Bergamo Economia 18

Page 1

INCHIESTA Incentivi, poche certezze Per fortuna ci sono i Tremonti-bond

REPORTAGE Grande industria: in un mese 5 mila nuovi cassaintegrati

RETROSCENA La crisi economica? E’ colpa dei "Ninja" Tutte le verità sul tracollo finanziario mondiale

Rivista mensile - Ogni primo venerdì del mese in edicola al prezzo di 4,00 euro. Poste Italiane S.p.A. Sped. in abb. post. 70% DCB Bergamo. In caso di mancato recapito restituire al mittente.

DA SINISTRA: Luigi Trigona, Roberto Margiotta, Paolo Malvestiti e Luciano Patelli

E X P O R e a l E s t a t e & To u r i s m , primo mattone anticrisi Al blocco del mercato immobiliare Ente Fiera Promoberg, APPE Confedilizia, Ascom e F.I.M.A.A. rispondono con una kermesse innovativa, in programma dal 13 al 15 marzo

Marzo 2009 - anno 3 - numero Economia, attualità, costume e stile

18



L’editoriale Politica ed economia, l'Oscar della crisi è senza regista a notte degli Oscar ha portato una ventata di serenità agli Usa sconfitti nel proprio cuore economico. Mentre Kate Winslet gongolava per la statuetta d'oro conquistata con "The Reader", c'era chi leggeva il momento economico degli States con le lacrime agli occhi. Chi? Il povero John White, nome di fantasia ad indicare un piccolo uomo di classe media americana. Proprio lui, con la canna del gas in mano (non in senso figurato), cercava di capire quanto fossero utili i 17 miliardi di dollari stanziati dagli Usa a sostegno dei tre ex colossi automobilistici di Detroit. Del resto Barack Obama ha inaugurato il suo quadriennio alla Casa Bianca varando un nuovo massiccio piano di aiuti, cavallo di battaglia nel corso della bagarre presidenziale al fine di risvegliare il Nuovo Continente dal dio Morfeo. Dall'altra parte dell'Atlantico, invece, un piccolo uomo - inteso di statura (non Renato Brunetta) - cercava di far quadrare il cerchio dell'economia italiana. Schiacciato dal debito pubblico di circa 1.650 miliardi di euro nel 2008, ovvero il 103,7% del PIL nazionale, doveva trovare la soluzione ad un quesito amletico: come posso incrementare i consumi delle famiglie italiane e nel contempo salvare le imprese nazionali dalla morsa del credito, senza scontentare gli istituti bancari? Una domanda difficile, un intreccio che in tema cinematografico si potrebbe definire una "Mission Impossible". E proprio mentre pensava che l'unica soluzione possibile fosse vincere il quiz "The Millionaire", ecco l'illuminazione. Varare un piano d'incentivi per aumentare il consumo delle famiglie, ma soprattutto forgiare obbligazioni speciali, emesse dalle banche e acquistate dal Tesoro, per assicurare un maggior flusso di denaro e una più alta disponibilità delle banche stesse a fare credito alle imprese. L'obiettivo? Alla portata. Ovvero permettere che il sistema bancario italiano si mantenga ben patrimonializzato e soprattutto che non scarichi gli effetti della crisi sull'economia reale. Tutto ciò, approfondito nelle prossime pagine della nostra rivista, è frutto di Tremonti, pardon Giulio Tremonti. D'ora in poi, amichevolmente, Tremonti-Bond: l'emulo politico italiano di Sean Connery.

L

così il nostro agente segreto della finanza ha scoperto come dare un colpo al cerchio e uno alla botte. Dare un piccolo contentino alle famiglie, con degli incentivi che fanno felici anche i concessionari d'auto e le rispettive case produttrici. Ma non basta. Inoltre ci chiediamo come si possa accostare un pc o un televisore al plasma nuovo, con una ristrutturazione di casa. Non tutti, infatti, per godere degli incentivi vogliono - e possono rimettere a lucido il proprio appartamento. Comunque sia, ben vengano le nuove proposte. Anche se, caro 007 Tremonti, non ne avere a male se la definiamo più che altro un'operazione di facciata. Discorso diverso, invece, per i Tremonti bond. La scelta appare più lucida forse del Tfr annuale "free" proposto da Emma Marcegaglia. Unico problema è l'appeal che tale proposta avrà sulle banche italiane. Stando alle frasi di circostanza sono tutti concordi, pure Mario Draghi. Ma alla data di pubblicazione della nostra rivista, nessuno ha dato una risposta affermativa o propositiva. Vuoi vedere che l'ago della bilancia della rinascita saranno ancora le banche oramai "Intoccabili"? Non vogliamo generalizza-

E

re, ma è sotto gli occhi di tutti che la reale condizione dell'economia internazionale, è dovuta in gran parte dalla disinvolta attività degli istituti di credito mondiali. Non tutti, per carità, ma molti sì. Il loro ruolo non era la corsa incondizionata all'utile, bensì gestire e mediare i patrimoni di famiglie e imprese. Elargire finanziamenti e mutui a chi fosse in grado di sopportarne il peso, non ragionare in termini utilitaristici. a domanda, quindi, sorge spontanea: perché, noi poveri cittadini - John White o Mario Rossi non conta - dobbiamo sempre sottostare al volere di alcuni spregiudicati istituti di credito? Ma soprattutto, perché chi dovrebbe avere la più ampia trasparenza nelle proprie azioni lavora spesso sott'acqua? Dinanzi a quanto successo ci saremmo aspettati una rigida presa di posizione legislativa internazionale o nazionale, invece l'attenzione politica e dei media si è rivolta solamente al risolvere il deficit finanziario. Importantissimo, ma si deve anche andare alla radice del problema. E proprio in questi frangenti chi è alla guida del Paese deve tutelare gli interessi dei cittadini. Sarà un concetto utopico, ma per lo meno un buon cavallo di battaglia da cavalcare per l'opposizione. Ma anche qui il nulla. Sono stati più interessati a decidere il sostituto di Valter Veltroni. E per fortuna che lui diceva "Se pò 'ffà". L'unica cosa che hanno fatto è stata la manifestazione della Cgil contro la politica del Governo a sostegno all'economia.

L

n rendez-vous in cui Guglielmo Epifani ha portato in corteo a Roma alcune decine di migliaia di lavoratori e lì, in piazza San Giovanni, ha lanciato l'"ideona" del mese: tassare maggiormente i redditi sopra i 150 mila euro. Una tax solidale per dare fiato alle famiglie e ai consumi. L'idea è stata sposata ovviamente dal centrosinistra, nelle vesti del suo (ex) segretario. E poi ci lamentiamo perché Berlusconi - nel bene o nel male - è ancora al Governo. Ma facciamo comunque due conti. In base alle ultime dichiarazioni disponibili, ossia quelle del 2006, su 40 milioni e 742 mila contribuenti, coloro che hanno un reddito sopra i 150 mila euro lordi l'anno sono meno di 115 mila, ossia meno dello 0,3% del totale. I "guadagni solidali" sono presto fatti: se si alza di un paio di punti la tassazione su questi redditi, si arriva a meno di un miliardo di euro l'anno. Ovviamente con il rischio che le tasse più alte producano un contraccolpo negativo sui consumi e dunque sull'Iva. Per avere un metro di paragone: una detrazione di 100 euro al mese per tutti i lavoratori dipendenti costerebbe a regime 15 miliardi di euro l'anno. Tassare i redditi alti, insomma, non serve a nessuno se non a Epifani per avere uno slogan da urlare in piazza. Populismo a livelli eccelsi. Anziché prendersela con chi - come leggerete in questo numero di Bergamo Economia - ha creato questo "Blob" economico, se la prendono nuovamente con i "danarosi" di destra. E non è passato molto tempo dalla storica frase di Bertinotti: "Anche i ricchi piangono". Pure in questo caso aveva portato veramente male: batosta elettorale e addio al partito. Ok, è vero che il marketing spesso si basa sul revival, ma l'Italia ha bisogno di proposte serie e concrete. Non di rinverdire gli slogan "rossi" dei tempi che furono. Altrimenti rischiamo di essere davvero al "The End".

U

di Luca Bilotta, redattore responsabile

3




IL PRIMO MENSILE ECONOMICO DI BERGAMO

S

O

M

M

www.bergamoeconomia.it ORGANIGRAMMA:

A

IN COPERTINA

52

Presidente: Paolo Agnelli Curatori del progetto: Cristiano Agnelli e Luigi Berlusconi Direttore: Paolo Provenzi

EXPO Real Estate & Tourism, uniti per combattere la crisi

REDAZIONE: Redattore Responsabile: Luca Bilotta Mail: bilotta@bergamoeconomia.it Collaboratori: Livio Casanova, Giorgio Chiesa, Marco Amorese, Roberto Amaglio, Massimo Pighizzini e Alice Perico Grafica: Francesco Legramanti Mail: grafici@bergamoeconomia.it Fotografi: Giorgio Chiesa, Laura Pietra e Franco Pasinetti Website: Stefano Morleo

PUBBLICITA’: Tel. 035 678812 Mail: info@bergamoeconomia.it Responsabile: Antonio Milanesi Mail: milanesi@bergamoeconomia.it

INCHIESTA

10

Concessionaria pubblicità nazionale: A. Manzoni & C. S.p.A., via Nervesa, 21 Milano. Tel. 02 57494211

Incentivi del Governo, poche certezze Per fortuna ci sono i Tremonti-bond

Concessionaria pubblicità locale: Speb S.r.l., Via San Giorgio, 6/n - 24122 Bergamo

REPORTAGE INFO: Società Editrice Giornale di Bergamo S.p.a. Via San Giorgio 6/n 24122 Bergamo Capitale sociale 500.000,00 Euro

22

Grande industria: in un mese 5 mila nuovi cassaintegrati

Impaginazione, testi e foto sono a cura della Speb S.r.l. Stampatore: Castelli Bolis Poligrafiche S.r.l. 24069 Cenate Sotto (Bg) - Via Alessandro Volta, 4 Tel. 035 4258528 Abbonamenti: 035 678838 Costo abbonamento 40 euro per 11 mesi

6

LEGGERE LA LEGGE

34

Le PMI sbarcano in Borsa, con l'esordio di AIM Italia


OGNI PRIMO VENERDI’ DEL MESE IN EDICOLA

R

I

O Marzo 2009

TOP BRAND

TRACOLLI FINANZIARI

38

72

La crisi economica? Tutta colpa dei "Ninja"

L’ASSOCIAZIONE

58

L’INTERVISTA

76

Confcooperative, la forza dell'unione

NUOVE REALTA’

68

Falegnameria Aresi, sarti del legno da tre generazioni

Alberto Marino: la "Disraption" si supera con idee creative

MARKETING&ECONOMIA

84

Impel, l'invisibile qualità dell'impianto elettrico

La Lombardia fabbrica (di) marchi storici

RUBRICHE

88

VIAGGIO NEL TEMPO Lazzarini, dolcezza dal 1890 SPORT&LEISURE Roncalli, parte la Travel golf cup MOTORI Hummer H3, il piccolo gigante Al Castello di Marne la BMW 330d

GRANDI EVENTI

108

Premio Turani, il Panathlon incorona Filippo Inzaghi

CHI, DOVE E PERCHE’

112

Foto e curiosità 7


Notizie in breve

Credito Bergamasco, full di presenze al convegno fiscale

nche quest'anno il Credito Bergamasco - con la collaborazione dell'Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti contabili di Bergamo - ha organizzato il rituale convegno fiscale, tenuto al Centro Congressi Giovanni XXIII mercoledì 18 febbraio scorso. L'assemblea ha attirato molti interessati partecipanti, professionisti e avvocati che, oltre alla sala Oggioni, hanno anche occupato l'auditorio al piano superiore, opportunamente collegato in videoconferenza. Il meeting ha avuto inizio alle ore 15 con il saluto e l'apertura dei lavori dell'avv. Cesare Zonca, Presidente del Credito Bergamasco. A seguire il tema centrale del convegno è stato analizzato da esperti e docenti universitari provenienti dalle più importanti facoltà di Economia italiane. Giuliano Buffelli - professore a contratto di tecnica Professionale dell'Università degli Studi di Bergamo -, nonché Dottore commercialista e pubblicista, è intervenuto in merito alle novità civilistiche in tema di bilancio per i soggetti non IAS, soprattutto alla luce delle nuove normative introdotte dal d.l. 185/2008. Successivamente Marco Piazza - professore a

A

8

contratto di Economia e Tecnica del Commercio Internazionale dell'Università Cattolica di Milano - ha continuato il dibattito esplicando i fattori che vanno a determinare la base imponibile IRES. Dopo un breve ma piacevole Tea Break, Maurizio Comoli - professore straordinario di Ragioneria Applicata dell'Università del Piemonte Orientale -, ha spostato l'argomento sulla base imponibile IRAP, seguito infine da Flavio Dezzani - professore ordinario di ragioneria dell'Università di Torino e Presidente del Comitato Tecnico-Scientifico dell'Organismo Italiano di Contabilità - che ha spiegato gli aspetti evolutivi in tema di bilancio per i soggetti non IAS. Il convegno è terminato alle 18 con un dibattito sui temi trattati nel corso del pomeriggio. Alice Perico

Cesvi diventa fondazione

esvi diventa Fondazione. Nata a Bergamo nel 1985, 24 anni dopo, grazie alla trasformazione in Fondazione di partecipazione, tutti i portatori di interessi nei confronti del Cesvi hanno da oggi voce e rappresentanza all'interno dell'organizzazione. A fine 2008, dopo una selezione severa, è sta-

C

Sea vende il 19% di Orio al Serio ea, la società che gestisce gli scali di Malpensa e Linate ha messo in vendita 673.312 azioni, pari al 19% del capitale sociale di Sacbo, società di gestione dell'aeroporto di Bergamo Orio al Serio. La quota azionaria è andata a Credito Bergamasco, Unione Banche Italiane, Camera di Commercio Industria e Artigianato di Bergamo, Italcementi e Unione Industriali della Provincia di Bergamo, già titolari di partecipazioni azionarie nella stessa Sacbo. Sea, che deteneva una partecipazione del 49,98% della società di gestione bergamasca, manterrà comunque una quota superiore al 30%, conservando il ruolo di principale azionista dello scalo bergamasco."Con questa operazione, che determina un incasso di 40 milioni di euro - afferma una nota -, Sea prosegue l'attuazione del piano Industriale 2009-2016 che prevede, tra le linee guida, anche la dismissione di alcune altre partecipazioni azionarie". La conclusione dell'operazione è subordinata all'esercizio da parte dei soci Sacbo del diritto di prelazione disciplinato dall'articolo 9 dello statuto sociale.

S


ta riconfermata tra i 17 partner italiani di ECHO: struttura UE preposta al finanziamento dei progetti di cooperazione internazionale. Ha ottenuto il rating P, che comporta un controllo basato solo sulle sue procedure interne, con meno controlli da parte Ue e massima fiducia, maggiore capacità di spesa e nessun limite nelle procedure d'acquisto. "La costituzione in Fondazione - sostiene Giangi Milesi, Presidente del Cesvi - permette il coinvolgimento dei donatori e di tutti i partner che sono sempre stati attivi all'interno dell'associazione, ma che meritavano un maggiore riconoscimento attraverso la partecipazione". Sei sono le personalità illustri (tre imprenditori, due giornalisti e un diplomatico) che con il loro volontariato, i loro consigli e il sostegno delle loro aziende hanno accompagnato, in modo particolare, la crescita dell'organizzazione e della sua reputazione. Sono state scelte come fondatori ad honorem: Pierluigi Bernasconi (Fondatore e Direttore Generale di Mediamarket - insegne Media World e Saturn), Carlo Pesenti (Consigliere Delegato di Italcementi e Direttore Generale della holding Italmobiliare S.p.A.), Emilio Zanetti (Presidente del Consiglio di Gestione di UBI Banca), Cristina Parodi (giornalista del Tg5), Gigi Riva (Caporedattore Esteri de L'Espresso), Giulio Terzi di Santagata (Capo della Rappresentanza permanente d'Italia presso le Nazioni Unite a New York, nonché Direttore Politico della Farnesina fino al 2008) "L'obiettivo primario del Cesvi non è quello di "fare elemosine,conclude Giangi Milesi - ma di realizzare iniziative di sviluppo sostenibile. Con 44 sedi estere in 29 Paesi, Cesvi interviene in tutti i continenti per affrontare ogni tipo di emergenza: dalle carestie alle grandi malattie endemiche, dall'assi-

stenza agli sfollati (attualmente nei campi profughi del Nord Uganda, del Congo e della Somalia) fino alle catastrofi naturali (come il terremoto in Perù del 2007 e quello in Pakistan del 2005)".

Il "Mario Negri" scopre l'elisir di "lunga vita"

el Dna di topolini "matusalemme" il segreto dell'elisir per una vita lunga e in salute. A scoprire l'inatteso effetto dell'assenza di un recettore chiave sull'esistenza di questi animaletti - e potenzialmente sull'uomo - sono i nostri ricercatori italiani dell'Istituto Mario Negri di Bergamo guidati da Ariela Benigni, che firmano uno studio pubblicato sul 'Journal of Clinical Investigation'. Una scoperta clamorosa che può aprire la strada a un elisir di lunga vita, arrivata anche un po' a sorpresa. "Eravamo partiti dall'idea di indagare sull'effetto del recettore di tipo 1 per l'angiotensina II nelle alterazioni di cuore e rene. Così - racconta Ariela Benigni - abbiamo esaminato un gruppo di topi geneticamente modificati "ad hoc". Poi, quasi con un effetto serendipity, abbiamo visto che questi animaletti sopravvivevano più di quelli normali: avevano una vita più lunga di circa il 30%". L'ini-

N

bizione del recettore nel mirino portava a topi centenari, "che oltretutto invecchiavano bene: restando in salute e molto attivi. Così, una volta morti - prosegue la studiosa - li abbiamo sottoposti ad autopsia". Scoprendo che gli animali Ogm presentavano "molta meno arteriosclerosi, meno danni a cuore e rene e nessuno al cervello. Dal punto di vista biochimico - spiega la Benigni - questi animaletti sono risultati protetti dal danno ossidativi". Come dire, meno vulnerabili all'effetto deleterio dei radicali liberi. Insomma, sono dotati di una sorta di scudo che permette loro di "vivere non solo più a lungo, ma anche più in salute rispetto agli altri". Non solo. "Abbiamo anche visto che in questi topi risultano più espressi geni già noti associati alla longevità. E questo proprio grazie all'assenza del recettore". Risultato? "Fra l'altro - continua la studiosa del Mario Negri - le loro cellule "respirano" meglio". Ma a rendere eccezionale questa scoperta è anche il fatto che non serve mettere mano al Dna umano per regalarci la stessa longevità dei topi matusalemme. "Infatti sappiamo già di poter modulare il recettore dell'angiotensina con farmaci conosciuti e ampiamente usati come anti-ipertensivi. Insomma - assicura - questo studio ci dice che non serve creare un uomo transgenico, ma si potrebbe prolungare la durata della vita in buona salute semplicemente studiando e utilizzando questi medicinali". In pratica, secondo la ricercatrice, si potrebbe pensare di studiare questi farmaci come "elisir per una lunga e buona vita", proprio come quella dei topi Matusalemme. 9


Incentivi, poche certezze Per fortuna ci sono i Tremonti-bond 10

Claudio Scajola ministro dello Sviluppo Economico


Inchiesta A cura di Luca Bilotta

Le principali scelte fatte dal Governo appaiono blande per potersi considerare veri toccasana, ma alle PMI arriva una buona notizia dall'UE

a crisi incombe e i consumi ristagnano. Nel tentativo di ricreare un clima di fiducia, i Governi europei stanno mettendo in campo, uno dopo l'altro, massicci interventi di "stimolo all'economia". E anche l'Italia si è mossa in questa direzione, dapprima con il decreto legge 185/08 (che, tra le varie misure, contiene anche il bonus famiglia) e poi con il decreto legge 5/09 (conosciuto soprattutto per le misure sulla rottamazione auto), pubblicato sulla "Gazzetta Ufficiale" 34 dell'11 febbraio scorso. A prima vista sembrerebbe esserci tanta carne al fuoco, utile a rilanciare il Pil del nostro paese attraverso i consumi. In realtà le scelte fatte dal Governo appaiono più blande di quanto sostenuto, non sono dei toccasana bensì operazioni di difficile fruizione (auto escluse). Discorso a parte, invece, per i Tremonti-bond. Qui siamo di fronte a qualcosa di realmente significativo, tant'è che l'UE ha già dato il via libera per l'attuazione. I soldi che saranno assicurati da questa manovra "serviranno alle imprese, soprattutto alle PMI e non alle banche", ha evidenziato il ministro dell'economia, Giulio Tremonti. "Non è il tesoro che va dalle banche - ha commentato -, ma le banche che vanno dal Tesoro" e l'obiettivo è quello di "allargare la base patrimoniale per aumentare la liquidità" a favore dell'economia reale. Insomma, il Governo si sta muovendo, ma è difficile poter dare risposte serie su tutti i fronti. Ora come ora il risultato è di pareggio: incentivi poco convincenti, il resto più che positivo. Ma vediamo nel

L

11


Le agevolazioni per pc ed elettrodomestici sono difficilmente fruibili Per le auto e moto, invece, scelte positive

dettaglio le novità del mese in chiave "rilancio dell'economia". Partiamo dagli incentivi. ELETTRODOMESTICI - Nel pacchetto, i primi dubbi arrivano dai computer. Perché è vero che le detrazioni Irpef del 20%, previste già per i mobili e gli elettrodomestici, sono state estese anche agli apparecchi tv e ai pc. Ma queste agevolazioni fiscali possono essere sfruttate solo se l'acquisto è legato alla ristrutturazione dell'immobile. Un bel colpo per chi già si fregava le mani dalla soddisfazione. Per lo meno lo sconto fiscale del 20% è da ripartire in 5 anni - anziché in 10 -, come previsto da una prima versione del decreto. Calcolato su di un importo complessivo di 10mila euro per acquisti da sostenere entro il 31 dicembre 2009, ha validità retroattiva, partendo dal 7 febbraio scorso. AUTO E MOTO - Per quanto riguarda auto e moto, invece, le proposte appaiono più interessanti. Ben 1.500 euro per rottamare un'auto vecchia e acquistarne una nuova a benzina o diesel; fino a 5mila euro d'incentivo se si acquista una vettura ad alimentazione alternativa. E poi 500 euro per chi rinnova una moto fino a 400 cc. e un massimo di 7mila per i veico-

Gli incentivi più importanti, punto per punto uto ecologiche (articolo 1, commi 3, 6 e 8). Incentivi, senza rottamazione, per l'acquisto di auto ecologiche di 1.500 euro per auto a metano, elettriche e a idrogeno con emissioni non superiori a 120 g/km di Co2. Il contributo è cumulabile a quello per la rottamazione delle auto. Gli incentivi hanno validità per i veicoli nuovi acquistati, anche in locazione finanziaria, con contratto stipulato tra venditore e acquirente a decorrere dal 7 febbraio 2009 e fino al 31 dicembre 2009, purché immatricolati non oltre il 31 marzo 2010. Le agevolazioni possono essere fruite nei limiti della regola degli aiuti "de minimis" prevista dal regolamento (Ce) n. 1998/06 della Commissione, del 15 dicembre 2006.

A

ompensazioni da credito d'imposta sotto forma di sconti sul prezzo di vendita di un bene o servizio (articolo 1, comma 10). Norma di carattere interpretativo, relativa all'ambito di applicazione del limite annuale alla compensazione dei crediti d'imposta da agevolazioni, introdotto dal comma 53 dell'articolo 1 della legge 244/2007. Il tetto annuale alle compensazioni non trova applicazione per una particolare categoria di crediti d'imposta in cui i soggetti che utilizzano in compensazione il credito non costituiscono i destinatari effettivi della misura agevolativa. Dunque l'utilizzo in compensazione degli importi corrispondenti agli sconti effettuati agli utenti e consumatori finali costituisce un vero e proprio rimborso di somme anticipate per conto dello Stato.

C

ontributo per impianti a Gpl e a metano (articolo 1, comma 7). A decorrere dal 7 febbraio 2009 il contributo statale per chi vuole trasformare la propria auto da motori a benzina verso alimentazioni a basso impatto ambientale sale, nei limiti della disponibilità prevista, a 500 euro per l'installazione di impianti a Gpl e a 650 euro per l'installazione di quelli a metano.

C

redito al consumo (articolo 6). Affidate al Dm Economia previsto dal decreto anti-crisi (Dl 185/2008, convertito dalla legge 2/2009) le modalità per favorire l'intervento di Sace spa nella prestazione di garanzie per agevolare la concessione di finanziamenti per l'acquisto di autoveicoli, motoveicoli e veicoli commerciali agevolati dai bonus del decreto per rimettere in moto i consumi.

C

etrazioni fiscali per mobili ed elettrodomestici (articolo 2). Introdotta una nuova detrazione per l'acquisto di mobili ed elettrodomestici ad alta efficienza energetica, compresi computer e tv, ma con un paletto. Se ne ha diritto solo se l'acquisto è legato a interventi di recupero del patrimonio edilizio. Prevista la detrazione Irpef del 20% da ripartire in 5 anni, calcolata su un importo massimo complessivo di 10mila euro per acquisti da sostenere dal 7 febbraio 2009 al 31 dicembre 2009. La detrazione è cumulabile con quella per la sostituzione di frigoriferi, congelatori e loro combinazioni prevista dalla Finanziaria per il 2008. Entro 30 giorni sarà definito un protocollo di intenti con i produttori di beni per i quali sono previsti gli incentivi. Il protocollo definirà, fra le altre, gli impegni in tema di mantenimento dei livelli occupazionali e lo sviluppo e il mantenimento di iniziative promozionali finalizzate a stimolare la domanda e a migliorare l'offerta anche dei servizi di assistenza e manutenzione.

D

12


Il decreto incentivi LE MISURE PER I SETTORI

Il provvedimento nel dettaglio

1

Bonus rottamazione arriva a 1.500 euro

2

Fino a 3.500 euro per le auto “verdi”

3

500 euro a chi cambia un motociclo euro 0-1

Incentivo per tutto il 2009

Mezzi a metano, idrogeno e Gpl

Per due ruote fino a 400 cc

Fino al 31 dicembre bonus di 1.500 euro per l’acquisto auto euro 4 o 5 (con emissioni inferiori a 140 g/km di Co2 se benzina e 130 g/km se disel) a fronte di rottamazione di auto immatricolate fino al 31 dicembre ‘99. Le auto in più, potenzialmente incentivabili, sono 4,5 milioni

Incentivi all’acquisto di automobili ecologiche senza la rottamazione (ma il bonus è cumulabile con quello sulla rottamzione): da 1.500 a 3.500 euro per auto tipo metano/elettrico/idrogeno; da 1.500 a 2mila euro per le auto alimentate con Gpl

Incentivo di 500 euro per l’acquisto di un motociclo nuovo fino a 400 cc di cilindrata di categoria euro 3, con contestuale rottamazione di un motociclo o di un ciclomotore di categoria euro 0 oppure euro 1. Non prevista, invece, alcuna esenzione per il pagamento del bollo

4

Sostegno per i veicoli commerciali leggeri

5

Su elettrodomestici e mobili sconti irpef

6

Distretti industriali e immobili rivalutati

Un aiuto da 2.500 a 4mila euro

Sostegno alla domanda

Misure per le imprese

Bonus di 2.500 euro per acquisto di veicoli nuovi a fronte di rottamazione di veicolo euro 0,1 e 2 immatricolati entro il 31 dicembre ‘99; incentivi fino a 4mila euro per acquisto (senza rottamazione) di veicoli nuovi innovativi a metano/Gpl/idrogeno (incentivi cumulabili con la rottamazione)

L’incentivo alle ristrutturazioni domestiche viene esteso all’acquisto di mobili ed elettrodomestici ad alta efficienza energetica finalizzati all’arredo (frigoriferi, lavatrici, cucine, tv etc). Detrazione del 20% delle spese sostenute fino a un massimo di 10 mila euro

Viene introdotta la fiscalità di distretto che consente alle imprese di optare per la tassazione di distretto ai fini Ires Riduzione della misura dell’imposta sostitutiva prevista per ottenere il riconoscimento fiscale dei maggiori valori iscritti in bilancio sugli immobili

13


Gli incentivi più importanti, punto per punto ncentivi per le due ruote (articolo 1, commi 5, 6 e 8). Incentivo di 500 euro per la rottamazione di motocicli o ciclomotori Euro 0 o Euro 1 per acquistarne un motociclo nuovo Euro 3, fino a 400 di cilindrata. Il venditore entro 15 giorni dalla data di consegna del veicolo nuovo, ha l'obbligo di consegnare a un demolitore il veicolo ritirato per la demolizione e di provvedere direttamente o tramite delega alla richiesta di cancellazione per demolizione al pubblico registro automobilistico. I veicoli ritirati per la demolizione non possono essere rimessi in circolazione e vanno avviati o alle case costruttrici o ai centri appositamente autorizzati, per la messa in sicurezza, della demolizione, del recupero di materiali e della rottamazione. Gli incentivi hanno validità per i veicoli nuovi acquistati, anche in locazione finanziaria, con contratto stipulato tra venditore e acquirente a decorrere dal 7 febbraio 2009 e fino al 31 dicembre 2009, purché immatricolati non oltre il 31 marzo 2010. Le agevolazioni possono essere fruite nei limiti della regola degli aiuti "de minimis" prevista dal regolamento (Ce) n. 1998/06 della Commissione, del 15 dicembre 2006.

