Bergamo Economia

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"VI RACCONTO IL VERONESI-P PENSIERO"

Esclusiva: intervista con il luminare di fama mondiale sul nuovo Ospedale di Bergamo, il nucleare, la politica e la ricerca CONFAPI: NASCE UNA FONDAZIONE

Dodici associazioni imprenditoriali del Nordest creano un soggetto con l’obiettivo di salvare l'industria manifatturiera. Presidente Paolo Agnelli A BERGAMO SVOLTA NEL PARTITO DI BERLUSCONI

Cambio di guardia dopo le sconfitte alle ultime ammistrative Il nuovo coordinatore provinciale potrebbe essere Piccinelli

Rivista mensile - Ogni primo venerdì del mese in edicola al prezzo di 4,00 euro. Poste Italiane S.p.A. Sped. in abb. post. 70% DCB Bergamo. In caso di mancato recapito restituire al mittente.

Investire nel progresso, EURO-DIES compie un quarto di secolo Parola a Felicino Bussini, fondatore dell'azienda di Lurano specializzata nel settore delle matrici per l'estrusione dell'alluminio "Il regalo ce lo siamo fatti due mesi fa, un nuovo macchinario che rafforzerà la nostra presenza sul mercato"

GIUGNO 2011 - anno 5 - numero Economia, attualità, costume e stile

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Sommario Giugno 2011

A pagina

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Politica, nucleare e ricerca: «Vi racconto il Veronesi-pensiero» 3

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Sommario Giugno 2011

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Tavola rotonda Professionisti che offrono servizi Ecco il nuovo agente immobiliare

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"La frustata" Le novità del Decreto Sviluppo: Piano Casa bis e Scia semplificata

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Grandi manovre L’ombra lunga della CdO e della Lega sulla presidenza Sacbo

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Cambio di guardia Finisce l'epoca Saffioti Il Pdl riparte da Piccinelli

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Copertina Investire nel progresso, EURO-DIES compie un quarto di secolo

BUSINESS

ECONOMIA 14

In favore dell’impresa Il futuro siamo noi: una Fondazione per salvare le Pmi

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Eccellenze Aluproject, il futuro non passa di moda

L’assise Marcegaglia: dal governo non vogliamo aiuti ma riforme

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“La versione di Oscar"” Giannino bacchetta le banche: "Senza dono non c'è economia"

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Eterno insoluto Mina vagante Bradi per la Bcc di Sorisole

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La congiuntura Industria: si torna ad assumere Non accadeva dal marzo 2008

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Internazionalizzazione Promos: lo sportello delle imprese che guardano all'estero

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La ricerca Mercato immobiliare: calano prezzi, case vendute. Persi 12 mila posti di lavoro

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Bella stagione La "malattia del legionario"?

Con Emmetre Clima Service è solo un ricordo

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RUBRICHE & EVENTI 88

La kermesse

Bergamo Economia Rivista mensile di economia, attualità, costume e stile (Registrazione al Tribunale di Bergamo nr. 22 del 02/08/2007) Società editrice: Speb S.r.l.

Via San Giorgio 6/n 24122 Bergamo Presidente: Marino Lazzarini

Il Tennis Vip chiama, il cuore risponde presente

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Alta cucina Cooking for... Pentola D'Oro "Cotto e mangiato" sbanca la Saps

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Turismo Nei rifugi orobici "La Buona Cucina è in Vetta"

REDAZIONE: Direttore responsabile: Paolo Agnelli Curatori del progetto: Cristiano Agnelli e Luigi Berlusconi Caporedattore: Luca T. Bilotta Mail: bilotta@bergamoeconomia.it Redattore: Livio Casanova Mail: casanova@bergamoeconomia.it Fotoreporter: Giorgio Chiesa Mail: chiesa@bergamoeconomia.it Collaboratori: Carlo Di Gregorio Consulenti: Marco Amorese, Laura Adele Feltri, Claudio Rossi e Barbara Putortì Art: Francesco Legramanti Mail: grafici@bergamoeconomia.it Fotografi: Loris Sambinelli e Franco Pasinetti

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Serie M BMW sceglie Bergamo per i suoi gioielli targati "M"

Quattro ruote Focus SW, il lusso a portata di famiglia Jazz Hybrid, il dolce suono dell'ecologia

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Due ruote Yamaha Super Ténéré XT 1200 Z, la moto per tutti i drivers

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Chi, dove e perchè Foto e curiosità

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PUBBLICITA’: Tel. 035 678812 Agenti: Antonio Milanesi, Sergio Saresini, Renato Ardizzone, Jarno Sambinelli e Antonio Mandato Mail: info@bergamoeconomia.it Concessionaria pubblicità nazionale: A. Manzoni & C. S.p.A., via Nervesa, 21 Milano.

Tel. 02 57494211 Concessionaria pubblicità locale: Speb S.r.l., Via San Giorgio, 6/n - 24122 Bergamo

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24052 Azzano San Paolo (Bg) - Via Emilia, 17 Tel. 035 330100

Abbonamenti: 035 678808 Costo abbonamento: 40 euro per 11 mesi

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L’editoriale Giugno 2011

Il Nordest alza gli scudi con la "Fondazione". Le Pmi si rilanciano contro il sistema Paese DI LUCA T. BILOTTA

industria manifatturiera italiana ha alzato gli scudi. Da maggio, come leggerete all'interno di questo numero di Bergamo Economia, 12 associazioni di categoria di 3 regioni italiane del Nordest si sono riunite per far pesare la loro voce. Una scelta importante sul piano associativo ed economico, che sicuramente farà parlare di sè. Un colpo forte nei confronti di Confapi, da lungo tempo insensibile dinanzi alle lamentele delle singole realtà territoriali e in preda ad un marasma gestionale che non permette una pianificazione chiara degli obiettivi da perseguire nel breve e medio termine. E se la voce delle Pmi risulta a questo punto afona, ecco spuntare la "Fondazione" a fare da vera cassa di risonanza a livello istituzionale delle volontà e necessità delle imprese associate. Certamente

L'

una presa di posizione forte, per mettere in risalto la criticità della situazione legata al comparto delle aziende di piccola e media dimensione sul territorio italiano, le stesse che si sono dimostrate dal Dopoguerra ad oggi il vero valore dell'industria made in Italy. Del resto i mercati corrono e i clienti italiani ed esteri con loro. Manca, alla piccola impresa italiana, tutto quel supporto che negli altri stati si chiama "sistema Paese", che va da una legislazione severa ma efficiente, da un fisco rigoroso ma utile, da un supporto all'internazionalizzazione necessario e coordinato. Tutte questioni importanti e che ultimamente passano purtroppo inosservate o poco seguite. Paolo Agnelli per la Lombardia, assieme ai colleghi del Veneto e dell'Emilia Romagna, ci ha messo la faccia. E molti altri lo seguiranno. L'obiettivo è rivitalizzare le Pmi non solo a parole, in una fase congiunturale in cui spesso si è confuso la diminuzione della discesa verso gli inferi della crisi, con la ripresa. Un'impresa non facile, ma diciamocelo: ogni tanto, quando in gioco ci sono temi imprescindibili, si deve fare il muso duro. Serve un radicale cambiamento per poter rivedere la luce. Molti di voi lettori penseranno che sia la solita unione di fatto, senza però grandi prospettive di riuscita nel combattere la casta confindustriale. Ma in questo caso non parliamo di guerra fra bande, bensì di unire le forze per stimolare

soprattutto la politica. Il governo, con pachidermica lentezza (i casi Irap e Ires parlano da soli), sta cercando di rivitalizzare il "sistema Paese".

Ma è assolutamente incapace di valutare che la diminuzione della capacità produttiva nel settore manifatturiero è in totale controtendenza nell'avvicinamento alle economie occidentali. E in questo scenario, anche le banche non credono più all'inventiva imprenditoriale. Non investono nelle idee dei piccoli imprenditori. Quelli che pur di restare a produrre nel paese d'origine dell'azienda, s'indebitano. Ovvio, non è tutto rose e fiori.

Pure questo profilo d'imprenditore è una mosca bianca. Ma di una cosa siamo certi: ultimamente gli istituti bancari si limitano solo a conteggiare i fidi o i finanziamenti che sempre con più difficoltà riescono a sostenere gli imprenditori. "Homo faber fortunae suae" dicevano i nostri antenati romani: "L'uomo è artefice delle sue fortune".

Certo è che, con questa situazione, è molto difficile perseguire i propri obiettivi. Ecco perchè, con qualsiasi forma o modus operandi, è giusto dare fiducia alle realtà associative che cercando di farsi sentire. Ben venga quindi la "Fondazione". La speranza, a questo punto, è che le Pmi prendano coscienza di questa opportunità e facciano cartello. Si uniscano per perseguire un unico obiettivo. Gli scenari sono rosei, ma la strada è ancora lunga e tortuosa.

IL CAPOREDATTORE

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Via Bolgare, 1, 24060 Carobbio Degli Angeli (BG) Tel. 035/778011 www.calonitrasporti.com

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Notizie in breve 31.405 euro

17%

E' il reddito medio annuo, per contribuente, dichiarato a Bergamo.

Nonostante sia tra i più alti d'Italia secondo il Centro Studi Sintesi con dati relativi al 2008, la provincia orobica è tra le città più "povere" del Paese

E' la percentuale di bergamaschi che hanno dichiarato un reddito inferiore alla soglia di povertà (in Italia è pari a 9.893 euro annui) e corrisponde a 11.911 contribuenti.E'lacosiddetta"povertàrelativa",diquelliche"nonarrivanoallafinedelmese"

Elezioni

Ance Bergamo, Bettineschi dopo Ferretti Le anticipazioni hanno trovato conferma. E' Ottorino Bettineschi il nuovo presidente Ance Bergamo e guiderà l'associazione provinciale dei costruttori edili per il triennio 2011-2014. Il successore di Paolo Ferretti è stato eletto dal rinnovato consiglio diretti-

Ottorino Bettineschi

le per le attività Estrattive di Cava. La sua esperienza nel settore associativo lo ha portato a collaborare sia con Ance Lombardia che con la struttura nazionale: a livello regionale ha preso parte alle commissioni Opere Pubbliche e Tecnologia ed Innovazione, mentre a livello nazionale fa parte del Gruppo di studio Problemi della Sicurezza sul Lavoro di Ance. "Ringrazio il consiglio direttivo per la fiducia accordatami e assicuro tutto il mio impegno, la mia passione e la mia disponibi-

lità per onorare questa carica al servizio dell'associazione e di ciascun associato - ha dichiarato Bettineschi subito dopo la sua elezione - stiamo ancora attraversando un periodo difficile e complesso, ma io sono sicuro che l'eccellenza delle nostre imprese unita al gusto per il proprio lavoro saprà farci trovare la strada per un rinnovato sviluppo. L'impresa edile, nei prossimi anni, dovrà essere sempre di più il baricentro e la guida per tutta la variegata filiera che dall'edilizia trae origine".

Certificazioni Farhat primo notaio ISO 9001

vo riunito per la prima volta ieri dopo l'elezione dell'assemblea lo scorso 14 maggio. Bettineschi, nato a Colere il 18 aprile 1957, coniugato, due figli, titolare dell'impresa omonima (Bettineschi Srl) specializzata in lavori per la salvaguardia dell'ambiente e la difesa del suolo, è presidente del CPT - Comitato Paritetico Territoriale dal 2002 a oggi; Ferretti aveva retto l'associazione per due mandati consecutivi e lascia per scadenza del mandato. Ottorino Bettineschi è un profondo conoscitore del sistema associativo Ance. Nel 1990 inizia il suo impegno nell'allora Aceb in qualità di componente del collegio sindacale; dal 1994 al 2002 ricopre la carica di presidente del collegio sindacale. Viene quindi eletto membro del consiglio direttivo e dal 2002 assume anche la carica di presidente del CPT. In questa veste promuove la diffusione della cultura della sicurezza fra imprese e lavoratori dando vita a numerose iniziative anche con enti e istituzioni locali. In ambito strettamente associativo ha preso parte alle commissioni Problemi del Lavoro, Lavori Pubblici, Cave, Tecnologia e Unificazione Enti di Ance Bergamo e partecipa alla Consulta provincia10

Lo studio notarile cittadino JeanPierre Farhat è il primo della provincia a fregiarsi della certificazione di qualità UNI EN ISO 9001:2008. "E' un atto - spiega il professionista - in linea con quanto previsto dal codice deontologico del Consiglio Nazionale del Notariato, secondo cui gli studi notarili devono essere attrezzati con mezzi idonei per consentire il miglior svolgimento della prestazione professionale. Inoltre - aggiunge Jean-Pierre Farhat - ritengo che l'attività notarile debba essere supportata non solo da validi collaboratori, ma anche da un'organizzazione efficiente, fondata su una razionale distribuzione del lavoro, dei ruoli e delle funzioni.

Essere un bravo professionista non è sufficiente: occorrono ottime capacità gestionali e un forte orientamento al cliente".Con l'adozione di un sistema di gestione qualità (SGQ) si certificano, innanzitutto, trasparenza e

conoscenza delle attività per ottimizzare i tempi di ricerca pratiche, disporre di un mansionario che stabilisce "chi fa cosa", avere una traccia dei contatti con i clienti, dei controlli e degli adempimenti effettuati. In

secondo luogo, è possibile valutare e ottimizzare tempi e carichi di lavoro, con l'obiettivo di costituire una squadra soddisfatta, affiatata e coesa. Responsabile dell'efficienza del sistema è Aristide Capelli. A lui sono affidati compiti e mansioni da attuare in modo scrupoloso all'interno dello studio notarile: l'operatività del sistema stesso e la corretta

gestione della documentazione, coinvolgendo ogni area di attività e ciascun collaboratore. Per preparasi al rilascio della certificazione, lo Studio Jean-Pierre Farhat si è a valso per quindici mesi della collaborazione di Intuitus srl, prima di venire certificato dalla società di revisione DNV - Det Norske Veritas Italia srl. In Italia, attualmente, sono certificati secondo lo standard organizzativo internazionale UNI EN 129 9001: 2008 una dozzina di studi notarili. In Germania ne risultano certificati soltanto un paio. La Francia, il Paese europeo con un notariato "latino" molto vicino a quello italiano, è l'unico al mondo dove sono state emesse linee- guida tese a favorire un'adesione più ampia, anche se facoltativa. Oltre un centinaio gli studi che hanno finora aderito agli schemi proposti da Parigi.

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ECONOMIA&BUSINESS

Tutela e abuso del diritto La pretestuosa richiesta di risoluzione del contratto in presenza di altri rimedi comporta abuso di diritto

LEGGERE LA LEGGE - Rubrica a cura dell’avvocato Marco Amorese ei contratti a prestazioni corrispettive, quando uno dei contraenti non adempie le sue obbligazioni, l'altro può alternativamente chiedere l'adempimento o la risoluzione del contratto.

Tuttavia, ai sensi dell'art. 1455 c.c. il contratto non si può risolvere se l'inadempimento di una delle parti ha scarsa importanza. La questione, apparentemente lineare, dell'inadempimento può risultare particolarmente spinosa.

Recentemente, la Cassazione (Cass. n.

13208 del 31 maggio 2010), al fine di definire più dettagliatamente il concetto di gravità dell'inadempimento, ha sottolineato che il comportamento della parte che invoca la risoluzione del contratto per inadempimento, in presenza di altri modi per tutelare i propri interessi, è sleale e può costituire un'ipotesi di abuso del diritto.

Nel caso di specie, un Comune, locatore di un immobile, intimava uno sfratto per morosità alla società conduttrice dell'immobile.

Dal canto suo, la società, rilevava l'estinzione della pretesa dovuta alla compensazione di questa con il maggior credito ad essa spettante per i lavori eseguiti sul bene.

La Suprema Corte ha sottolineato che il comportamento del locatore fosse abusivo ed illegittimo, poichè, anzichè chiedere la

N

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risoluzione, avrebbe potuto compensare quanto vantato con il maggior credito.

Pertanto, la condotta tenuta dal locatore è stata ritenuta contraria a buona fede.

Dal principio della buona fede oggettiva deriva il divieto per ciascun contraente, di

esercitare verso l'altro i diritti che gli derivano dalla legge o dal contratto per realizzare uno scopo diverso da quello cui questi sono preordinati. Vi è quindi un dovere di agire, anche nella fase patologica del rapporto, in modo da preservare, per quanto possibile, gli interessi della controparte, (e quindi, anche l'interesse alla conservazione del contratto).

Pare emergere con sempre maggiore forza, pur in assenza di un'esplicita previsione di

legge, un generale riconoscimento della nozione di "abuso del diritto". A titolo esemplificativo pare opportuno richiamare due ulteriori casi in cui la Cassazione si è pronunciata sanzionando comportamenti apparentemente corretti come illegittimi.

Il primo, importantissimo caso, si è avuto in tema di interruzione "brutale" del credito da parte di un istituto di credito: la Suprema corte ha sancito che il recesso di una banca da un rapporto di apertura di credito, anche se previsto contrattualmente, può essere abusivo se assume caratteri di arbitrarietà.

Il secondo caso è stato affrontato in tema d'invalidità della delibera assembleare affetta da eccesso di potere della maggioranza: la Cassazione ha considerato abusiva la decisione assunta ad esclusivo beneficio della maggioranza in danno ai soci di minoranza.

Sembrerebbe insomma diffondersi un orientamento particolarmente attento alle posizioni soggettive in sofferenza, nonostante l'assenza, nel nostro codice, di una norma che sanzioni esplicitamente l'abuso del diritto. Rimane da chiedersi se quest'orientamento sia in grado di aggiustare storture ben note che, travisate da legittimo esercizio di aspettative protette, si tramutano in vere e proprie iniquità

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ECONOMIA&BUSINESS

I presidenti delle dodici associazioni territoriali che hanno costituito la Fondazione in favore delle Pmi

Il futuro siamo noi: una Fondazione per salvare le Pmi IN FAVORE DELL'IMPRESA

La piccola media industria fa quadrato a Nordest. Dodici associazioni territoriali, anche dal Veneto e dall'Emilia Romagna, hanno costituito un nuovo organismo con a capo Paolo Agnelli, presidente di Apindustria Bergamo e Confapindustria Lombardia 14

ARTICOLO DI LIVIO CASANOVA

alvare l'industria manifatturiera a tutti i costi": è questo il diktat, nonchÊ lo spirito con cui un mese fa dodici associazioni legate a Confapi hanno dato vita alla "Fondazione per l'Impresa e l'Industria manifatturiera" dinanzi ad un notaio milanese. Una scelta importante e

"S

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soprattutto incisiva dinanzi all'immobilismo che regna ultimamente nel comparto associativo delle piccole e medie imprese italiane. Ad alzare la voce e dare un segnale forte all'industria nazionale, sono soprattutto realtà del Nordest. Le stesse che da decenni a questa parte portano avanti il Pil nazionale e trainano il comparto manifatturiero italiano.

Parliamo di ben 12 associazioni, come detto,

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mente affermano dal quartier generale della Fondazione - con a guidare il gruppo ovviamente la Lombardia (Bergamo, Como, Cremona, Lecco, Mantova e Varese), con l'Emilia Romagna (Modena e Reggio Emilia) e il Veneto a seguire (Padova, Venezia, Verona e Vicenza). Fra gli obiettivi focali della neonata Fondazione ci sono capisaldi quali la valorizzazione del tessuto produttivo nazionale, la difesa della cultura e l'importanza dell'industria manifatturiera attraverso studi e ricerche a favore delle Pmi. Ma anche promuovere studi e progetti finalizzati all'innovazione, agevolare il colloquio con il sistema bancario, attivare un adeguato supporto finanziario alle Pmi e istituire borse di studio.

Fautore del progetto e primo presidente eletto è Paolo Agnelli, industriale manifatturiero di terza generazione, alla guida dell'omonimo gruppo con oltre 300 dipendenti, presidente di Apindustria Bergamo e Confapindustria Lombardia.

"Tutti, a parole - afferma il neopresidente Agnelli -, invocano maggiore attenzione e più risorse per la manifattura italiana, ma pochi sono quelli che davvero s'impegnano e sanno cosa fanno. C'è da chiedersi se i rappresentanti degli imprenditori, a livello centrale, siano davvero all'altezza del compito che i territori hanno loro assegnato".

Si riferisce a Confapi e alla vicenda della Cnel?

"Mi sono già espresso sulla difficile situazione che sta attraversando Confapi.

In particolare ritengo assurda la situazio-

«Nei prossimi mesi

è previsto l'ingresso di altre nove associazioni, segno dell’interesse verso questa nuova realtà» ne legata al Cnel (Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro), da cui è stata esclusa. Assurdo ovviamente, ma quello che più fa male è constatare la motivazione di questa chiusura: il ritardo nell'inviare la richiesta d'adesione, anzi in realtà essersi dimenticati totalmente di farla. A questo punto torniamo al concetto focale della nascita della Fondazione: i rappresentanti degli imprenditori manifatturieri in Italia, sono davvero capaci di rappresentarci? Da una parte ci sono i vertici dell'associazione che non raccolgono più le istanze della

«L’obiettivo?

Tutelare l'industria manifatturiera e rilanciare il comparto con l’innovazione» in rappresentanza di 12 mila aziende e 250 mila addetti. Le regioni, per ora, sono tre anche se il movimento si allargherà veloce-

Il presidente Paolo Agnelli con Fabio Bortolazzi, presidente dell’aeroporto “Catullo” di Verona e co-fondatore della fondazione

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base imprenditoriale e dall'altra, gli stessi imprenditori si interrogano se l'Italia vuole continuare ad essere un paese manifatturiero. Noi ci siamo uniti proprio per dare le giuste risposte a questa empasse inaccettabile".

Quali rischi corre il manifatturiero?

"Dobbiamo muoverci per evitare che quest'industria muoia o se ne vada. Se la vogliamo ancora bisogna cambiare le cose e rendere il Paese più competitivo.

L'idea di una Fondazione che assista chi sta in trincea è nata da qui. Gli obiettivi, che per forza di cose devono essere pratici, sono quelli di assistere le aziende al recupero della competitività e a crescere in determinati settori. Le associazioni devono supportare le Pmi con una costante analisi finanziaria e, al tempo stesso, fare in modo che solo chi ne ha bisogno acceda ai bandi pubblici o viceversa fare in modo che i bandi non piovano dall'alto per motivi elettorali".

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E' questo il motivo che vi ha spinto a costituire un nuovo soggetto di rappresentanza imprenditoriale?

"Ci si dimentica che il vero valore per il nostro territorio sono le piccole e medie imprese e l'industria manifatturiera. Noi

«In tutti gli altri Paesi, se si vuole costruire una fabbrica, il terreno è deducibile. In Italia non si può» crediamo, da sempre, a questo valore ma oggi non si può più perdere tempo: ci sono i mercati che corrono e i clienti italiani ed esteri con loro. Alla piccola impresa italiana manca tutto quel supporto che negli altri stati si "chiama

sistema Paese" che va da una legislazione severa ma efficiente, da un fisco rigoroso ma utile, da un supporto all'internazionalizzazione necessario e coordinato".

E come la mettiamo con le banche?

"Noi, quotidianamente, ci confrontiamo con un sistema bancario che si limita ad assicurare la continuità, nel tempo, della gestione ordinaria delle imprese più che a sostenerne prospetticamente percorsi strategici di crescita e sviluppo attraverso interventi di finanza straordinaria e di credito a medio lungo termine. Questo, sommato all'incapacità politica di valutare il rischio di perdere la competitività, soprattutto nel settore manifatturiero, porterà l'Italia ad un sicuro declino".

Perché non affidarsi alla politica?

"Credo che il vuoto più grande sia imputabile proprio alla politica, oggi distratta su altri fronti, senza una visione prospettica dei problemi che riguardano le

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capaci di sbaragliare la concorrenza.

Oramai è un continuo rincorrersi a vicenda, le imprese non si combattono a colpi di prodotti innovativi bensì al ribasso dei prezzi. Questa non è crescita. Il compito della società e della politica starebbe invece nell'eliminare quegli impedimenti che intralciano gli imprenditori nella gestione del proprio core business, incentivandoli nella ricerca e nell'innovazione utile alla creazione di prodotti all'avanguardia per tornare competitivi".

Lei considera i sindacati degli "impedimenti"?

"Assolutamente no. Non sono questi gli impedimenti ma è venuto il momento anche dei rapporti con i sindacati, servono nuove relazioni industriali perché il mondo è cambiato. Nessuno mette in discussione i diritti acquisiti ma vanno adattati. Serve una maggiore adattabilità a straordinari e cambi di turno, più flessibilità e nessuno deve spaventarsi di questo. Serve aumentare la produttività degli stabilimenti altrimenti si esce dal mercato e non resta che chiudere".

aziende ed il Paese. L'intera politica non smette mai di dire che è necessario innovare, ma solo pochi imprenditori riescono davvero a creare prodotti unici

O andare all'estero?

"In Italia non ci sono le condizioni per fare impresa. In tutti gli altri Paesi, se voglio costruire una fabbrica, il terreno su cui la costruisco è deducibile men-

tre in Italia no. In Svizzera ti regalano il terreno e non paghi tasse per tre anni. Ci si dimentica che l'imprenditore deve produrre ricchezza e lavoro, non è una onlus e quindi ha l'interesse a produrre i suoi prodotti dove più conveniente. Lo Stato dovrebbe fare di tutto per incentivare l'impresa a lavorare sul suo territorio invece assistiamo ad un comportamento opposto.

Questo è il trattamento riservato al 99 e 9 per cento del nostro tessuto produttivo, a quelle pmi considerate la spina dorsale del paese, di cui tutti si riempiono la bocca ma poi, in concreto, si adoperano per spezzarla. Da anni chiediamo che venga rivista l'Irap".

Perché l'Irap?

"L'Irap va in direzione opposta allo scopo che si vuole perseguire. E' una imposta iniqua perchè impedisce gli investimenti, l'assunzione o il mantenimento del personale. Analogo discorso va fatto per l'Ires, che colpisce chi vuole investire e assumere".

