL TEATRO È PER NOI SINONIMO DI CONDIVISIONE»

Risate e riflessione sembrano due parole così distanti tra loro, eppure è ciò che gli attori della famosa compagnia teatrale I Legnanesi riescono a trasmettere con le loro commedie, trascinando gli spettatori direttamente nella storia e permettendo loro di uscire qualche ora dalla monotona quotidianità. Abbiamo avuto il piacere di intervistare Antonio Provasio, capocomico del gruppo, e l’onore di partecipare dietro le quinte al loro spettacolo di solidarietà a favore di AOB (Associazione Oncologi Bergamaschi), organizzato con la collaborazione di Giuliana, titolare dell’Osteria D’Ambrosio, tenuto al Teatro Sociale di Città Alta il 17 maggio. Da un piccolo comune della Lombarda siete riusciti ad affermarvi nell’Italia intera. Ci racconti della vostra sto22

ria e della vostra crescita artistica. La storia del Legnanesi è iniziata nel 1949 con i fondatori Felice Musazzi e Tony Barlocco, che allora interpretavano rispettivamente la Teresa e la Mabilia, inoltre tengo molto a sottolineare che la nostra compagnia teatrale è nata in un oratorio. I nostri spettacoli ruotano da sempre intorno alle vicende della famiglia Colombo, composta da Teresa, moglie e madre che gestisce l’intero entourage familiare, dal marito Giovanni e dalla figlia zitella Mabilia. Ai primi spettacoli purtroppo si presentava poca gente, a quel punto Don Antonio, coadiutore della compagnia e primo agente della compagnia, rimasto con noi fino a 94 anni, ha fatto costruire l’Angelicum, primo teatro a Legnano, nei primi anni 50. Il personaggio della Teresa

è nato proprio grazie a lui e alle sue illuminazioni; insomma, è stato veramente un personaggio incredibile e sono contento di aver avuto il piacere di conoscerlo di persona. Felice Musazzi lavorava alla Franco Tosi di Legnano e ha cominciato a scrivere un giornalino per gli operai, i suoi testi sono stati in seguito utilizzati per le commedie: sono nati così i Legnanesi, il cui nome ai tempi era Filodrammatica San Genesio. Nel 2019 abbiamo ricominciato con una nuova compagnia composta da me, Antonio Provasio, nel ruolo della Teresa, Enrico Dalceri, come la Marabilia, e Lorenzo Corvari, che interpreta il Giovanni. All’inizio abbiamo riutilizzato i testi di Felice Musazzi, riadattati e rivisitati, ma da una decina d’anni a questa parte scriviamo testi nostri, ringiovanendo i personaggi

e attualizzando i contesti. Dopo due anni, siete tornati qui a Bergamo con “Non ci resta che ridere”, ci racconti della vostra nuova commedia. “Non ci resta che ridere” è nata nel 2019, prima che iniziasse la situazione inverosimile in cui ci troviamo ora. Stavamo festeggiando i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci e ci è venuta in mente l’idea mettere in scena un viaggio nel tempo. Teresa era convinta


Foto Antonio Milesi

NOME: Antonio Provasio RUOLO: Attore teatrale italiano capocomico della compagnia teatrale I Legnanesi

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che la Gioconda dovesse essere legittimamente riportata in Italia, così, insieme all’intera famiglia Colombo, fa un viaggio a Parigi per visitare il Louvre e appropriarsi del quadro e i tre si ritroveranno catapultati nel 1504, anno in cui fu realizzata l’opera. Giunti nello studio di Leonardo Da Vinci, egli racconta di come ha costruito questa sorta di macchina del tempo e alla Teresa è venuto in mente di raggiungere l’anno 1918 per impedire ai suoceri di

Antonio Provasio nel ruolo della Teresa durnate lo spettacolo di solidarietà a favore di AOB

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conoscersi e dare alla luce il marito Giovanni. Credo che questo spettacolo sia stato uno dei più belli che abbiamo messo in scena. Qui nella vostra città abbiamo assistito ad un’accoglienza davvero meravigliosa; ci tenevamo proprio a tornare a Bergamo dopo tutto quello che è successo, abbiamo infatti dedicato queste nuove date ai bergamaschi che ormai ci hanno un po’ “adottati”. CONTINUA A PAGINA 26



Giuliana titolare dell’Osteria D’Ambrosio con Antonio Provasio capocomico del gruppo

Il biennio 2020-2021 è stato parecchio turbolento e lesivo dal punto di vista artistico. Come avete passato il lockdown e i restanti mesi di incertezza? Ora sembriamo essere entrati in una nuova normalità, avete qualche progetto per le prossime stagioni? Io e mia moglie siamo riusciti a spostarci a Rimini, dato che la situazione a Milano si stava facendo davvero preoccupante, siamo rimasti lì 26

per mesi e abbiamo iniziato a lavorare a un nuovo spettacolo. Essendo ormai la nostra compagnia un Srl, abbiamo anche deciso di anticipare a tutti i nostri 41 dipendenti la cassa integrazione, inoltre abbiamo voluto stare vicino al nostro pubblico, così io, Enrico e Lorenzo ci siamo attrezzati per chiamare i nostri spettatori più affezionati per regalargli un momento di svago in un periodo così ter-

ribile. Ad ora abbiamo quasi finito di scrivere la nuova commedia che speriamo di poter mettere in scena al più presto, augurandoci la fine dell’epoca Covid. Credete che nel 2022 il mondo del teatro attirari ancora? Qui a Bergamo abbiamo avuto il pienone e abbiamo il sold-out anche per tutte le altre date in programma, quindi sostengo che il teatro

attiri ancora moltissimo e credo addirittura che la voglia di ritornare alla normalità e di divertirsi abbia fatto in parte riscoprire il nostro mondo. Il teatro è per noi sinonimo di condivisione, l’obiettivo che ci siamo imposti è mantenere, attraverso i nostri spettacoli, la voglia di stare insieme, cosa che la televisione non riesce a fare allo stesso modo. Ilaria De Luca


NEL CENTRO DI

BERGAMO via Zanica 87 Concessionaria Ufficiale di Vendita e Assistenza

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L’ASSOCIAZIONE

Foto Antonio Milesi

NOME: Denise Falvo RUOLO: Responsabile area paghe di Confimi Servizi

NOME: Davide Lucini Paioni RUOLO: Responsabile dell’area sindacale di Confimi Apindustria Bergamo

CONFIMI: A FIANCO DELLE IMPRESE Confimi servizi è una società interamente controllata da Confimi Apindustria Bergamo, associazione datoriale che rappresenta circa 500 piccole e medie imprese ubicate su tutto il territorio della provincia orobica. Da oltre vent’anni, Confimi offre ai propri associati una serie di servizi ad ampio spettro, ad esempio l’elaborazione di cedolini paghe e l’adempimento di svariate, complesse pratiche amministrative, che altrimenti sarebbero a carico del datore di lavoro. Partito come un semplice servizio “di nicchia”, riservato a pochi 28

associati, ad oggi l’area paghe è diventata la punta di diamante della Confimi servizi, con ben 50 clienti e 2000 buste paga elaborate ogni mese, e una crescita costante di volumi di circa il 10% negli ultimi quattro anni. La struttura, composta da quattro persone, è guidata da Denise Falvo, che ha risposto ad alcune nostre domande. Qual è il segreto dietro una crescita così rapida di questo servizio? Direi che è sicuramente il forte gioco di squadra: la nostra struttura è interamente

composta da persone giovani, motivate e valide, ma al tempo stesso umili e desiderose di imparare. Se c’è un problema, lo si affronta insieme come una sfida in cui dare il meglio, per una maggior crescita di tutti e per un servizio di maggior qualità per il cliente. Nella nostra area paghe teniamo a far prevalere sempre una logica di condivisione, tant’è vero che ciascuno di noi conosce personalmente ciascun cliente, in modo che questi possa sempre trovare assistenza. Da noi non vige la logica del portfolio clienti, che spesso diventa

motivo di competizione e protagonismo, oltre che di difficoltà per il cliente, qualora il suo consulente non dovesse essere disponibile, per qualunque motivo. La soddisfazione del cliente è essenziale. Come avete fatto ad intercettare questo bisogno da parte della clientela? La fortuna dell’ufficio paghe è stata anche l’esperienza della precedente responsabile, fondatrice del servizio, che ha cresciuto e formato le figure ad oggi presenti, compresa la sottoscritta, insegnando ad andare CONTINUA A PAGINA 30