I

ottamazione auto (articolo 1, commi 1, 6 e 8). Si prevede un contributo di 1.500 euro a fronte della rottamazione di auto Euro 0, Euro 1 o Euro 2 immatricolate fino al 31 dicembre 1999, a patto che si acquisti una vettura Euro 4 o Euro 5 (con emissioni massime 140 grammi di Co2 per chilometro per i veicoli benzina e massimo 130 grammi di Co2 per chilometro per i diesel). Gli incentivi hanno validità per i veicoli nuovi acquistati, anche in locazione finanziaria, con contratto stipulato tra venditore e acquirente a decorrere dal 7 febbraio 2009 e fino al 31 dicembre 2009, purché immatricolati non oltre il 31 marzo 2010. Le agevolazioni possono essere fruite nei limiti della regola degli aiuti "de minimis" prevista dal regolamento (Ce) n. 1998/06 della Commissione, del 15 dicembre 2006.

R

ottamazione autocarri e autocaravan (articolo 1, commi 2, 6 e 8). Per autoveicoli per trasporto promiscuo, autocarri leggeri entro le 3,5 tonnellate, autoveicoli per trasporti specifici, autoveicoli per uso speciale e autocaravan contributo di 2.500 euro per l'acquisto di veicoli nuovi Euro 4 ed Euro 5 a fronte della contestuale rottamazione di veicoli Euro 0, Euro 1 ed Euro 2 immatricolati prima del 31 dicembre 1999. Gli incentivi hanno validità per i veicoli nuovi acquistati, anche in locazione finanziaria, con contratto stipulato tra venditore e acquirente a decorrere dal 7 febbraio 2009 e fino al 31 dicembre 2009, purché immatricolati non oltre il 31 marzo 2010. Le agevolazioni possono essere fruite nei limiti della regola degli aiuti "de minimis" prevista dal regolamento (Ce) n. 1998/06 della Commissione, del 15 dicembre 2006.

R

ottamazione veicoli commerciali leggeri (articolo 1, commi 4, 6 e 8). Innalzamento a 4mila euro dell'incentivo previsto dalla legge 296/2006 per l'acquisto di veicoli commerciali leggeri fino a 3,5 tonnellate omologati dal costruttore per la circolazione mediante alimentazione esclusiva o doppia con gas metano. L'incentivo è cumulabile a quello per la rottamazione previsto dall'articolo 1, comma 2 di 2.500 euro). Gli incentivi hanno validità per i veicoli nuovi acquistati, anche in locazione finanziaria, con contratto stipulato tra venditore e acquirente a decorrere dal 7 febbraio 2009 e fino al 31 dicembre 2009, purché immatricolati non oltre il 31 marzo 2010. Le agevolazioni possono essere fruite nei limiti della regola degli aiuti "de minimis" prevista dal regolamento (Ce) n. 1998/06 della Commissione, del 15 dicembre 2006.

R

14

li commerciali. Ma resta il punto interrogativo di quanti in realtà - soprattutto con questa brutta aria che tira - abbiano intenzione di cambiare l'auto o la moto. Il costo, in questo caso, si discosta notevolmente dall'acquisto di un televisore o di un frigorifero, ed è più facile che una famiglia cambi la lavatrice piuttosto che un'auto. IMPRESE - Importanti, invece, sono gli obblighi previsti per i produttori di beni che verranno incentivati. La presidenza del Consiglio, infatti, ha lavorato alacremente - e continuerà a farlo questo mese - per la stipula di un protocollo d'intenti con i produttori di auto ed elettrodomestici, per definire gli impegni in ordine alle garanzie di mantenimento dei livelli occupazionali e le modalità per assicurare il rispetto dei termini di pagamento previsti nei rapporti con i fornitori e con gli altri soggetti della filiera produttiva. E a proposito di aziende, è stata ridotta - in relazione alla rivalutazione immobili - la misura dell'imposta sostitutiva prevista per ottenere il riconoscimento fiscale dei maggiori valori iscritti in bilancio sugli immobili (riduzione dal 7 al 3% per gli immobili ammortizzabili e dal 4 al 1,5% per gli immobili non ammortizzabili). Offerta anche la possibilità


di optare per la "fiscalità di distretto" ai fini dell'Ires. Nella parte fiscale, per concludere, sono state inserite anche maggiori verifiche sulle imposte di registro, catastali e ipotecarie, di successione e donazione, con sanzioni più elevate. COPERTURE - Ora i conti. Il Governo spalmerà l'intervento su un arco di tempo molto lungo (fino al 2014) e non confinato al biennio 2009-2010, che si prevede determinante per uscire dalla crisi. Per l'anno in corso e per il prossimo, si stima un costo per lo Stato rispettivamente di 382 e 230,5 milioni. Dei 2 miliardi della manovra, 1,4 sono costi "netti" per lo Stato, il resto arriverà dal maggior gettito Iva. I maggiori oneri, come previsto, verranno coperti anche dalle economie delle revoche o rinunce della legge 488: complessivamente 725 milioni fino al 2014; 311 quest'anno e 130,5 nel 2010. La seconda voce di copertura è rappresentata da una delle novità dell'ultimo minuto del decreto: l'articolo 7 riservato ai controlli fiscali. Viene infatti prevista una stretta sui controlli per contrastare l'utilizzo indebito dei crediti d'imposta. Questa stretta fiscale, che dovrebbe portare coperture crescenti (dai 10 milioni nel 2009 ai 308,4 del 2012), sarà resa possibile anche dalla maggiore capacità operativa dell'Agenzia delle entrate. Infatti le Entrate potranno concentrarsi su questo fronte anche perché il controllo delle agevolazioni su imposte di registro, ipotecaria e catastale, sulle successioni e donazioni avverrà in modo più selettivo. Sono poi state individuate altre minori fonti di copertura come il Fondo mobilità sostenibile e il cofinanziamento statale a progetti regionali per i distretti produttivi. L'articolo 8 sulla copertura finanziaria lascia scoperta una parte dei costi del 2014 e tutto il 2013. Poco più di 615 milioni, che andranno coperti con il maggior gettito per l'erario derivante dall'aumento delle vendite (quasi l'intera somma, 550 milioni, deriverà dall'acquisto di nuove auto per rottamare i modelli Euro 0, Euro 1 ed Euro 2). Lo stesso articolo individua, inoltre, le risorse destinate al Fondo di garanzia per le PMI e i Confidi, che il primo decreto anti-crisi aveva rifinanziato fino a un massimo di 450 milioni. Anche in questo caso si farà ricorso alle risorse ex-488 per un importo di 80,5 milioni nel 2010 e di 95,9 milioni nel 2012, al netto di ulteriori disponibilità che verranno accertate dal ministero dello Sviluppo. TREMONTI BOND - E a proposito di PMI, non possiamo astenerci dal commentare una notizia che appare come una boccata d'ossigeno per evitare la stretta del credito. Non rientra di-

rettamente nel piano incentivi, ma riguarda comunque il rilancio dell'economia italiana con un occhio di riguardo alle imprese del territorio. Stiamo parlando dell'ultima versione del provvedimento definito volgarmente "Tremonti Bond", che ha ottenuto l'ok di Bruxelles pochi giorni fa. Il piano è praticamente alle fasi finali e si può definire ancora più interessante - soprattutto per le banche - rispetto alle precedenti versioni, in quanto meno costoso. Siamo così vicini alla conclusione di un iter non breve manca soltanto il regolamento attuativo, che dovrebbe vedere la luce mentre Bergamo Economia è in stampa (la prima settimana di marzo, n.d.r.) - ed è facile prevedere che saranno diversi gli istituti di credito italiani che sceglieranno questa ipotesi, dal valore totale di 10 miliardi di euro. Il ministero dell'Economia non può che definirsi soddisfatto dell'approvazione definitiva da parte della Commissione Europea del "regime italiano di conferimento di capitale agli istituti di credito". Lo strumento scelto appare, infatti, efficace per il finanziamento alle imprese italiane, e vero presupposto per l'adozione - nel settore finanziario di regole e codici etici nuovi, coerenti con quanto stabilito alla riunione del G7 di Roma di qualche settimana fa. Misure positive e valutate tali anche da Bruxelles, che contengono, fra l'altro, limiti di remunerazione per i vertici delle banche che utilizzeranno l'aiuto pubblico. Nel dettaglio, grazie alle nuove norme, lo Stato potrà sottoscrivere obbligazioni emesse da banche "fondamentalmente solide" per rafforzare la loro capitalizzazione. La modifica più rilevante presentata dal Tesoro rispetto al regime originario - che ha incentivato l'ok da Bruxelles -, è l'introduzione di una opzione di remunerazione alternativa del bond, con un coupon iniziale più elevato (pare all'8,5% rispetto al 7,5% iniziale), e un livello del coupon più alto fino al 2014 con scatti di mezzo punto l'anno, in cambio di un prezzo di riscatto inferiore, fissato al valore nominale per i primi quattro anni. Bruxelles ha concesso, inoltre, la partecipazione dello Stato alla ricapitalizzazione qualora vi sia, insieme, una partecipazione di investitori privati pari ad almeno il 30%. In questo caso, migliorano le condizioni del bond. La dotazione di capitale è limitata al 2% del valore dell'insieme delle attività della banca. Pur restando remunerativa per il Tesoro, quindi, l'operazione diventa meno onerosa per le banche richiedenti. Ma fondamentale è l'obiettivo finale: permettere agli istituti di credito maggior raggio d'azione in campo di finanziamenti alle imprese - in questo periodo sempre più ridotti all'osso - e alle famiglie, per quanto riguarda i mutui. La liquidità, in questo caso, può fare miracoli.

L'approvazione definitiva da parte della Commissione Europea del "regime italiano di conferimento di capitale agli istituti di credito" si può rivelare la mossa vincente per alleggerire la stretta al credito riservata di questi tempi alle PMI 15




Congiuntura Trimestrale Foto di Giorgio Chiesa

Il presidente della camera di commercio di Bergamo Roberto Sestini

li indicatori di produzione, fatturato e ordinativi sono negativi nella quasi totalità dei settori e per tutte le dimensioni d'impresa, e questo determina aspettative prevalentemente pessimistiche sul primo trimestre del 2009". Questo è il commento laconico ed essenziale di Roberto Sestini - presidente della camera di commercio di Bergamo - sugli effetti della congiuntura economica nella nostra provincia con i dati alla mano dell'ultimo trimestre del 2008. La brusca caduta della produzione industriale bergamasca nel quarto trimestre - d’intensità senza precedenti nella serie storica dell'indagine congiunturale dell'ente camerale: 7.2% su base annua, -5.5% su base trimestrale - non giunge inaspettata. Già tra la fine del 2007 e l'avvio del 2008 si è avvertito il cambio di segno nel ciclo economico in provincia. Il rallentamento è proseguito e si è aggravato nel secondo e nel terzo trimestre del 2008. La deflagrazione del-

"G

18

"Gli indicatori di produzione, fatturato e ordinativi - commenta il presidente Sestini sono negativi nella quasi totalità dei settori e per tutte le dimensioni d'impresa"


L'industria ha il fiatone ma non corre più L' indagine congiunturale sull'ultimo trimestre 2008 della CCIAA di Bergamo documenta un ulteriore peggioramento della nostra produzione, sia industriale che artigianale

la crisi finanziaria internazionale a metà settembre, con la conseguente crisi di liquidità e la simultanea frenata della domanda in tutte le aree economiche mondiali, ha avuto conseguenze immediate. Tanto più pesanti e tanto più repentine per le economie locali, come Bergamo e le province pedemontane lombarde. Da anni si sono contraddistinte per una grande apertura ai mercati internazionali, per il forte peso dell'industria manifatturiera e per la duplice specializzazione nella produzione di beni intermedi e d'investimento (la meccanica) e di beni di consumo (il tessile-abbigliamento). All'improvvisa caduta della domanda internazionale sono stati particolarmente esposti i primi. I secondi all'intensificarsi, da più lungo tempo, della concorrenza dei paesi emergenti. Il quadro si è aggravato ulteriormente dall'esaurirsi del lungo boom del settore edile e del mercato immobiliare che, pur senza raggiungere i livelli allarmanti di altri paesi europei, determina un rallentamento anche dei settori che producono a monte della filiera dei prodotti per la casa e delle costruzioni. La ca-

duta della produzione nell'ultimo trimestre trascina al ribasso il dato medio dell'intera produzione annuale dell'industria bergamasca, che segna una flessione ampia (-3.1% sull'anno 2007) superiore alla media regionale e a quella, ancora provvisoria perché riguardante i primi 11 mesi, dell'intero Paese. In ambito locale, il segnale peggiore della crisi è rappresentato dall'indebolimento dalla domanda commerciale con l'estero: la contrazione degli ordinativi esteri (-10.4%) è peggiore della dinamica, anch'essa declinante, degli ordini interni (-4.4%) e lascia prevedere un avvio critico del 2009. A consuntivo, il livello delle esportazioni mensili di Bergamo, a prezzi correnti (pubblicato da Istat e riferito al mese di ottobre 2008), è di 1.133 milioni, con una flessione del -5.8% sul corrispondente mese dell'anno precedente. Cali più contenuti segnano l'export nazionale (-1.2%) e regionale lombardo (-0.3%). Nei primi dieci mesi del 2008 l'export complessivo di Bergamo, a 10.793 milioni, è pressoché invariato (+ 0.1% a prezzi correnti) sul corrispon19


Variazione grezza su base annua della produzione nei diversi settori dell’industria bergamasca I 07

II 07

III 07

IV 07

I 08

II 08

III 08

IV 08

Siderurgia

5,2

6,2

4,5

-1,6

3,9

0,3

-6,2

-5,5

Min. non metallici

1,1

-3,5

-0,2

2,9

0,8

1,5

-3,7

-8,1

Chimica

-2,7

2,8

-1,1

2,6

2,9

-0,4

2,5

-8,2

Meccanica

6,2

4,5

5,2

0,6

0,9

-0,7

-2,0

-7,0

Mezzi di trasporto

4,7

0,3

-6,0

0,0

-1,8

9,6

9,6

2,9

Alimentari

0,4

5,6

-0,7

-3,2

-3,0

-0,6

0,6

0,3

Tessili

-3,3

-1,6

-3,7

-1,0

-8,0

-8,7

-11,3

-11,6

Pelli e calzature

-3,1

0,0

-6,1

-3,1

-8,4

-3,7

-10,5

-8,3

Abbigliamento

3,8

4,6

0,2

-1,9

-2,6

-5,2

-1,5

-7,4

Legno-mobili

4,6

-0,2

4,3

-1,1

-5,2

-4,0

-2,2

-6,2

Carta-editoria

1,6

1,4

-1,0

-1,0

0,1

0,4

-1,4

-6,9

Gomma-plastica

5,1

0,4

2,2

0,2

-1,2

-4,3

0,1

-8,8

Ind. varie

3,0

8,8

8,6

4,1

3,7

-0,9

-4,6

-6,5

TOTALE

3,2

2,6

1,8

0,1

-0,8

-1,8

-2,7

-7,2

Settori in crescita

10

10

6

6

6

3

4

1

Settori in contrazione

3

3

7

7

7

10

9

12

La contrazione degli ordinativi esteri (-10.4%), peggiore degli ordini interni (-4.4%), lascia prevedere un avvio critico del 2009

Fonte: Camera di Commercio Bergamo

dente periodo del 2007, in confronto al + 4.3% del dato nazionale e al +3.8% di quello medio lombardo. C'è purtroppo molta coerenza tra i segnali negativi del ciclo economico che emergono dalla nostra ultima indagine congiunturale: oltre alla produzione e agli ordinativi, cala il fatturato ed è in crescita il livello delle scorte. E la crisi appare generalizzata all'insieme dei settori e delle dimensioni di impresa. Il solo elemento favorevole indotto dalla crisi globale, e la cui importanza non va sottovalutata, riguarda il rientro rapido dei prezzi delle materie prime e quindi dei rischi di inflazione, col duplice beneficio, su scala globale, di offrire margini di manovra alle politiche monetarie e di attenuare la debolezza del20

l'attuale ciclo dei consumi. L'aggravamento del quadro congiunturale in provincia è ribadito dalla netta caduta della produzione nell'artigianato manifatturiero (8.8% su base annua), la più profonda tra tutte le province della Lombardia. Il 2008 ha visto una riduzione media della produzione del -4.2%. Non è quindi sorprendente che in uno scenario come quello appena descritto le aspettative delle imprese bergamasche per il primo trimestre del 2009 siano prevalentemente negative e in progressivo peggioramento. Particolare attenzione meritano i segnali che provengono dalle aziende sul fronte dell'occupazione, pur tenendo in conto il tipico ritardo temporale con cui il mercato del la-


voro reagisce ai mutamenti della congiuntura. L'ultimo trimestre del 2008 evidenzia un calo degli addetti industriali (-1.4% la variazione trimestrale grezza) che si conferma consistente (-0.8%) anche al netto della componente stagionale. Di entità simile è la flessione dell'occupazione dell'artigianato manifatturiero. Il ricorso alla Cassa integrazione nell'industria ha inoltre subito nell'ultimo scorcio del 2008 un'impennata e le prospettive a breve termine per l'occupazione sono prevalentemente negative. Nella media dell'anno 2008, gli addetti dell'industria manifatturiera bergamasca sono diminuiti del -0.5%, un calo relativamente contenuto in confronto al dato medio lombardo (-0.7%) e alle riduzioni più marcate avvenute nel campione provinciale, in tendenza negativa da 7 anni consecutivi, tra il 2002 e il 2004. Più accentuata in media annua la flessione degli addetti artigiani (limitatamente alle aziende con almeno 3 addetti) nel 2008: - 3%. L'incertezza sulla

distanza dal punto di minimo del ciclo recessivo e sui tempi della ripresa condizionano le attese e le scelte delle imprese. La parallela indagine sugli investimenti annuali delle imprese industriali dimostra tuttavia che il livello degli investimenti previsti dall'industria bergamasca per il 2009, nonostante il pessimo momento congiunturale, resta considerevole. Quasi la metà (il 49%) delle aziende industriali del campione prevede di effettuare investimenti nel 2009, una percentuale superiore di oltre 6 punti alla media regionale e tra le più alte in Lombardia, pur se inferiore rispetto alla quota (53.8%) di imprese che a fine 2007, in un contesto molto meno critico, prevedevano investimenti nell'anno seguente. La variazione annua degli investimenti previsti a Bergamo per il 2009 è del + 4,6%, in calo rispetto al corrispondente dato previsivo di un anno prima (+9.6%), ma nettamente superiore alla crescita prevista degli investimenti regionali (+1.7%).

Produzione industriale in provincia di Bergamo - 1° trim 2005 - 4° trim 2008 Variazione annua grezza (sx)

Indice (2000=100) destagionalizzato (scala dx)

8,0

108,00

6,0

106,00

4,0

104,00

2,0

102,00

0,0

100,00

-2,0

98,00

-4,0

96,00

-5,5

-6,0

94,00 -7,2

-8,0 2005(1)

2005(2)

2005(3)

2005(4)

2006(1)

2006(2)

2006(3)

2006(4)

2007(1)

2007(2)

2007(3)

2007(4)

2008(1)

2008(2)

2008(3)

Numero indice 2000 = 100

Variazioni %

Variazione trimestrale destagionalizzata (sx)

92,00

2008(4)

Fonte: CCIAA di Bergamo

21


Reportage Articolo di Livio Casanova Foto di Franco Pasinetti

Grande industria: in un mese 5 mila nuovi cassaintegrati e tutti i lavoratori metalmeccanici bergamaschi toccati da mobilità o cassa integrazione si dovessero prendere per mano formerebbero una catena umana (ininterrotta) lunga più di 20 chilometri. Per darvi un'idea: da Piazza Vecchia, in città Alta si snoderebbe fino al casello autostradale di Grumello-Telgate. Secondo i dati raccolti dalla Fiom-Cgil di Bergamo, per il settore metalmeccanico, l'inizio dell'anno è stato a dir poco drammatico. Per le impre-

S

22

Dopo Curno e Mapello adesso tocca ai 600 impiegati della Brembo di Stezzano, in cassa integrazione per tre mesi, da marzo a maggio


La crisi sta colpendo in modo trasversale tutti i settori del metalmeccanico. Al meccanotessile si aggiungono le grandi aziende dell'economia bergamasca: Brembo, Dalmine, Same, Indesit, Robur, Mazzucconi

se del nostro territorio nell'arco di un mese la crisi è quasi raddoppiata. "Eravamo partiti ad inizio anno con più di 6 mila persone a rischio, - sottolinea Mirco Rota, segretario generale provinciale della FIOM-CGIL di Bergamo - a fine gennaio erano già 6.800 i coinvolti tra cassa e mobilità. Ora siamo a quota 11.549, cifre sconvolgenti, senza contare che da questa stima sono esclusi i lavoratori che usufruiscono della cassa integrazione in deroga, cioè dipendenti di realtà prevalentemente artigiane". A segnare il passo sono le grandi aziende del settore, con un massiccio ricorso alla cassa integrazione o alla mobilità. Su tutte, si registra la situazione difficilissima del gruppo Brembo: da questo mese tutti i 600 impiegati dello stabilimento di Stezzano saranno in cassa ordinaria. Non va meglio alla N&W Global Vending di Valbrembo dove, sempre da marzo, è partita la cassa integrazione ordinaria a orario ridotto per tutti i 1.024 dipendenti. La Tenaris Dalmine in un solo mese, è passata da 175 a 190 lavoratori in cassa integrazione sui 2.400 occupati. Dopo i quindici giorni di febbraio, alla Indesit Company Spa di Brembate Sopra, macchine ferme per tutto il mese di marzo e in preventivo, per ora, 50 giorni da aprile a dicembre. Nel complesso sono 86 giorni di cassa integrazione ordinaria per tutti i 456 dipendenti dello stabilimento. Sempre critica la situazione del meccanotessile, i lavoratori Promatech di Colzate, Casnigo e Vilminore saranno in cassa integrazione speciale per tutto il 2009. Su tutte spicca, come abbiamo detto, la cassa ordinaria per gli impiegati della Brembo, mentre alla Same di Treviglio si parla, addirittura, di tagli e alla Tenaris si è ipotizzato uno sciopero su scala mondiale.

Lavoratori in agitazione

Brembo - Con una lettera firmata di suo pugno, il presidente Alberto Bombassei sottolinea che si tratta di un'equa distribuzione dei sacrifici, non di un'ulteriore aggravarsi del quadro industriale. Cambiano le parole ma non il risultato perchè questa volta, ad andare in cassa integrazione per tre mesi, da marzo a maggio, sono 600 tra impiegati e ricercatori. In pratica, lavoreranno a pieno regime solo reparti di nicchia come BCBS freni in carboceramica - il settore racing e pochi altri, mentre il grosso delle fonderie, dei dischi, dell'auto e della moto è già in panne dall'autunno scorso. Dopo Curno e Mapello, adesso tocca quindi a Stezzano. La cassa integrazione è ordinaria, a rotazione, e le persone coinvolte lavoreranno 20 giorni al mese cia23


Alla Same di Treviglio sono coinvolti 1.000 lavoratori sui totali 1.410 del gruppo Si parla anche di mobilità e prepensionamento

scuna, in base alle esigenze di ogni singolo ufficio. Questa è l'ipotesi di massima, possibile di aggiustamenti se il mercato tornasse a marciare con nuovi ordinativi. Finora il quadro vedeva poco meno di 1.700 addetti in cassa ordinaria: tutti i 120 della Fonderia Ghisa di Mapello fino al 28 marzo; 350 su 400 alla Lavorazione dei dischi anche loro fino al 28 marzo; 860 su 1.000 al settore auto di Curno fino al 7 marzo, così come per i 300 addetti dei 350 delle Fonderie Alluminio. Con le fabbriche ferme o quasi, viene spontaneo il dubbio sull'utilità di un piccolo esercito composto da ricercatori, ingegneri, tecnici ma anche del ramo amministrativo e commerciale, stante l'esiguità degli ordinativi a livello planetario, in attesa che gli incentivi stanziati dai vari governi si facciano sentire. Il dubbio investe anche i piani alti perché la richiesta aziendale è di tredici settimane. Per l'azienda leader nei dischi frenanti - oltre 200 i titoli mondiali in bacheca - si tratta della prima cassa integrazione a memoria d'uomo, se si eccettua una richiesta simbolica negli anni Ottanta, epoca degli spy-story con gli Usa. Ma il presente non è solo Cig, viste le recenti acquisizioni che rafforzano il mercato sui mercati emergenti come India e Brasile. Inoltre Brembo "scende in strada" con Magneti Marelli e Pirelli per lo sviluppo di Cyber Tyre, pneumatico intelligente sviluppato da Pirelli, integrato con i sistemi di controllo elettronici Magneti Marelli e i sistemi frenanti evoluti di Bombassei. Sperando che gli incentivi alla rottamazione risollevino le sorti dell'auto. Same - La crisi avanza sui cingoli anche per i trattori Same di 24

Treviglio, una delle prime realtà al mondo (Same, Deutz - Fahr, Lamborghini, Trattori e Hürlimann) nel campo dei macchinari agricoli. Dopo un assaggio a gennaio, l'azienda ha incontrato i sindacati per allungare il periodo della cassa integrazione da 7 a 10 settimane. Mille lavoratori coinvolti su 1.410 del gruppo. E per la prima volta si parla anche di mobilità, cioè di tagli: i primi a cadere saranno i consulenti esterni, poi potrebbe toccare ai lavoratori anziani prepensionabili. In questo caso è stata prospettata una linea soft, basata su incentivi e volontarietà ma, quando si scoperchia un vaso di Pandora può accadere di tutto. Se la media di ore lavorate negli ultimi anni oscilla intorno alle tre o quattromila, a gennaio la Same non è arrivata a 1.500: stando alle voci sindacali sarebbe questo il punto di partenza del gruppo per intavolare un discorso di sacrifici collettivi. Per primi potrebbero pagare 30-40 lavoratori indiretti, per la gran parte consulenti esterni, collaboratori a progetto e altre figure simili. Della stessa entità, raggiungendo circa 70 addetti nel complesso, la manovra ipotizzata nei confronti del personale vicino alla maturazione dei requisiti per la pensione, che sarebbe accompagnata dall'azienda nel caso di mobilità volontaria. Se queste sono le ipotesi sul tavolo, la certezza è fatta di 10 settimane di cassa ordinaria, che da qui a breve potrebbero diventare 15. Tenaris Dalmine - Tredici settimane, a partire dal 26 gennaio, di cassa integrazione che interessano i 190 dipendenti (di cui 180 operai e 10 impiegati) del reparto Fapi (Fabbrica Piccoli Tubi) della Tenaris Dalmine. L'ultima volta che la Dalmine aveva


fatto richiesta di cassa integrazione è stato dieci anni fa, durante i primi mesi del 1999, a causa di un calo della domanda. Anche nello stabilimento di Sabbio, dove si producono bombole, la crisi si sta facendo sentire: da febbraio infatti l'azienda ha deciso, d'accordo con i sindacati, che i turni scenderanno dagli attuali 15 a 10 per l'area a caldo e da 10 a 8 per la finitura. Stop anche allo stabilimento di Piombino che riguarda 112 dipendenti su 125. Su fronte estero la Tenaris ha interrotto l'attività nei suoi due stabilimenti in Canada e ha disposto la sospensione della pro-

pria fabbrica argentina di Campana. A questo si aggiunge la lunga attesa per l'incontro tra Paolo Rocca e il sindacato mondiale che unisce in una sola voce tutti gli stabilimenti del gruppo, sparsi nel mondo: Italia, Argentina, Brasile, Canada e Romania. Il 13 novembre scorso Rocca ha risposto che una riunione internazionale non sarebbe "pratica e vitale". E così, dopo che la risposta (positiva) tanto attesa non è arrivata, martedì 3 marzo si è celebrato il "Global day of action", una giornata mondiale di azione con mobilitazioni in tutti gli stabilimenti del gruppo.