Cosa chiedete per l'Ires?

"Va abrogata l'indeducibilità degli interessi passivi, anche dall'Ires. È una norma assurda, che impedisce di dedurre gli oneri su costi sostenuti per finanziare gli investimenti. I vincoli di finanza pubblica non consentono salti nel buio, ma un segnale sul fisco a imprese e lavoratori va dato anche a parità di gettito, per spingere gli investimenti e la domanda interna.

Se non si inverte la tendenza alle aziende non rimane altro che mantenere qui il cervello e trasferire la produzione Oltralpe".

Ma per fare e chiedere tutte queste cose non bastavano le associazioni che già c'erano?

"Anch'io lo pensavo fino a qualche mese fa ma le 12 province che fanno parte della Fondazione e le altre che aderiranno nei prossimi mesi dimostrano esattamente il contrario. Non conta il numero delle associazioni imprenditoriali, conta la qualità della rappresentanza".

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ECONOMIA&BUSINESS

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Marcegaglia: dal governo non vogliamo aiuti ma riforme L'ASSISE

Dalle Assise generali di Bergamo Confindustria rilancia l'agenda delle priorità: l'Irap "deve sparire", l'Ice si può privatizzare e le imprese devono crescere di dimensione: "Basta con la logica del piccolo è bello". In difesa delle Pmi il ministro leghista Calderoli e il vice presidente della Regione Gibelli ARTICOLO DI LIVIO CASANOVA PHOTO: GIORGIO CHIESA

essun sussidio, incentivi o aiuti, ma riforme chiare e concrete da fare presto perché gli imprenditori vogliono "essere attori del cambiamento di tutto il Paese". E' lo spirito con cui il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia ha affrontato le Assise generali di Bergamo, un incontro rigorosamente a porte chiuse rivolto solo a manager e imprenditori con tre punti in agenda: il ruolo di Confindustria, le relazioni industriali e un'agenda di proposte al governo. Non ci vorrà molto tempo per capire se i lavori di sabato 7 maggio, le seconde assise generali della storia degli industriali, segneranno o meno anche una svolta nei rapporti tra Confindustria-politica. Gli imprenditori, dal canto loro, come ha sottolineato Marcegaglia, sono pronti "anche a fare di più". Il leitmotiv degli imprenditori è: ora facciamo più cose da soli,

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"perchè le cose non arrivano o sono insufficienti". Una risposta nemmeno troppo velata al premier Silvio Berlusconi, che alle imprese aveva detto di non chiedere solo ma di fare qualcosa. "Lo facciamo tutti i giorni ha replicato il leader degli industriali - perché noi lo teniamo in piedi questo Paese. Contribuiamo per il 70% della crescita del Pil". Confindustria, poi, rilancia l'agenda delle priorità: "Da mesi diciamo che il Paese deve ritornare a crescere". Le "poche cose" chieste al Governo partono dalla riforma fiscale, per alleggerire lavoratori e imprese, anche a pressione fiscale invariata". E "l'Irap deve sparire" perché le imprese concorrenti in Francia, Regno Unito, Germania, Spagna, pagano "dal 20 al 50% di tasse in meno". Altro tema le semplificazioni: bisogna aprire il cantiere delle liberalizzazioni, un fronte sul quale non sono stati fatti passi avanti, ma "passi indietro". Per 19

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Il caso Thyssen e l'applauso di troppo

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giudizio sul decreto per lo sviluppo: bene semplificazioni e edilizia, bene il sostegno alla ricerca, ma le misure non sono strutturali e non è chiaro l'impegno. Mentre "non ci piace" il credito d'imposta per le assunzioni al Sud: "Suona un po' come concessione elettorale - ha detto Emma Marcegaglia -, c'e il rischio di troppe assunzioni in un momento elettorale che poi non potranno

Calderoli: "Marcegaglia è un'arrogante"

Gibelli in difesa delle piccole e medie imprese "La condanna a 16 a Harald Espenhahn per il rogo della Thyssen è un unicum in Europa. Una cosa di questo tipo se dovesse prevalere allontanerebbe investimenti esteri mettendo a repentaglio la sopravvivenza del sistema produttivo": così il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, in riferimento alla sentenza storica per le vittime del rogo alla ThyssenKrupp di Torino del dicembre 2007 che ai giornalisti ha detto, inoltre, che "c'è stato un lungo applauso per Espenhahn da parte della platea". Solidali, gli industriali di Confindustria sono solidali e nessuno dubitava. Ma non lo sono con gli operai che hanno perso la vita nel rogo della Thyssenkrupp e con le loro famiglie ma con Harald Espenhahn, amministratore delegato del gruppo. E' questo il messaggio che ha lanciato Confindustria, con l'applauso rivolto all'amministratore durante l'Assise, che ha scatenato una ridda di polemiche.

"Inqualificabili", "fuori luogo" i commenti più frequenti. Non solo dalle sigle sindacali ma dallo stesso governo, dal ministro per la Semplificazione Calderoli e dal ministro per lo Sviluppo economico Romani. La stessa Marcegaglia ha sottolineanto che durante le Assise è stato ribadito "il massimo impegno per la sicurezza, ogni morte sul lavoro è una sconfitta". Ma questo non cancella quel tristissimo applauso.

tagliare i costi e avere più efficienza tra le proposte c'è la privatizzazione dell'Ice, l'istituto per il sostegno al commercio estero e Confindustria si candida a partecipare, eventualmente in una cordata con le banche. Le imprese devono crescere di dimensione: "Si tratta di un problema reale. Basta con la logica del piccolo è bello. Il 75% delle imprese vuole portare avanti strategie di crescita dimensionale". Le imprese troppo piccole, ha osservato la leader di viale dell'Astronomia, "non possono funzionare più". Articolato è il 20

Tutti contro Confindustria. Dopo il Governo, che ha risposto alla leader di Confindustria con i ministri Calderoli e Sacconi, anche la Regione Lombardia commenta negativamente alcuni passaggi del suo discorso.

Andrea Gibelli, vice presidente della Regione e assessore all'Industria e all'Artigianato difende le piccole e medie imprese, quasi demonizzate da Confindustria. "Appare singolare che dalla città simbolo della piccola e media impresa si dica basta a piccolo è bello", ha commentato Gibelli rispondendo alle dichiarazioni fatte dalla leader di Confindustria, Emma Marcegaglia, nel corso dell'Assise di Bergamo dove, appunto, ha sentenziato: "Basta con la logica del piccolo è bello".

Riferendosi proprio alla piccola e media impresa che ha fatto la fortuna del territorio bergamasco. "Le imprese oggi - ha continuato Gibelli - chiedono di aumentare di dimensione dentro unaprospettiva che, proprio per la natura del nostro sistema produttivo, ha nella piccola impresa una caratteristica che le vede più orientate a costituire reti d'impresa, così da aumentare la propria produttività; non solo nell'aumento delle proprie dimensioni che è un'ovvietà,ma nel fare sistema dentro una rete stabile che consenta loro di aumentare la propria produttività sul piano internazionale".

essere sostenute". Concludendo, quanto fatto non basta, perché "senza una strategia di crescita l'impresa fatica troppo.

E rischia in termini di sostenibilità per il futuro".

Di solito quello che le spara grosse, inteso come provocazioni politiche, è proprio lui, Roberto Calderoli. E invece, stavolta, il ministro leghista appare più lucido che mai nel commentare quanto accaduto a Bergamo durante l'Assise di Confindustria.

Adisgustare Calderoli, così come tutti i lavoratori, è stato l'applauso all'Amministratore delegato della Thyssen, l'azienda siderurgica tedesca dove sette operai sono morti la notte del 6 dicembre 2007 a causa di un incendio sulla linea cinque delle acciaierie ThyssenKrupp di Torino. "Ho trovato davvero fuori luogo l'applauso all'ad della Thyssen - è stato il commento del ministro per la semplificazione - visto che la sicurezza sul lavoro è un problema vero che interessa tutti i lavoratori e i cittadini". Ma non è stato questo l'unico appunto del ministro bergamasco che ha criticato anche l'intervento della stessa presidente di Confindustria: "Ho trovato anche una certa arroganza professorale nell'intervento della leader di Confindustria, secondo uno stile, non rimpianto, che fu del suo predecessore Montezemolo, che quello stesso stile adesso vorrebbe portarlo in politica".

L'intervento della Marcegaglia è stato piuttosto duro nei confronti del Governo Berlusconi, da qui la difesa dei suoi ministri.

Calderoli ha replicato così alle parole della leader di Confindustria: "Per carità - ha aggiunto Calderoli - il Governo ascolta sempre con piacere i consigli del mondo imprenditoriale ma mi è sembrato eccessivo il protagonismo sbandierato da Marcegaglia. Ad esempio gli imprenditori dove andrebbero mai senza operai ed impiegati, senza i sacrifici fatti dai loro dipendenti e collaboratori in anni difficili?

Insomma i "faso tuto mi" al Paese servono davvero poco. Mentre serve il clima di collaborazione tra le parti sociali che il Governo promuovere ed è servito e serve l'impegno di quella piccola imprenditoria diffusa che sulle proprie spalle ha retto il peso della crisi". Infine una stoccata al sindacato di sinistra: "Il rischio per Confindustria ha concluso il ministro leghista - è di diventare una sorta di Cgil dell'imprenditoria".

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ECONOMIA&BUSINESS

Il valore dell'azienda: come definirlo Come noto ogni attività o bene, sia esso "finanziario" o "reale", ha un proprio valore; di conseguenza ognuno di questi può essere oggetto di valutazione. Generalmente il processo valutativo può risultare più o meno agevole ed il grado di dettaglio e complessità dello stesso può essere molto diverso da caso a caso PILLOLE DI FINANZA - Rubrica a cura del Dott. claudio Rossi effetto crisi e le strategie consigliate per superarla hanno, di fatto, esaltato l’esigenza per le PMI di internazionalizzarsi e di crescere di dimensione, magari raggruppandosi in differenti modi.

Per fare questo, pero’, occorre confrontarsi con il concetto di valore dell’impresa. Nell’accingersi a fare que-

“L’

st’attività abbiamo a disposizione differenti metodologie accettate dalla prassi internazionale: esse sono raggruppabili in tre ordini, uno rigoroso, uno pratico ed uno, meno consueto, che tiene conto dei valori di patrimonio. Il primo ordine viene denominato dei "Flussi di cassa scontati" (in inglese DCF, Discounted Cash Flow) e principio cardine di tale metodologia è la valorizzazione delle attività o dei beni in base al valore attualizzato dei futuri flussi di cassa che da questi si stima possano essere generati. Il metodo è, oggigiorno, universalmente considerato come quello più ido22

neo a determinare il valore del capitale economico di un'azienda in funzione delle potenzialità prospettiche della stessa, in quanto oggetto della valutazione è il cosiddetto flusso di cassa operativo ovvero il reddito realmente generato dall'azienda e disponibile per la remunerazione del capitale, sia esso costituito da mezzi propri che da debito. Questo flusso di cassa viene attualizzato ad un tasso particolare, meglio conosciuto dagli addetti ai lavori come "Costo medio ponderato del capitale" (WACC). Numerosi sono i pro di questo approccio, sicuramente rigoroso, completo, dettagliato, esente - considerato che la determinante del valore è il flusso di cassa aziendale - dai limiti connessi ai risultati ed alle politiche contabili e, adatto a stimare la dinamica del capitale circolante e degli investimenti in attività fisse come effetto degli andamenti economici prospettici, rispetto alle voci contabili che essi rappresentano. D'altro canto non mancano, però, dei contro sui quali è necessario porre la giusta attenzione. Infatti, oltre al rischio di una forte soggettività nell'elaborazione delle assunzioni alla base del piano prospettico, in esso una quota consistente del valore del capitale economico risulta generalmente descritta nel cosiddetto "Terminal Value", flusso finanziario molto lontano nel tempo e, come tale, soggetto ad elevata incertezza. Il cosiddetto "Approccio di mercato" si applica invece sostanzialmente in due modi, molto simili tra di loro ed ambedue basati sull'identificazione dei prezzi assegnati ad attività o beni considerati comparabili. Nello specifico essi sono il "Metodo dei multipli di borsa" ed il "Metodo delle transazioni

commerciali". Nel primo si determina il valore del capitale aziendale di un'attività o di un bene sulla base dei prezzi registrati sui mercati regolamentati da società comparabili a quella da valutare mentre, nel secondo, ci si basa su di un prezzo non espressione di mercati regolamentati ma negoziato e definito nell'ambito di negoziazioni private. A favore di questo approccio possiamo individuare sicuramente una spiccata semplicità d'utilizzo e, considerata la generale affidabilità del mercato, una giusta "significatività" dei riferimenti ma il rischio di una pur sempre possibile manipolazione dei risultati e la soggettività del concetto di "azienda comparabile" contribuisce non poco ad una sua effimera concretezza. Da ultimo prendiamo in esame il cosiddetto "Approccio patrimoniale" che si fonda sul principio della valorizzazione analitica delle singole poste dell'attivo e del passivo che compongono il capitale con lo scopo di esprimere ed aggiornare il patrimonio netto contabile ai valori correnti. Premesso che anche di questo caso ne esistono due versioni quali quella "patrimoniale semplice", che comprende nell'attivo solo i beni materiali, e quella "complessa", che invece allarga anche ai beni immateriali, si puo' riferire che questi criteri "patrimoniali puri" stanno progressivamente perdendo credito nelle costruzioni dottrinali e questo perché, sebbene essi costituiscano una valida integrazione ad altri metodi di valutazione per dare maggiore concretezza alle stime, da soli non possono essere considerati un vero e proprio metodo in quanto non considerano adeguatamente le strategie aziendali e la creazione di valore a cui esse sono finalizzate.

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V I A X X S E T T E M B R E , 1 1 6 - 2 4 1 2 1 B E R G A M O - T E L . / FA X 0 3 5 2 4 9 1 6 2

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ECONOMIA&BUSINESS Oscar Fulvio Giannino, torinese, 48 anni Giornalista professionista e saggista Editorialista per Panorama, Il Messaggero, Il Mattino, Il Gazzettino Dal 29 giugno 2009 è conduttore della trasmissione quotidiana "La versione di Oscar" su Radio24 Ăˆ stato direttore di LiberoMercato da aprile 2007 a marzo 2009 In precedenza vicedirettore del quotidiano Finanza&Mercati, vicedirettore del quotidiano Il Riformista (2003), responsabile Economia e Finanza de Il Foglio quotidiano (1999), vicedirettore di Liberal settimanale (1997), caporedattore di Liberal mensile (1995)

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Giannino bacchetta le banche: "Senza dono non c'è economia" "LA VERSIONE DI OSCAR"

"Il banchiere deve essere capace di intravedere un rendimento del capitale su tempi lunghi" e poi due richiami dell'economista di centrodestra quando devono erogare un prestito: "Primo: come dimostrano le statistiche a pagare, rispettando i tempi, sono sempre i piccoli. Secondo: applicare, a chi non ha risorse, il modello dei moltiplicatori di ritorno per la loro voglia di lavorare"

ARTICOLO DI: LIVIO CASANOVA PHOTO: GIORGIO CHIESA

on c'è economia senza dono". A dirlo non è un sacerdote in una predica domenicale, a cercarlo nel vangelo si perde tempo perché non è un versetto e a pensarlo non è nemmeno un missionario per il titolo di un libro perché questa è la ferma convinzione di Oscar Giannino.

Rapato, con i basettoni e la barba incolta, arruffata, in pieno stile ottocento l'economista di riferimento del centrodestra è stato ospite, nella sala del mosaico della camera di commercio di Bergamo, di un incontro organizzato dall'associazione "Il Padre Pellegrino Onlus" su un tema che tocca ed accomuna (chi più chi meno) ancora tutti, ovvero la crisi economica e in particolare il rapporto tra chi i soldi li ha (le banche) e chi li vorrebbe avere (giovani, famiglie, artigiani e pmi). Pungente, originale e provocatorio nel suo immancabile completo gessato con tanto di bastone di legno dal pomo d'argento il giornalista, ex direttore di

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LiberoMercato, è fermamente convinto che le parole - economia, dono - si leghino e debbano accompagnare le scelte di banchieri, finanzieri e imprenditori (anche bergamaschi). Lo fa, sgomberando subito il campo dalla critica naturale ed eterna per cui il dono è, in realtà, una scelta antieconomica per definizione.

"Nell'immaginario collettivo il dono è legato al no profit - sostiene Giannino -, al terzo settore, alla solidarietà verso chi non ha nulla o quasi.

Certo che è un dovere morale per chi lo persegue, un'edificazione del cuore e della coscienza, ma non certo un atto economico".

Esempio classico è Martino che divide il mantello col povero: il giovane soldato Martino, scorgendo un povero tremante per il freddo invernale, con la spada, divide il proprio mantello per darne una metà al "fratello" bisognoso. "Messa così questa parabola trasmette l'idea sbagliata che l'economia del dono sia qualcosa che ha a vedere con la soddisfazione di un bisogno che può essere umanitario,

radicato nella fede religiosa, che soddisfi solo un istinto o che, semplicemente, riscaldi il proprio cuore e quello altrui" mentre, proprio questo, "è un gesto antieconomico per eccellenza, un gesto dal quale non c'è un ritorno atteso del bene che tu spezzi e condividi. Ma l'economia del dono non è questo". Meglio "non è solo questo. Il che non significa che non siamo obbligati a gesti antieconomici in nome della solidarietà verso chi non ha nulla. Certo che sì, ma il dono come categoria fondante di ogni scelta economica è molto di più". Perché "il dono - spiega (finalmente) l'economista -, è una maniera di rendere produttivo il capitale e non improduttivo attraverso lo zero di utile. Più produttivo estendendo a tutti coloro che una stupida logica di profitto immediato a doppia cifra e solo finanziario diceva "quelli non vale la pena di considerarli soggetti potenziali del mercato". Per "quelli" leggasi giovani, giovani coppie, artigiani e piccole e medie imprese mentre il dono "lo si declina per il banchiere, 25

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La platea

paese al mondo. A non pagare sono i ricchi, perché ad un certo momento, quanto il debito è troppo alto il problema si riversa sul prestatore.

Secondo. Saper applicare, a chi non ha risorse, il modello dei moltiplicatori di ritorno per la loro voglia di lavorare e di realizzare una vita degna di questo nome. Lì bisogna saper leggere, nel futuro, nella capacità di generare posti di lavoro e più reddito per la propria famiglia, per la propria comunità. Tutte cose che la vecchia tecnica dello sconto tradizionale non vede".

L'associazione "Il Padre Pellegrino Onlus"

per il finanziere e l'imprenditore". Eppure in questo ultimo periodo gli istituti di credito si sono esercitati quotidianamente nel valutare chi è meritevole di credito e chi no. E tutti sanno che le tecniche tradizionali pretendono che i meritevoli di credito, da un certo livello in giù debbano avere garanzie certe e reali.

"Benissimo, da che è iniziata la crisi a moltissime piccole o medie imprese che si sono rivolte alle banche per un prestito, a garanzia delle rate, gli istituti di credito hanno chiesto di mettere sul piatto i beni che hanno al sole (es. terreni, appartamenti, immobili, al netto di ipoteche). E (anche adesso) le pmi che non hanno garanzie reali non sono considerate ammissibili al credito e non si beccano la cosiddetta "unità di capitale", perché non sono in grado di garantire agli occhi del prestatore un ritorno".

Un atteggiamento ostile, allo sportello, che si misura nei finanziamenti erogati con il contagocce, nelle lettere di rientro dai prestiti inviate in modo selvaggio, nelle revoche di fidi già concessi e in tassi d'interesse sempre più onerosi. Ma come si può pensare che una banca presti i soldi pensando al dono e non abbia di mira l'utile? L'economista risponde con un esempio concreto: "per il banchiere e il finanziere dono significa sapere intravedere un rendimento del capitale su orizzonti lunghi e non una redditività sul breve, scommettere su chi 26

oggi ha un basso contenuto di capitale umano, su chi ha un basso ritorno, magari, per impianti produttivi arretrati. Nel medio-lungo periodo significa quello che in termini inglesi si chiama l'empowerment, cioè garantirgli le condizioni necessarie attraverso le quali, data una quantità di capitale, diventerà domani capace di generare nuovo reddito e di creare nuova occupazione. Capace di migliorare, ulteriormente e a propria volta, (come un moltiplicatore) il capitale umano di tutti coloro che saranno i suoi dipendenti, i suoi figli, i lavoratori immigrati". La stessa cosa può essere detta per le piccole e medie imprese, "vi chiedo - dice Giannino rivolgendosi agli imprenditori presenti in sala: quante migliaia di piccoli imprenditori conoscete che fanno dell'investimento delle scarse risorse finanziarie che hanno una scelta morale. Io tantissimi a dire la verità, tantissimi nella piccola impresa italiana. Sono loro quelli che reggono, sono loro quelli che dovrebbero essere premiati dai banchieri". E l'ultimo appello, concreto, prima di salutare Bergamo va proprio ai banchieri e allo sforzo, quando devono decidere se erogare un prestito, di vedere due cose essenziali: "Primo.

Come dimostrano le statiche del prestito, a pagare con assoluto rateo di maggior certezza, rispettando tutti i tempi, sono sempre i poveri. E' sempre stato così, in qualunque

Marco Roberto Bertoli

L'associazione "Il Padre Pellegrino Onlus" è nata nel 1998 con l'unico obiettivo di sostenere con l'unico obiettivo di sostenere l'Opera San Michele Arcangelo fondata dal missionario laico Marco Roberto Bertoli, un giovane bresciano nato nel 1974 ed emigrato in terra brasiliana a 21 anni, che è diventato, seguendo la sua vocazione, la speranza di vita dei "meninos de rua", i ragazzi di strada che diversamente sarebbero abbandonati al loro triste destino.

L'Opera si trova a 7 km dalla città di Barbacena nello stato del Minas Gerais, a circa 260 km da Rio de Janeiro ed attualmente accoglie circa 420 ragazzi, la raccolta fondi per sostenere il percorso dei bambini presenti nell'opera viene effettuata in Italia esclusivamente dall'associazione "Il Padre Pellegrino Onlus" attraverso le donazioni ma soprattutto con le adozioni a distanza.

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ECONOMIA&BUSINESS

Mina vagante Bradi per la Bcc di Sorisole ETERNO INSOLUTO

Dopo i bilanci 2010 in perdita di 4milioni, sull'istituto arriva anche l'onda lunga del fallimento della società del fratello di Bombassei che ora fa parte del gruppo Brembo. A una decina di anni dal crack, il liquidatore ha avviato un'azione revocatoria per l'astronomica cifra di 10.5 milioni di euro volte ritornano. Come uno spettro del passato, il default della Bradi Spa si è materializzato nell'ultimo bilancio della Bcc di Sorisole e Lepreno, dando una robusta mano nell'affossare il risultato finale della banca.

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La Bcc di Sorisole

A una decina di anni dal crack, il liquidatore ha infatti avviato un'azione revocatoria per l'astronomica cifra di 10.5 milioni di euro. E la banca, fatti i suoi conti, ha deciso di pagare: in parte. La relazione di bilancio dà notizia che la transazione è stata raggiunta sulla base di 1.8 milioni. Per chi non lo ricordasse, la Bradi era l'altra metà della Brembo, pro-

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duceva sempre freni ma di fascia bassa e faceva capo a Sergio Bombassei, prima che se la prendesse il fratello famoso Alberto.

Nel gennaio 2003 la Bradi era entrata in concordato preventivo, basando le proprie possibilità di sopravvivenza in bonis sulla nuova fonderia appena ultimata a Levate, ma l'impianto non aveva trovato acquirenti; dal 7 aprile 2003, quindi, attraverso la controllata Bibielle, la Brembo aveva preso in affitto l'azienda con impegno irrevocabile all'acquisto. Dopo l'ingresso della società nella procedura concorsuale, la banca aveva proceduto all'azzeramento dell'esposizione verso la Bradi, ma durante il 2009 il fallimento ha proposto azione revocatoria verso la Bcc per ottenere in pagamento oltre 10.5 milioni di euro, a fronte di affidamenti che, nel loro massimo ammontare - è scritto nella relazione di bilancio - non avevano superato un quinto di tale importo. Alla base di questa pretesa sta in conteggio di tutti i prelievi e i riversamenti effettuati dalla società fallita nell'anno antecedente il fallimento, non il credito effettivamente recuperato dalla banca. Si tratta di un aspetto normativo controverso, oggetto di una specifica riforma che nel 2005 ha modificato la legislazione: ciò che il fallimento può legittimamente richiedere in revocatoria non può mai essere superiore alla quota effettivamente recupe-

rata dalla banca nei sei mesi antecedenti l'intervenuto fallimento. In questo modo le parti sono arrivate alla transazione sulla base di 1.8 milioni di euro, con la specificazione che l'accordo non avrebbe comportato in alcun modo riconoscimento in ordine alla fondatezza delle pretese e delle domande formulate dal Fallimento Bradi Spa in liquidazione. Nel corso del 2010, dal 4 marzo al 3 giugno, per tre mesi a Sorisole ha lavorato la vigilanza di Bankitalia, riscontrando criticità su rischio di credito, rischio strategico/sistema di governo e redditività, vista la notevole incidenza delle svalutazioni su crediti. Il comparto crediti deteriorati, al netto delle svalutazioni, risulta pari a 25.99 milioni con un incremento annuo del 55.30% corrispondente a 9.25 milioni. Le sofferenze lorde sono salite da 11.9 a 16.7 milioni (+40.77%) con un aumento del rapporto sofferenze lorde/impieghi dal 3.99% al 5.73% (+43.61%). Oltre il 50% delle sofferenze (e il 40%dei dubbi esiti accantonati) è concentrato in capo a controparti soggette a procedura fallimentare. Il controvalore degli accantonamenti si è incrementato da 2.573 a 6.935 milioni, sia per le verifiche Bankitalia, sia per una revisione delle sofferenze, per un rapporto sofferenze nette/impieghi che si incrementa del 8.58%(dal 3.03% al 3.29%).