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associati. Lavorare nell’area sindacale significa affiancare gli imprenditori nella gestione giuridica e sindacale delle problematiche inerenti il rapporto di lavoro, sia in senso individuale (es. assunzioni, procedimenti disciplinari, promozioni, cessazioni di rapporto), che collettivo (gestione degli ammortizzatori sociali, delle trattative sindacali aziendali, predisposizione di piani welfare). Oggi più che mai, stante il moltiplicarsi delle disposizioni normative, le aziende di piccola e media dimensione necessitano di professionisti che le supportino nella conoscenza e nella corretta applicazione di tutte le regole che disciplinano il rapporto di lavoro. Al contempo, però, come

sempre a fondo dei problemi, sviluppando quindi un forte senso critico o, come si dice adesso, capacità di problem solving. Il nostro gruppo ha sempre voglia di crescere e fame di novità, acquisire nuove aziende che presentino particolarità con cui misurarci non è per noi una difficoltà, ma uno stimolo. Non temiamo le sfide se queste ci permettono di migliorarci, e se offrono un valore aggiunto. Una di queste sfide, che possiamo dire di avere vinto, è stata la certificazione del nostro servizio paghe ISO 9001. Altra grande forza dell’ufficio paghe è l’affiatamento con l’area sindacale, che ci permette di operare in maniera sinergica, affrontando tutti i problemi legati alla gestione del personale sia da un punto di vista economico che da un punto di vista giuridico, offrendo 30

«Confimi offre ai propri associati una serie di servizi ad ampio spettro» quindi un servizio veramente completo. La parola passa quindi a Davide Lucini Paioni, responsabile dell’area sindacale di Confimi Apindustria Bergamo, servizio sindacale che viene offerto a tutti gli

area sindacale, non ci viene semplicemente richiesto di svolgere una “attività di aggiornamento legislativo” per gli imprenditori, ma, nel rispetto assoluto della legalità, ci viene chiesto anche di supportarli nel ricercare

soluzioni giuridiche corrette ma che rispondano e si adattino maggiormente alle loro esigenze, soprattutto di flessibilità e semplificazione. Come sono cambiate, soprattutto negli ultimi anni, le relazioni con il sindacato? Se da una parte il Covid prima e adesso la carenza delle materie prime, acuita dalla crisi russo-ucraina, hanno reso le relazioni con il sindacato molto standardizzate, con continue richieste soprattutto di ammortizzatori sociali in costanza di rapporto avanzate sempre per le medesime ragioni, dall’altra in questi anni si è anche sperimentata una maggior sintonia tra sindacati/lavoratori e associazioni datoriali/datori di

lavoro. Ci siamo accorti, per quanto portatori di interessi differenti, di “trovarci tutti sulla stessa barca”, e quindi di dover affrontare insieme le sfide imposteci da queste continue crisi di portata mondiale. Si sta passando da una logica di conflittualità e contrapposizione ad una di sempre maggior collaborazione e cooperazione, tanto nei tavoli aziendali quanto in quelli territoriali.


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CUCINA

BOLLE INSERITO NELLA GUIDA MICHELIN Bolle Restaurant è entrato a far parte della prestigiosa Guida Michelin. Si tratta di un traguardo straordinario per casa Agnelli. È anche un nuovo punto di partenza per lo Chef Marco Stagi e la sua brigata, per poter raggiungere un ulteriore risultato, che ovviamente è la stella. La cucina del Bolle Restaurant di Lallio è un mix di materie prime di qualità, tecniche di lavorazione e di cottura. Ne parliamo con lo Chef Marco Stagi. Più un traguardo sperato o più un traguardo atteso? 32

Aspiravamo che la Guida Michelin passasse a recensirci. Si tratta del primo passo. Siamo entrati nella selezione dei ristoranti e a seguire c’è un’ulteriore selezione, ovvero l’assegnazione della stella, che va da una a tre stelle. Ognuna di esse ha un suo peso e una sua modalità di giudizio. Già essere entrati

all’interno della Guida è un onore. Qual è la formula che fa apprezzare la cucina del Bolle? La nostra non è una cucina troppo di nicchia, ma nemmeno banale. Mi piace dare dei piccoli spunti di estro ai nostri piatti, utilizzando q u a l c h e i n g re d i e n t e insolito, che però non esce dal panorama della cucina

italiana. Diciamo che mi piace sorprendere il cliente con proposte insolite. Per fare un esempio, nel momento in cui stiamo preparando come piatto l’animella al sambuco, si prende il fiore e si va a rivestirlo in tante parti, andando ad esaltare il gusto e creando un piatto unico. C’è un piatto a cui si sente più legato? Certo. È il risotto al Pomo D’Oro. È stato il mio primo piatto al Bolle, creato per essere servito in una pentola d’oro. Si tratta della sinergia tra Pentole Agnelli e il ristorante Bolle. Federica Sorrentino


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COVER STORY

Foto Antonio Milesi

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EUROPERF, reltà giovane fondata da Mauro Vezzoli e Federico Vezzoli in soli 9 anni è diventata un punto di riferimento per la clientela più esigente e si è affermata una tra le più importanti aziende italiane specializzate nel settore della lamiera forata e stirata, con una vasta clientela, sia nazionale che internazionale.

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Nella foto sopra il nuovo stabilimento Europerf di 9.500 metri quadrati a Mezzago (MB) Nelle altre immagini reparti produttivi

Cosa ci può dire sulle vostre lavorazioni di punta e soluzioni tecnologiche all’avanguardia? So che la vostra punta di diamante, per così dire, è il settore dell’architettura e della progettazione. In questo ambito, materiali e lavorazioni molto avanzate vanno a soddisfare una gamma di requisiti sempre più vasta, tra cui l’estetica e la sostenibilità. In che modo le vostre lavorazioni e i vostri prodotti si inseriscono in questo senso? EUROPERF è ormai una realtà internazionale. 36


Grazie all’esperienza raccolta negli anni, il nostro team può sia fornire prodotti in dimensioni standard (1000×2000, 1250×2500 e 1500×3000, con fori tondi, quadrati, oblunghi, esagonali o fantasia) in acciaio al carbonio, zincato, acciaio inossidabile, alluminio, corten e magnelis; sia fornire soluzioni personalizzate. Siamo specializzati anche nella foratura di materiali plastici. Realizziamo elementi per vari settori industriali. Disponiamo di un reparto specifico con macchine differenziate per le diverse lavorazioni: dalla perforazione allo stampaggio, dalla punzonatura alla piegatura, dallo sgrassaggio alla verniciatura, fino all’assemblaggio del prodotto. Un capitolo a parte merita il nostro lavoro in campo architettonico, dove le lamiere forate rappresentano un materiale all’avanguardia, dal forte contenuto tecnologico e innovativo, di grande valore stilistico. L’impiego del rivestimento metallico di facciate con pannellature in lamiera forata o stirata è ormai largamente diffuso nell’architettura moderna e si presta in modo eccellente sia a nuove realizzazioni, di grande gusto estetico, sia alla ristrutturazione o ampliamento di edifici

i tubi forati per filtri, quello dell’elettronica, il ferroviario, navale e elettrodomestico. In tutte queste applicazioni, seguiamo personalmente l’intero progetto, tutta la filiera produttiva, dal momento in cui nasce il progetto fino alla consegna del prodotto.

