Bergamo Economia ottobre 2009

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IL CONVEGNO A Bergamo l’assemblea generale di Confindustria Emma Marcegaglia: “Siamo fuori dalla recessione”

L’INTERVISTA Giulio Terzi di Sant'Agata, il nuovo ambasciatore a Washington è di Brembate Sopra

L’APPROFONDIMENTO Con la moratoria sui crediti le Pmi tirano un sospiro di sollievo

Rivista mensile - Ogni primo venerdì del mese in edicola al prezzo di 4,00 euro. Poste Italiane S.p.A. Sped. in abb. post. 70% DCB Bergamo. In caso di mancato recapito restituire al mittente.

Fonderia Viganò, sessant'anni alla luce del sole

L'azienda di Ciserano, protagonista del mercato nazionale nella fornitura di chiusini in ghisa, festeggia la ricorrenza con un impianto fotovoltaico da record di 4 mila pannelli

OTTOBRE 2009 - anno 3 - numero Economia, attualità, costume e stile

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L’editoriale Ottobre 2009

L'Italia è (quasi) fuori dal tunnel, ma l'ottimismo resta l'unica medicina

DI LUCA T. BILOTTA

ottimismo velato di quest'autunno lascia ben sperare per un inverno freddo climaticamente, ma caldo in chiave economica. E in questo caso non parliamo di gradi che scottano la pelle di famiglie e aziende. Per fortuna i tempi duri sono un lontano ricordo, esattamente figli di un settembre 2008 davvero nero. Parliamo, invece, di quel tepore che fa risorgere l'energia nei nostri corpi dopo una giornata di neve. L'assemblea generale di Confindustria a Bergamo, infatti, ha lanciato messaggi pacatamente incoraggianti."La fiducia sembra tornata sui mercati finanziari, tanto che le Borse hanno recuperato la metà di quanto avevano bruciato lo scorso autunno". Così ha esordito dal palco del Centro Congressi Papa Giovanni XXIII il presidente di Confindustria Bergamo, Carlo Mazzoleni. Ovvio che non si gode di ottima salute, come lo stesso ha voluto rimarcare, sempre nel corso del suo intervento: "La finanza mondiale è destinata a rimanere vulnerabile per qual-

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L’Italia sta male? La prognosi non è più riservata

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che tempo, ma non rappresenta più il nucleo della recessione, che attualmente si è trasferito sull'industria". Insomma, il virus "crisi" nel paziente Italia continua ad esserci, anche se cambia l'organo infetto. industria, comunque, nonostante le difficoltà oggettive in cui versa, tende lo stesso una mano all'ottimismo. E lo fa a discapito delle "guerre" politiche che si combattono a Roma, come se la recessione non ci fosse. "Quello che chiediamo prima di tutto alla politica - ha ribadito, senza indugi, Emma Marcegaglia da Bergamo - è che si concentri sui problemi reali dell'economia italiana e la smetta di combattere una guerra tra bande interna alla maggioranza e interna all'opposizione". Ottimismo a oltranza, quindi, per l'industria italiana. Meglio ridere che piangere. E non poteva essere altrimenti, considerando che nel nostro Paese - a qualsiasi livello - il buonumore è sempre stato una virtù. Consideriamo che, attualmente, il presidente del Consiglio è reduce da uno scandalo "sex gate" all'italiana - più alla Lino Banfi che alla Michael Douglas - come se fosse stato in preda alle crisi ormonali di una latente adolescenza. E tutto questo, ovviamente, ha avuto la priorità su ammortizzatori sociali, decontribuzione dei salari e riforme varie ad hoc. Se poi aggiungiamo che il capo della Polizia si chiama Antonio Manganelli e che l'Agenzia delle entrate (pur essendo afflitta da un'elevatissima evasione fiscale) ha come direttore Marco Cuccagna, come non si può avere un pizzico d'ironia nella cattiva sorte? Positivismo necessario per "campare", soprattutto in un momento difficile dal punto di vista congiunturale. E così il bicchiere sul tavolo economico si è trasformato da mezzo vuoto a metà pieno, complice anche l'annuncio dell'Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico). Secondo le stime basate sul cosiddetto Superindice, se l'Europa sta entrando in una fase di ripresa, l'Italia e la Francia guidano la "ripartenza" nell'area Euro. Se in luglio tale parametro statistico ha fatto registrare il + 1,9%, in Italia possiamo vantare addirittura un + 2,7%. Insomma, nella corsia dell'ospedale Europa siamo i meno moribondi.

L'

empre Emma Marcegaglia, qualche settimana fa, sosteneva che eravamo "fuori dal tunnel della recessione". Il peggio era alle spalle, anche se "la crescita è lenta e difficoltosa". Concetto rimarcato nel corso dell'incontro di fine settembre in città, riadattato con un pizzico d'ottimismo in più: "La ripresa dalla crisi economica sembra esserci, ma sono ancora tante le cose

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da fare prima di vedere la luce alla fine del tunnel". L'ottimismo cresce, ma con giudizio. Qual è dunque la verità? Siamo vivi o morti, il quadro clinico migliora o è stazionario? Seguendo sempre il filone medico, possiamo affermare che la prognosi riservata è stata tolta. Il paziente Italia - e Bergamo nello specifico - sta recuperando e, seppur in tempi lunghi, potrebbe uscire dall'ospedale. La velocità della cura, però, dipende molto dagli antibiotici. Gli anticorpi ci sono (ovvero le associazioni di categoria: mai come in questo periodo c'è stata così coesione d'intenti), ma i medicinali (le banche) sono un po' troppo blandi. Attualmente manca ossigeno per le nostre aziende, in una parola: credito e facilità di accesso ad esso. In questo difficile contesto, è fondamentale il ruolo degli istituti bancari, troppo "impresa commerciale" e troppo poco "Istituzione". Serve, oggettivamente, una vera e propria rivoluzione culturale circa il ruolo delle società bancarie e finanziarie in senso lato, che dovrebbero riscoprire la loro funzione sociale, come avvenne qualche decennio fa con la cosiddetta Cassa del Mezzogiorno. E qui il Governo, in parte, tace. Per fortuna, dicevamo, ci sono gli anticorpi. Nel paziente malato si sono uniti per combattere il male. L'obiettivo, infatti, è sconfiggere la crisi. Non importa se si è artigiani, imprenditori grandi o piccoli, oppure dipendenti. Si deve necessariamente restare uniti, poi - superati i problemi - si tornerà a discutere come ai vecchi tempi. Il "modello bergamasco di coesione sociale" di cui ha parlato Mazzoleni ne è l'esempio. In tutto questo, però, ha vitale importanza il medico. Ovvero il Governo, "perché - come ha sentenziato sempre il numero uno di Confindustria, Emma Marcegaglia - in questi mesi ci giochiamo la possibilità del paese di creare posti di lavoro e benessere. Servono toni misurati e grande concentrazione sui temi delle riforme e della crisi". Altrimenti il paziente è destinato a un'ulteriore agonia. Se non alla morte. Ipotesi scongiurata, per ora, per Bergamo. Qui il paziente è sì malato, ma ha retto forse meglio all'attacco dei virus. Nella selezione naturale dell'industria, ci troviamo in una posizione privilegiata. Tante situazioni spinose, ma il cuore ancora pulsante. Pochi i decessi (fallimenti), ma attenzione: ora, come non mai, la coesione sarà necessaria. Per uscire dal tunnel della malattia economica, si dovrà restare uniti fino in fondo. E la vera sfida - per evitare l'arresto cardiaco - si chiama Camera di Commercio. Qui gli asset politico-economici dovranno restare saldi. L'elezione del nuovo presidente, infatti, può essere il vero toccasana (o il colpo di grazia) per Bergamo e solo dopo si potrà dire se il peggio è veramente passato.

IL RED. RESPONSABILE

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Sommario Ottobre 2009

Società Editrice Giornale di Bergamo S.r.l. Presidente: Paolo Agnelli Curatori del progetto: Cristiano Agnelli e Luigi Berlusconi Direttore: Paolo Provenzi

REDAZIONE: Speb S.r.l. (Impaginazione, testi e foto) Redattore Responsabile: Luca T. Bilotta Mail: bilotta@bergamoeconomia.it Collaboratori: Livio Casanova, Giorgio Chiesa, Roberto Amaglio e Massimo Pighizzini

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Consulenti: Marco Amorese, Claudio Rossi, Barbara e Cristina Putortì Grafica e impaginazione: Francesco Legramanti Mail: grafici@bergamoeconomia.it

ECONOMIA & BUSINESS

Fotografi: Giorgio Chiesa, Laura Pietra e Franco Pasinetti (Ha collaborato a questo numero: Alberto Taiocchi) Website: Stefano Morleo

PUBBLICITA’:

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Tel. 035 678812

Fonderia Viganò, sessant'anni alla luce del sole

Agenti: Antonio Milanesi, Sergio Saresini e Antonio Mandato Mail: info@bergamoeconomia.it Concessionaria pubblicità nazionale: A. Manzoni & C. S.p.A., via Nervesa, 21 Milano. Tel. 02 57494211 Concessionaria pubblicità locale: Speb S.r.l., Via San Giorgio, 6/n - 24122 Bergamo

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Mattoni&Normative Il Piano Casa ai blocchi di partenza

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Turismo Orio in volo, boom di rotte per tutti i gusti

Stampatore: Castelli Bolis Poligrafiche S.p.a. 24069 Cenate Sotto (Bg) - Via Alessandro Volta, 4 Tel. 035 4258528

Abbonamenti: 035 678838 Costo abbonamento: 40 euro per 11 mesi

Il seminario A Bergamo il Giro d’Italia delle donne che fanno impresa

INFO: Società Editrice Giornale di Bergamo S.r.l. Via San Giorgio 6/n 24122 Bergamo Capitale sociale 75.000,00 Euro

Copertina

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Parola all’associazione Ambrosioni, presidente di Confesercenti “La fiducia c’è, ora il credito”


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Finanza Pinco Pallino, rotta verso Piazza Affari

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Il caso Vacanze rovinate per 17 mila lombardi

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L’intervista “Bergamo è il salvagente d’Italia” parola di Beppe Severgnini

AZIENDE 82

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Città&Eventi La Strabergamo dice 33 ed è in forma

Top Business Impresa Paccani di Ardesio da cinquant’anni sulla giusta strada

Sponsor&Sport AlbinoLeffe, quando il calcio è giovane e intellettuale

Tradizione artigiana Carpenteria Pecis, mezzo secolo fra l’incudine e il martello

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RUBRICHE & EVENTI

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Città&Teatro Casa Eleonora melodia benefica al Donizetti

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Prova su strada Opel Insignia Sports Tourer, una familiare fuori dagli schemi Lexus IS 250 C, sofisticata en plein air

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Chi, dove e perché Foto e curiosità

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Notizie in breve 819 euro

51°

E' l'importo medio delle pensioni erogate dall'Inps, nel 2008, nella provincia di Bergamo. A livello regionale c'è in pole position Como con 837 euro che precede Cremona con 821

E' il posto occupato da Bergamo, sui 103 capoluoghi di provincia, nella classifica del benessere stilata da Il Sole-24 Ore. La prima città Lombarda è Sondrio, 16°

Banche

Honoris causa

Unicredit per le Pmi Accordo con Confidi

È stata siglata, il 21 settembre scorso, la convenzione che rende operativo sul territorio il progetto "Impresa Italia", il piano d'intervento che UniCredit Corporate Banking ha varato per aiutare le piccole e medie imprese italiane ad affrontare la crisi. L'intesa tra il gruppo bancario e il consorzio Confidi Lombardia, permette di rendere disponibili i finanziamenti dall'iniziativa citata, vale a dire 7 miliardi di euro da destinare allo sviluppo e al sostegno del tessuto imprenditoriale locale. Tra le finalità dei finanziamenti 10

previste nell'accordo - che sarà valido sino al 30 giugno 2010 -, si segnalano il sostegno degli investimenti produttivi (tra i quali il risparmio energetico), il miglioramento della struttura finanziaria delle imprese attraverso interventi finalizzati al riequilibrio finanziario aziendale, il rafforzamento della gestione del circolante a fronte dell'allungamento dei tempi di incasso e il miglioramento della struttura patrimoniale, con interventi finanziari ad hoc. Il gruppo UniCredit e Confidi Lombardia, vogliono così dare un

Percassi laureato e l'Università fa 40

segnale concreto a conferma della propria volontà di essere a fianco delle piccole e medie imprese che rappresentano uno dei motori principali della nostra economia. "L'accordo raggiunto - ha dichiarato a tal proposito Luca Manzoni - responsabile del Mercato Lombardia di UniCredit Corporate Banking -, è stato possibile grazie al virtuoso sistema di relazione del nostro gruppo con Confidi. In questo particolare momento, le imprese hanno bisogno di essere sostenute e avere l'opportunità di pro-

Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini è intervenuta lunedì 28 settembre scorso al Centro Congressi Papa Giovanni XXIII. L'occasione speciale è stata la cerimonia per il 40° anniversario dell'Università cittadina e il conferimento della laurea honoris causa (in Ingegneria edile) ad Antonio Percassi. Il ministero, infatti, ha approvato la proposta formulata dalla Facoltà di Ingegneria dell'Università bergamasca. La laurea ad honorem, come sottolinea il rettore uscente Alberto Castoldi, "vuole essere un riconoscimento che premia una tra le personalità che maggiormente hanno operato per la crescita del territorio. Antonio Percassi, oltre alle diverse conoscenze tipiche dell'ingegneria edile, ha dimostrato capacità eccellenti proprio nella ricerca dell'innovazione. Quest'ultima ha riguardato non solo il profilo progettuale e costruttivo delle sue realizzazioni, ma anche la modalità del loro inserimento nel contesto sociale e ambientale, trasformando gli spazi ed i luoghi interpretando la sfida della modernità".


6 milioni

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E' quanto costerà, in un solo mese, alle aziende orobiche la nuova influenza A. Il calcolo del danno è dovuto alle assenze per malattia ipotizzabili tra metà dicembre e metà gennaio

E' il numero di produttori bergamaschi di pile. Milano con 448 produttori rappresenta ben il 62% del totale regionale e il 25% di quello italiano

seguire nel loro cammino. Ma soprattutto, devono poter contare sulla rapidità delle decisioni. Questa iniziativa dà un segnale inequivocabile della nostra volontà di essere sempre al fianco delle piccole aziende della regione, e l'unione d'intenti con Confidi Lombardia rappresenta una leva fondamentale per rimettere in moto il meccanismo dello sviluppo". A tal proposito Ettore Seragni, presidente di Confidi Lombardia, conferma come la mission sia in totale sinergia non solo per quanto riguarda le aspettative, ma anche per il modus operandi comune. "Essere sempre al fianco delle imprese dell'area della Lombardia è un dovere soprattutto in questi momenti di elevato fabbisogno di liquidità. Non bisogna frenarne lo sviluppo e l'attività economica".

Ipoteche

Bergamaschi ottimi pagatori Ipoteche legali in picchiata a Bergamo, caso più unico che raro nel panorama nazionale. Dopo

l'innalzamento del tetto minimi per legge, che ha protetto gli immobili da debiti inferiori agli 8.000 euro, il dato provinciale è diventato tra i più bassi in assoluto, visto che le iscrizioni sono oggi un terzo rispetto a quelle del passato: dalle 1.448 ipoteche elevate nella prima parte del 2007, la cifra è calata a 457 casi. Bergamaschi ottimi pagatori, ipotizzano gli autori della ricerca, per spiegare questo andamento divaricato: e la tesi è confortata da una serie di elementi, per esempio quello sulle multe pagate al Comune di Bergamo, con un adempimento vicino al 100%; oppure dai bollettini inviati da Equitalia ai contribuenti inadempienti, a loro volta in calo a Bergamo. Nei primi cinque mesi del 2009 infatti il numero delle ipoteche forzose connesse al recupero dei crediti è risalito in Lombardia del 39%, ma in misura comunque minore rispetto al dato nazionale. Da gennaio a maggio 2009, infatti, in tutta Italia le ipoteche legali sono rimbalzate risalendo del 78%. Le iscrizioni regionali a registro sono quindi passate dalle 3.620 del 2008 alle 5.035 di quest'anno, per un importo di poco superiore al miliardo di euro

(1.090.000.000). Prima della riforma a tutela dei proprietari di immobili, tra il 2000 e il 2007 il numero delle ipoteche legali iscritte ogni anno era passato in Italia da 6.400 a quasi 300.000, e in Lombardia da 787 a più di 23.000. La risalita di quest'anno indica un palpabile peggioramento dell'esposizione nei confronti di pubblica amministrazione o enti di riscossione, anche a causa delle difficoltà che hanno colpito l'economia a partire dai primi mesi dell'anno; parlando di ipoteche legali, la ricerca prende in esame tutte quelle che fanno capo a concessionari di riscossione, per esempio l'Agenzia delle Entrate. La tabella illustra abbastanza chiaramente la divaricazione da provincia a provincia, rendendo ancora più netta la posizione di Bergamo, rispetto a realtà come Sondrio (+183,3% di iscrizioni), Lecco (+132%) e Mantova (+119%). Infine, per quanto riguarda gli autori dello studio, Experian Plc è quotata alla Borsa di Londra (FTSE-100), conta circa 15.000 addetti in 40 paesi e ha un fatturato annuo che supera i 3,9 miliardi di dollari. In Italia, opera dal 1995.

Università

Eletto Stefano Paleari Castoldi lascia il trono E' Stefano Paleari il nuovo rettore dell'Università di Bergamo, che sostituisce così Alberto Castoldi. Con 193 voti su 337, il 44enne professore ordinario di Analisi dei sistemi finanziari alla facoltà d'Ingegneria ha raggiunto il trono nella giornata di lunedì 14 settembre scorso. I candidati superati sono stati Maurizio Gotti, docente di Lingue e letterature straniere (che ha raggiunto quota 75 voti) e Marida Bertocchi (docente di Economia, che ha acquisito 64 preferenze). I votanti sono stati, quindi, 337 sui 374 che avevano diritto tra docenti, studenti e personale tecnico amministrativo. Anche nella prima tornata, Paleari era stato il più votato tra i candidati (174 voti), mancando per un soffio l'obiettivo dei 188 voti necessari per ottenere la carica. "Il mio lavoro si snoderà tra continuità e cambiamento", ha dichiarato Paleari poco dopo la fine dello spoglio. "Continuità perché molto, moltissimo è stato fatto in questi anni, e cambiamento perché sono cambiate le condizioni, è cambiato l'ambiente, e purtroppo siamo in un momento di congiuntura macroeconomica non positiva. Dovremo, quindi, darci da fare per consolidare quello che è stato fatto e per cercare, se possibile, di migliorarlo ulteriormente”.

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ECONOMIA&BUSINESS Claudio Rossi, Laureato in Scienze dell'Economia e della Gestione Aziendale, svolge da molti anni attività di consulenza e di responsabilità

in ambito bancario. ha scritto diversi testi riguardanti la responsabilità sociale d'Impresa e la finanza nell'Internazionalizzazione

PILLOLE DI FINANZA - RUBRICA A CURA DEL DOTT. CLAUDIO ROSSI

L’attività bancaria a moderna storia dell'attività bancaria italiana, dopo diverse modifiche, prende avvio con la Legge 12 marzo 1936 n. 375, comunemente denominata "Legge Bancaria" che detta disposizioni su "la raccolta del risparmio fra il pubblico sotto ogni forma e l'esercizio del credito". Oltre queste attività principali, pero', l'attività bancaria si estrinseca anche con "operazioni di intermediazione" in titoli ed in cambi e con "servizi vari" e "speciali" (o parabancari), quest'ultimi svolti sia in proprio e sia tramite società controllate o collegate. La raccolta del risparmio può avvenire, come avremo modo di vedere in una delle prossime uscite, con differenti modalità tecniche e soprattutto con diverse scadenze tecniche (duration finanziarie).Le modalità ed i tempi con cui avviene questa raccolta condizionano ovviamente le modalità ed i tempi con cui le Aziende di credito stesse effettuano gli "impieghi" ovvero concedono i crediti. Ne discende quindi che affinchè il Sistema Bancario possa essere in equilibrio, la variabile critica è rappresentata dal patrimonio a disposizione dello stesso e da cui dipende la capacità di ogni singola impresa di aumentare le proprie dimensioni sul mercato. Poiché l'incremento del patrimonio puo' essere realizzato solo attraverso l'autofinanzia-

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mento o attraverso nuovi apporti di capitale, diventa determinante la capacità di profitto: sia per alimentare l'accumulazione interna, sia per attrarre, attraverso un'adeguata remunerazione, il capitale dei risparmiatori.