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ECONOMIA&BUSINESS

Politica,

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nucleare e ricerca: «Vi racconto il Veronesi-pensiero» L'INTERVISTA

In esclusiva per Bergamo Economia, uno degli scienziati più famosi del mondo si confessa, affrontando una pluralità di temi: dal nuovo Ospedale di Bergamo all'atomo, passando per il vegetarismo, il doping, gli OGM e la rete telematica

A CURA DI GIORGIO CHIESA

a sicuramente fatto parlare molto di sé, è un uomo con idee profondamente radicate, frutto dell'esperienza, della cultura e di un carattere deciso. In esclusiva per Bergamo Economia, Umberto Veronesi risponde a 360gradi su molti dei temi delicati che hanno tenuto banco a livello locale e nazionale negli ultimi mesi.

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SULL'OSPEDALE DI BERGAMO Con la fine dei lavori, il nuovo Ospedale di Bergamo diventerà uno dei centri senologici e oncologici più all'avanguardia d'Italia. È prevista anche una partnership con l'Istituto Europeo di Oncologia di Milano da lei diretto?

"Tra l'Istituto Europeo di Oncologia e gli Ospedali Riuniti di Bergamo esiste da dieci anni una collaborazione sui progetti di ricerca, in particolare nella senologia. Ad esempio, siamo stati i primi ospedali in Italia a sviluppare lo studio clinico sulla radioterapia intraoperatoria".

Reparti oncologici d'eccellenza come quello bergamasco e l'Istituto Europeo

di Oncologia nascono dalla passione di amministratori e professionisti. Lei, che nella sua lunga carriera è stato anche Ministro della Sanità, è d'accordo con questa visione?

"Sì per alcuni aspetti e no per altri. Il problema tumore ha due volti. Da un lato come si cura, e in questo campo la mia valutazione, anche dell'atteggiamento politico, è positiva.

«In Italia la ricerca oncologica vive grazie ai cittadini. Manca una strategia di breve e lungo termine a livello di governo» In Italia moltissimo è stato fatto e io stesso credo di aver dato un contributo al progresso della lotta alla malattia, in particolare a quella del seno e l'ambiente civile e politico intorno a me mi ha sempre fortemente sostenu-

to. Il secondo volto è quello della ricerca, e qui effettivamente l'apporto della politica è molto limitato. In Italia la ricerca oncologica vive infatti essenzialmente grazie alle charities e dunque, in ultima analisi, grazie ai cittadini. Manca una strategia di breve e lungo termine a livello di governo".

Integrare risonanza magnetica, ecografia e Tac in un'unica macchina per una diagnostica precocissima e meno invasiva possibile. È davvero possibile e sostenibile da un punto di vista economico e a che punto siamo con il suo sviluppo?

"Come tutte le innovazioni tecnologiche in medicina, anche per questo sistema di "imaging integrato", l'inizio non è mai vantaggioso dal punto di vista economico. La situazione si riequilibra quando l'utilizzo si estende su larga scala. Il sistema da risposte efficaci alla crescente domanda diagnostica permettendo dei "risparmi". Ad esempio, la Tac Spirale dura 12 secondi, quindi con una buona organizzazione si potrebbero trattare dai 20 ai 30 casi all'ora, mentre la vecchia Rx 31

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del torace richiede 15 minuti e non può quindi esaminare più di 4 casi all'ora.

Inoltre, con l'automazione sempre più

elevata il personale addetto necessario diminuisce, rendendo indispensabili soltanto figure di alta professionalità".

SUL VEGETARISMO Lei è un grande sostenitore del vegetarismo. Crede sia una vera e propria scelta anti-cancro o solo una filosofia da seguire e innalzare?

"Non è una mia opinione, il vegetarismo è una scelta anticancro. È scientificamente provato infatti che esiste una correlazione tra il rischio di tumore e l'alimentazione carnivora, perché esiste un legame tra diete ricche di grassi saturi (provenienti da fonti animali) e alcuni tumori.

Ecco perché "Limitare il consumo di alimenti contenenti grassi di origine animale" è una delle raccomandazioni del Codice Europeo contro il Cancro. D'altra parte è un dato incontrovertibile anche che i vegetariani si ammalano meno non solo di cancro, ma anche di diabete, di malattie cardiovascolari, di obesità, di Alzheimer e di Parkinson. La ragione è duplice.

Frutta e verdura sono alimenti poverissimi di grassi e ricchi di fibre: queste, agevolando il transito del cibo ingerito, riducono il tempo di contatto con la parete intestinale degli eventuali agenti cancerogeni presenti nella dieta quotidiana. Inoltre, frutta e verdura sono scrigni di preziose sostanze come vitamine, antiossidanti e inibitori della cancerogenesi (come i flavonoidi gli isoflavoni), che consentono di neutralizzare gli agenti cancerogeni, di "diluirne" la formazione e di ridurre la proliferazione delle cellule malate. Infine, abbiamo recentemente scoperto che alcune sostanze hanno un valore protettivo rispetto ad alcuni tipi di tumore: sappiamo ad esempio le crucifere 32

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proteggono dal cancro del seno e il licopene contenuto nei pomodori cotti protegge contro il cancro della prostata".

SUGLI OGM Lei è un fermo sostenitore degli OGM. Perché le persone non dovrebbero più averne paura?

"In realtà il mondo ecclesiastico non si è mai opposto agli OGM e il mondo accademico li vede con favore. Anzi, l'Accademia Pontificia delle Scienze ha recentemente espresso un parere favorevole all'utilizzo degli OGM per risolvere il problema della fame nel mondo.

L'Unione Europea ha investito cento milioni di Euro in un'indagine durata 18 anni e condotta da 400 gruppi di ricerca universitari dell'Unione.

Lo studio ha portato alla conclusione che la ricerca sulle piante OGM non mostra alcun rischio per la salute pubblica e per l'ambiente al di sopra di quello che già si verifica nell'agricoltura tradizionale. Addirittura, l'uso di metodologie precise e di accurate analisi rende le piante OGM più sicure delle piante e dei cibi tradizionali. Dopo più di vent'anni di ricerca (dal 1985) e quindici anni di consumo (dal 1995), gli OGM in

commercio non hanno evidenziato problemi diversi da quelli posti dalle colture tradizionali.

Inoltre, al fine di valutare preventivamente l'opportunità di inserirli nel sistema agricolo, è stato sviluppato un sistema normativo che richiede analisi estremamente accurate. Prima di ricevere l'autorizzazione alla coltivazione e alla commercializzazione, gli OGM devono infatti superare un elevato numero di test di sicurezza.

Io credo che dovremmo abituarci a definire gli OGM come "Organismi Geneticamente Migliorati", perché la genetica applicata alla produzione alimentare è una delle aree in cui la ricerca scientifica ha dimostrato di poter migliorare la nostra vita. è un altro dei tanti strumenti

offerti dalle straordinarie conoscenze che abbiamo acquisito sul DNA con il quale possiamo combattere le grandi piaghe del nostro pianeta: la fame, tanto per cominciare, o le malattie più gravi, come quelle

«Gli OGM? Dovremmo definirli semplicemente "Organismi Geneticamente Migliorati", perché migliorano la nostra vita» tumorali o cardiache e altre malattie correlate all'ambiente e all'alimentazione".

SUL NUCLEARE Chi davvero vuole il nucleare sul suolo italiano e perché investimenti così ingenti non vengono proposti anche per le energie rinnovabili?

"Parlare di suolo italiano non è ragionevole perché abbiamo le centrali nucleari praticamente "in casa", a pochi chilometri dai nostri confini. Dunque il rischio non cambia se l'impianto si trova al di qua o al di là di una frontiera, che è un limite politico ma non geografico. Inoltre, le centrali che avremmo sul suolo italiano sarebbero molto più avanzate di quelle che abbiamo a pochi chilometri ora e dunque più sicure. Bisogna anche rivedere il concetto di "investimenti ingenti": il nucleare non è antieconomico, perché attualmente spendiamo miliardi per acquistare energia da fonti nucleari e non, mentre se investissimo la stessa somma produrre energia autonomamente otterremmo non solo l'indipendenza energetica, elemento cruciale per il progresso di un Paese, anche una grande spinta economica per le nostre risorse industriali e per l'indotto che la costruzione di centrali creerebbe".

Lei è presidente dell'Agenzia per la sicurezza nucleare. A circa 50 km proprio da Bergamo (a Novazza, in Valseriana), c'è il più grande giacimento italiano di uranio. Cosa succederebbe se il piano nucleare italiano

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dovesse ripartire il prossimo anno?

"Non penso succederebbe nulla perché il piano riguarda l'eventuale costruzione di nuovi impianti e lo smaltimento di quelli attuali. In ogni caso, il piano italiano non ripartirebbe il

«Il piano nucleare italiano? La scelta oggi è europea, e l'Europa ha deciso di avviare degli stress-test in tutti gli impianti esistenti» prossimo anno perché la scelta nucleare oggi è una scelta europea (comunque accettata e condivisa dai singoli stati) e l'Europa ha deciso di avviare degli stress-

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dalle proprie forze, temprate dagli allenamenti e dall'esercizio e non da sostanze artificiali.

L'attuazione di una nuova legge antidoping è

può essere controproducente. I proibizionismi, se indispensabili, vanno misurati, senza mai cadere nell'esasperazione del divieto totale. Vanno dunque fissati nuovi limiti".

Si è appena concluso il Giro d'Italia: il ciclismo è uno sport martoriato dal fenomeno del doping. Cosa c'è, secondo lei, di ancora non traspa-

stato uno degli interventi che ho realizzato nella mia parentesi di attività politica al Ministero della Sanità. Ho voluto farlo non solo per tutelare la salute degli sportivi, ma anche dei ragazzi che si avvicinano allo sport, e per stabilire un principio di salute e insieme di lealtà sportiva che il doping mette in difficoltà. Detto questo, vale anche per il doping il principio che si applica a tutte le forme di proibizionismo: se la proibizione è così restrittiva che tutti i destinatari, almeno la maggior parte, non la rispettano, vuol dire che non solo non è efficace ma

«I proibizionismi nello sport vanno misurati senza mai cadere nell'esasperazione del divieto totale. Vanno dunque fissati nuovi limiti» rente nel mondo dello sport e quale sarebbe una possibile soluzione?

"Oggi spesso lo sport perde il suo carattere originario e si trasforma in puro spettacolo, dove lo scopo diventa quello di stupire con effetti straordinari. Non c'è da stupirsi allora se cam-

test in tutti gli impianti esistenti. Dunque un eventuale nuovo piano italiano attenderà i risultati e si svilupperà di conseguenza".

SUL DOPING Con alcune dichiarazioni sembrerebbe favorevole alla liberalizzazione del doping. Ma non crede che proprio il doping, più che un fatto scientifico, sia il limite entro cui l'uomo non dovrebbe spingersi, una sorta di limite etico?

"Io penso che in una competizione sportiva leale il doping non può essere ammesso. Il vero sport ha le sue regole che non vanno tradite, e che prevedono che l'atleta si misuri a partire

33

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biano anche le regole, e si punta ad annullare la possibilità di perdere: il doping appunto nasce dal tentativo di annullare il perdere, ad ogni costo. Ma un campione o comunque un buon sportivo deve invece anche saper perdere. Per curare questa grave malattia del ciclismo e dello sport in genere, occorre recuperare i valori profondi dello sport e insegnare ai giovani il significato di competitività, di vittoria e di sconfitta. Lo sport deve tornare ad essere "pulito", e a riflettere lo spirito greco delle Olimpiadi: deve essere luogo di competizione leale e di impegno sincero e incondizionato".

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gna continuare a comunicare, fare pressione, lottare. L'obiettivo di questa lotta non deve essere solo l'aumento dei finanziamenti, ma soprattutto la messa a punto di una strategia della ricerca. Non ci sarà futuro per la ricerca in Italia se non diventa una priorità strategica per il Paese".

Come mai il fenomeno della "fuga di cervelli" non viene in qualche modo arginato, che misure dovrebbe intraprendere il Governo e dove ha sbagliato in questi anni?

"Il problema italiano non è solo la "fuga dei cervelli", ma la capacità di attirare e trattenere stu-

SULLA RICERCA Qual è il futuro della ricerca in Italia?

"La ricerca italiana è "povera ma bella": va male come quantità, perché i finanziamenti sono scarsissimi e insufficienti per sviluppare la grande capacità di innovazione che abbiamo e per attirare i giovani, la nostra vera ricchezza. Qualitativamente, tuttavia, i livelli sono altissimi. Lo Stato Italiano destina alla ricerca scientifica in generale solo l'1% del suo PIL, rispetto al 3% di Francia e Germania e al 10% degli USA, ma malgra-

«L'idea del nazionalismo scientifico è ormai definitivamente tramontata. I cervelli vanno dove possono sviluppare il loro lavoro» do le pochissime risorse, l'Italia ha un alta produttività scientifica. È un paradosso che ci fa onore. L'eccellenza del lavoro dei ricercatori italiani è indiscutibile: producono risultati anche in condizioni di lavoro incerte e in regime di risorse limitate. Non ho ricette sicure per la loro vita, ma mi sento di affermare che oggi, e soprattutto domani, saranno le idee, la passione delle nuove generazioni a spingersi oltre ed ad esplorare le nuove frontiere della scienza che faranno la vera differenza fra un Paese e l'altro. La speranza è dunque concreta: biso34

diosi qualificati per creare una comunità scientifica internazionale competitiva. L'Italia ha tutte le caratteristiche per creare questa comunità.

L'idea del nazionalismo scientifico è ormai definitivamente tramontata. I cervelli si richiamano ad altri Paesi e si trattengono offrendo prospettive concrete per il loro lavoro. Che significa soprattutto strutture dove realizzare le idee che hanno in mente. Accanto agli investimenti economici occorrono però anche quelli culturali.

Credo che la scossa decisiva che potrebbe far decollare lo sviluppo della ricerca nel nostro Paese può derivare dal ridurre la distanza che ancora divide la ricerca dall'opinione pubblica.

Per questo è necessario anche un impegno essenzialmente culturale, che coinvolga trasversalmente le diverse anime del Paese.

Nessuno dei nostri governi ha mai avuto un Disegno Strategico per la Ricerca, che unisca le visioni e le competenze di tutti e che ristabilisca il rapporto originario fra scienza e comunità".

SULLA RETE Lei, assieme al mensile Wired, ha ufficialmente candidato la "rete" a Premio Nobel per la Pace 2010. Internet cam-

bierà sicuramente il futuro dell'Italia, vorremmo chiederle: secondo lei, come?

"Ormai Internet ha ampiamente dimostrato di non essere soltanto una rete di computer o un contenitore di pagine web, ma un prezioso e potente strumento di comunicazione

«Internet può essere considerato la prima arma di costruzione di massa, uno strumento di speranza globale» globale, in grado di oltrepassare anche quelle distanze dettate da restrizioni di tipo politico e capace di creare una community globale di utenti ed organizzazioni sovranazionale. Come strumento in grado di veicolare messaggi di solidarietà e civiltà, Internet può quindi contribuire in modo unico a diffondere, contro ogni barriera, una nuova cultura di collaborazione e condivisione della conoscenza. Per questo può essere considerato la prima arma di costruzione di massa, uno strumento di speranza

globale. Grazie a Internet i ragazzi comunicano in tutto il mondo, senza riguardo per confini geografici, religioni e gruppo etnico di appartenenza. Navigando in Rete parlano tra di loro e questo è un enorme punto di partenza per una pace universale. È vero che, anche se è capace di arrivare ovunque, oggi Internet non è ancora ovunque. Tuttavia sono convinto che fra 10 anni ogni abitante del mondo avrà il suo computer e il suo accesso alla Rete".

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ECONOMIA&BUSINESS

Industria: si torna ad assumere Non accadeva dal marzo 2008 LA CONGIUNTURA

In tema di occupazione le assunzioni superano le uscite, con una produzione industriale in crescita di 7 punti, su base annua, a conferma di una ripresa ormai consolidata anche se il confronto con l'ultimo trimestre 2010 segna -0.1%. E' quanto rileva il rapporto della Camera di Commercio sulla congiuntura economica del primo trimestre 2011 a Bergamo

icchiere mezzo vuoto o mezzo pieno? Bisogna guardare all'aumento annuo del 7 per cento o all'ultimo trimestre addirittura negativo (-0,1%) rispetto all'ultimo periodo del 2010?

Secondo il rapporto della Camera di Commercio sulla congiuntura economica del primo trimestre 2011, il ciclo economico bergamasco è in fase di assestamento.

B

curva di breve periodo si appiattisce e rimane (-0.1 la variazione trimestrale con-

L’industria.

La produzione industriale, infatti, è in crescita di 7 punti su base annua (simile il dato regionale: +7.5%), a conferma di una ripresa ormai consolidata, ma la 36

tro il +0.5 % in Lombardia) sui valori di fine 2010. L'indice destagionalizzato

resta ancora sotto quota 100 (a 99.3), ad una distanza di oltre 9 punti percentuali rispetto ai livelli pre-crisi dell'inizio del 2008. Più brillanti i risultati delle vendite.

Il fatturato aumenta del 3.5% nel trimestre e del 10,9% nel confronto annuo. Le indicazioni che provengono dagli ordinativi delle imprese industriali sono contrastanti: mentre sono ancora in crescita (+3.6% la variazione trimestrale) gli ordini dall'estero - a conferma del peso determinante del commercio internazionale in questa fase della ripresa - gli ordini interni risultano in calo (-4.3%) a conferma del peso determinante del commercio internazionale in questa fase della ripresa. I settori trainanti in provincia sono la meccanica, la siderurgia, la chimica e la

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Produzione industriale primo trimestre 2011 Variazione annua corretta per i giorni lavorativi

Lecco

11,0

Cremona

8,8

Lodi

8,1

Lombardia

7,5

Bergamo

7,0

Monza

7,0

Brescia

Il risultato di Bergamo è leggrmente al di sotto del dato medio regionale. Nella variazione su base annua corretta per i giorni lavorativi Lecco, Cremona e Lodi registrano i risultati migliori.

Tutte le province lombarde registrano dati postiviti

6,4

Varese

5,4

Pavia

5,3

Como

4,0

Milano

3,8

Mantova

2,2

Sondrio

1,4

0,0%

1,0%

2,0% 3,0% 4,0% 5,0% 6,0% 7,0% 8,0% 9,0% 10,0% 11,0%

gomma-plastica, mentre segnali di difficoltà vengono ancora dal tessile e dai comparti più vicini alla filiera delle costruzioni e dell'edilizia. E' stabilmente al di sopra della metà del campione industriale la quota delle imprese con ottimi risultati (superiori al +5% tendenziale) mentre all'incirca una impresa su cinque è ancora significativamente al di sotto (oltre il -5%) dei livelli produttivi di un anno fa. Anche nelle imprese più piccole, in particolare nell'artigianato manifatturiero, il risultato del primo trimestre 2011 è positivo: la produzione artigiana aumenta su base trimestrale del +1.1% e in ragione d'anno del +3.2%. Ma la risalita rispetto ai livelli pre-crisi è solo all'inizio.

L'artigianato.

Nell'artigianato è presente una marcata polarizzazione: la quota delle impre-

se in forte recupero è poco sopra il 40% ma il 30% del campione segnala ancora altrettanto forti flessioni rispetto ad un anno fa. E tuttavia, anche tra gli artigiani, la maggioranza delle imprese è in fase di recupero. La criticità più evidente della fase attuale riguarda il surriscaldamento dei prezzi delle materie prime e la forbice sempre ampia tra la loro dinamica e l'aggiustamento dei prezzi alla produzione dei prodotti finiti.

Per l'industria, la variazione su base annua dei prezzi delle materie prime sfiora il 15% a fronte di un incremento del +4.8% dei prezzi dei prodotti finiti.

L'accelerazione congiunturale delle quotazioni delle materie prime è massima per l'industria tessile ma 37

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Produzione artigianato primo trimestre 2011 Variazione annua corretta per i giorni lavorativi

Como

6,3

Milano

5,9

Lecco

5,2

Bergamo

3,2

Monza

3,2

Lodi

3,1

Lombardia

2,8

Brescia

1,8

Varese

1,6

Cremona

-0,7

Pavia

-2,2

Mantova

-2,3

Sodrio

-4,6

-5,0% -4,0% -3,0% -2,0% -1,0%

incrementi notevoli si segnalano anche per la meccanica, la siderurgia e la gomma-plastica.

0%

1,0% 2,0% 3,0% 4,0% 5,0% 6,0% 7,0%

re alimentare tradizionale (-6.2% su base annua). Il commercio al detta-

Il commercio & i servizi.

Nel commercio al dettaglio le vendite restano al di sotto dei livelli di un anno fa e in relativo peggioramento: a Bergamo il giro d'affari è del -2.6% su base annua, in Lombardia del 1.6%. La quota delle imprese che denuncia cali importanti delle vendite (oltre il -5%) si avvicina alla metà del campione provinciale. E' in peggioramento il giro d'affari nel setto38

Il risultato di Bergamo è superiore al dato medio regionale. Nella variazione su base annua corretta per i giorni lavorativi Como, Milano e Lecco registrano i risultati migliori. Negativo il dato per Cremona, Pavia, Mantova e Sondrio che chiude con un - 4.6%.

glio non alimentare che aveva manifestato segni di recupero a metà

2010 torna in flessione (-3.1%).

Restano negative (-1.4%), anche se non qualche spunto di relativo miglioramento, le vendite del commercio non specializzato, assimilabile alla distribuzione moderna. Più contraddittorio e variabile il dato occupazionale: gli addetti del commercio sono in leggero aumento a Bergamo da due trimestri ma risultano in calo in Lombardia nel primo trimestre del 2011. Nei servizi Bergamo è ancora in lieve calo (-1.2% le vendite su base tendenziale) mentre in Lombardia da circa un anno la variazione è pressoché nulla. A Bergamo sono ancora in riduzione i fatturati nelle costruzioni, nel commercio

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all'ingrosso, nei servizi di ristorazione e turismo, nei servizi alle persone, negli altri servizi e nei servizi avanzati alle imprese. Segno positivo invece nei trasporti e nei servizi di informatica e telecomunicazioni che stanno forse cogliendo un risveglio della domanda di servizi rimessa in moto dal ciclo della produzione. Anche nei servizi la dinamica occupazionale si muove in senso opposto, in calo a Bergamo, in lieve recupero in Lombardia.

L'occupazione.

Al tema lavoro, il rapporto camerale dedica un corposo approfondimento.

Per quanto riguarda l'occupazione, un segnale positivo - il primo da parecchio tempo - viene dall'industria: le assunzioni nel primo trimestre 2011 con un tasso del 2.08 superano le uscite (1.70). La variazione grezza a saldo è quindi positiva (+0.39), anche se al netto della stagionalità l'ultima oscillazione della curva sconfina in territorio negativo. Nell'artigianato manifatturiero gli addetti sono ancora in calo, di poco meno di un punto percentuale nel trimestre. Cala anche l'utilizzo della Cassa integrazione: la quota delle ore effettivamente utilizzate nell'industria è scesa nel primo trimestre 2011 al 1.8% del monte ore totale e conferma un trend al ribasso non solo rispetto ai picchi (6.5%) raggiunti a

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metà 2009 ma anche ai valori in calo costante dei trimestri del 2010. Vi hanno fatto ricorso il 18.5% del campione delle industrie, una quota anch'essa in costante riduzione ma che resta tuttavia importante tra le imprese meccaniche (23.2%) e tessili (29.4%). Anche nell'artigianato manifatturiero si riduce l'incidenza delle ore utilizzate e delle imprese che vi hanno fatto ricorso. Nel complesso, l'industria manifatturiera è quindi ancora al di sotto dei livelli occupazionali pre-crisi ed è difficile che l'emorragia occupazionale in Lombardia (-50.000 posti) non abbia riscontri a Bergamo. La stabilità dell'area di bergamaschi in cerca di occupazione (circa 18mila in media nel 2010 così come nel 2009) è un dato "da accogliere con cautela", secondo la Cciaa. Va letto insieme all'informazione sulle "non forze di lavoro", cioè sulle persone che non sono occupate né in cerca attiva di lavoro: prepensionamenti, ritiri dall'attività, frequenza di un corso di studi, lavoro domestico o familiare non retribuito (o sommerso) e disoccupati scoraggiati, sarebbero aumentati a Bergamo in modo significativo da 239mila a 245mila tra 2009 e 2010. Per quanto riguarda i settori, si riducono (-6.4%) le assunzioni nell'edilizia, aumentano di poco nel commercio e servizi (+1.3%) mentre crescono di oltre un terzo nell'industria: da 25mila nel 2009 a 36mila nel 2010,

con una massiccia componente di interinali. La composizione degli avviamenti per livello di competenze vede a Bergamo una quota più elevata di professioni basse (30% contro il 24 in Lombardia); viceversa, le figure di alto livello sono il 21% contro il 28% regionale. Secondo i dati complessivi annuali, gli avviamenti dopo il tracollo del 2009 (-30.9%) risalgono del + 8.5% nel 2010. Sono in forte crescita il lavoro intermittente, che da un'incidenza dell'1.3% nel 2008 passa nel 2010 al 4.5% degli avviamenti, e il lavoro parasubordinato che cresce da poco meno del 2% del totale nel 2008 al 7.6% nel 2010. La quota preponderante delle comunicazioni di avviamento riguarda, però, ancora i contratti a tempo determinato e a tempo indeterminato. Entrambe le tipologie erano calate di oltre un terzo nel 2009; nel 2010 la loro dinamica è opposta: aumentano del +11.4% i contratti a tempo determinato o di somministrazione, calano del -9.1% i contratti a tempo indeterminato, il cui peso sulle comunicazioni complessive scende al 26.2%.