Cassa integrazione Azienda

Comune

Dip.

Lavoratori coinvolti

Situazione

Bianchi Vending Spa

Zingonia

190

138

Cassa ordinaria per 4 settimane dal 9.02.09 al 16.05.09

Brembo

Stezzano

600

600

Cassa ordinaria dal 2.03.09 al 30.05.09 da 480 a 600 impiegati a zero ore

Brembo (BU AM)

Curno

40

40

Cassa ordinaria dal 2.03.09 al 30.05.09 da 30 a 40 impiegati a zero ore

Brembo (Enti Centrali)

Curno

40

40

Cassa ordinaria dal 2.03.09 al 30.05.09 da 30 a 40 impiegati a zero ore

Brembo (Fonderia Ghisa)

Mapello

120

120

Cassa ordinaria dal 16.02.09 al 28.02.09 a zero ore dal 9.03 28.03.09 a zero ore

Brembo (Lavoraz. dischi)

Mapello

400

350

Cassa ordinaria dal 16.02.09 al 28.02.09 a zero ore dal 23.03.09 al 28.03.09 a zero ore

Curno

1000

860

Cassa ordinaria dal 16.02.09 al 07.03.09 a zero ore

Mapello

350

300

Cassa ordinaria dal 16.02.09 al 07.03.09 a zero ore

Terno D'Isola

140

135

Cassa ordinaria per 13 settimane dal 12.01.09 al 11.04.09

Donora

Cortenuova

180

180

Cassa in deroga dal 1.01.2009

Elframo

Bergamo

120

105

Cassa ordinaria 9 settimane dal 16.02.09

Lallio

150

125

“” per 3 settimane dal 9 al 14.02.09 per 125 dipendenti e dal 16 al 28.02.09 per 75 dipendenti

Ponte/Ambivere

210

130

Cassa integrazione speciale dal 12.01.09 per 12 mesi

Brembilla

200

170

Cassa ordinaria fino al 8.05.09

Gildemeister Spa

Brembate Sopra

320

200

“” per 13 settimane 4 giorni alla settimana per 200 dip. e un giorno/settimana per tutti dal 12.01.09

Indesit Company Spa

Brembate Sopra

456

456

Cassa ordinaria per 8 settimane dal 9.02.09

Mapello

250

250

Cassa integrazione speciale fino al luglio 09 e mobilità volontaria

Valbrembo

1024

1024

Cassa ordinaria dal 2.03.09 al 18.04.09 ad orario ridotto

Promatech

Colzate/Casnigo/Vilminore

720

410

Cassa straordinaria dal 22.12.08 al 21.12.09

Robur Spa

Zingonia

175

160

Cassa ordinaria per 13 settimane dal 12.01.09

Rono Spa

Almenno S. Bartolomeo

158

158

Cassa ordinaria per 8 settimane dal 2.02.09

Treviglio

1400

1000

Cassa ordinaria per 3 settimane (rep. motori 2 settimane a febbraio)

Parre

240

230

Cassa ordinaria per 13 settimane 32 ore dal 16.02.09 al 27.03.09 e 24 ore dal 30.03.09 al 15.05.09

Siac

Pontirolo

570

400

Cassa straordinaria per 24 mesi

Tenaris Dalmine

Dalmine

2400

190

Cassa ordinaria per13 settimane dal 26.01.09 per 180 operai e 10 impiegati

Toora

S. Paolo D'Argon

180

180

Cassa straordinaria per 12 mesi dal

Valbrem

Lenna/Presezzo

165

165

Cassa straordinaria per 12 mesi da fine luglio 08

Brembo (Sett. Auto) Brembo (Fond. alluminio) Colombo Design Srl

Fond. Pilenga Baldassarre Fonderie Mazzucconi Mario Gervasoni Spa

Jabil N&W Global Vending

Same Scame Parre Spa

Fonte: Fiom Bergamo

25


Grandi manovre Articolo di Luca Bilotta

Carlo Pesenti, consigliere delegato d'Italcementi

Carlo Pesenti: "Italcementi e Ciments Franรงais, una fusione storica" 26


L'incorporazione della controllata francese porta per la prima volta Italmobiliare - holding del gruppo Pesenti - a perdere il controllo assoluto del capitale Italcementi, scendendo dal 61,6% al 47%

Ospite del Rotaract Club Bergamo, il consigliere delegato Italcementi ha tracciato le linee future del gruppo: "E' un passaggio storico per la nostra famiglia, ma necessario. Ci permette, infatti, di fare un salto di qualità senza intaccare risorse economiche del gruppo in un momento non facile per l'economia"

na chiaccherata informale d'economia, per tracciare le linee guida - in un periodo non facile per l'economia italiana ed internazionale - di uno dei gruppi industriali più importanti nel mondo. E' stata questa la tematica dell'incontro fra Carlo Pesenti, consigliere delegato d'Italcementi, e il Rotaract Bergamo, lo storico club bergamasco per giovani dai 18 ai 30 anni, all'Hotel Excelsior San Marco di Bergamo. Una cena a base d'economia, in cui è stata presentata agli invitati -nelle sale del ristorante Colonna - l'incorporazione della controllata Ciments Français con il quinto gruppo al mondo produttore di cemento, appunto la bergamasca Italcementi Group. Un passaggio, se vogliamo, storico: con questa mossa, infatti, Italmobiliare - holding del gruppo Pesenti - ha perso il controllo assoluto del capitale Italcementi, scendendo dal 61,6% al 47% (al netto delle azioni proprie). "Scendere sotto la soglia del 50% - ha commentato Carlo Pesenti nel corso della serata - è un segnale forte, che fa capire realmente quanto crediamo in questo progetto. E' un passaggio storico per la nostra famiglia, ma necessario. Ci permette, infatti, di fare un salto di qualità senza intaccare risorse economiche del gruppo in un momento non facile per l'economia mondiale. Anche se sulla carta non è un acquisto, ma uno scambio senza denaro, in ogni caso Italmobiliare ha messo mano al proprio patrimonio - accettando la riduzione della quota -, per potenziare un gruppo italiano. Tutto questo per un semplice motivo: la fusione riduce la complessità della governance e ci consentirà velocità di gestione e maggiore controllo dei rischi aziendali". Ovvio, la scelta di perdere il controllo assoluto del capitale Italcementi è stato difficile da far digerire alla famiglia. “Se cercheremo di riprenderne il controllo? Tecnicamente l'operazione è possibile. Quando e

U

27


come non posso ancora dirlo, molto dipenderà dal mercato del cemento. Le costruzioni, del resto, potrebbero essere il settore che per primo beneficerà dei provvedimenti per le infrastrutture. Quindi non possiamo escludere a priori una mossa simile". Intanto una certezza c'è: Ciments Français non lascerà Parigi: "Abbiamo deciso di non smobilitare la sede, bensì di rafforzarla. Credo che il successo di Ciments Français, ottenuto in questi anni, sia dovuto proprio dalla posizione strategica in cui opera. Anzi, abbiamo in previsione un ulteriore potenziamento. Anche dal punto di vista dei dipendenti, nessun taglio se non marginale". Si risolve così l'equivoco di una controllata più presente sul mercato internazionale della controllante. Una scelta che però stride nei tempi d'attuazione: dal 1992 ad oggi, di tempo utile ne è passato. Non si capisce perché proprio adesso si sia chiuso il cerchio, quando il quadro congiunturale non si può definire dei migliori. "Era da tempo che volevamo chiudere l'operazione - spiega sempre Pesenti -, ma solo due mesi fa la Francia ha emanato i regolamenti sulle fusioni transfrontaliere ed è stata colta l'occasione per un'operazione finanziaria al servizio dello sviluppo industriale. Possiamo fregiarci del titolo di primi della "classe", ovvero essere il primo gruppo italiano ad aver applicato questa normativa". Una scelta tattica che rafforza ulteriormente il gruppo dal punto di vista patrimoniale. In base alla situazione a settembre - i dati 2008 saranno resi noti in questo mese di marzo - nel bilancio ci sarà un passaggio dal patrimonio di terzi al patrimonio di gruppo di 500 milioni di euro. Inoltre l'operazione comporterà l'emissione di 54 milioni di nuove azioni Italcementi per la conversione dei titoli Ciments Français dei soci di minoranza. Un'operazione che, però, come fatto notare da alcuni soci Rotaract presenti alla serata conviviale, non ha sortito effetti sperati in chiave borsistica. Alla Borsa di Parigi, infatti, le quotazioni legate a Ciments Français nel giorno dell'annuncio dell'accordo sono scese del 12%. "Finora vi ho raccontato la parte positiva - sorride Pesenti -. A parte gli scherzi, la verità è che gli investitori di Ciments Français erano stati lunghi sul titolo in previsione di un'operazione per cassa, che poi non è avvenuta. Noi proponendo, in-

vece, una soluzione "carta contro carta" abbiamo generato un clima di sfiducia annullando quelle che erano le previsioni degli analisti. In realtà, analizzando con attenzione questa scelta, possiamo preventivare benefici nel giro di poco tempo. L'obiettivo, infatti, è spiegare agli investitori, anche quelli scontenti, quanto sia importante questo accordo in termini d'appeal finanziario". Non poteva mancare, inoltre, un accenno sul periodo economico non facile, in cui l'industria italiana sta navigando. "Gli imprenditori non devono stare fermi. Devono agire, ovviamente sempre con attenzione. L'unico modo positivo per uscire dalla crisi è credere nella bontà del proprio lavoro, studiando nuovi prodotti e nuovi mercati. Stare congelati non serve a nulla, solo ad allungare l'agonia. Se sono preoccupato? No, anche se il nostro centro studi ha pronosticato un periodo nero almeno fino a novembre. Del resto le crisi spesso portano a processi di consolidamento, come era avvenuto anche nei primi anni Novanta. E proprio in questo scenario guardiamo con serenità ai paesi emergenti: noi abbiamo sempre creduto nella strategia di diversificazione geografica e questa potrebbe rivelarsi l'arma vincente. Solo loro, infatti, in questo periodo difficile sembrano resistere in positivo all'empasse economica". La serata si è conclusa con la presentazione del Codice Antimafia, introdotto all'interno della governance Italcementi a partire dal 2007. "Partendo da esperienze personali di cronaca ha concluso Pesenti - di cui tutti siamo a conoscenza, abbiamo sviluppato delle procedure utili ad operare nei territori a rischio. Per farlo ci siamo fatti aiutare dal nostro legale, oltre che da tre esperti in materie differenti: l'ex procuratore nazionale antimafia Piero Luigi Vigna, Donato Masciandaro - economista e docente all'università Bocconi di Milano , e l'avvocato palermitano Fiannaca. Sono stati proprio loro a redarre un codice etico-gestionale, che attuandolo evita di venire a contatto con aziende o realtà industriali a rischio. Una novità che a lungo termine ci farà guadagnare in credibilità e qualità, e che speriamo possa essere adottata anche da altre realtà industriali italiane. Positiva - ha concluso Pesenti - è stata la disponibilità dello Stato, la collaborazione in questo campo ci ha davvero gratificati".

"Era da tempo che sognavamo quest'operazione, ma solo due mesi fa la Francia ha emanato i regolamenti sulle fusioni transfrontaliere ed è stata colta l'occasione per un'operazione finanziaria al servizio dello sviluppo industriale" 28



Aziende&Amministrazione

Cara burocrazia, ma quanto ci costi La zavorra burocratica impedisce alle PMI d'esprimere tutto il loro potenziale Nel 2008 si è tradotto in una lunga serie di rinunce: blocco delle assunzioni, minori progetti d'innovazione e zero investimenti nella ricerca

ppesantite, aggravate, oberate e tartassate. Lasciando da parte la poesia degli stati d'animo questi sono gli effetti della burocrazia sulle piccole e medie imprese italiane. E' quello che si evince da un' indagine realizzata da Confcommercio su scartoffie e PMI. Non si tratta più di far buon viso a cattivo gioco perché questa medaglia ha una sola faccia e per di più tutta tirata. Dato - oramai - per assodato e fisiologico che le troppe carte fanno crescere i costi delle imprese e nel contempo ne riducono competitività ed efficienza, a questo adesso, si aggiunge un lungo elenco di rinunce, su tutte l'impossibilità di assumere nuovo personale. A causa della complessità e della lunghezza dei tempi per gli adempimenti amministrativi il 30.8% delle imprese, pari quasi ad un terzo del totale, ha rinunciato nel 2008 ad assumere nuovo personale; il 26.6% ha abbandonato progetti di innovazione aziendale; nessun investimento per un quarto delle imprese e 17 PMI su 100 hanno messo nel cassetto progetti di ricerca. I numeri crescono significativamente al sud dove quasi la metà delle imprese ha sacrificato nuovi posti di lavoro proprio a cause delle scartoffie.

A

30


Costi - Se volessimo quantificare il costo della burocrazia più della metà delle aziende, lo scorso anno, ha speso una quota compresa tra lo 0.1% e l'1.4% dei ricavi in adempimenti amministrativi. Quasi 40 aziende su 100 hanno dovuto affrontare costi pari a 1.5% delle entrate mentre solo il 3.7% non ha sostenuto costi. Sono dati che tengono conto della differenza tra valori dell'espletamento delle prassi informative e quelli relativi all'oggetto stesso dell'adempimento amministrativo. Per capirci: una cosa sono le spese sostenute per la compilazione di un modulo da presentare alla pubblica amministrazione per il pagamento del tributo e altro è l'importo del tributo in se stesso, la tassa nuda e cruda. I numeri che presentiamo tengono in considerazione solo le prime. Tempi - Se è vero che il tempo è denaro, gli imprenditori italiani "spendono" 360 ore annue per pagare imposte e tributi, suddivisi in 15 diversi versamenti. Verrebbe da dire "scialacquano", se consideriamo che la media Ocse è di 203 ore. E così l'impegno economico và di pari passo con tempi e modi per espletare le pratiche. Per far fronte agli impegni burocratici e amministrativi della pubblica amministrazione, infatti, un quinto delle picco-

le medie imprese italiane ha dovuto impegnare, lo scorso anno, una persona per due giorni ogni mese. Secondo una logica strettamente imprenditoriale, nell'arco dell'intero anno lavorativo il dipendente ha lavorato, in media, un mese "per" lo Stato. Questo è il dato "migliore", perchè quasi un terzo delle imprese ha impegnato una persona per tre/quattro giorni al mese mentre 13 su 100 hanno dovuto sacrificare cinque, fino a toccare le sei giornate per persona. Sempre con gli occhi di un imprenditore, tutto ciò significa che per almeno uno dei suoi dipendenti, ogni mese - propriamente lavorativo - si accorcia fino a diventare di tre settimane perché, puntualmente, per sette giorni è votato agli adempimenti amministrativi. Il panorama è completo, esaustivo e non lascia spazio a repliche quando si prende in considerazione anche il resto delle imprese. Sono oltre 40 su 100 quelle costrette a mobilitare una persone per più di sei giorni per far fronte alle pastoie burocratiche. Temi - Della burocrazia si può dire tutto tranne che non sia democratica, perché gli adempimenti pesano su tutti i settori nei quali operano le PMI italiane e non lascia zone franche. Si fanno sentire soprattutto sulle imprese che operano nel campo dei ser-

I costi per gli adempimenti burocratici impattano, in media, tra l' 1% e l'1.4% sui ricavi delle imprese. Sono il Fisco e la sicurezza gli ambiti più gravosi

31


vizi e quelle residenti nelle regioni del Nord-Est tanto che il 94% delle imprese, quasi la totalità, li ritiene molto gravosi. E' opportuno ricordare che molte volte per espletare una singola pratica sono necessari molti adempimenti amministrativi. Pesano soprattutto quelli legati al fisco che rappresentano una vera e propria zavorra per 92 aziende su 100. Gravano in modo piuttosto accentuato sulle microimprese, da quelle iscritte all'Albo delle imprese artigiane a quelle legate al mondo dei servizi. Anche la macchina burocratica in tema della sicurezza non è ancora ben oliata. Tutte le norme e le relative pratiche per la sicurezza sul posto di lavoro, fatta salva la sua imprescindibile necessità, nella pratica quotidiana

sono vissute come gravose da più di un terzo delle aziende. A segnalarlo sono le piccole e medie imprese che operano nel settore industriale dislocate nelle regioni del Nord Ovest e del Nord Est. Macchinose, infine, anche tutte le pratiche inerenti al personale per le industrie residenti nelle regioni del centro e Sud Italia. Luoghi - Questo quadro generale ci permette di entrare negli uffici amministrativi delle PMI italiane e capire come si sono organizzate per fronteggiare tutta questa mole d'adempimenti. Due aziende su 100 mettono a disposizione più di 10 addetti per il disbrigo delle pratiche. Considerando il resto delle imprese, una metà gli dedica un addetto, mentre l'altra metà impiega tra i due e i dieci dipendenti. Un terzo delle aziende ha allestito un ufficio che si occupa dell'adempimento delle pratiche e scadenze amministrative, mentre due terzi si avvale di collaboratori e professionisti esterni. Quasi una impresa su due si è dotata di appositi strumenti informatici. Conclusioni - Così, il costo della burocrazia impedisce a 57 aziende su 100 di raggiungere la mission per la quale si sono costituite, mentre l'altra metà deve "richiamare" il proprio personale alle mansioni per cui è stato assunto. Dover ricorrere a personale esterno alla struttura aziendale costituisce un vero e proprio impeachment - impedimento - per il 41% delle imprese. Allestire un apposito ufficio e dotarsi di sistemi informatici specifici grava in tono minore perché sono ritenuti investimenti che si sarebbero dovuti mettere in agenda, in tutti i casi, per assicurare anche lo svolgimento di altre attività più legate a dinamiche propriamente lavorative. La speranza è che quello che non riesce a fare l'Italia possa farlo l'Unione Europea, rispettando l'intendimento di ridurre del 25% gli oneri per gli imprenditori entro il 2012.

La metà delle imprese impiega tra i due e i dieci addetti per il disbrigo delle pratiche amminstrative e un terzo delle PMI dispone di un ufficio apposito

32



eggere la legge

L

Rubrica a cura dell'avv. Marco Amorese

La scheda Marco Amorese ha conseguito un LL.M. presso la Harvard Law School ed un Dottorato di ricerca in diritto commerciale presso l'Università degli Studi di Brescia. È ammesso all'esercizio della professione forense in Italia e a New York.

Le PMI sbarcano in Borsa, con l'esordio di AIM Italia Il nuovo mercato per le piccole e medie realtà ad alto potenziale di crescita segna un forte cambiamento negli scenari industriali Si affaccia una nuova possibilità di finanziamento

l giusto equilibrio, per un'impresa, tra debt e equity, ovvero tra debito e capitale di rischio è stato ed è oggetto di accese discussioni in finanza aziendale. Il dibattito si incentra generalmente sul diverso effetto fiscale del debito e sulla maggiore capacità di controllo di determinati investitori sofisticati (come, ad es. le banche) sulle attività industriali. Ovviamente, il tema è complesso ed ha sfumature che, per ragioni di spazio, non possono essere affrontate in questa rubrica. Piuttosto, è importante notare che, per anni, detta discussione non ha riguardato la stragrande maggioranza delle imprese italiane. Infatti, per le Piccole e Medie Imprese italiane l'unica ragionevole possibilità di finanziamento era il ricorso al sistema bancario. Solo negli ultimi anni, si è sviluppato un limitato mercato alimentato dai fondi di private equity o da sistemi multilaterali di negoziazione come il Mercato alternativo dei capitali, ma, nella sostanza, il ricorso al sistema di finanziamento tradizionale è rimasta l'unica vera opzione offerta alle imprese italiane. Borsa Italiana, riprendendo

I 34

un modello portato al successo dalla London Stock Exchange e nell'ottica dell'integrazione dei due mercati, si propone di porre rimedio a questa carenza lanciando AIM Italia, il mercato borsistico dedicato alle piccole e medie imprese con alto potenziale di crescita che costituisce un'opportunità per imprese ed investitori interessate a nuove strategie di investimento. La struttura del nuovo mercato - AIM Italia è un sistema multilaterale di negoziazione che viene regolato direttamente da Borsa Italiana, la società di gestione del mercato. Trattandosi di un mercato exchange regulated (regolato, cioè, direttamente dalla società di gestione), alcuni degli obblighi normalmente richiesti per l'ammissione nei mercati regolamentati, sono semplificati. AIM è retta principalmente da due regolamenti che perseguono una semplificazione del processo di quotazione e degli obblighi informativi continuativi. Il primo regolamento è dedicato agli emittenti; il secondo è indirizzato ai nominated advisers (Nomad). Vale la pena di analizzare breve-


mente quali siano i principi posti dai regolamenti menzionati. Per quanto riguarda il processo di ammissione, non è necessaria, salvi casi particolari, la redazione del prospetto informativo per l'ammissione al mercato bensì un documento di ammissione, il cui contenuto, pur riprendendo il modello tracciato dalla direttiva prospetti, è semplificato. I requisiti di ammissione sono molto flessibili: infatti, contrariamente a quanto previsto in altri mercati regolamentati, non sono richiesti minimi, né in termini di capitale, né in termini di flottante. Inoltre, non sono previste strutture di corporate governance particolari. Il giudizio di idoneità circa l'ammissione all'AIM è demandato, infatti, al Nomad. Pertanto, ai fini dell'ammissione, la società deve procedere alla nomina del nominated adviser e, una volta ammessa, deve mantenere in via continuativa un nominated adviser. Per la fase post-ammissione, permangono alcuni stringenti obblighi di informazione al mercato. Tuttavia, sono attenuati gli obblighi informativi periodici: non vi è, infatti, l'obbligo di depositare alcun resoconto trimestrale. Il regolamento emittenti prevede che, successivamente alla quotazione, gli unici documenti di gestione che devono essere pubblicati siano il bilancio annuale e la relazione semestrale, i quali dovranno essere redatti secondo i principi contabili internazionali. Permane, invece, la necessità di informare il mercato degli eventi price sensitive, delle operazioni significative e delle operazioni con le parti correlate. Vi è, inoltre, l'obbligo di comunicare senza indugio una serie di informazioni ritenute importanti che sono specificatamente elencate nel regolamento emittenti. Infine, è previsto che le informazioni di cui è richiesta la comunicazione al pubblico unitamente ad una serie di altre informazioni, come ad esempio lo statuto o il bilancio, siano pubblicate in una sezione del sito web della

società ammessa alle negoziazioni sul mercato AIM. Il sistema di mercato è fondato su un ruolo particolarmente attivo svolto dai Nomad (Nominated advisers) che hanno l'obbligo di svolgere la due diligence iniziale necessaria per l'ammissione al mercato e di seguire la società quotata nel corso del periodo di quotazione. In particolare, il Nomad è responsabile nei confronti di Borsa italiana dell'appropriatezza dell'emittente che richiede l'ammissione e dell'emittente già ammesso di cui diventi, in corso d'opera, nominated adviser. Inoltre, il Nomad è responsabile dell'attività di assistenza dell'emittente nel rispetto del regolamento emittenti e del regolamento Nomad. Possono diventare Nomad le società di capitali o le associazioni professionali note al mercato e con adeguata professionalità: esse devono avere un'adeguata esperienza nel fornire consulenza professionale in operazioni di corporate finance, o avere dei key executives di elevata esperienza specifica. La scelta di quotarsi - AIM Italia costituisce un interessante piattaforma che dovrebbe consentire al mercato di selezionare le realtà industriali più innovative. Per Borsa italiana, AIM costituisce la scommessa di andare a intercettare uno dei segmenti di mercato più promettenti dell'economia italiana: le piccole e medie imprese. Per gli imprenditori, esso dovrebbe costituire una modalità alternativa per ottenere capitale di rischio. Inoltre, la scelta di aderire ad un mercato regolamentato potrebbe essere un tassello nei loro progetti di crescita ed un importante elemento per contribuire ad incrementare la loro visibilità e reputazione commerciale. Tuttavia, l'ammissione alle negoziazioni dovrebbe essere attentamente ponderata, perchè ovviamente comporta dei costi in termini di oneri organizzativi,

Attività pre-quotazione 24-12 mesi prima

12-6 mesi

6 mesi

Definizione di un piano industriale credibile

Individuazione ed effettuazione di eventuali riorganizzazioni societarie necessarie od opportune

Conferma del piano industriale e delle relative esigenze di finanziamento

Quantificazione ipotetica delle risorse finanziarie da raccogliere in quotazione

Modifiche al sistema di controllo di gestione

Deliberazione della quotazione

Quantificazione ipotetica delle esigenze di monetizzazione degli stockholders esistenti

Coinvolgimento della squadra di comando nel progetto di quotazione

Nomina del Nomad e degli altri consulenti

Certificazione degli ultimi tre bilanci (anche con efficacia retroattiva)

Selezione dei consulenti adatti

Individuazione della più idonea struttura societaria

Contatto con il relationship manager

35


E' un sistema multilaterale di negoziazione che viene regolato direttamente da Borsa Italiana, la società di gestione del mercato. Trattandosi di un mercato exchange regulated, alcuni degli obblighi normalmente richiesti per l'ammissione nei mercati regolamentati, sono semplificati economici ed amministrativi. Infatti, il processo di ammissione alla negoziazione dovrebbe essere preceduto da una serie rilevante di valutazioni che consentano di individuare la struttura di gestione sociale più adatta. Inoltre, prima della quotazione, dovrebbe essere messo a punto il piano industriale ed il perimetro di attività che si intende finanziare. Infine, bisogna mettere in atto quelle modifiche della struttura societaria che consentano un proficuo cammino verso l'ammissione al mercato. La struttura organizzativa della società va rimodulata in modo da assicurare che vi siano procedure e risorse idonee al rispetto del regolamento emittenti, sia in termini di flussi informativi sia in termini di rapporti con gli altri operatori. Infine, va con-

siderata la necessità di intrattenere un rapporto stabile sia con il Nomad sia con lo Specialista che deve garantire la liquidità del titolo quotato. Va poi considerato che la diffusione dei titoli azionari aumenta le responsabilità in capo agli amministratori ed alla società i quali dovranno evitare distorsioni e abusi di mercato. Questa serie di considerazioni rende pertanto indubbiamente necessaria un'attenta valutazione di opportunità quando l'imprenditore si trovi nella situazione di dovere decidere quale sia il metodo di finanziamento migliore per determinati progetti di crescita. L'ammissione sul nuovo mercato lanciato da Borsa Italiana si pone però certamente come una novità di grande interesse da prendere in seria considerazione.

Studio Legale Amorese www.amorese.eu Bergamo Via Zelasco, 18 24122 Bergamo Tel. +39 035 212175 Fax +39 035 271110

36

London 10 Ironmonger Lane London, EC2V 8EY United Kingdom Tel +44 207 778 0710 Fax +44 871 221 4574



Tracolli finanziari Articolo di Livio Casanova Foto di Giorgio Chiesa

DA SINISTRA Il professore Riccardo Leone docente di Economia del Lavoro e di Economia dell’Innovazione, con il dottor Giuseppe Parigi titolare della Divisione Analisi della congiuntura della Banca d'Italia

38


La crisi economica? Tutta colpa dei "Ninja" Acronimo di "No Income No Jobs or Assets" Tutto inizia da questi mutui erogati dalle banche a persone, senza verificarne il reddito, il possesso di un posto di lavoro o attività a garanzia delle richieste

l centro del seminario che si è tenuto in Via Caniana a Bergamo, lo scorso 9 febbraio, c'è stato il tema: "Tracolli finanziari, profonda recessione e crisi strutturale dell'economia mondiale: quale prospettive per l'Italia, la Lombardia e Bergamo? Quali politiche d' innovazione per uscire da questa situazione?". Domande chiare, le risposte un po' meno, ma noi pazienteremo ancora qualche mese perchè le soluzioni, magari, arriveranno proprio dagli studenti che vi hanno preso parte. Si è aperto, così, con una lezione sui generis, il corso 2009/2010 di "Economia dell'Innovazione Avanzata" tenuto dal professor Riccardo Leone. Aperta a tutti (non solo agli universitari) e condotta con un linguaggio e un lessico familiare, ha ospitato il dottor Giuseppe Parigi - titolare della Divisione Analisi della congiuntura della Banca d'Italia, il dottor Enzo Rodeschini - vice direttore di Unioncamere Lombardia - e il dottor Stefano Cofini della Commissione Università. L'occasione è stata importante per capire cosa sia (veramente) successo all'economia mondiale e

A

gli scenari futuri che ci attendono. Un grande merito va riconosciuto al dottor Parigi: lasciare a Roma, nelle stanze della Banca d'Italia, il "burocratese" (la lingua astrusa usata nei comunicati ufficiali) per rendere comprensibile a tutti i fatti e dare un ordine logico a questa crisi non era facile. Proviamo così a sbrogliarne la matassa. La prima cosa certa e sotto gli occhi di economisti e politici, di chi doveva prendere decisioni, erano i segnali di forti e persistenti squilibri macroeconomici legati (soprattutto negli ultimi quattro/cinque anni) agli sviluppi tumultuosi dei mercati finanziari. Squilibri Macroecomici - Tumulti legati ad una serie di paesi, quelli dell'Opec, la Cina e il Giappone e alcune nazioni dell'Asia e dell'Europa che si caratterizzavano per un surplus di partite correnti molto forti. In altre parole, avevano nel cassetto o sotto i materassi molti soldi. Accanto a questo c'era il forte deficit di paesi come gli Stati Uniti, il Regno unito e qualche altra nazione europea. Da una parte, quindi, un forte surplus e dall'altra un forte deficit.