esistenti. Anche in questo ambito offriamo la scelta tra un’ampia gamma di trasparenze, disegni e materiali utilizzati. Siamo certificati ISO9001 -ISO14001-ISO4500. In quali altri mercati in particolare siete presenti? Avete intenzione di esplorare altri mercati o settori di applicazione in particolare? L’esperienza ci ha permesso di crescere e di affermarci, in numerosi settori, di cui il principale è quello dell’automotive: un mercato importante che ci copre il 30% della produzione, soprattutto extra-UE, dove collaboriamo con aziende prestigiose che forniscono i nostri materiali di alta qualità alle case automobilistiche più importanti. C’è poi il settore climatizzazione e condizionamento industriale, per cui siamo fornitori di pannelli radianti finiti. Altri ambiti in cui siamo particolarmente presenti sono quello oleodinamico, con

Parliamo di attualità, e in particolare della crisi presente, che riguarda approvvigionamento, energia, e il conflitto ucraino-russo che complica ulteriormente le cose. In che modo influisce sul vostro lavoro questa situazione? EUROPERF è una società in forte sviluppo, costretta a confrontarsi quotidianamente con il mercato. Abbiamo fondamenta robuste, e valori irrinunciabili. La passione è il nostro motore, e tutto questo ci ha consentito di espanderci moltissimo in questi anni. Ma logicamente il rialzo dei 37


lenterosi, e adattabili alle nostre esigenze di lavoro. Siamo una realtà giovane e aperta ai giovani, e puntiamo molto sulla formazione, con particolare attenzione alle capacità umane. Ma l’impegno richiesto c’è, indubbiamente. Dopo il Covid, è il momento di ripartire in tutti i sensi, quali sono i principali eventi del settore e a quali avete già partecipato o avete in programma di partecipare? Cosa si aspetta da questa ripartenza? EUROPERF conferma la propria attenzione verso le nuove opportunità di mercato attraverso la partecipazione alle fiere internazionali settoriali, nel 2022 eravamo presenti alla “FILTECH 2022” in programma dal 8 al 10 marzo a Colonia (Germania). Arianna Mossali

costi energetici, delle materie prime e del lavoro colpisce anche noi come tutti. Ci aspettiamo che le istituzioni sappiano sostenere le aziende con opportune riforme strutturali che aiutino a stabilizzare i lavoratori e a fermare la corsa al rialzo dei prezzi. Cosa può aspettarsi un giovane che entra nella vostra azienda, a livello di formazione, mentalità e visione? Non è semplice reperire soggetti vo-

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MONDO DEL LAVORO

AxL

«LA BUONA FLESSIBILITÀ PUÒ DIVENTARE STRUMENTO PER LA STABILITÀ LAVORATIVA» Trovare lavoro: un tema scottante oggi in Italia. I problemi sono tanti, strutturali, personali e collegati a scenari nazionali e internazionali su cui troppo spesso lavoratori e aziende non hanno alcun controllo. In tutto questo si inserisce il ruolo delle agenzie per il lavoro. La AxL di Bonate, con la sua ormai quasi ventennale esperienza, cerca di offrire un’esperienza diversa di quello che può essere un passaggio stressante come la ricerca di un nuovo lavoro o la selezione di nuovo personale. «Fondamentalmente, tutti noi cerchiamo una dimensione al cui centro torni ad esserci la persona, con le sue capacità e il suo valore», spiega Lucio Oliveri, direttore generale. Come riuscite a trovare il punto di incontro tra le aspirazioni della persona e l’offerta lavorativa? 40

AxL ha oggi 23 filiali in tutto il Centro e il Nord, siamo cresciuti esponenzialmente dal 2017 e abbiamo a disposizione ben 9 divisioni altamente specializzate: la divisione Sanità è stata la prima nata, poi abbiamo divisioni Close to you per servizi alla famiglia e privati; Technology, Fashion, Politiche Attive, Grandi Clienti, Alti Profili. Tutte le persone che lavorano in queste divisioni hanno mostrato un interesse e una competenza nel settore in cui lavorano quindi hanno grande spirito di iniziativa. Noi ci confrontiamo costantemente con i colleghi e chi vive nel nostro mondo: la nostra filosofia sta nel prenderci cura dei nostri collaboratori mentre loro si prendono cura del nostro business. Per questo, chi lavora in AxL opera in un ambiente che consente opportunità e favorisce l’intraprendenza, in questo modo la passione in quello


NOME: Lucio Oliveri RUOLO: Direttore Generale AxL Spa

che facciamo viene percepita favorevolmente da candidati e imprese. E non si tratta solo di sviluppare opportunità di lavoro, ma anche di aiutare a migliorare chi un lavoro ce l’ha già. Sembra molto interessante, di che servizio si tratta esattamente? Nell’ambito della normativa, le agenzie per il lavoro come la nostra svolgono un servizio che va distinto dalla semplice attività di lavoro interinale. Infatti ci occupiamo anche di seguire i candidati in un processo di valutazione delle proprie capacità, eventualmente di reskilling, per aiutarli anche nella ricollocazione. Questo, per noi, significa mettere al centro la persona e supportarla nell’individuazione delle capacità e delle caratteristiche che possono aiutarla a fare un cambiamento nel proprio percorso lavorativo, ossia essere un valido supporto in una situazione così importate della propria vita. Molti imprenditori da noi intervistati ci dicono che quello che non funziona è il collegamento tra mondo del lavoro e scuole e università, anche lei concorda? Al giorno d’oggi esiste un mismatching tra competenze oggettive richieste e competenze acquisite nel percorso scolastico, ma questo mismatch si verifica in termini di velocità: il mondo del lavoro cambia molto più rapidamente rispetto ai percorsi formativi scolastici. 41


Ma diciamoci la verità: oggi il lavoro c’è. Abbiamo le aziende, i servizi, anche bar e ristoranti, che, dopo il Covid19, cercano personale che non trovano. Un altro aspetto interessante: notiamo un cambiamento di paradigma nella ricerca di lavoro, oggi come oggi, non è più solamente l’azienda che valuta il candidato, ma anche il contrario; il candidato ha una più ampia possibilità di scelta. Di conseguenza, può valutare delle caratteristiche che le aziende devono mettere in evidenza, per esempio la possibilità dello Smart Working o soluzioni di Work/Life balance. Facendo un passo indietro alla mancanza di collegamento tra il mondo scolastico universitario e il mondo del lavoro, non possiamo più darci le risposte semplicistiche che ci siamo dati per tanti anni. Le aspettative che potevo avere io da giovane sul mondo del lavoro non sono quelle 42

che ha un ragazzo di oggi. La normativa sul tirocinio e sull’alternanza scuola lavoro di fatto va nella direzione giusta ed è positivo che esista; ma dobbiamo accelerare il passo che avvicini l’offerta formativa delle scuole alle esigenze delle imprese. Le imprese potrebbero agevolare la digitalizzazione e la messa a disposizione di macchinari venendo incontro alle scuole professionali che hanno molte difficoltà in più, si arriverebbe a creare dei percorsi di formazione in sinergia tra aziende e istituti. Vediamo il tutto da un’altra prospettiva: l’attrattività del mondo del lavoro per le nuove generazioni. Le nuove generazioni ci mandano un messaggio chiaro, non sono disposte ad accettare compromessi, vogliono salvaguardare il loro spazio e la possibilità di esprimersi. Il problema è che questo non possiamo garantirlo a tutti. Se anche andassimo