La Banca d’Italia l'Istituto di diritto pubblico che, agendo come organo esecutivo del "Comitato Interministeriale per il Credito ed il Risparmio" (massimo organo di vigilanza in materia di tutela del risparmio e di esercizio della funzione creditizia. Il suo compito istituzionale è quello di stabilire e dettare le linee generali della politica creditizia del nostro Paese e ne svolge funzioni di presidente il Ministro del Tesoro), esercita di fatto funzioni di controllo dell'esercizio del credito e dell'attività bancaria, per mezzo di apposito "Servizio di vigilanza". Tra queste funzioni vale la pena di ricordare:

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z Emanare istruzioni, su delibera del CICR, in ordine a limiti su tassi attivi e passivi ed alle condizioni delle operazioni di deposito e di conto corrente, alle percentuali minime degli utili da destinare a riserve ed alla riserva obbligatori ovvero al rapporto tra patrimonio netto e passività ed altre forme di impiego dei depositi raccolti in ecce-

denza al rapporto indicato. z Autorizzare la costituzione di Aziende di Credito e l'apertura di nuovi sportelli. z Effettuare ispezioni presso le Aziende di Credito. z Emissione di biglietti e funzione monetaria di controllo della massa monetaria attraverso manovre sul saggio di sconto, operazioni in titoli, etc.

Il massimo Organo Esecutivo della Banca d'Italia è rappresentato dalla figura del Governatore.

L’apertura del credito documentario on l'aumento dei traffici internazionali di merci e, soprattutto, verso controparti sempre meno conosciute, si è assistito ad un incremento generalizzato dei rischi sopportati sia da chi acquista che da chi vende. Ovviamente la maggior componente di rischio, in questi casi, sta nello sfasamento temporale tra i flussi di regolamento monetario delle merci e la spedizione materiale delle stesse. Ovvero, nel caso in cui il venditore spedisca le merci prima di ottenerne il pagamento, egli rischia di non venire pagato, mentre se il compratore pagasse in anticipo, quest'ultimo potrebbe non

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ricevere poi la merce già pagata. Utile strumento per superare questo impasse è rappresentato dal Credito Documentario altresì detto Lettera di Credito. Questo è un documento, emesso da un Istituto di Credito, che funge da garanzia del pagamento della rimessa a fronte solamente della conformità dei documenti di spedizione, rappresentativi della merce viaggiante. Il meccanismo opera attraverso l'apertura della Lettera di Credito da parte della banca di fiducia del compratore e la notifica della stessa alla banca di fiducia del venditore che ne attesta e garantisce la conformità. Per la regolamentazione di queste operazioni si fa riferimento alle Norme ed Usi Uniformi. Una volta aperto il Credito, per il regolamento economico della spedizione basterà solo che vengano presentati alla banca avvisante, da parte del venditore, i previsti documenti di spedizione (che verranno controllati e validati dalla banca stessa) e la merce sarà immediatamente pagata: tra questi documenti sono usualmente richieste le fatture commerciali, un documento di trasporto (lettera di vettura terrestre, lettera di vettura aerea, lettera di vettura ferroviaria, polizza navale, ecc...) normalmente fornito dallo spedizioniere incaricato del trasporto, un certificato di assicurazione, un certificato di origine, un certificato di qualità, un elenco delle merci spedite e molto altro ancora.



ECONOMIA&BUSINESS Marco Amorese ha conseguito un LL.M. presso la Harvard Law School ed un Dottor ato di ricerca in diritto commerciale

presso l'Università degli Studi di Brescia. È ammesso all'esercizio della professione forense in Italia e a New York

Regole e strategie del contratto internazionale di compravendita

Come relazionarsi con i mercati esteri, dal luogo alla modalità di resa della merce: aspetti utili per non avere sorprese economiche in fase di chiusura delle trattative LEGGERE LA LEGGE - RUBRICA A CURA DELL’AVVOCATO MARCO AMORESE a globalizzazione dei mercati, sempre più facilmente raggiungibili, la caduta delle frontiere doganali, la presenza di forti mercati esteri rendono la scelta di vendere i propri

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prodotti al di fuori dall'Italia un'opportunità irrinunciabile: vendere all'estero centuplica il mercato potenziale di riferimento. Ovviamente l'espansione estera non è identica in ogni settore industria-

le: alcuni settori hanno la necessità di creare anche all'estero reti distributive e commerciali o accordi industriali. Pertanto, può essere necessaria una valutazione attenta delle potenzialità di

mercato per evitare che i costi della rete distributiva siano superiori ai proventi. In alcuni settori, pertanto, si potrà scegliere di procedere alla costituzione di rapporti di distribuzione (esclusiva o meno), rapporti di agenzia o joint ventures (ove si cerchino sinergie industriali): spesso la creazione di rapporti commerciali duraturi è la strada maestra per la creazione di progetti industriali di lungo periodo. Alcune realtà imprenditoriali, invece, potranno accontentarsi di vendere le proprie merci a controparti estere. Per non finire scottati, però, ogni opportunità va affrontata con la giusta dote di attenzione: ciò deve valere anche per una consuetudine tanto antica e consolidata come la vendita internazionale. Per millenni, infatti, mercanti di ogni paese hanno solcato i mari per vendere le proprie merci in terre straniere e la vendita di beni ha costituito, per secoli, uno dei maggiori veicoli nella circolazione di idee, usi, mode e costumi. Siccome l'uomo è aduso al litigio, sin da epoca


molto antica si è posto il problema di regolare eventuali conflitti tra mercanti. Si è parlato a lungo, tra gli studiosi di diritto, di una lex mercatoria (legge dei mercanti) che prevaleva sulla legge scritta e molti strumenti tuttora in uso, come il titolo di credito, affondano le proprie origini in tempi medievali. Alcune testimonianze scritte di organi deputati alla soluzione di controversie tra mercanti sono collocabili all'undicesimo secolo (si pensi agli statuti marittimi tranes da alcuni studiosi collocati al 1063 d.c. e ad altri statuti dell'epoca che prevedevano l'istituto dei consules maris): in quell'epoca tutte le città marinare italiane si dotarono di strumenti giuridici per la soluzione delle controversie tra mercanti. Incredibile ma vero, la situazione odierna non è molto più evoluta di quanto non fosse quella con cui avevano a che fare i mercanti dell'epoca: la maggiore complessità della compravendita internazionale contemporanea è forse data dall'introduzione e l'uso di contratti, nati nei paesi anglosassoni, che regolano molti, se non tutti, gli aspetti della transazione. Questa tipologia di contratti, ancora una volta, si è imposta nella prassi commerciale ed ha finito per anticipare e prevalere sugli sforzi di individuare un quadro legislativo comune fatto dal legislatore internazionale. Sul piano internazionale, lo sforzo diplomatico di trovare un quadro giuridico comune ha portato all'approvazione ed entrata in vigore della Convenzione delle Nazioni Unite sulla compravendita internazionale di merci, conclusa a Vienna l'11 aprile 1980 (ed entrata in vigore, una volta raggiunto il numero necessario di ratifiche da parte degli stati firmatari, il 1°gennaio 1998). La Convenzione di Vienna (che costituisce tuttora il più importante testo normativo esistente) ha alcuni limiti che vanno attentamente menzionati: (1) essa opera quando la legge applicabile ad un determinato contratto internazionale di vendita di merci sia stata espressamente individuata (e salve eventuali riserve espresse dagli stati firmatari della convenzio-

ne), (2) i contraenti devono operare in paesi che hanno ratificato la Convenzione, (3) essa è derogabile dalle parti che possono scegliere di non rendere applicabile la convenzione medesima. Inoltre, la Convenzione si applica solo alla vendita di beni mobili e, in ogni caso, non opera nelle vendite a consumatori, nelle vendite all'asta, nelle vendite di energia elettrica, nella vendita di beni mobili registrati e nella vendita di valuta e titoli di credito. Sono pertanto evidenti i limiti del diritto convenzionale e si spiega così che nell'ambito della vendita internazionale si siano imposti contratti c.d. "autoregolanti", ovvero contratti che regolano tutti gli aspetti più importanti della transazione commerciale senza dovere rinviare a fonti normative esterne. Vediamo pertanto la struttura tipo di un contratto di compravendita internazionale: esso prevede normalmente una precisa definizione dei contraenti, una descrizione degli interessi delle parti nella conclusione del contratto, una precisa definizione del significato delle parole utilizzate nel contratto, una ancor più precisa descrizione delle obbligazioni contrattuali, dell'entrata in vigore e della durata del contratto. Infine, vengono normalmente definiti i concetti di forza maggiore, eccessiva onerosità sopravvenuta, le conseguenze in caso di sottoposizione a fallimento o procedure concorsuali di una delle parti, la cessione dei diritti a terzi, i metodi per dirimere le controversie e la legge regolatrice del contratto (che, in realtà, opera in casi molto limitati). Uno degli aspetti chiave del contratto di compravendita è la definizione chiara del luogo e della modalità di resa della merce: la poca chiarezza in uno di questi aspetti può avere significativo impatto economico. Si sono sviluppati pertanto delle prassi internazionali che, grazie all'opera della Camera di Commercio internazionale ("CCI"), sono state codificate. Si sono creati così gli Incoterms: acronimi che interpretano in modo univoco le condizioni commerciali di vendita. Ogni imprenditore che negozi con l'estero ne deve conoscere il significato e deve stare molto attento al loro significato. È

opportuno, quindi, analizzare alcuni tra i principali Incoterms: (1) EXW (ex works - franco stabilimento). È il favorito del venditore che assume unicamente l'obbligo di mettere a disposizione la merce presso una sede indicata univocamente, con conseguente abbassamento di rischi e responsabilità amministrative; (2) FCA (free carrier franco vettore). Utilizzato nel trasporto via terra, il venditore deve consegnare la merce a sue spese al vettore, egli deve sdoganare le merci all'esportazione e fornire licenze o autorizzazioni eventualmente richieste. Il rischio circa il perimento della merce rimane in capo al venditore sino alla consegna al vettore. (3) FOB (free on board- franco a bordo). È sostanzialmente equivalente a FCA ma viene utilizzato nel trasporto via mare: il rischio di caricamento della merce sulla nave resta in capo al venditore, ma solo sino alla murata della nave (lo stivaggio è rischio del compratore). (4) CIF (cost insurance and freight - costo, assicurazione e nolo). Il venditore deve stipulare il contratto di trasporto con il vettore fino al porto di destinazione e pagare il nolo, e consegnare a sue spese la merce a bordo sdoganata per l'esportazione e deve infine assicurare la merce contro i rischi fino al porto di destinazione equivalente. Come si può vedere, la vendita internazionale ha trovato una grande standardizzazione grazie al quotidiano impegno e agli usi di "mercanti" e imprenditori: l'affacciarsi sul mercato internazionali di sempre nuovi operatori giustificano l'entusiasmo ma raccomandano però grande prudenza ed attenzione. Come disse il cancelliere Ferrer di manzoniana memoria: "Adelante Pedro, con juicio".

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ECONOMIA&BUSINESS Barbara Putortì, Dottore Commercialista Revisore Contabile

Lotta ai paradisi fiscali: l'Europa vuole fare pulizia

Continua la lotta all'evasione a 360 gradi da parte dell'Agenzia dell'Entrate in collaborazione con la Guardia di Finanza CON... TRIBUTO - RUBRICA A CURA DELLA DOTT.SSA BARBARA PUTORTÌ on esiste una definizione univoca di paradiso fiscale, né di paradiso fiscale perfetto. Ma questi territori hanno un minimo comune denominatore: le loro leggi e nor-

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mative possono essere utilizzate per eludere o evadere tasse. Altra caratteristica che accomuna i paradisi fiscali è la mancanza di trasparenza e la segretezza che viene garantita a chi

opera sul loro territorio. Su queste basi comuni i paradisi fiscali si sono poi diversificati e specializzati in particolari operazioni, solitamente di natura finanziaria, attirando così

capitali e imprese che possono trarre vantaggio da specifiche lacune nella legislazione e nelle normative internazionali. Sia ben chiaro non si tratta solo di evasione fiscale, i paradisi fiscali possono attirare anche denaro che proviene anche da altre attività come quelle illecite, esempio quello che la criminalità organizzata ottiene dal commercio di droga o di armi. Ma quanti sono i paradisi fiscali? Il numero di quelli catalogati dagli Stati e dagli Organismi finanziari internazionali varia da 40 a 80 a seconda dei criteri di valutazione seguiti nella classificazione. E' così che diversi studi considerano di volta in volta tra i paradisi fiscali l'Olanda per le sue società nominali, la City di Londra per le sue operazioni finanziarie, la Svizzera per il segreto bancario, e poi Cipro, Antigua, Andorra e molti altri ancora. Le Isole Cayman, dove è registrato più dell'80% degli hedge fund del mondo nel corso del 2005, ha raccolto la


soglia record degli oltre 1.000 miliardi di euro. Singolare è che, considerando che la popolazione che abita alle Cayman non supera il numero di 45 mila, il tesoro pro capite della giurisdizione caraibica si aggirerebbe intorno ai 22 milioni di euro per singolo residente, una somma record che incornicerebbe le Isole del tesoro in vetta alla lista dei paesi più ricchi al mondo. Naturalmente le cose non stanno così, perché se non si calcola la metrica del tesoro pro-capite, allora la cifra scende a circa 26 mila euro per abitante. Anche il Liecthtenstein rientra nella classifica della Black List. La sua impenetrabilità dovuta al segreto bancario attira i capitali dall'estero e rende prospera la sua industria finanziaria ai danni degli altri paesi. In sostanza i paradisi fiscali tolgono risorse finanziarie negli effettivi paesi di provenienza, e in un momento di crisi economica come quello attuale, il G20 ha deciso di dar vita ad un sistema di finanza internazionale temperato da regole più equilibrate, ma non solo, il summit ha annunciato misure drastiche contro i paradisi fiscali stilando l'ennesima "lista nera" degli stati off shore. L'obbiettivo? Vincolarli ad uno scambio d'informazioni sulla base di standard internazionali e recuperare la liquidità

che il sistema finanziario parallelo sottrae ai grandi Stati colpiti dalla crisi. In testa alla lotta all'evasione si trova l'amministrazione di Barack Obama che ha annunciato norme sempre più stringenti mediante l'utilizzo di metodi finalizzati ad ampliare l'accesso del fisco alle informazioni, tra cui l'interconnessione delle banche dati in possesso delle amministrazioni pubbliche, la tracciabilità degli assegni, l'obbligo di trasmissioni di dati imposto a soggetti terzi. Si pensi addirittura che l'attuale presidente degli stati Uniti nella sua breve carriera di Senatore aveva avanzato la proposta di proibire ogni sorta di finanziamento pubblico alle imprese americane che avevano filiali nei paradisi fiscali, si voleva infatti evitare che le imprese con una mano nascondessero al fisco quanto dovuto e con l'altra raccogliessero risorse dallo stesso fisco in beffa ai cittadini. Anche quando si vogliono contrastare fenomeni di dimensione internazionale la collaborazione fra paesi nel campo della trasmissione delle informazioni è fondamentale, altrimenti non resta agli Stati che appellarsi a strumenti eccezionali. Purtroppo, però, anche nelle migliori delle ipotesi, le informazioni che si ottengono dai paradisi fiscali sono informazioni a richiesta, relative

cioè a singoli individui, a partire da ben istruite ipotesi di reato. A tutto ciò alcuni stati si sono "ribellati", si pensi ad esempio alla Germania e al recente caso della "lista di Vanduz". Il Signor Vanduz, funzionario bancario del Liechtenstein, ha venduto ai servizi segreti Tedeschi, per la "modica" cifra di circa 4.000.000,00 di Euro, una lista in suo possesso di evasori fiscali non solo tedeschi ma anche italiani (tra cui spiccano nomi di alcuni bergamaschi) e russi. Per questo suo "tradimento" il Signor Vanduz è tuttora residente in uno stato segreto e vive sotto scorta protetto dai servizi segreti tedeschi. La Germania ha, quindi, fatto ricorso all'Intelligence non per stanare un singolo evasore, ma per acquisire dati su una rete di relazioni finanziarie sospetta fra cittadini del proprio paese e il vicino paradiso fiscale. Anche in Italia c'è stato un recente caso d'indagine contro gli evasori, è stato, infatti, appena arrestato dalla procura di Milano, un avvocato svizzero nel cui computer è stato trovato un elenco di 500 nomi di cittadini italiani in possesso di conti correnti all'Ubs Italia, che si presume abbiano qualche riferimento con Ubs Svizzera. Ma prima di introdurre nuove normative internazionali perché non ci guardiamo bene in casa? E' possibile pensare che imprese a partecipazione pubblica possano anch'esse avere una complessa rete di controllate negli stessi paradisi fiscali? Il colmo sarebbe se proprio il Ministero dell'Economia, il cui ruolo dovrebbe essere quello di contrastare l'elusione e l'evasione fiscale, fosse azionista di maggioranza di tali imprese, magari proprio qui in Italia, magari nel settore energetico. Sarebbe una vera e propria beffa.

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ECONOMIA&BUSINESS Cristina Putortì Avvocato presso il Foro di Bergamo. Ha conseguito un master in Diritto dell'Ambiente presso l'Università degli Studi di Bergamo

Bonifiche, vademecum per chi subisce l'inquinamento

Gli obblighi e le "facoltà" del proprietario del sito contaminato incolpevole dell'inquinamento LEGGE AL VERDE - RUBRICA A CURA DELL’AVVOCATO CRISTINA PUTORTÌ n virtù dell'ormai consolidato principio comunitario "chi inquina paga", l'attuale normativa, così

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come la precedente, pone gli oneri di bonifica, "in primis", a carico del responsabile dell'inquinamento.