Le aspettative.

Le aspettative e quindi le previsioni delle imprese per il trimestre successivo sono state raccolte in un periodo di particolare tensione dello scenario internazionale (dopo il terremoto in Giappone e a ridosso delle rivolte in Nord Africa e nel mondo arabo), ma non segnalano un peggioramento del clima di fiducia. Nell'industria le previsioni sulla domanda estera restano positive, più contenute quelle sulla domanda interna. Le aspettative sulla produzione restano anch'esse prevalentemente positive, e un moderato ottimismo riguarda anche l'evoluzione a breve dell'occupazione. Le piccole imprese dell'artigianato manifatturiero vedono invece una prevalenza di attese negative, salvo che per la domanda interna.

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ECONOMIA&BUSINESS

PHOTO: GIORGIO CHIESA

unedì 16 maggio Bergamo si è mossa con decisione verso l'internazionalizzazione del suo tessuto produttivo. Nella sala Giunta della sede di largo Belotti, la Camera di Commercio di Bergamo ha, infatti, siglato con la sua omologa di Milano un'alleanza che, per il prossimo triennio, metterà a disposizione delle imprese bergamasche le capacità promozionali ed il bagaglio d'esperienza ultradecennale di Promos (l'Azienda Speciale per le attività internazionali della Camera di Commercio di Milano). Nel dettaglio, l'accordo di alleanza strategica tra i due enti camerali prevede che Promos apra, nei locali camerali di largo Belotti, uno sportello pubblico per accompagnare le imprese orobiche nei loro percorsi di apertura ai mercati esteri, non solo fornendo attività di consulenza ed assistenza specialistica per la concretizza-

L

40

Il calendario delle fiere collettive internazionali 2011 Attività

Paese

Settore

Premiere vision - New York

USA

Tessile

13/07

14/07

Modamont - Parigi

Francia

Accessori Moda

20/09

22/09

Modern Bakery - Mosca

Russia

Panificazione

10/10

13/10

Premier Vision - Mosca

Russia

Tessile

19/10

20/10

27/10

30/10

08/11

11/11

Hong Kong Lighting Fair Interlight - Mosca International Hotel, Motel + Restaurant Show Midest - Parigi

Cina Russia

Elettrotecnica e illuminotecnica Elettrotecnica e illuminotecnica

Date

USA

Contract

12/11

15/11

Francia

Subfornitura

15/11

18/11

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Promos: lo sportello delle imprese che guardano all'estero INTERNAZIONALIZZAZIONE

Per iniziativa delle Camere di Commercio di Bergamo e di Milano è stata costituita la sede Promos di Bergamo, con l'obiettivo di promuovere l'internazionalizzazione delle pmi bergamasche, valorizzandone le specificità e i settori più rappresentativi. America, Russia, Francia e Cina nel calendario 2011 delle fiere all'estero

zione di accordi commerciali, industriali e tecnologici con realtà estere ma anche programmando e definendo attività di promozione collettiva, come l'accoglienza di potenziali grossisti o la partecipazione a manifestazioni fieristiche specializzate. "Siamo ancora in un momento economico di difficoltà -ha spiegato Paolo Malvestiti, presidente della Camera di Commercio orobica, all'atto della firma dell'alleanza strategica con Milano -, ma l'export orobico è andato bene" tanto che le statistiche dell'ente camerale bergamasco, a proposito della produzione manifatturiera, rilevano per il 2010 tassi di crescita importanti: più 4.3 %, su base semestrale e più 7% su base annua, con segnali di ripresa nel campo del tessile e del comparto meccanico. Non sfugge, infatti, alle indagini camerali come il comparto delle macchine e degli apparecchi meccani41

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La platea

ci copra quasi un quarto del valore totale delle esportazioni provinciali con un controvalore pari a 1.57 miliardi di euro. Se poi questo settore viene considerato con l'elettrodomestica e la lavorazione dei metalli, nell'ambito del più vasto comparto metalmeccanico, le statistiche mostrano che il suo controvalore arriva a superare la metà dell'export totale orobico, toccando quota 59.6 % e rivelandosi una delle principali voci produttive orobiche. "Per l'anno prossimo è attesa una ripresa vera - ha aggiunto Malvestiti -, ma nel futuro saranno necessarie nuove modalità di aiuto per competere sui mercati internazionali: sarà sempre più necessario agire come sistema ovvero in sinergia ed è proprio ciò che le Camere di Commercio hanno imparato a fare in questi anni nonostante l'assenza degli altri enti pubblici, come la Regione, e nonostante la scarsità dei fondi a disposizione". "Oggi è San Brendano - ha concluso con un passaggio agiografico Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano poco prima della sottoscrizione dell'alleanza -, un santo navigatore. Era apprezzato in quanto concreto e rispettoso degli accordi presi. Promos, la nostra Azienda Speciale per l'internazionaliz42

zazione delle imprese, è conosciuta ed apprezzata proprio per la sua abnegazione nel seguire con competenza le imprese e da oggi questa sua pluriennale esperienza sui mercati esteri è a disposizione del territorio orobico. È giusto metterla a vostra disposizione perché quella orobica è una realtà fiorente e perché noi crediamo nella logica delle alleanze e delle sinergie che eliminino i doppioni, aumentino l'efficienza delle strutture istituzionali e la competitività del sistema Italia, valorizzando le competenze e le specificità di ognuno".

Numerose le partecipazioni fieristiche collettive e missioni imprenditoriali, che ha in calendario la Camera di Commercio orobica, già a partire dal prossimo mese. Figurano, infatti, nell'agenda camerale sia la partecipazione alla "Premiere Vision"di New York, fiera dei tessuti e delle fornitura per abbigliamento in programma per il 13 e 14 luglio, sia una missione imprenditoriale multisettoriale in Cina, a Shanghai, prevista dal 16 al 21 luglio. Ulteriori due missioni imprenditoriali, una in Russia per ottobre ed una in Brasile per fine novembre, e ben sette partecipazioni fieristiche sono a disposizione degli imprenditori orobici nei mesi autunnali per offrire concrete opportunità ai

settori di punta del nostro tessuto produttivo.

Per la meccanica, in calendario, c'è la presenza alla "Tubotech" di San Paolo - Brasile dal 4 al 6 ottobre, per l'arredo è già stata programmata l'adesione alla "International Hotel, Motel & Restaurant" di New York dal 12 al 15 novembre, mentre per il settore dell'illuminazione e del design l'appuntamento è con la "Hong Kong lighting fair" dal 27 al 30 ottobre.

Promos Sportello di Bergamo c/o Camera di Commercio Largo Belotti, 16 - 24121 Bergamo Per informazioni: Elena Rustico Tel. 035 4225.266 rustico.elena@mi.camcom.it Anna Maria Quarin Tel. 035 4225.228 quarin.anna@mi.camcom.it Fax 035 4225.234

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ECONOMIA&BUSINESS

Bando Start up La regione Lombardia mette a disposizione 30 milioni di euro per gli aspiranti neo imprenditori

CON... TRIBUTO - a cura della Dott.ssa Barbara Putortì n soccorso degli aspiranti neo-imprenditori le Regioni intervengono ciclicamente con bandi creati ad hoc per facilitare l'avvio di nuove imprese commerciali.

A tal proposito la regione Lombardia ha lanciato il bando start up d'impresa per giovani dai 18 ai 35 anni, per le donne senza limite di età e, per i soggetti svantaggiati, anche questi senza limite d'età, con lo scopo di sostenere, favorire e incentivare l'avvio di nuove attività imprenditoriali sul territorio regionale, attraverso l'erogazione di finanziamenti a tasso agevolato.

Le "imprese" interessante potranno presentare domanda a partire dal 30 maggio 2011. La domanda sarà valutata secondo l'ordine cronologico di presentazione, fino ad esaurimento delle risorse finanziarie disponibili (30 milioni di euro). La durata dell'intervento finanziario promosso dalla regione Lombardia va da un minimo di tre anni a un massimo di sette anni e, l'agevolazione copre il 100% dell'investimento ammissibile ed i finanziamenti vanno da 15 mila a 40 mila euro per le imprese individuali e le imprese familiari e, dai 15 mila a 200 mila euro per le società di persone e società di capitali.

Ma gli incentivi pubblici non si limitano al bando Start up; per esempio attraverso

I

44

il prestito d'onore che nasce nel 1996 come strumento per combattere la disoccupazione giovanile, tramite l'autoimpiego in determinati territori del paese. Il prestito d'onore fa parte dei finanziamenti a fondo perduto, dedicato ai giovani senza occupazione. L'importo massimo

finanziabile è di 25.823 euro. Il 50% della somma viene erogata a fondo perduto, mentre la restante parte deve essere

restituito a tasso agevolato con rate trimestrali in 5 anni. Sono finanziabili le attività commerciali, la fornitura di servizi e la produzione di beni. I requisiti necessari per la richiesta del prestito d'onore sono un'età compresa tra i 18 e i 35 anni, la residenza in uno dei territori agevolati, essere disoccupati al momento della presentazione della domanda.

Per le imprese che già operano nel marzo del 2010 Confindustria ha sottoscritto con il ministero dell'Economia e delle Finanze, l'Abi, la Cassa deposito prestiti, Intesa San Paolo, Mps e Unicredit, il 14,3% del capitale della società di gestione del Fondo italiano di investimento. Questo fondo si rivolge prevalentemente ad imprese con fatturato compreso tra i dieci e cento milioni di euro e può operare in tre modi complementari: con ingressi diretti di minoranza nel capitale delle imprese; con ingressi diretti di minoranza in co-investimento con altri fondi specializzati che condividono esplicitamente nei loro regolamenti gli obbiettivi del fondo; con strumenti flessibili, quali finanziamenti subordinati e prestiti partecipativi.

Ad oggi, oltre 300 aziende hanno chiesto di poter ricevere una parte della dote di 1,21 miliardi di euro.

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ECONOMIA&BUSINESS

Compravendite di unitĂ immobiliari ad uso abitativo nella provincia di Bergamo Numero di compravendite: la serie storica

-33

N. compravendite

%

20.000 15.000 10.000 5.000

Anno

2000

Totale 15.142 Comune capoluogo 1.890 Provincia 13.251 Variazione %

-

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

14.993 1.874 13.120

17.417 2.174 15.243

17.677 1.855 15.822

19.591 2.295 17.297

19.806 1.971 17.835

20.690 2.047 18.643

19.843 1.800 18.043

15.824 1.492 14.332

14.032 1.564 12.468

13.212 1.424 11.787

-1,0

16,2

1,5

10,8

1,1

4,5

-4,1

-20,3

-11,3

-5,8

Elaborazione Ance su dati dell’agenzia del territorio

Mercato immobiliare: calano prezzi, case vendute Persi 12 mila posti di lavoro ARTICOLO DI LIVIO CASANOVA

LA RICERCA

Per il terzo anno consecutivo si abbassa il prezzo delle abitazioni: nel 2010 è sceso dell'1.4% mentre i cali del 2008 e del 2009 erano stati, rispettivamente del 3.4% e del 2.4% Drammatico il dato degli occupati, 47 mila le persone impiegate nel settore lo scorso anno secondo l'Ance contro i 52 mila del 2009 46

cendono ancora (per il terzo anno consecutivo) i prezzi medi delle compravendite nel 2010. Per la precisione: un punto percentuale in meno, ogni anno, a partire dal 2008. A Bergamo, infatti, dopo la crescita del 5.5% del 2007 sul 2006 continua la diminuzione tenden-

S

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ziale del prezzo di vendita degli immobili: nel 2010 il calo è stato dell'1.4% che si aggiunge ai precedenti cali del 3.4% e del 2.4%, rispettivamente del 2008 e del 2009. In una sorta di termometro immobiliare il dato

47.000 permette non solo agli operatori, ma anche a chi cerca casa, di sapere cosa sta

13.212 accadendo nel mercato del mattone e come esso sta cambiando. Negativo, per Bergamo, anche il numero delle compra-

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rispetto al normale prezzo di mercato.

I dati sono contenuti nel rapporto congiunturale sull'industria delle costruzioni elaborato dell'Ance Lombardia, che fotografa il trend del mercato immobiliare orobico.

Gli occupati bergamaschi nel settore delle costruzioni nel 2010 Il mercato. Nel 2010 la Lombardia ha fatto registrare un incremento delle com-

Le compravendite 2010 di case ed abitazioni

pravendite ad uso abitativo dello 0.6%. La lieve variazione positiva delle compravendite di abitazioni dipende principalmente dagli incrementi rilevati nelle province di Milano, Brescia, Varese e Mantova, mentre flessioni sono riscontrate a Bergamo,

so degli scambi: - 8.9% nel comune capoluogo e - 5.5% nei comuni non capoluogo. I monolocali venduti sono stati l'8% del totale, gli appartamenti catalogati come "piccoli" hanno coperto il 31.9%, i medio-piccoli il 21.9%, i "medi" il 30.3%, mentre i grandi sono stati il 7.8% delle 13.212 compravendite totali. Anche la variazione negativa di Pavia (- 5.6%) è attribuibile alle riduzioni degli scambi tanto nel comune capoluogo (-9.3%) quanto negli altri comuni di provincia (5%). Nelle altre province lombarde la flessione delle compravendite ha interessato sia i comuni capoluogo che i comuni di provincia (complessivamente: Como -2.8%; Lecco -1.3%; Lodi -2.2%).

Per quanto riguarda invece il mercato degli immobili ad uso commerciale Bergamo ha fatto registrare un calo delle compravendite dell'16.8% annuale passando dalle 825 del 2009 alle 687 del 2010.

Tra il 2008 e il 2009 il calo era stato più marcato, pari al 19.1% delle transazioni totali. Giù anche gli affari nel comparto ad uso produtti-

Prezzi medi nominali delle abitazioni nelle 13 aree intermedie - Variazione % annuali dei prezzi

vendite residenziali passate dalle 14.032 del 2009 alle 13.212 del 2010. Il dato più rilevante sulla crisi del mercato immobiliare orobico riguarda, però, il calo delle compravendite per immobili commerciali passate dalle 825 mila del 2009 alle 687 mila del 2010. Cresciuta, invece, sempre nello scorso anno e nella nostra provincia la domanda di abitazioni ad alta efficienza energetica che ha toccato il 21% del totale. E per case con queste caratteristiche i bergamaschi sono disposti a spendere circa il 14% in più

Bergamo Brescia Livorno Messina Modena Novara Parma Perugia Salerno Taranto Trieste Verona Media 13 aree intermedie

2007 5,5 3,4 6,6 6,3 5,7 6,0 4,9 6,1 7,2 8,1 5,5 7,4 5,9

2008 -3,4 -4,1 0,2 -3,6 -4,0 0,3 -1,3 -2,6 -1,6 -2,4 -2,0 -3,0 -2,4

2009 -2,4 -6,1 -4,4 -2,6 -3,9 -3,8 -2,3 -3,7 -3,6 -2,5 -4,5 -2,5 -3,5

2010 -1,4 -3,4 -2,5 -0,8 -3,6 -0,9 -1,0 -1,0 -2,1 -1,0 -1,0 -1,1 -1,8

Elaborazione Ance su dati Nomisma

Pavia, Como, Lecco e Lodi. A Bergamo la riduzione è stata del 5.8% rispetto al 2009 accompagnata da un calo diffu-

vo: da 599 in totale a 578 per un calo del 3.6%, meno marcato comunque rispetto al 24.1% dell'anno prima.

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Agli aumenti registrati nelle province di Como (+18.6%), Milano (+7.3%) e Varese (+23.9%) si contrappongono i cali, come detto, di Bergamo, Brescia

1.693 (-16.8%), Cremona (-23.4%), Lecco (-30.1%), Lodi (-5.0%), Mantova (-7.1%), Pavia (-3.2%) e Sondrio (-1.5%).

429 I finanziamenti. Scendono sia il numero di mutui stipulati che l'importo complessivo degli stessi. Curioso l'andamento, con-

687 siderando che la Lombardia fa registrare un +2.8% nel numero di mutui finalizzati a sostenere l'edilizia residenziale ma dall'a-

nalisi a livello provinciale emerge che il dato positivo è riconducibile interamente all'incremento registrato nella provincia di Milano (nei primi 9 mesi del 2010 +20.6%). Bergamo ha ottenuto una performance esattamente opposta: -21.6%. A livello provinciale Mantova, 48

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con -65.8%, ha subito la contrazione più pesante per quanto riguarda il mercato del non residenziale rispetto a Bergamo e Brescia dove è sceso rispettivamente del

compravendite 2010 di immobili destinati al commerciale e al produttivo 41.8% e del 40.3% contro il -23.4% lombardo. A Bergamo le somme erogate hanno fatto registrare un calo del

compravendite 2010 di immobili per il terziario: uffici e istituti di credito 0.4%. Un fattore che sta pesando sulle famiglie è l'accorciamento dei periodi di ammortamento: oggi oltre il 40% delle

basse le loro offerte: finanziamenti con quota maggiore del 70% costituiscono solo il 24.1% dei mutui erogati.

L'occupazione. Il calo in Lombardia nel 2010 (-3.3%) coinvolge larga parte delle province lombarde. Ad eccezione di Varese, Sondrio, Cremona, Lecco e Lodi il numero di occupati diminuisce dell'1.3% a Como, dell'1.8% a Milano, del 20.5% a Bergamo, del 2.1% a Brescia, del 5.7% a Pavia e del 4.8% a Mantova rispetto al 2009. Circa un terzo degli occupati nel settore in Lombardia risultano concentrati nella provincia di Milano; seguono a distanza Brescia e Bergamo con quote rispettivamente pari al 15% e al 14%.

Varese e Como incidono per il 9.1% e per il 6.9%. Nelle altre province le incidenze sul totale risultano più contenute. Sono 12 mila i posti di lavoro persi nella nostra provincia (da 59

Le compravendite 2010 di immobili destinati a negozi, centri commerciali, alberghi famiglie richiedono un mutuo con una durata di 30 anni o superiore. Le banche, però, sono molto più restie a concedere durate lunghe rispetto ad alcuni anni fa: mutui con periodi di ammortamento pari a 30 anni rappresentano solo il 20% del mercato. Gli stessi problemi si presentano con riferimento alla quota di mutuo erogato rispetto al valore dell'immobile: il mercato continua a richiedere quote elevate (quelli superiori al 70% rappresentano il 46.8% della domanda); le banche,

587 invece, chiedono alle famiglie una maggiore partecipazione in termini di capitale, cosa assai difficile oggi, mantenendo

mila a 47 mila: -20.5%) invertendo una tendenza di crescita che durava da qualche anno e che si era

Le compravendite 2010 di capannoni e industrie

accentuata (+ 6.8%) proprio tra il 2007 e il 2008. I dipendenti sono 35 mila, gli indipendenti 12 mila.

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FOTO DEL MESE

Il cantiere della (in)sicurezza SENZA CASCO NÉ GUANTI IN UN CANTIERE BERGAMASCO A Curno c'è un altro cantiere che si aggiunge alla lista delle aree di lavoro dove non vengono adottate tutte le misure di sicurezza previste dalla normativa. Nella fotografia scattata meno di un mese fa sono stati "pizzicati" una squadra di operai di un'impresa edile, al lavoro per ristrutturare un edificio, e nessuno di loro indossava il casco di protezione, né tanto meno i guanti da lavoro e nemmeno le scarpe infortunistiche. E poi, in tema di carichi sospesi, il sollevamento delle travi in legno è effettuato senza bilancino. La cultura della sicurezza è un cantiere … aperto

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ECONOMIA&BUSINESS

Professionisti che offrono servizi. Ecco il nuovo agente immobiliare 50

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TAVOLA ROTONDA

L'evoluzione delle figure che operano nel mercato viene affrontata da alcuni specialisti del settore: Laura Adele Feltri, Renato Guatterini, Alberto Francione e Paolo Ribolla. Il quadro delineato premia la meritocrazia ARTICOLO DI LUCA T. BILOTTA PHOTO: GIORGIO CHIESA

i è aperto lo scorso giovedì 10 febbraio il "giro" di tavole rotonde sul mercato immobiliare. Un'iniziativa sicuramente unica e interessante indetta da Laura Adele Feltri - titolare dell'agenzia "Casafeltri" e vice presidente Fimaa Bergamo -, che mira a fare luce su un settore che è stato bistrattato e attaccato da più sponde (nel corso della crisi economica) e con cui si è speculato negli anni di quella che appariva come la cornucopia del nuovo millennio (dal 2000 al 2006 circa). Lo spunto per il secondo dibattito lo hanno dato le molteplici agevolazioni fiscali sulla casa che incentivano l'acquisto di un immobile usato, e in particolare la figura dell'agente immobiliare che, a dif-

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ferenza del mercato, sembra non subire la situazione particolare nella quale è immerso.

Da questo punto di vista, la domanda che Laura Adele Feltri ha rivolto ai partecipanti è stata molto semplice: "Come sta evolvendo la figura degli agenti immobiliari?". Il primo a rispondere è stato l'impresario edile Renato Guatterini, che ha tracciato un quadro fondato sulla meritocrazia. "La professione sta cambiando connotati negli ultimi anni. Prima c'era il cosiddetto "mediatore di strada", ora in un momento di generale crisi - c'è invece una selezione notevole. In altre parole, i più preparati riescono a fare carriera, gli altri restano al palo. Personalmente sono un fautore dell'utilità dell'agente immobiliare, non è

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assolutamente una figura che può dare fastidio. Anzi, lo ritengo un servizio indispensabile". Perfettamente in accordo con il commento di Mino Guatterini anche il geometra Alberto Francione, che incalza la discussione spostando il tiro sull'eccesso di burocrazia attualmente in essere. "Il 2007 lo possiamo identificare come il vertice delle compravendite di ogni specie, senza regole e con troppi vizi. Da allora molte figure professionali "poco serie" sono state scremate. Oggi, la struttura del mercato immobiliare è sottesa all'aiuto verso il cliente finale, specialmente perché districarsi in una giungla di leggi e di certificazioni di tipo urbanistico è divenuto semplicemente impossibile per un privato.

Ecco perché ci vuole una figura preparata che dia il beneplacito all'eventuale affare che si sta andando a stipulare". A "calare il carico" sulla figura dell'agente immobiliare ci ha poi pensato il commercialista Paolo Ribolla, che ha rilanciato su di un modello aggregato, sulla fusione delle conoscenze di diversi professionisti per garantire al cliente il massimo della professionalità. "Stiamo parlando di una figura capace di esprimere valore aggiunto.

Così come il commercialista, anche l'agente immobiliare non dovrebbe limitarsi alle semplici attività di mediazione, ma dovrebbe aggregarsi con altri professionisti. Si dovrebbe, in altre parole, creare una struttura capace di offrire servizi. È cambiato radicalmente

1) Renato Guatterini 2) Paolo Ribolla 3) Alberto Francione 4) Luca T. Bilotta

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lo scenario in cui prima si operava, la conseguenza è che devono cambiare anche gli attori protagonisti. Secondo il mio parere, infatti, la crisi è finita nel 2008: per un certo numero di decenni ci siamo infatti sviluppati basandoci su una politica economica espan3

sionistica, specialmente per quanto riguarda il mondo immobiliare, a causa della concessione del credito. C'è stata una separazione tra rischio e responsabilità che ha portato alla

definitiva rottura di un meccanismo basato esclusivamente sulla fiducia. Ora tutti noi dobbiamo orientarci su di un mercato privo di credito, dobbiamo adeguarci ad una nuova normalità". Sotto torchio, ancora una volta, il mercato immobiliare si rivela più carnefice che vittima. "In questo mondo - ha affermato Francione - è entrato di tutto. La dimensione del mercato stesso è stata falsata. Bisogna abituarsi a pensare in modo diverso, affidandosi a chi ha sempre operato correttamente".

La ristrutturazione, infine, torna prepotentemente sul tavolo come vera e propria panacea. "Il nuovo sistema - ha continuato Guatterini - consisterà nel recupero dell'esistente. Gli incentivi ci sono già, o meglio, ci sono da addirittura 13 anni, ma nessuno li ha mai sfruttati. Il motivo? Senza addentrarci in discussioni politiche, nella filiera c'era una grossa, sommersa evasione fiscale. Nella Bergamasca, fortunatamente, questo "mercato del nero" sta scomparendo, favorendo la concorrenza leale e i professionisti seri e competenti. In definitiva, è cambiato lo scenario e il rapporto tra committente, dipendente e utente finale". Una sostanziale differenza tra la piazza bergamasca e quella milanese emerge anche dalle parole di Laura

Adele Feltri, che chiosa così all'incontro. "Qui c'è maggior cura nella scelta dell'immobile. I bergamaschi sanno dove vogliono abitare, la 4

casa poi la ristrutturano come preferiscono. Penso che fra tre anni ci sarà una molteplicità d'immobili diversi, poco standardizzati. Il dubbio sul nuovo, tuttavia, rimane. Molti impresari hanno costruito male negli anni passati, sono sicura che rimarrà un'incredibile percentuale d'invenduto".

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IL PERSONAGGIO

Maria Carla Rocca A SOLZA VINCE LA GIUNTA CHE HA SCELTO LO STOP AL CONSUMO DI TERRITORIO Una maglietta con un doppio slogan ironico: "Me sö de Solsa" sulla schiena e "Sempre un passo più avanti" sul petto. Alle ultime amministrative, grazie a questo motto (beneaugurante) e forte di un PGT a "crescita zero" Carla Rocca (nella foto) è stata riconfermata sindaco di Solza. La particolarità, infatti, per il piccolo comune di duemila anime dell'Isola Bergamasca è aver adottato un piano di governo del territorio che non prevede ulteriore consumo del territorio. "Si è deciso di non consentire più nuove costruzioni edili - commenta lo stesso sindaco, ma solo più recupero dell'esistente. La nostra amministrazione ha stabilito di non consumare ulteriore suolo per nuove case o insediamenti produttivi e di emancipare il bilancio comunale dagli oneri di urbanizzazione". Una scelta di grande coraggio in un momento di crisi economica e di patti di stabilità che blindano i bilanci comunali. Ma le scelte coraggiose spesso pagano.