nella direzione di queste legittime richieste, il mondo non è quello che si vede sui social, e la risposta alla richiesta dei giovani di spazi personali e dedicati alla vita privata è necessariamente condizionata dall’oggettiva realtà delle cose e anche da una disuguaglianza tra i vari livelli di scolarizzazione. Purtroppo, bisogna essere onesti nel riconoscere che una parte del mondo lavorativo continuerà comunque a esistere con i tradizionali paradigmi in termini di lavoro in presenza e orari. Di quali riforme avrebbe bisogno il mondo del lavoro per tornare ad essere dinamico e stimolante, ma anche umano e a misura delle varie necessità che una persona potrebbe avere? Molte scelte politiche in questi anni non hanno brillato per lungimiranza, anzi hanno contribuito a castrare la flessibilità “buona”, quella

che aiuta l’autonomia dei lavoratori. Il risultato è stato il ritorno a quelle stesse forme di illegalità che si intendeva combattere. C’è il reddito di cittadinanza, che può essere anche un valido strumento, ma non c’è una struttura di controllo che verifichi gli sforzi oggettivi nel ricollocamento. Ma anche le aziende sono costantemente chiamate a ripensarsi, evolversi per rispondere a fattori esogeni - come fattori geopolitici o lo scenario competitivo che non siamo in grado di controllare, sia endogeni. Un esempio classico è la flessibilità, ovvero come riuscire ad adattare la propria azienda, il proprio staff e il proprio modo di lavorare ai mutati scenari mondiali. In questo panorama complesso, la somministrazione di lavoro può essere un valido strumento per gestire al meglio proprio la flessibilità e cogliere nuove opportunità per imprese e lavoratori.


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Presidente e AD di Planetel spa

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Partecipa gratuitamente all’incontro, in presenza o in streaming.

INDUSTRIA 4.0: OPPORTUNITÀ A FRONTE DELL’INTEGRAZIONE DI BENI MATERIALI ED IMMATERIALI NEL PROCESSO DI TRANSIZIONE DIGITALE Paolo Fapanni

QUANDO 14 Giugno 2022

Specialista senior infrastruttura, reti e sicurezza di Planetel SpA

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DOVE Confindustria Bergamo Auditorium

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Foto Antonio Milesi

Stefano Scaglia

IVS INDUSTRIAL VALVE SUMMIT Il 24, 25 e 26 maggio alla Fiera di Bergamo si è svolta la quarta edizione di IVS - Industrial Valve Summit, promossa da Confindustria Bergamo e Promoberg. Si tratta del più importante evento internazionale dedicato alle tecnologie delle valvole industriali e alle soluzioni di flow. Quasi 300 gli espositori presenti e dodici i Paesi che hanno aderito all’evento fieristico. Le sessioni tematiche dei convegni di natura tecnico-scientifica e di confronto, in programma nell’ambito convegni di IVS 2022, hanno riguardato: gli sviluppi nel design delle valvole di sicurezza, nei materiali, nei processi di manifattura, nei rivestimenti e

QUASI 300 GLI ESPOSITORI PRESENTI E DODICI I PAESI CHE HANNO ADERITO ALL’EVENTO FIERISTICO 44

CONTINUA A PAGINA 46


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«La conferenza d’apertura della fiera è stata l’occasione per presentare l’Osservatorio IVS-Prometeia “The oil & gas valve industry in Italy”

Stretta di mano tra Stefano Scaglia e Fabio Sannino

nelle tecnologie anticorrosione; attuatori e valvole di controllo; emissioni fuggitive e tecnologie di guarnizione; innovazione, tecnologie emergenti e scenari futuri; standard internazionali, specifiche di fornitura, gestione semplificata della documentazione e tecnologie di ispezione da remoto. Inoltre, la conferenza d’apertura della fiera è stata l’occasione per presentare l’Osservatorio IVS-Prometeia “The oil & gas valve industry in Italy”,

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realizzato con il contributo dell’ufficio studi di Confindustria Bergamo. La filiera delle valvole per l’Oil&Gas è un settore “core” del manifatturiero italiano, oltre che una delle eccellenze nascoste del Made in Italy. Di fatto, quasi 2 valvole su 5 per l’Oil&Gas prodotte in Europa sono italiane. Il nostro Paese è in testa alla graduatoria dei maggiori produttori UE, grazie alla presenza di una filiera completa, sia in termini di prodotti finiti che di com-

ponenti e prodotti ausiliari. In particolare, il territorio di Bergamo rappresenta il fulcro del settore italiano. Entro un raggio di 100 km

dalla provincia ha sede un distretto industriale che genera oltre il 90% della produzione nazionale del comparto.


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Foto Light&Magic Productions

EVENTI

INDUSTRIAL VALVE SUMMIT, FESTA IN FIERA PER 800 PERSONE

A occuparsi del catering della fiera il ristorante “Da Vittorio”

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«Nonostante lo stop causato dalla pandemia, l’edizione 2022 di Industrial Valve Summit ha confermato l’importanza della manifestazione»

Nella serata di martedì 24 maggio, alla Fiera di Bergamo, si è svolta la cena di gala che ha aperto le porte alla quarta edizione di IVS - Industrial Valve Summit. La cena è stata organizzata nel Padiglione C, da cinquemila metri quadrati, allestito per l’evento fieristico. Ad occuparsi del catering e degli executive lunch, per gli operatori del settore nei giorni della fiera, il ristorante tre stelle Michelin “Da Vittorio”, presenza fissa durante le tre giornate. La cena di gala ha visto presenti 800 persone, tra le quali componenti di delegazioni straniere e rappresentanti del tessuto imprenditoriale che guida il comparto italiano. IVS - Industrial Valve Summit è il più importante evento internazionale dedicato alle valvole industriali e alle soluzioni di flow control. Un momento di incontro che ha assunto maggiore importanza dopo il delicato scenario pandemico globale, che ha costretto Promoberg e Confindustria

Bergamo a rimandare di un anno l’appuntamento. Stefano Scaglia, presidente di Confindustria Bergamo, ha commentato: «IVS - Industrial Valve Summit è una manifestazione strategica per Confindustria Bergamo, un esempio vincente di come si possa valorizzare una produzione d’eccellenza del territorio, evidenziandone il ruolo internazionale. Le aziende sono le grandi protagoniste in ogni aspetto del Summit e l’appuntamento rappresenta il punto d’incontro ideale per l’intera filiera globale, dove condividere obiettivi e progettualità, discutere le nuove prospettive e promuovere il settore, offrendo occasioni di sviluppo per il business». Fabio Sannino, Presidente di Promoberg, si è detto soddisfatto di essere riusciti a rilanciare una manifestazione di così grande portata: «Organizzare la quarta edizione di IVS rappresenta un risultato molto importante - ha sottolineato nel suo intervento IVS rappresenta un evento di assoluto rilievo e di prestigio 49


all’interno del calendario di Promoberg, sia per l’ampia partecipazione di attori di rilievo internazionale che porta sul nostro territorio, sia per la visibilità che offre alla nostra città, alla nostra provincia ed al suo tessuto produttivo». Motivo di orgoglio i numeri record che l’appuntamento ha registrato quanto a espositori, visitatori, spazi fieristici e momenti di di-

«La grande partecipazione al programma di IVS è l’indicatore che certifica la qualità dei contenuti proposti»

scussione tecnico-scientifica. In particolare, si sono registrati 300 aziende espositrici, 12mila visitatori da oltre 90 Paesi e 15 mila metri quadrati complessivi di superficie attrezzata. La quinta edizione di IVS si svolgerà presso la Fiera di Bergamo il 15 e 16 maggio 2024. Federica Sorrentino 50


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L’AZIENDA DI BREMBILLA OFFRE SOLUZIONI AD ALTA TECNOLOGIA PER LA MOVIMENTAZIONE