Tuttavia, non essendo sempre possibile identificare il soggetto inquinatore, si pone il problema di determi-

nare chi, in tal caso, debba effettivamente preoccuparsi di effettuare la bonifica del terreno contaminato e sostenere, quindi, i relativi costi. In merito, il legislatore ha previsto che, qualora l'autore della contaminazione non sia individuabile o non provveda, e qualora non provveda nemmeno (di propria iniziativa) il proprietario del sito, le opere di bonifica vengono realizzate dalla Pubblica Amministrazione. I costi sostenuti dalla P.A., tuttavia, non rimangono a carico di quest'ultima ma vengono dalla stessa, almeno in parte, recuperati grazie all'imposizione di gravami (onere reale e privilegio speciale) a carico del sito inquinato su cui è avvenuto l'intervento di bonifica. Naturalmente, ciò comporta conseguenze non indifferenti per il proprietario incolpevole che, seppur non obbligato a sostenere direttamente gli oneri di bonifica, vede, comunque, la sua proprietà posta a garanzia


delle spese anticipate dalla Pubblica Amministrazione. Al fine di mantenere il sito libero dai predetti oneri, sia il previgente "decreto Ronchi" che l'attuale Testo Unico Ambientale hanno previsto la possibilità per il proprietario non responsabile dell'inquinamento di provvedere direttamente al risanamento dell'area attivando spontaneamente le procedure e gli interventi di messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale. In tal caso, il proprietario che ha provveduto volontariamente, avrà pieno diritto di rivalersi nei confronti del soggetto inquinatore ed agire, non solo per il recupero delle spese sostenute, ma anche per l'eventuale maggior danno subito. E' bene precisare che il legislatore ha previsto che il proprietario incolpevole possa effettuare spontaneamente la bonifica del sito, intendendo tale possibilità, non come un obbligo, ma come una mera facoltà volta, appunto, ad evitare che vengano posti gravami sul sito di sua proprietà. E' importante chiarire, tuttavia, che la P.A. non può agire ai danni del proprietario incolpevole, ponendo a carico dell'area bonificata i predetti oneri, solo per il fatto di non conoscere l'iden-

tità del soggetto colpevole dell'inquinamento o per la sola difficoltà di esercitare azioni a danno dello stesso. Solo dopo aver indagato al fine di accertare l'identità del responsabile e qualora l'accertamento o l'esercizio della relativa azione di rivalsa risultino impossibili, la Pubblica Amministrazione ha la possibilità di gravare sul sito e di conseguenza sul proprietario incolpevole. La normativa, infatti, a maggior tutela di quest'ultimo, ha posto a carico della P.A., che intenda agire in via di rivalsa nei confronti del proprietario incolpevole, un rilevante onere probatorio, con tempi tecnici e costi non indifferenti, dovendo dimostrare, con atto motivato, non solo l'impossibilità di identificare il responsabile della contaminazione, ma anche, nel caso in cui quest'ultimo venga individuato, che lo stesso sia irreperibile, incapiente o addirittura fallito. Ad ogni modo, il proprietario estraneo alla contaminazione è chiamato a rifondere i costi della bonifica solo nei limiti del valore dell'immobile o comunque nei limiti della concreta utilità che lo stesso ha percepito a seguito dell'aumento di valore del fondo bonificato. La ratio di tale previsione è volta, non solo a costituire garanzia a tutela del recupero delle spese affrontate dall'Amministrazione per la bonifica nei casi in cui il responsabile non sia individuato o non provveda, ma, altresì, ad evitare che il miglioramento del fondo, derivante dall'eseguita bonifica, e il suo recuperato valore economico si traducano in un arricchimento a vantaggio del proprietario del bene. L'autore dell'inquinamento, invece, dovrà necessariamente corrispondere l'intero importo delle operazioni di bonifica oltre i limiti della ordinaria prevedibilità dei danni, e ciò anche nel caso in cui non abbia più il possesso, la proprietà o comunque la disponibilità dei suoli inquinati. In merito alla figura del proprietario non responsabile dell'inquinamento,

un'importante novità, rispetto alla previgente normativa, è stata introdotta dal d.lgs. n. 152 del 2006. Quest'ultimo, infatti, prevedendone un maggiore coinvolgimento, ha inteso porre a suo carico l'obbligo di dare pronta comunicazione alle Amministrazioni territorialmente competenti qualora rilevi il superamento o il pericolo concreto ed attuale di superamento delle CSC sull'area di sua proprietà. Il proprietario incolpevole, inoltre, sarà obbligato ad attuare tutte le misure di prevenzione, così come previste dall'art. 242, volte ad impedire l'aggravarsi della contaminazione. Tali misure non comprendono le misure di messa in sicurezza d'emergenza, ma restano circoscritte a quegli interventi necessari nell'immediatezza dell'evento e volti a garantire un pronto contenimento degli effetti di migrazione delle sostanze inquinanti, a tutela preventiva della salute pubblica e dell'ambiente. In forza del rinvio all'art. 304, comma 2 del d.lgs 152/06, l'inadempimento delle predette prescrizioni è punito con la sanzione amministrativa "non inferiore a mille euro né superiore a tremila euro per ogni giorno di ritardo". L'obbligo di comunicazione e prevenzione viene logicamente posto a carico del proprietario incolpevole in virtù di un principio di solidarietà sociale, in quanto soggetto che ha le maggiori possibilità di attivarsi per primo nell'interesse della collettività. Risulta chiaro che l'intenzione di tale nuova previsione, introdotta con il Testo Unico Ambientale, è quella di tutelare principalmente beni primari quali la salute e l'ambiente. Ciò anche a sacrificio della figura del proprietario del sito contaminato che, seppur non responsabile dell'inquinamento, non può più rimanere completamente inerte di fronte all'accertamento di una contaminazione di un'area di sua proprietà.

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ECONOMIA&BUSINESS

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"Non rassegnamoci ad un'Italia che cresce con lo zero virgola" IL CONVEGNO

L'auspicio è di Emma Marcegaglia, presidente nazionale di Confindustria. In visita a Bergamo per l'assemblea generale degli industriali, ha fatto il punto sulla situazione economica, sui contratti e sui rapporti con le banche

ARTICOLO DI LIVIO CASANOVA PHOTO: LAURA PIETRA

a crisi? "Siamo fuori dalla recessione, ma la strada è ancora lunga e difficile". Le borse mondiali? "E' necessario ripensare "Basilea 2" e le regole della finanza". L'Europa? "Assente in questa crisi, ogni nazione è andata per conto suo, senza una strategia comune". La politica? "E' ora che la smettano con questa logica di guerra fra bande". Le banche? "Noi non chiediamo crociate ma il problema del credito rimane e va risolto". Al Governo? "Chiederemo una riduzione strutturale delle imposte per imprese e dipendenti". E' questo - in sintesi - il messaggio conclusivo lanciato dal presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, all'assemblea degli industriali di Bergamo. Una relazione a tutto campo quella proposta dalla numero uno nazionale che ha messo sul tavolo tutti temi di strettissima attualità, partendo proprio dallo stato attuale della crisi. "Probabilmente siamo fuori dalla recessione e il peggio è passato. Se guardiamo i dati di luglio, il fatturato industriale è cresciuto del 2.7% rispetto al mese precedente. Lo stesso dicasi per gli ordinativi cresciuti del 15.7%, ma il percorso rimane lungo e faticoso". Segnali positivi arri-

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vano anche dalle borse mondiali "che hanno ripreso quasi il 50% dei picchi minimi toccati a marzo. Ma a livello di G20 vanno ripensate le regole della finanza per evitare che una crisi di queste proporzioni possa riproporsi tra alcuni mesi". Sempre con uno sguardo oltre i confini nazionali e alla luce di quanto è stato fatto fin d'ora, "in questa crisi - ha sottolineato Emma Marcegaglia l'Europa è stata assente perché non è stata capace di pensare a nuovi progetti e a nuovi investimenti. La colpa è dei governi nazionali che non accettano di lasciare pezzi di sovranità propria all'Europa. Ogni stato è andato per conto proprio". Qual è il rischio? "Che paesi come gli Stati Uniti, con Carlo Mazzoleni presidente di Confindustria Bergamo

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una politica economica chiara, ne escano prima. La Cina sta già ripartendo. L'Europa deve riprendere a considerare in modo forte la sua cultura manifatturiera". La sfida è andare sui mercati internazionali per intercettare bisogni e consumi nuovi, "è necessaria una presenza sempre più forte su mercati come Cina, Brasile e India che saranno i protagonisti della crescita futura. Da qui a 15 anni ci sarà un miliardo di persone in più ad alto reddito e il 75% di queste saranno in Cina e in India". Per non trovarsi impreparati di fronte a questi scenari e tornare ad essere competitivi "servono aziende capaci di stare sul mercato. Sono fondamentali operazioni di ristrutturazione, di riconversione, d'aggregazione, processi da gestire con responsabilità e razionalità per ritrovare una capacità di crescita più

forte di quella che abbiamo avuto in passato. Dal 2000 al 2007 l'industria italiana ha imboccato la strada della ristrutturazione e del miglioramento". La bontà di questo processo è evidenziato dai numeri, "nel 2007 l'Italia è stato il secondo più grande esportatore, dopo la Germania, con una bilancia tecnologica in attivo". Ma sempre guardando ai numeri lo scenario attuale è completamente diverso perchè l'Italia è vero che ha imboccato una strada, ma secondo una logica particolare. quella del gambero. "Dati alla mano - spiega la numero uno degli industriali - la crescita potenziale è andata via via diminuendo. Negli anni 80 la crescita era del 4 %, dieci anni dopo si è ridotta al 2.6%, nel 2000 era dell'1.6% e oggi siamo ad una percentuale di crescita stimata del 0.3. Negli ultimi

Il tavolo del lavoro

ul banco di prova c'è il nuovo modello contrattuale. Buona parte dei prossimi rinnovi contrattuali si giocheranno sulla nuova piattaforma che decentra la contrattazione in azienda e potrà dar vita ad una nuova stagione di rapporti sindacali. Tutti positivi i giudizi espressi da Carlo Dell'Aringa - professore ordinario dell'Università cattolica di Milano; Alberto Bombassei - vice presidente di Confindustria; Raffaele Bonanni - segretario Nazionale della CISL, protagonisti della tavola rotonda sul lavoro. "Per il lavoro - introduce Carlo Dell'Aringa, Professore ordinario dell'Università cattolica di Milano - le previsioni ci dicono che da qui al 2010 ci potrebbero essere dai 700 mila al milione di posti di lavoro a rischio. Inoltre "quest'anno ci sarà una riduzione del Pil del 5% e una ripresa, nel 2010, tra lo 0.5 e il punto percentuale". Gli sforzi devono andare in due direzioni: la detassazione del secondo livello e il rafforzamento degli ammortizzatori sociali. "La scelta della detassazione implica che l'opzione partecipativa è già stata fatta, non è più in discussione. Non tutti i paesi hanno detassato il secondo livello, solo la Francia ha imboccato questa strada. Resa strutturale come nel caso italiano diventa una conquista partecipativa notevole". Per il rafforzamento della cassa integrazione , torna d'attualità il tema della riforma pensionistica e lo spostamento di risorse su altre voci. "E necessario far crescere la spesa per gli ammortizzatori sociali. Se oggi l'Inps spende 8 miliardi di euro, l'ideale sarebbe rendere strutturale questa cifra o almeno 4 miliardi su base annua. Sarebbe necessario anche allargare la platea dei beneficiari". Anche i sindacati sottolineano le iniziative messe in campo per tutelare l'occupazione, tra cui "gli ammortizzatori in deroga - ha ricordato Raffaele Bonanni, Segretario Nazionale della CISL - l'allunga-

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mento della cig ordinaria e la valorizzazione dei contratti di solidarietà". Per quanto riguarda il nuovo modello contrattuale, il rinnovo degli alimentaristi ha visto seduto allo stesso tavolo anche la Cgil "che inseguiva questo modello da 10 anni - ha spiegato il numero uno della Cisl -. Due le note a margine. Insistere solo sul contratto nazionale non mette le parti nella condizione di trovare le soluzioni migliori per affrontare il mercato del lavoro. Inoltre, non aver lavorato molto su orari, flessibilità e sull'impiego delle professionalità ma rimanere ancorati a livello nazionale ha depresso non solo le aziende ma anche le buste paga". A proposito del tavolo dei metalmeccanici, "rispetto a tutti gli altri tavoli è oltremodo rigido. C'è una sorta di grumo politico- culturale che non permette di uscire dalla cultura antagonista e spingersi verso strutture normative imperniate sulla partecipazione". La priorità per Alberto Bombassei, patron della Brembo "in questo momento, è mantenere i posti di lavoro" che ha sottolineato con Bonanni la necessità "di allargare gli ammortizzatori a tutte le categorie di lavoratori". Contrario, invece, ad un sistema partecipativo impreselavoratori se per questo s'intende cogestione, "rimango favorevole - ha specificato Bombassei - ad una condivisione di secondo livello dei risultati di produttività o redditività. L'obiettivo è incrementare i salari dei nostri lavoratori". Dall'altro canto, "la produttività è legata alla competitività che non si gioca più all'interno dell'Europa. I nostri competitors non sono i tedeschi o i francesi ma è una guerra non dichiarata con sistemi diversi. Il sistema asiatico, americano e sud america che godono di costi, non solo di materie prime, ma anche dell'energia più bassi dei nostri". In questo clima di ritrovato dialogo tra parti sociali e imprese "l'unico rammarico - ha sottolineato il patron della Brembo - è rappresentato dall'atteggiamento della Cisl. Sembra che qualcuno preferisca una stagione di conflittualità e di contrapposizioni, senza capire che si tratta di posizioni preconcette se non politiche".


dieci anni siamo cresciuti ad una media del 1% di pil". A differenza degli altri paesi europei, però, l'Italia ha risposto alla crisi con una forte coesione sociale che ha salvaguardato i posti di lavoro, grazie al consolidato meccanismo degli ammortizzatori sociali, "che sicuramente vanno ripensati, ma non stravolti. La cassa integrazione ordinaria e straordinaria ha dimostrato di funzionare". Molte le iniziative importanti a sostegno del reddito, "ricordo gli otto miliardi stanziati per ammortizzatori sociali, la continuità tra cig ordinaria e straordinaria. Quello che serve ora è: creare nuove imprese, puntare sulla formazione e un ulteriore stanziamento di ammortizzatori sociali e favorire la decontribuzione e detassazione del secondo livello di salario". Alla politica "si chiede concentrarsi su questi temi, sulla ripresa. Basta con questa assurda logica di guerra fra bande - ha detto senza mezze misure Emma Marcegaglia - sia all'interno della maggioranza che nell'opposizione. Troppo spesso si parla d'altro". "Non chiediamo crociate contro le banche", nonostante il tema del credito abbia visto, in questi mesi, molte volte sugli scudi associazioni industriali e Abi. "Oggi siamo in una situazione in cui ci sono storie aziendali serie, con progetti di sviluppo serio, che non vengono prese in considerazione. Si chiede di valutare caso per caso e non fermarsi ai bilanci", in altre parole una maggiore capacità discrezionale delle banche. Per quanto riguarda il credito "a Bergamo e non solo c'è ancora un buon 20% di imprese che hanno difficoltà di accesso a finanziamenti. Si tratta soprattutto di piccole imprese". Gli altri temi sono legati alla moratoria che si attua a partire da questo mese e "dovrà essere sicuramente monitorata. La capitalizzazione ha reso più favorevoli, dal punto di vista fiscale, gli apporti di capitale, ma serve ripensare nuovi strumenti finanziari a supporto di quegli imprenditori che non hanno soldi da mettere in azienda". Per quanto riguarda il rapporto fra imprese e dipendenti "il ruolo dei sindacati è stato fondamentale ha tenuto a ricordare il presidente di Confindustria - perché hanno dimostrato un grande senso di responsabilità ed è stata abbandonata la logica del conflitto. Diversamente da Bonanni (n.d.r. il segretario generale della Cisl presente in sala) non sposo la proposta della compartecipazione agli utili. Da poco abbiamo sottoscritto la riforma degli assetti contrattuali, con maggiore attenzione al salario e piuttosto che proporre soluzione nuove credo si debba applicare questo nuovo assetto contrattuale. Con lui concordo sul fatto che i contratti di categoria debbano essere condivisi da tutte le parti". Il riferimento è alla Cgil che non sta prendendo parte ai rinnovi dei tavoli contrattuali, un esempio su tutti: la trattativa dei

metalmeccanici. Quello che si può fare adesso è concentrarci su poche cose "Lotta all'evasione fiscale e riduzione della spesa pubblica improduttiva. Riforma e semplificazione di una burocrazia che pesa sulle imprese. E' necessario favorire la concorrenza e liberalizzazione del mercato perchè ci sono interi settori tolti al privato, come i servizi pubblici locali, la logistica, il gas e l'energia". L'ultima considerazione è di ampio respiro, perché "il nostro Paese è migliore di quello che appare sui giornali italiani ed esteri. Non dobbiamo rassegnarci ad un'Italia che cresce con lo zero virgola, ma andare avanti con maggiore fiducia". Confindustria Bergamo - "Ci siamo giocati il Giappone. L'intensità di questa crisi è senza precedenti e gli interventi necessari messi in campo dai governi sono stati nell'ordine della seconda economia del mondo". Il Giappone, appunto. Si presenta così Carlo Mazzoleni, alla sua prima assemblea pubblica in veste di presidente degli industriali bergamaschi. Davanti ad oltre 500 imprenditori ha sottolineato come "nonostante le azioni intraprese siano corrette, serviranno tre o quattro anni per recuperare la ricchezza perduta". Come a dire che questo lento "tornar a rivedere le stelle" lo accompagnerà per tutta la durata del suo mandato. La fotografia dell'economia bergamasca non lascia spazio a troppe interpretazioni, "perché Bergamo questa volta non fa differenza - ha spiegato alla platea il numero uno di Confindistria Bergamo con i dati dell'ultimo report locale -. La produzione è caduta del 20% e solo qualche punto potrà essere recuperato entro fine anno. L'export ha cominciato a risalire la china solo nelle ultime settimane". A questo si aggiunge l'allarme occupazionale "con un tasso di disoccupazione che è salito di un punto, in sostanza dal 3% al 4% 23


e la cassa integrazione che ha raggiunto il suo massimo storico". Con tre milioni di ore autorizzate nel mese di luglio ha coinvolto il 5.5% dei dipendenti. A crescere, però, è anche "il clima di fiducia di famiglie e imprese". I due fattori che hanno tenuto sotto scacco le imprese sono stati la mancanza di domanda e crescenti problemi di liquidità, per questo "si sono viste costrette - ha sottolineato Carlo Mazzoleni - a ridurre i costi e cercare tutti i possibili livelli d'efficienza. Oggi queste ricette potrebbero essere un modello di riferimento per pubblico e privato per quei settori non avvezzi a confrontarsi con la concorrenza e il mercato". Una provincia, la nostra, che non è rimasta a guardare, "alcuni hanno parlato del modello Bergamo di coesione sociale", ovvero il progetto per lo sviluppo della Val Seriana messo a punto con Imprese & Territorio, e Cgil, Cisl e Uil. E' di 10 milioni di euro, di cui il 65% a carico della Fem ( Fondo Europeo di adeguamento alla mondializzazione) e 35% a carico dello Stato, la stima complessiva per gli interventi di formazione e ricollocazione di mille lavoratori: 500 in Valle Seriana e 500 in altre zone. Nel contempo con la stessa idea di base "è in stato avanzato lo studio focalizzato sulla Valle Brembana". L'approccio adottato è quello della sperimentazione e dei laboratori fino all'individuazione della soluzione migliore. "L'arco temporale che ci siamo dati è il 2015 - ha anticipato il numero uno di Confindustria

Bergamo, nel dare agenda e obiettivi - in coincidenza con l'Expo di Milano. Lo scenario è quello di un territorio socialmente responsabile che consolidi la sua vocazione industriale e manifatturiera, integrata da una crescita di servizi resi in forma moderna". Ma per raggiungere questi obiettivi sono necessarie le infrastrutture. "Il raddoppio ferroviario della Bergamo - Treviglio, la linea ferro -tramviaria della Valle Seriana, la realizzazione della quarta corsia dell' A4, il completamento dell'asse interurbano sono esempi di opere attese da troppo tempo". Accanto a queste, le grandi infrastrutture come la BreBeMi, attesa da 82 anni e la Pedemontana che si avvia al progetto definitivo. Rimane tuttavia da individuare il posto più idoneo per lo scalo merci, a rischio ci sono delocalizzazioni e migliaia di posti di lavoro. Sempre in tema di competitività, "strategico rimane l'aeroporto di Orio al Serio che vale il 7.5% del prodotto lordo bergamasco e ha effetti occupazionali diretti e indiretti su circa 20 mila persone. E' la più grande attività economica della provincia". Numeri che "fanno gola ai concorrenti" e che vanno difesi, ma per far decollare il turismo "non basta Orio al Serio e una miriade di singole iniziative". Proprio "il coordinamento è uno dei principali compiti di cui dovrà farsi carico la futura dirigenza della Camera di Commercio". Tema che sta ravvivando il dibattito locale e dalle cui sorti dipenderà lo sviluppo e molte strategie territoriali.

Il tavolo del credito

ul fronte bancario, a cosa stiamo assistendo? Ad un darwinismo creditizio o ad una forma di cassa integrazione del credito? Questa provocazione ha fatto da filo conduttore agli interventi di Marcello De Cecco - professore ordinario della Scuola Normale Superiore di Pisa; Luigi Abete - presidente di Assonime; Corrado Faissola - presidente dell'ABI, che hanno preso parte alla tavola incentrata sul credito e sui rapporti tra banche e imprese. Il 15 settembre scorso è stato celebrato l'anniversario del non salvataggio Lehman Brothers, ma secondo Marcello de Cecco c'è poco da stare allegri perché "la grande liquidità messa nei sistemi per salvare le banche ha fatto sì che la storia avesse ancora un lieto fine", praticamente continuano tutti a vivere felici e contenti, o quasi. Morale: la finanziarizzazione sta continuando, anche se "il sistema creditizio italiano è entrato poco nelle alchimie finanziarie del sistema americano". Eppure le banche sono più attente a mettersi in sicurezza "razionando sui loro affidatari e sugli affidamenti" partendo proprio dai meno affidabili. "E' la legge della giungla o darwinismo? - ha sentenziato il professore della Normale di Pisa, interrogando la platea - O piuttosto stiamo assistendo ad una sorta di "Cassa integrazione del credito? In questo caso i destinatari del credito dovrebbero essere i "piccoli" e non i più protetti o i meno efficienti. La risposta viene direttamente da Faissola, Presidente dell'ABI che smentisce qualsiasi ipotesi

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di credit crunch. "Le prime stime sui dati bancari di agosto ci dicono che la dinamica dei prestiti bancari ha manifestato una lieve accelerazione: il flusso netto di nuovi prestiti, in termini assoluti è cresciuto di 30 miliardi di euro rispetto ad un anno fa". E sgombra anche il campo dai luoghi comuni "per quanto riguarda la quantità e la qualità del credito, le sue condizioni, la situazione in Italia continua ad essere buona". L' esempio?: "In Italia - dati alla mano, ha sostenuto il presidente dell'Abi - i tassi sui nuovi finanziamenti siano in media al 3,31% contro il 3,72% dell'Europa". Uno sforzo verso le imprese è stato fatto "lo dimostra la moratoria sul credito alle Pmi che permette di dilazionare di un anno i pagamenti e consente di lasciare nelle casse delle imprese una somma di circa 40 miliardi di euro. Oltre il 90%degli sportelli vi hanno aderito". Lo strumento è significativo anche per i suoi termini procedurali, "il silenzio assenso. Dopo 30 giorni si ritiene approvato. "A fronte di questo sforzo - ha precisato Faissola - segnalo i 9 miliardi di rettifiche su clienti registrate nel 1 semestre. A fine anno saranno 18 miliardi. Bene, su queste noi paghiamo l' Irap". Il merito: "non abbiamo fatto fallire le imprese" per questo chiediamo al governo che riconosca almeno in parte quello che ha dato per sostenere l'occupazione, "la detraibilità fiscale sulle perdite".