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ECONOMIA&BUSINESS

Le novità del Decreto Sviluppo: Piano Casa bis e Scia semplificata "LA FRUSTATA"

Previste dal Governo nuove misure l'edilizia. Nel provvedimento il nuovo Piano Casa che vale anche per negozi, magazzini e capannoni, incentivi per demolizione e ricostruzione, Scia e silenzio-assenso per ristrutturazioni e appalti pubblici "minori" senza bandi di gara

l Consiglio dei Ministri ha approvato il cosiddetto "Decreto Sviluppo" che, nelle intenzioni dell'attuale Governo, dovrebbe essere in grado di rilanciare la nostra economia. Tra le novità ce ne sono alcune che riguardano la casa con misure che, almeno sulla carta, intendono "sburocrattizare" le procedure legate ai permessi di costruzione e altre che puntano a rilanciare il "Piano Casa" che, a tutt'oggi, non ha ancora sortito gli effetti sperati, ossia il rilancio del comparto edile e delle costruzioni. Proviamo a spiegare le misure previste partendo proprio dal "Piano Casa" bis.

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Piano casa con un premio in volume fino al 20%. E' previsto che le Regioni (comprese quelle a Statuto speciale), entro 60 giorni dall'entrata in vigore del provvedimento, approvino specifiche leggi per incentivare la riqualificazione delle aree urbane degradate "con presenza di funzioni eterogenee e tessuti edilizi disorganici o incompiuti", per edifici "a destinazione non residenziale dismessi o in via di dismissione" o da "rilocalizzare", per favorire anche lo sviluppo dell'efficienza energetica e 56

delle fonti rinnovabili. Gli interventi "non possono riferirsi ad edifici abusivi o siti nei centri storici o in aree ad in edificabilità assoluta, con esclusione degli edifici per i quali sia stato rila-

sciato il titolo abilitativo in sanatoria". Per le regioni a Statuto ordinario il decreto stabilisce che, trascorsi 120 giorni dalla sua entrata in vigore, le disposizioni ivi contenute sono

"immediatamente applicabili" se "non hanno provveduto all'approvazione delle specifiche leggi regionali". Per volumetria aggiuntiva prevista come meccanismo premiale, nel caso di immobili residenziali che vengono demoliti e ricostruiti sono possibili ampliamenti fino al 20%, mentre per gli edifici non residenziali viene introdotta per la prima volta la possibilità di ampliamenti di volumetria del 10%.

Permesso di costruire e Scia: confermato il principio del silenzio-assenso per costruire. Per il rilascio del permesso di costruire viene confermato il principio del silenzio-assenso, nel caso in cui non si riceva parare contrario in 90-100 giorni (180-200 per le città di oltre 100mila abitanti), salvo i casi in cui sussistono vincoli ambientali, paesaggistici e culturali. Inoltre, viene dimezzato da 60 a 30 giorni il termine per le verifiche expost da parte delle amministrazioni sugli interventi realizzati con la Segnalazione certificata di inizio attività (Scia). L'ambito di applicazione della Scia viene esteso agli interventi edilizi in precedenza effettuati con

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la Dia; inoltre, viene chiarito che la Scia non prende il posto della Super-Dia né sostituisce i nulla osta e le autorizzazioni da rilasciare in presenza di vincoli paesaggistici, ambientali o culturali.

Sanatoria: violazioni fino al 2% non invalidano il permesso a costruire. Il decreto introduce anche una piccola sanatoria: in merito a lavori eseguiti in difformità al

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Piano casa 2010 le domande presentate Regione Basilicata

Aggiornamenti

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Calabria

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Campania

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Dubbi interpretativi

Emilia Romagna

120 (solo capoluoghi al 28/10/2010)

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Friuli V.G.

760 (al 13/01/2011)

-

Liguria

Prov. Savona

-

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Al 16/12/2010

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90 ampliamento (accettate 23) 50 dem. e ric. (accettate 7) 86 ampliamento (accettate 23) 21 dem. ric 32 ampliamento (accettate 8) 84 ampliamento (accettate 52) 39 dem. ric. (accettate 2) 216 interventi realizzati, 114 con Dia, 102 con permesso di costruire (al 16 novembre 2010) 814 (in 69 comuni al 16/09/2010) 734 ampliamento 80 dem. ric.

Approvata nuova legge il 5 gennaio 2011 Legge scaduta il 31/12/2010 Nuova legge in fase di approvazione Nuova legge in fase di approvazione

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Confligge con i Pgt

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Approvata nuova legge il 21/12/2010

Poca chiarezza

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Nuova legge in fase diapprovazione

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5 mila (al 14/12/2010)

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Approvata la monetizzazione dei parcheggi con la Finanziaria regionale 2011

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Poca conoscenza della legge

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Toscana

485 ampliamento 47 dem. ric (al 23/09/2010 su 214 comuni)

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Legge prorogata al 31 dicembre 2011

Prov. Bolzano

80 (al 24/09/2010)

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Prov. Genova Prov. La Spezia

Appalti pubblici. Per quanto riguarda gli appalti pubblici l'articolo 4 del Decreto introduce tetti su riserve, opere di compensazione e su varianti in corso d'opera, per limitare le spese come aveva preannunciato dal ministro Tremonti. Inoltre, viene elevata dagli attuali 500 mila euro a 1 milione di euro (1.5 milioni per i beni culturali) la soglia entro la quale si può procedere all'assegnazione senza ricorrere alla gara d'appalto. Nel decreto si legge che i lavori fino ad un milione "possono essere affidati dalle stazioni appaltanti a cura del responsabile del procedimento. Per i lavori superiori a 500mila euro, il limite minimo di inviti da parte del responsabile del procedimento è stato fissato a dieci soggetti, per quelli di importo inferiore, è stato fissato a cinque. Modificati, infine, i requisiti richiesti alle imprese per partecipare alle gare di appalto, con l'obiettivo di ridurre la discrezionalità degli enti appaltanti.

note

Legge approvata ad agosto 2010; dubbi interpretativi

Lazio

titolo abilitativo non viene annullato il permesso di costruire per violazioni fino al 2% su altezza, distacchi, cubatura o superficie coperta. Inoltre, i cambiamenti di destinazione d'uso vengono liberalizzati in deroga ai piani regolatori (fin tanto che non intervengano le leggi regionali).

n. domande presentate 20 (solo Potenza al 15/10/2010)

Prov. Imperia

Lombardia

Marche Molise

Piemonte

Puglia

Sardegna

Sicilia

Umbria Veneto

350 ampliamento (accettate 170) 19 dem. ric (accettate 19) 18 edifici produttivi 18 (solo Bari al 14/10/2010)

88 ampliamento 3 dem. ric (al 22/09/2010) 12 mila (al 09/11/2010)

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Non è previsto un limite temporale Nuova legge approvata il 23/12/2010 -

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ECONOMIA&BUSINESS

Fotovoltaico: al via il quarto conto energia Tra critiche e contestazioni è stato approvato un nuovo sistema di incentivi che mira a raggiungere la competitività tecnologica entro il 2017

LEGGE AL VERDE - a cura dell’avvocato Cristina Putortì l 5 maggio 2011 il Ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, ed il Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, hanno siglato il Quarto Conto Energia recante “ i criteri per l’incentivazione alla produzione di energia elettrica da impianti solari fotovoltaici ed allo sviluppo di tecnologie innovative per la conversione fotovoltaica”.

Attraverso una graduale diminuzione delle tariffe, il provvedimento mira, “da un lato, a raggiungere un allineamento graduale dell’incentivo pubblico con i costi delle tecnologie, in linea con le politiche adottate nei principali paesi europei e, dall’altro, a mantenere stabilità e certezza sul mercato”.

Il decreto entrerà in vigore l’1 giugno 2011 e verrà applicato agli impianti fotovoltaici attivi a partire da tale data fino al 31 dicembre 2016, per un obiettivo di potenza nazionale installata di circa 23.000 MW, corrispondente ad un costo indicativo cumulato annuo, stimabile tra 6 e 7 miliardi di euro.

Immediate sono state le critiche sollevate dalle varie associazioni di categoria in merito al provvedimento varato dal Governo, accusato di nuocere alle aziende impegnate nel settore e di scoraggiare gli investimenti.

Sono, infatti, numerose le imprese che minacciano di presentare ricorso alla Corte di Giustizia Europea ed al Tar, fino alla Corte Costituzionale, incolpando il provvedimento di “danneggiare le aziende che, pur avendo rispettato le norme di legge vigenti, avranno un diverso trattamento a livello di tariffe incentivanti”.

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Parere positivo ha, invece, espresso il presidente di Anie/Gifi (Gruppo imprese fotovoltaiche italiane di Confindustria) che individua il Quarto Conto Energia come un mezzo per far ripartire il settore fotovoltaico e per poter pianificare i prossimi cinque anni di attività.

Uno dei punti più controversi della normativa riguarda la fase di transizione, compresa tra giu-

gno 2011 e dicembre 2012, in cui gli incentivi caleranno con "scatti" progressivi sia per i piccoli che per i grandi impianti.

Solo per quest’ultimi, però, sono previsti, oltre al calo graduale degli incentivi, anche dei tetti massimi di spesa semestrali.

Successivamente, a partire dal 2013 fino al 2016, entrerà in vigore un sistema di regolazione automatica del livello degli incentivi che, in applicazione del modello tedesco, sarà

in proporzione alla potenza totale installata.

Il nuovo conto energia ha incontrato non poche difficoltà anche in fase di approvazione a causa delle tensioni sviluppatesi tra i ministeri coinvolti riguardo al momento in cui l’incentivo sarebbe dovuto essere erogato.

L’accordo raggiunto prevede che l’avvio dell’erogazione avverrà al momento dell’entrata in esercizio dell’impianto e se a causa del mancato rispetto dei tempi da parte del gestore si dovesse verificare un ritardo nell’allacciamento alla rete con conseguente perdita del diritto ad una determinata tariffa incentivante, è previsto un’ indennizzo per il proprietario dell’impianto.

Di particolare interesse, inoltre, sono i meccanismi premiali applicati che concedono ulteriori bonus a quei soggetti che istallano moduli fotovoltaici e rimuovono l’amianto, che istallano pannelli fotovoltaici ubicati in zone industriali, cave discariche esaurite, aree di pertinenza di discariche o di siti contaminati, ai piccoli Comuni che collocano moduli fotovoltaici sugli edifici pubblici ed a coloro che, oltre a installare pannelli solari, realizzano interventi di coibentazione per aumentare l'efficienza energetica dell'edificio.

L’obiettivo principale di questo nuovo sistema di incentivi è di raggiungere la competitività della tecnologia (grid parity) già nel 2017, quando i costi dell’energia prodotta da fonti rinnovabili saranno pari a quelli dell’energia prodotta da fonti convenzionali.

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ECONOMIA&BUSINESS

"Acqua: valore etico ed estetico", la mostra è giunta alla terza edizione LA CLASSIFICA

L'iniziativa - promossa dal Consorzio di Bonifica della Media Pianura Bergamasca -, ha visto la partecipazione di oltre 150 artisti provenienti dal territorio di Bergamo e provincia

stata inaugurata martedì 17 maggio alle ore 18 - all'interno dell'Accademia Carrara di Belle Arti - la mostra concorso d'arte "Acqua: valore etico ed estetico", rivolta agli artisti bergamaschi e promossa dal Consorzio di

È

Marcello Moro

Bonifica della Media Pianura Bergamasca.

Giunta quest'anno alla sua terza edizione, l'iniziativa ha visto la partecipazione di oltre 150 artisti provenienti dal territorio di Bergamo e pro60

vincia. Un risultato che supera il buon esito dello scorso anno e che testimonia come l'elemento acqua rappresenti un'importante fonte d'ispirazione in ambito artistico. A differenza dell'edizione precedente, quest'anno gli organizzatori hanno deciso di eliminare le categorie in cui era suddiviso il concorso. Dal video alla performance, dal disegno alla pittura, dalla scultura alla fotografia: sono state diverse le tipologie di opere d'arte prese in considerazione. Le 20 realizzazioni esposte sono il risultato di un'accurata selezione effettuata dalla commissione giudicatrice composta da Alessandra Pioselli - direttrice Accademia Carrara di Bergamo e curatrice -, Sara Mazzocchi - curatrice Gamec -, Roberto Ratti - gallerista "Galleria Traffic" - e Francesco Pedrini, docente Accademia Carrara e artista. I finalisti del concorso d'arte sono: Lia Ronchi, Claudia Campus, Susanna Alberti, Andrea Morlacchi, Alfredo Sala, Denise Zanotti, Nicol Vitali, Isabella Fusco, Erica Battello, Francesca Battello, Francesca Candito, Francesca Vinay, Luisa Agnelli, Matteo Caglioni, Simone Montanari/Ezio Taeggi, Sara Campini, Davide

Belloli, Diego Caglioni, Andrea Zanotti e Marco Mondani. Se la scelta dei finalisti è stata decretata da un'apposita commissione, la scelta dei vincitori è stata effettuata direttamente dai venti protagonisti della mostra conclusiva. Grazie all'innovativa modalità di votazione gli artisti hanno contribuito direttamente a scegliere i primi tre classificati. Il Premio speciale "Amica

Acqua" è stato invece individuato dal gallerista Roberto Ratti. Il presidente del Consorzio

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I vincitori:

Marcello Moro ha poi dichiarato: "L'esito di questa terza edizione è stato sorprendente sia a livello quantitativo che

1° classificato: Francesca Battello con "Nothing Else" (2.500 euro) 2° classificato (ex aequo): Sara Campini/Denise Zanotti (1.500 euro) 3° classificato (ex aequo): Francesca Vinay/Davide Belloli (1.000 euro) Premio speciale "Amica Acqua" (mostra personale della durata di una settimana presso la "Galleria Traffic" di via S. Tomaso, 92 a Bergamo): Susanna Alberti.

Francesca Battello

I vincitori

qualitativo. Sono estremamente soddisfatto del significato simbolico che gli artisti hanno dato all'elemento acqua.

Vedere rappresentata questa importante risorsa nelle varie espressioni artistiche ci fa capire come l'acqua sia parte fondamentale del vivere quotidiano".

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LA FOTONOTIZIA

Business no packaging IL DETERSIVO ECOLOGICO? A PONTE È ALLA SPINA E PRONTO ALL'USO Costa troppo acquistare il detersivo al supermercato? Una soluzione a portata di mano c'è, basta prenderselo alla spina e nella quantità che si desidera, risparmiando soldi, tempo e spazio per lo smaltimento dei flaconi. A Ponte San Pietro i detergenti, dall'ammorbidente per i panni fino al detersivo lavapiatti compreso tutti i prodotti per l’igene della casa, si possono trovare nella stazione self service "Ecologico detersivi" installata in via Forlanini, davanti al Policlinico. L'iniziativa, che coniuga riduzione dei rifiuti e promozione degli acquisti verdi, ha incontrato subito il favore non solo delle massaie. "I detersivi hanno una biodegradabilità sino al 97% - spiega l'imprenditore "green" Tullio Gandolfi, -, costi bassi, alta qualità e sono forniti da quattro aziende leader nella produzione di detersivi ecologici. Il contenitore si acquista la prima volta e poi si può utilizzare sempre lo stesso". Per chi non lo sapesse, il detersivo alla spina costa circa un 50% in meno rispetto al prodotto confezionato.

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ECONOMIA&BUSINESS

L’ombra lunga della CdO e della Lega sulla presidenza Sacbo GRANDI MANOVRE

Primo passo dell’espropriazione del nostro aeroporto, a discapito del territorio bergamasco. I retroscena sulle nomine dello scalo di Bergamo viste dal luogo simbolo del potere cittadino: la vedovella del Sentierone

ARTICOLO DI LIVIO CASANOVA&CARLO DI GREGORIO PHOTO: GIORGIO CHIESA

on l'elezione di Miro Radici e Andrea Mentasti, nella veste di presidente e amministratore delegato, i giochi per la carica ai vertici della Sacbo sono stati archiviati, quelli per il futuro dell'aeroporto di Orio al Serio e la rotta da prendere sono ancora da decidere. Non più di un mese fa l'assemblea degli azionisti (composta da Sea, Comune, Provincia, Ubi Banca, Credito Bergamasco, Camera di commercio, Confindustria Bergamo e Italcementi) che gestisce l'aeroporto di Bergamo in seconda convocazione, dopo aver rinviato la prima, ha ufficialmente stabilito le poltrone per i prossimi anni: consiglio d'amministrazione allargato a dieci membri, presidenza a Miro Radici che subentra a Mario Ratti e Andrea Mentasti con l'incarico di amministratore delegato. Figura nuova, questa, che sostituisce quella del consigliere delegato ricoperta in precedenza da Renato Ravasio. Due i vicepresidenti: per i soci bergamaschi è stato riconfermato Emilio Zanetti mentre per la milanese Sea Giulio De Metrio. Siedono nel consiglio di amministrazione anche Cesare Zonca per il Credito Bergamasco, il vice coordinatore del Pdl Pietro Macconi per il Comune di Bergamo, Paolo Malvestiti presidente della Camera di commercio di Bergamo e il vicepresidente di Italcementi Pierfranco Barabani.

Completano il cda due consiglieri indicati dal socio milanese, la Sea: Luciano Carbone e Roberto Belloni. Ma per afferrare cosa è successo mercoledì 4 maggio non bastano i nomi, per capire quanto sia radicata la commistione tra politica ed economia e come la ragion di stato possa vincere resistenze (mai veramente ufficializzate) dell'imprenditoria - in questo caso - locale basta è indi-

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Camera di Commercio

Ubi banca

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Palazzo Frizzoni

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Provincia

Confindustria

Credito Bergamasco

Regione Lombardia

spensabile guardare le quote (di potere) e il peso dei soggetti riuniti nel Patto di sindacato della società che gestisce l'aeroporto di Bergamo. Il maggior azionista dell'aeroporto bergamasco è la milanese Sea con il 30%, per quanto riguarda la nostra provincia la Banca Popolare di Bergamo - UBI Banca è azionista al 17.9%, la Camera di commercio di Bergamoal 13.2%, il Credito Bergamasco al 6.9%, l'Italcementi al 3.2%, Confindustria Bergamo allo 0.6% e aeroclub Taramelli allo 0.01%. Per i soci pubblici la Provincia detiene il 13.2%, completa il quadro il Comune di Bergamo con 13.8%, tra i primi a caldeggiare un ricambio nella presidenza Sacbo. Ora, Mario Ratti, che ha lasciato la torre di controllo dopo tre anni da leone (insediamento nel maggio 2008) e un lungo tirocinio sotto il suo compianto predecessore Ilario Testa, al momento del rinnovo sembrava godere dell'appoggio di tutti i soci industriali (banche, imprese,Camera di commercio). Accreditato

come il garante degli attuali equilibri territoriali e come un capace manager alla luce dei risultati Sacbo, nel corso della riunione sono stati elencati i numerosi traguardi societari raggiunti tanto che la società può permettersi il lusso di distribuire 2 milioni di euro di dividendo e di accantonarne un'altra decina per investimenti infrastrutturali tra i quali l'allargamento della pista d'atterraggio. E, infatti, alla guida della Sacbo è stato eletto Miro Radici con un "tanto di capello" perché nel corso dell'Assemblea, Cesare Zonca ha proposto di nominare l'ex presidente di Sacbo, Mario Ratti, presidente onorario della stessa: la proposta è stata approvata all'unanimità ma Ratti si è riservato di accettarla. Se questo, in estrema sintesi, è il resoconto dell'ultimo mese societario di Sacbo, ciò che non dicono le parole di circostanza dell'assemblea né i freddi dati di bilancio è il braccio di ferro che si è consumato all'interno della società che gestisce l'aeroporto di Bergamo tra poteri forti bergamaschi, senza precedenti

nella storia dello scalo orobico. Mai, infatti, il rinnovo della presidenza era stato oggetto di una contesa che ha visto, da una parte, i pezzi da novanta dell'economia bergamasca - banche, Camera di commercio e Confindustria dall'altra Comune e Provincia di Bergamo. Una contesa così aspra da portare al rinvio dell'assemblea dei soci Sacbo (ecco il motivo della seconda convocazione) per mancato accordo all'interno del patto di sindacato. Per molti giorni due sono stati i candidati alla presidenza: Mario Ratti e Miro Radici. Candidati con un curriculum pressoché uguale: entrambi imprenditori; bergamaschi; appartenenti al "salotto buono"; in ottimi rapporti con il Colle, ovvero con la Curia bergamasca tanto da essere azionisti Sesaab, società editrice de L'eco di Bergamo. E poi Mario Ratti è un esponente di primo piano di Confindustria Bergamo (che come associazione è azionista in proprio (0.6%) dell'aeroporto) mentre Miro Radici, tra le sue aziende, ha anche una piccola compa65

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gnia cargo - la Miniliner - che vola non altissimo da Orio al Serio, e pur essendo anche lui uno storico esponente della Confindustria, da alcuni anni è molto vicino alla Compagnia delle Opere, alias Roberto Formigoni, alias Pirellone. Eppure non si può dire che (banalizzando) uno vale l'altro perché una differenza

dell'aeroporto bergamasco e vorrebbe andarci a braccetto in Borsa) presieduta da Giuseppe Bonomi è controllata dal comune di Milano e gestisce lo scalo di Malpensa, in provincia di Varese, feudo della Lega Nord. A sua volta la Compagnia delle Opere è talmente potente, da scavalcare la Confindustria Bergamo nonostan-

c'è: il colore politico. Mario Ratti, infatti, a lungo in predicato di diventare candidato sindaco di Bergamo per il centrosinistra in occasione della tornata elettorale del 2004 è un ex candidato al Consiglio comunale di Bergamo de "L'aratro", lista "civica" schierata a sostegno di Roberto Bruninella sua cavalcata vincente che lo portò ad essere eletto Sindaco di Bergamo proprio nel 2004: in quell'occasione Mario Ratti non venne eletto ma venne nominato presidente di Sacbo dallo stesso Bruni, forte della sua elezione. Curiosamente, nello stesso schieramento di allora - il centrosinistra -, militava anche l'allora ed attuale presidente del Credito Bergamasco, Cesare Zonca (quello che ha proposto Mario Ratti come presidente onorario di Sacbo).

Anche lui candidato consigliere comunale per Bruni nel 2004, non eletto, ha successivamente ottenuto l'economicamente (gratificante) incarico di seguire, per conto del Comune di Bergamo, la vendita della Bas all'Asm di Brescia (oggi A2A) attraverso il suo prestigioso studio legale. Tornando a Miro Radici, sembra che la sua investitura a presidente di Sacbo sia stata voluta proprio da Roberto Formigoni in vista di un sistema aeroportuale lombardo e di una eventuale holding tra Sea, Sacbo e gli aeroporti di Brescia e Verona. La società aeroportuale milanese Sea(che è il maggiore azionista

te tra gli iscritti ci siano fior fior di imprenditori come Giampiero Pesenti o Alberto Bombassei, la Dalmine o l'Italcementi, etc.. Quando, infatti, si è trattato di attingere ai milioni della sgr camerale Futurimpresa - 2.5 milioni pubblici - la prima vincitrice è stata un'azienda orobica associata proprio alla CdO, la Ofi - Officina Farmaceutica Italiana, capace di scavalcare centinaia e centinaia di pretendenti. Rossano Breno, presidente della Compagnia delle Opere di Bergamo, nel novembre scorso davanti a 700 imprenditori dell'associazione e la Bergamo che conta aveva lanciato un messaggio chiaro ed inequivocabile: "Orio è cresciuto tanto e finora è stato gestito con grande capacità, ma adesso siamo a un bivio: occorre fare un ulteriore salto di qualità".Tradotto in soldoni, nel linguaggio imprenditoriale della Cdo significa "immaginare uno scalo ancor più grande, volano per lo sviluppo economico del territorio", ha detto Breno. Precisando che "servono scelte veloci e complessive. La politica dei piccoli passi non paga più e tutti dobbiamo fare sistema". E quel giorno, tra i relatori c'era anche lo "Chief executive Officer di Sea-Aeroporti di Milano" Giulio De Metrio. Potevano, allora, Comune e Provincia di Bergamo opporsi al Governatore? No, in primis perché appartenenti allo stesso colore politico, il centrodestra, in

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secondo luogo perché anche la Lega Nord, ovvero la Provincia di Bergamo targata Pirovano, ha avuto compensazione adeguata nell'indicazione del varesino Andrea Mentasti, direttore generale uscente dell'ospedale S. Paolo di Milano, padano di ferro anche ai sensi delle quote sanitarie lombarde e amico personale di Roberto Maroni. In conclusione, due gli assi cardinali del potere bergamasco che si sono confrontati nella partita all'interno della società che gestisce l'aeroporto di Bergamo: il primo, tutto politico, corre lungo Via XX Settembre, sede territoriale della Regione Lombardia, passa per PalaFrizzoni ed arriva fino in via Tasso dove c'è il palazzo della Provincia e inquilino è l'onorevole Pirovano; il secondo economico-finanziario parte da piazza Vittorio Veneto, sede del primo socio Sacbo, quella UBI Banca il cui presidente Emilio Zanetti s'era espresso a favore della riconferma di Ratti, lambisce in Porta Nuova il palazzo del Credito Bergamasco e giunge fino a Confindustria ubicata in via Camozzi, regno di Alberto Bombassei. In mezzo, nel centro preciso dell'incrocio tra questi "cardo" e "decumano" politico-finanziario-economico che regge Bergamo, si erge maestosa la vedovella: la fontanella alla quale ogni giorno migliaia di bergamaschi, passeggiando nel centro cittadino, si dissetano mentre gli aerei in partenza ed arrivo da Orio sorvolano la città.