INDEVA Un’azienda bergamasca nel mondo. Al giorno d’oggi sono pochi i grandi nomi del mondo dell’industria, che all’interno dei propri impianti produttivi non abbiano un macchinario INDEVA®. Riccardo Brivio, responsabile commerciale dell’azienda di Brembilla, ci racconta qualcosa delle soluzioni ad alta tecnologia per la movimentazione proposte da Scaglia Indeva. «La storia di Scaglia Indeva è secolare, essendo nata nel 2004 come uno degli spinoff della Scaglia, azienda fondata nel 1838 per la produzione di accessori per il tessile, in particolare rocchetti e bobine. Negli anni ‘60, i clienti avevano richiesto alla Scaglia una soluzione per aiutare le lavoratrici, che all’epoca nel settore tessile erano prevalentemente donne, a caricare le bobine in macchina. Questo perché i filati non potevano essere manipolati troppo per preservarne le caratteristiche, ma al tempo stesso il miglioramento dei materiali aveva consentito di aumentare la capacità di carico, e di conseguenza le bobine erano diventate più pesanti, troppo per le operatrici. Negli anni ‘70 la Scaglia ha quindi inventato il primo manipolatore elettrico, per quanto ne sappiamo, a livello mondiale. Fino ad allora i manipolatori erano stati esclusivamente pneumatici, quello che invece ci contraddistingue è l’impiego della tecnologia elettrica autobilanciante, che non utilizza la pressione per il bilanciamento del carico sollevato. Il prodotto ha 52

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Foto Matteo Zanardi


Grazie alla tecnologia elettronica del manipolatore INDEVA® è possibile movimentare carichi con peso diverso senza interruzione per adeguare il sistema di bilanciamento

avuto tanto successo, trovando applicazione anche in altri settori come quello del legno e dei materiali plastici, da portare Scaglia alla decisione di creare un vero e proprio spinoff aziendale, che oggi siamo noi». Quali sono le caratteristiche e le applicazioni di questa tecnologia? Grazie alla tecnologia intelligente del manipolatore elettronico, il peso da caricare può essere cambiato in qualsiasi momento, fino alla max capacità del manipolatore. Il manipolatore si calibra autonomamente senza bisogno di regolazioni

«Siamo presenti sulle linee di produzione della Lamborghini della Ferrari di quasi tutte le aziende del gruppo Stellantis» 54

o pre-impostazioni. Grazie a questa peculiarità il nostro prodotto di punta ha applicazioni praticamente infinite. Ovviamente il nostro sbocco principale è il mercato dell’automotive e elettromeccanica, in termini di volumi; siamo presenti sulle linee di produzione della Lamborghini, della Ferrari, di quasi tutte le aziende del gruppo Stellantis, linee di assemblaggio di camion, Scania, Volvo. Al momento non conosco case di produzione che non abbiano almeno un nostro impianto nel mondo, e ciò si ripercuote positivamente, naturalmente, anche sulla supply chain della componentistica, elettronica, elettromeccanica, meccanica dell’automobile. Ma le applicazioni non si fermano qui, siamo molto presenti anche nel settore food and beverage dove i nostri manipolatori sollevano dai sacchi di farina ai blocchi di carne congelata, negli stabilimenti Barilla, e nelle linee di produzione di biscotti della Ferrero, abbiamo venduto sollevatori per casse di frutta a una famosa catena di supermercati svizzera, abbiamo venduto in Africa centrale per sollevare sacchi di cacao: ovunque ci sia un peso da sollevare compreso

tra i 10 e i 3-400 kg, ci siamo noi. E si tratta di esigenze e regolamentazioni presenti sia nei Paesi occidentali che in quelli in via di sviluppo per tutelare la salute dei lavoratori. Ciò che ci differenzia dai nostri concorrenti

è proprio la capacità di fornire soluzioni a misura per il prodotto da manipolare e il ciclo di lavoro. Al momento le applicazioni principali sono queste, ci sono possibilità di sviluppo in altre direzioni, come il medicale,


ma si tratta di progetti ancora marginali. Per fare un esempio, in una delle nostre iniziative di sostegno sociale al territorio, i nostri dipendenti negli anni scorsi hanno installato un sistema di sollevamento in casa di una persona disabile, per aiutarla a spostarsi in modo ergonomico e sicuro, sgravando un po’ i familiari. E invece cosa ci può dire sulla tecnologia Cobot? Si tratta di veri e propri robot collaboratori, molto diversi da quelli noti nell’im-

maginario collettivo. I cobot non richiedono di essere cintati, perché hanno velocità e sistemi di sicurezza compatibili con la presenza dell’operatore, e quindi possono essere utilizzati a livello industriale con minori

costi di installazione e maggiore flessibilità. Abbiamo già una divisione dedicata allo sviluppo di questo mercato e a quello degli AGV, i veicoli a guida automatica per asservire linee produttive e logistiche. Forniamo soluzioni per applicazioni collaborative chiavi in mano composte da Cobot Doosan, per i quali abbiamo un accordo con la coreana Doosan per la distribuzione sul territorio italiano. A livello di supply chain, come state affrontando le

parzialmente questi incrementi sui prezzi di listino dei nostri prodotti; tuttavia, siamo impegnati quotidianamente ad apportare miglioramenti per cercare di compensare l’impatto sui prezzi. Per quanto riguarda la disponibilità dei materiali è ormai da più di un anno che abbiamo istituito una task force dedicata ad assicurare la continuità della produzione e per assicurarci per molti mesi la componentistica necessaria per molti mezzi di produzione. Continuiamo come tutte le aziende ad avere qualche problema sugli acquisti spot di materiale non standard e speciale che ci chiedono i nostri clienti, ma sulla nostra produzione siamo molto competitivi proprio perché abbiamo fatto un ottimo lavoro, mettendo in sicurezza tutta la catena di fornitura con una filiera

corta e quindi focalizzata verso le risorse locali, per cui abbiamo sofferto meno di altre aziende della crisi internazionale e della carenza di trasporti. Puntiamo ad affrontare questo periodo grazie anche alla convinzione del valore delle sinergie con il tessuto locale e anche con le scuole. Siamo parte di consorzi per la creazione di sinergie a livello industriale, siamo anche molto attivi con università e scuole, tanto che alcuni dei nostri project manager collaborano con le scuole per far vedere agli studenti la bellezza del nostro business, per cogliere gli sbocchi professionali possibili. Crediamo fortemente nel contributo della freschezza, degli spunti dei giovani e la nostra squadra è giovane e dinamica. Arianna Mossali

difficoltà sugli approvvigionamenti, che si aggiungono ai costi energetici in forte aumento? I costi energetici stanno andando veramente fuori controllo e come tutti siamo stati costretti a trasferire 55


TECNOLOGIA

PROMECH-MC PROTAGONISTA DELLA RICERC A SULLA FUSIONE NUCLEARE

Promech-mc è un’azienda nata nel 2014 che si occupa di progettazione e automazione attraverso tecnologie all’avanguardia. L’esperienza di questa realtà nel campo della fusione nucleare inizia nell’agosto 2019, in collaborazione con Enea, che sta sviluppando a Frascati (Roma) il DTT, Divertor Tokamak Test. Come sottolineato dall’ingegnere Mauro Micheletti, titolare di Promech-mc, si tratta di macchine che sono state sviluppate nel secondo dopoguerra dai russi: difatti Tokamak è un acronimo russo. «Il Tokamak è una grossa ciambella in cui viene realizzato un plasma, nel quale si vogliono ricostruire le condizioni che ci sono sul Sole, al fine di ottenere questa reazione fisica di fusione di atomi. Sulla superficie del Sole - continua Mauro Micheletti - ci sono 15 milioni di gradi e noi nella macchina ne dobbiamo realizzare 150, quindi 10 volte tanto. Questo perché il Sole ha 4 miliardi di anni e ha avuto il tempo per sviluppare questo tipo di reazioni; noi, invece, abbiamo necessità che la reazione avvenga quando la si vuole innescare». Altre condizioni particolari di questa macchina sono 56

l’ultravuoto, le diagnostiche speciali e i campi magnetici molto forti. Gli obiettivi di Promech-mc sono quelli di rimanere in questo settore, che si prospetta nei prossimi 30-40 anni essere in forte sviluppo, e di creare relazioni con i principali player. Altre collaborazioni di rilievo, oltre a Enea, sono state condotte con il Max Planck Institute in Germania, Ansaldo Nucleare e Eni. «Inoltre - aggiunge Mauro Micheletti - abbiamo lavorato allo sviluppo di una macchina per preparare i razzi che vanno nello spazio. La mia speranza è di essere presente il giorno che accenderanno il DTT». Federica Sorrentino