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ECONOMIA&BUSINESS

"Possono effettuare la domanda di sospensione le imprese che alla data del 30 settembre 2008 avevano esclusivamente posizioni classificate dalla banca "in bonis"

1 accordo sul credito a sostegno delle piccole e medie imprese prevede la sospensione per 12 mesi del pagamento della quota capitale delle rate del mutuo

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Moratoria sui debiti, le Pmi tirano un sospiro di sollievo L’APPROFONDIMENTO

Chiusa l'adesione spontanea degli istituti bancari alla moratoria dei debiti delle Pmi, dopo l'intesa siglata a Milano tra il Ministero dell'Economia, Abi e imprese ARTICOLO DI LIVIO CASANOVA

o ut des", potrebbe riassumersi così la arrivare, il ministro ha indicato anche un ordine di priorità moratoria dei crediti a favore delle piccole "prima vogliamo vedere la moratoria, poi daremo sgravi e medie imprese sottoscritta tra Giulio fiscali, non viceversa". Dalle prime stime, sono un milione Tremonti e l'Abi, l'Associazione bancaria le aziende potenzialmente interessate a un flusso di denaitaliana. L'avviso comune, oggetto dell'accordo - si legge ro calcolato fra i 30 e i 40 miliardi di euro. nella nota ministeriale -, prevede la "sospensione dei debiti delle piccole e medie imprese verso il sistema creDes - Ancora prima di "vedere" e quantificare gli sgravi proditizio, con la sospensione per 12 mesi del pagamento messi da Tremonti, la moratoria ha incontrato la "massima della quota capitale delle rate di adesione da parte delle banmutuo, del pagamento della che italiane - ha annunciato quota capitale implicita nei cambi Corrado Faissola, presidendi leasing immobiliare e mobiliare te dell'Abi, - sia in termini di e l'allungamento a 270 giorni numero di banche sia in terdelle scadenze del credito a breve mini di numero di sportelli. E termine per sostenere le esigenze ha fugato ogni dubbio, che di cassa con riferimento alle opetuttavia permangono a livelrazioni di anticipazione su crediti lo associativo, sul fatto che certi ed esigibili". In cambio, la moratoria abbia rappreFaissola ha chiesto sgravi fiscali sentato ''una iniziativa ben per il sistema bancario. Basta accettata e senza riserve ltro intervento: la sospensione questo a dar l'idea che la moratodal sistema bancario italiaper 12 mesi del pagamento ria è un tipico caso di "Do ut des", no''. Per quanto riguarda della quota capitale dei canoni tradotto :"io do affinché tu dia". l'iniziativa non ci sono di operazione di leasing immobiliare e obiezioni da fare, è piuttodi sei mesi per quello mobiliare Do - Tremonti, però, ha posto la sto sul "ben accettata e sua "condicio sine qua non": se senza riserve" che rimangol'avviso comune sulla moratoria no delle perplessità anche dei debiti alle piccole e medie imprese funziona, il governo alla luce del fatto che è stata firmata un'anno dopo l'inizio è disposto a mettere sul piatto agevolazioni fiscali per le della crisi. Per tutte le banche che non vi hanno aderito eventuali perdite che potrebbero registrare le banche. A restarne fuori potrebbe significare, prima di tutto, un calo scanso di equivoci che, sicuramente, non tarderanno ad di immagine "aziendale" con ripercussioni su come l'isti-

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Le aziende, al momento della presentazione della domanda, non devono avere posizioni classificate come "ristrutturate" o "in sofferenza" ovvero procedure esecutive in corso

Giulio Tremonti

tuto di credito vuole promuovere la sua immagine, con imprese, almeno si spera, e dall'altra aiuterà anche una perdita di credibilità nei confronti della clientela. molte banche perchè eviterà potenziali perdite sul creNon è solo una questione di marketing, ci sono di mezzo dito. Di una cosa si può già essere certi, la massiccia anche i bilanci perché con la moratoria gli istituti di creadesione delle aziende alla moratoria che praticamente dito non correranno il pericolo di portare a perdita o a offre alle Pmi la possibilità di allungare il debito. segnalazione sofferenza, Inoltre si allungano i termini crediti a breve termine che, di ammortamento finanziario visti i tempi che corrono e e, in vista dell'inverno (che con una generalizzata crisi economicamente si preannundi liquidità, potrebbe essecia ancora lungo) si può mettere difficoltoso incassare. re legna in cascina per evenL'idea di Tremonti dovrebtuali difficoltà a breve termine be "costringere" (ma è che potrebbero essere prodottutto da vedere) le banche te dal rigetto turbo di una ad aiutare finanziariamencrisi ancora difficile da decite molte PMI, per le quali, frare, anche per gli econominelle attuali condizioni non sti. Tremonti ha preannunciato intesa prevede l’allungamento a sarebbe possibile erogare per questo mese la diffusione 270 giorni delle scadenze del crecrediti. L'intento è bypassadi "un manuale concreto on dito a breve termine per sostenere le delibere bancarie, line, da mettere in tutte le sedi re le esigenze di cassa (per anticipaziotroppo stringenti, e frontegbancarie, postali e delle assoni su crediti certi ed esigibili) giare la mancanza di liquiciazioni di categoria, per attidità di un'impresa che, ad vare una serie di meccanismi esempio, non è in condizioche comprendono l'intervento ne di fare investimenti o non ha prospettive di crescita. della Cassa depositi e prestiti, della Sace e della Bei". Quindi da una parte la moratoria potrà salvare molte Obiettivo dell'Avviso comune, sarà scritto anche nel

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Possono usufruire della moratoria tutte quelle aziende che non abbiano più di 250 dipendenti e un fatturato che non superi i 50 milioni di euro, oppure con un totale attivo di bilancio fino a 43 milioni di euro

documento: "favorire la continuità dell'afflusso di credito al sistema produttivo, fornendo alle piccole e medie imprese con adeguate prospettive economiche e che possano provare la continuità aziendale, liquidità sufficiente per superare la fase di maggior difficoltà". Rimane l'annoso problema del monitoraggio: Chi controllerà l'operato delle banche? Al prefetto!

4 accordo prevede un apposito finanziamento o altre forme di intervento per le piccole e medie imprese che rafforzino il proprio patrimonio

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I termini dell'intesa

accordo ha il fine di aiutare le Pmi in difficoltà a causa della crisi economica. Per questo la moratoria prevede una sospensione del pagamento delle quote capitale delle rate di mutuo per un arco di tempo limitato ad un anno. Possono usufruire della moratoria tutte quelle aziende che non abbiano più di 250 dipendenti e un fatturato che non superi i 50 milioni di euro, oppure con un totale attivo di bilancio fino a 43 milioni di euro. Queste aziende, per poter usufruire della moratoria, dovranno inoltrare domanda alla propria banca entro il 30 giugno 2010 e, anche se non c'è sulla carta nessuna applicazione automatica dell'intesa tra impresa e banca, la risposta dell'ente creditizio dovrà arrivare entro un mese e la richiesta si intenderà ammessa, salvo esplicito e motivato rifiuto. L'importante è che le imprese che inoltrano la domanda siano "in bonis" con la propria banca alla data del 30 settembre 2008, ovvero non abbiano debiti o insolvenze, partite incagliate, ristrutturate o scadute. In caso di ritardi di pagamento non superiori ai 180 giorni la richiesta verrà valutata molto attentamente dalla banca per capire se le difficoltà dell'azienda siano momentanee e legate alla congiuntura economica o siano di più ampio corso, insomma valuterà se esistano le condizioni di continuità aziendale. Le aziende che abbiano ricevuto l'ok dalla propria banca, potranno quindi godere per 12 mesi della sospensione del pagamento delle rate in quota capitale del mutuo oppure della quota capitale implicita nei canoni di leasing immobiliare o mobiliare (nel caso del leasing mobiliare la

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sospensione può essere anche di soli 6 mesi). Le rate sospese verranno poi ammortizzate al termine della moratoria di un anno utilizzando lo stesso tasso contrattuale e la stessa tempistica. Si può ottenere inoltre un allungamento a 270 giorni delle scadenze di credito a breve termine. Ma le facilitazioni per le piccole e medie imprese non finiscono qui. Oltre alla sospensione delle rate su mutui e leasing e la proroga delle rate per i prestiti a breve termine, le aziende potranno anche usufruire di appositi finanziamenti per attuare un rafforzamento nel capitale. Il finanziamento messo a disposizione da parte delle banche aderenti all'Avviso è pari a un multiplo dell'aumento di capitale effettivamente versato dai soci dell'azienda in questione. Questo finanziamento si va ad aggiungere allo sconto fiscale del 3 per cento per gli aumenti di capitale delle aziende fino a 500 mila euro deciso da un articolo del decreto anticrisi. Un aspetto importante della moratoria è che non ci saranno costi amministrativi, nè aumenti dei tassi, nè la richiesta di garanzie aggiuntive. Nel concreto quindi, come recita un esempio diffuso lunedì dall'Abi, una azienda che abbia ricevuto l'ok dalla propria banca (e che quindi abbia tutti i requisiti richiesti per beneficiare della moratoria) e che si trovi al quarto anno di un mutuo da 100 mila euro da rimborsare in 10 anni con un tasso del 5 per cento, per l'anno della moratoria non paga i 9204 euro della quota capitale, ma solo i 3747 della quota interessi. La quota risparmiata verrà pagata all'ultimo, alla fine del mutuo, sommata all'ultima rata annuale con cui si estingue il mutuo.

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ECONOMIA&BUSINESS

A Bergamo il Giro d'Italia delle donne che fanno impresa IL SEMINARIO

Lo SBA punto di partenza per la nuova politica europea a favore delle micro e piccole imprese. Questo il tema del seminario, organizzato dal Comitato per la Promozione dell'Imprenditorialità Femminile della Camera di Commercio, "Le micro e piccole imprese al centro della politica europea: proposte concrete per dare attuazione allo Small Business Act"

i è tenuto lunedì 13 luglio il seminario "Le micro e piccole imprese al centro della politica europea: proposte concrete per dare attuazione allo SBA (Small Business Act)", iniziativa organizzata dal Comitato per la Promozione dell'Imprenditorialità Femminile della Camera di Commercio di Bergamo in collaborazione con i Comitati IF lombardi e il sostegno della Camera di Commercio di Bergamo e dell'Azienda Speciale Bergamo Formazione. Il seminario era inserito all'interno de "Il secondo giro d'Italia delle donne che fanno impresa", manifestazione itinerante promossa da Unioncamere e organizzata da Retecamere insieme ai Comitati IF delle Camere di Commercio. La nuova edizione del "giro" è partita il 2 luglio con le tappe di Isernia e Verona e ha poi toccato Perugia (3 luglio), Cuneo (8 luglio), Salerno (10 luglio) per concludersi a Crotone e Bergamo (13 luglio). Attraverso la partecipazione di esponenti della Commissione Europea (Maria Pia Vigliarolo), di Eurochambres (Typhaine Beauperin) e di Ueapme (Luc Hendrickx), di docenti universitari (Fabio Antoldi e Marina Puricelli rispettivamente dell'Università Cattolica e della Sda Bocconi), di rappresentanti istituzionali (Marielda Caiazzo dell'IPI) e di politici del livel-

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lo nazionale e lombardo (Nunziante Consiglio della Lega Nord e Marcello Raimondi del PdL), tutti coordinati da Matteo Fornara della Rappresentanza a Milano della Commissione Europea, la "tappa" di Bergamo, unica "tappa" lombarda della manifestazione, ha affrontato le novità a favore delle micro e piccole imprese che la politica europea ha inserito nello SBA già dal giugno dello scorso anno e che ora gli Stati membri dovrebbero "calare" ognuno sulla propria realtà economica nazionale. I temi di respiro europeo e le politiche intraprese dall'Unione a sostegno delle imprese sono sempre stati importanti per il Comitato di Bergamo, che già nel 2003 aveva partecipato ad un'audizione pubblica al CESE (Comitato Economico e Sociale Europeo) di Bruxelles sul tema "Il ruolo delle micro e piccole imprese nella vita economica e nel tessuto produttivo europeo", presentando in quella occasione un proprio documento, condiviso con altri Comitati non solo lombardi, che conteneva proposte per incentivare e sostenere la microimprenditoria e l'imprenditoria femminile. Altre iniziative con tema centrale l'Europa sono poi state organizzate tra il 2004 e il 2006, ma dopo l'uscita dello SBA il Comitato di Bergamo ha deciso di inserire, nel proprio programma di lavoro 2009, un evento per poter approfondire e diffondere sul territorio i con-


Tre i principi dello SBA che il Comitato di Bergamo ha voluto approfondire nel seminario di luglio: formulare regole conformi al principio "pensare anzitutto in piccolo"; far sĂŹ che imprenditori onesti, che abbiano sperimentato l'insolvenza, ottengano rapidamente una seconda possibilitĂ e permettere alle PMI di trasformare le sfide ambientali in opportunitĂ 31


tenuti di questo documento emesso a giugno 2008 dalla to dalle Presidenti dei Comitati presenti all'incontro (oltre a Commissione Europea e che per la prima volta ha posto al cenBergamo, Brescia, Lecco e Como, ma la stesura aveva coinvoltro dell'interesse comunitario non solo le piccole, ma soprattutto anche i Comitati di Mantova e Milano). Questa riflessione to le micro imprese. Un tema quindi quello dello SBA e della finale, che in linea con il seminario si è focalizzata in particolasua concreta attuazione, in linea con l'intento del Comitato di re su 3 dei 10 principi contenuti nello SBA (formulare regole realizzare iniziative il più possibile trasversali, rivolte a imprenconformi al principio "pensare anzitutto in piccolo"; far sì che ditori e imprenditrici senza distinzione di settore d'attività (si imprenditori onesti, che abbiano sperimentato l'insolvenza, ricorda che nel Comitato sono presenti 16 imprenditrici in rapottengano rapidamente una seconda possibilità; permettere presentanza di 18 diverse Associazioni di Categoria/Sindacati alle PMI di trasformare le sfide ambientali in opportunità) non territoriali). Il seminario ha rappresentato anche un'interessanvuole però restare fine a sé stessa ma, sfruttando il legame te occasione per i Comitati IF lombardi di lavorare insieme "in instaurato con alcuni organismi europei oltre che nazionali, ci si rete", e ha permesso di trasformare quella che poteva rimaneauspica possa essere ulteriormente sviluppata e integrata nelre un'iniziativa provinciale in una sorta di evento regionale l'immediato futuro con l'obiettivo di "far sentire di più la voce" all'interno de "Il secondo giro d'Italia delle donne che fanno impresa". La Il secondo Giro d'Italia delle donne condivisione di opinioni e di esperienze ha generato una collaborazione che che fanno impresa è una manifestazione itinerante ci si augura possa proseguire anche per iniziative future e ha anche portato ideata per valorizzare, sostenere e promuovere all'elaborazione di un documento che è l'imprenditorialità femminile stato presentato in chiusura dell'even32


delle imprenditrici. Nel corso dell'incontro è stato più volte sottolineato il ruolo di primo piano che rivestono le micro e le piccole imprese nel sistema economico italiano (costituiscono infatti il 99,4% delle imprese totali), ma anche all'interno del sistema produttivo europeo (rappresentano il 98,7% del totale delle aziende e occupano i 2/3 della forza lavoro). I 10 principi guida dello SBA e i documenti emessi dal giugno 2008 in poi rappresentano pertanto una forte, seppur tardiva, presa di consapevolezza della centralità delle Mpi (micro e piccole imprese) per la crescita economica, occupazionale e dunque anche sociale del "sistema Europa". Fra le considerazioni emerse, la necessità che il documento venga reso al più presto vincolante per gli Stati membri, che le linee guida contenute nello SBA non rimangano tali, ma vengano tempestivamente tradotte in azioni concrete e che lo SBA possa davvero rappresentare un'occasione per gli Stati UE di riflettere sulle aree di intervento su cui è prioritario investire in questo momento di crisi per realizzare riforme e piani a lungo termine. In Italia, per dare seguito e concreta attuazione al documento comunitario, il Ministro delle Attività Produttive

Scajola ha insediato in marzo il "Tavolo d'iniziativa" (costituito da rappresentanti della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Associazioni di Categoria delle Pmi, amministrazioni centrali, sistema bancario, rappresentanze delle Camere di Commercio, delle Regioni, delle Province e dei Comuni), che a sua volta si articola in 6 diversi tavoli tematici (credito, tempi di pagamento, usura e capiI 10 principi ispiratori talizzazione delle imprese; strumenti ed azioni per la crisi d'impresa; politiche per l'innodello Small Business Act vazione, l'energia e la sostenibilità ambientale; strumenti per la crescita dimensionale, l'aggregazione e la trasmissione d'impresa; "Imprenditorialità" - Facilitare un Stato per le PMI politiche e strumenti per l'internazionalizzacontesto gratificante per lo spirito zione; semplificazione e raccordo tra i livelli imprenditoriale "Finanza" - Agevolare l'accesso di governo nei confronti delle imprese), dai delle PMI al credito e la puntualità "Seconda possibilità" - Far sì dei pagamenti nelle transazioni quali sono già emerse proposte che sono ora che imprenditori onesti, che abbiacommerciali al vaglio del Governo. Da diversi anni si chieno sperimentato l'insolvenza, de all'Europa di riorientare i propri programmi ottengano rapidamente una secon"Mercato unico" - Aiutare le PMI e le proprie politiche economiche tenendo da possibilità a beneficiare delle opportunità che conto delle esigenze delle micro oltre che si offrono sul mercato delle piccole e medie imprese: lo SBA è una "Pensare anzitutto in piccolo" risposta in tal senso, anche se non si può Formulare regole conformi al prin"Competenze e innovazione" considerare una tappa d'arrivo, ma solo un cipio: "Pensare anzitutto in piccolo" Promuovere l'aggiornamento delle punto d'inizio, un'occasione che può fornire competenze nelle PMI e ogni forma orientamenti su cui ogni Stato dovrà lavorare "Amministrazione ricettiva nei di innovazione confronti delle imprese" con impegno. Infatti per non "far passare Rendere le pubbliche amministra"Ambiente" - Permettere alle PMI anche questo treno", è necessario che i prinzioni permeabili alle esigenze delle di trasformare le sfide ambientali cipi enunciati nei documenti europei non PMI in opportunità rimangano tali e che si passi rapidamente dalla loro enunciazione alla messa in prati"Appalti pubblici ed aiuti" "Internazionalizzazione" ca, che deve essere concreta e concertata Facilitare la partecipazione delle Incoraggiare e sostenere le PMI per riuscire a creare un contesto economico PMI agli appalti pubblici e miglioperché beneficino della crescita dei maggiormente "attraente" e più "alla portarare le possibilità degli aiuti di mercati ta" delle Mpi, che da sempre rappresentano l'ossatura portante del sistema UE. 33