Viaggio nel crollo dell'economia mondiale grazie al seminario realizzato dall'Università di Bergamo "Tracolli finanziari, profonda recessione e crisi strutturale dell'economia mondiale: quale prospettive per l'Italia, la Lombardia e Bergamo?" 39


Squilibri e tassi - Si sono così generati una serie di movimenti a livello internazionale abbastanza classici. L'accumulo di avanzi, portando un eccesso di risparmio ha gettato le basi per tornare a reinvestire. In una situazione (di mercato) normale questa "eccessività" porta ad un apprezzamento del cambio e tutto si riequilibra, ma nei paesi come la Cina e il Giappone il cambio è stato mantenuto (artificialmente) fisso, per garantire competitività alle loro produzioni. Questo cosa ha generato? Un ulteriore incremento delle riserve e una fortissima domanda di titoli a bassissimo rischio (Titoli di stato, US o UK), portando ad un abbassamento dei tassi ai più bassi livelli storici. E siamo ancora nel gennaio 2004.

Le montagne russe della ripresa Confrontiamo le precedenti crisi (1929 e 1974-75) con la situazione attuale: quale sarà lo scenario? Provate a idealizzare la fine del black-out utte le previsioni si basano su quello che è successo nel passato. Si vanno a stimare le correlazioni passate rapportandole sul futuro, con le variazioni esogene (es. prezzo del petrolio). Matita alla mano, partendo dal grafico n° 1 proviamo a immaginare come si evolverà la crisi. Abbiamo fatto “100”, l'ultimo punto più alto prima del crollo e adesso, come si vede la pendenza è bella ripida. Disegniamo l'andamento della linea, con i tutti i

suoi picchi per prevedere quando ne usciremo. Confrontiamola con una recessione molto simile a questa, grafica n° 2, quella del 74/75. Se dovesse andare a finire come nel 74 e 75 prima di raggiungere il minimo ci vorrebbero più di 12 mesi. Soffriamo ancora un anno e poi si ricomincia a crescere. Facendo tutte le dovute distinzioni (es. produzione industriale). Se dovesse essere come la crisi del 29, grafico n° 3, ci aspeterebbero due anni difficilissimi.

T

1 - L’attuale fase di recessione Situazione della produzione industriale 110.0 100.0 90.0 80.0

da aprile 2008

70.0 60.0 50.0 1

4

7

10

13

16

19

Mesi a partire dal primo mese di calo dell’indice

40

22

25

28

31

34

37

40

La bolla immobiliare - In America, ma anche in Gran Bretagna e in Spagna, i tassi di interesse praticamente nulli, legati a forme di innovazione finanziaria, hanno determinato una fortissima domanda di case. Sono state emendate delle norme di regolamentazione del mercato che hanno favorito l'indebitamento delle famiglie e la crescita di mutuari (anche quelli più rischiosi). C'è stata, quindi, una forte domanda di case e di attività immobiliare favorita da disponibilità di liquidità e da tassi molto bassi. Sviluppi finanziari - Quando i tassi d'interesse scendono ai minimi (questo è il caso), la possibilità di avere rendimenti interessanti si fa molto bassa, allora le società finanziarie si inventano "le peggior cose" pur di portare a casa profitti e rendite. È un concetto vecchio come l'attività bancaria. Si assiste ad una crescita esplosiva di strumenti creditizi basati sulla cartolarizzazione (securitization). Ne sveliamo il trucco: si prendono una serie di crediti che le banche vantano nei confronti dei clienti, si impacchettano tutti insieme e si creano dei titoli che poi vengono piazzati e venduti sul mercato. Questo è un nuovo modello d’intermediazione creditizia per cui si sposta il rischio dalla singola banca agli investitori finali (originate and distribute). Le banche, da un lato si liberavano di questi crediti e del rischio connesso (vale la regola: un po' per uno non fa male a nessuno) e dall'altra aumentavano i loro profitti. Sempre le banche trasformano (tecnicamente) i crediti, soprattutto mutui, in titoli "strutturati", ceduti sul mercato, poi, a terzi investitori che si rive-


lano essere, alla fine, le banche stesse. Ma gli "strutturati" sono rischiosi e opachi ("financial weapons of mass destruction"). In America si assiste così all'esplosione di questi titoli. Conflitti d’interessi - Entrano in gioco le agenzie di rating, o meglio, sarebbero dovute intervenire loro per dare la misura del rischio, ma sono le prime ad investire su questi prodotti. Un conflitto d’interessi pazzesco. Per inciso: chi acquista non conosce il rischio dei titoli. Proprio le banche (ordinarie, d'affari, d'investimento) sono fra gli agenti più attivi in questi mercati. E del principio che voleva che questo mercato si rivolgesse ad investitore terzi? Semplicemente violato. Per far bene questo mestiere e non avere scocciature con gli organi di vigilanza, le banche creano soggetti terzi specializzati in questo tipo di attività. Fuori bilancio, naturalmente. Se le avessero messe in bilancio avrebbero dovuto coprire (il rischio) con aumenti di capitale. Tagliando corto, alla fine il rischio è rimasto in seno a chi lo aveva generato. Negli Stati Uniti cresce a dismisura il peso del mercato finanziario, ma quando va in crisi, quando sparisce, le banche non possono far finta di niente. Hanno dovuto riprendersi questi titoli in bilancio, ma senza più capitale, per far fronte alle perdite ingenti che i soggetti avevano generato. Scoppia la crisi - Ci prova "Il grande maestro" Greenspan a sgonfiare pian piano la bolla, aumentando i tassi 25 punti base alla volta. All'inizio nessuno se ne accorge. Nessuno fino a quando la politica monetaria reagisce al "surriscaldamento dell'economia e all'aumento dell'inflazione". Tutto si ferma e la disoccupazione aumenta.

2 - Confronti con il passato/1974-75 Le fasi recessive della produzione industriale 110.0 100.0 90.0 da gennaio 1974

80.0 da aprile 2008

70.0 60.0 maggio 1975

agosto 1975

50.0 1

4

7

10

13

16

19

22

25

28

31

34

37

40

Mesi a partire dal primo mese di calo dell’indice

3 - Confronti con il passato/1929 Le fasi recessive della produzione industriale 110.0 100.0 90.0 da settembre 1929

80.0

da gennaio 1974 da aprile 2008

70.0 60.0 maggio 1975

giugno 1932

agosto 1975

50.0 1

4

7

10

13

16

19

22

25

28

31

34

37

40

Mesi a partire dal primo mese di calo dell’indice

Scoppia la bolla immobiliare - Emerge il marciume che c'era dietro questo sviluppo così forte dei mercati finanziari. Crescono le insolvenze delle famiglie soprattutto nel comparto "subprime", mutui fatti a persona senza reddito o con pochissimo reddito che non avrebbero mai ottenuto una lira da una qualsiasi banca che fa per bene il suo mestiere. Colpevoli i mutui "Ninja" acronimo di: "No Income No Jobs or Assets", cioè dati senza verificare reddito, possesso di posto di lavoro o attività a garanzia. La crisi è partita da lì, per le sue interconnessioni sistemiche. E così tutti di corsa a vendere e il

Il trucco della cartolarizzazione: si prendono una serie di crediti che le banche vantano, s’impacchettano tutti insieme e si creano dei titoli da mettere sul mercato 41


A DESTRA Il dottor Giuseppe Parigi titolare della Divisione Analisi della congiuntura della Banca d'Italia

sistema è crollato. Da qui cala la fiducia nelle banche perché fortemente indebitate, salgono i timori di insolvenza dei clienti bancari (non più solo i subprime) e le incertezze sulla qualità dei titoli in portafoglio. Crisi bancarie - Due grosse crisi. Nel settembre 2007 la Northern Rock e nel marzo 2008 Bear Stearns. Le tensioni si estendono all'intero sistema finanziario, a livello internazionale. Per le banche europee è terrore allo stato brado perché le connessioni con le banche inglesi e americane erano altissime. Crollano i prezzi azionari sia in Europa che negli Stati Uniti, cadono i prezzi degli immobili e cominciano i casi di illiquidità/insolvenza di fondi, assicurazioni. Le banche centrali intervengono offrendo liquidità e tagliando i tassi, ma questo significa "andare a spingere il cavallo con la corda", cosa impossibile. Tutto il mercato interbancario si blocca. L'Economia reale - Lo sgonfiamento della bolla immobiliare provoca un crollo degli investimenti negli Stati Uniti. Il calo dei prezzi delle case si traduce in un impoverimento delle famiglie americane che reagiscono comprimendo i consumi. Cala la domanda e iniziano a diminuire anche gli investimenti produttivi. Nel corso della seconda metà del 2007 e la prima metà del 2008 si diffonde l'idea che questa crisi fosse soprattutto americana, sembrava che l'economia europea non ne risentisse. Arriva il fallimento della Lehman Brothers, era il 15 settembre 2008. L'attività internazionale - Tutto si ferma. Da occidentale che era, diventa internazionale: una recessione globale. Il fon42

do monetario prima è partito con una stima di perdite di 1.000 miliardi di dollari, poi rivisto a 1.500 - 1.800 miliardi di dollari, adesso siamo a 2.200 miliardi di dollari, meno di un terzo di queste perdite è stato compensato con un aumento di capitale. Si blocca il commercio internazionale anche per la rarefazione del credito all'esportazione. L'attività produttiva subisce una pesante battuta d'arresto e le tensioni sui prezzi delle materie prime rientrano rapidamente. Cala bruscamente l'inflazione al consumo (1.5 in Italia, 1.1 nell'area dell'Euro, mentre al netto dell'energia è di poco sotto il 2%) e anche l'economia dell'area dell'euro entra, ufficialmente, in recessione. Il tasso di disoccupazione inizia a salire, soprattutto in Spagna, che ha un'economia basata sull'edilizia. Domino - Lungo e drammatico l'elenco delle conseguenze dei giorni nostri: crolla la fiducia delle imprese, la domanda gli ordini e quindi l'attività nell'industria. I consumatori rimandano le spese più consistenti (es. le automobili) scese ai livelli dei primi anni '80. Il grado di utilizzo degli impianti sta scendendo ai valori minimi storici. Il credito si ferma. Crollano gli investimenti delle imprese. Il mercato del lavoro risente pesantemente della crisi che si sta rapidamente portando ai picchi del 92/93. E per il futuro peggiorano le previsioni di crescita: in Italia non è mai successo che per tre anni di fila ci fosse un calo del Pil. Questo è il quadro, o meglio, il polittico. Adesso ognuno può provare ad abbozzare delle risposte alle domande dell'inizio, sperando che siano con-vincenti.



Nuove frontiere Articolo di Livio Casanova

L'UE punta il dito sulla fattura elettronica

a Commissione Europea ha schiacciato il tasto "Enter" per spingere tutti gli Stati membri ad adottare, con tempestività, la fattura elettronica. Questa misura rientra in un pacchetto di impegni volti a ridurre gli oneri amministrativi a carico delle piccole e medie imprese. Partendo dalla revisione della direttiva 2006/112, l'esecutivo europeo vuole promuovere e agevolare l'utilizzo della fattura elettronica, cancellandone gli ostacoli attuativi per equipararla in breve tempo a quella cartacea. Tra gli standard comuni è prevista l'archiviazione elettronica del documento, (anche se in origine è stata emessa in forma cartacea), e la fatturazione semplificata può scattare per importi fino a 200 euro. Infine, per gli Stati Ue, è prevista la possibilità di pagare l'Iva solo al momento in cui il documento è liquidato. "La

L 44


La normativa prevede per i documenti di pagamento l'intero ciclo digitalizzato: dall'emissione alla trasmissione, passando per la conservazione fino all'archiviazione finale

proposta - ha spiegato il vicepresidente della Commissione Ue, Gunter Verheugen - si colloca nel quadro degli obiettivi fissati dall'esecutivo europeo sul fronte della riduzione dei costi amministrativi per le imprese, che entro il 2010 dovrebbero calare del 25%". Il commissario Ue al Fisco, Laszlo Kovacs, concentrando l'attenzione sulle attuali discipline che regolano la fatturazione Iva ha sottolineato che sono "eccessivamente complicate e diverse da Paese a Paese, col risultato di caricare sulle imprese oneri ingiustificati e di facilitare le frodi". Bruxelles stima che l'adozione di queste misure possa "liberare le piccole e medie imprese da oneri burocratici inutili e superflui per renderle piÚ produttive". Il risparmio ipotizzato è di 30 miliardi di euro, piÚ della metà (18 miliardi) vengono proprio dalla semplificazione, armonizzazione e ammodernamento della normativa Iva. "Le fatture cartacee continua il commissario Ue - e quelle elettroniche avranno lo stesso valore",

Da quest'anno, nei rapporti di lavoro con la pubblica amministrazione le imprese sono tenute ad emettere solo fatture elettroniche 45


ma in tutti i casi il passaggio sarà graduale. In Italia, la Finanziaria 2009 ha previsto che, da quest'anno, nei rapporti di lavoro con la pubblica amministrazione le imprese siano tenute ad emettere solo fatture elettroniche. Già la maggior parte delle aziende emette documenti di pagamento in forma elettronica con specifici programmi gestionali. La fattura, poi, può essere stampata su carta e spedita al cliente o convertita in formato pdf e inviata tramite posta elettronica. In tutti i casi il processo di digitalizzazione si interrompe qui, ad essere elettronico è solo il mezzo di trasmissione perché la tappa finale è sempre la stampa e l'archiviazione in un faldone. Con la fatturazione elettronica, invece, l'intero ciclo è digitalizzato: emissione, trasmissione, conservazione e archiviazione. L'obiettivo della legge non è risparmiare sulla carta ma "dematerializzare" e favorire la circolazione d'informazioni tra sistemi informativi e per poter far questo è necessario che l'impresa apponga sul documento la sua firma digitale con un software strutturato secondo gli standard indicati nel decreto legislativo 52/2004. Per un effettivo risparmio di tempo e di denaro è necessario che la fattura viaggi on-line e sia conservata in un archivio elettronico. I tempi corrono e il motto latino "Verba volant, scripta manent" lascia il posto a "Scripta manent, pdf volant", una rivoluzione, prima di tutto, culturale perché significa abbandonare la lentezza cartacea del nero su bianco a cui siamo abituati, per la velocità dei file. Questo (che contiene la fattura) deve essere immodificabile, corredato da firma digitale e marca

Tutto il ciclo digitalizzato composto da fatturazione, postalizzazione e archiviazione taglierà le spese aziendali dell'80%

46

temporale che indichi data e ora di spedizione. Con un formato standard si deve riportare la denominazione sociale, la descrizione del bene o del servizio, la partita Iva e le altre informazioni necessarie. L'amministrazione deve essere in grado di ricevere e leggere le fatture, conservarle e archiviarle senza trasportarle su carta, rispettando criteri di reperibilità e integrità temporale. Nonostante la gradualità, questo passaggio non sarà indolore per le piccole e medie imprese. Dotarsi di sistemi che consentano la gestione delle fatture in formato elettronico non sarà una spesa da poco, sia in termini di software che di know-how, a fronte di un numero (iniziale) esiguo di fatture emesse. Ma si calcola che le aziende recupereranno l'investimento iniziale nel giro di 18-24 mesi, con una riduzione tra il 10 e il 15% all'anno delle spese gestionali. Questo sistema visto più come una complicazione che come una semplificazione produrrà benefici più marcati quando tutti lo useranno e i risparmi annunciati arriveranno quanto prima si costituirà una rete. Tutto il ciclo digitalizzato composto da fatturazione, postalizzazione e archiviazione taglierà le spese aziendali dell'80%, lasciando aperto il campo ad altri processi (amministrativi, contabili) di "dematerializzazione". Adesso le direttive europee dovranno essere recepite dagli stati membri della UE, l'approdo finale consentirà la fatturazione elettronica non solo tra imprese e pubblica amministrazione, ma tra tutte le PMI (tra loro) della Comunità europea. Non rimane altro che premere il tasto "Invio", pardon "Enter", siamo in Europa.



Il confronto Articolo di Livio Casanova Foto di Giorgio Chiesa

Il futuro si Lega al federalismo fiscale "Con il federalismo fiscale - sostiene Fieri, assessore al bilancio del comune di Modena - l'introduzione dei costi standard porterà, un comune di medie dimensioni, da una disponibilità di spesa di circa 58 miliardi a 40.6 miliardi" otta e risposta tra il leghista Daniele Belotti e il sindaco Bruni. Questo è stato l'epilogo della "VI assemblea nazionale degli enti locali che sperimentano pratiche partecipative", che Palazzo Frizzoni ha ospitato venerdì 13 e sabato 14 febbraio. Lunghissimo l'elenco dei dubbi avanzati dal consigliere comunale della Lega Nord: se la due giorni organizzata nella sala consiliare era un'Assemblea nazionale di enti locali o un congresso di Rifondazione Comunista; se il sindaco era a conoscenza della presenza, in questo convegno pagato con risorse comunali, esclusivamente di relatori militanti o vicini all'area della sinistra radicale; quante migliaia di euro è costata complessivamente l'organizzazione dell'assemblea; quanto dovremo ancora spendere di soldi pubblici per soddisfare gli equilibrismi del sindaco; perché nonostante l'impossibilità a partecipare per impegni istituzionali del ministro Calderoli fosse stata comunicata fin dal 6/2 gli organizzatori non hanno cercato un altro relatore in grado di relazionare sul progetto federalista sostenuto dall'attuale governo; se corrisponde al vero che i relatori nonostante la loro presunta ideologia proletaria sono stati ospitati, a spese del Comune, in un hotel a 4 stelle del centro cittadino. Non si è fatta attendere la risposta del sindaco che ha tolto dal cassetto la lettera di Roberto Calderoli: "Sicuro di poter essere presente alla prossima occasione. Vi auguro comunque un sicuro successo per la manifestazione e porgo i miei calorosi saluti". E' con queste parole che il ministro della Lega per la semplificazione normativa ha declinato l'invito per "impegni istituzionali". "Il ministro - precisa il sindaco - è stato molto cordiale, non ha rifiutato a prescindere come so-

B

48

stiene Belotti". Di seguito i numeri: 227 al primo giorno e 206 nel secondo, 11 università e 28 amministrazioni locali. Per le spese "Tutto in trasparenza - continua Bruni - Il comune ha sostenuto spese per 12.528 euro, non 100 mila come lascia intendere Belotti. Le critiche sono strumentali". "L'assemblea - conclude il primo cittadino - non è stata indetta dall'amministrazione, ma era nata dalla Rete Nuovo Municipio a cui il comune aderisce. Invitava enti che sperimentano la partecipazione, che evidentemente è più diffusa fra soggetti di un orientamento politico". Dopo questo sforzo di politically correct torniamo al merito della due giorni "Federalismo e territorio. Ripartiamo dai municipi" che ha visto la presenza di Luigi Nieri - assessore al Bilancio della Regione Lazio -, Giulio Marcon di Sbilanciamoci, Giorgio Ferraresi del Politecnico di Milano e Andrea Di Stefano, direttore della rivista "Valori". Lo scorso 22 gennaio è stato approvato al Senato il disegno di legge con delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione. "Sono due i passaggi su cui si gioca la partita - sostiene Francesco Raphael Frieri - assessore al bilancio del comune di Modena - la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni (per capirci, i diritti di cittadinanza come la salute, l'istruzione, etc.) e le competenze fra gli enti le funzioni fondamentali". Sul primo si gioca il compito di definire un concetto: i costi standard (che negli altri paesi non c'è) e i livelli essenziali delle prestazioni. Operazione difficile perché quanto più si riesce a definire i costi di certe prestazioni, tanto più si riesce a definire il peso della perequazione. "Perché i diritti si possono scrivere come più ci piace - sottolinea Frieri - ma se non ci sono i soldi per pagarli, ri-


Fieri: "Per la spesa sanitaria delle regioni sono previsti tagli tra gli 11 e i 16 miliardi di euro. La scelta dunque sarĂ tagliare alcuni servizi fondamentali o aumentare le tasse locali"

49


mangono solo parole. La domanda vera: quanto costano i diritti?". L'ultimo elemento che merita attenzione è "Il patto di stabilità interno" che tutti i paesi della comunità europea inevitabilmente devono rispettare. Si tratta di un controllo della finanza pubblica per evitare che qualcuno stampi della carta moneta facendola pagare agli altri. I primi passi del Federalismo sono stati fatti l'estate scorsa "quando Calderoli - ricorda Fieri - ha proposto un disegno di legge in cui si affermava che i tributi appartengono al territorio, eliminando di fatto il principio costituzionale per cui questi appartengono alla capacità contributiva del cittadino. Faceva questo immaginando che il 15% dell'Irpef rimanesse sul territorio”. Ma non c'è stata nessuna definizione di quali sarebbero stati i tributi assegnati agli enti locali, tributi propri e derivati, fatto salvo che l'esenzione dell'ICI non si tocca. "Ora i diritti costano - sentenzia Fieri - se non ci sono i soldi i diritti non si fanno. E' molto probabile l'introduzione dei costi standard, nei prossimi cinque anni porterà un comune di medie dimensioni, da una disponibilità di spesa di circa 58 miliardi a 40.6 miliardi, mentre per la spesa sanitaria delle regioni sono previsti tagli tra gli 11 e i 16 miliardi". Quanti comuni dovranno aumentare le tasse? Anche i bergamaschi dovranno mettere mano al portafoglio? In tutti i casi, il terreno di dialogo rimane il Federalismo, perché il sistema attuale di finanza derivata non regge. Ne è convinto il sindaco Bruni.

"Pur temendo che il federalismo - commenta il primo cittadino applicato alle municipalità finisca per gettarci nelle spire di un centralismo regionale oltre che statale, ritengo inevitabile il confronto su questo tema. E' quanto mai indispensabile affiancare al federalismo fiscale una carta delle autonomie. Non è possibile riscrivere il funzionamento dello stato, senza rivedere il profilo istituzionale delle amministrazioni locali. Abbiamo accusato il colpo delle ultime tre manovre finanziarie e adesso siamo costretti, per la prima volta, a dar corso agli investimenti sforando il patto di stabilità". La legge sul federalismo che sta prendendo corpo è frutto della riforma avviata nel 2001. Con la revisione del titolo V della costituzione si è aperta la strada per una modifica del nostro ordinamento in chiave federale, conferendo a Regioni ed enti locali funzioni e competenze. Molte sono ancora le incognite da sciogliere in merito alle entrate e alle spese per garantirne l'autonomia, come previsto dall'art.119. La partita, nei prossimi mesi, si giocherà nel passaggio dalla spesa storica ai costi standard, a questo si lega inevitabilmente l'autonomia impositiva di Regioni, Province e Comuni. I trasferimenti di soldi dallo stato lasceranno il posto a perequazione e costi standard. La scommessa della Lega è abbassare il carico fiscale sui cittadini, eliminare gli sprechi e responsabilizzare i pubblici amministratori. Speriamo che non si trasformi in un federalismo fiscale fatto "ad ogni costo".

Sesta assemblea nazionale degli enti locali Cosa?

Previsione di spesa

Dettaglio spesa

Viaggi

2.100 euro

Importo fortfait di 150,00 euro per 14 relatori

Pernottamento

2.400 euro

Hotel Mercure - Camera singola 100,00 euro per 24 pernottamenti

Teatro

1.520 euro

Spettacolo 13 febbraio, 100 biglietti Totale: 1,518,00 euro iva inclusa

2.880 euro

Terzo Mondo, 12,00 euro a persona. Totale per 100 persone, per 2 gg 2.400,00 euro più iva

1.440 euro

300,00 euro netti più iva, per 4 persone

Il signor G Teatro Donizetti 13/02/2008

Catering (buffet) Pranzo del 13/02/2008 e pranzo del 14/02/2008

Compenso coordinatori gruppi di lavoro Giovanni Allegretti, Università di Coimbra, Portogallo; Paolo Cottino - Politecnico di Mialano; Angela Fedi - Università di Torino; Andrea Calori - Politecnico di Milano

Grafico

600 euro

A carico del Comune di Bergamo

Stampa di manifesti e pieghevoli

748 euro

A carico del Comune di Bergamo

Stampa su tessuto

240 euro

A carico del Comune di Bergamo

0 euro

A carico del Comune di Bergamo

Produzione atti cartacei

600 euro

A carico del Comune di Bergamo

Fonte: Comune di Bergamo

12.528 euro iva compresa

Pod cast

50



In copertina Articolo di Luca Bilotta Foto di Laura Pietra

Alla stasi del mercato immobiliare Ente Fiera Promoberg, Ascom, F.I.M.A.A. e APPE Confedilizia rispondono con una kermesse innovativa, EXPO Real Estate & Tourism: "Un evento che unisce trasversalmente gli agenti immobiliari e i costruttori, dando certezze ai consumatori"

52


Uniti per combattere la crisi

a crisi attanaglia gran parte delle realtà produttive italiane e bergamasche, ma c'è un settore, in particolare, in cui il nostro territorio può ritrovare i valori adatti per risvegliarsi dal torpore congiunturale. Un mondo in cui siamo e saremo sempre i primi della classe, eccellenze produttive e qualitative che non devono essere dimenticate o travisate dall'aurea speculativa che ha caratterizzato negli ultimi mesi il mercato. Parliamo dell'edilizia e, più in dettaglio, del mercato immobiliare residenziale e turistico. Proprio in un contesto congiunturale così negativo, l'unico modo per mettere in vetrina gli aspetti positivi e propositivi del tessuto industriale bergamasco è - senza ombra di dubbio - l'unione d'intenti. Mettere in risalto le nuove iniziative e i progetti in fase di realizzazione, lontani dall'idea che il "mattone" sia solo ed esclusivamente un settore dece-

L

53


In programma dal 13 al 15 marzo, si propone come un'occasione per il rilancio del comparto residenziale e, al contempo, la giusta affermazione dell'investimento nell'immobile turistico Presenti le istituzioni locali e le più importanti realtà imprenditoriali bergamasche, fra progetti futuri nel territorio e internazionali 54

duto con la bolla statunitense. Proprio da questa forza di coesione, gli agenti e operatori immobiliari di Ascom (F.I.M.A.A. Bergamo) e APPE Confedilizia Bergamo, sono scesi in campo al fianco dell'Ente Fiera Promoberg. L'idea è semplice: realizzare una kermesse che sia soprattutto un'occasione per il rilancio del mercato immobiliare residenziale e, al contempo, la giusta affermazione dell'investimento nell'immobile turistico. Da qui è nata EXPO Real Estate & Tourism, una manifestazione - in programma alla fiera di Bergamo dal 13 al 15 marzo - in cui poter "mettere in mostra" un patrimonio imprenditoriale d'eccellenza, per tipologia, storia e qualità. IL PROGETTO - Una scommessa nel campo fieristico cittadino idealizzata e realizzata proprio in un periodo in cui era necessario parlare degli operatori che hanno nel comparto immobiliare, anche legato al turismo, un settore strategico della propria attività. Un'idea alla quale hanno presto aderito altre associazioni del sistema immobiliare nazionale, dando così vita ad un'iniziativa d'ampio respiro: la prima in Italia e, senza esagerare, in Europa. "E' un progetto innovativo - interviene il segretario generale di Ente Fiera Promoberg, Luigi Trigona che parte dalla volontà d'incentivare ed aiutare un settore d'eccellenza della nostra provincia. Vogliamo dare il nostro contributo al rilancio dell'economia bergamasca, partendo dalle sue componenti direi più importanti: l'edilizia e tutti gli operatori che interagiscono con essa.