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L’ESPERTO

TECNOLOGIA

PMI E TRASFORMAZIONE DIGITALE In Italia le imprese stanno cercando di restare al passo con la digitalizzazione, non senza qualche problema dovuto al fatto che il tessuto imprenditoriale del nostro Paese è composto per più del 90% da aziende piccole e medie. Ciononostante, durante la pandemia queste imprese, hanno avviato un processo di digitalizzazione come una via per non soccombere. Nel 2021, secondo il Rapporto Istat, oltre il 60,% delle piccole e medie imprese italiane ha acquisito almeno un livello base di intensità digitale e, ove possibile, hanno creato canali di online shopping per non sospendere le vendite. Discreto anche il ricorso al canale fintech per richiedere i prestiti garantiti dallo Stato: siamo di fronte a un contesto economico complicato ma che ha concretamente determinato anche un utilità e un momento di svolta. È fondamentale però che questa opportunità venga 58

trasformata in un vantaggio concreto. Malgrado questo grande desiderio di digitalizzazione in Italia, per quasi due aziende su tre l’infrastruttura digitale rimane un problema ancora irrisolto. Secondo la Commissione Europea, la digitalizzazione delle PMI in Italia è a livelli inferiori alla media europea e nel 2021 l’Italia si è collocata al 20esimo posto fra i 27 Stati membri dell’UE. Una posizione ancora critica che certifica come non ci sia stata alcuna accelerazione digitale negli ultimi tempi. Uno dei grovigli del nostro paese è quello delle competenze: Nelle statistiche UE l’Italia era ultima nella dimensione del capitale umano, e quest’anno siamo terzultimi. In aggiunta solo 1/6 delle imprese italiane mette a disposizione dei propri dipendenti formazione in materia di tecnologia informatica, cinque punti percentuali al di sotto della media UE. Allarma lo scarso

utilizzo di soluzioni digitali in produzione e amministrazione: in effetti, digitalizzare per le imprese non indica unicamente avere una presenza online, ma anche velocizzare, robotizzare, smaterializzare, ricorrere a processi guidati dai dati, eliminare gli sprechi, economizzare. Le imprese,

anche quelle di dimensioni minori, possono avvalersi degli strumenti digitali che sono oggi presenti sul mercato per rendersi più concorrenziale, ottimizzare i processi e svilupparsi. Da uno studio svolto dal Politecnico di Milano emerge come le imprese più preparare dal punto di vista della digitalizzazione realizzano performance economico-finanziarie migliori: mediamente +28% di utile netto, +18% di profitti. Ecco perché anche nel nostro Paese le aziende, soprattutto quelle piccole e medie, dovrebbero prodigarsi per cogliere sul serio questa sfida, portando la digitalizzazione in ogni comparto. È il momento ideale, per le PMI, di cavalcare l’onda digitale e cambiare passo: i vantaggi offerti dal Pnrr saranno una direttiva importante per le imprese per l’anno in corso. Nei prossimi tempi, infatti, grazie al Pnrr verranno stanziati quasi 50 miliardi di euro da investire sull’infrastruttura digitale con l’obiettivo di aiutare le imprese ad avviare un percorso di trasformazione tecnologica e riuscire così ad essere più concorrenziali.

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CHANTECLER E CORNARO Dal 1964, Cornaro gioielli rappresenta nel centro di Bergamo in Via Camozzi, 44, un esempio di tradizione orafa italiana, concessionario autorizzato Chantecler, oltre settant’anni di alta gioielleria in stile caprese. Fondata nel 1947 a Capri, rinomata per la sua maestria nel creare pezzi artigianali di eccezionale finezza caratterizzati dalla capacità di trasmettere 60

l’essenza frizzante e gioiosa dell’isola attraverso l’utilizzo di rarissime perle naturali, diamanti dai tagli insoliti e di colore, rubini, zaffiri e smeraldi, abbinati spesso ai più bei coralli peau d’ange e moro. Gioielli adatti alle donne che non hanno paura di apparire sicure di sé, eleganti e raffinate, protagoniste del grande palcoscenico della vita. Espressione dell’eccellenza

del Made in Italy, i gioielli Chantecler, nascono dalla capacità innata di creare qualcosa di straordinariamente diverso dai canoni classici, divenendo riconoscibili grazie all’allure che emanano. Sull’isola, dove il profumo di gelsomino è più intenso che altrove nel mondo, il sorriso di una ragazza più ampio e affascinante e il gusto del limone indimenticabile, la tradizione di un’antica fami-

glia continua a perpetuarsi nel tempo. Oggi Chantecler è guidata dalla famiglia Aprea: Maria Elena, Costanza, Gabriele e sua moglie Teresa, che con passione trasmettono i valori e le tradizioni del marchio, raccontando lo Spirito di Capri con la stessa purezza ed originalità del padre, attraverso creazioni innovative dallo stile intramontabile, pezzi unici di Alta Gioielleria ed esclusivi e


I gioielli Chantecler nascono dalla capacità innata di creare qualcosa di diverso dai canoni classici

La famiglia, da sinistra Giovanna, Alessandra, Renzo e Marialuisa Cornaro

iconici gioielli prêt-à-porter. Anche Giovanna e Marialuisa Cornaro diplomate in gemmologia, oggi collaborano in gioielleria con i genitori Renzo ed Alessandra. Insieme hanno tramandato alle figlie l’amore e la passione per questo lavoro e il senso del bello. Una meravigliosa storia di famiglia. Una lunga tradizione che si tramanda nel tempo... per far continuare a sognare.

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Foto Antonio Milesi

EVENTI

NUOVA MASERATI

GRECALE

Nuova Maserati Grecale, SUV sportivo di lusso e all’avanguardia della Casa del Tridente

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«Il nome della Nuova Maserati Grecale è ispirato al vento di nord-est del Mediterraneo. Una vera e propria forza della natura»

La Concessionaria Scuderia Blu del gruppo Iperauto S.p.a. ha presentato la Nuova Maserati Grecale. Il Nuovo SUV della Casa del Tridente è un mix di innovazione e straordinaria bellezza. Maserati è la sintesi perfetta di avanguardia e design senza tempo, ingredienti che caratterizzano Grecale, SUV versatile ed elegante, dalle

performance travolgenti, e ne garantiscono prestazioni, ma anche comfort e sicurezza. Il design di Grecale abbraccia il nuovo segno grafico di Maserati che, a partire da MC20, definisce tutti i nuovi modelli. Il frontale è caratterizzato da una calandra bassa e da una griglia imponente. Nel profilo si nota il contrasto tra purezza e tecnica, con un body molto fluido, dalle forme

sinuose e plastiche, e con gli elementi tecnici messi in risalto dal carbonio. Nella parte posteriore la fanaleria è ispirata alla 3200 GT. All’interno dell’abitacolo del Nuovo SUV, caratterizzato da uno stile moderno e lussuoso, è impossibile non accorgersi delle novità tecnologiche, come il tradizionale orologio Maserati che, per la prima volta, diventa digitale, trasformandosi in un vero e proprio maggiordomo di bordo grazie ai comandi vocali. Questo Smartwatch digitale non si occupa di segnare solo l’orario, ma si trasforma anche in un’interfaccia guidatore-auto. Con Grecale tutto diventa touch. Il display centrale, proposto nella grande dimensione da 12,3’’, è il più grande mai montato su una Maserati. A seguire, sono presenti altri due display, uno per i comandi accessori da 8,8’’ e un terzo nella fila posteriore per i passeggeri. Con la Nuova Maserati Grecale ogni esperienza di vita è indimenticabile, grazie al sistema