ECONOMIA&BUSINESS

Il Piano Casa ai blocchi di partenza MATTONI&NORMATIVE

Tutti i comuni lombardi entro la metà di ottobre dovranno individuare le parti del proprio territorio che, per caratteristiche storiche, paesaggistico-ambientali e urbanistiche non potranno entrare nel programma regionale

er il Piano Casa della Regione Lombardia è iniziato ufficialmente il conto alla rovescia. Il 15 ottobre, infatti, è il termine ultimo entro il quale i Comuni dovranno deliberare gli eventuali limiti territoriali. Le nuove norme si applicheranno a partire dal 16 ottobre, quando i cittadini potranno cominciare a presentare la Dia, Dichiarazioni di inizio attività, per incrementare le volumetrie di edifici esistenti. Non entriamo nel merito delle obiezioni avanzate al piano casa di Formigoni ma diamo solo conto degli interventi possibili che sostanzialmente sono di quattro tipi. Il recupero e riutilizzo a scopo residenziale di volumetrie abbandonate, sotto utilizzate o che attualmente hanno altra destinazione (vera innovazione lombarda che consente anche l'utilizzo delle altezze esuberanti mediante la realizzazione di interpiani e soppalchi anche per le destinazioni diverse dalla residenza, ove ammesse dal Prg o Pgt). L'ampliamento fino al 20% (e comunque per non più di 300 metri cubi) del volume complessivo di edifici mono e bifamiliari, ovvero di edifici con volumetria non superiore a 1.200 metri cubi (si stimano in tutta la Regione nuove volumetrie per circa 5-600.000 metri cubi complessivi e investimenti di circa 2,5 miliardi di euro). La demolizione e ricostruzione di edifici residenziali e produttivi, con bonus volumetrico sino al 30% del volume preesistente, aumentabile al 35% in presenza di adeguate dotazioni di verde, cioè una

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dotazione arborea che copra almeno il 25% del lotto. La riqualificazione di quartieri di edilizia residenziale pubblica (3.000 nuovi alloggi). L'insieme degli investimenti potenziali è stimato tra 5,8 e 6,5 miliardi di euro, con una ricaduta sul piano occupazionale valutata in 30 mila possibili nuovi posti di lavoro. Sul profilo energetico si prevede un risparmio annuo di 44 milioni di euro. Riportiamo di seguito - il vademecum per costruire pubblicato dal Corriere che illustra tutte le specificità del piano casa varato dalla nostra regione. Cosa cambia con il nuovo piano della Regione? Con il Piano Casa lombardo sarà possibile ampliare le volumetrie degli edifici esistenti. La Regione ha previsto il recupero delle aree dismesse che potranno essere trasformate in abitazioni a patto che si trovino in aree a destinazione d'uso residenziale. È stato anche prevista la riqualificazione di quartieri di edilizia pubblica. Di quanto è possibile ampliare un'abitazione? La legge prevede un aumento del 20% dei volumi per gli edifici residenziali mono o bi-familiari di volumetria inferiore ai 1.200 metri cubi (circa 400 metri quadrati). Le abitazioni devono trovarsi fuori dai centri storici. In caso di demolizione e ricostruzio-


ne dell'edificio è possibile salire fino al 35% della volumetria. Come si calcola la volumetria degli edifici? Il consiglio è di affidarsi a un tecnico qualificato. Per avere un'indicazione, basta calcolare la superficie in metri quadrati e moltiplicarla per l'altezza. Ad esempio una casa di 100 metri quadrati alta 5 metri corrisponde - indicativamente - a 500 metri cubi. Box, cantine e aree comuni vengono calcolate in maniera differente da ogni Comune.

in un'area a destinazione d'uso produttivo, è possibile ampliare l'edificio esistente con un incremento massimo dei volumi del 35%. In ogni caso l'applicazione della legge regionale è vincolata alle disposizioni delle singole amministrazioni che dovranno stabilire entro il 15 ottobre quali aree artigianali o industriali saranno interessate dal piano. La legge regionale sostituisce il Piano regolatore comunale? In parte. Per quanto riguarda la destinazione delle aree (residenziale, produttivo, verde) non cambia nulla. Le singole amministrazioni hanno la possibilità di indicare in quali aree non è prevista l'applicazione della nuova legge. Nel caso di aree residenziali, i Comuni possono decidere quali zone escludere. Nel caso di aree

Le aree dismesse possono essere trasformate in nuove case? E' possibile recuperare le aree dismesse e trasformale in nuove abitazioni a patto che si trovino in zone per le quali è prevista dal Piano regolatore comunale una destinazione d'uso residenziale. In questo caso Ampliamenti. Sugli edifici residenziali ultimati la superficie volumetrica rimane invariata ed è vincolata alle disposizione degli entro il 31 marzo 2005 sono ammessi aumenti indici di edificabilità dei singoli Comuni. E per un imprenditore è possibile ingrandire le aree produttive? Se il capannone o la fabbrica si trovano

del 20% per la tipologia uni e bifamiliare entro il limite dei 300 metri cubi. Per le tipologie diverse pil limite è fissato a 1200 metri cubi 35


Demolizioni e ricostruzioni. Per gli edifici residenziali ultimati entro il 31 marzo 2005 è consentita la sostituzione con un nuovo corpo edilizio aumentato del 30% a condizione che sia ridotto del 30% il fabbisogno annuo d'energia primaria per la climatizzazione invernale Le nuove abitazioni dovranno rispondere a particolari requisiti? Sì. In particolare per le disposizioni sul fronte energetico. È richiesta maggiore attenzione per l'isolamento termico degli edifici, per la coibentazione, per gli infissi anti-dispersione, per caldaia e impianto di riscaldamento.

produttive, invece, il Comuni dovranno indicare quali aree potranno beneficiare della legge regionale. Ma gli indici di edificabilità restano invariati? No. La legge regionale consente l'ampliamento dei volumi, di conseguenza autorizza indici di edificabilità superiori a quelli stabiliti dai Prg dei singoli comuni. Le amministrazioni avranno però la possibilità di indicare le aree dove non sarà possibile applicare le nuove norme. Se un'amministrazione comunale non si esprime sull'applicazione della nuova legge cose succede? In questo caso, la legge regionale non può essere applicata. Il termine ultimo per presentare i piani è il 15 ottobre. Dal 16 i piani devono essere operativi.

La nuova legge permette di costruire nei parchi? In parte. Le aree protette come il parco del Ticino o quello delle Groane, ad esempio, sono divise in aree a parco regionale e a parco naturale. Nel primo caso, si considera l'intera zona d'influenza del parco, che comprende anche centri abitati (come Pavia). In questo caso è consentito costruire, con limitazione degli ampliamenti volumetrici, che sono diminuiti del 30%. Per un'abitazione si passa dal 20% al 13.3%. E dove è invece vietato? Nelle aree a parco naturale, che sono zone più circoscritte rispetto all'intero parco regionale. Nel caso del Parco del Ticino, si tratta dei boschi e delle zone a ridosso del fiume, le cosiddette aree umide. Qui non è consentito costruire.

Quando la legge regionale diventerà operativa? Dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale.

Le nuove norme prevedono deroghe per le distanze tra gli edifici? No. Le norme relative alle distanze tra gli edifici, così come quelle igienico-sanitarie, non saranno mutate. Lo stesso avviene per i regolamenti in materia di beni culturali e paesaggio. In ogni caso la nuova legge regionale è disciplinata dalle norme del Codice civile.

Fino a quando sarà possibile beneficiare delle nuove norme? La legge regionale resterà in vigore per 18 mesi. Più o meno fino a gennaio 2011.

Il Comune potrà vietare l'ampliamento delle abitazioni? Sì. Le amministrazioni potranno esprimere parere negativo vincolante sulla compatibilità paesistica degli interventi. Le norme non si applicano a edifici abusivi.

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Quali sono i passaggi burocratici da affrontare per un proprietario che intende ampliare la propria abitazione? Innanzitutto rivolgersi ad un professionista (ingegnere, architetto, geometra). Il primo passo da fare è un calcolo delle volumetrie da "guadagnare" in funzione dell'intervento. Quali sono le aree di casa che si possono trasformare con la nuova legge regionale? Nel caso di una villa indipendente o bi-familiare è possibile recuperare cantine e taverne, o anche sottotetti. A patto che vengano rispettare le norme igienico-sanitarie e di abitabilità (altezza dei soffitti). E nel caso di un appartamento in condominio? In questo caso è più difficile l'applicazione della legge. Si può pensare alla copertura di una terrazza, ma tutti i condomini devono essere d'accordo. In ogni caso, ogni progetto è vincolato al giudizio di impatto paesaggistico del Comune. Una volta elaborato un progetto di massima, a chi ci si deve rivolgere? Per avere un preventivo del costo degli interventi occorre rivolgersi ad un'impresa edile. Fondamentale per accedere ai benefici della legge, che l'impresa sia regolarmente iscritta alla Camera di commercio e in possesso del Durc. Cos'è il Durc? Il Durc è il documento unico di regolarità contributiva. È l'attestazione dell'assolvimento, da parte dell'impresa, degli obblighi legislativi e contrattuali nei confronti di Inps, Inail e Cassa edile. Il possesso del certificato è fondamentale per attestare la regolarità dell'impresa.

Con l'aumento dei volumi dell'edificio, cambiano i parametri di pagamento di alcune imposte. Innanzitutto viene variato l'accatastamento della nuova porzione di abitazione. In secondo luogo la Tarsu, l'imposta sui rifiuti deve essere calcolata sulla nuova dimensione volumetrica. L'aumento è proporzionale alla volumetria guadagnata: dal 20 al 35 per cento. E aumenta anche l'Ici? Solo se si tratta di una seconda casa. Per la prima casa vale il provvedimento del governo che ha eliminato l'imposta. In ogni caso, grazie agli aumenti di volumetria, l'abitazione aumenta il proprio valore di mercato. Cosa prevede la nuova legge regionale sulla casa in materia di ambiente ed energia? Tra le condizioni per ottenere l'ampliamento di un edificio uni-bifamiliare o di un capannone industriale è obbligatorio adottare requisiti di natura "ambientale ": dotazione di verde, qualità architettonico-paesaggistica; risparmio energetico. La presenza di verde cosa comporta? Nel caso di abbattimento e ricostruzione di un edifico, la nuova normativa prevede la possibilità di aumentare la superficie volumetrica fino al 35%. Senza il verde o requisiti energetici, il guadagno di cubatura si riduce. Cosa si intende per aree verdi, quali dimensioni devono avere? I benefici della legge si applicano nel caso in cui ci siano interventi che assicurano un "congruo equipaggiamento arboreo", ovvero una dotazione di verde in misura non inferiore al 25% della super-

Quanto può costare un intervento? Nel caso di nuova costruzione i costi sono variabili in base alle finiture e ai materiali utilizzati. Fuori città il costo può diminuire sensibilmente. Una volta accettato il preventivo dei costi e ottenuto il progetto, quali documenti occorrono per avviare i lavori? Basta presentare al Comune una Dia, denuncia di inizio attività con il progetto allegato. Una volta consegnata la documentazione l'impresa può dare il via ai lavori. Quali altri costi bisogna sostenere? Ci sono gli oneri di urbanizzazione, che vanno calcolati sull'aumento di superficie. Una volta ampliata l'abitazione e terminati i lavori, quali altri costi si devono sostenere? 37


ficie totale del lotto. In questo modo l'incremento potrà salire dal 30 al 35 per cento. Questo vale solo per le abitazioni private? Non solo. La norma vale per gli edifici uni-bifamiliari, sia per gli edifici industriali e artigianali. Ma alla dotazione potranno contribuire, per esempio, le alberature perimetrali? Sì, nel caso di complessi industriali saranno conteggiate anche le piantumazioni lungo i confini dell'area: gli alberi aiutano a migliorare l'impatto estetico.

Come si ottiene la certificazione energetica? La certificazione energetica degli edifici contiene le informazioni sulle caratteristiche energetiche del "sistema edificio-impianto", ossia sul rapporto consumi-rendimenti energetici dell'edificio. Chi rilascia l'attestato energetico? L'attestato di certificazione energetica (Ace) è rilasciato da un professionista abilitato e iscritto nell'elenco regionale (sul sito www.cened.it). La certificazione energetica deve essere rinnovata nel tempo? La certificazione vale 10 anni. La documentazione va fornita in caso di vendita dell'immobile.

La qualità architettonico-paesistica di un ampliamento come viene certificata? Come per i grandi progetti architettonici, anche l'ampliamento della villetta o del capannone artile date per poter usufruire del piano casa gianale dovranno essere corredati da un rendering: varato dalla regione Lombardia il progettista dovrà produrre foto e rilievi del nuovo elemento nel contesto del paesaggio esistente. A chi compete il giudizio sulle opere? Alla commissione paesaggistica di cui ogni Comune dovrebbe essersi dotato in funzione delle leggi già in vigore. Se non c'è la possibilità di aumento del verde come è possibile beneficiare della legge? La normativa prescrive - indifferentemente la possibilità di adempiere con la presenza di verde o con risparmio energetico. In che modo? Nel caso di ampliamento di un edificio, la parte di nuova costruzione deve consentire un miglioramento energetico del 30% rispetto alle attuali normative. Anche la costruzione pre-esistente deve ottenere una riduzione del fabbisogno energetico del 10%. Questo vale sia per le abitazioni sia per gli insediamenti industriali . Se, invece, si demolisce per ricostruire? Il fabbisogno annuo di energia per il riscaldamento deve essere sempre inferiore del 30 per cento rispetto al valore limite previsto dai provvedimenti regionali della legge 24/2006. Come si raggiunge il risparmio energetico? Con pannelli solari o cellule fotovoltaiche. Oppure con la coibentazione degli edifici o intervenendo sull'efficienza degli impianti di riscaldamento, con vetri adeguati o maggior spessore dei solai. 38

I termini La legge consente il recupero edilizio e funzionale di edifici o porzioni di edifici ultimati entro il 31 marzo 2005 (data di entrata in vigore della legge per il governo del territorio 12/2005), se non situati in zone destinate dagli strumenti urbanistici vigenti all'agricoltura o ad attività produttive, ed entro il 13 giugno 1980 (entrata in vigore della legge 93/80) se si tratta di aree agricole. 31 marzo 2005 Per gli edifici ultimati prima del 31 marzo 2005 su zone non agricole e non produttive gli interventi individuati sono l'uso delle volumetrie e delle superfici edilizie per destinazioni residenziali o altre funzioni ammesse dagli strumenti urbanistici; l'uso delle volumetrie edilizie in seminterrato per destinazioni accessorie alla residenza, per attività economiche ammesse dagli strumenti urbanistici e per attività professionali. 13 giugno 1980 Nelle aree agricole verrà consentito invece il recupero edilizio e funzionale, sino a un massimo di 600 metri cubi, di edifici ultimati entro il 13 giugno 1980 per destinazioni residenziali utilizzabili esclusivamente dal proprietario, dal nucleo familiare dell'imprenditore

agricolo e dai dipendenti dell'azienda; oppure per destinazioni ricettive non alberghiere, e per uffici e attività di servizio compatibili. 15 ottobre 2009 La legge dà la facoltà ai Comuni di ridurre gli oneri di urbanizzazione e il contributo sul costo della costruzione. Se i Comuni non deliberano entro il 15 ottobre 2009, si applica una riduzione del 30% del contributo di costruzione. Nel caso di edilizia residenziale pubblica in locazione il contributo di costruzione è limitato agli oneri di urbanizzazione, ridotti del 50%. 16 ottobre 2009 Le norme si applicano a decorrere dal 16 ottobre 2009. La Dia e i 18 mesi Per tutti gli interventi è necessario presentare la dichiarazione di inizio lavori (DIA) o richiedere il permesso di costruire e osservare le norme antisismiche vigenti. Il permesso di costruire e la DIA dovranno essere richiesti entro 18 mesi a partire dal 16 ottobre 2009. Mentre gli interventi di edilizia residenziale saranno realizzabili previa acquisizione del permesso di costruire da richiedersi entro 24 mesi dal 16 ottobre 2009.



ECONOMIA&BUSINESS

"Come tutti i settori economici, anche quello edile sta soffrendo per il blocco dei piccoli cantieri dovuto ai vincoli del patto di stabilitĂ degli enti locali. Nel comparto residenziale sono rallentate le compravendite di nuovi alloggi e il settore industriale ha frenato i propri investimenti" 40


Edilizia, la crisi non esce di casa MATTONI&FINANZA

Paolo Ferretti - presidente di Ance Bergamo - ci presenta lo stato di salute di un settore, quello edile, che nella sola provincia di Bergamo conta più di 57 mila occupati tra liberi professionisti e personale dipendente

ARTICOLO DI LIVIO CASANOVA PHOTO: GIORGIO CHIESA

rivato o pubblico non fa differenza, la crisi economico -finanziaria che sta attraversando l'edilizia bergamasca si sente e si vede in tutta la provincia, ma sarebbe meglio dire, non si vede. Poche le gru che si ergono di questi tempi, pochissime le domande per l'apertura di nuovi cantieri e quelli aperti sono, in genere, di lungo se non lunghissimo corso Non c'è nessun distinguo da fare tra case, opere industriali e lavori pubblici. Negativi anche altri indicatori che testimoniano un numero sempre crescente di fallimenti di imprese che operano nel settore e l’occupazione che deve fare i conti con una crescita esponenziale delle ore di cassa integrazione. In tutta Italia sono a rischio fra 130 e 250mila posti di lavoro. Irrisolta e inascoltata rimane la domanda di credito, di un settore, quello edile che nella sola provincia di Bergamo conta più di 57 mila occupati tra liberi professionisti e personale dipendente, 23 mila di questi lavoratori sono iscritti alla Cassa Edile e all'Edilcassa. Più di 20 mila le imprese che operano che rappresentano il 15% del totale regionale e collocano l'edilizia al vertice dei settori produttivi locali e nazionali. "In questo momento, - afferma Paolo Ferretti presidente di Ance Bergamo, cha fa il punto della situazione dopo la pausa estiva - è assolutamente necessaria la cantierizzazione di opere pubbliche medio piccole, magari togliendo qualche vincolo agli enti locali bloccati dal patto di stabilità; riteniamo che solo così si possa dare vero ossigeno al settore e in particolare alle PMI che ne beneficerebbero in misura sostanziale".