Un evento che unisce trasversalmente gli agenti immobiliari e i costruttori. Inoltre con questa kermesse, inserita strategicamente fra il Salone del Mobile (svoltosi a novembre 2008, n.d.r.) e la fiera dell'Edilizia in programma ad aprile, l'Ente Fiera Promoberg completa l'offerta nel segno della continuità. Un appuntamento per il territorio, ma con velleità internazionali: si passa, infatti, dai progetti e dalle realtà imprenditoriali locali ai bergamaschi che costruiscono, vendono e producono per i mercati esteri". "Vogliamo unire sotto lo stesso tetto - interviene Luciano Patelli, il mese scorso rieletto presidente provinciale F.I.M.A.A. - l'eccellenza settoriale. Presentare la grande operosità dei più grandi imprenditori bergamaschi e far conoscere ai cittadini i loro progetti più prestigiosi. Grandi nomi e aziende, capaci di tenere alto il nome del territorio sia sulla scena nazionale sia internazionale. Non solo in Occidente, ma anche in Africa e Medio Oriente: non a caso, fra i cantieri che presenteremo, avrà un ruolo di primo piano un quartiere residenziale turistico in Egitto, sul Mar Rosso". In pratica qualità ed innovazione made in Bergamo, da osservare ed esportare. "Abbiamo capito - concorda Paolo Malvestiti, presidente Ascom, di cui fa parte la F.I.M.A.A. - fin dalle prime battute il reale valore di questa fiera. Vuole essere uno spirito innovatore caratterizzato da idee nuove, in un momento dove nessuno ha la lucidità adatta per agire. Proprio in questi casi le associazioni devono essere portabandiera dei propri associati. Di chi lavora con spirito di sacrificio, qualità e onestà. E la migliore dimostrazione che dalle parole siamo passati ai fatti, è proprio concretizzare un'iniziativa nuova come questa, che nel tempo si confermerà concreta e propositiva per il settore edilizio e il terziario in generale".

LE FONDAMENTA - L'obiettivo è comune, ma le parti in gioco sono molteplici. La novità, infatti, è proprio questa: unire all'interno dell'area fieristica più realtà imprenditoriali coinvolte da diverse associazioni di categoria e, soprattutto, dalla volontà di dare una ventata d'aria fresca al mercato. "Il vero valore aggiunto di questa kermesse prosegue Patelli -, è il confronto diretto fra l'imprenditore e gli agenti immobiliari. Due realtà che spesso non s'incontrano e non concordano nel modus operandi. EXPO Real Estate & Tourism, invece, unisce più categorie creando una linea di confronto utilissima. Solo se il binomio è propositivo può divenire vincente: in pratica solo quando l'agente immobiliare riesce a capire le esigenze dell'imprenditore e il suo valore, può infondere fiducia all'acquirente". Senza dimenticare quest'ultimo: ovvero l'investitore, ultimo anello della catena, ma di fondamentale importanza. "Anche noi di APPE Confedilizia Bergamo - interviene il presidente Roberto Margiotta - riteniamo fondamentale questa coesione intersettoriale. Rappresentiamo un buon numero di associazioni e possiamo avere una pluralità di giudizio. Ma soprattutto rappresentiamo i cittadini, i consumatori finali del prodotto "casa". Proprio loro come gli investitori privati, soprattutto in questo momento di stasi del mercato, hanno bisogno di capire. Essere sicuri che l'investimento immobiliare - sia residenziale sia turistico - è solido. E l'unico modo per poterlo toccare con mano, è conoscere la validità dei costruttori e di chi funge da tramite con l'acquirente, ovvero gli agenti o le agenzie immobiliari". LA SOLIDITA' DEL MATTONE - Rassicurare l'investitore e rilanciare così il mercato. Queste le fondamenta del progetto. "Attualmente

Luigi Trigona, segretario generale Ente Fiera Promoberg: "Vogliamo essere il volano dell'economia bergamasca, partendo dalle sue componenti più importanti: l'edilizia e tutti gli operatori che interagiscono con essa" 55


Luciano Patelli, presidente provinciale F.I.M.A.A.: "La fiera si prefigge anche l'obiettivo di essere un qualificato punto di riferimento per capire quali siano i reali valori di un immobile a Bergamo e nel mondo, sia per chi vende e sia per chi acquista"

- s'inserisce nuovamente Luciano Patelli - non esiste altro settore così sicuro per i propri risparmi. E non lo dico tanto per dire, ma analizzando dei dati precisi: il mattone è l'unico comparto in cui si può mantenere in toto il proprio capitale investito. Nel lungo termine, inoltre, si possono ottenere anche dei guadagni non indifferenti. Purtroppo il mercato immobiliare è stato sconvolto dalla crisi dei mutui subprime e ultimamente si crede che il valore reale degli immobili sia fluttuante. In tutto questo turbinio di notizie, i giornali promozionali gratuiti che troviamo per le strade, non fanno altro che distrarre ulteriormente l'acquirente. Che è in totale balia di speculatori e realtà poco serie d'intermediazione immobiliare. In realtà i valori sono congrui e solidi, ponderati in base a caratteristiche certificate. La fiera, quindi, si prefigge anche questo obiettivo: essere un qualificato punto di riferimento per capire quali siano i reali valori di un immobile a Bergamo e nel mondo, sia per chi vende e sia per chi acquista. Chiunque potrà informarsi facendo una passeggiata negli stands, magari bevendo un

caffè e sapendo che - chi ha di fronte - è solo, ed esclusivamente, un interlocutore selezionato e certificato da noi". SPINTA ALL'ECONOMIA - "Dare fiducia all'acquirente - prosegue Roberto Margiotta - significa dare un futuro a tutti i dipendenti e i titolari d'aziende inserite in un settore trainante per l'economia bergamasca. L'edilizia è tutto questo, capace di generare un indotto incredibile. Pensate a quante persone lavorano per realizzare una casa: dal pavimento, all'impianto elettrico, fino alle luci. Per questo è giusto fare chiarezza". "L'obiettivo - concorda Paolo Malvestiti - è quindi mettersi in mostra per far ripartire l'economia della provincia. I progetti edilizi che verranno presentati nel corso della kermesse, infatti, riguarderanno aree provinciali che stanno soffrendo particolarmente o hanno visto, nel corso del tempo, la diminuzione dei posti di lavoro per la chiusura di filiere produttive determinanti. Parliamo della Val Brembana e della Val Seriana, dove alcune realizzazioni - anche in

Roberto Margiotta, presidente APPE Confedilizia Bergamo: "Dare fiducia all'acquirente, significa dare un futuro a tutti i dipendenti e i titolari d'aziende inserite in un settore trainante per l'economia. Per questo era necessario unirci e creare un evento stimolante per il mercato" 56


Paolo Malvestiti, presidente provinciale Ascom: "La migliore dimostrazione che dalle parole siamo passati ai fatti, è proprio concretizzare un'iniziativa nuova come questa, che nel tempo si confermerà concreta e propositiva per il settore edilizio e il terziario in generale"

previsione dell'Expo 2015 a Milano - potranno incrementare il mercato, ora in mano solo alla grande distribuzione. In pratica cambierà lo scenario commerciale in funzione dello scenario edilizio. Non è difficile capire, quindi, come questi nuovi insediamenti non faranno altro che valorizzare e incrementare nuove attività votate ad una maggiore professionalità, che nel tempo daranno spazio ai giovani migliorando la vivibilità di località che fino ad oggi erano abbandonate a se stesse". LOCALE E INTERNAZIONALE - Ma non solo Bergamo e provincia, anche Dubai ed Emirati Arabi Uniti. "Oltre al Mar Rosso, citato in precedenza, - continua Luigi Trigona - avremo una forte e caratterizzata presenza d'aziende bergamasche che interagiscono e costruiscono in aree extraeuropee. Da segnalare il mercato arabo, con Dubai in primo piano: ottimi affari, che nel corso degli anni si riveleranno investimenti d'alto profitto". In pratica EXPO Real Estate & Tourism, fin dalla prima edizione, non nasconde velleità internazionali. "Ci affacciamo ad un'utenza variegata - continua - che grazie all'apporto di un aeroporto internazionale come Orio al Serio, può allargarsi oltre i confini provinciali e lombardi. Crediamo molto in questo progetto e, anche se le leggi fieristiche prevedono un bilancio triennale per capire il reale andamento di un evento, siamo fiduciosi in un risultato positivo fin dal suo esordio. L'idea di fungere da volano per l'economia del territorio ci pone in prima linea al fianco degli imprenditori e dei consumatori, inoltre possiamo vantare il supporto delle istitu-

zioni. Fra gli espositori, infatti, avremo anche il Comune di Bergamo e la Provincia, che esporranno i vari piani di riqualificazione del territorio come, ad esempio, Porta Sud in città". SPERANZE FUTURE - Resta l'incognita del periodo congiunturale, nebuloso stando alle previsioni della Camera di Commercio cittadina e più limpido seguendo il cuore dei nostri interlocutori. "Ne usciremo vincitori - conclude Paolo Malvestiti -, mai come in questo periodo le istituzioni e le associazioni di categoria sono così attente al territorio. L'operatività e i progetti in essere, fra cui questa fiera, saranno la nostra ancora di salvezza e l'unica via d'uscita dalla crisi". Stessa filosofia per Luigi Trigona: "Questa kermesse è nata con un sano spirito d'ottimismo: ogni azienda partecipante è, infatti, la colonna portante della rinascita". Idem Roberto Margiotta: "Credo nel reale valore del tessuto imprenditoriale bergamasco". Infine, più riflessivo, Luciano Patelli: "Sono ottimista, ma con un punto interrogativo. Molto dipenderà, per quanto riguarda il comparto immobiliare, dalle infrastrutture. Saranno molto importanti i collegamenti con Milano, soprattutto in previsione dell'Expo 2015. Comunque sia, credo che Bergamo - con la giusta viabilità a disposizione - possa essere una buona piazza, sia in termini di costi sia di qualità della vita, per i milanesi. Meglio della periferia, ovviamente solo se Milano fosse facilmente raggiungibile. In quel caso la richiesta aumenterebbe e i cantieri potrebbero finalmente riaprire a pieno regime".

La scheda

Informazioni utili

EXPO Real Estate & Tourism

ORARI DI APERTURA: Venerdì: 14 - 19 - Sabato e Domenica: 10 - 19

Settore merceologico: Costruttori edili, Promotori immobiliari, Agenzie immobiliari, Istituti di credito e finanziamento, Servizi di gestione turistica, Agriturismo e servizi ad esso legati, traccia-

GIORNI: 13 Marzo 2009 - Chiusura 15 marzo

tura e riscoperta percorsi turistici tematici (vie di pellegrinaggio, turismo enogastronomico), Servizi di gestione proprietà immobiliari, Servizi edili di allestimento/arredamento.

BIGLIETTI DI INGRESSO: Intero: 5,00 euro - Ridotto: 3,00 euro Bambini fino a 6 anni gratis - Biglietto Parcheggio: 2,00 euro

57


L’associazione Articolo di Roberto Amaglio Foto di Laura Pietra

ra i tanti effetti portati dalla crisi che sta attanagliando i mercati internazionali c'è anche quello di mettere in discussione la bontà e l'efficienza dei modelli economici e produttivi in atto. Proprio come accadde dopo la recessione che colpì gli Stati Uniti dal 1873 al 1895 (con l'abbassamento dei dazi doganali e l'introduzione del taylorismo), così come dopo i terribili anni seguiti al tracollo delle borse nel 1929, dai quali si uscì anche per merito del famigerato New Deal di Delano Roosevelt. Esattamente come in quegli anni, anche oggi siamo alle prese con un confronto tra gli economisti e i politici, uno scambio di opinioni che spesso fa emergere la mancanza di una comunità d'intenti: capita così che nell'Unione Europea si alternino le politiche interventiste di Sarkozy

T "Abbiamo intenzione di promuovere nuove imprese cooperative grazie agli interventi di start-up, di fidi e di assistenza tecnica, previsti dalla legge Marcora" 58


Confcooperative, la forza dell'unione Il presidente bergamasco, Sergio Bonetti, illustra i piani anticrisi: "In un periodo non facile cerchiamo di fare quadrato per aiutare le associate in difficoltà. Nei nostri piani c'è la creazione di uno sportello di assistenza al credito per aiutare le cooperative in apnea e favorire la nascita di nuove, da aziende in crisi" (leggasi supporto al mercato dell'auto) e quelle puramente li- E il vostro rapporto dà qualche indicazione sui punti beriste del nuovo presidente europeo, il ceco Vaclav Klaus. di forza delle cooperative. Ma tra le tante questioni aperte, su un aspetto gli esperti "Certo. Oltre al ruolo oramai consolidato delle aziende cosembrano concordare: l'importanza di manovre anticicliche e operative (che producono il 10% del PIL nazionale), i nostri di enti in grado di rafforzare sul mercato la loro posizione e i dati indicano una crescita delle cooperative agroalimentari loro lavoratori. Caratteristiche che sembrano riconducibili al- del 4% nel 2008, un dato fortemente in contrasto con l'anle cooperative, il cui ruolo di salvagente è già stato messo in damento dell'economia. Inoltre cresce ancora l'occupazione risalto dalla Regione Lombardia, nel corso della presentazio- nelle cooperative sociali, sempre più determinanti nel disene del Piano Anticrisi dello scorso 28 ottobre. Anche i nume- gno generale di un Welfare integrato e in grado di risponri sembrano dare ragione all'impostazione d'imprenditoria as- dere ai bisogni della comunità". sociata propria delle cooperative, con i dati dell'ultimo rapporto congiunturale che hanno evidenziato come queste real- Molti affermano che il ruolo delle cooperative si sia tà stiano dimostrando una spiccata capacità di resistere agli consolidato grazie a un regime fiscale e a delle agevoeffetti della recessione, pur senza negare i problemi legati al- lazioni sui generis rispetto alla normale legislazione. l'accesso al credito e al reperimento di liquidità. Una tenden- "Un falso mito da sfatare al più presto. Attualmente la coopeza che si può riscontrare anche nel panorama orobico, come razione non gode di particolari favori fiscali, se non la detraziotestimonia il presidente della Confcooperative Bergamo, Ser- ne del 30% dell'imponibile messo a riserva e non distribuibile gio Bonetti. "Non si può certo dire - afferma - che le cooperative siano un'isola felice al riparo da tutte La scheda le crisi: anche le nostre realtà sono in sofferenza, specialmente per quel che riguarda la liquidità, l'accesso al credito e i ritardi nei pagamenti, soprattutto per quelle cooperative che lavorano con associazione guidata dal sport e cultura. Per quanto negli i committenti pubblici. Va tuttavia rilevato che la presidente Sergio Bonetti ultimi anni si sia registrata una cooperazione riesce a reagire al periodo, grazie raggruppa attualmente lieve contrazione nel numero, la alla forza dei principi di mutualismo e alla conso333 realtà, divise tra cooperative quota dei dipendenti e soci è in lidata capacità di valorizzare al massimo il valore di consumo, cooperative agroali- aumento e quest'anno ha superadel lavoro rispetto alla remunerazione del capitale". mentari, cooperative di turismo, to quota 8.000 lavoratori.

Una realtà in crescita

L'

59


"Noi agevolati? E' un falso mito. Attualmente la cooperazione non gode di particolari favori fiscali, se non la detrazione del 30%, non disponibile per i soci e solo in caso in cui questa venga reinvestita"

ai soci e reinvestito nella cooperativa. Di conseguenza il falso mito delle cooperative come isole felici da un punto di vista fiscale deve essere assolutamente smontato, così come quello riguardante la precarietà dei contratti di lavoro offerti: i nostri dipendenti sono assunti esattamente con le stesse modalità previste da qualsiasi altro lavoratore pubblico o privato, seguendo ovviamente la legislazione vigente". Qui si apre un tema delicato come quello della tipologia dei contratti di lavoro, riportata all'attenzione anche in occasione della stipula degli assetti negoziali firmati a Palazzo Chigi lo scorso 22 gennaio. "Esatto. Per quanto la Confcooperative abbia firmato l'accordo, molto bisogna fare sulla riforma dei contratti di lavoro. Se accettiamo di buon grado la novità della contrattazione salariale di secondo livello - così come vediamo di buon occhio la durata triennale degli accordi nazionali e la loro funzione di garanzia -, appare assai complicato poter gestire i rapporti con i lavoratori, se continuano a perdurare le 17 diverse modalità di contratto previste per legge. Una semplificazione in questo senso sarebbe auspicabile, senza dover necessariamente archiviare quelle forme di lavoro part-time o di mobilità previste dalla legge 30 (la cosiddetta legge Biagi, n.d.r.)". Tornando alla crisi, se è vero che la difficoltà di accedere al credito penalizza anche le cooperative, sembra che siano state proprio le BCC ad andare in controtendenza, mantenendo stabili i prestiti e il giro degli investimenti. "In effetti questa è stata una dei primi strumenti che abbiamo vo60

luto mettere in campo per fronteggiare questo periodo di stagnazione. Poter contare non solo sulle nostre banche di credito cooperativo, ma anche sugli istituti di credito locali legati al territorio ha permesso a molti imprenditori di poter superare non poche difficoltà. E questa è la direzione che abbiamo intenzione di seguire: nei nostri piani c'è la creazione di uno sportello di assistenza al credito per aiutare le cooperative in apnea; inoltre abbiamo intenzione di promuovere nuove imprese cooperative grazie agli interventi di start-up, di fidi e di assistenza tecnica, previsti anche dalla legge Marcora". Uscendo dagli aspetti positivi della cooperazione, soprattutto nel nostro territorio non si respira ancora una certa diffidenza rispetto a questa filosofia di lavoro? O almeno, una presa decisamente minore rispetto a regioni come la Toscana o l'Emilia? "Effettivamente in Lombardia e più in particolare a Bergamo la filosofia della cooperazione o dell'impresa associata non ha fatto ancora breccia. Probabilmente non si riesce a capire quanti siano i settori in cui la cooperazione può giovare, oltre ai tradizionali settori agricoltura, consumo, lavoro, sociali: per esempio il turismo o l'energia sono ambiti in cui la cooperativa può funzionare, sia sotto il profilo del mantenimento del verde pubblico, sia da un punto di vista della gestione degli affitti e dei locali. E anche in questo campo, alla nostra associazione piacerebbe rilanciare un'idea di Housing sociale, passata in secondo piano in questi ultimi anni: garantire una politica della casa senza necessariamente appesantire con i mutui il bilancio delle famiglie potrebbe essere il primo passo per uscire dalla crisi e, al contempo, ridare valore alla vita".



Innovazione Articolo di Giorgio Chiesa Foto di Laura Pietra

Frutto di una continua ricerca tecnologica, i nuovi serramenti permettono, inoltre, d'usufruire della detrazione Irpef del 55% come previsto dal Decreto Ministeriale del 19 febbraio 2007

Sbarcano sul mercato i modelli in alluminio HT 54/62 e il TT 70/78, svelati in anteprima al Made Expo di Milano Livelli ottimali di trasmittanza e prezzi contenuti, il tutto con un tocco estetico impareggiabile 62


Il risparmio dell'innovazione tecnologica

l riparo dalla crisi economica, protetti e coccolati da eleganti serramenti in alluminio. Un simpatico gioco di parole per riuscire a sdrammatizzare il negativo momento congiunturale che stiamo vivendo. Passando però alla concretezza, è il linguaggio dei fatti quello parlato dalla Esedra Sistemi Srl, un'azienda della costellazione Gruppo Agnelli Industries. Presente tra gli oltre 1.700 espositori della fiera Made Expo 2009 di Milano, Roberto Barbieri - responsabile di Esedra Sistemi -, ci ha guidati attraverso le principali innovazioni che hanno portato l'alluminio a diventare il materiale leader nella costruzione d'infissi. Con l'avvento di alcune normative in materia di risparmio energetico, il mercato dei serramenti è andato trasformandosi nel corso degli ultimi anni, privilegiando tutte quelle realtà che facevano dell'assoluta qualità uno dei loro cavalli di battaglia. "Siamo riusciti - afferma Roberto Barbieri -, a concentrare in una doppia offerta le principali

A

Sezione di angolo di finestra

63


Il responsabile Roberto Barbieri: "Siamo riusciti a mantenere ingombri ridotti e finiture di grande qualità, andando a colpire ulteriormente un'importante fascia di mercato in cui si ricerca il connubio fra qualità e prezzo" 64

problematiche legate agli infissi d'appartamento. Abbiamo centralizzato la ricerca sulla tubolarità dei prodotti, progettando l'HT 54/62 e il TT 70/78. I modelli - disponibili sul mercato già dal mese di marzo - si distinguono per avere il primo 54mm di telaio e 62mm di anta, mentre il secondo 70 e 78mm. Pur unendo minimi valori di trasmittanza a costi inferiori rispetto alla concorrenza, il compromesso estetico non è stato di certo trascurato. Siamo anzi riusciti a mantenere ingombri ridotti e finiture di grande qualità, andando a colpire ulteriormente un'importante fascia di mercato in cui si ricerca il connubio fra qualità e prezzo". Oltre ad essere curati nei minimi dettagli, esistono altre specifiche principali - spesso trascurate dai non addetti ai lavori -, che sono invece di massimo rilievo per distinguere un prodotto di assoluta qualità da un altro di medio livello. La distanza è stata accentuata dalla rincorsa all'economia energetica, valore divenuto di estrema importanza nella nostra società consumistica. "Nel mondo è ora fondamentale il risparmio, così come uno dei punti focali per evitare la trasmissione all'esterno di calore - in inverno -, e di freddo - d'estate -, è l'utilizzo di serramenti di ultima generazione a bassissima trasmit-


tanza termica, che riescono ad ottimizzarne la dispersione. mio energetico che riusciamo a garantire -, ma anche di riQuesta è la principale dote sulla quale si è sviluppato - e si svi- sparmi in termini economici". Proprio in questo senso si sono lupperà - il futuro del settore". Una ricerca continua che ha in- mosse le principali agevolazioni fiscali da parte dello Stato. vestito diverse aree di sviluppo. Si passa quindi dai giusti com- Stiamo parlando del Decreto Ministeriale del 19 febbraio promessi che abbracciano il "passo dei tempi" e il continuo di- 2007, che prevede detrazioni fiscali - il 55% sull'imposta lorvenire delle normative in materia di risparmi energetici, fino da sul reddito -, per tutti quegli investimenti cosiddetti "verdi", ad arrivare ai vari tentativi di aggiornamento da punti di vista mirati cioè ad incentivare il risparmio energetico nel settore squisitamente tecnici e commerciali. "La partecipazione al Made Expo di Milano, fiera che seguiamo Particolare di interruzione termica ormai da diversi anni, è uno dei modi per rafforzare nel profilo la conoscenza dei nostri prodotti. E' solo grazie alla prontezza nella commercializzazione, legata alla continua ricerca di un miglioramento strutturale della nostra offerta, che si riesce - da un lato - a farsi conoscere da nuovi acquirenti e, dall'altro, a fidelizzare maggiormente i nostri affezionati clienti. Trovare le giuste novità mantenendo un alto livello qualitativo non è certo impresa facile, specialmente per un settore spesso trascurato che, con il passare del tempo, diventerà di sempre più grande importanza. Non parlo solo dell'ambiente - grazie all'alto rispar65


dell'edilizia. "Nel corso della nostra pluriennale esperienza siamo riusciti a distinguerci per qualità e serietà. Questo è uno dei motivi per i quali la nostra offerta è compatibile con il Decreto Ministeriale. Nonostante selezioni severissime, lo Stato ha riconosciuto la bontà dei nostri progetti e della nostra azienda, che attualmente è considerata tra le prime cinque "top di gamma" nel settore nazionale. Dobbiamo questa posizione di prestigio soprattutto ai nostri partner principali, che riescono a farci guadagnare un quid importante in termini di competitività e qualità dei materiali". Ricerca, innovazione e concorrenza su diversi fronti, compreso quello pubblico. Da un lato aziende agguerrite per conquistarsi fette rilevanti del mercato, dall'altro l'evoluzione nella lavorazione delle materie prime, che vede nell'implementazione dell'alluminio un alleato eccellente per Esedra Sistemi. Parliamo della qualità che si lega al Gruppo Agnelli Industries, da diversi anni leader nel settore con Trafilerie Alluminio Alexia. "Un altro elemento che da sempre distingue la nostra offerta - ha aggiunto Roberto Bar-

bieri -, è l'assoluto prestigio dei nostri partners. Sono tutti certificati secondo rigide normative, così da garantire un'elevata performance dei prodotti, delle semplici caratteristiche che ne innalzano il "valore intrinseco". Uso questa parola di stampo economico per mettere in evidenza lo speciale rapporto che manteniamo con i prezzi. Infatti, è proprio grazie alla perfezione nella lavorazione dell'alluminio che riusciamo ad assicurare un basso peso specifico sia in termini fisici, sia per quel che riguarda il valore di mercato. Meno materiale - ma con finiture di maggiore pregio -, garantisce maggior trasmittanza e un costo inferiore, altro fattore fondamentale in un periodo di crisi come quello che stiamo attraversando. Unendo questi elementi alle varie disposizioni di legge di cui parlavamo prima, possiamo dire dopo diversi anni, di essere riusciti a proporre il top sul mercato". Il giusto successo per la Esedra Sistemi, che da sempre indirizza il proprio know-how sulla qualità e sulla ricerca dei compromessi migliori, in modo da offrire all'utenza finale prodotti economici ed efficaci.

"Dopo selezioni severissime, lo Stato ha riconosciuto la bontà dei nostri progetti e della nostra azienda, che attualmente è considerata tra le prime cinque "top di gamma" nel settore nazionale Il merito è soprattutto della qualità dei materiali del Gruppo Agnelli Industries, che riesce a farci guadagnare un quid importante in termini di competitività"

66



Nuove realtà Articolo di Giorgio Chiesa

L'invisibile qualità dell'impianto elettrico Floriano Amidoni e Fabrizio Gervasoni, dal 2007 padri fondatori di Impel S.r.l., società specializzata in impianti residenziali ed industriali: "Nonostante la giovane età dell’azienda, grazie alla nostra più che ventennale esperienza siamo fortemente radicati nel territorio"

uello che non si vede, è spesso l'elemento che riesce a fare la differenza di un qualsiasi progetto. Esperienza, sicurezza e cura per i dettagli sono le variabili che rendono un lavoro curato e attento alle esigenze del cliente. Uno scarto notevole che non passa per ciò che è evidente, ma - soprattutto - attraverso i vari sistemi nascosti sotto ai muri e alle pareti delle nostre case. Stiamo parlando d'impianti elettrici, una tipologia d'interventi che rimane quasi sempre "dietro le quinte" del prodotto finito e consegnato. Lo sanno bene Floriano Amidoni e Fabrizio Gervasoni - da oltre vent'anni esperti rispettivamente dell'elettronica e dei sistemi elettrici - che dal 2007 hanno costituito Impel S.r.l., giovanissima realtà imprenditoriale creata sull'esperienza e la meticolosità dei suoi padri fondatori. "Siamo un'azienda nuova - affermano all'unisono -, ma fortemente radicata nel territorio. Le nostre diverse specializzazioni ci permettono d'integrarci alla perfezione, in modo da avere costantemente sotto controllo tutti gli aspetti attinenti all'impianto elettrico che stiamo installando. Lavoriamo in massima sicu-

Q 68


"Forniamo impianti elettrici garantendo un'estrema cura nei dettagli, concentrati soprattutto in quello che rimane dietro le quinte del prodotto finito" DA DESTRA Fabrizio Gervasoni e Floriano Amidoni

rezza e con un'estrema cura per i dettagli, concentrati soprattutto in quello che il cliente non vede, ma che è fondamentale per fornire un prodotto di qualità sempre flessibile a successive modifiche". Partiamo dunque dalle vostre diverse competenze. In cosa consiste precisamente il vostro lavoro? "Sono il tecnico dell' elettronica - afferma Floriano Amidoni -, mentre Fabrizio è l'esperto della parte elettrica. In altre parole mi occupo di tutto ciò che concerne i sistemi di trasmissione, le antenne, gli antifurti e così via. E' una tipologia di scuola che è andata distinguendosi, viaggiando su binari diversi e paralleli ai sistemi elettrici intesi come interruttori, prese, luci ecc… Attraverso l'interazione continua delle nostre capacità, anche progettuali, riusciamo a fornire impianti elettrici per condominii di una certa grandezza, possiamo infatti dire di avere una base minima di lavoro intorno ai quindici appartamenti. Sono strutture importanti, che in soli due anni di attività ci hanno portati alla partecipazione nella costruzione di una delle prime

case "Classe Oro", le abitazioni che rispettano l'ambiente". Come si possono raggiungere questi risultati in così poco tempo? "Rispettando le più rigide normative in termini di qualità e sicurezza. Diamo privilegio alla formazione, esattamente come hanno fatto tutte le nuove regole entrate in vigore l'anno scorso. Noi lavoriamo con un sistema tabellare, vale a dire attraverso diversi "cartelli" che segmentano il lavoro dei tecnici in modo preciso. La parte "A" abilita l'elettricista e gli impianti tecnologici, la "B" riguarda il comparto elettronico, mentre la "G" è attinente ai sistemi antincendio. Disponendo di tutte queste speciali patenti, riusciamo ad essere in continuo aggiornamento rispetto alla normativa, così da garantire al cliente un prodotto sempre nuovo e all'avanguardia". Quali sono i vantaggi che Impel S.r.l. riesce a fornire attraverso queste speciali attenzioni? "La situazione degl'impianti domestici è grave. Personal69


mente ho percorso tutta la strada delle telecomunicazioni e della sicurezza e oggi posso affermare che l'evoluzione tecnologica è stata molto più veloce di quella normativa. Ciò ha portato a lavori di scarsa qualità senza nessun controllo, esattamente quello che la nostra esperienza ha sempre cercato d'evitare. Per ottenere questi risultati, poniamo un'attenzione maniacale in quello che facciamo e utilizziamo, dai materiali alla progettazione iniziale. Solo per fare un esempio, tutto ciò che montiamo è completamente riciclabile, dai fili fino alle antenne in alluminio invece del ferro. Ancora una volta è quello che non si vede, a fare la differenza di un prodotto di qualità". Passando la parola a Fabrizio Gervasoni e parlando ancora di qualità, dove parte il percorso di un "lavoro invisibile" come il vostro?