Multimediale MIA (Maserati Intelligent Assistant), all’infotainment di ultima generazione e a Maserati Connect, grazie al quale è possibile avere il controllo della vettura sempre e ovunque si desideri. Inoltre, il suono all’interno del Nuovo SUV è portato ai massimi livelli di piacevolezza grazie ad una all-round sound experience, data dal tipico ruggito del motore Maserati e dall’immersivo 3D sound system di Sonus faber, gli Artigiani Italiani del Suono. Le versioni disponibili al lancio sono tre: Grecale GT, Grecale Modena e Grecale Trofeo. Ognuna di esse presenta dettagli esterni e interni specifici, al fine di soddisfare esigenze e gusti. La GT, che ha come colore di lancio il bronzo opaco e si abbina a finiture esterne in cromo satinato, è caratterizzata da un motore 4 cilindri mild hybrid da 300 CV. La versione Modena, è anch’essa equipaggiata da un 4 cilindri mild hybrid, ma da 330 CV, e il suo colore di lancio è il grigio cangiante tristato, con 65


finiture nero lucido. Infine, Grecale Trofeo, il cui colore di lancio è il giallo modenese e finiture in carbonio, è caratterizzata da un potente V6 da 530 CV. Adrenalina allo stato puro. Al lancio La Nuova Maserati Grecale è disponibile anche nella Launch Edition PrimaSerie, edizione a tiratura limitata caratterizzata da contenuti esclusivi. A completare la gamma, la Maserati Grecale Folgore,

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versione 100% elettrica la cui uscita è prevista nel corso del 2023. A coronare il tutto, le cinque modalità di guida configurabili: Comfort, GT, Sport, Corsa (solo su Trofeo) e Off-Road. Queste permettono di passare da un mood di massimo comfort, alle emozioni forti di potenza estrema. Federica Sorrentino

«Lascia entrare qualcosa di straordinario nella tua quotidianità con le performance travolgenti del nuovo SUV Grecale»

A destra Bruno Parolini, titolare del gruppo Iperauto S.p.a.

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un giorno

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Foto Antonio Milesi

EVENTI

ALFA ROMEO

TONALE A sinistra, a dare il benvenuto agli ospiti Alessandro Lischetti responsabile della filiale Autotorino di Bergamo

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«Il suo design distintivo sintetizza l’unicità del design italiano con lo stile finalizzato alla funzionalità secondo il DNA Alfa Romeo»

Nella serata di giovedì 19 maggio, Autotorino ha presentato la Nuova Alfa Romeo Tonale, primo SUV elettrificato della Casa del Biscione, presso la filiale di Bergamo città, in via Zanica. I presenti hanno potuto visionare l’auto e deliziarsi con il catering firmato La Fiorida, azienda agrituristica valtellinese, pluripremiata

per la propria filiera ispirata dal rispetto del territorio e del benessere animale, in cui materie prime e lavorazioni sono a meno di “km zero”; una presenza che sottolinea ulteriormente gli aspetti di sostenibilità al centro dell’attenzione della serata e dei progetti di Autotorino. A dare il benvenuto agli ospiti Alessandro Lischetti, responsabile della filiale Autotorino

di Bergamo, al quale abbiamo chiesto le impressioni sul nuovo modello. Tonale è il primo SUV compatto elettrificato di Alfa Romeo. Possiamo ritenerlo un segno dell’evoluzione del marchio nella nuova era della connettività e dell’elettrificazione? Si, Tonale apre una nuova era per Alfa Romeo: è il primo SUV elettrificato della Casa, che reinventa la sportività inserendo per la prima volta una motorizzazione hybrid e plug-in. Inoltre, introduce un’unicità che offre un grande plus: riguarda la certificazione digitale ed univoca della manutenzione e dei parametri d’uso, garantita da tecnologia NFT e blockchain. Questo significa avere una vettura “tracciabile e certificata”, con un elevato valore futuro. Il passaggio alla nuova mobilità elettrificata e connessa com’è affrontato dal vostro Gruppo? L’impegno che prendiamo per accompagnare i Clienti in questa nuova dimensione ha un nome: Evolution. Un

progetto che unisce specializzazione dei nostri professionisti e dei nostri servizi, per una grande qualità da offrire ai Clienti. Parte dalla formazione specifica, puntando su una modalità esperienziale: in più giornate tra maggio e fine settembre, tutti i 600 Consulenti Commerciali degli showroom Autotorino saranno coinvolti in una serie di incontri sul campo dell’Automotive Safety Center (Centro Prove Quattroruote) di Vairano. L’obiettivo è quello di provare in prima persona i veicoli elettrificati e prendere parte a sessioni informative curate dallo staff tecnico di Quattroruote Professional. Accrescere la professionalità dei collaboratori contribuisce ad accogliere il pubblico con interlocutori sempre preparati e motivati, in grado di condividere un ‘vissuto’ dei prodotti e non solo informazioni: questo è uno dei pilastri del modello Autotorino, realizzato concretamente dall’Autotorino Academy. Da qui nascono anche idee per una gamma completa di 71


servizi all-inclusive dedicati, per godersi la mobilità elettrica senza pensieri: assistenza in viaggio, polizze di protezione per il veicolo o per componenti specifiche come la batteria, soluzioni di ricarica a casa e in viaggio. Torniamo a Tonale. Con questo modello l’Alfa Romeo si candida a entrare nel segmento C del mercato, quello delle berline larghe e spaziose. La Tonale potrà allargare la platea degli

«Tonale è il primo SUV compatto elettrificato di Alfa Romeo»

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alfisti? Tonale ha tutte le carte in regola per accendere la passione degli alfisti contemporanei e del futuro. Lo dicono la grande attenzione e il grande richiamo generati da questo evento presso la nostra concessionaria di Bergamo città, in via Zanica, nonché i tantissimi contatti ricevuti per effettuare un ordine in anteprima della Tonale “EDIZIONE SPECIALE” (la versione esclusiva di

lancio). Quali sono i punti di forza di questo modello? Dall’uso in città per famiglie, sino a chi non vuole rinunciare a stile, comfort e sportività, è un modello molto intrigante. Il suo

design distintivo sintetizza l’unicità del design italiano con lo stile finalizzato alla funzionalità, secondo il DNA Alfa Romeo; al volante, si percepisce che Tonale è stata progettata e realizzata per mettere al centro

dell’attenzione il guidatore, in qualsiasi situazione. Infine, l’infotainment offre un ecosistema innovativo di servizi digitali integrati per garantire la migliore esperienza a bordo e d’uso. Federica Sorrentino

EDIZIONE SPECIALE Tonale EDIZIONE SPECIALE è l’esclusiva versione ordinabile solo al lancio. È configurata con motore Hybrid da 130 CV, abbinato alla nuova trasmissione automatica a sette rapporti e al motore elettrico

“P2” 48 Volt da 15 kW e 55 Nm. A partire dal mese di maggio disponibile anche la versione da 160 CV. Questa serie limitata è caratterizzata dal badge “SPECIALE” sul montante e da un allestimento estremamente

ricco: cerchi in lega da 20”, pinze freno rosse Brembo, sistema keyless entry e portellone automatico con sistema hands free, luci frontali Full LED Smart Matrix, sedili ergonomici rivestiti in Alcantara, sensori di

parcheggio frontali e posteriori con telecamera, strumentazione con doppio schermo digitale, di cui quello centrale da 10,25”, abitacolo impreziosito con finiture in alluminio e ambient lighting.