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Come giudica il Piano Casa approvato in Regione e le nuove norme che si applicheranno a partire dal prossimo 16 ottobre? Avete già fatto una stima delle possibili ricadute per Bergamo e il suo territorio? Quali possono essere le ricadute per il settore e sull'indotto occupazionale? "Sul Piano Casa ci siamo già espressi in senso favorevole, poiché ogni intervento che va a sostegno del settore edile è ben accetto. Va segnalato, però, che si tratta di un intervento che a nostro parere non costituisce il vero volano dell'edilizia e in tutti i casi riteniamo prematuro fare delle stime sulle possibili ricadute, perché questi sono dati che si possono avere solo in una fase più avanzata, ovvero quando partiranno effettivamente i cantieri". Nonostante le continue rassicurazioni avanzate dall'assessore regionale al Territorio Davide Boni, sulla volontà di "non di utilizzare nuove aree", dall'opposizione hanno lanciato l'allarme su una nuova colata di cemento. A chi dobbiamo credere? "Il territorio lombardo è caratterizzato da una già alta densità abitativa, per cui l'attenzione su quanto di nuovo viene costruito è giusta ed inevitabile. Vanno distinti però due piani: quello del controllo su quanto viene edificato e cosa e come in effetti viene costruito. Sul primo aspetto i controlli da effettuarsi a monte, circa la legittimità delle nuove costruzioni, spettano alle istituzioni; per entrare nello specifico del "Piano Casa", l'annunciata semplifica41


zione burocratica e le facoltà di ampliamento non devono essere intese come la possibilità di costruire qualsiasi cosa, scriteriatamente. Per quanto riguarda i costruttori, sempre di più si va verso un concetto di ecocompatibilità, di qualità e di sostenibilità ambientale degli edifici, senza contare che costruire edifici di pregio costituisce un vantaggio sia per chi costruisce che per chi acquista, poiché lo stesso immobile in questi casi si rivaluta nel tempo". Questa ventilata ripresa dell'edilizia come migliorerà il patrimonio residenziale esistente? "Il Piano Casa viene operativamente varato a livello regionale, pertanto ogni regione lo applicherà secondo criteri propri e si confida rispondendo concretamente alle esigenze dei diversi territori. A livello lombardo, sul fronte residenziale, è chiaramente indicato che sia per gli interventi di ampliamento che di quelli di demolizione e ricostruzione, deve essere certificata una diminuzione del fabbisogno annuo di energia primaria per la climatizzazione invernale. Questa impostazione, totalmente condivisibile, premia i costruttori "di qualità" rispetto a chi si improvvisa imprenditore". Con il Piano Casa è partita anche la Brebemi. E' possibile attendersi delle tangibili ricadute territoriali o il sistema dei subappalti alla fine farà prevalere altre logiche di assegnazione, penalizzando le Pmi locali? "In più occasioni ci siamo battuti per evitare il ricorso ai mega-appalti che svantaggiano le realtà locali, spesso più efficienti e con un elevato livello di specializzazione: in questi casi il problema dei subappalti non si pone o è limitato. Per la Brebemi, come per le altre opere che interesseranno il territorio bergamasco, auspichiamo ricadute diret-

"Il Piano Casa, l'annunciata semplificazione burocratica e le facoltà di ampliamento non devono essere intese come la possibilità di costruire qualsiasi cosa, scriteriatamente" 42

te in quanto riteniamo le nostre imprese competitive e capaci di operare con efficienza. Su questo versante ci siamo già fortemente impegnati per valorizzare il patrimonio di conoscenze e di capacità costruttiva che le imprese associate vantano e che è riconosciuto in tutto il mondo". Tutti si aspettano appalti trasparenti ma la mafia e l'ndrangheta si muovono con grande tempestività quando si tratta di mettere le mani sui finanziamenti pubblici. Anche le grandi infrastrutture legate al nostro territorio corrono questo pericolo? "Il pericolo di infiltrazioni di tipo malavitoso può essere sicuramente scongiurato, se tutte le istituzioni si impegnano a vigilare sia a monte in sede di assegnazione degli appalti sia in corso d'opera".


in particolare è significativo, dato che si attesta attorno al 10%. BPM si è dimostrata sensibile alle nostre richieste e con essa abbiamo stipulato un accordo che prevede per le aziende iscritte ad ANCE Bergamo linee di credito e finanziamenti agevolati, strumenti per il credito edilizio particolarmente efficaci e un conto corrente dedicato alle imprese industriali edili con condizioni di rilevante interesse per quanto riguarda l'operatività quotidiana".

A proposito di territorio, quale è lo stato attuale del settore edile a Bergamo e in provincia? "Come tutti i settori economici, anche quello edile sta soffrendo: ho ricordato prima il blocco dei piccoli cantieri dovuto ai vincoli del patto di stabilità degli enti locali, nel comparto residenziale sono rallentate le compravendite di nuovi alloggi e il settore industriale ha frenato i propri investimenti. I dati diffusi a giugno dalle casse edili (Edilcassa e Cassa Edile) parlano di una diminuzione di occupati nel semestre ottobre 2008-marzo 2009 di circa 2.000 addetti, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, pari complessivamente a circa l'8% degli occupati industriali ed artigiani. Ad aggravare il quadro sul fronte dell'operatività delle imprese si è registrato un forte impatto della contrazione del credito sulla vita delle nostre Pmi". A supporto delle Piccole e Medie Imprese operanti nel settore edile avete appena stipulato una convenzione con la Banca Popolare di Milano. Cosa prevede questa convenzione? "Da mesi abbiamo intrapreso un dialogo con gli istituti di credito affinché sostengano il settore edile, che come noto è un generatore di ricchezza straordinario. Basti pensare che l'indotto stimato si aggira attorno all'80%. Peraltro il peso dell'edilizia sul PIL della nostra provincia

Sempre a favore delle imprese, avete altre soluzioni in cantiere a favore delle Pmi? "Abbiamo inoltre aderito al Patto per la Casa promosso dalla Camera di Commercio, da alcune banche, da numerose associazioni e dai sindacati. Il Patto, a favore di coloro che sono in difficoltà nella richiesta di un mutuo o che si trovano nella condizione di non poterlo più onorare in seguito alla perdita del posto di lavoro, dovrebbe favorire la compravendita di immobili. A livello interno abbiamo dimezzato la quota di iscrizione per il 2009 e stiamo procedendo sul sentiero dell'aumento dei servizi alle imprese, integrando i percorsi di formazione sul fronte dello studio delle nuove tecnologie applicabili all'edilizia e fornendo il know how necessario per chi investe all'estero, creando un'apposita Commissione. Stiamo proseguendo inoltre nel confronto con gli istituti di credito per riuscire a stipulare altre convenzioni sul modello di quella appena siglata con BPM e sempre sul territorio ci muoveremo presso le istituzioni per richiedere in forma ufficiale la ripresa delle opere pubbliche cantierabili in tempi brevi". Un auspicio e le sue aspettative per il futuro prossimo. Se devo fare un auspicio, spero che la tenacia delle nostre aziende non venga meno in questo momento e che le forze e le competenze maturate negli anni possano essere da stimolo nella ricerca di nuovi mercati piuttosto che di nuove specializzazioni che, eventualmente riconvertendo le attività dove possibile, possano garantirne non solo la sopravvivenza, ma anche un nuovo sviluppo. Da questo punto di vista ricordo sempre che solo uniti si vince". 43


ECONOMIA&BUSINESS

Seconde case, una piaga tutta bergamasca MATTONI&TURISMO

Secondo il rapporto di Legambiente le località turistiche della Val Seriana (Valbondione, Castione, Clusone, Fino del Monte e Gromo) contano 11.700 case per le vacanze. In Val Brembana (Piazzatorre e Foppolo) tocchiamo quota 3.400, mentre Schilpario in Val di Scalve, Selvino, Serina e Roncola complessivamente toccano i 6.400 alloggi

econde case osservate speciali: è questo il tema dell'annuale rapporto di Carovana delle Alpi, campagna di Legambiente organizzata con il contributo del Ministero dell'Ambiente, del Territorio e del Mare, che si concentra sulla qualità turistica delle località alpine guardandola dal particolare punto di osservazione della quantità di seconde case, chiamate anche 'letti freddi', per il fatto di essere alloggi chiusi e inutilizzati per gran parte dell'anno. Il rapporto, per la prima volta, assembla ed interpreta i dati disponibili sulle principali località turistiche montane. In Lombardia i comuni turistici montani esaminati dal rapporto sono 35, ed hanno numeri rispettabili per quanto riguarda il turismo, con oltre 31.000 posti letto di cui 24.000 alberghieri. A questi però andrebbero aggiunti i cosiddetti 'letti freddi', quelli delle seconde case appunto, che benchè chiuse e 'fredde' per buona parte dell'anno, sono presenti in queste località in numero impressionante: ben 68.000 seconde case, un valore che corrisponde al 70% delle abitazioni presenti. La Lombardia è prima in classifica, tra tutte le regioni alpine,

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quanto a numero di seconde case montane. "Abbiamo cercato di quantificare un fenomeno, associato alla speculazione immobiliare, che nella percezione dei residenti è diventato sempre più fattore di malessere - dichiara Eleonora Mercuri, coordinatrice di Legambiente Turismo - troppe seconde case producono degrado del paesaggio, oneri a carico delle amministrazioni locali, concorrono al declino delle stazioni turistiche montane, oltre che al generale scadimento delle condizioni di vita di paesi in cui, per gran parte dell'anno, le case chiuse prevalgono su quelle abitate dei residenti". Il problema delle seconde case è presente in tutto l'Arco Alpino, ma mentre nei Paesi tedeschi si cerca di arginarlo con misure urbanistiche e fiscali, da noi la speculazione d'alta quota pare inarrestabile, ed è assecondata dai condoni e dall'attuale 'piano casa'. "Siamo estremamente preoccupati per le conseguenze del piano casa lombardo, che rischia di alimentare una crescita insostenibile delle volumetrie e degli alloggi utilizzati come seconde case - dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia - per questo ci appelliamo


ai sindaci affinchè introducano limiti alla sua applicazione Valmalenco (Chiesa, Lanzada e Caspoggio) con 1374 letti. generalizzata, per tutelare sia l'ambiente che la qualità turiPurtroppo però a livello regionale la ricettività offerta dalle stica del proprio territorio: il tempo per farlo è molto poco, seconde case surclassa abbondantemente quella delle attividopo il 15 ottobre in tutta la Lombardia sarà cemento libero". tà turistiche vere e proprie: per ogni letto alberghiero ed I numeri delle principali località turistiche montane della extralberghiero ci sono infatti ben 1,63 'case fredde'. Lombardia evidenziano la concentrazione alberghiera che Complessivamente povero di ricettività alberghiera è il terricaratterizza l'Alta Valtellina, che con 11.700 posti letto albertorio orobico, dove si concentra maggiormente la 'piaga' delle ghieri copre ben il 49% dell'offerta, facendone il comprensoseconde case, presenti dovunque, anche al di fuori delle locario trainante dell'intero turismo montano della regione. lità di notorietà turistica, con una forte concentrazione nelle All'interno del comprensorio spicca fortemente il ruolo della valli bergamasche (le località turistiche della Val Seriana con località di Livigno, 'star' turistica delle Alpi lombarde con Valbondione, Castione, Clusone, Fino del Monte, Gromo, che 4982 letti alberghieri e 2674 extralberghieri, mentre i due contano 11.700 seconde case; quelle della Val Brembana con terzi delle quasi 10.000 seconde case sono concentrate nelPiazzatorre e Foppolo con 3400 case, Schilpario in Val di l'agglomerato Bormio-Valdisotto-Valdidentro. Rilevanti, Scalve ed infine alcune località turistiche molto prossime alla secondo il parametro della ricettività alberghiera, anche il comprensorio In Lombardia i comuni turistici montani esaminati dell'alta Valcamonica (Ponte di Legno e Temù) con 1891 letti alberghieri, dal rapporto sono 35, ed hanno numeri rispettabili quello di Aprica (che comprende la camuna Corteno Golgi), con 1737 letti, per quanto riguarda il turismo, con oltre 31.000 dell'Alta Valchiavenna (Campodolcino posti letto di cui 24.000 alberghieri e Madesimo) con 1416 letti e della

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città di Bergamo, come Selvino, Serina, Roncola, con altri 6.400 alloggi): complessivamente le 11 località turistiche bergamasche comprendono un terzo delle seconde case dell'intero campione lombardo! "La montagna orobica deve fare i conti con il troppo cemento spalmato negli ultimi decenni e rivedere le proprie previsioni di sviluppo turistico - dichiara Di Simine, che rincara la dose dopo le polemiche scatenate dalla 'Bandiera Nera' che Legambiente ha assegnato al progetto di nuovo comprensorio sciistico della Presolana - di fronte a questi dati, che si associano a stazioni sciistiche decotte o del tutto fallite come Piazzatorre e Selvino, non si può continuare a puntare tutto su formule speculative rivelatesi fallimentari, con progetti di nuove lottizzazioni per centinaia di alloggi turistici come quelli previsti a Castione, Piazzatorre e Valbondione". Rilevanti concentrazioni di seconde case si rinvengono anche nei comprensori dell'Alta Val Camonica (6400 seconde case tra Pontedilegno e Temù), dell'Aprica (7660 seconde case tra Aprica e Corteno), della Valmalenco (5600) e dell'Alta Valchiavenna (5400), oltre che in località caratterizzate da turismo consuetudinario e fami-

liare (Borno, Barzio, Collio e Bagolino). Nello scenario lombardo si evidenziano alcuni esempi particolarmente negativi e sbilanciati: le stazioni sciistiche di Madesimo, Piazzatorre e Foppolo, con una dotazione di seconde case pari o superiore al 90% dell'intero patrimonio abitativo, il gigantesco agglomerato di seconde case di Castione della Presolana, ma anche quelli di Pontedilegno, dell'Aprica e della Valmalenco, territori che devono meglio valorizzare il loro straordinario patrimonio ambientale evitando di continuare sulla strada della specializzazione sciistica e della connessa speculazione edilizia. Gli esempi virtuosi sono poco numerosi, in una regione che non ha mai sviluppato una vera politica per il proprio turismo montano, ma proprio per questi da segnalare. In primo luogo quello di Valmasino, piccolo centro che sta finalmente trovando una propria caratterizzazione turistica in grado di valorizzare il suo eccezionale scenario paesaggistico e ambientale senza farsi tentare dalle lusinghe del cemento. Livigno è la capitale indiscussa del turismo d'alta quota, con una presenza di seconde case tutto sommato contenuta, in un contesto che punta molto sulla destagionalizzazione e diversificazione dell'offerta turistica. Valfurva deve probabilmente al Parco dello Stelvio il fatto di aver conservato una buona struttura dell'accoglienLa “top ten” del cemento nell’arco alpino za turistica, anche se le gravi ferite speculative inferte dai grandi eventi sportivi del 1985 e del 2005 hanno segnato l'avvio di una deriva che Località Seconde case % Seconde richiede una rapida e consapevole case/abitazioni inversione di rotta. totali

Castione della Presolana (BG)

6102

82,6

Pontedilegno (BS)

4326

84,3

Aprica (SO)

3334

83,3

Corteno Golgi (BS)

3193

79,9

Madesimo (SO)

3116

92,8

Chiesa Valmalenco (SO)

3007

72,7

Selvino (BG)

2934

79,4

Serina (BG)

2674

75,4

Valdidentro (SO)

2465

63,3

Teglio (SO)

2413

54,6

Fo n te : LEGAMBIENTE

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Nello scenario lombardo si evidenziano le stazioni sciistiche di Madesimo, Piazzatorre e Foppolo, con una dotazione di seconde case pari o superiore al 90% dell'intero patrimonio abitativo



ECONOMIA&BUSINESS

Giulio Terzi di Sant'Agata un bergamasco a Washington L’INTERVISTA

Originario di Brembate Sopra il nuovo ambasciatore italiano negli Usa Dal Palazzo di Vetro di New York si trasferisce a due passi dalla Casa Bianca, nel cuore della diplomazia mondiale

ARTICOLO DI LIVIO CASANOVA PHOTO: GIORGIO CHIESA

a New York a Washington in un anno senza nemmeno il tempo di disfare la valigia. Per tutti i pendolari americani che quotidianamente scelgono auto o bus si tratta di un semplice trasferimento di 4 ore, una in più se consideriamo il traffico, ma per una persona che di professione fa il diplomatico, dodici mesi sono un tempo brevissimo. In un solo anno, infatti, Giulio Terzi di Sant'Agata dalla Grande Mela si è trasferito a pochi isolati dalla Casa Bianca, al posto di Gianni Castellaneta. E' lui, infatti, il nuovo ambasciatore italiano a Washington, cuore mondiale della diplomazia. Il riconoscimento più alto per una carriera formidabile visto che solo il 20 agosto del 2008 era stato nominato rappresentante italiano all'Onu. Nato a Bergamo 63 anni fa, ha frequentato il liceo classico al Sant'Alessandro, per poi laurearsi in Giurisprudenza a Milano dove si è specializzato in diritto internazionale. Giulio Terzi è entrato in carriera diplomatica nel 1973, ricoprendo incarichi a Parigi, Ottawa, Vancouver, Bruxelles, New York. Dal 2002 al 2004 è stato ambasciatore a Tel Aviv: durante questo periodo ha posto le basi per la storica visita di Gianfranco Fini nel 2003. Rientrato a Roma come vice segretario generale della Farnesina, dal gennaio del 2005 all'agosto del 2008 è stato direttore generale per gli Affari politici multilaterali. Relazioni internazionali e incarichi ministeriali ricoperti con la "stessa", ma non uguale, valigia. Dove si è trovato ad operare ha sempre portato con sé una profonda vocazione diplomatica, una forte propensione alla mediazione e parole misurate. Tutte qualità accompagnate da quei gesti asciutti ed essenziali tipici dei bergamaschi.

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Giulio Terzi di Sant’Agata

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"Per rappresentare e promuovere gli interessi italiani è necessario essere motivati e aver maturato una preparazione tale da poter condurre proficuamente i negoziati con le realtà internazionali

Ambasciatore, un incarico importante per un bergamasco doc, che gratifica lei e la città di Bergamo. "E' vero, ho ricevuto numerosi attestati di stima dagli amici di Bergamo, dalle autorità di Brembate Sopra, dall'amico Franco Tentorio insieme al sostegno che mi e' venuto non solo dalle Istituzioni, ma anche da tanti cittadini". Per lei cosa significa rappresentare l'Italia? "Nell'affrontare questa missione, ho colto il senso chiarissimo di una sfida: lavorare sempre più in profondità per una completa sintonia con gli Usa. Sul tappeto vi sono le principali questioni legate alla politica estera: la sicurezza internazionale, l'economia e la finanza, ma anche le relazioni culturali e i rapporti tra i due popoli. Penso, in particolare, alle nostre comunità presenti nel nord dell'America e negli Stati Uniti". Come è cambiato il mondo diplomatico e il linguaggio della diplo50

mazia con la tecnologia e quanto conta il fattore umano nelle relazioni internazionali? "Per rappresentare e promuovere al meglio gli interessi del Paese alla preparazione sugli specifici dossier occorre affiancare una grande motivazione. Le due caratteristiche insieme mettono in condizione un buon diplomatico di condurre con efficacia i negoziati,

confrontarsi con la realtà internazionale, ma soprattutto di risultare credibile con gli altri interlocutori. E vi e' infine l'aspetto della comunicazione pubblica che riveste una centralità sempre maggiore nel quadro dell'azione diplomatica. Una azione che, con il passare degli anni, è divenuta sempre più complessa. Già trenta o quarant' anni fa, con il diffondersi dei mezzi


telematici e poi con l'arrivo dell'informatica, si era ipotizzato che l'utilità di rappresentanti diplomatici residenti in un paese straniero fosse destinata ad attenuarsi. Si pensava che i rapporti potessero diventare sempre più diretti, senza bisogno di mediazione a livello di governo, industriale e di operatori culturali. I fatti hanno dimostrato che tali previsioni erano infondate. Oggi è sempre più chiara l'importanza di un inviato residente, della necessità di allacciare e di coltivare a livello personale i rapporti internazionali. E se il linguaggio della diplomazia è cambiato, è sempre meno retorico, metaforico e sempre più concreto, essenziale, il fattore umano rimane decisivo. Lo constatiamo nella risoluzione di crisi internazionali o nel superamento di momenti di difficoltà economica. In ogni singola situazione e' fondamentale poter contare sulla personalità di chi rappresenta gli interessi di un paese". La sua è stata una carriera formidabile, in un solo anno da New York è stato "promosso" a Washington. Il suo non è solo un passaggio istituzionale, ma un riconoscimento alla persona. Quali sono le qualità dell'ambasciatore Giulio Terzi Sant'Agata? "E' sempre molto difficile parlare di se stessi. Nei miei 35 anni di carriera ho avuto come punti di riferimento, due, tre grandi ambasciatori. Dal loro esempio ho avuto la conferma, autorevole, che occorre innanzitutto essere perfettamente consapevoli, coscienti e impegnati a individuare l'interesse nazionale prevalente in ogni particolare circostanza. Per far questo è necessaria una quotidiana attività d'approfondimento, di studio, di relazioni personali: qualità che ritengo fondamentali e grazie alle quali ognuno di noi può portare il proprio contributo per il conseguimento di quei risultati significativi che il nostro Paese ha mostrato di saper raggiungere nello scacchiere internazionale".