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ECONOMIA&BUSINESS

Finisce l'epoca Saffioti Il Pdl riparte da Piccinelli Carlo Saffioti

CAMBIO DI GUARDIA

A Bergamo svolta nel partito di Berlusconi. Le sconfitte nelle ultime amministrative testimoniano un difficile radicamento sul territorio.

Carlo Saffioti, dopo 2 anni, dovrebbe lasciare l'incarico di coordinatore provinciale del Pdl ad Enrico Piccinelli e la Gelmini pensa al Pirellone

ARTICOLO DI L'INDISCRETO

arlo Saffioti potrebbe non rimanere Coordinatore Provinciale del Popolo della Libertà ancora per molto. È, infatti, dato per altamente probabile l'arrivo da Roma della lettera di revoca che dovrebbe porre fine, dopo un paio di anni circa, al suo mandato, nominando al suo posto l'Assessore

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provinciale all'Urbanistica ed Agricoltura, Enrico Piccinelli. Non sarà un compito facile quello che attende Piccinelli, ex Capogruppo ed Assessore a Palazzo Frizzoni. Carlo Saffioti aspettava queste elezioni, sperando in una netta affermazione elettorale a Treviglio, per puntellare la sua segreteria da tempo in affanno ma i

risultati provinciali sono stati impietosi e hanno dato fiato a chi voleva da tempo sostituirlo. Fin da dicembre, complice l'arrivo alla segreteria regionale, dell'On. Mario Mantovani, Marco Pagnoncelli, grande amico di Mantovani, aveva iniziato a tessere la sua tela per cercare il riscatto dopo due anni di lontananza dalla segreteria pro-

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vinciale, forte dei dati elettorali e dei sondaggi del 2010 che vedevano in provincia di Bergamo una Lega Nord oltre il 40 % ed un PDL asfitticamente appiattito attorno a quota 25% circa, svariati punti percentuali in meno di quanto alla guida del partito c'era lui. Così, tutelato dall'amicizia con il Coordinatore regionale, Marco Pagnoncelli aveva chiamato a raccolta i suoi vecchi alleati: il Senatore Valerio Carrara, anche lui a caccia di un riscatto, e l'assessore regionale Marcello Raimondi. Insieme organizzarono la famosa cena di fine dicembre 2010, una delle ultime grandi cene popolari del centrodestra bergamasco, ed un comizio da resa dei conti alla Fiera Nuova di Bergamo a marzo 2011. Memorabili, in quella sede, le parole del senatore Carrara, molto apprezzate dalla platea e pressappoco del seguente tenore: "Noi abbiamo i numeri e al prossimo congresso vince-

Enrico Piccinelli

remo perché siamo già ora la maggioranza del partito; chi oggi guida il partito (Carlo Saffioti ndr) deve rendersene conto". Se questa era la tela di Marco Pagnoncelli, nel frattempo qualun altro si muoveva con minor clamore, forte del suo rapporto privilegiato con una bergamasca d'azione abbastanza stimata nel Pdl: Maria Stella Gelmini, ex coordinatrice regionale del Pdl, interessata a mantenere sotto controllo sia Bergamo, sia la

Lombardia in vista della scadenza del mandato amministrativo di Roberto Formigoni. Sembra, infatti, che la Maria Stella abbia voglia di cimen-

Caravaggio Candidato Sindaco Giuseppe Ferri Lista

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Seggi

Lista Pdl

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Chiuduno Candidato Sindaco Stefano Locatelli

tarsi nell'ardua impresa di sostituire Formigoni alla scadenza del suo quarto mandato amministrativo, stante l'impossibilità (salvo modifiche normative dell'ultimo minuto) di un suo quinto mandato. Per questa ragione, dunque, Bergamo ricadrà sotto l'ala protettiva della sua bergamasca d'adozione e toccherà al suo candidato, Enrico Piccinelli, amministrare il pdl orobi-

Giuseppe Pezzoni candidato del centro destra, è il nuovo primo cittadino di Treviglio Al ballottaggio vince con il 59,75% dei voti co. A Carlo Saffioti, però, va sicuramente l'onore delle armi. Egli, infatti, ha cercato fino all'ultimo di conservare la segreteria, sia rafforzando l'alleanza con il suo attuale vice, Pietro Macconi, attraverso la sua nomina nel cda di SACBO, sia partecipando assiduamente e con un buon seguito

Lista

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Seggi

Lista Pdl

56,78

8

Cologno al Serio Candidato Sindaco Agostino Resmini Lista

%

Seggi

Lista Pdl

5,97

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Costa Volpino Candidato Sindaco Gianpietro Bonaldi Lista

%

Seggi

Lista Pdl

27,36

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Ponte San Pietro Candidato Sindaco Luca Lencarelli Lista

%

Seggi

Lista Pdl

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0

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Maria Stella Gelmini Rumors: La bergamasca d'adozione vorrebbe correre per il Pirellone nella difficile impresa di sostituire Formigoni alla scadenza del suo quarto mandato amministrativo, stante l'impossibilità (salvo modifiche normative dell'ultimo minuto) di un suo quinto mandato

Treviglio (dopo il ballottaggio) Sindaco Giuseppe Pezzoni Lista % Lista Pdl Lega

Seggi

59,75

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Urgnano Candidato Sindaco Elena Priscilla Zanardi Lista

%

Seggi

Lista Pdl

24,66

2

Verdellino Candidato Sindaco Claudio Radaelli

alle manifestazioni di Milano davanti a Palazzo di Giustizia, organizzate dal duo Santanché - Mantovani. Onore delle armi a parte, però, non si può oggettivamente nascondere come la segreteria di Carlo Saffioti non abbia prodotto grandi risultati in termini di consenso per il Popolo della Libertà nostrano. Forse sarà stata la congiuntura poco favorevole o forse, come dicono ed hanno sostenuto i suoi detrattori, la responsabilità è da ascriversi solo ed esclusivamente alla sua gestione. Sul campo restano i freddi numeri: alle ultime elezioni, quelle di metà maggio, il Popolo della Libertà ha presentato sue liste con suoi candidati Sindaci a Caravaggio, Cologno, Ponte San Pietro, Urgnano, Verdellino 70

e Treviglio. A Costa Volpino l'affermazione è andata alla lista civica "Costa Volpino cambia" guidata dal giovanissimo Mauro Bonomelli, 26 anni, che ha surclassato la concorrenza sia del Pdl, dato alla vigilia per favorito, che della Lega. In qualche altro caso, come a Chiuduno, il pdl appoggiava, invece, un candidato sindaco leghista, peraltro vincente. Tornando al Pdl, dunque, a fronte delle sei proposte suelencate, l'unico candidato sindaco pidiellino vincente è risultato essere quello di Treviglio ma una precisazione è d'obbligo: mentre negli altri casi il Pdl correva da solo o alleato di liste civiche, a Treviglio il candidato Sindaco del Pdl correva in coalizione con la Lega Nord. Merita particolare attenzione,

Lista

%

Seggi

Lista Pdl

33,84

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infine, quanto accaduto a Ponte San Pietro e Cologno. I quei paesi, infatti, il pdl ha preso talmente pochi voti che nessun suo rappresentante siederà in Consiglio Comunale per i prossimi cinque anni. A questo punto, per correttezza, va detto che in molti altri comuni minori sono stati effettivamente eletti Sindaci vicini al centrodestra pidiellino ma sarebbe sbagliato conteggiarli tra i successi del Pdl orobico in quanto tale: la loro vittoria è totalmente slegata da dinamiche politiche per la semplice ragione che essi non correvano sotto nessun simbolo partitico e men che meno con il simbolo del Pdl. Scelta, quest'ultima, che, ad urne chiuse, si è rivelata vincente quasi come se correre sotto il simbolo del Pdl fosse più una debolezza che un vantaggio.

A chi ne va ascritta la responsabilità?

A Roma hanno pensato fosse del coordinatore uscente. Sta al prossimo coordinatore dimostrarlo.

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ECONOMIA&BUSINESS

Contro la mafia "La spesa a pizzo zero" LETTO PER VOI

Un libro, edito da Altreconomia, per spiegare come i piccoli gesti quotidiani possono contribuire a combattere il sistema economico messo in piedi dalla criminalità organizzata, tanto quanto gli eroismi di chi combatte sul fronte giudiziario. L'autrice è Francesca Forno, sociologa dell'Università di Bergamo cittadini consumatori che usano il "potere" della busta della spesa per cambiare le cose, il consumo critico applicato al movimento antimafia, i successi di AddioPizzo e delle cooperative di Libera Terra sorte sui beni confiscati ai

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dianamente la mafia riempiendo il carrello, perchè "il consumo critico rappresenta un modo semplice e poco costoso - scrive l'autrice - con cui i cittadini (anche quelli più sfiduciati e fatalisti) possono mostrare quotidianamente la loro opposizione alla mafia.

La spesa antimafia è inoltre un'azione poco rischiosa che può essere condotta in forma anonima" e ha il vantaggio di sostenere e rafforzare l'economia legale. L'obiettivo è quello di neutralizzare l'isolamento che colpisce gli imprenditori che denunciano, costretti a subire il crollo degli affari per la perdita di clienti e fornitori. Giornata simbolo il 29 giugno 2004 quando il centro storico di Palermo si sveglia tappezzato di adesivi:

L’autrice clan: sono le nuove frontiere della lotta alle mafie che riescono a coniugare i circuiti dei gruppi d'acquisto solidali diffusi nel nord e nel centro Italia con le battaglie dal basso di chi nel sud si oppone ai boss. Nel libro "La spesa a pizzo zero", pubblicato da Altraeconomia, l'autrice Francesca Forno spiega come è possibile combattere quoti72

Francesca Forno è ricercatrice di sociologia presso l'Università degli studi di Bergamo, dove insegna Sociologia generale e Sociologia dei consumi. È autrice di numerosi saggi sulle nuove forme di partecipazione e sul consumo critico e condirettrice della rivista "Partecipazione e Conflitto".

"Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità". Da quella prima azione di 7 giovani che costituiscono il comitato spontaneo di Addiopizzo si innesca un circuito virtuoso che in soli tre anni porta nel 2007 la Confindustria siciliana a espellere chi non denuncia gli estorsori o è connivente con i mafiosi. Oggi la lista 'Pizzo free coinvolge 500 imprese e negozi palermitani e nel 2010 è nato anche il marchio "pizzo free" adottato da 34 aziende, costantemente monitorate da Addiopizzo. Ma un'altra rivoluzione è in atto negli ultimi anni, grazie alle cooperative sociali sorte sui beni confiscati che producono vino, olio e altri prodotti agricoli. "Questi movimenti ci hanno insegnato che il mercato può essere impugnato dalla parte del manico" scrive Francesca Forno nelle conclusioni. Nonostante ciò, quello dei beni confiscati resta un problema aperto. Sono 11mila in tutta Italia, di cui 1300 aziende, ma la loro consegna e il riutilizzo sociale sono bloccati spesso da ipoteche che gravano sui beni. Il volume si chiude lasciando aperto questo capitolo con un'intervista a don Luigi Ciotti. "Il 45% dei beni confiscati e già destinati non può essere utilizzato perché sotto ipoteca dice il fondatore di Libera - anche le banche devono farsi un esame di coscienza e assumersi le proprie responsabilità".

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ECONOMIA&BUSINESS

Investire nel progresso, EURO-DIES compie un quarto di secolo IN COPERTINA

Parola a Felicino Bussini, fondatore dell'azienda di Lurano specializzata nel settore delle matrici per l'estrusione dell'alluminio "Il regalo ce lo siamo fatti due mesi fa, un nuovo macchinario che rafforzerà la nostra presenza sul mercato" ARTICOLO DI GIORGIO CHIESA&CARLO DI GREGORIO PHOTO: GIORGIO CHIESA

aranno ben venticinque le candeline che EURO-DIES S.r.l. - azienda orobica di riferimento nel settore delle matrici per l'estrusione dell'alluminio - si appresta a spegnere l'11 giugno. "Il regalo ce lo siamo già fatti due mesi fa - ha spiegato Felicino Bussini, socio fondatore dell'impresa -, una nuova macchina che lavorerà 24 ore su 24, sabato e domenica compresi, in modo da confermare la nostra riconosciuta celerità nel processo degli ordini e, quindi, permetterci un rafforzamento della nostra presenza sul mercato".

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«Il valore totale dell'investimento ammonta a quasi 350 mila euro Tutto ciò si tradurrà in venti/trenta matrici in più al mese»

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Helene Leiner Moglie del presidente Felicino Bussini

A quanto ammonta l'investimento in questo nuovo macchinario?

"Premesso che avremmo anche potuto rinunciarci e rimandarlo perché il mercato è ancora abbastanza instabile, il valore totale dell'investimento ammonta a quasi 350 mila euro. Tutto ciò si tradurrà in venti/trenta matrici in più al mese, permettendoci sia di aumentare la produzione sia di diminuire i tempi di lavoro, ma garantendoci al contempo un generale contenimento dei costi. Inoltre, per rimarcare il concetto di puntualità della consegna, vorrei ricordare che nel febbraio del 2000 abbiamo avuto un incidente molto grave in azienda: nella notte, un incendio dovuto ad un corto circuito ha incendiato cinque macchine ad elettroerosione ed il locale dove erano allora situate, a Verdello. Nonostante questo, non abbiamo "sgarrato" i tempi di consegna nemmeno di un secondo, impegnandoci nel rimpiazzare tutte le macchine danneggiate in tempi utili".

«Abbiamo siglato un contratto con un produttore d'alluminio svedese Quest'accordo ci permetterà di difendere la nostra presenza ed i posti di lavoro che garantiamo qui a Lurano»

Crisi economica. Ha lasciato importanti conseguenze?

"In primis, bisogna considerare come il mercato delle matrici e delle estrusioni è strettamente collegato alla lavorazione dell'alluminio, il quale a sua volta è connesso a numerosi altri settori, dall'edilizia all'aeronautica, passando per l'arredamento e senza tralasciare il mercato delle autovetture. Considerato tutto ciò e nonostante l'alluminio sia sempre più usato, il vero problema è che nessuno ha il coraggio d'investire.

I maggiori gruppi nel mercato delle estrusioni, infatti, tentennano e non investono perché non sanno cosa potrà accadere nel futuro".

Quanto potranno durare ancora questi effetti e questa paura generalizzata?

"Secondo la mia esperienza, la crisi non terminerà prima di due, tre anni. In ogni caso, anche quando cesserà, non credo che la produzione totale del mercato tornerà ai livelli di prima. La produzione, negli ultimi dieci anni, 76

è stata talmente elevata da saturare il mercato dell'Europa occidentale. Nel futuro sarà

Fresa manuale anno 1966

l'apertura dei mercati dell'est europeo a garantirci uno sbocco per la nostra produ-

zione. A questo proposito, abbiamo appena siglato un contratto di valore con un produttore d'alluminio svedese, abbastanza radicato appunto nell'est Europa. Quest'accordo ci permetterà di difendere senza difficoltà

Sistema Fastem per pallettizzazione cnc orizzontale anno 2002

la nostra presenza ed i posti di lavoro che garantiamo qui a Lurano, in Bergamasca".

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Com'è distribuito il vostro fatturato?

"Prevalentemente all'estero. Nello specifico, realizziamo il nostro fatturato per il 70% del totale nei mercati internazionali; per il restante 30% in Italia. L'affermazione è dovuta in massima parte alla bontà dei nostri prodotti ed alla riconosciuta celerità di consegna. Fattore, quest'ultimo, particolarmente apprezzato da clienti che, nell'attuale mercato, richiedono tempi di consegna molto stretti e, soprattutto, certi. Ad oggi, grazie a tutto ciò, possiamo affermare che lavoriamo per i più importanti gruppi internazionali del settore dell'estrusione dell'alluminio".

Per sfondare nei mercati internazionali occorre anche fare ricerca?

"La continua ricerca d'innovazione e lo sviluppo progettuale, portati a termine in sede aziendale, è un fattore determinante. Nell'anno 2000, in particolare, è avvenuto il salto dimensionale che ci ha portato oggi ad essere una media impresa con circa 100 addetti. Fu in quell'anno, infatti,

Ferruccio Frisoli direttore di produzione

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Parte interno azienda

che pensammo di realizzare un nuovo stabilimento produttivo, l'attuale di Lurano, di circa 3 mila metri quadri con annessi uffici per ulteriori 1000 metri quadri. La conseguenza logica di

nuovi e più ampi spazi produttivi, dotati delle più moderne tecnologie a disposizione sul mercato, è stata un'evoluzione tecnico produttiva che ci consente di essere pienamente al passo

con i tempi. Faccio notare, ad esempio che, solo in materia di eco/compatibilità, abbiamo quasi completamente eliminato il cartaceo e siamo in grado di usare la videoconferenza per relazionarci con clienti, fornitori e, più in generale, per rispondere in tempo reale ad ogni problema posto dal mercato".

Avete mai pensato di de-localizzare?

"Tempo fa provammo ad aprire una ditta nel Nord Europa, ma il carico burocratico estero era tanto insopportabile che, dopo otto mesi, non riuscimmo a chiudere la pratica. Alla fine gettammo la spugna ed oggi, nel paese dove volevo fondare un altro stabilimento, non esiste ancora un "matriciaio". A ciò si aggiunga che, ai fini della produzione di matrici per l'estrusione, sono necessarie figure professionali altamente affidabili, esperte e precise, difficilmente reperibili nei mercati dove la manodopera costa meno".

Quanto conta la professionalità delle sue maestranze nel suo mercato di riferimento, quello dell'estrusione?

«Realizziamo il nostro fatturato per il 70% nei mercati internazionali; per il restante 30% in Italia. L'affermazione è dovuta alla bontà dei nostri prodotti ed alla celerità di consegna»

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Reparto finitura matrici

"Il nostro e' un lavoro di precisione estrema:produciamo gli stampi che successivamente vengono usati per l'estrusione dell'alluminio a cinquecento gradi circa. Attualmente, il nostro livello produttivo potenziale si attesta sui 600 circa stampi o matrici, in acciaio lavorato. Inutile dire come ogni stampo sia diverso dall'altro proprio perché viene commissionato ed usato solo per determinati lavori. Per questo motivo, ovviamente, i ritocchi non possono che essere fatti a mano, proprio per via della loro unicità".

Stiamo parlando di vere e proprie lavorazioni a mano?

"Sì, nel settore dell'estrusione c'è ancora la figura dell'artigiano: siamo arrivati a livelli elevati di meccanizzazione, circa l'80% del processo lavorativo, ma è sempre necessario il lavoro a mano per la perfezione. Se, infatti, anche solo negli anni '70, ci sarebbero volute quattro settimane per produrre uno stampo, oggi sono necessari una decina di giorni circa. Ma è sempre indispensabile il ritocco manuale, affidato a figure professionali che si formano solo dopo anni di duro lavoro sul campo. In Polonia, Ungheria o 78

Cina, potremmo anche aprire uno stabilimento, ma l'esperienza delle loro maestranze sarebbe scarsa e, conseguentemente, la qualità finale del prodotto non sarebbe la stessa".

Progetto matrice

Parliamo della sua storia personale. Come ha cominciato a fare questo lavoro così particolare?

"Iniziai nel 1966, lavorando sulle macchine utensili. Negli anni '70, invece, sono andato in Austria per curare l'estrusione per conto di un grande gruppo norvegese. Successivamente,

visti i buoni risultati, la casa madre decise di mandarmi in Normandia per aprire da zero un nuovo stabilimento. Negli anni '80, invece, sarei dovuto andare in Florida, ma ho deciso di tornare in Italia dove l'esperienza accumulata in anni di lavoro all'estero mi ha permesso l'affermazione nel mercato e, ora, ci sta permettendo di resistere alla crisi senza licenziare o ridimensionare la produzione potenziale dell'azienda".

Sarebbe possibile oggi realizzare lo stesso suo percorso professionale?

"Il mercato oggi è molto più complesso.

Sono aumentati gli attori ed è tutto più difficile. Quando ho iniziato, nel 1966, il mercato dell'alluminio era ancora agli albori e c'erano pochi operatori. Ad esempio, oggi in Italia, ci sono oltre un centinaio di presse distribuite in una quarantina di ditte. In Europa, invece, le imprese sono almeno 700. Il mercato, dunque, è molto più competitivo. Quando ho iniziato, invece, eravamo in pochi ed ovviamente operare in un sistema in espansione e con meno concorrenti è più facile".

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Quali sono le vostre strategie per il futuro?

"In primis, va considerato che il mercato dell'alluminio ha futuro: è l'erede di acciaio e ghisa. Nonostante ciò, qualche ditta in Europa è fallita. Noi, invece, resistiamo e possiamo guardare al futuro con serenità e continuando ad investire, perché siamo sani e dotati di quelle competenze manifatturiere di livello che ci consentiranno di mantenere il mercato saldamente in mano. Anche per questo motivo, nonostante la crisi, abbiamo continuato ad investire ed implementare, nel senso già descritto, le nostre capacità produttive potenziali cosicché, quando la domanda ripartirà, saremo pronti a soddisfarla appieno".

Profili realizzati

Sappiamo poi che nel corso del tempo avete effettuato ben sei traslochi.

"Abbiamo cambiato sei impianti produttivi nel corso della nostra vita aziendale per cercare di tenerci al passo con il mercato e con la domanda. Il punto chiave, d'altronde, è proprio questo: stare al passo con le richieste del mercato, ovvero

L’azienda di Lurano

«Il nostro è un lavoro di precisione estrema, i ritocchi finali non possono che essere fatti a mano, proprio per via della loro unicità»

tempi veloci di consegna e qualità di servizio. Come detto, il cliente di oggi guarda molto più alla rapidità di consegna ed alla qualità della lavorazione che al fattore costo".

Parte interno azienda

Quale è il vostro valore aggiunto, il personale o semplicemente la sua pluriennale esperienza?

"Entrambi. Io sono sempre in prima linea con i

dipendenti. Insieme abbiamo raggiunto i risultati attuali. Insieme stiamo resistendo alla crisi mondiale. Siamo una grande famiglia: abbiamo cominciato in pochi, ci siamo espansi ma rimanendo sempre abili artigiani. Ancora oggi mi occupo materialmente con i miei operai della rifinitura delle matrici e delle correzioni finali per gli stampi più complessi".

Nel futuro sarà ancora importante l'apporto della manodopera qualificata nel settore dell'estrusione?

"Conterà meno ma sarà sempre indispensabile. Non potrò mai scordare quando, nel 1972, un amministratore di un'azienda di Brescia previde l'estinzione a breve degli operai "correttori a mano" e la totale meccanizzazione del processo produttivo. Ebbene, oggi, gli artigiani correttori ci sono ancora e la stessa azienda di Brescia è ancora sul mercato, ma senza di lui".

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ECONOMIA&BUSINESS

Nicola Vecchi, responsabile della produzione

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Aluproject, il futuro non passa di moda ECCELLENZE

"Il nostro annus horribilis è stato il 2009, ma ci siamo già ripresi" A fare il bilancio è l'amministratore delegato Paolo Tincati che, assieme a Nicola Vecchi, guida l'azienda di Pozzo d'Adda, specializzata nel co-designer nella lavorazione dell'alluminio per mobili, oggetti d'arredamento e illuminotecnica ARTICOLO DI CARLO DI GREGORIO&GIORGIO CHIESA PHOTO: GIORGIO CHIESA

a ripresa c'è. Quantomeno nel settore metallurgico. A dimostrarlo è la vicenda di Aluproject S.r.l., azienda attiva nella lavorazione dell'alluminio per mobili, oggetti d'arredamento ed

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illuminotecnica. "Il nostro annus horribilis è stato il 2009", ha spiegato Paolo Tincati, amministratore delegato dell'azienda di Pozzo d'Adda, "quell'anno, infatti, chiudemmo il bilancio in perdita, risentendo di una

crisi settoriale iniziata a fine 2008 e causata dall'innalzamento dei costi delle materie prime. Nel 2010, però, siamo tornati in attivo ed oggi il fatturato (in aumento del 17% rispetto al 2009) si è assestato su quei livel-

Uno dei macchinari presenti nella sede di Pozzo d’Adda

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li con pochi casi di insolvenza, peraltro dovuti in gran parte a crisi di liquidità indotte a loro volta da ritardati pagamenti. In

generale, comunque, per quello che è il nostro parco clienti, si può affermare che riscontriamo una tenuta del ciclo economi82

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co e della solvibilità generale di sistema".

Crisi superata, dunque, ma quale è il vostro cliente tipo?

"Per i lavori che facciamo, la nostra tipologia di clienti non può che essere d'alta fascia. In particolare, da una parte, vi sono coloro i quali ci commissionano articoli finiti, a partire magari da uno schizzo o un progetto. Altri, invece, ci commissionano semilavorati come, ad esempio, finiture o lavorazioni, oppure estrusi ma anche soltanto disegni. In quest'ultimo caso lavoriamo in massima parte come terzisti, mentre nel primo caso seguiamo tutto il ciclo di lavorazione dell'alluminio, arrivando a ricomprendervi anche l'uso, per la produzione degli articoli finali, di oggetti estranei ai nostri processi produttivi come fusioni o cinghie, ovvero tutta la componentistica necessaria per il prodotto finito in modo da tradurre in realtà specifiche richieste. In entrambi i casi, come facilmente si comprende, il nostro lavoro non è sicuramente destinato al consumo di massa, è un lavoro di ridotta quantità ma di alta precisione e cura".

Che prospettive avete per il futuro?

"L'intenzione è quella d'implementare il nostro fatturato all'estero, oggi inferiore al

Uno dei prodotti realizzati internamente

10% del totale, e diversificare la tipologia di clientela, rafforzandoci nel settore dei prodotti finiti. In generale, infatti, abbiamo

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riscontrato che, nel nostro mercato, le aziende con capacità di internazionalizzarsi stanno meglio rispetto alle aziende concentrate prevalentemente sul mercato italiano".

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Una fase della lavorazione

A quali mercati esteri intendete rivolgervi?