70


"Inizia dalle fondamenta - afferma lo specialista della parte elettrica - e termina a pacchetto concluso. Così possiamo dare al cliente un lavoro accurato "dalla A alla Z", senza pecche o strane sorprese future. Noi arriviamo appena terminato lo scavo, quello è il nostro punto di partenza. In questo modo possiamo lavorare a stretto contatto con i progettisti del cemento armato, dando indicazioni specifiche per lasciare spazi appositi a fili o quant'altro attinente al nostro impianto. Così il progetto non avrà bisogno di futuri e ulteriori aggiustamenti. Si predispone tutto fin da subito, questo vuol dire preservare la qualità". Come riuscite a gestire un processo così lungo? "Naturalmente abbiamo dei validissimi collaboratori che controllano il cantiere seguendo specifiche direttive. Diciamo che il numero dei dipendenti è di dieci, ma può aumentare a seconda dell'importanza e della grandezza del progetto. Investiamo moltissimo in macchinari d'avanguardia che ci garantiscono controlli estremamente precisi in ogni fase d'intervento, oltre che nella cura totale del comparto estetico - intendo anche la pulizia generale del luogo - durante il cantiere vero e proprio". Quindi un grande lavoro di manodopera specializzata. "E' l'unico modo per garantire una qualità superiore alla concorrenza. Tutta la manodopera che arriva dall'estero, infatti, è estremamente sottopagata oltre che poco spe-

cializzata. Se da un lato non è possibile concorre con il loro prezzo, dall'altro il cliente sta iniziando a capire che più è alto il risparmio immediato, altrettanto lo sarà la spesa nel futuro. E' tutto qui il nocciolo della questione. Se oggi si riesce a fare un lavoro efficace, in futuro anche un altro elettricista potrà metterci le mani senza nessun problema. Questo è il primo - e fondamentale biglietto da visita per il cliente". Per concludere, ci piacerebbe spostare il discorso su altre vostre iniziative. Sappiamo che siete anche impegnati in alcuni progetti sociali. "Abbiamo un'attenzione particolare per quello che riteniamo un grande progetto sociale prima che una squadra di calcio. Stiamo parlando del lavoro di Aldo Terzi, presidente dell'Aurora Seriate, che da diversi anni riesce a donare a numerosissimi giovani una società e un luogo dove potersi ritrovare. Inoltre supportiamo azioni benefiche anche all'estero, ma su questo non vorremmo dilungarci troppo". Usando un gergo calcistico, qualità dentro e fuori dal campo. "Diciamo attenzione per tutto ciò che è nascosto, sia dentro che fuori dal nostro lavoro. In fondo è questo il più grande insegnamento che viene dagl'impianti elettrici. Solo attraverso la cura massima per quello che non si vede, il prodotto finale sarà d'alta qualità".

"L'evoluzione tecnologica è stata molto più veloce di quella normativa Ciò ha portato a lavori di scarsa qualità senza nessun controllo, esattamente quello che la nostra società ha sempre cercato d'evitare"

71


Top brand Articolo di Giorgio Chiesa

Falegnameria Aresi, sarti del legno da tre generazioni Dal 1947 protagonisti del mercato, fra tradizione e tecnologia avanzata, l'azienda è divenuta punto focale nel campo dell'edilizia e della ristrutturazione d'immobili d'epoca

l legno vive, grazie a caratteristiche particolari che gli consentono una duttilità speciale, sconosciuta ad altri tipi di materiale. La sua lavorazione dev'essere studiata e attenta, trattata a regola d'arte, possibilmente dalle esperte mani di un grande artigiano. Lo sanno bene il dottore Roberto e l’ingegnere Giancarlo Aresi, rispettivamente seconda e terza generazione della tradizione che - da oltre sessant'anni, precisamente dal primo novembre del 1947 - contraddistingue l'omonima falegnameria di Treviglio. Parliamo di tratti distintivi che si vanno cercando in questi momenti difficili per l'economia mondiale, motivazioni attraverso le quali una manualità acquisita nel tempo e applicata con la indispensabile collaborazione di Valerio Rozzoni e Massimiliano Aresi, riesce a fondersi con la perfezione della tecnica meccanizzata più avanzata. "Combiniamo - afferma Giancarlo Aresi -, origi-

I 72

nalità e capacità con sistemi avanzati per la progettazione. Partendo da un'opera grezza che definirei "semi-artistica", d'inventiva, si arriva alla realizzazione vera e propria attraverso controlli di qualità molto rigidi. E' come un lavoro sartoriale applicato al legno, che passa attraverso macchinari molto sofisticati e sempre aggiornati. Il più vecchio, infatti, ha solo quindici anni. Riusciamo così a occuparci di qualsiasi tipo di lavorazione: dai sottotetti ai rivestimenti interni ed esterni in campo residenziale e industriale, anche se la produzione principale resta quella di serramenti e infissi". Tradizione e innovazione. Lavoro sartoriale e macchinari a controllo numerico. Dove si trova il compromesso? "Non parlerei di compromesso, ma di esperienza. Il fatto di essere da oltre sessant'anni sul mercato ci garantisce


DA SINISTRA Robero e Giancarlo Aresi

Roberto e il figlio Giancarlo, alla guida dell'azienda di Treviglio: "Il nostro è un lavoro di precisione applicato ad un materiale nobile, che passa attraverso macchinari molto sofisticati e sempre aggiornati, utilizzati con l'esperienza acquisita nel tempo" 73


alcuni meccanismi oramai consolidati. Un esempio? Anche noi siamo presenti in cantiere, durante la posa in opera. Offriamo quindi un pacchetto completo, che va dal progetto fino al prodotto concluso e montato. Parliamo d'interventi principalmente residenziali, di lavori per importanti imprese che decidono d'ottimizzare i loro infissi da un punto di vista estetico e funzionale. Ma non solo, ci occupiamo anche di alcuni progetti per privati: ristrutturazioni di dimore storiche, come alcune già realizzate in città Alta. Ci consideriamo sarti del legno e quindi garantiamo una cura speciale a qualsiasi tipo di lavorazione, tendendo a personalizzare il prodotto su qualsiasi richiesta del cliente". In che modo riuscite ad adattare la vostra offerta? "Venendo da un'antica cultura artigiana tramandata dal nonno Alfredo, abbiamo un gusto particolare e una sensibilità adatta ad ascoltare le varie esigenze della nostra clientela. Possiamo eseguire lavorazioni specifiche per riprendere un disegno di cornice già esistente, abbinare a questa base porte interne e serramenti

opportunamente progettati. Tutto passa attraverso i tre nuclei che costituiscono la nostra azienda, mi riferisco all'ufficio tecnico, alla produzione e al controllo qualità che - lavorando a stretto contatto con i progettisti - riescono a garantire un'offerta completa e nuova, di volta in volta". Dalla sensibilità della tradizione, alla precisione nella realizzazione vera e propria. "Esattamente. E' solo dopo che entra in gioco il moderno, la tecnologia e la cura ossessiva per il rispetto delle normative. Abbiamo sempre investito molto sulle certificazioni, in quanto le riteniamo un impegno per garantire qualità al cliente finale. A maggior ragione, dall'anno prossimo ci sarà un obbligo di marcatura CE sui serramenti, ottenibile solo dopo alcuni severi controlli. Tutte normative che seguiamo a pieno già dall'anno scorso, grazie a specifiche prove di laboratorio pre-lavorazione che ci sono fornite dall'Istituto Rosenheim - in Germania - e dal Consorzio LegnoLegno, di Reggio Emilia, due tra i migliori di tutta Europa".

"Varie le tipologie di prodotto: dai controsoffitti ai rivestimenti interni ed esterni in campo residenziale e industriale, sebbene la produzione principale resti quella di porte, serramenti e infissi"

Valerio Rozzoni

74


Anche la vostra sede rispetta rigide normative energetiche. Si tratta di una delle prime (e purtroppo poche) aziende bergamasche e italiane. "Ci siamo trasferiti in questa nuova struttura dallo scorso maggio. Da allora non usiamo né metano né gasolio per l'energia che consumiamo, grazie ad un silos per biomasse, con i nostri residui di lavorazione produciamo il calore per l'inverno. Siamo così riusciti a raggiungere l'eccellenza anche per il nostro stabilimento industriale, che è diventato un edificio ad alto risparmio energetico certificato secondo la normativa regionale. Crediamo sia una buona credenziale e, al contempo, un'ennesima garanzia di qualità". Passando la parola alla "seconda generazione" ovvero Roberto Aresi -, com'è andato trasformandosi il vostro lavoro nel corso degli anni, dai tempi in cui suo padre iniziò più di mezzo secolo fa? "Mio padre Alfredo - interviene Roberto - aveva un concetto di manualità incredibile, impensabile da trovare oggi. Un tempo si mettevano in pratica gli insegnamenti che arrivavano dalla "Scuola di Arte Mestieri", che purtroppo non esiste più. Nonostante l'avvento della modernità, abbiamo sempre bisogno di manualità ed esperienza, non possiamo pensare di basare tutta la produzione sulla semplice tecnologia. Quello che conta, ciò che fa davvero la differenza, è dato dalla tradizione e cultura artigiana, dalla capacità di coniugare nuove e vecchie esperienze in un'unione d'intenti. Bisogna pensare al futuro con basi solide alle spalle". Una differenza importante che incontra anche le esigenze della vostra clientela. "Il nostro obiettivo rimane sempre quello di soddisfare al meglio le richieste. Spesso bisogna rientrare in una fascia economica adeguata, oppure pensare più in grande facendo progetti di ampia portata. In poche parole duttilità, capacità di assistenza e di consiglio. Occorre capire come il serramento si possa abbinare ad una porta o parete, come possa essere inserito in un determinato contesto. Siamo arrivati al punto di dare indicazioni su come dev'essere fatta la muratura circostante al nostro progetto. Tutti elementi e conoscenze che possono solo maturare col tempo, e che sono completamente slegati dalla tecnologia moderna".

"Non voglio essere frainteso. L'avvento della tecnologia è fondamentale. Senza i controlli numerici faremmo lavori non ottimizzati, in tempi molto più lunghi e margini d'errore ampi. A maggior ragione ci muniremo - a breve - di software specifici per osservare il comportamento termografico del progetto da realizzare, così da poter allargare maggiormente la nostra visione, spostandoci anche su ciò che circonda l'infisso (muri ecc… n.d.r.). Anche questo vuol dire avere cultura, tradizione e passione per il proprio lavoro. Qualità che oggi si stanno perdendo in nome della velocità e della produzione in serie". Concludendo, possiamo parlare di una mancanza nella formazione delle future generazioni? "Sarebbe molto bello che qualcuno iniziasse il discorso. Servirebbe un ricambio generazionale impossibile da affidare ai soli privati. Un tempo preparavano all'attività vera e propria, mentre oggi si tende a privilegiare il fatturato sul prodotto finale. Forse è arrivato il momento di unire la tradizione valore fondamentale per il nostro lavoro -, all'innovazione, intesa come preparazione al futuro dei nostri giovani. Questa è, secondo noi, l'unica via per ottenere la qualità".

"Abbiamo sempre investito molto sulle certificazioni, come l'obbligo di marcatura CE sui serramenti, ottenuto solo dopo severi controlli" IN BASSO Massimiliano Aresi responsabile qualità

Rispetto a suo figlio Giancarlo, sembrerebbe che le tecniche moderne siano di secondo piano. E' così? 75


L'intervista Foto di Giorgio Chiesa

76

"Non bisogna mai perdere il contatto con il set di valori e di sogni dei propri clienti, visti anzitutto come individui"


Si vince la "Disraption" con marchi e idee creative Con questo neologismo, Alberto Marino - docente di marketing all'Università degli Studi di Bergamo - sottolinea come la stretta attuale del credit crunch vada affrontata con innovazioni e cambiamenti profondi, soprattutto d'immagine e marketing

a parola è sulla bocca di tutti. Gli economisti parlano di quella finanziaria, quasi tutti di quella economica, e alcuni si spingono fino a quella di nervi. Quelle di ansia e panico sono in cura sui lettini degli psicologi. Naturalmente la parola in questione è crisi. Leit motiv (si fa per dire) e anticamera di altri termini come tracolli, fallimenti, recessione, in uno scenario mondiale tutt'altro che sereno. E le frasi non sono da meno: "banche che crollano", "certezze che si sgretolano", "crisi mondiale del capitalismo". Parole e frasi che, quotidianamente, moderne Cassandre urlano ai quattro venti. Ma è in momenti come questi, che i prodotti trovano nelle parole un loro punto di forza. E' in situazioni difficili che il marketing fa la differenza. Come per la selezione naturale, solo i marchi che hanno alle spalle contenuti veri e capaci di innovazioni propositive possono sopravvivere. Solo i prodotti forti riescono a superare la stretta della domanda e la burrasca dei mercati. Ma forti, nel contesto attuale, non è connesso obbligatoriamente ai meri mezzi finanziari, significa più che altro ricchi di idee. "Le idee per dirla alla Hegel - hanno mani e piedi", solo così si può affrontare la Disraption. "Un neologismo - sottolinea il professor Alberto Marino - docente di marketing all'Università degli Studi di Bergamo, e padre del termine, che evidenzia come la stretta del credit crunch vada affrontata con innovazioni e cambiamenti anche profondi.

L

Deve essere fronteggiata, così, questa economia che si caratterizza per la robusta carenza di liquidità per imprese e famiglie e per la deflazione, seguita da innesti profondi di liquidità da parte di Stati e Governi". Nelle campagne pubblicitarie, per quale motivo nessuno evoca la parola "crisi"? "La sua etimologia greca, richiama giudizi e trasformazioni massicce. La realtà attuale ci pone di fronte scenari di pesanti ridimensionamenti fronteggiabili non solo con il contributo degli Stati, ma con le stesse campagne pubblicitarie anticicliche. Sono le imprese le più idonee a rassicurare il consumatore. Le politiche comunicazionali e di marketing anticicliche fanno sentire il consumatore meno abbandonato ed insicuro, in un contesto di profonda crisi (se così vogliamo chiamarla) come l'attuale. Le imprese, attraverso una pubblicità ben calibrata emergono e si espandono a scapito di concorrenti più deboli che, colpiti da un loop negativo si ritrovano all'interno di un circolo perverso che ne ridimensiona portata e potenzialità, sotto il peso del cedimento dei consumi di propria pertinenza. Durante i periodi di ampia crisi, le campagne pubblicitarie potrebbero contenere i cali robusti e la propensione a rintanarsi dei consumatori sperduti, e al contempo, indebolire i concorrenti che gettano la spugna sotto il profilo degli investimenti pubblicitari". 77


"E' in situazioni difficili che il marketing fa la differenza Come per la selezione naturale, solo i marchi che hanno alle spalle contenuti veri e capaci di innovazioni propositive possono sopravvivere"

Questa crisi non potrebbe portare con sé per alcune aziende anche una crisi d'immagine? "Oggi i consumatori (concettualmente e magari senza rendersene conto) acquistano prima l'immagine, la marca e i valori di un' impresa. Solo in seguito i suoi prodotti o servizi. La risposta, quindi, è affermativa. Nella misura in cui le imprese tagliando eccessivamente i budget pubblicitari senza una congrua logica comunicazionale e di marketing, si espongono al ridotto o mancato presidio della propria immagine e della propria identificazione, chiamata "identità dell'impresa". Questa caduta indebolisce la forza del proprio marchio e la distintività della impresa. Non bisogna mai perder il contatto con il set di valori e di sogni dei propri clienti, visti anzitutto come individui. E' fondamentale recepire un nuovo tipo di comunicazione, definita "sistemico - relazionale" che include in sé anche quella integrata. Si tratta di mettere in campo diversi strumenti comunicazionali, tra i quali anche una pubblicità articolata”. 78

Premia più l'originalità di idee nuove o l'immagine consolidata nel tempo? "Si possono classificare due macro categorie: una prima riguarda tutti i casi in cui si enfatizzano gli effetti "revival". Il rimando all' heritage, al patrimonio consolidato, alle radici tradizionali ed ai punti forza che vengono da lontano per il cliente sono un punto fermo e appagante. Nella seconda, invece, contano molto di più le innovazioni, le variazioni e la modernità. Questi due binari marciano parallelamente e funzionano entrambi se esiste coerenza e se le condizioni di base sono favorevoli. Ne sono esempi la "Mini" (auto di revival appunto) e i moderni navigatori satellitari (che evocano tecnologia). Per quanto riguarda il successo della Mini, si è saputo sfruttare al massimo, in chiave moderna, il patrimonio di un'immagine ormai consolidata nel tempo, che insiste appunto sull'heritage e sul revival. In questo caso si è elaborata una pubblicità "fuori dalle righe" per così dire, resa attuale e accattivante. L'originalità di idee nuove si riscontra nel-


"Sono proprio le politiche comunicazionali e di marketing anticicliche a far sentire il consumatore meno abbandonato ed insicuro, in un contesto di profonda crisi"

la diffusione, ormai massiccia, dei moderni navigatori satellitari per auto. Nel caso del lancio, o del sostegno al lancio, il ricorso ad impostazioni cariche di emozionalità è stato un aspetto trainante".

economici, della pubblicità, che racconta i cambiamenti di una società attraverso le sue marche e il fascino di territori, come quelli bergamasco, bresciano e lombardo". Proviamo a creare uno slogan vincente? Proviamo a fare un esercizio nel comparto automobilistico? "In senso lato potrebbe essere"compattezza e bassi consumi alla nostra portata": l'essenza dello slogan è il principio su cui si stanno muovendo (segnatamente nella "pancia" del mercato) tutte le case automobilistiche. La domanda di auto è crollata del 60% negli Stati Uniti e del 40% in Italia. Rimanendo in tema di auto chiudo con un motto di un Solone del Taylorismo, il magnate di successo Henry Ford che affermava risolutamente:"chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi è come se fermasse l'orologio per risparmiare tempo".

Quanto conta il marketing per le imprese e per le piccole medie imprese del tessuto economico italiano? "L'Italia è ricca di prodotti tipici e distintivi delle piccole medie imprese. Il prodotto regionale, per esempio, che affonda le proprie radici nella tradizione ha ampie potenzialità ma non può pretendere di movimentare adeguati budget pubblicitari senza una congrua logica di nicchia. Servono approcci diversi, magari consortili, come quelli francesi. L'Italia deve difendere la propria quota di mercato internazionale che è in discesa. Negli ultimi anni si è abbassata sotto il 5%, conquistato negli anni d'oro in cui la competizione riguardava sostanzialmente il solo prodotto, peraltro sempre di qualità". A noi non sembra siano poche le campagne pubblicitarie legate direttamente al territorio o di prodotti strettamente bergamaschi. Lei è dello stesso avviso? "Bergamo è ricca di potenzialità, lo dimostra la laboriosità delle sue ridenti Valli. Ciò le potrebbe consentire agganci di marketing territoriale su ampia scala. Recuperi significativi sono quelli che sta vivendo l'intera zona di San Pellegrino, uscita da un lungo periodo di sonnolenza, in virtù della operosità sostenuta dal lavoro specifico di alcuni imprenditori avveduti e lungimiranti, con l'ausilio di esperti di marketing, attrezzati". Che considerazioni ha tratto visitando la mostra di Brescia "Eccellenza italiana e gusto delle icone e delle pubblicità"? "Alla pubblicità, non solo dal punto di vista iconografico, si sono avvicinati grandi designer e personaggi di rilievo. Si rivalutano e si ammirano capolavori di design, nella grafica e nella cartellonistica (per limitarci a questi). La pubblicità è una cosa seria e importante, non è più il ricettacolo dell'effimero, del sofisticato o del costoso. Con mostre ben allestite come quella che si sta chiudendo a Brescia, ci si rende conto del ruolo ormai insopprimibile e rilevante, non solo in termini

La scheda Nome: Cognome: Luogo di nascita: Data di nascita:

Alberto Marino Milano/Italia 9 Aprile 1944

aureato con 110 e lode, in Economia e Commercio, all'Università Bocconi nel 1967. Inizia a operare nella stessa Universita' ed entra in ruolo nel 1970. Intraprende un percorso di ulteriore approfondimento negli Usa (nelle sedi di Stanford e Harvard). Con il Diploma in "General Management", ritornato in Italia, nel 1973 ricopre il ruolo di professore incaricato in Bocconi e si cimenta con le tematiche di organizzazione commerciale. Da professore associato interno (1980), primo a ricoprire questo ruolo in Bocconi, si dedica alla cattedra di Marketing occupandosi dei temi legati al marketing dei beni industriali, alle politiche distributive ed alle logiche comunicazionali e strategiche. Come Docente Senior Sda Bocconi, ha lanciato molti corsi manageriali destinati ad imprenditori di piccole e medie imprese, svolgendo nel contempo un' intensa attività di ricerca all'interno del CNR. Mette parallelamente alla presenza in Bocconi, a disposizione la propria passione e le proprie competenze a Bergamo, fin dal 1976, come docente di Marketing e di varie materie aziendali. Ha sviluppato numerosi progetti di ricerca, impegnandosi anche nel campo dell'economia e della gestione dei servizi, della finanza aziendale e della internazionalizzazione. Coordinatore del Dottorato in "Economia Aziendale e Marketing Staategico" nell'Universita' degli Studi di Bergamo, Facolta' di Economia, attualmente e'

L

professore dei prima fascia nel Raggruppamento di "Economia e Gestione delle imprese". Inoltre ha maturato una lunga ed intensa attività come consulente, dedicandosi fin dagli inizi e tra i primi non solo in Italia, agli allora innovativi temi della pianificazione strategica. Ha collaborato con multinazionali europee prima ed italiane dopo, innovandone le logiche di sapiente fusione tra finanza, marketing e comunicazione. E' stato a fianco dell'allora Director della Sede di Milano, consulente di Mc Kinsey (nota società di consulenza manageriale e di strategia aziendale) ed ha per lungo tempo ricoperto il ruolo di Managing Director di Societa' all'interno di un rilevante Gruppo Consulenziale italiano. Per importanti imprese ha maturato diverse esperienze come Project leader di ristrutturazioni client driven , operando altresì, come tutt'ora, in Comitati Strategici e di Advisorship. Da lungo tempo è specialista di valutazioni e rilancio, in chiave marketing e strategica, di marchi. Utilizza propri esclusivi metodi innovativi di rilancio e qualificazione dei marchi spesso non ottimizzati in chiave valoriale. Ha pubblicato oltre cinquanta tra volumi ed articoli, frutto di ricerche specifiche di marketing, riferite anche a comunicazione, branding ed alla "originale " valorizzazione sistemica" .Autore di studi per una valutazione efficace e rilanci effettivi in chiave di marketing, comunicazione e pianificazione, di marchi.

79


Marketing&Professioni Articolo di Livio Casanova

“Le nostre idee non si fermano mai perchè siamo un team giovane e dinamico, ricco di fantasia e allo stesso tempo di determinazione Questi sono gli ingredienti necessari per dare al cliente sempre soluzioni vincenti e risolutive nel rispetto delle sue esigenzeâ€? 80


Gli e-venti accendono nuove idee per il marketing aziendale "Per l'immagine aziendale - ci spiegano Elisabetta Lanfranchi e Andrea Amighetti, titolari della società e.20 - non esiste un clichè unico, applicabile a tutti indistintamente Il valore di ogni azienda è, prima di tutto, la sua unicità"

li eventi, che siano promozionali o commerciali, sportivi o culturali, aziendali o "semplicemente" enogastronomici hanno guadagnato un ruolo fondamentale nel veicolare prodotti o servizi aziendali. Poliedrici, eclettici e versatili, hanno guadagnato un ruolo primario nelle strategie di marketing e nei piani di comunicazione delle imprese. Abbandonato il vecchio modello di marketing, oggi non è più la persona che si dirige o va alla ricerca del suo prodotto, ma è l'azienda che incontra la persona nel suo ambiente, dove vive, dove acquista. Luoghi asettici e slogan impersonali hanno lasciato il posto a relazioni personali e personalizzate, one-to-one. Da qui nascono esperienze uniche perché si avvertono gli stati d'animo delle persone, le loro attese e le loro aspettative. E così prodotti o servizi hanno un volto umano. Questa è la stessa filosofia sposata da e.20 l'agenzia di Alzano Lombardo che si occupa di marketing, comunicazione, servizi alle imprese, organizzazione di eventi e manifestazioni. "L'evento - ci spiegano Elisabetta Lanfranchi e Andrea Amighetti, titolari dell'agenzia - crea interazione e relazione diretta con il target di riferimento: più efficace per un ritorno immediato. Prendiamo l'esempio delle fiere. Non è sufficiente che uno stand sia bello. Deve trasmettere messaggi, creare emozioni e contenere azioni di promozione in grado di stimolare interessi e relazioni".