Ricorda qualche momento "Nell'affrontare emozionante e significatiquesta missione, ho colto vo, legato alla sua attività diplomatica? il senso chiarissimo "I momenti, per così dire, impegnativi non sono mancati, di una sfida: da ultimo anche in occasione lavorare sempre del mio ritorno a New York da Rappresentante Permanente più in profondità poco più di un anno fa, quando per una completa sintonia mi sono trovato a fronteggiare la complessa e spinosa con gli Usa. Le tematiche? questione della riforma del Consiglio di Sicurezza. Ricordo La sicurezza internazionale, anche momenti difficili; come l'economia e la finanza" quelli vissuti in Israele durante la crisi creatasi nella Basilica della Natività, quando care una sessione allargata del G8 un gruppo di guerriglieri Tanzim, delle alla tematica Afghanistan e Pakistan. forze palestinesi irregolari, vi si era Sempre al G8 dell'Aquila sono stati asserragliato. L'essere riusciti a trovafatti passi avanti per arrivare a decire una soluzione ad una crisi protrattasioni condivise sulla non proliferaziosi per cinque settimane è stato un ne nucleare, sul cambiamento climatimotivo di soddisfazione. La composico e sulla regolamentazione finanziazione di situazioni complesse dipende ria. Siamo in una fase di grande rilansempre più dal coinvolgimento di una cio degli ottimi rapporti già esistenti. pluralità di paesi, come e' stato in L'amministrazione del presidente quella circostanza. E poi vi è l'espeObama è aperta al dialogo e ad ogni rienza di capo della delegazione italiasforzo che possa favorire un cambiana nel Consiglio di Sicurezza delle mento nella percezione di quella parte Nazioni Unite dove l'Italia era tornata del mondo islamico, asiatico e in via a sedere tra i Quindici nel gennaio di sviluppo, che fino a pochi mesi fa 2007 dopo l'elezione che avevo vissuvedeva negli Stati Uniti e in molte to da direttore generale degli affari nazioni europee solo paesi antagonipolitici della Farnesina: ricordo, ad sti. Il discorso del presidente americaesempio, il tour de force negoziale no ad Ankara e quello al Cairo, del 4 sulla questione palestinese che ci ha giugno scorso, hanno cambiato comvisti impegnati al Palazzo di Vetro fino pletamente questa percezione, e lo a pochi minuti prima della mezzanotte vediamo nei sondaggi d'opinione. C'è del 31 dicembre dello scorso anno". una forte sintonia tra questa rinnovata volontà di apertura dell'amminiSono molte le questioni internaziostrazione Obama e la tradizionale nali che stanno animando la politilinea della politica estera italiana, da ca del presidente Obama. Dopo sempre aperta al dialogo. L'Italia ha la formalità del "Gradimento" lei inoltre un patrimonio di immagine che s'insedierà ufficialmente a non ha nulla a che fare con il folklore Washington, cosa si aspetta di troo con gli stereotipi classici dell'italica vare sulla sua scrivania? simpatia. Penso al mondo del volon"Nella partnership tra Italia e Stati tariato, alle migliaia di operatori itaUniti io vedo delle opportunità liani, religiosi e laici, che da decenni straordinarie. In tema di sicurezza, sono impegnati per migliorare le conWashington ha molto apprezzato l'idizioni delle persone, degli individui. niziativa del ministro Frattini di dedi51


Mi è capitato di incontrare ambasciatori africani quando sono arrivato a New York e sentirli parlare italiano, pur essendo anglofoni e francofoni, proprio perché sono stati educati nelle scuole missionarie italiane". Agli onori della cronaca, negli ultimi tempi, è passato anche un altro bergamasco: Micheletti. Qual è la situazione attuale in Honduras e quali misure servono per far uscire il paese da questo empasse internazionale? "Alle Nazioni Unite ho partecipato ad una sessione dell'Assemblea Generale nella quale era presente il presidente Zelaya, conclusasi con una dura dichiarazione sul colpo di stato e sul suo allontanamento. La situazione in Honduras e' complessa: da una parte vi è stata una forzatura da parte del presidente Zelaya nell'invocare il referendum; dall'altra v'è stato un gesto inaccettabile nell'espellere un cittadino, oltre che il presidente eletto. Tutto ciò preoccupa per le tensioni non solo interne al paese ma anche per le influenze esterne". Per un diplomatico, di professio-

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ne, come lei non ci sono mai state situazioni in cui la sua diplomazia è stata messa a dura prova? "Se per diplomazia s'intende pazienza, questo capita praticamente nella vita di ogni giorno. Non è prerogativa del diplomatico. A volte si è coinvolti in discussioni e negoziati interminabili. Per motivi incomprensibili si discute e dibatte sulla singola parola; a volte anche al di là degli obiettivi reali dei Paesi rappresentati intorno al tavolo. E allora nascono iniziative di tipo personale, di qualcuno che vuole mettersi in risalto o creare semplicemente delle complicazioni. In casi come questi la pazienza è messa a dura prova". Fuori dall'Italia qual è l'immagine di Bergamo e dei bergamaschi? "L'Italia è in genere un paese che riscuote molta simpatia. Ciò vale anche per la nostra città, che gode in generale di "ottima stampa" tra i miei colleghi stranieri che di Bergamo conservano l'immagine di una città caratterizzata da fortissimo dinamismo imprenditoriale e da profonde radici storiche e culturali.

Ci vorrebbe forse un'azione mirata ad inserirla ancor più efficacemente nel circuito internazionale delle maggiori città d'arte con una specifica vocazione turistica". Dall'inizio della sua carriera ad oggi, Brembate Sopra ha cambiato il suo volto. Le piace la sua fisionomia attuale: a lei non capita mai di sentire, come Salvatore Quasimodo, nostalgia di casa? "Sono sempre rimasto legato a Brembate Sopra e ci torno con la mia famiglia ogni volta che posso. Per chi la vive come un luogo legato al tempo libero affiorano ricordi carichi di nostalgia per i suoi enormi spazi verdi e l'ambiente intatto di un tempo. La sua crescita imprenditoriale e urbana ha certamente migliorato la ricettività, i servizi alla cittadinanza e la sua capacità di offrire benessere. Anche crescendo così rapidamente, Brembate mi sembra abbia conservato la sua identità. E' un patrimonio prezioso per chi ci abita sempre e per chi, come me, e' trattenuto all'estero per lavoro, ma ci ritorna sempre con grande soddisfazione".



ECONOMIA&BUSINESS

Orio in volo, boom di rotte per tutti i gusti TURISMO

Estate calda per l'aeroporto bergamasco, nuove compagnie e tante proposte: dall'inizio dell'anno 4.8 milioni di persone, una media di 600 mila al mese, hanno scelto il nostro scalo: ora quarto in Italia

ll'inizio fu Francoforte Hahn. Era il febbraio del 2002 e Ryanair inaugurava la stagione dei low cost. Adesso si parte da Orio al Serio e, anche con altre compagnie, si arriva a Madrid, a Casablanca, in Romania, a Berlino, solo per citare alcune destinazioni. Dall'inizio dell'anno 4,8 milioni di persone, una media di 600 mila al mese, hanno scelto lo scalo bergamasco per le vacanze estive, per i fine settimana lunghi rosicando qualche ora dall'ufficio o dalla fabbrica per partire il venerdì, per un sabato e domenica con amici nelle capitali europee, o ancora per un viaggio d'affari. Ce n'è per tutti i gusti all'Orio international airport e chi si sa muovere tra le offerte riesce a spendere poco più che una serata con cena rimanendo a Bergamo. Settantasei le destinazioni, garantite con 90 collegamenti di linea. Da quel 2002 è un crescendo continuo di passeggeri. Da 1.252.878 si è passati l'anno dopo a 2.844.379, per salire ancora a 3.337.671 e, come una spirale, fino a 5.741.734 nel 2007 e 6.482.590 lo scorso anno.

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ESTATE D'ORO - L'estate è un periodo d'oro per lo scalo orobico. Lo confermano i dati. A luglio i movimenti (decolli e atterraggi) sono stati 6.336 a fronte dei 5.825 dello stesso mese dell'anno prima (6,9% in più). Se si confrontano i primi sette mesi, invece, i voli sono dimi54

nuiti anche se sono aumentati i passeggeri, perché si è riusciti a riempire gli aerei anziché farli viaggiare con posti ancora liberi. Sempre nel confronto di luglio emerge una differenza del 16,8 % fra i 746.893 e i 639.241 passeggeri. La merce, invece, è diminuita per la crisi economica, passando da 11.210 a 9.153 tonnellate. Sacbo assicura che le compagnie usano voli di nuova generazione, soprattutto Boeing 737 e Airbus 320. Tutto questo significa per Orio il quarto posto nella graduatoria degli scali italiani, dopo Roma Fiumicino, Milano Malpensa e Linate (fatta eccezione per agosto, quando Bergamo lo ha battuto). Se Ryanair mette una buona fetta del lavoro, con un aumento delle rotte dal 29 marzo e con la richiesta di altri collegamenti, altre compagnie fanno la loro parte. A maggio è arrivata Trawel Fly, coi voli per Catania, Crotone e dal 18 settembre Napoli. Ma c'è anche la rumena Blue Air che porta a Cacau e presto anche Lione e Napoli. Tra le nuove arrivate fanno poi capolino anche l'Air Arabia Maroc, che ogni giorno collega Orio con Casablanca, WindJet per Catania e la Danub Wings che dal 25 ottobre collegherà con Kosice. NUOVI VOLI - E a proposito di Trawel Fly, si registrano due grosse novità: un secondo Boeing 737-700 in livrea rossoverde e il record di passeggeri in transito da Orio.


Se si confrontano i primi sette mesi dell’anno, i voli sono diminuiti anche se sono aumentati i passeggeri, perchĂŠ si è riusciti a riempire gli aerei anzichĂŠ farli viaggiare con posti ancora liberi

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ORIO AL SERIO Un Boeing 737-700 della compagnia Trawel Fly

Dati importanti, che la società milanese accoglie con prodotto su Catania, lanciando anche il nuovo volo su grande entusiasmo, dimostrando chiaramente la riuscita Napoli. Entrambe le destinazioni sono operate su base del business in un periodo di crisi nerissima, in cui in giornaliera, mentre sono state confermate, anche per pochi riescono a continuare a decollare. "I numeri che l'inverno, le rotazioni charter su Tenerife (in collaborazioproduciamo, relativi ai primi ne con il Tour Operator tre mesi di attività, indicano Turchese, n.d.r.) e Sharm El chiaramente il motivo della Sheik, con il Tour Operator nostra soddisfazione: quasi FlyAway". Risultati a parte, 40.000 i passeggeri trasportati, la compagnia italiana punta 750 le ore di volo, 73% il load forte sul futuro, con un factor medio - ha sottolineato investimento: un nuovo Paolo Sgaramella, VP Airline aeromobile. "Sulla base di Business del gruppo Trawel -. questi ottimi risultati - ha Abbiamo lanciato con successo concluso Sgaramella - stiail nostro network di linea da mo siglando il contratto per Bergamo verso le destinazioni il secondo aeroplano, in di Crotone, Catania, Olbia e arrivo dal prossimo aprile Rodi, sviluppando anche un' (un Boeing 737-700 del importante attività charter outvalore di circa 40 milioni di going dai risultati assai lusinghieri, superiori anche alle euro, nd.r.), che sarà anch'esso basato a Bergamo, inolnostre stesse previsioni di budget". Ottimi risultati per un tre lavoreremo ulteriormente sullo sviluppo del progetto servizio a dir poco impeccabile. "Possiamo vantare - ha Trawel Fly, aumentando sia le componenti outgoing da proseguito - una regolarità del 100% ed una puntualità Bergamo che quelle incoming su Catania e Napoli". oltre il 90%. Segnali che confermano la bontà della scelta del partner industriaTrawel Fly potenzia il proprio servizio le, Astraeus Airlines. Inoltre, i numeri, dimostrano che l'organizzazione di supdopo il record estivo (circa 40 mila passeggeri): porto alle operazioni ha funzionato egregiamente. Ci attende ora l'impegnativo un nuovo Boeing ad aprile 2010 e il volo test invernale, per il quale abbiamo ulteper Napoli dallo scorso fine settembre riormente incrementato la struttura del 56



ECONOMIA&BUSINESS

Ambrosioni: "La fiducia c'è, ora il credito" PAROLA ALL'ASSOCIAZIONE

Il presidente di Confesercenti Bergamo: "I segnali sono incoraggianti, i bergamaschi hanno ripreso a spendere Ma è necessario garantire alle piccole e medie imprese l'accesso al credito"

ARTICOLO DI ROBERTO AMAGLIO PHOTO: LAURA PIETRA

a Commissione europea rivede al ribasso le previsioni di crescita dell'Italia nel 2009: secondo gli analisti di Bruxelles il Pil perderà 5 punti percentuali, peggio di quanto ci si aspettasse in primavera, quando le previsioni parlavano di un -4,4%. Intanto l'Ocse, dopo aver previsto un'attenuarsi della crisi, torna a snocciolare dati preoccupanti sulla disoccupazione italiana nel 2010, accennando anche a un 10% che fa tremare i polsi. Ma tra tutti questi dati altalenanti che da mesi si rincorrono e si smentiscono, qual è la dimensione della crisi nella realtà bergamasca? Un'analisi più dettagliata riusciamo a tratteggiarla con Giorgio Ambrosioni, presidente di Confesercenti Bergamo, a cui certo non sfuggono le priorità da inseguire per permettere al territorio orobico di avviarsi verso la ripresa.

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dai prezzi rimasti sostanzialmente stabili al rientro dalle ferie. Ma non basta che la gente ricominci a spendere: è necessario garantire alle piccole e medie imprese l'accesso al credito. Molto è stato fatto in questo senso, con gli interventi sui fondi di garanzia, ma le banche devono fare di più: gli imprenditori hanno necessità di investire. Senza investimenti non ci sarà innovazione e di conseguenza non si potranno gettare le basi per un solido rilancio delle nostre imprese". Un compito da affidare solo ai piccoli imprenditori o c'è la necessità di una sinergia più completa? "Da sempre battiamo sul tasto dell'innovazione. Abbiamo assistito i nostri associati nella partecipazione al bando regionale Innova Retail 2, che ha visto andare esauriti tutti i fondi messi a disposizione. Anche tra gli imprenditori bergamaschi si sta facendo largo l'idea che senza investimenti in nuove tecnologie non si va da nessuna parte. Per aumentare la com-

Presidente, come sta l'economia bergamasca? "Credo che finalmente si riescano a scorgere segnali incoraggianti. I dati di fine estate testimoniano una ripresa della fiducia da parte dei consumatori: "Molto è stato fatto in questo senso, ad agosto, secondo l'Istituto di analisi economica di Roma, ha raggiunto i livelli più alti dal con gli interventi sui fondi di garanzia, marzo 2007, quando ancora doveva scoppiare la crisi internazionale. L'indice è salito a 111,8 da ma le banche devono fare di più: 107,5. Per quanto riguarda Bergamo, un'altra gli imprenditori hanno necessità di investire" spinta verso la ripresa dei consumi può arrivare 58


Giorgio Ambrosioni

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Il centro di Bergamo: Via XX Settembre

petitività della propria azienda sul mercato bisogna innovare, non c'è altra scelta. Per questo abbiamo messo a punto Gps Impresa, uno strumento in grado di guidare le aziende nel loro percorso verso il cambiamento. In pratica si tratta di una consulenza offerta da un pool di professionisti, che affiancano il piccolo imprenditore nelle sue scelte. Fino a dicembre sarà garantita in maniera del tutto gratuita: finora ne hanno usufruito cinquanta piccole imprese, bar e ristoranti. Gps Impresa aiuta a capire quali sono gli strumenti tecnologici giusti per far progredire l'azienda e renderla più concorrenziale". A proposito di concorrenza, quella dei centri commerciali è spietata. "Sì, i negozi cittadini hanno sofferto e stanno soffrendo. Per questo si è pensato all'istituzione dei Distretti del commercio, che dovranno trasformare le vie di un centro urbano in

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una vera isola dello shopping. Bergamo ha saputo cogliere al volo l'occasione: il progetto presentato dal capoluogo si è piazzato al secondo posto, ottenendo finanziamenti e generando investimenti per complessivi 2,8 milioni euro. Ma otterranno fondi anche i progetti di Treviglio, Val Gandino e dell' Altopiano di Selvino. A luglio, infine, sono stati presentati altri sei progetti. Si tratta di un'opportunità unica per proporsi in modo vincente al consumatore. Le amministrazioni comunali dovranno garantire un miglioramento della viabilità e dell'accessibilità alle zone commerciali. I Distretti dovrebbero arrestare l'emorragia di esercizi commerciali registrata negli ultimi anni in centro e nelle vie dei borghi".

E con i Distretti del commercio si pensa anche al turismo. "In Bergamasca abbiamo la fortuna di poter contare su un'azienda modello, in espansione continua: l'aeroporto di Orio al Serio. I turisti arrivano da tutta Europa, con beneficio di tutta l'eco"Noi abbiamo creato Gps Impresa, nomia orobica e lombarda. Ma siamo uno strumento in grado di guidare le aziende sicuri che Bergamo stia facendo tutto il possibile per garantire un'acnel loro percorso verso il cambiamento coglienza all'altezza della situazioCiò a cui alludo è la mancanza di consulenza offerta da un pool di professionisti, ne? un'offerta di eccellenza, che possa che affiancano il piccolo imprenditore superare il turismo mordi e fuggi o il fatto che Orio al Serio sia solo un nelle sue scelte" porto di mare verso altre destinazio-


ni. Per calamitare gli stranieri servono strutture ricettive di qualità e infrastrutture moderne. In questo senso è urgente il collegamento ferroviario con Orio. Ma non basta, occorre rendere attrattiva la città in ogni momento dell'anno: i grandi eventi servono a questo. L'esempio forse più riuscito è Mercatanti in Fiera, appuntamento di inizio ottobre organizzato da Confesercenti che porta sul Sentierone gente da tutta Europa. A beneficiarne è tutta la città, con il centro che si anima come sempre più spes-

so vorremmo vedere. Il turismo sarà una grande risorsa nei prossimi anni, specialmente per quelle zone alle prese con la riconversione industriale: penso alla Val Seriana, che ha tutte le carte in regola per diventare una meta turistica di primo livello. Per quanto riguarda la Val Brembana, gli investimenti su San Pellegrino diventeranno un potente motore di sviluppo. Le condizioni per creare una grande offerta turistica ci sono, starà ai bergamaschi saperle sfruttare".

Tornano i "Mercatanti in Fiera" sul Sentierone i sapori d'Europa

Da venerdì 9 a domenica 11 ottobre, più di 150 venditori ambulanti provenienti da tutto il continente porteranno piatti e prodotti tipici in centro a vivacità del centro di Bergamo, a cui ha fatto riferimento il presidente Confesercenti Giorgio Ambrosioni, è strettamente connessa agli eventi culturali e folkloristici. E in questo senso un delizioso esempio si avrà da venerdì 9 a domenica 11 ottobre, quando sul Sentierone si terrà la rassegna culinaria "Mercatanti in fiera", l'appuntamento dell'autunno bergamasco

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che da ormai otto anni colora il centro della città con le bancarelle degli ambulanti provenienti da tutta Europa. La manifestazione, organizzata e promossa dall'ANVA Confesercenti con il patrocinio di Comune, Provincia, Camera di Commercio e Regione Lombardia, fa parte di un progetto più ampio e di un circuito europeo voluto dall' U.E.C.A. (Unione Europea del Commercio Ambulante), organizzazione nata 25 anni fa che raggruppa le principali associazioni di categoria europee ed ha lo scopo di promuovere e valorizzare il commercio su aree pubbliche, sperimentare nuove forme di promozione e sviluppare gli scambi commer-

ciali a livello internazionale, affinché l'ambulante possa partecipare pienamente alle iniziative economiche che il mercato unico europeo mette a disposizione. La prima esperienza europea si è svolta, con un grande successo di pubblico, a Strasburgo nel 1990. In seguito, nel 1992, è stata la volta di Manchester, poi Hertogenbosh (Olanda, 1994), Barcellona nel 1995, Firenze nel 1996 e Bergamo nel 1999. Tredici Paesi - All'edizione di quest'anno parteciperanno tredici delegazioni straniere provenienti da Olanda, Belgio, Austria, Francia, Spagna, Inghilterra, Germania, Portogallo, Finlandia, Norvegia, Polonia, Ungheria, Lituania, Russia. In tutto circa 90 aziende e più di 150 operatori impegnati nei tre giorni della manifestazione. A completare l'organico del grande mercato a cielo aperto si prevede la presenza di una ventina di operatori italiani che terranno alta la bandiera dei sapori nostrani, in un confronto tutto da gustare, è il caso di dirlo, con le specialità straniere. Per le passate edizioni si è stimata una partecipazione di oltre centocinquantamila visitatori nell'ambito dei tre giorni della manifestazione, con un grande successo economico riscontrato in tutti i settori: un record che gli organizzatori contano di battere quest'anno. Le bancarelle offriranno specialità per tutti i gusti: dalla carne cotta nella birra scura al maialino alla brace, dal gulasch ungherese ai formaggi e ai biscotti olandesi. Ma ci saranno anche i cioccolatini del Belgio, lo speck tirolese e per la prima volta anche la paella spagnola. E naturalmente non mancherà la birra tedesca per accompagnare un buon panino farcito con wurstel e crauti. Molti stand offriranno anche la possibilità di sedersi e gustare le specialità all'aria aperta. Per diversi piatti ci sarà comunque anche la possibilità del servizio d'asporto. Ma la Fiera proporrà anche prodotti dell'artigianato come le ceramiche inglesi o le stoffe provenzali. E poi saranno in vendita essenze, profumi, candele e altro ancora. Non mancheranno nemmeno i fiorai, per dare un tocco di colore in più al Sentierone.