"Prevalentemente un estero europeo, grosso modo affidabile e buon pagatore. In questo modo, se riuscissimo ad aumentare il nostro parco clienti, centreremmo l'obiettivo di rafforzamento aziendale che ci siamo posti per il futuro".

Che strategia pensate di adottare per implementare il vostro parco clienti, considerato che non avete una filiera commerciale e che non lavorate per il consumo di massa?

"Attualmente, per la qualità delle nostre lavorazioni, il classico passaparola ci sta dando una mano. Tra l'altro, in questo momento e soprattutto nell'ultimo mese, la nostra proposta industriale sta avendo riscontro nel mercato. Abbiamo, infatti, molti progetti su cui stiamo lavorando. In linea generale, non avendo specifici articoli da vendere, non possiamo ipotizzare politiche commerciali impostate su particolari produzioni; dobbiamo invece proporci ad aziende che usano l'alluminio per i loro prodotti d'arredamento o illuminotecnica e, in questo caso, a fare la differenza, sono le nostre referenze".

Scendendo nel dettaglio della vostra produzione, quali sono i vostri mercati di riferimento?

"Noi lavoriamo solamente alluminio - continua il responsabile della produzione Nicola Vecchi -. Quando siamo partiti, lavoravamo prevalentemente per i settori del mobile, dell'arredamento e dell'illuminotecnica.

Oggi l'alluminio si sta espandendo dappertutto e noi stiamo cercando di diversificarci.

Il progetto vincente di Aluproject è stato proprio quello di mettersi sul mercato come azienda versatile, capace di raggruppare tutta la filiera della lavorazione dell'alluminio per sfornare il prodotto finito a partire anche solo da uno schizzo. Prima i nostri attuali clienti erano costretti ad acquistare

l'estruso da una parte, farlo lavorare da un altro, affidarsi per l'ossidazione ad un'altra azienda ed alla fine lo commercializzavano.

Noi, invece, abbiamo unificato la filiera".

Quale è il vostro rapporto con i creativi?

"Premesso che il nostro compito è industrializzare i prodotti, alcuni clienti ci forniscono già progetti corredati da studi fattibilità, ed in questo caso ci limitiamo a metterli in produzione, affrontandone tutti i relativi problemi. Altri, invece, ci portano schizzi o bozze; in questo caso, prima di industrializzare il prodotto, cerchiamo di verificare anche la sua commerciabilità, nonché la sua realizzabilità in termini di costo finale. Il nostro rapporto con il designer diventa, allora, di stretta collaborazione ed anche per questo abbiamo creato in azienda specifici uffici di progettazione industriale".

Realizzate solo prodotti finiti oppure anche singole componenti?

"In genere non operiamo nella componentistica singola. Va, però, fatta una premessa: i nostri prodotti sono tutti "modaioli" e perciò non possono che avere un ciclo di vita

abbastanza breve perché, oggi nella moda, bisogna continuare ad offrire oggetti nuovi. La conseguenza è che nessuno fa più magazzino ed i lotti delle ordinazioni possono anche essere di pochi pezzi, come ad esempio sei o sette tavoli, che, magari, trascorsi quindici giorni, ci vengono richiesti nuovamente nella stessa misura. Molto spesso, poi, ci capita di lavorare su singoli pezzi. In linea generale prima si vende e poi si produce su ordinazione. In altri casi, invece, su articoli particolari come maniglie o altro, aumentando i lotti in termini numerici, possiamo anche creare stampi e produrre in serie".

Quale è il vostro segreto per essere così flessibili e al contempo specialistici?

"Un'alta informatizzazione di tutto il ciclo produttivo, nonché l'attenzione alle esigenze del cliente e la semplificazione della filiera produttiva. Avendola concentrata in un solo stabilimento, infatti, al cliente basta inviarci l'ordine per ricevere il prodotto finito in scatola, senza bisogno di doversi rivolgere a più fornitori".

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ECONOMIA&BUSINESS

La "malattia del legionario"?

Con Emmetre Clima Service è solo un ricordo BELLA STAGIONE

L'azienda di Ciserano, specializzata nella manutenzione d'impianti di refrigerazione, ha messo a punto un rimedio contro la Legionellosi: si tratta della linea di prodotti AQS

rriva il caldo. Quest'anno è stato addirittura anticipato da un maggio incandescente.

La risposta a tutti i problemi, quindi, ha un solo nome: aria condizionata. Ma attenzione, non basta "pigiare" il tasto "on" del vostro impianto per stare bene, esiste un nemico invisibile che potrebbe svilupparsi proprio nell'acqua di condensa dei condizionatori d'aria. Stiamo parlando della "malattia del legionario", o legionellosi, ed è causata da un batterio chiamato

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Legionella. Per fortuna che i bergamaschi possono affidarsi agli esperti di

«Il batterio della Legionella è stato riscontrato anche nei sistemi di condizionamento dell'aria e di climatizzazione»

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Emmetre Clima Service, azienda di Ciserano che sulla professionalità più

«E' necessario agire sugli impianti di condizionamento con operazioni e strumenti che ne garantiscano la sicurezza e l'igiene» 85

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estrema ha fondato il suo know-how.

Parliamo di una realtà guidata dall'amministratore unico Paolo Motta e che da dieci anni - precisamente dal primo gennaio 2000 - si occupa della vendita, installazione, gestione, manutenzione e riparazione d'impianti di condizionamento, refrigerazione ed essiccazione.

E proprio l'aspetto che potrebbe apparire più secondario è in realtà un fattore determinante per completare l'offerta.

La normativa vigente, infatti, impone un controllo molto severo a livello sani-

tario. Alla luce di questo risulta quindi sempre più necessario agire sugli impianti di condizionamento dell'aria con operazioni e strumenti che ne garantiscano la sicurezza e l'igiene. Per questo Emmetre Clima Service ha studiato AQS, una linea completa di prodotti specifici proprio contro la legionellosi. Ecco dunque che per la bella stagione è meglio non farsi mancare "AQS Clean" - un detergente specifico per batterie alettate interne -, "AQS San" - un disinfettante per la pulizia

degli split e dei fancoil -, "AQS Tabs" vale a dire pastiglie per la sanificazione dell'acqua di condensa degli split - e "AQS Coil", un disincrostante per pacchi alettati e batterie esterne.

«La normativa vigente impone un controllo molto severo a livello sanitario» Il "morbo del legionario" nel dettaglio

La normativa vigente D.L. n°81/2008 - Testo Unico - Allegato IV "Requisiti dei luoghi di lavoro" art.1.9 Microclima Decreto attuativo regione Lombardia 1751/24.02.09 Prevenzione legionellosi Conferenza Stato Regioni - Manutenzione Impianti di climatizzazione (05/10/2006) Ministero della Sanità - La tutela e la promozione della salute negli ambienti confinati (27/09/2001) Legge regionale n.24 - Re. Di attuazione della legge n.24/2002 della Regione Liguria (14/05/2003) Legionellosi - Documento di linee guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi

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Il morbo del legionario o "legionellosi" è causato da un batterio chiamato Legionella. Il nome singolare con cui viene denominato proviene dal fatto che il batterio è stato identificato la prima volta nel 1976 su un numeroso gruppo di persone negli Stati Uniti che partecipavano ad una convention della Legione americana, e che si erano improvvisamente tutti ammalati di una grave forma di infezione polmonare. Non che il batterio non fosse presente prima di allora, ma prima di questo caso così eclatante, nel caso di polmoniti o altre infezioni delle vie respiratorie, la presenza di questo non veniva ricercata. Il batterio della Legionella è naturalmente presente nell'ambiente, di solito nell'acqua e prevalentemente in quella a temperature mediamente calde. E' stata riscontrata la sua presenza negli impianti di raffreddamento, nei serbatoi dell'acqua calda, nei grandi impianti idraulici e nei sistemi di condizionamento dell'aria e di climatizzazione: i batteri vengono veicolati nell'ambiente dalle microscopiche goccioline di acqua diffuse nell'aria dalle apparecchiature.

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bergamoeconomia.it

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GB S.r.l. - Produzione articoli in gomma Gomma metallo - Gomma tela - Stampi 24060 ADRARA S. MARTINO (BG) - Via Campagnola Tel. 035 918811 - Fax 035 918800 - Mail: gbsrl@gbsrl.it

www.gbsrl.it

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ECONOMIA&BUSINESS

Il Tennis Vip chiama, il cuore risponde presente LA KERMESSE

Un altro grande successo per la 35esima edizione della kermesse di Cividino Il 10 giugno si terrà la consueta cena di gala alla Fiera di Bergamo, con le premiazioni e la consegna della solidarietà 88

ARTICOLO DI CARLO DI GREGORIO

come sempre un successo. Si chiama Tennis Vip, è un torneo di beneficienza ed è alla sua trentacinquesima edizione. "Ogni anno c'è talmente tanto affetto ed entusiasmo attorno a noi che chi torna a trovarci vuole esattamente lo stesso posto in tribuna che occupava gli anni precedenti",spiega Giovanni Licini, l'instancabile dominus della manifestazione, "e quando di sera ci sediamo per cenare, ebbene, gli amici rimangono male se non possono sedersi nello stesso posto a tavola degli anni scorsi".E manca purtroppo poco alla scintillante conclusione, che come da tradizione si festeggerà con una serata di gala il 10 giugno (8 e 9 giugno le finali) alla Fiera di Bergamo, con le premiazioni e la raccolta della solidarietà destinata agli Amici dell'Oncologia della Valseriana e della Valcavallina, all'Associazione per l'aiuto al neonato degli Ospedali Riuniti di Bergamo, ai ragazzi disabili della Bergamo Special Sport, e al progetto di sostegno ai cittadini non vedenti, in collaborazione col

È

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comune di Bergamo, con l'installazione di segnalatori acustici ai semafori tra la stazione e la funicolare di città Alta.

Il vostro è ormai un appuntamento fisso dell'estate bergamasca. Ogni anno vi siete sempre posti nuovi traguardi in termini di spettatori, raccolta fondi e partecipazione, riuscendo sempre a raggiungerli. Quest'anno riuscirete a migliorarvi?

"Le premesse ci sono. Nella sola giornata inaugurale del torneo, il 20 maggio, gli spalti erano gremiti: c'erano oltre ottocento persone. Se, poi, consideriamo queste prime giornate, le presenze si contano nell'ordine di quasi tremila".

Quanto pensate di raccogliere quest'anno in beneficienza?

"Spero più dell'anno scorso, anche se la crisi economica potrebbe influire negativamente. In ogni caso, sono fiducioso sia perché la solidarietà è senza frontiere, sia perché ci sono i presupposti affinché, anche quest'anno, la nostra generosità dimostri di non avere limiti".

Sembra davvero molto soddisfatto anche per questa edizione.

"La macchina è rodata ma c'è sempre qualcosa da correggere o qualche incidente di percorso che va immediatamente risolto. Siamo come una Ferrari, il motore gira bene ma bisogna rimanere sempre in pista affinché giri al massimo. D'altronde, ci vuole un'organizzazione meticolosa per far sì che trecentosettanta giocatori scendano in campo senza intoppi. Bisogna rimanere sempre vigili e presenti. é molto dura ma ne sono contento: i risultati si vedono e sono il più bel premio possibile per il nostro quotidiano impegno".

Siete ormai come una grande famiglia. Chi viene una volta, non vi abbandona più. Quale è il vostro segreto?

"Penso che il Tennis Vip riscuota successo perché unisce molti fattori: il gioco, lo stare insieme e la beneficienza. A ciò si aggiunga anche lo spirito d'amicizia che ci anima e che si respira non appena si mette piede qua, al centro sportivo Mario Mongodi di Cividino. Siamo una 89

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grande famiglia molto unita ed affiatata. Ecco, penso che sia proprio questo il valore aggiunto della nostra manifestazione di beneficienza: lo spirito di amicizia e l'affetto che ci unisce tutti e che ci mantiene sempre desiderosi di tornare a vederci. D'altronde, il nostro motto è proprio "vengo da ospite, torno da amico". Molti, tra l'altro, tornano anche perché ritengono che portiamo fortuna" Portate addirittura fortuna?

"Lo sci alpinista Christof Innerhofer venne qua per la prima volta quando ancora non era nessuno; oggi, invece, è un campione affermato, vincitore di ben tre medaglie in occasione dell'ultima edizione dei mondiali di sci. Christof, però, è soprattutto un amico e ci tiene sempre a tornare tanto che quest'anno lo premieremo con un Golden Vip".

Quali altre celebrità sono venute a trovarla in questi primi giorni di torneo?

"Il 22 maggio è venuto Cesare Prandelli, l'attuale mister della nazionale: ci ha fatto molto piacere. Era già venuto l'anno scorso, quando era nel pieno della bufera mediatica per via delle convocazioni, ed è tornato quest'anno: si è preso l'impegno morale di trascorrere con me almeno una sera ogni anno. Poi ricorderei anche "il Giro che fu", quello di Gibo Simoni, Scarpellini, Milesi e Guerini, ma anche "el diablo" Chiappucci. Infine, è stata anche la volta degli sciatori, tra i quali Kristian Ghedina, il più vittorioso discesista italiano nella storia della Coppa del Mondo".

Quale è il valore aggiunto di quest'anno?

"Come detto, sono molti i fattori che ci danno lustro e che ci permettono ogni anno di raggiungere traguardi sempre più alti ma, quest'anno, penso che un grande valore aggiunto sia dato dalla pregiata cucina di Vittorio, offerta ogni sera ai nostri amici insieme ai prodotti tipici bergamaschi che per questi trenta giorni di Tennis Vip saranno alla base della sua cucina. In conclusione, penso che la nostra formula abbia il raro pregio d'aver riunito, all'interno di un'unica manifestazione, gioco e beneficienza ma anche lo stare in famiglia. Per questo motivo da trentacinque anni ci confermiamo nei risultati ed, anzi, riusciamo sempre a migliorarci e segnare nuovi traguardi".

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EVENTI

Cooking for... Pentola D'Oro "Cotto e mangiato" sbanca la Saps

ARTICOLO DI ROSSELLA MARTINELLI PHOTO: GIORGIO CHIESA

ALTA CUCINA

l lato glamour (e scenografico) della cucina: mercoledì 18 maggio grandi nomi del giornalismo di costume, stylist, pr, addetti stampa e imprenditori si sono dati appuntamento in Baldassare Agnelli per festeggiare Benedetta Parodi, insignita del premio "Cooking for... Pentola D'Oro" per essere riuscita, con garbo e raffinatezza a "promuovere e rinnovare in maniera straordinaria e fuori dagli schemi usali, la grande tradizione culinaria italiana".

Lo scorso mercoledì 18 maggio, grandi nomi del giornalismo di costume, stylist, pr, addetti stampa e imprenditori, si sono dati appuntamento in Baldassare Agnelli per festeggiare Benedetta Parodi

Una sorpresa per Benedetta - che con Cotto e mangiato, partito come una rubrica quotidiana all'interno di Studio Aperto, poi diventato un vero e proprio format, ma soprattutto un caso editoriale, grazie ai due libri che da un anno e mezzo occupano i primi posti nella classifica dei più venduti -, accompagnata dalla sorella Cristina: entrambe ammiratis-

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sime dalle signore impegnate nel percorso enogastronomico.

Perché l'occasione ha spinto Angelo Agnelli e lo chef Francesco Gotti a sperimentare un nuovo modello di cena: bando al classico "seduti e composti a tavola", a favore di un ricco buffet itinerante, concepito attraverso una serie di tappe all'interno dell'azienda di pentole leader in Italia. Ecco quindi lo show room - tripudio di padelle in rame, alluminio, oro ed argento - trasformarsi in un banchetto per dolci piaceri fatti di uova con salsa al tartufo e sale vanigliato, tocchetti di piovra e salmone affumicato. Innestati in scatole di imballaggio disposte nella zona presse, chupa-chupa al salmone e leccalecca di parmigiano, ma anche bigné ripieni di crostacei e cannoncini alla granceola. Nella zona di stoccaggio una piramide di pentole con pinzimoni e insalate capresi; crema cotta al foie-gras servita da nastri trasportatori; polenta taragna secondo la ricetta della tradizione - con formaggi gentilmente offerti da Francesco Maroni (tra gli ospiti presenti) della Latteria Sociale Branzi - al museo; persino una rapida lezione su come ottenere il risotto perfetto con consigli dello chef, laddove solitamente hanno luogo i corsi di cucina. Gran finale nel concept restaurant, con lecca-lecca al cioccolato, spiedini di frutta, gelati artigianali, budini e creme monoporzione.

"Volevamo fare qualcosa di diverso e che, al tempo stesso, mostrasse l'azienda e il processo produttivo che porta alla nascita di una pentola - spiega Gotti -. Il momento più bello? La lezione di cucina, con l'interazione di Benedetta e degli altri ospiti. Perché molti sanno cucinare un buon risotto, ma le tecniche che si tramandano da generazioni, sono meno note". La stessa festeggiata è rimasta colpita dalla ricetta, tanto da cimentarsi nella preparazione di un risotto con tutti i santi crismi l'indomani. "Le pentole Agnelli sono quelle dei grandi chef: quindi io - che chef non sono - mi sento immensamente onorata di aver ricevuto addirittura una pentola d'oro! L'ho utilizzata immediatamente, per registrare una puntata di Cotto e mangiato che andrà in 93

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onda a giugno. Ho provato a replicare il risotto di Francesco Gotti: mentre illustrava i passaggi ho preso nota. Ammetto che vedere soffriggere la cipolla in una pentola d'oro fa un certo effetto.

Ho trovato che, per quanto riguarda la cottura, sia molto simile al rame: è un eccellente conduttore e cuoce in maniera lenta, uniforme, permettendo di preparare piatti perfetti". "Il premio? È stata una grande sorpresa: sono stata attirata alla Baldassare Agnelli con l'inganno, mi sono ritrovata nel mezzo di una festa e ho persino ricevuto un riconoscimento!". E il fenomeno Benedetta Parodi, dopo aver conquistato centinaia di migliaia di donne italiane, si appresta a sbarcare all'estero: "Il prossimo autunno Cotto e mangiato uscirà in Spagna, mentre in inverno pubblicherò un terzo libro con Rizzoli: sarà in vendita anche negli Stati Uniti".

"Cocido y comido". "Cooked and eaten".

Comunque lo si traduca, ha già il sapore di un successo. Rigorosamente d'oro.

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Nei rifugi orobici "La Buona Cucina è in Vetta"

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TURISMO

L'iniziativa, promossa dalla "Sezione CAI di Bergamo" con il contributo della Provincia, valorizza l'ambiente incontaminato delle Prealpi, l'enogastronomia tradizionale e la cultura rurale aranno ancora protagonisti, anche se in realtĂ la loro fama dura per tutto l'anno e non accenna a spegnersi nel corso del tempo. Stiamo parlando dei piatti

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genuini legati alle piĂš antiche tradizioni rurali bergamasche e dei prodotti tipici locali, che quest'estate saranno i protagonisti dell'iniziativa "La Buona Cucina sale in Vetta" promossa dalla "Sezione

CAI di Bergamo". Si tratta di un progetto che mira a valorizzare allo stesso tempo l'ambiente incontaminato delle Prealpi Orobiche, l'enogastronomia tradizionale e genuina del territorio e la

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cultura rurale e montana della bergamasca. Gli ambasciatori di questo importante messaggio saranno i 19 Rifugi che hanno aderito all'iniziativa, dove tutti i venerdì sera - da giugno a settembre verrà proposta una cena in chiave ber-

L'andamento del turismo in Provincia di Bergamo

Oltre alla cena tipica bergamasca, durante la manifestazione verranno proposte alcune serate evento. Il primo appuntamento è previsto il 17 giugno al Rifugio Alpe Corte con una lettura tea-

gamasca e il pernottamento con un trattamento particolare di mezza pensione.

Sarà quindi un'occasione ghiotta per gli appassionati di montagna e per gli amanti dell'ambiente, della natura e della tavola, che potranno in questo modo trascorrere un fine settimana nella meravigliosa cornice delle Orobie bergamasche. Una grande festa all'insegna della passione per la montagna e del mangiare bene e sano durante la quale gli escursionisti si ritroveranno in allegria degustando i prodotti locali frutto delle tradizioni più antiche della terra.

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trale di brani di letteratura alpina. Il 10 settembre, infine, a conclusione dell'iniziativa, in tutti rifugi sarà offerto un aperitivo con i prodotti Mangiartipico.

Negli ultimi anni, a seguito della ben nota crisi economica, il turismo ha subito la maggiore recessione mai verificatasi dal dopoguerra, culminata nel 2009 con una riduzione media a livello mondiale degli arrivi internazionali intorno al 4%, che tuttavia in Italia ha avuto conseguenze meno pesanti, manifestandosi con una contrazione delle presenze molto contenuta, inferiore all'1%.

"In questo contesto non possono che soddisfare i risultati della provincia di Bergamo, che fanno segnare un incremento che si attesta intorno all'8% rispetto allo scorso anno, in termini di presenze (addirittura del 12,6% in termini di arrivi) - sottolinea l'assessore Giorgio Bonassoli -. Si tratta di uno dei risultati migliori ottenuti in Lombardia, con la sua media regionale del 5,65%. Lo sviluppo turistico della provincia negli ultimi anni è stato anche favorito dall'aeroporto di Orio, pur dovendo riconoscere che, dall'analisi dei dati, si evidenzia che la durata media del soggiorno si è contratta sensibilmente rispetto allo scorso anno".

Il turismo di breve durata è peraltro una realtà fisiologica ormai presente nella realtà odierna ed e trasversale a tutte le destinazioni e proposte. In particolare per la nostra provincia esso è orientato prevalentemente verso la città e verso gli interessi culturali del territorio per il quale si è constatata una crescita indipendentemente che si tratti di stranieri o italiani.

Va peraltro sottolineato che per questo tipo di turismo l'incremento degli italiani è stato addirittura superiore (11,6%) a quello degli stranieri (8,9%).

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EVENTI

BMW sceglie Bergamo per i suoi gioielli targati "M" SERIE M

Tra le poche concessionarie in Italia, Lario Bergauto ha ufficialmente ricevuto la certificazione "M" dalla casa madre bavarese per poter vendere i "top di gamma". Un evento da festeggiare in compagnia della nuova 1 M Coupè 100

TESTO&PHOTO: GIORGIO CHIESA

ltre 30 anni di grandi risultati: i modelli della M GmbH sono l'emblema della sportività, del piacere di guidare e dell'individualità: sia nelle versioni BMW M3 Berlina, Cabrio o Coupé, BMW M6 Coupé e Cabrio, sia nelle versioni BMW X5 M oppure BMW X6 M, i modelli BMW M entusiasmano". Queste semplici parole, tratte dal sito ufficiale BMW Italia, racchiudono in realtà l'esclusività delle mitiche "Serie M", un marchio che è emblema di professionalità tanto per i clienti, quanto per le stesse concessionarie. Per questo sono pochi, in tutta Italia, i centri "M" autorizzati a vendere il "top di gamma" della casa bavarese. Ora, è ufficiale, Lario Bergauto entra nell'olimpo, essendo stato da poco insignito della targa ufficiale per meriti guadagnati "sul campo". Un evento sicuramente da festeggiare, che ha visto coinvolto anche il Capogiro Joy Club di Curno in un'appassionante serata, tenuta lo scorso venerdì 29 aprile,

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durante la quale è stata mostrata ai numerosissimi avventori della discoteca una vera e propria perla della collezione, la mitica M3 coupé. Ma le sorprese non si sono certo limitate alla movida. Nello show-room BMW di via Campagnola, infatti, troneggiava (e troneggia tutt'ora) per l'occasione la nuovissima BMW Serie 1 M Coupé.

LA NOVITA' - La più piccola delle sportive BMW M parte dalla normale Serie 1 Coupé per tirare fuori una grintosa due porte quattro posti

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da 340 CV, che pesa 1.495 kg ed ha quindi un rapporto peso/potenza di 4,4 kg/CV. Oltre a questo ci sono tutti gli stilemi classici del reparto M GmbH, a partire dai passaruota abbondantemente allargati, frontale rivisto in chiave aerodinamica e di raffreddamento motore, fari bixeno anteriori con fila di luci LED sopra e sfoghi d'aria laterali a forma di branchia. Le misure la distinguono nettamente da tutte le altre Serie 1 Coupé, visto che con le sue nuove (4.380x1.803x1.420 mm) la M risulta essere più lunga di 20 mm, più larga di 55 mm e più alta di 12 mm rispetto alla BMW 135i Coupé. Ma l'aspetto più interessante della BMW Serie 1 M Coupé è il 6 cilindri in linea di 2.979 cc che grazie all'iniezione diretta di benzina e al sistema di compressione M TwinPower Turbo arriva a sviluppare 340 CV a 5.900 giri/min e 450 Nm (500 Nm con overboost) costanti fra 1.500 e 4.500 giri/min. Si tratta in pratica dello stesso propulsore montato sulla BMW Z4 Roadster sDrive35is, che però sulla Serie 1 Coupé permette di accelerare da 0 a 100 km/h in 4,9 secondi e di raggiungere i 200 km/h da fermo in 17,3 secondi, con una punta velocistica di 250 km/h limitati elettronicamente.

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MOTORI

Design: i designer hanno cercato di coniugare le linee dinamiche del "Kinetic design" con le necessità pratiche e la versatilità che si richiedono ad una familiare 104

PHOTO: GIORGIO CHIESA

opo la presentazione a marzo della Focus 5 porte è arrivato il momento della versione station wagon, la regina della gamma. La terza generazione dell'auto più venduta in Italia dal brand americano è realizzata su un inedito pianale che darà origine a dieci nuovi modelli da qui al 2012. La vettura è il giusto connubio fra sportività e comodità, adatta quindi ad ogni tipo di esigenza e di utilizzo. Grazie alla collaborazione della Bluberg, concessionaria Ford per Bergamo

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e provincia, abbiamo provato per voi la versione Titanium: allestimento che offre una serie di tecnologie che lo differenziano dal modello base. Quali? Luci posteriori e illuminazione interna a led, climatizzatore automatico bizona, tergicristalli e fari automatici, controllo e limitatore della velocità di crociera, cerchi in lega da 16", assistenza alla partenza in salita, avviamento automatico e sistema d'ingresso senza chiavi.