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LA RICETTA

PREPARAZIONE 15 min

COTTURA 15 min

DOSI 2 PERSONE

DIFFICOLTÀ

○○○●●

BOLLE RESTAURANT

RISOTTO AFFUMICATO, CIPOLLA ARROSTO E MAGGIORANA Il raffinato Bolle Restaurant di Lallio, simbolo di qualità delle materie prime e di maestria nell’abbinamento degli ingredienti, ci apre le porte per una rubrica dedicata alla cucina. Lo chef Marco Stagi è originario di Bergamo e ha 30 anni ma, nonostante la giovane età, vanta di grande esperienza ai fornelli, sia in Italia che all’estero, e di un curriculum di prim’ordine nel settore 74

gastronomico. Si è diplomato alla scuola alberghiera di San Pellegrino, iniziò a lavorare all’Osteria della Brughiera dove rimase per 3 anni imparando le basi della cucina, si trasferì poi al ristornate Piazza Duomo di Alba per 5 anni dove crebbe tantissimo diventando il cuoco che è ora. Gli anni decisivi per la sua carriera furono quelli trascorsi in Belgio, all’Hof Van Cleve, uno dei ristoranti a tre stelle Michelin più prestigiosi al mondo.

Tornò successivamente in Italia e lavorò per qualche tempo come sous-chef a Casa Perbellini a Verona, l’ultima tappa del suo attuale percorso l’ha riportato a Bergamo per esibire il suo talento nel ristorante firmato Agnelli. Il capo della brigata di cucina Bolle ha deciso di condividere con noi le sue esclusive ed equilibrate ricette, portando sulle nostre tavole la sua arte culinaria, ricca di colori, profumi e sapori.

Marco Stagi CHEF


PREPARAZIONE

01. 02. 03. 04.

Tostare e cuocere il risotto per 11 minuti. Bagnare con sola acqua Una volta cotto, mantecare con burro e parmigiano e affumicare per 2/3 minuti con mirto fresco Sbucciare 3 cipolle rosse e cuocerle in forno a 220° gradi. Una volta cotte, frullarle, assaggiare di gusto e creare la crema di cipolle arrosto Procedere con la cottura del risotto, la mantecatura con poco aceto di vino bianco, e finire con le gocce di crema di cipolle e le cimette di maggiorana

GLI INGREDIENTI ● ● ● ● ● ●

200 g di riso 3 cipolle rosse 50 g di burro 50 g di parmigiano 20 g di aceto di vino bianco Sale e pepe qb

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Foto Fabio Toschi

MOTORI

TAYCAN Cross Turismo

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Al Salone di Ginevra 2018 era solo una concept: particolare ed attraente wagon rialzata su base dell’elettrica Porsche Taycan, pareva una stravaganza ma ad appassionati ed esperti non sfuggì che nella sua unicità era già avviata alla produzione. Superati i tempi peggiori della pandemia, eccola entrare a listino nell’estate del 2021, con quattro versioni: differenziate per tecnologia, potenza e prestazioni. Queste rappresentano anche, secondo la tradizione Porsche, crescenti

livelli di allestimento. Cross Turismo non è una Taycan con diversa forma posteriore (come la Sport Turismo) e assetto alto, le differenze sono anche sostanziali: sospensioni pneumatiche autoadattanti e ammortizzatori a tre camere con Smart lift per sollevarla di 30 mm rispetto a Taycan e di ulteriori 10 con il pacchetto Offroad, asse anteriore a doppi bracci trasversali e posteriore in alluminio con retrotreno sterzante (Ø 11,4 m, opzionale ma di serie su

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Turbo S), servosterzo Plus con rapporto da 14,2:1 (posizione centrale) a 9,3:1, pneumatici da 20”: anteriori 255/40 e posteriori 295/35, stabilizzazione PSM con Abs e funzionalità freni dedicati con sistema multicollisione e freno di stazionamento elettrico Auto-hold. In tema di freni, con Porsche ci sono sem80

pre tecnologia e qualità per prestazioni eccellenti: pinze anteriori fisse monoblocco in alluminio a dieci pistoncini e posteriori a quattro, opzionali dischi carboceramici PCCB autoventilanti: anteriori 420x40 mm e posteriori 410x32 mm. Ma stiamo parlando di auto elettriche, quindi conta so-

prattutto la batteria: Cross Turismo adotta solo la più potente Performance Plus da 93,4 kWh (83,7 netti) mentre Taycan ne ha anche con minor capacità. Quattro versioni differenziate anche dalle prestazioni: Taycan 4 Cross Turismo percorre lo 0-100 in 5”1 e raggiunge i 220 km/h, la più potente 4S spunta 4”1 e 240 km/h, la Turbo 3”3 e 250 km/h, Turbo solo 2”9 secondi e 250 km/h. Il valore di Cross Turismo è anche determinato dalle dotazioni di serie: tutte infatti hanno telaio high-tech con trazione integrale e sospensioni pneumatiche attive. All’interno il portaoggetti con scomparti nella consolle centrale davanti e dietro, due cinghie per fissare i bagagli nel baule, radio digitale, connettività evoluta (i podcast Apple

Ha elementi stilistici offroad nei profili dei passaruota, nei sotto-paraurti e nelle soglie laterali


Potenza

476 CV

Accelerazione 0-100 km/h

5,1 Secondi

Coppia

500 Nm

sono selezionabili come sorgente), Advanced climate control bizona, volante sportivo multifunzione, rivestimenti parzialmente in pelle e sedili comfort elettrici regolabili su otto posizioni. Taycan Turbo Cross Turismo aggiunge i sedili regolabili su 14 posizioni e Turbo S su 18, con l’aggiunta del pacchetto Sport Chrono e del suono generato dal sistema Porsche electric sport sound. Il pacchetto Offroad Design aggiunge tetto panoramico e display con bussola ma soprattutto aumenta l’altezza da terra e consente a Cross Turismo di percorrere anche strade non asfaltate o innevate. Ulteriore praticità per un accessorio da ordinare in origine, molto richiesto: il portabiciclette per tre (anche elettriche) che permette di aprire il portellone pur con le bici montate. Magari le Porsche eBike: Sport e Cross, elegantissime e hi-tech. L’accesso alla gamma Cross Turismo parte con Taycan 4 (potenza di 350 kW, autonomia fino a 456 km e prezzo sotto i 100 mila euro) per passare a 4S (420 kW, 490 km, 116 mila euro circa), quindi a Turbo (500 kW, 485 km, listino sotto i 160 mila) e al top la Turbo S da 560 kW con 459 km di autonomia e prezzo 81


di 194 mila euro. Alla guida della versione Taycan 4 Cross Turismo provata da Economia Magazine sui colli e tra le pregiate vigne di Scanzo, abbiamo apprezzato la dinamica, sempre allineata ai valori Porsche: anche le elettriche - per chi non le avesse ancora guidate - offrono la medesima percezione di perfetta uniformità ai modelli e a quanto ci si attenda da una Porsche, dalla qualità alle prestazioni. L’autonomia, per esempio, è sempre almeno oltre i 300 km con guida (molto) sportiva, e con qualche attenzione anche molto oltre. Attivando la navigazione ci pensa la gestione predittiva del viaggio, che segnala tutte le possibilità: dalla guida necessaria per arrivare a destinazione con margine sicuro, come deviare verso una ricarica rapida. In questo caso mostra i km per la divagazione, il tempo aggiuntivo compresa la ricarica e l’autonomia successivamente raggiungibile. Considerando che con le 82

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colonnine veloci (Cross Turismo riceve fino a 270 kW) in 5’ si aggiungono 100 km oppure per ripristinare la batteria da 0 all’80% bastano 22 minuti e mezzo. Con doppio sportello di ricarica (uno per lato) per miglior comodità. In dettaglio, Taycan 4 Cross Turismo è comoda, confortevole, veloce e guizzante: anche fuori asfalto, dove motricità e grinta non mancano. Come le emozioni al volante, sempre da Porsche: scatto e frenate compresi, naturalmente. Nicola D. Bonetti


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