G

Sono gli eventi sportivi quelli che catalizzano le attenzioni maggiori? "Non necessariamente e non tutti nello stesso modo. Alcuni eventi sportivi, grazie alla popolarità della disciplina, possono calamitare maggior attenzione rispetto ad altri meno noti. Lo sport porta sempre una forte carica emozionale. Accomuna chi lo pratica con i suoi tifosi, sinonimo di dinamismo, è in grado di rendere memorabili gesti e imprese. E' legato al nostro tempo libero e al nostro benessere fisico. Ci sono anche altri eventi che catalizzano l'interesse del pubblico, come quelli culturali, musicali". Sempre in considerazione del target di riferimento, la cosa più importante è creare emozioni positive. Cosa significa e cosa comporta veicolare l'immagine e la promozione di un'azienda? "Significa prima di tutto analizzare e capire le necessità promozionali dell'azienda/cliente e i bisogni dei suoi interlocutori, aiutarla a conquistare e rafforzare lo spazio nel mercato valorizzando al meglio la sua immagine e la sua attività. Individuare opportunità, sviluppare nuovi prodotti, acquisire nuovi clienti, mantenere e fidelizzare i clienti, sono processi di promozione da gestire con attenzione e preparazione per garantire al cliente buoni risultati". 81


Quali sono i segreti perché un'immagine aziendale sia vincente? "E' un lavoro di sartoria. Non esiste un solo clichè applicabile a tutti indistintamente perchè il valore di ogni azienda è, prima di tutto, la sua unicità. Ognuno deve avere un'immagine "ritagliata" su misura. Nella comunicazione aziendale "l'abito fa il monaco". L'immagine è il suo biglietto da visita che l'accompagnerà sempre. La sponsorizzazione e la cura del proprio look rappresentano un ottimo sistema di promozione, un modo per accrescere la notorietà del proprio brand e far conoscere la propria attività, grazie ad un gran numero di contatti, aziende, professionisti ed enti". Ci sono idee innovative che state mettendo in campo? "Le attività di e.20 sono innumerevoli: la comunicazione, la pubblicità, il merchandising e il promozionale, l'organizzazione di eventi, le fiere e molto altro. Le idee più innovative sono legate ai progetti di marketing, promuoviamo diverse attività all'interno delle scuole. Alcuni esempi? L'Energioco, l'iniziativa di educazione ambientale in distribuzione nelle scuole della provincia, realizzato con Usp, Ress Solar, Intesa Sanpaolo e Longhi. Questo è il fiore all'occhiello dei nostri progetti di marketing e ha riscosso un enorme successo. Stiamo già lavorando agli eventi estivi, le nostre idee non si fermano mai perchè siamo un team giovane e dinamico, ricco di fantasia e allo stesso tempo di determinazione. Questi elementi sono gli ingredienti necessari per dare al cliente sempre più soluzioni vincenti e risolutive nel rispetto delle sue esigenze. La spensieratezza nel ricercare sempre elementi originali e mai banali, ci porta ad introdurre nel mercato iniziative dal trend incentivante che ci permette sempre di rinnovarci. E’ quello che tutti chiamano il "salto di qualità". Avete collaborato con Confesercenti per il "Mercatino di Natale" che si è tenuto, da novembre a gennaio, al Piazzale degli Alpini di Bergamo. Facciamo un bilancio conclusivo della manifestazione. "E' stato un evento molto significativo per la città di Bergamo, frutto della fattiva collaborazione con Confesercenti e in cui gli sponsor hanno dato un'immagine positiva ai cittadini. Per questa seconda edizione abbiamo privilegiato tre aspetti importanti: l'intrattenimento gratuito con lo snowtubbing, le animazioni e i diversi spettacoli

per i bambini. L'adesione di molti esercenti, legati al tema del Natale è stato coronato con una partecipazione numerosissima di turisti e bergamaschi, a passeggio o in cerca di articoli regalo per le feste natalizie. La buona riuscita di ogni iniziativa si lega alla collaborazione propositiva di tutti coloro che desiderano il meglio per ogni cosa. La nostra realtà mira a promuovere un dato evento, con un motore alimentato dalle idee di tutti, assemblandole e rendendole operative. Se dovessimo sottolineare un aspetto particolare: il campo scuola di sci alpino, allestito su una collinetta in ferro ricoperto di neve artificiale, ha permesso a 1.500 alunni delle classi III, IV e V delle scuole elementari della città di Bergamo di giocare, crescendo vicino a maestri professionisti. Il bilancio finale? Sicuramente la riqualificazione dell'area, impreziosito anche socialmente dalla raccolta di fondi per il progetto "dormitorio" grazie al contributo di Ubi Leasing e Ubi Banca Popolare di Bergamo: gli oltre tremila euro raccolti rappresentano la risposta migliore, e più concreta". Quali sono e come si strutturano le prossime manifestazioni che avete in agenda? "Stiamo collaborando con i Runners Bergamo nell'organizzazione del Campionato del Mondo 24h di corsa su strada e con gli Amici del Trapianto di Fegato Onlus per la sesta Granfondo, manifestazione a livello nazionale finalizzata alla sensibilizzazione della donazione degli organi. Per dare un messaggio di speranza a tanti pazienti che sono tutt'ora in lista di attesa per un trapianto. Senza dimenticare il progetto legato ad una serie di eventi per celebrare il centenario dell'AlzanoCene, squadra di calcio che milita nel campionato nazionale di Serie D. In ogni evento curiamo ogni particolare, ma soprattutto creiamo attività e momenti di relazione tra i nostri partner". Il prossimo appuntamento per tutti è ..? "Vi aspettiamo per la 24h World Challenge 2009, la più spettacolare ultramaratona. E' una gara di resistenza che si corre per 24 ore e l'atleta che in un giorno riuscirà a percorrere il maggior numero di chilometri sarà il vincitore. Grande è l'emozione e la consapevolezza dell'importanza della posta in palio per gli atleti Runners Bergamo. Oltre all'orgoglio di ospitare, a Bergamo (l'anno scorso a Seul, n.d.r.), un evento sportivo di caratura mondiale. Sulla griglia di partenza saranno schierati i più forti atleti del mondo".

"Appuntamenti legati alla tradizione e al folklore possono essere fondamentali, come l'ultimo Mercatino di Natale a Bergamo: l'intrattenimento gratuito con lo snowtubbing, le animazioni con i diversi spettacoli per i bambini e i momenti di solidarietà hanno dato un'immagine diversa alle aziende e alle realtà commerciali partners" 82



Marketing&Economia Articolo di Livio Casanova

La Lombardia fabbrica (di) marchi storici Sono i prodotti bergamaschi e lombardi, entrati nell'immaginario collettivo, a testimoniare le capacità imprenditoriali d'intuire e precorrere i tempi, con strategie comunicative sempre vincenti

e la pubblicità non funziona, non resta che cambiare merce" diceva Edgar Faure, avvocato, scrittore e grande erudito francese. Ma lui non conosceva l'imprenditorialità lombarda. La nostra regione si è fatta conoscere nel mondo grazie ai suoi prodotti storici, costruendo campagne pubblicitarie e marchi che sono sopravvissuti a tutte le crisi di questi ultimi cento anni, alle mode e costumi, e segnando indelebilmente la vita di ciascuno di noi. I lombardi lo sanno bene: prima che un prodotto sia esportabile, è necessario veicolare la sua immagine, poi sarà il mercato a decretarne il successo, perché la fortuna di un marchio è rimanere fedele a se stesso, continuare ad essere "riconoscibile" nel tempo e attraversare le mode catalizzando i sentimenti, le aspettative e i desideri di tutte le epoche. Molti sono i marchi lombardi che hanno fatto il giro del mondo, alcuni sono finiti nel carnet di grandi multinazionali. E' il caso della "bergamasca" San Pellegrino, che gode di fama mon-

"S 84

La magnesia San Pellegrino, forte di un suo principio attivo ci ha fatto "digerire" gli ultimi cento anni della nostra storia



Il marchio della centenaria Pentole Baldassare Agnelli, dal 1907 è sinonimo d'eccellenza nel campo degli strumenti di cottura a livello internazionale

diale per prodotti come aperitivi analcolici, bibite e thé freddi presenti sulle tavole di oltre 120 paesi del mondo sparsi nei cinque continenti. La magnesia San Pellegrino, nata nel 1906, forte di un suo principio attivo, ha segnato cento anni della nostra storia, attraversando due guerre mondiali, il Fascismo, il boom economico del Dopoguerra, i ruggenti "anni '80" per arrivare fino ai nostri giorni. Oggi, la San Pellegrino è passata di mano al gruppo Nestlè e a rimanere bergamasca è solo la fonte. D’ispirazione per il Gruppo Percassi che ha deciso d'investire sul comune lombardo per riportarlo ai fasti della "Belle Epoque", testimoniata, anche questa, da locandine che raccontano come, nei primi decenni del secolo scorso, la cittadina brembana entrò nella mappa delle stazioni termali di caratura internazionale con il trionfo di un Liberty tutt'ora inarrivabile. Altri marchi italiani rimangono profondamente legati a Bergamo e al territorio lombardo. E' il caso della Bracca (acque minerali), che l'anno scorso ha festeggiato i suoi primi 100 anni di vita. Le prime testimonianze risalgono a inizio dell'Ottocento e cento anni dopo, nel 1906, si eseguono le opere di captazione della sorgente. Nel luglio del 1907 si apre il primo stabilimento d'imbottigliamento, subito demolito per lasciare il posto all'albergo "Fonte Bracca", e due anni dopo, nel 1909, nasce l'attuale stabilimento di Ambra di Zogno. Nella galleria Vittorio Emanuele di Milano, lo storico ristorante Biffi consigliava nel suo menù l'acqua Bracca. Stiamo parlando del 1915. La preferita anche da Angelo Giuseppe Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII, che scrisse in quegli anni alla sorella, di fargli trovare al ritorno dal suo mandato in Bulgaria una cassa di bottiglie "Bracca". Un'etichetta, quella della Fonte, entrato da subito nell'immaginario collettivo delle 86

Papa Giovanni XXIII, scrisse alla sorella di fargli trovare, al suo ritorno dalla Bulgaria, una cassa di bottiglie "Fonte Bracca"


A SINISTRA Una campagna pubblicitaria del passato

famiglie italiane e che richiama alla mente il gusto inconfondibile dell'acqua minerale. Realizzata dal noto artista bergamasco Francesco "Cecco" Previtali, nel corso degli anni non ha perso lo smalto e si è trasformata in un'icona dell'azienda. E a proposito di anni, lo stemma della centenaria azienda "Pentole Baldassare Agnelli" dal 1907 è sinonimo di qualità nel ramo degli strumenti di cottura in alluminio. Nato nel cuore della nostra città, via Fantoni, l'agnello circondato dalla scritta "B. Agnelli - Bergamo" ha raggiunto i migliori alberghi e ristoranti del mondo, divenendo un marchio imprescindibile per gli chef internazionali. Sinonimo d'eccellenza non solo per la nostra città, ma anche per l'intera Lombardia nel mondo. Com'è lombarda anche la pavese colla Coccoina che nonostante i suoi 84 anni la troviamo ancora sui banchi di scuola. Non è cambiato nulla: etichetta e imballo rispettano ancora l'idea originaria e non si è mai pensato ad un loro stravolgimento. Anche il barattolo in alluminio e il pennello sono prodotti nell'azienda di Voghera. Era il 1930 quando le stazioni radio di Milano, Roma e Genova trasmettevano lo slogan "Coccoina, Coccoina ... non è uno stupefacente ma la colla solida che stupisce ed entusiasma quanti la usano". Per casi come questo, dove il prodotto non è mai scomparso dalla scrivania o come quello della San Pellegrino, presente sulle tavole di tutto il mondo, la pubblicità migliore è la riconoscibilità del marchio "incollato come un'etichetta" alla nostra vita. Ancora ricercatissima è la gardesana Cedrata Tassoni. Perchè chi dice Tassoni, dice cedrata e viceversa. Di tendenza negli ‘70, si può considerare storico anche il suo spot. Trasmesso dal 1986 ad oggi, è il secondo più longevo mandato in onda dalla televisione italiana. Quando il Carosello era la fortunata

striscia quotidiana di messaggi promozionali, testimonial della Cedrata Tassoni era la grande Mina, con lo stesso jingle che si ripete puntualmente durante tutte le estati: "Quante cose al mondo puoi fare? Costruire? Inventare? Ma trova un minuto per me! Per voi e per gli amici...Tassoni". Sempre Lombarde sono la milanese Pasta del Capitano, ancora oggi prodotta dalla Ciccarelli, le mostarde cremonesi e il torrone Sperlari. Della beverina e comasca Spuma Spumador, una cosa è certa, nessuno al mondo è stato ancora capace di superarla. Prodotta a Caslino al Piano, la Spuma vanta una ricetta segreta che risale al 1938, ottenuta dall'infusione di ben 17 erbe aromatiche. Bastino questi esempi a testimoniare come la Lombardia, da sempre, sia una regione a forte vocazione imprenditoriale, lo conferma la densità di questo patrimonio storico. Negli albi camerali sparsi su tutto il territorio nazionale sono iscritte 6.141 realtà che hanno scritto e fatto la storia del nostro costume, una su tre è lombarda. Le imprese più longeve sono legate al manifatturiero e il commercio: l'uno ne conta 593 (28.6% del totale) mentre l'altro 522 (25.2%). I servizi alle imprese sono il 24.2% del totale (500 attività), seguono gli alberghi e ristoranti con il 6.9% (142 imprese). Curiosando tra le province lombarde troviamo che a Bergamo sono 108 le aziende storiche (il 5.2% nazionale e 1,8% regionale). Prima di noi c'è Milano dove sono presenti 1.180 attività nate prima del 1940. Un quinto del totale nazionale e pari al 60% della regione. Ci precede anche Varese con 318 imprese (segnando il 15.4% regionale e il 5.2% italiano) e Como con 145 aziende (7% regionale e 2.4% italiano). Dopo di noi e con meno di cento imprese ci sono Cremona (79), Lecco (65), Brescia (55) e infine Pavia (50 realtà). 87


Viaggio nel tempo Articolo di Giorgio Chiesa

La bottega negli anni ‘20

Dolcezza dal 1890 Prima tappa di un nuovo appuntamento mensile: le realtà imprenditoriali e i negozi che hanno segnato la storia economica di Bergamo. Botteghe e professioni che si sono trasformate ed evolute nel corso degli anni, dai primi '900 ad oggi

88

La bottega a fine ‘800

Il viaggio parte da Via Broseta, nel cuore della città Parliamo di Lazzarini Dolciumi, ora guidato dalla terza generazione di famiglia, col tempo divenuto un gruppo nazionale nel campo della distribuzione dolciaria


n delizioso viaggio tra i ricordi di famiglia, una dolce storia imprenditoriale fatta di passione e grandi tradizioni. Sono questi i valori che sono andati perdendosi in nome della spinta omologante della modernità. Ci riferiamo al lavoro inteso come cultura ed esperienza, ma anche come compagnia e convivialità, come occasione di crescita professionale e - soprattutto sociale. Sono le parole e la storia di Marino Lazzarini, nonno dell'attuale proprietario e fondatore del Gruppo che da oltre un secolo segna la storia di Via Broseta. Parliamo di un'attività iniziata nel lontano 1890, quando nonno Marino appunto, decise di creare una promettente impresa specializzata in generi alimentari. Una drogheria carica di profumi e aromi: erbe, sali, caffè e molto altro. Un'attività cresciuta di generazione in generazione: all'inizio degli anni '40, infatti, il testimone passa al figlio Giuseppe, che ne porta avanti la tradizione e la qualità nel periodo storico più difficile e di maggiore espansione, parliamo del Dopoguerra, anche grazie al grande apporto della moglie Emma. Ecco così che approdiamo al Ventunesimo secolo, anni nei quali il Gruppo Lazzarini - con alla guida il figlio di Giuseppe, Marino - implementa il proprio potere aziendale inaugurando una nuova sede produttiva di oltre 10.000 mq ad Azzano San Paolo, all'avanguardia per tecnologie utilizzate e per capacità logistico-distributive. "Al principio - afferma l'attuale proprietario -

U

c'era solo la piccola bottega di un droghiere, quella di mio nonno Marino. Nella via c'erano una serie di attività commerciali che oggi sarebbero impensabili, tutte cancellate dalla modernità del mercato. A stravolgere gli equilibri ci ha pensato soprattutto la Seconda guerra mondiale, che ha cambiato radicalmente le esigenze e le abitudini dei bergamaschi. Mio padre Giuseppe, conosciuto da tutti come “Beppino”, ha poi ereditato questo patrimonio, espandendolo negli anni '60 e facendolo diventare uno dei primi supermercati ante-litteram. Il cambiamento dei tempi iniziava a farsi sentire, specialmente per tutte queste piccole realtà saldamente radicate nel territorio". Un lungo percorso fatto di grande passione per il lavoro e di pura storia bergamasca. Le varie evoluzioni che si sono così succedute hanno tenuto ben chiaro questo filo comune, che ha poi successivamente portato alla specializzazione nel settore dolciumi, da sempre due grandi peculiarità del Gruppo Lazzarini. "Col passare degli anni abbiamo deciso di concentrarci nella vendita al dettaglio di quelle che erano le nostre più grandi qualità. Siamo così riusciti a mantenere un legame molto forte con quelli che oggi sono i figli e nipoti dei clienti di mio nonno, ma anche con la grande tradizione che deriva dalla nostra storia. Infatti vengono ancora realizzate, a mano, bomboniere per diverse generazioni di famiglie. Non voglio parlare solo di rapporti umani con i nostri clienti, ma soprattutto dell'amici-

Il negozio negli anni ‘60

89


Marino Lazzarini, attuale proprietario dell'omonimo gruppo: "All'inizio - nel 1890 -, c'era solo la piccola bottega di un droghiere, mio nonno Ora tutto è cambiato e con il passare degli anni, abbiamo deciso di specializzarci nel settore dei dolciumi" zia che ci legava - e ci lega tutt'ora - con alcuni nostri dipendenti, presenti in azienda da moltissimi anni. Valori introvabili ai giorni nostri: adesso i giovani timbrano il cartellino, lavorano e vanno a casa. Una volta, invece, si creava un legame indissolubile di complicità. Non sono rari, infatti, i casi di dipendenti che hanno trascorso in azienda anche quarant'anni d'intenso lavoro. Ad esempio, una delle nostre segretarie, è entrata nel Gruppo all'età di 15 anni ai tempi di mio padre: questa è la massima espressione di

Marino Lazzarini, nonno dell'attuale proprietario e fondatore del Gruppo che da oltre un secolo segna la storia di Via Broseta

Marino Lazzarini

90


una famiglia-azienda". Lo sa bene Emma Lazzarini - madre di Marino -, che nel corso degli anni è riuscita a mantenere rapporti d'amicizia molto speciali, nonostante attorno a lei tutto sia cambiato con lo scorrere del tempo. Il suo racconto è una perla fatta di aneddoti e curiosità, che passano anche attraverso un impossibile confronto con quello che i tempi moderni intendono come lavoro o esercizio commerciale. "Ci sarebbe da scrivere un libro - afferma -, e forse non basterebbe. Mi sono sposata nel 1945 e da allora la mia seconda casa è questa bellissima bottega. Nel tempo molte cose sono cambiate, ora è un moderno negozio in cui si entra per acquistare dolci o caramelle. Una volta, invece, la consegna della merce avveniva a domicilio, c'erano circa 400-450 clienti che aspettavano nelle loro case lo zucchero, il caffè e il resto dei prodotti che fornivamo. Ricordo distintamente il numero, in quanto nel periodo natalizio confezionavo - ad uno ad uno - tutti i regali che donavamo alle famiglie di Bergamo, per ringraziarli del loro affetto nei confronti della nostra attività. E' questa la principale risorsa che tutti stanno perdendo, il rapporto umano spentosi con l'avvento dei supermercati ed ipermercati. La vita frenetica di oggi richiede più velocità nel fare la spesa, i centri commerciali facilitano queste esigenze ma perdono altri valori che - nel campo del commercio - erano belli e basilari. La modernità ci ha cambiati. Ricordo che il carretto che usava mio suocero Marino ci sembrava già fin troppo evoluto, e invece adesso fra camion e furgoni è pura storia". I ricordi prendono pian piano il sopravvento anche nelle parole di Marino Lazzarini, traghettato dalla madre Emma e dalla vista di alcune foto d'epoca che ritraevano la bottega nei suoi vari momenti storici, prima che nel 1965 fosse abbattuta un'ala del palazzo che la ospitava, per far spazio all'allargamento di Via Francesco Nullo. "Una volta d'estate, a chiusura dell'attività - aggiunge il proprietario, attualmente alla guida del Gruppo con la moglie Rita e la figlia Monica -, ci si radunava all'esterno dei negozi di Via Broseta per parlare e scambiare qualche battuta. Era un clima piacevole da piccolo paese, completamente diverso dalla frenesia da metropoli di oggi. Inoltre era presente anche una porta, come quella di S. Agostino per intenderci, che al rintocco del campanone - alle 22 -, chiudeva completamente la città all'incrocio con via Nullo. La tradizione del rintocco delle campane è rimasta, purtroppo tutto il resto è andato perdendosi nel corso del tempo". Questo viaggio si conclude tra rivelazioni e chicche gelosamente mantenute da generazioni. Quanti di noi, infatti, sapevano che uno dei soci fondatori della Novi - proprio l'azienda di Novi Ligure, famosa per il suo cioccolato gianduia -, è stato il nonno di Marino Lazzarini? Pochi purtroppo. La magia di una professione persa col tempo è dimostrata, inoltre, da un libro - o meglio da un'enciclopedia - che ci viene mostrato al termine dell'intervista. Risalente al 1839, l'antico manoscritto contiene una moltitudine di ricette tramandate dai vari droghieri del passato. Quando i liquori e i dolci si confezionavano con erbe ed ingredienti naturali, tutti realizzati a mano in bottega. Autentiche pagine mozzafiato che hanno segnato la storia di chissà quante attività commerciali e che, con nostalgia, ci auguriamo non vengano mai disperse nel nome della globalizzazione.

"Mi sono sposata nel 1945 - afferma la Signora Emma, mamma di Marino Lazzarini e da allora la mia seconda casa è stata questa bellissima bottega, divenuta poi negozio Quello che oggi stiamo perdendo sono i rapporti umani e l'amicizia che ci legavano con i clienti"

Emma Lazzarini

In primo piano Giuseppe Lazzarini

91


Marketing&Arte

Arte, Moda e Gusto nelle icone della pubblicità uò una mostra scongiurare la crisi? Meglio: i colori e gli slogan di un cartellone pubblicitario possono cancellare l'attuale grigiore e far riaffiorare alla mente l'eccellenza italiana? A pochi chilometri da Bergamo, i Musei Mazzucchelli di Brescia ospitano, ancora per pochi giorni, la mostra dal titolo "Eccellenza italiana. Arte, Moda e Gusto nelle icone della pubblicità". Un affascinante viaggio iconografico nella recente storia del costume italiano, ripercorrendo oltre 100 opere, tra affiches e bozzetti. Gli autori sono nomi di grido quali Metlicovitz, Dudovich, Villa - e alcuni tra i più significativi artisti italiani del XX secolo - come Depero, Fontana, Cambellotti, De Chirico - per

P 92

A Brescia in mostra affiches e bozzetti ideati dai grandi illustratori del XX secolo, da Metlicovitz a Dudovich, da Hohenstein a Terzi e Villa, per celebrare l'eccellenza italiana nella moda, nel vino e nel vestire raffinato


La storica sfilata del 1951, organizzata dal marchese Giovanni Battista Giorgini a Firenze decreta la nascita dell'Italian Look

93


Geniale è l'idea di non rappresentare l'atto del bere, ma stimolarlo attraverso la seduzione femminile o l'innocenza infantile

celebrare tre ambiti dell'orgoglio nazionale: l'arte, la moda e il gusto del saper bere. Una lettura della realtà che riconosce la pari dignità tra arti applicate, nello specifico: tra la grafica e le arti maggiori. Il taglio espositivo ne svela le sorprendenti peculiarità e le reciproche contaminazioni. Si attraversa la storia della nostra cultura e della nostra società nel periodo compreso tra il 1897 e il 1957. Dalle prime campagne pubblicitarie tra Otto e Novecento - commissionate non tanto dai fabbricanti di abbigliamento, ma da coloro che ne garantivano la distribuzione, come i "Magazzini Mele" di Napoli, i "Magazzini Bocconi", poi "La Rinascente" di Milano - si colgono le trasformazioni della moda della prima metà del XX secolo. All'inizio era Parigi a dettare la moda e le mode, come testimoniano le affiche di Dudovich del 1911-12 per i Magazzini Mele o la raffina94

tissima Melenis di Metlicovitz del 1912 per l'opera lirica di Zandonai. Nei primi decenni del Novecento si afferma la principale eccellenza italiana. Il cappello diventa un accessorio irrinunciabile che s'impone nel mercato internazionale con lungimirante fortuna, come ricorda il manifesto del 1911 di Dudovich per la Borsalino. Nel 1936, a Firenze, Salvatore Ferragamo crea la prima scarpa con la suola ortopedica. In pochi anni diventa una foggia popolare per il sandalo femminile e le calzature italiane calcano i più grandi palcoscenici internazionali. E' la storica sfilata organizzata il 12 febbraio 1951 dal marchese Giovanni Battista Giorgini a Villa Torriggiani a Firenze a decretare, ufficialmente, la nascita dell'Italian look. I manifesti di moda possono essere letti anche con un taglio sociologico. Da rilevare, ad esempio, è la progressiva emancipazione della


donna. In un manifesto dei Magazzini Mele del 1903 di Aleardo Villa si pubblicizzano abiti per bambini con l'immagine di una madre vestita di tutto punto che sta per uscire e abbraccia i figli che giocano sul letto. Una donna che non sta a casa a custodire la prole ma che esce. Una generazione dopo, Dudovich ritrae per la Fiat la nuova Balilla per tutti. L'elegante signora adesso è una donna che guida e rivendica la parità di sesso con l'uomo. Si arriva al manifesto La Rinascente: Vacanze 1956. Con un'immagine modernissima, quasi cinematografica, ispirata ai nuovi modelli di eleganza femminile - quelli di Lana Turner e di Audrey Hepburn - Dudovich ci fa assaporare il clima culturale dell'Italia di quegli anni. In pieno boom economico, con tanta voglia di sognare e con la televisione in agguato, pronta a cambiare definitivamente i canoni della pubblicità. Il Gusto del bere offre un percorso altrettanto stimolante. Dalle affiches più antiche di Adolfo Hohenstein dedicate al "Bitter" e al "Cordial Campari" risalenti al 1898 si arriva ai manifesti del maestro Leonetto Cappiello per "Isolabella" del 1910. Su un fondo nero un arlecchino di sapore jugend volteggia circondato da decine di bottiglie colorate che raffigurano, con l'ironia del gioco, la danza dell'amaro; o come per "Contratto II" del 1922, dove una donna dal complesso vestito jugend regge una coppa enorme, da cui esce una spuma bianchissima su fondo giallo. Veri e propri capolavori per forma e strategia comunicativa. Di grande novità, infatti, è l'idea di non rappresentare il bere in se stesso, ma di stimolarlo attraverso figure diverse: per

far bere si pone l'accento sulla seduzione femminile o sull'innocenza infantile. Nel meraviglioso "Champagne Kupferberg" del 1901 del triestino Leopoldo Metlicovitz, una ragazzina, come in un'illustrazione per libri dell'infanzia, regge la bottiglia alla quale sta saltando il tappo. Ma vi sono altri stimoli al bere, altri sottintesi, altri racconti: la forza degli animali, l'ironia, il gioco, l'evocazione postfuturista, diventano chiavi simboliche per costruire il racconto. I produttori e i commercianti di vini, birra, liquori, e bevande in genere, compresero ben presto che non solo i manifesti, ma anche i cavatappi utilizzati nei bar e nei ristoranti avrebbero potuto svolgere un'azione pubblicitaria importante e a buon mercato. Il cavatappi che meglio si prestò a essere utilizzato come veicolo pubblicitario fu quello detto da "cameriere", brevettato dal tedesco Karl F.A.Wienke nel 1883 in Inghilterra e, subito dopo, negli USA: talmente popolare da essere prodotto, con lievi varianti, ancora oggi. Si tratta di cavatappi con un meccanismo del tutto simile tra di loro, che si differenziano proprio per il messaggio pubblicitario che li rende così ricercati dai collezionisti. Se il successo del manifesto pubblicitario subì un declino fra le due guerre, quello del cavatappi continuerà fino ai nostri giorni. La mostra si chiude con una sezione dedicata all'Arte, un patrimonio straordinario di circa 30.000 pezzi, tra manifesti, locandine e materiali diversi, tale da delineare compiutamente la storia della grafica pubblicitaria dalla seconda metà del XIX secolo fino agli anni Cinquanta del XX.