La Focus quindi diventa leader del segmento delle medie come dotazioni tecnologiche

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Focus SW, il lusso a portata di famiglia IN ANTEPRIMA

Design, qualità e sicurezza: tre concetti fondamentali su cui Ford ha puntato per lanciare la nuova Focus Wagon. Il risultato? La sensazione è di viaggiare a bordo di un'auto di classe superiore

ad un prezzo estremamente concorrenziale.

DESIGN - L'immagine del frontale ricalca quello della berlina 5 porte, sulla Focus Station Wagon però i designer hanno cercato di coniugare le linee curve e dinamiche del "Kinetic design" con le necessità pratiche e la versatilità che una familiare deve avere. Le barre integrate occupano l'intera lunghezza del tetto e si accompagnano allo spoiler compatto in coda dando alla linea un carattere moderno e sportivo. La forma aerodinamica e scolpita della scocca le consente di tagliare l'aria con una resistenza minima, migliorando le prestazioni e ottimizzando i consumi.

INTERNI - Anche gli interni seguono l'ultima evoluzione del design Ford. L'abitacolo colpisce per la perfetta combinazione di comfort, stile e qualità. Il suo aspetto accattivante e originale nasce da un mix di colori, materiali e rivestimenti che sono coordinati per adattarsi ad ogni tipo di gusto. I progettisti Ford, nel realizzare gli interni della nuova Focus, hanno prestato molta cura nella scelta dei materiali, tutti di qualità elevata e morbidi al tatto. Il posto di guida della Nuova Focus regala le stesse sensazioni di una cabina di pilotaggio; la console avvolgente permette di accedere immediatamente a informazioni e comandi di bordo:

Sicurezza: particolare attenzione è stata dedicata alla dotazione di ausili alla guida, dispositivi di controllo e moderne tecnologie solitamente riservati a vetture di gamma superiore 105

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la radio, il climatizzatore e il navigatore. Il bagagliaio ha una capienza di 490 litri con la possibilità di essere ampliato fino a 1.516 abbattendo i sedili posteriori. In più, rispetto alla precedente versione, c'è il portellone del bagagliaio con apertura e chiusura automatica. La sensazione è quella di viaggiare a bordo di un'auto di classe superiore.

SICUREZZA - Particolare attenzione è stata dedicata alla tecnologia, alla dotazione di ausili alla guida e ai dispositivi di sicurezza che solitamente sono riservati a vetture di categoria superiore. Di serie in tutte le versioni sono presenti sei airbag, l'ESP, il sistema di controllo della coppia motrice in curva e il sistema di rifornimento senza tappo che elimina la possibilità di sbagliare carburante.

Sono poi disponibili a seconda degli allestimenti: l'Active Park Assist per il parcheggio semiautomatico, il dispositivo radar di attenuazione degli impatti a bassa velocità, il

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riconoscimento dei segnali stradali, il Lane Departure Warning per la segnalazione del cambio corsia involontario e il sistema informativo angolo cieco.

Tutto ciò contribuisce a dare a Focus il ruolo di leader della categoria in tema di tecnologia e di sicurezza.

MOTORI - La riduzione dei consumi e delle emissioni di CO2 della nuova Focus Wagon passa attraverso l'adozione di una nuova gamma di propulsori benzina EcoBoost ad iniezione diretta e di rinnovati Diesel TDCi. Entrambi dotati di start&stop. L'offerta a benzina parte dal 1.6 Duratec Ti-VCT da 125 CV, seguito dal più potente 1.6 EcoBoost turbo da 150 CV e 240 Nm che promette un'accelerazione da 0 a 100 km/h in meno di 9'' ed un consumo nel ciclo combinato di 6 l/100 km. Al lancio l'unica unità a gasolio disponibile è il 1.6 Duratorq TDCi da 115 CV e 270 Nm, motorizzazione ampiamente sperimentata in passato e nota per la sua economicità: 4,2 l/100 km è il dato di consumo medio dichiarato da Ford, per 109 g/km di emissioni di CO2 equivalenti.

Motori: la riduzione dei consumi e delle emissioni di CO2 della nuova Focus Wagon passa anche attraverso l'adozione della nuova generazione di propulsori benzina EcoBoost ad iniezione diretta e di rinnovati Diesel TDCi Entrambi dotati di Start & Stop

Via Carnovali, 88 Tel. 035 4203011

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MOTORI

Design: la Honda Jazz Hybrid si riconosce dalle sue sorelle per vari piccoli dettagli, che regalano all'auto un'identità abbastanza precisa a questa versione 108

ARTICOLO DI LUCA T. BILOTTA PHOTO: GIORGIO CHIESA

la prima ibrida venduta nel segmento B, un primato non indifferente per una casa automobilistica che ha sempre voluto fregiarsi del primato nell'avanguardia della tecnica con un occhio di riguardo all'ambiente e ai parchi consumi. Stiamo parlando di Honda, che con la Jazz Hybrid ha abbattuto un altro paletto del mercato automobilistico dopo ben tre modelli ibridi (Civic, CR-Z e Insight), realizzando un prodotto che certamente farà storia. L'accoppiata di motori termico ed elettrico, infatti, finisce sotto il cofano di una macchina già venduta in oltre 3.5 milioni di

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esemplari e alla portata di molte tasche. L'abbiamo provata per voi lettori grazie alla complicità della concessionaria ufficiale Honda Radaelli di Bergamo e Treviglio, contestualizzandola nel suggestivo scenario bucolico di villa Acquaroli di Carvico.

DESIGN -Fra le frasche della villa storica scelta come location, la Honda Jazz Hybrid si riconosce dalle sue sorelle per vari piccoli dettagli, che, nel complesso, danno comunque un'identità abbastanza precisa a questa versione. Gli elementi distintivi sono un contorno blu per i fari, una nuova griglia più scintillante, luci di

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Jazz Hybrid, il dolce suono dell'ecologia LA NOVITA'

Honda lancia sul mercato il quarto modello della sua lunga storia di "linea verde": la prima ibrida nel gettonatissimo segmento B. Linee cittadine e cuore parco nei consumi, con il silenzio di viaggiare a contatto con la natura

coda chiare e un listello cromato alla base del lunotto.

A completare la scena ci sono poi piccole modifiche ai fascioni paraurti e cerchi dal disegno simile a una girandola, che contribuiscono a far scendere il Cx da 0,336 a 0,330. Non che si possa gridare al miracolo aerodinamico ma ogni piccolo cambiamento serve sempre per limare consumi ed emissioni. E a proposito di modifiche rispetto al modello base, bisogna sottolineare che rispetto alle sorelle, la Honda Jazz Hybrid presenta anche piccole modifiche alle sospensioni. La taratura degli ammortizzatori e le barre antirollio sono state riviste per compensare il lieve aumento di peso (70 kg) dovuto alla presenza delle batterie e del motore elettrico. Anche lo sterzo è ritarato per risultare più consistente tra le mani nelle sterzate più lievi.

INTERNI - Passando agli interni, l'abitacolo ha arredi di una tonalità particolarmente scura, che fanno risaltare meglio l'illuminazione blu che assumono le manopole dei comandi e la plancia centrale. Quanto alla strumentazione, la funzione Eco Assist permette di capire al volo se lo stile di guida adottato sia risparmioso o no. Nel caso che si stia facendo tutto il necessario in tal senso, il cruscotto, neanche fosse un camaleonte, assume una colorazione verde, in luogo di quella normale blu. Per il resto la Honda Jazz Hybrid beneficia delle novità introdotte dal model year 2011, come l'introduzione di nuovi tessuti e della possibilità di regolare l'inclinazione dello schienale del divano.

Quest'ultimo mantiene la seduta sollevabile, caratteristica che permette di caricare oggetti alti fino a 128 cm

Tecnologia: sulla parte sinistra della plancia si nota un tasto con la scritta Econ Azionandolo, si regola in un colpo solo tutta l'elettronica di bordo per far diminuire la sete di carburante 109

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alle spalle dei posti anteriori. C'è poco da stupirsi che in Honda parlino di Magic Seats, sedili magici: ripiegando i sedili posteriori si possono caricare oggetti lunghi 1.720 mm, mentre abbattendo anche quello del passeggero anteriore si può arrivare a 2.400 mm. Ragionando in termini di volume, si va dai 300 ai 1.320 litri.

Il dato non è molto diverso da quello delle Jazz a benzina, perché il pacco batterie ha dimensioni molto contenute ed è piazzato sotto il piano di carico.

TECNOLOGIA - E a proposito di verde, tema portante di questo modello innovativo, sulla parte sinistra della plancia si nota un tasto con la scritta Econ, che dà un aiuto concreto a ridurre la sete di benzina.

Azionandolo, si regola in un colpo solo tutta l'elettronica di bordo per far diminuire la sete di carburante. In altre parole, il climatizzatore si mette a lavorare part-time, le

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risposte all'acceleratore si fanno più dolci e viene ottimizzato il recupero dell'energia in fase di rallentamento, quando le batterie (al nichel-metallo idruro e non agli ioni di litio) si ricaricano. Inoltre il cambio modifica le sue logiche per facilitare la scorrevolezza di guida.

MOTORE BENZINA - Dal punto di vista meccanico, la parentela con la Insight è strettissima. Il motore è un 1.300 che adotta pistoni a basso attrito e le tecnologie i-DSI e iVTEC. La prima sigla è sinonimo della presenza di due candele per cilindro, per ottenere una combustione ottimale. La seconda indica invece il raffinato sistema di distribuzione, che comanda le valvole in modo intelligente e le mette completamente a riposo in decelerazione. Il motore termico ha 88 cv e 121 Nm di coppia.

MOTORE ELETTRICO - Così come vuole il collaudato schema IMA (Integrated Motor Assist), a fargli da spalla c'è un motore elettrico da 14 cv e 78 Nm, montato tra il motore termico e il cambio. Quest'ultimo è di tipo automatico a variazione continua CVT, con anche una modalità sportiva e una sequenziale, che permette la selezione manuale dei rapporti attraverso le levette al volante. Lo scatto da 0 a 100 avviene in 12,6 secondi e insistendo si possono raggiungere i 177 km/h. Nel caso della Honda Jazz Hybrid, il dato che interessa di più è però quello relativo ai consumi, pari mediamente a 4,5 l/100 km, ovvero a 22,2 km/litro. Le emissioni di C02 si attestano invece a 104 g/km. A questi risultati contribuiscono anche pneumatici Michelin Energy Saver che offrono una bassa resistenza al rotolamento. Queste gomme vengono buone anche quando si cerca di "veleggiare" al piccolo trotto utilizzando la sola forza del motore elettrico e con il motore termico che gira ma non beve un goccio di benzina, cosa che si può fare solo per brevissimo tratti, una volta lanciati sotto i 50 km/h.

ALLESTIMENTI - La Honda Jazz Hybrid è proposta nei due allestimenti top della gamma Jazz, chiamati Comfort ed Elegance. Già la versione Comfort si presenta piuttosto ricca, con di serie il clima automatico, il controllo elettronico della stabilità e la radio CD MP3. Nella dotazione standard Elegance spiccano invece i fendinebbia, il tetto panoramico, il cruise control, il volante rivestito in pelle, l'allarme, il cassetto refrigerato e la presa USB. Insomma, non ci si fa mancare proprio niente.

Motore: sotto il cofano c'è un 1.3 che adotta pistoni a basso attrito e le tecnologie i-DSI, affiancato dal collaudatissimo schema IMA (Integrated Motor Assist), un motore elettrico da 14 cv e 78 Nm

Honda Radaelli 24125 Bergamo (BG) 75, Via Vittore Ghislandi Tel.: 035 355736 24047 Treviglio (BG) 5, Largo I Maggio Tel.: 0363 48066

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MOTORI

Motore: da 1199 cc assicura una potenza di 110 CV a 7.250 g/min per pronte accelerazioni, mentre la coppia è una garanzia di sorpassi rapidi e sicuri 112

PHOTO: GIORGIO CHIESA

rent'anni non sono passati invano. I successi ottenuti nelle competizioni in pista e nell'off-road hanno consentito di realizzare la sintesi più convincente tra moto da strada e fuoristrada, in un modello letteralmente senza confini. Solo Yamaha lo poteva fare e solo "Perego Concessionaria Moto" (ufficiale Yamaha dal 1980) poteva farcelo provare in esclusiva, conservando lo spirito delle origini, ma esplorando nuovi orizzonti della progettazione. Il carattere "duro e puro" da enduro si arricchisce di un comfort superiore, la parentela con le supersport

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a tre diapason emerge dal caratteristico disegno del faro anteriore ed il mito trova linee più moderne e filanti, in una moto compatta nonostante la cubatura elevata.

CUORE - Il cuore del progetto è il bicilindrico fronte marcia da 1199 cc, con una coppia corposa in tutto l'arco di erogazione e un carattere dinamico, capace di adattarsi a ogni situazione. Una versatilità raggiunta anche grazie alla ciclistica perfettamente bilanciata, precisa e reattiva anche nei percorsi più impegnativi. Un capitolo a parte merita-

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Yamaha Super Ténéré XT 1200 Z, la moto per tutti i drivers DUE RUOTE

E' stata pensata per adattarsi ad ogni esigenza Il gioiello della casa giapponese associa al carattere "duro e puro" da enduro, un comfort superiore e una linea che strizza l'occhio alle supersport

no gli standard di comfort e protezione, studiati per una moto che ha nel DNA le mete più lontane, con passeggero e bagagli a bordo. L'utilizzo dell'elettronica è intelligente, perché assiste il pilota solo quando serve, senza togliere ai più esperti il piacere della guida e del controllo del mezzo. Inarrestabile anche quando l'asfalto finisce, Yamaha Super Ténéré ha un'elevata luce libera da terra, un robusto paramotore e cerchi a raggi, belli da vedere e resistenti. Il sistema di frenata integrato (UBS) e l'ABS spostano più in là anche i margini di sicurezza, su qualsiasi terreno.

corso in un'esperienza gratificante. Eclettica per definizione, è una moto che si trova a proprio agio ovunque. In città sfrutta l'interasse corto, i fianchi stretti e le doti della ciclistica per dimostrare un'agilità sorprendente nel traffico. Uscita dai confini della metropoli, affronta le serpentine di una strada costiera o i tornanti di un passo dolomitico con una ciclistica perfettamente equilibrata, e una distribuzione dei pesi ideale. Se i chilometri aumentano, l'inesauribile propulsore offre un'elevata velocità di crociera, e l'ergonomia della moto rende il viaggio confortevole anche al passeggero.

IDEE -Ogni singola caratteristica del nuovo Super Ténéré è stata studiata per trasformare ogni per-

MOTORE - Il cuore di Super Ténéré, come dicevamo, è un nuovo bicilindrico fronte marcia a 4

Comfort: la versatilità è stata raggiunta anche grazie alla ciclistica perfettamente bilanciata, precisa e reattiva anche nei percorsi più impegnativi 113

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tempi DOHC, con iniezione elettronica, 4 valvole e 2 candele per cilindro. I suoi 1199 cc gli assicurano una potenza massima di 110 CV a 7.250 g/min per pronte accelerazioni, mentre la coppia corposa in tutti i regimi è una garanzia di sorpassi rapidi e sicuri. L'alesaggio di 98 mm e la corsa di 79,5 mm consentono di contenere le dimensioni del motore e il peso delle masse rotanti, rendendo la moto più reattiva. La fasatura è di 270°, con intervalli di scoppio di 270° e 450°. L'angolo di 90° tra i piedi di biella permette di neutralizzare l'effetto della coppia inerziale dei due pistoni forgiati. Tecnicamente, questo significa che la coppia erogata dal motore è virtualmente uguale alla coppia di combustione. Il pilota invece noterà semplicemente che il rapporto tra l'acceleratore e la ruota posteriore è più diretto e lineare, per una precisione e una sensazione di controllo superiori.

COMFORT - Il nuovo Super Ténéré ha una guida estremamente precisa, e non è un caso.

I tecnici Yamaha hanno lavorato a lungo per contenere il valore dell'interasse, ridurre il peso, centralizzare le masse e abbassare il baricentro, per un'agilità e una maneggevolezza eccezionali. Il robustissimo telaio è realizzato in acciaio ad alta resistenza. Si è preferito questo materiale all'alluminio, perché è più adatto alle sollecitazioni a cui è sottoposta una moto di cilindrata elevata nella guida in fuoristrada.

FILOSOFIA - Super Ténéré, per chi non lo avesse ancora capito, è una moto nata per affrontare i viaggi più lunghi. Il suo serbatoio da 23 litri offre l'autonomia che serve, la sella è regolabile in altezza (845-870 mm), così come il parabrezza, per una guida sempre confortevole. La presa da 12 volt nel cupolino consente, infine, di ricaricare cellulari e GPS. Concludendo, il nuovo Yamaha è il perfetto compagno di viaggio se si desidera una moto in grado di andare davvero lontano, anche quando l'asfalto finisce, sempre nel massimo comfort.

Telaio: è realizzato in acciaio ad alta resistenza, adatto alle sollecitazioni a cui è sottoposta una moto di cilindrata elevata nella guida in fuoristrada

Concessionario ufficiale Yamaha Via Filippo Corridoni, 21 24124 Bergamo Tel 035 340054 www.peregomoto.it

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EVENTI

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Unconventional Show Lacoste, inaugurata la nuova collezione 116

uello di mercoledì 18 maggio scorso, al Bar H di Bergamo, è stato un evento spumeggiante. Il preludio lo si era visto già nel pomeriggio di sabato 14 per le vie del centro città e nella boutique Lacoste di via XX Settembre 58, dove un gruppo di modelli ballerini ha presentato in maniera sorprendente la nuova collezione. Per le strade, hanno incuriosito i passanti con coreografie coinvolgenti, invitandoli a recarsi in negozio: in vetrina, si sono esibiti in colpi di golf e tennis, come manichini viventi in perfetto stile Lacoste. I clienti sono stati accolti da "dj Edo" e "dj Ste" di Radio Number One, con sconti speciali, gadget e appunto - inviti all'evento serale, dove i ballerini hanno dato vita a un vero e proprio defilé. Alla festa non ha voluto mancare il concessionario MINI Lario Bergauto, con la nuova Cooper Countryman in bella mostra.

Un'esibizione, quindi, all'altezza delle aspettative, con i capi della campagna Lacoste "Unconventional Chic" e della collezione primavera/estate 2011. Una scenografia unica, che ha accolto anche la performance del campione italiano di "trial bike" Paolo Patrizi, con numeri da brivido che hanno affascinato gli ospiti presenti.

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EVENTI

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Aresi e serramenti in legno, Un Fenomeno di Lunga Durata 118

o scorso giovedì 26 maggio, all'interno dell'ex Chiesa della Maddalena a Bergamo, la Falegnameria Aresi ha presentato il meeting intitolato: Serramenti in Legno "Un Fenomeno di Lunga Durata". Il convegno, organizzato dalla famiglia Aresi, ha avuto luogo nello spazio espositivo, attualmente dedicato alla mostra "Spazi Composti di Franco Normanni". Aresi, in qualità di sponsor tecnico dell'evento dedicato al celebre artista, ha realizzato l'allestimento in legno, vera e propria espressione della poliedricità dell'azienda nell'utilizzo di questo materiale. Al meeting hanno partecipato Ilaria Mazzoleni (curatrice della mostra e coordinatrice del progetto espositivo), Roberto Aresi, Laura Di Bella (architetto professionista che si è occupata del restauro della chiesa della Maddalena), Paolo Maria Farina (architetto e professore docecente del Politecnico di Milano) e, infine, Giancarlo Aresi.

Dopo un'introduzione alla "Mostra di Normanni" a cura dell'architetto Mazzoleni, sono stati successivamente trattati temi di grande interesse legati all'uso del legno. I relatori hanno condotto gli intervenuti attraverso un interessante percorso storico, fino alle più moderne e sofisticate tecniche di applicazione legate a questo materiale. Quest'ultimo è infatti considerato un elemento indispensabile nell'espressione di una bellezza contemporanea che affonda le proprie radici nella natura e nel rispetto dell'ambiente.

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EVENTI

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Motorsport Acedemy, protagonisti in sicurezza 120

due anni di distanza, lo scorso martedì 17 maggio, Bergamo Economia ha avuto ancora il piacere di testare con mano il corso di guida sicura di BMW Group Italia all'Autodromo di Franciacorta, grazie alla collaborazione della concessionaria ufficiale per Bergamo e provincia Lario Bergauto. Schivare un ostacolo in curva, mantenere l'aderenza in condizioni di bagnato.

Saper capire come e quando compiere una manovra di sorpasso. Tutte condizioni estreme di guida che spesso, purtroppo, generano incidenti stradali gravi. La soluzione per gli amanti delle quattro ruote, come detto, è alla portata di mano: la scuola itinerante Motorsport Academy. Un corso molto interessante, utile ed aperto a tutti gli amanti della Casa bavarese a costi non proibitivi. Una giornata in cui si arriva di buon ora da neofiti della guida e si esce la sera "diplomati" da piloti di città. Attenzione però, non da pista. Il corso è infatti un valido supporto per guidare normalmente con più sicurezza, per salvaguardare la propria e l'altrui incolumità.

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EVENTI

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Al Bobadilla Feeling Club, si celebra la nuova CT200h 124

he quiet revolution". Recita così lo slogan della nuova auto "Full Hybrid" di casa Lexus, la CT200h.

Per dirla tutta, però, lo scorso venerdì 6 maggio è andata in scena - al Bobadilla Feeling Club - una serata che di "quiet" ha avuto ben poco. All'interno del locale di Dalmine, infatti, sono stati invitati numerosi clienti della concessionaria di Borgo Palazzo e della palestra "i Club" di Azzano San Paolo. E la curiosità è stato scoprire le affinità che hanno legato proprio la vettura alla storica discoteca bergamasca. Stiamo parlando dell'auto meno inquinante in commercio, grazie alla sua propulsione elettrica, con soli 87g CO2, zero pm10 e zero NOx. Emissioni così basse sono il risultato di un consumo ridotto e di un'altissima efficienza: solo 3,8 litri x 100 km, pari a 26 km/l nel ciclo combinato. Valori dati, tra l'altro, dal motore elettrico a recupero energetico. Dal canto suo, però, proprio il Feeling Club più conosciuto della città ha, nel corso della sua storia, sempre riposto un'estrema attenzione all'ambiente e alla salute dei propri clienti: ogni due settimane vengono infatti cambiati i filtri dell'aria, per una vivibilità maggiore. Inoltre, anche i cibi serviti nel ristorante sono composti da ingredienti naturali, che non appesantiscono l'ospite con condimenti "estremi". Non c'è che dire, è stata una serata dallo sfrenato ed "ecologico" divertimento.

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"Bergamo Historic Gran Prix", le leggende tornano in città 126

a scorsa domenica 29 maggio è tornato il "Bergamo Historic Gran Prix", rievocazione del Gran Premio di Bergamo vinto da Tazio Nuvolari nel 1935 su Alfa Romeo P3. Quest'anno, la manifestazione orobica ha celebrato sia il 50° anniversario del lancio sul mercato della Jaguar E (vettura che ha lasciato un segno tangibile nella storia dell'automobilismo), sia il 60° anniversario della prima vittoria della Scuderia Ferrari in F1, con Gonzàles su Ferrari 375 (sul circuito di Silverstone). Tra gli sponsor principali hanno figurato Iperauto Jaguar Bergamo assieme a Jaguar Club Italia, presente alla gara con due vetture di grande prestigio. Il Circuito delle Mura, l'unico tracciato medioevale al mondo, è stato percorso quest'anno in senso orario come nel 1935, con partenza da Colle Aperto per giungere alla chicane della porta San Giacomo prima del traguardo. Parecchie ed interessanti erano anche le vetture di Formula 1 presenti, tra cui hanno spiccato la Cooper T75, la Tecno PA123/12C ex Derek Bell, la Maserati 250F ex Manuel Fangio e la Lola Embassy ex Graham Hill. Erano inoltre presenti altre vetture prestigiose a ruote coperte, come la Ferrari Daytona Gr.4 appartenuta a Paul Newman, la Porsche 906 Carrera Le Mans, oltre ad un buon numero di vetture Jaguar presenti per onorare i 50 anni della E-type.

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La nuova 650i si mostra al BMW Golf Cup International 128

una tradizione che dura da oltre vent'anni. Puntualmente, anche questa primavera, si è rinnovato l'appuntamento tra la concessionaria ufficiale BMW Lario Bergauto e il Golf Club Bergamo L'Albenza. Lo scorso sabato 7 maggio, nella splendida cornice del 18 buche più famoso della provincia, si è svolto il BMW Golf Cup International. Un torneo che, di certo, alla Bergamasca "porta bene", dato che una delle iscritte al circolo di Almenno, Domiziana Simone, nel 2007 si è fatta valere con un ottimo terzo posto, unica italiana a vincere una medaglia nella gara internazionale di Sidney. Tra le dune de L'Albenza, inoltre, immersa nel verde e nella tranquillità tra "bunker" e "green", gli organizzatori hanno "adagiato" e presentato ai numerosissimi partecipanti la nuova BMW 650i Cabrio, un bolide da 367 cavalli datato di un motore eccezionale per utilizzazione ed erogazione della potenza. Con la velocità massima autolimitata a 250 km/h, il tempo per accelerare da 0 a 100 km/h è infatti di 5 secondi. La sua linea, elegante e sportiva allo stesso tempo, ha impreziosito ulteriormente la bellezza naturalistica in cui è stata immersa. Infine, come da tradizione, le premiazioni sono avvenute nella club house, questa volta per mano di Gualtiero Dapri (di Lario Bergauto) e del vicepresidente del Golf Club Roberto Rusconi.

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