Un manifesto dei Magazzini Mele del 1903 di Aleardo Villa

95


Sport&Leisure Articolo di Massimo Pighizzini

Manuel Roncalli, patron del torneo: "Abbiamo previsto un calendario pi첫 ricco rispetto alle precedenti stagioni. Le gare sono, infatti, passate da dieci a quindici (18 buche stableford) e saranno ospitate nei pi첫 prestigiosi golf club della Lombardia, dell'Emilia Romagna e del Piemonte" 96


Travel golf cup, in buca la quinta edizione Il torneo organizzato da Roncalli Viaggi, in collaborazione con E20, regalerà una prestigiosa finale in Portogallo al "Praia d'El Rey Golf & Beach Resort" di Obidos

l golf non è più uno sport per pochi: le manifestazioni sportive che lo promuovono si sono ormai moltiplicate, trovando un pubblico sempre più numeroso di neofiti che ne apprezzano i punti di forza. Parliamo del contatto con la natura, della dinamicità delle competizioni e della condivisione del gioco con gli amici. Perciò, atteso come ogni primavera, ritorna anche quest'anno l'appuntamento con il golf targato Roncalli Viaggi. Dopo i grandi successi ottenuti nelle precedenti stagioni, anche nel 2009 ha preso il via l'ormai celebre Travel Cup. La manifestazione sportiva rappresenta un evento immancabile per gli appassionati di questo sport, che si sta diffondendo sempre più in Italia e nel mondo, ma anche per coloro che si avvicinano per la prima volta al green. I più prestigiosi golf club del Nord d'Italia faranno da palcoscenico al circuito organizzato dalla nota agenzia di viaggi di Bergamo, che ha fatto dello sport del golf la sua specialità. Il Golf Club cittadino Parco dei Colli, l'esclusivo circolo dell'Albenza, l'elegante Golf e Country Club del Castello di Tolcinasco, l'accogliente Villa Paradiso, il rinnovato Golf Brianza Country Club, ma anche il dinamico Franciacorta, il prezioso golf resort Le Vigne del Barolo, alla Cascina Biavasca di Cuneo e il divertente Modena Golf Country Club, saranno le location su cui si affronteranno i partecipanti della manife-

I

"Il riscontro e la soddisfazione del pubblico sono stati così forti che per curarne in via esclusiva l'organizzazione e renderla ancora più efficiente, abbiamo ritenuto necessario creare una società apposita: la Ego s.r.l." 97


stazione. Come ci spiega Manuel Roncalli, titolare della nota agenzia di viaggi di via Pitentino a Bergamo, nonché fondatore e primo organizzatore della manifestazione: "Siamo ai nastri di partenza della quinta edizione e abbiamo lo stesso innato entusiasmo della prima. Il riscontro e la soddisfazione del pubblico sono stati così forti che per curarne in via esclusiva l'organizzazione e renderla ancora più efficiente abbiamo ritenuto necessario creare una società apposita, la Ego s.r.l., costituita da specialisti del settore. Con grande soddisfazione e orgoglio posso dire che l'edizione di quest'anno è stata preparata e curata nei minimi dettagli da un team specializzato, che ha lavorato in stretta collaborazione con la società E20 s.r.l., la cui titolare Elisabetta Lanfranchi è nostra partner nell'iniziativa da due anni. La stessa ha curato in particolare la logistica e la visibilità, con la qualità e la competenza che la contraddistinguono. Un'ulteriore novità dell'edizione 2009 sarà il collegamento radiofonico dai vari campi di golf durante le gare, grazie alla partnership con Radio Number One. Sarà così possibile per gli appassionati ricevere utili informazioni sull'organizzazione della manifestazione durante la settimana, così come gli aggiornamenti in tempo reale e infine i risultati conseguiti". Ma entriamo più nel dettaglio della dinamica del circuito. "La Travel Cup 2009 - prosegue Roncalli - si svolgerà nel periodo compreso tra febbraio e giugno e prevede un calendario arricchito rispetto alle precedenti stagioni. Le gare sono infatti passate da dieci a quindici e saranno ospitate nei più prestigiosi golf club della Lombardia, dell'Emilia Romagna e del Piemonte. Ciascuna c.ompetizione consta di un percorso di diciotto buche in modalità stableford. I partecipanti saranno divisi in tre categorie, a seconda delle proprie abilità ed handicap. I vincitori di ciascuna gara accederanno alla finalissima, che si disputerà in Portogallo, al Praia d'El Rey Golf & Beach Resort di Obidos, vicino a Lisbona. La finale si svolgerà nella settimana di Ferragosto". E' grazie al sempre crescente successo riscosso con il passare degli anni e dei consensi ottenuti, che la Roncalli Viaggi e la E20 possono contare su numerosi sponsor, che hanno sposato l'iniziativa e grazie ai quali è possibile realizzare questa prestigiosa competizione. Agli ormai consolidati Testa Commerciale e Zenucchi Arredamenti, se ne sono aggiunti di nuovi, quali Lamborghini Bergamo, Mina da Prato Abbigliamento, Villa Group, Devco S.r.l., Ser Group e ancora Piazzalunga S.r.l., Cablotech, BLS Consulting S.r.l., Vanityhair e San Lucio Events, che hanno voluto sostenere la manifestazione, abbinando il proprio marchio ad un prodotto che darà loro visibilità e soddisfazioni.

"Un'ulteriore novità dell'edizione 2009 sarà il collegamento radiofonico dai vari campi di golf durante le gare, grazie alla partnership con Radio Number One" 98



Prova su strada Articolo di Luca Bilotta Foto di Giorgio Chiesa

Hummer H3, il piccolo gigante Immerso nel verde del ristorante "Il Pianone" di città Alta, vi sveliamo il "ridotto" gioiello della Casa americana. Fra cromature e un design inconfondibile, il nuovo modello rispecchia le caratteristiche inimitabili del Suv d'estrazione militare, abbinate alle dimensioni più compatte per uso urbano

Linea: il frontale si caratterizza per l'immancabile griglia cromata a tutta larghezza, mentre il padiglione, le superfici vetrate e la coda esibiscono spigoli e tagli decisi, un po' addolciti rispetto alla prima mastodontica generazione 100

a praticità tipica delle utilitarie non è una sua peculiarità, ma il modello di cui parleremo in queste pagine ha veramente classe da vendere. Spaziosa all'estremo, massiccia nelle forme squadrate e - soprattutto - appariscente. Chi la desidera, sotto sotto, vuole distinguersi dalla quotidianità e dalla consuetudine. Essere osservato e considerato automobilista di classe, senza sottostare alla classica eleganza dei Suv attualmente sul mercato. Stiamo parlando dell'Hummer, icona americana, provata per voi nelle tortuo-

L

se strada di città Alta. Questa volta, però, abbiamo scelto una location del tutto inedita: il ristorante "Il Pianone" di Marzio Panattoni, che gentilmente ci ha accolti nel proprio giardino per esaltare il design della "piccola" di casa Hummer: l'H3. Gusto estetico e tecnico affiancato ad uno dei ristoranti più rinomati della città, un connubio di gusto davvero suggestivo. E proprio in questo contesto, con città Bassa sullo sfondo, siamo riusciti ad apprezzare con maggiore charme le linee inconfondibili dell'Hummer, questa volta proposte con dimensioni più


"umane" rispetto ai canoni statunitensi. L'H3, infatti, si può definire un modello completamente inedito, che allarga verso il "basso" la gamma della casa americana, rendendola accessibile ad un numero molto più ampio d'automobilisti italiani e bergamaschi. STILE - Con 4.742 mm di lunghezza, 1.897 mm di larghezza e un'altezza di 1.892 mm, l'H3 è definibile tranquillamente il "piccolo" di casa Hummer. Un modello capace di contrastare senza esagerare nelle proporzioni SUV e fuori-

strada di taglia medio-grande. Dal punto di vista stilistico, l'H3 esibisce orgoglioso le linee che da sempre contraddistinguono gli Hummer, che indubbiamente devono anche al loro design inconfondibile buona parte del proprio fascino. Ecco allora che il frontale si caratterizza per l'immancabile griglia cromata a tutta larghezza, mentre il padiglione, le superfici vetrate e la coda esibiscono spigoli e tagli decisi, un po' addolciti rispetto alla prima mastodontica generazione del fuoristrada americano d'estrazione militare. La nuova generazione di H3, inoltre, pre-

Motori: la vera novità è il nuovo propulsore che va ad affiancare il Vortec GM da 3,7 litri con cinque cilindri in linea. Ovvero il V8 da 5,3 litri con ben 224 kW (305 CV) di potenza e 432 Nm di coppia 101


senta una serie di aggiornamenti estetici e funzionali. Dal 2009 la gamma colori è stata ampliata con l'introduzione di tre nuove tinte, mentre i cerchi in lega sono protetti da una nuova verniciatura a smalto molto resistente agli urti ed ai graffi. Infine il paraurti anteriore, la griglia e la protezione sottoscocca hanno un nuovo design ed una nuova struttura più robusta. INTERNI - Funzionalità, qualità e perizia artigianale: sono questi i tratti distintivi degli interni. Rispecchiando totalmente la filosofia della Casa americana, tutte le rifiniture sono "europee" nello stile ma tipicamente "americane" nel cuore. Ciò si tramuta in spazi generosi, rifiniture di pregio ma senza fronzoli come la radica. Quando ci si siede all'interno la sensazione è di essere un vero pascià nel proprio harem, in questo caso un veicolo che non ha paura di niente e non passa di certo inosservato. La plancia è ergonomica, in cui si notano lo stemma H3 cromato 102

al centro del volante rivestito in pelle traforata e impunturata, la strumentazione dai toni vivaci, i comandi semplici e intuitivi, gli elementi di rifinitura in metallo satinato e lavorati a macchina, le maniglie cromate per l'apertura delle porte e cornice cromata per la leva del cambio automatico. Stile Hummer, insomma, all'ennesima potenza. VERSIONI - L'H3, come dicevamo, è destinata quindi a chi vuole avvicinarsi ad un mondo senza imitazioni e limitazioni, sia di stile che di qualità. Un modello che fin dalla proposta base si caratterizza per un fervido equipaggiamento fra comfort e sicurezza: airbag frontali e laterali, controllo elettronico della trazione e della stabilità, climatizzatore, ABS, cerchi in lega, computer di bordo, cruise control e alzacristalli elettrici. Per chi cerca quel quid in più ci sono però altre due versioni. Quella sportiva come l'Adventure, che aggiunge rispetto all'H3 base gli interni in pelle (come la versione proposta in queste pa-


Hummer H3 gine, n.d.r.), i sedili a regolazione elettrica, l'impianto audio Monsoon con lettore di CD/MP3 e un pacchetto per il fuoristrada "estremo", con trazione con rapporto 4:1 anziché 2.64:1, differenziale posteriore bloccabile elettronicamente e sospensioni tarate per l'uso avanzato in fuoristrada. Infine c'è il top di gamma, la Luxury. Versione che si distingue - oltre per le caratteristiche già inserite nell'Adventure (escluso il pacchetto fuoristrada) - con ulteriori elementi cromati quali cerchi, predellini, barre al tetto e feritoie sul cofano motore. MOTORI - Infine le motorizzazioni. La vera novità è il nuovo propulsore che va ad affiancare il Vortec GM da 3,7 litri con cinque cilindri in linea, doppio albero a camme in testa e fasatura variabile delle valvole, capace di erogare una potenza di 180 kW (245 CV) a 5.600 giri e una coppia di 328 Nm a 4.600 giri. Il nuovo motore V8 da 5,3 litri offre prestazioni e capacità di traino di livello ancora superiore. La potente ed efficiente unità V8 si basa sulla leggendaria famiglia GM di motori 'small block'. Può vantare ben 224 kW (305 CV) di potenza e 432 Nm di coppia, ed è in grado di portare l'H3 da 0 a 100 km/h in appena 8,2 secondi. La capacità di traino sale così a ben 2268 chilogrammi. Da segnalare, inoltre, la trasmissione automatica a controllo elettronico a quattro rapporti Hydra-Matic 4L60 che collega il motore V8 dell'H3 a un sistema di trazione integrale, anch'esso a controllo elettronico, che nel modello 2009 si è arricchito di un dispositivo di bloccaggio del differenziale anteriore (opzionale) per un ulteriore miglioramento delle prestazioni fuoristrada. Il modello H3 con motore da 3,7 litri, invece, può essere equipaggiato con l'Hydra-Matic 4L60, oppure con una trasmissione manuale a cinque rapporti estremamente fluida e regolare.

Equipaggiamento: un modello che fin dalla proposta base si caratterizza per comfort e sicurezza. Di serie ci sono airbag frontali e laterali, controllo elettronico della trazione e della stabilità, climatizzatore, ABS, cerchi in lega, computer di bordo, cruise control e alzacristalli elettrici

Via Cesare Correnti, 41 / 43 24124 Bergamo Tel: 035-363617 - Fax: 035-4175255 mail: info@autoinonline.it www.autoinonline.it

103


In vetrina Articolo di Luca Bilotta Foto di Laura Pietra

Motore:

na location di prestigio storico, per un'auto capace di regalare emozioni prontissimo ai comandi vere. Non si tratta di un nuovo slodel gas sin dai bassi gan pubblicitario di casa BMW, benregimi (1.200/1.400 giri) sì del luogo scelto - in collaborazio- controllato senza ne con BMW Lario Bergauto - per presentare un modello unico nel suo genere: la 330d xDrive. problemi dal cambio automatico sequenziale -, Osservare le foto di queste pagine forse non rende l'idea della suggestiva bellezza del castello di offre un'erogazione Marne, luogo incantato concessoci in esclusiva molto fluida e lineare, dalla famiglia Acquaroli per realizzare il nostro che non si stempera servizio fotografico. Ed invece, proprio la forteznemmeno nelle zone za risalente a prima dell'anno mille, che nel periodo delle lotte tra Guelfi e Ghibellini è stato più alte del contagiri 104

U

volte teatro di sanguinosi scontri, ha aperto i battenti per rendere il giusto omaggio ad un modello tecnicamente avanzato e dal look di classe ed accattivante al contempo. STILE - E proprio dall'aspetto estetico vogliamo partire in questo viaggio nella tecnica. Il design della 330d risulta, infatti, più sportivo rispetto alla precedente versione, grazie soprattutto alle due prese d'aria laterali che disegnano un'onda ascendente verso il bordo esterno e dalla presa d'aria centrale - con mascherina annessa - più larga. Due inedite nervature partono ora dal logo BMW e percorrono l'intero cofano rendendo il tutto ancor


Storia e tecnica a confronto: 330d Fra le guglie del castello di Marne, presentiamo la BMW forse più performante sul mercato europeo: un turbodiesel leggero e scattante (180 kW/245 Cv), connotato dalla trazione integrale intelligente xDrive e da allestimenti al top di gamma

più muscoloso e aggressivo. La carreggiata posteriore è stata, inoltre, allargata di 24 mm, quella anteriore di 6 mm, e i gruppi ottici hanno ora un profilo differente e più simile a quello della Serie 5. Per quanto riguarda gli interni e la dotazione, i canoni massimi applicabili alla qualità BMW sono stati totalmente rispettati. La versione provata in queste pagine si può definire full optional, con interni in pelle e navigatore satellitare con computer di bordo integrato. Senza dimenticare il clima bizona, l'impianto hi-fi ad alta definizione del suono e cambio automatico sequenziale. L'elenco sarebbe lungo, fra tecnologia e caratteristiche tecniche, meglio andare direttamente al cuore del servizio.

MOTORE - E la novità più interessante è senza Controllo: dubbio il nuovissimo sei cilindri turbodiesel con filil sistema xDrive, tro antiparticolato che rispetta la normativa vigente a differenza Euro 5. Aspetti da non sottovalutare, inoltre, sono i della concorrenza, suoi parchi consumi: la Casa bavarese dichiara una anziché intervenire riduzione del 7%, in perfetta sintonia con la filosofia BMW Efficient Dynamics, grazie a una serie di quando i problemi dispositivi quali il recupero di energia di frenata, la di trazione si sono funzione Start&Stop e aerodinamica attiva attragià manifestati, verso il controllo delle alette di raffreddamento. percepisce in anticipo Realizzato interamente in alluminio, il motore è più leggero di 5 kg rispetto al precedente,185 kg in to- la tendenza a una perdita tale, ed è dotato di un sistema d'iniezione common- di trazione e la contrasta rail di terza generazione (gli iniettori piezoelettrici preventivamente 105


106


funzionano a una pressione massima di 1.800 bar) e di un turbocompressore a geometria variabile. Eroga una potenza massima di 180 kW/245 Cv, 14 Cv in più rispetto al precedente modello, e una robusta coppia massima di 51,7 kgm costante da 1.750 a 3.000 giri/min. A fronte di tanta potenza, però, il 3.0 litri diesel si è rivelato particolarmente silenzioso nella prova in strada. E decisamente brillante: reattivo e persino divertente, soprattutto su certi tratti autostradali dove ci si può permettere d'infrangere i canonici 130 km/h. Ma è fra le curve che l'assetto piuttosto rigido della vettura enfatizza maggiormente la potenza del motore.

BMW 330 xDrive

IN STRADA - Le carreggiate più ampie, l'assetto piuttosto rigido e la generosa gommatura 225/45 R17 garantiscono infatti una tenuta di strada davvero notevole. Prontissimo ai comandi del gas sin dai bassi regimi (1.200/1.400 giri) - controllato senza problemi dal cambio automatico sequenziale -, offre un'erogazione molto fluida e lineare, che non si stempera nemmeno nelle zone alte del contagiri. Il tutto, con un timbro molto educato e mai invadente. Il nuovo sei cilindri guadagna, insomma, giri anche nei due rapporti più alti con una facilità e una rapidità davvero disarmante. Attenzione però, non è difficile trovarsi in un batter d'occhio a 150-160 km/h di velocità. Sul misto, invece, la notevole precisione dello sterzo, sensibile anche ai piccoli angoli, dalla corsa non troppo lunga, fanno davvero la differenza rispetto a molte rivali. Il piacere di guida, infatti, è assicurato da una trazione integrale xDrive sempre divertente e facile da gestire nelle sue reazioni - praticamente fa tutto da sola - e da un impianto frenante molto potente e sempre all'altezza della situazione (348x30 mm all'anteriore e 336x22 mm al posteriore). A dispetto di un'indole così smaccatamente sportiva, anche il comfort rimane di livello. Si può tranquillamente discorrere senza dover alzare troppo la voce a 140-150 km/h costanti e, malgrado una taratura innegabilmente rigida e i pneumatici ribassati su cerchi da 17", la sospensioni lavorano perfettamente all'unisono. SICUREZZA - A proposito di trazione, non possiamo esimerci dal commentare l'innovativo sistema xDrive. Il comfort di guida, del resto è gran parte merito suo. Come? Seguendo il detto popolare: "prevenire è meglio che curare". E così il sistema, a differenza della concorrenza, anziché intervenire quando i problemi di trazione si sono già manifestati, percepisce in anticipo la tendenza a una perdita di trazione e la contrasta preventivamente. Da qui ne deriva il comfort di marcia, ma soprattutto la massima sicurezza di viaggio. Infatti, collegando in rete il sistema xDrive al Controllo Dinamico della Stabilità DSC, l'xDrive è in grado di reagire in una frazione di secondo a qualunque deviazione del veicolo dalla traiettoria ideale, prima ancora che il guidatore se ne accorga. Le forze di trazione vengono ripartite fra l'asse anteriore e l'asse posteriore (in condizioni normali il rapporto è di 40% e 60%) in modo da generare una cabrata che contrasta ogni tendenza al sottosterzo o sovrasterzo. Pertanto nella maggior parte dei casi la vettura si stabilizza senza richiedere alcun intervento sui freni da parte del DSC. Per distribuire in modo rapido e preciso le forze di trazione l'xDrive, il DSC e la centralina del motore sono interconnessi tramite il Sistema ICM di Gestione Integrata dello Chassis (Integrated Chassis Management). Quest'ultimo è così in grado d'agire sui freni quando ne ravvisa la necessità e, operando contestualmente alla modifica della ripartizione delle forze di trazione, contribuisce a ottimizzare sia la trazione che la dinamica di marcia. E, in casi estremi, può intervenire anche la centralina del motore, modulando di conseguenza la potenza erogata. Grazie a queste intelligenti interconnessioni il sistema di trazione integrale xDrive è capace di reagire con rapidità e precisione a qualunque cambiamento delle condizioni di marcia, migliorando in pari tempo sia la sicurezza che la dinamica del veicolo. In pratica, pura supremazia tecnologica. Tradotto, ancora una volta BMW - in particolare con la versione 330d - ha superato i dettami del mercato in termini di propulsore e sicurezza, proponendo un modello fuori dalle righe. Ovviamente non quelle stradali, l'xDrive vigila sempre.

Sicurezza: il Controllo Dinamico della Stabilità (DSC) lavora in coppia con l'xDrive, potendo così reagire in una frazione di secondo a qualunque deviazione del veicolo dalla traiettoria ideale, prima ancora che il guidatore se ne accorga

Lario Bergauto Via Campagnola, 50 Tel. 035 4212211 - Bergamo www.lariobergauto.bmw.it

107


Eccellenze&Sport Foto di Giorgio Chiesa

Premio Turani, il Panathlon incorona Filippo Inzaghi o sempre inteso il calcio come un gioco e un divertimento. Non voglio pensare in nessun modo a quando appenderò le scarpe al chiodo, al contrario mi presento ad ogni incontro ufficiale e per ogni allenamento come se fosse l'ultimo, cercando sempre di metterci il massimo dell'entusiasmo e della professionalità". In queste semplici parole, pronunciate da un emozionato Filippo Inzaghi, è racchiuso tutto lo spirito che da oltre cinquant'anni unisce gli intenti dei soci del

"H 108

Panathlon International Bergamo. I due attori protagonisti si sono incontrati lo scorso 9 febbraio, ospiti dell'affascinante ristorante "Il Pianone" di Città Alta. La location d'eccellenza ha fatto da sfondo ad una premiazione altrettanto prestigiosa. Qualche giorno prima del superderby con l'Inter, l'attaccante milanista ha potuto trascorrere alcune ore in compagnia dei soci della storica associazione, che per l'occasione hanno deciso di conferirgli l'importante "Premio Senatore Turani", nome che da solo è riuscito ad evocare sensazioni forti tra tutti gli ospiti presenti.

Daniele Turani infatti, oltre ad essere stato presidente dell' Atalanta Bergamasca Calcio per ben 19 anni, è stato un importante uomo politico italiano particolarmente legato ai valori dell'agonismo pulito. Tra le sue idee spicca l'aver unito alcune eminenti personalità sportive per la fondazione del Panathlon International Bergamo, avvenuta il 25 luglio del 1955. La storia si unisce col presente anche grazie alle parole del presidente Maurizio Gamba, che subito dopo l'aperitivo con vista su città bassa, ha spiegato le varie motivazioni che hanno spinto tutti i soci


Al ristorante "Il Pianone" di cittĂ Alta, serata di gala per incoronare un mito del calcio contemporaneo. Il presidente Maurizio Gamba: "Scelto perchĂŠ ha dimostrato nel corso della sua carriera una particolare predilezione per il fair play in tutte le sue forme, sia dentro che fuori dal campo" del Club a scegliere Filippo Inzaghi per questa importante onorificenza. Mentre uno schermo mostrava le prodezze dell'attaccante nelle sue varie epoche d'oro - ci riferiamo in particolare alla conquista del titolo di capocannoniere con l'Atalanta nel 1997 e alle vittorie di due Champions Lea-

gue e di ben due titoli mondiali, uno col Milan e l'altro con gli Azzurri -, venivano esposte le "credenziali" di accesso al premio. "In linea con i principi fondanti del Panathlon - sottolinea il presidente -, il calciatore insignito deve aver dimostrato nel corso della sua carriera una particola-

re predilezione per il fair play in tutte le sue forme. Una formula di cui spesso si fa un uso sconsiderato, ma che per il club rimane il valore fondamentale sia dentro che fuori dal campo". E' evidente anche nel commento del past-president Silvio Magni il lungo iter che ha portato alla

La serata

109


scelta del campionissimo piacentino. "Nel corso degli anni - ha aggiunto -, abbiamo selezionato l'eccellenza tecnica e comportamentale, Super Pippo risponde a tutti questi requisiti. Per quanto riguarda la sua carriera credo non ci sia nulla da aggiungere, sono invece la totale assenza di polemiche il valore fondamentale che da sempre lo contraddistingue". Elementi che appartengono anche a tutti gli altri protagonisti del palmares del "Premio Senatore Turani". Solo per citarne alcuni, ricordiamo Sandro Mazzola premiato nel 1967 -, Giacinto Facchetti - nel 1970 -, Gaetano Scirea - nel 1976 -, Paolo rossi - nel 1980 -, Antonio Cabrini - nel 1985 -, e Paolo Mal-

La serata

110

dini, nel 1996. Accompagnato dalla fidanzata Alessia Ventura, l'attaccante milanista è stato al gioco delle numerose domande provenienti dai tavoli di tutta la sala. Un intermezzo piacevole tra una portata e l'altra, a cui il bomber ha partecipato con grande divertimento. Gli interventi di Luigi Galluzzi - consigliere del Club -, Giampietro Salvi - vice presidente -, Stelio Conti, Roberto Gualdi, Enrico Negretti, Angelo Zambetti, Gianfranco Testa e Mario Tacchini, si sono succeduti al commento di un altro grande ospite illustre, il direttore di "Quotidiano.net" Xavier Jacobelli. "Inzaghi ha affermato il giornalista - merita il "Premio Senatore Turani" non solo per

l'impressionante numero di reti segnate in carriera - circa 266 gol nell'arco di 555 presenze -, ma anche per l'eccezionale umiltà dimostrata nel corso della sua lunga permanenza sui campi da calcio. Il suo spirito di sacrificio l'ha aiutato a superare momenti difficilissimi, ricordo ancora quando tutti lo davano per spacciato dopo il suo ultimo grave infortunio alla caviglia. La passione che ancora oggi, a 35 anni, lo spinge a dare sempre il massimo per sé e per i compagni di squadra, dovrebbe essere d'esempio a tutti i ragazzi che si affacciano al mondo del calcio. Questa onorificenza riesce così a ridare il giusto valore ai meriti sportivi e, cosa più importante, a quelli umani".


LA TAGLIATA PIU’ BUONA DEL MONDO Alle porte di Bergamo, ispirato ai piÚ famosi locali di Londra e Parigi, in stile minimalista, con griglia a vista. Un ambiente caldo e riservato, la cucina ricercata fanno di Steak un locale esclusivo

Via Enrico Fermi, 10 - Curno - Tel. 035 462504


Chi, dove e perchè Articolo di Alice Perico Foto di Giorgio Chiesa

Rotaract Club Bergamo e Carlo Pesenti, all'Excelsior conviviale d'economia Nell'elegante cornice dell'Hotel Excelsior San Marco, giovedĂŹ 19 febbraio scorso, l'economia e l'alta cucina del ristorante Colonna si sono fusi per una serata conviviale indimenticabile, organizzata dal Rotaract Bergamo, lo storico club bergamasco per giovani dai 18 ai 30 anni. I soci e gli ospiti invitati, hanno infatti potuto degustare un'ottima cena ascoltando l'illustre parere dell'ing. Carlo Pesenti, con-

112

sigliere delegato di Italcementi Spa, sulle ultime novitĂ economiche internazionali. Un relatore d'eccezione per affrontare tematiche attuali come l'economia italiana ed europea, dal punto di vista di una grande eccellenza industriale di casa nostra. All'appuntamento, hanno preso parte vari esponenti dei club Rotary del territorio bergamasco, senza dimenticare una delegazione proveniente da Milano.


113


Chi, dove e perchè Foto di Giorgio Chiesa

Nuove Porsche Cayman e Boxster, potenza in pista al Capogiro Due serate al Capogiro Joy Club, nel nuovissimo spazio eventi Black Box, per presentare i nuovi gioielli di casa Porsche: le nuove Boxster & Cayman. Dopo l'anteprima mondiale al Motor Show di Bologna, il Centro Porsche Bergamo ha presentato, al pubblico bergamasco, nelle serate di venerdì 13 e domenica 15 febbraio la seconda generazione delle sportive di Stoccarda. Venerdì, notte della presentazione ufficiale, soft drinks, finger food e musica di sottofondo hanno fatto da corollario perfetto all'esposizione delle due vetture che

114

fanno del nuovo motore boxer a sei cilindri contrapposti il proprio fiore all'occhiello: sviluppato integralmente con nuove caratteristiche tecniche che offrono maggiore potenza e consumi ridotti, anche grazie al cambio PDK a doppia frizione. La splendida serata, si è ripetuta domenica quando, dalle 21, la Black Box si è trasformata nuovamente in Porsche Space dove tutti gli appassionati, supportati dal Team del Centro Porsche Bergamo, hanno potuto ammirare il design e le tecnologie d'ultima generazione di Boxster & Cayman.


115


116



Chi, dove e perchè Articolo di Alice Perico Foto di Giorgio Chiesa

Di notte Mini everywhere, Lario Bergauto non ha confini Senza confini, così si potrebbe definire Mini Lario Bergauto. Sempre alla moda e dal piglio esclusivo nel creare eventi di prestigio, per l'inizio d'anno ha realizzato due appuntamenti fashion per giovani e non solo. Il 31 gennaio, infatti, alla discoteca EQ di via Baschenis a Bergamo, la protagonista assoluta è stata una Mini CooperD argento, che ha saputo attirare gli sguardi della notte cittadina. Per rendere la serata ancor più memorabile, inoltre, sono stati regalati a tutti i ragazzi e ragazze presenti, degli originali orologi firmati EQ e Lario Bergauto. Un modo originale per imprimere nella memoria dei giovani il connubio tra l'eleganza e sportività della "british" tutto pepe e la modernità del club EQ. Ma non solo, La-

118

rio Bergauto - concessionaria anche a Lecco del marchio inglese - è stato protagonista pure ad Erba, venerdì 13 febbraio al Club Modà. Una location "in" della Brianza, per un altro modello Mini di grande charme. Una lunga serata, iniziata con un buffet nella sala ristorante, e proseguita a ritmo di dance e house commerciale in pista, dove una fiammante Mini Clubman CooperS azzurro metallizzato occupava la scena. A farle compagnia nel corso dell'evento c'era pure una BMW X5, elegantemente esposta all'ingresso del club. Lario Bergauto ha saputo così intrattenere gli ospiti con un ricco buffet accompagnato dalla presenza dell'esclusività delle due vetture prima di ballare fino a notte inoltrata.


119


120






Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.