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Pinco Pallino, rotta verso Piazza Affari FINANZA

A capo dell'operazione la Natali & Partners del bergamasco Giovanni Natali, grande estimatore delle collezioni per bambini create a Entratico da Imelde e Stefano Cavalleri opo vari articoli con il beneficio del dubbio, adesso l'uffieffetto degli ammortamenti e accantonamenti (662mila euro), del cialità di una relazione semestrale: l'assemblea dei soci risultato netto della gestione finanziaria (792mila euro) e dell'acdella maison "I Pinco Pallino Spa" ha deliberato di dare cantonamento delle imposte del periodo (283mila euro), il risultaavvio al processo di ammissione a quotazione delle proto netto dell'esercizio è risultato essere negativo per quasi prie azioni sul Mercato alternativo del Capitale (Mac) gestito da 800.000 euro: -792mila euro, per la precisione. Secondo la semeBorsa Italiana. Il processo di quotazione sarebbe agevolato dalla strale della Investimenti e Sviluppo, che controlla un 30% dei presenza nel capitale sociale della Investimenti & Sviluppo Spa, già Pinco fin dall'epoca di Natali amministratore delegato, l'assemda tempo sui listini: questo potrebbe accelerare notevolmente i blea di Entratico ha deliberato di dare avvio al processo di quotatempi tecnici. Per l'Ipo, secondo fonti finanziarie, I Pinco Pallino si zione il 30 luglio scorso. In particolare, precisa la relazione, essensarebbero mossi con le proprie gambe, con il supporto della Natali do I Pinco Pallino Spa partecipata da più di 12 mesi da un investi& Partners di un altro bergamasco, Giovanni Natali, grande estitore istituzionale come Investimenti e Sviluppo, potrà procedere matore delle collezioni per bambini create da Imelde e Stefano direttamente alla richiesta di ammissione saltando vari preliminaCavalleri. A questo proposito, circola anche un aneddoto sul modo ri, come per esempio l'offerta di strumenti finanziari agli investitoin cui Natali ha fatto breccia nel cuore dei Pinco, un paio di anni fa, ri professionali. Da tener presente che nel 2007, per sostenere le quando il finanziere era ancora alla guida della I&S: ovviamente la nuove strategie di mercato, I Pinco Pallino emise un prestito obblicasa di moda, piccolo gioiello del settore, faceva gola gazionario pari a 1.058.000 euro sottoa molti partners, ma si racconta che Natali, presenscritto da Investimenti e Sviluppo, tandosi alla colazione d'affari che doveva rompere il somma pari al 6,5% del capitale in ghiaccio, a un certo punto sfoderò la foto della prima caso di conversione. All'epoca, il concomunione dei propri figli, abbigliati Pinco Pallino da trovalore dell'investimento era stato capo a piedi, mostrandola ai Cavalleri. E così nacque quantificato in 4 milioni di euro: l'opeun legame che, a quasi tre anni di distanza, porta davrazione prevedeva un aumento di capivero verso Piazza Affari. Tornando al presente, la tale di I Pinco Pallino di 3 milioni risersocietà di Entratico si è avvalsa del maggior termine vato a Investimenti e Sviluppo e la sotper l'approvazione del bilancio di esercizio 2008, pretoscrizione di questo prestito obbligasentandolo il 22 luglio scorso. I Pinco Pallino Spa ha zionario. Tra le curiosità, la casa di chiuso l'anno con un fatturato di 15 milioni e 116mila moda si è scelta come distributore euro, in crescita rispetto al precedente esercizio del Ashraf Abu Issa, presidente e Ceo di 17,5% circa (12,9 milioni al 31 dicembre 2007). Aih (Abu Issa Holding), gruppo con Stefano e Imelde Cavalleri Migliorano i margini, visto che il risultato operativo sede a Doha, in Qatar, 1.400 dipendentorna in nero per 455.000 euro, mentre l'esercizio preti e un giro d'affari di circa 300 milioni cedente era negativo per oltre 3,7 milioni di euro. "Il miglioramento di dollari; Aih ha interessi nella moda tramite la controllata Blue del risultato operativo - precisa una nota - è stato ottenuto grazie a Salon che, appunto, distribuisce una serie di marchi tra cui un'attenta politica di riduzione della produzione non redditizia, Corneliani, Pal Zileri, Emporio Armani, Braccialini, Moschino e essendosi concentrata sui prodotti a marginalità più elevata". Per Diesel, oltre a un'altra casa bergamasca come Trussardi.

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Cedola, zero extra per Ubi FINANZA/2

Victor Massiah, amministratore delegato: "Non pensiamo a dividendi straordinari". Escluse, inoltre, al momento nuove acquisizioni BI Banca al momento non sta considerando alcuna acquisizione di banche di piccole dimensioni nè di filiali, ma punta le proprie carte sul mantenimento di una posizione cauta, nonostante i ratios patrimoniali superino la media del sistema. Inoltre l'amministratore delegato ha precisato che la banca non sta studiando alcun tipo di dividendo straordinario. Due notizie che, sommate al calo degli utili peggiore delle attese, hanno provocato una mezza débacle per i corsi borsistici, portando il titolo UBI al primo posto tra i ribassisti FTSE Mib. Durante la conference call con gli analisti per la presentazione dei risultati, avvenuta lo scorso settembre, l'Ad Victor Massiah si è soffermato su altri aspetti di attualità come l'asta per la partnership nel settore assicurativo, dichiarando che più di una società ha mostrato interesse a esaminare il dossier: "Su UBI Assicurazioni c'è un processo in corso - ha detto - e più di una società è pronta ad analizzare una partnership con noi, ma al momento non sono in grado di fare comunicazioni ufficiali su questo". Secondo indiscrezioni, in pole position ci sarebbe la francese Cardif (BNP Paribas) che dovrebbe acquistare il 51% di UBI Assicurazioni. Per ciò che riguarda Arca sgr, Massiah ha ribadito che la banca "è pronta a vendere ma c'è un prezzo per questo. E' questione di volontà, tutto è già pronto", ha aggiunto sottolineando come non ci siano "cambiamenti negativi in Arca, anzi si nota il ritorno di flussi in entrata". Chiuso il discorso sulla cedola straordinaria, Massiah si è espresso in termini di cautela anche per l'esercizio in corso, confermando che comunque il dividendo ci sarà: "Abbiamo sicuramente un certo ammontare in mente - ha detto - pensiamo sempre al dividendo, visto che nella storia della banca non

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si è mai saltato un anno senza pagare dividendo". Sul 2008 UBI Banca ha distribuito una cedola di 45 centesimi contro i 90 dell'anno precedente, però diversi concorrenti non hanno pagato nessun tipo di dividendo e il calo degli utili è un mal comune di tutti i grandi gruppi. Il guadagno di Intesa SanPaolo è passato dai 3,1 miliardi di euro del giugno 2008 ai recenti 1,588 miliardi di euro; i profitti del Banco Popolare sono scesi da 391 a 204 milioni di euro, quelli del Monte dei Paschi da 552,4 a 332,1 milioni di euro. UBI Banca ha registrato un calo dell'utile netto contabile del 75,7%. Durante la prima metà del 2008 Unicredit aveva realizzato profitti per 2,97 miliardi di euro: al 30 giugno l'utile netto della banca di Piazza Cordusio si attestava a 937 milioni con un calo del 68,5% sul dato di un anno prima. Intesa ha confermato l'intenzione di tornare alla distribuzione del dividendo, ha migliorato il proprio Core Tier 1 ratio e ha annunciato la cessione di Findomestic a Bnp Paribas: tutte operazioni che spingono a valutare con calma il ricorso ai Tremonti bond sul quale ancora manca una presa di posizione definitiva. A rafforzare i propri coefficienti patrimoniali ci hanno pensato un po' tutti. Il Monte dei Paschi di Siena ha portato il Tier 1 dal 5,2 al 5,8% ed entro l'anno darà il via libera ai Tremonti bond; la cessione dei 135 sportelli in esubero imposta dall'Antitrust è ancora al centro di diverse trattative, ma nulla di definitivo è stato messo a punto. Non troppo diversa la posizione del Banco Popolare che ha dovuto gestire il difficile caso di Italease (per la quale è previsto un aumento di capitale "ingente" al termine dell'Opa del Banco) e anche un volatile portafoglio di obbligazioni a tasso fisso che ha scosso un po' i risultati di mese in mese. UBI, si sa, non vuole Tremonti bond e ha scelto invece la linea inhouse, emettendo un bond che ha fatto quasi il tutto esaurito.



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“Contrasto? Conflitto? Conciliazione!” L’INIZIATIVA

Facile, rapida ed economica: è il metodo di risoluzione più performante per le controversie civili e commerciali. In 30 giorni il problema è risolto, spese minime e nessun intervento giudiziario grazie alla Camera di Commercio na strada completamente nuova rispetto alle tradizionali procedure di contenzioso, una via molto più economica di un processo per trovare una soluzione in una lite fra due contendenti. Stiamo parlando della conciliazione proposta dalla Camera di Commercio di Bergamo,

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metodo di risoluzione alternativa delle controversie civili e commerciali, grazie alla quale le parti in conflitto si confrontano cercando di raggiungere un accordo soddisfacente. VANTAGGI - Facile, rapida ed economica, la conciliazione


consente vantaggi in tempo e denaro per chi la sceglie. Mentre una causa giudiziaria può protrarsi per anni, nel tentativo di conciliazione passano in media 30 giorni dalla presentazione della domanda all'incontro e si può arrivare alla risoluzione anche in una sola seduta. Il corrispettivo per il servizio, contenuto e predeterminato per l'intero procedimento, è calcolato in base al valore della lite: dunque niente imposte di bollo, tasse, o altri costi addizionali. Le parti in conflitto, inoltre, hanno la sicurezza che la disputa troverà soluzione non secondo la decisione di un terzo ma sulla base di un accordo pienamente rispondente ai loro interessi. Tutta la procedura si fonda, infatti, sulla libera volontà delle parti, che decidono se e quando iniziare un tentativo di conciliazione, come gestirla e se portarla a termine. La conciliazione,

infine, garantisce la massima riservatezza sul caso trattato. MODALITA' - Il confronto avviene con l'ausilio di un conciliatore, soggetto terzo neutrale e imparziale, che, al contrario del giudice e dell'arbitro, non vuole accertare la violazione di un diritto e le relative responsabilità, né emettere un giudizio, ma ascoltare e assistere le parti aiutandole a trovare una soluzione condivisa. La conciliazione, quindi, rispetto alla giustizia ordinaria indica una via del tutto diversa per la soluzione dei conflitti, un procedimento volontario in tutti i suoi passi, dall'avvio fino alla conclusione, riservato e non vincolante, che, nel caso non giunga a buon fine, consente comunque alle parti di avviare una causa giudiziaria.

Tabella dei costi

Valore della lite in euro

Spesa per ciascuna parte

Fino a 1.000,00

40,00

da 1.001,00 a 5.000,00

100,00

da 5.001,00 a 10.000,00

200,00

da 10.001,00 a 25.000,00

300,00

da 25.001,00 a 50.000,00

500,00

da 50.001,00 a 250.000,00

1.000,00

da 250.001,00 a 500.000,00

2.000,00

da 500.001,00 a 2.500.000,00

4.000,00

da 2.500.001,00 a 5.000.000,00

6.000,00

oltre 5.000.000,00

10.000,00

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Vacanze rovinate per 17 mila lombardi IL CASO

Curiosa disavventura per un gruppo di bergamaschi che il 17 agosto scorso, su un volo Meridiana con destinazione Olbia, hanno dovuto ritardare la partenza perché dalle tabelle di volo mancavano 350 kg. Erano i loro bagagli dimenticati a terra

ARTICOLO DI LIVIO CASANOVA

i scusiamo con i signori viaggiatori ma, da un controllo effettuato sulle carte di volo, mancano 350 kg e ci vediamo costretti a ritardare la partenza", la dichiarazione, che ha a dir poco dell'incredibile, è di un comandante della compagnia aerea Meridiana ai passeggeri di un volo da Linate, con destinazione Olbia. Un altro modo, più diplomatico e meno diretto per confessare che si sono dimenticati a terra i bagagli di tutti i passeggeri. La vicenda risale allo scorso 17 agosto, quando molti bergamaschi, grazie alle offerte last minute disseminate in tutta la provincia, hanno colto l'occasione per trascorrere qualche giorno di vacanza nella proibitiva Sardegna, a prezzi più "ragionevoli" rispetto al listino. Si sono così ritrovati allo scalo milanese. Con la

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Epilogo: se la sono cavata con un giro panoramico di Linate mentre per altri 17 mila lombardi le vacanze estive si sono rivelate un vero e proprio incubo


Tutte le segnalazioni della sola Lombardia rappresentano il 18% delle chiamate nazionali e la collocano al primo posto rispetto alle altre regioni. In pole position c'è Milano e Monza con il 43% seguita dal 13% di Brescia e Bergamo con il 10%

formula last minute, ognuno mette in conto qualche disagio rispetto alle attese: un giorno di partenza diverso da quello previsto, una data di rientro differente da quella programmata, un aeroporto non proprio a portata di mano come può essere Orio al Serio, ma mai nessuno avrebbe immaginato che i tanto bistratti bagagli potessero essere dimenticati a terra. Sarebbe stato sufficiente dire "Ci scusiamo signori viaggiatori, ma abbiamo dimenticato a terra i vostri bagagli" invece Meridiana ha deciso di superarsi. Dopo il check - e le operazioni d'imbarco effettuate regolarmente e senza nessuna lungaggine, i vacanzieri salgono sull'aeromobile. Una sbirciatina veloce al biglietto per trovare il proprio posto a sedere. Il tempo di sistemare i bagagli a mano che, a voler essere pignoli, sarebbe meglio chia-

mare valigia se non altro per le dimensioni e l'ingombro. Ma si può chiudere un occhio perché dalle prese d'aria sopra la testa, già si respira la salsedine della Sardegna. Posti liberi: nessuno, manco a dirlo. Siamo ancora nel bel mezzo dell'estate. Il comandante saluta i passeggeri, fa gli "onori di casa" con le indicazioni necessarie che riguardano il volo: tempo di percorrenza e climatico, temperatura, etc., subito dopo le hostess mimano, meccanicamente e con un fare un po' svogliato, i comportamenti da adottare in caso di pericolo. Solo il tempo di riposizionare il tavolino, allacciare le cinture e si parte, per lo meno i passeggeri a bordo, non i loro bagagli. L'aereo si allinea, le ruote dei carrelli iniziano a girare per le consuete operazioni di rullaggio sulla pista, ma qui iniziano i ma. Ma la velocità non 69


Il 14% ha lamentato la scarsa ospitalità delle località turistiche, contestando la qualità della città, l'eccesso di multe, i parcheggi che non si trovano

aumenta e l'aereo non si stacca dal suolo, in pratica percorre tutta la pista tra gli sguardi allibiti dei passeggeri bergamaschi che si ritrovano nello stesso punto da dove erano partiti. A bordo, s'incrociano tra loro i volti incerti dei passeggeri che si domandano cosa fosse successo. Prende la parola il comandante che con un tono seccato, molto molto scocciato dalla cabina di pilotaggio si giustifica, dicendo: "Ci scusiamo con i signori viaggiatori, ma, da un controllo effettuato sulle carte di volo, mancano 350 kg e ci vediamo costretti a ritardare la partenza". In parole povere, Meridiana ha dimenticato a terra i bagagli dei passeggeri e piuttosto che far decollare l'aereo senza, con il rischio e pericolo che nel miglior dei casi fossero consegnati qualche ora dopo l'arrivo ad Olbia, ha optato per un giro panoramico dell'aeroporto di Linate e mezz'ora dopo sono arrivati due carrelli carichi di bagagli. Considerando che ognuno, quando vola con un aereo, può portare una valigia fino a 15 kg senza pagare il sovrapprezzo, dal racconto dei passeggeri bergamaschi le valigie rimaste a terra dovevano essere molto più delle 23 matematiche. Rimane solo la curiosità di sapere quante fossero davvero le valigie rimaste a terra, presumibilmente tutte e vedere il viso del comandante quando gli hanno comunicato che avevano dimenticate di caricarle. Superato il contrattempo, se così si può dire, il volo è partito regolarmente. Questo è solo un caso (fortunato) di come una "leggera" dimenticanza possa rovinare le tanto sospirate vacanze, che per alcuni bergamaschi si sono trasformate nel peggior incubo. Vacanze rovinate - Stando ai dati di Telefono Blu - l'associazione che tutela i consumatori - sono stati più di 17 mila i lombardi che si sono rivolti a loro per segnalare aerei in ritardo, tour operator fantasma, disagi agli scali o nelle strutture ricettive. Tutte le segnalazioni della sola Lombardia rappresentano il 18% delle chiamate nazionali e 70

la collocano al primo posto rispetto alle altre regioni. In pole position c'è Milano e Monza con il 43%, seguita dal 13% di Brescia e Bergamo con il 10%. Di seguito le altre province: Varese al 7%, Como al 6%, Cremona 5%, Mantova e Pavia al 4%, Lecco e Lodi al 3%, chiude Sondrio al 2%. Per restare in tema di bagagli ricordiamo il caos di Fiumicino e i ritardi nella consegna in quasi tutti gli scali, gli enormi impedimenti e disagi dei traghetti, i treni bloccati con l'aria condizionata fuori uso, i voli con 1 ora di ritardo rispetto alla tabella di marcia. Ciliegina sulla torta sono state le code in autostrada. Per far dei nomi, i casi nazionali di Todomondo, Teorema e My Air. Ecco i motivi principali - Il 28 % delle chiamate ai centralini riguarda un viaggio pacchetto, parti di viaggio acquistate anche on line con al primo posto i problemi legati alle tre società indicate e quindi al fatto di non poter usufruire della vacanza. Seguono le disdette, il contratto non rispettato, rinunce, annullamento per cause familiari, problemi insorti prima e durante il viaggio, non corrispondenza contrattuale, truffe e raggiri. Il 22 % riguarda invece problemi con i mezzi di trasporto: traghetti in ritardo, mancati imbarchi, danni da trasporto. A questi si aggiungono problemi stradali: code, autostrade caotiche, barriere chiuse, disagi negli scali e overbooking: ritardi e sparizione di valigie. Il 20% circa riguarda la qualità del servizio: ricettività degli alberghi, residence non all’altezza, case in affitto inadeguate, agriturismo non corretti, che hanno comportato annullamenti di prenotazioni, rescissione del contratto. Forti anche le lamentele per la scarsa pulizia, la cucina di cattiva qualità, la pubblicità non veritiera, i furti, il maltempo e l'assicurazione che non ha risposto. Il 14% ha lamentato la scarsa ospitalità delle località turistiche, contestando la qualità della città, l'eccesso di multe, i parcheggi che non si trovano. Il 10% ha denunciato vere e proprie emergenze ambientali: rumori, inquinamento del mare e sporcizia in spiaggia, rifiuti mal raccolti. Il 4 % delle segnalazioni infine ha lamentato prezzi troppo alti, pure finalmente in calo dopo anni di crescita indiscriminata.



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"Bergamo è il salvagente d'Italia" parola di Beppe Severgnini L’INTERVISTA

A Castione della Presolana abbiamo incontrato l’erede di Indro Montanelli, giornalista del Corriere della Sera: “Cosa ammiro dei bergamaschi? la loro voglia di lavorare“

ARTICOLO DI: LIVIO CASANOVA PHOTO: GIORGIO CHIESA

pullman che ci portavano al passo della Presolana potrei riconoscerli dall'odore: arance e mandarini, consumati in quantità industriale, alla faccia dei due o tre bambini che soffrivano il mal d'auto, e viaggiavano in una specie di ghetto di fianco all'autista". E poi ancora "I viaggi - novanta chilometri, due ore di pullman - erano piacevoli perché non erano ancora turbati dalle ansie sentimentali che avrebbero condizionato le future gite scolastiche". Alla fine "C'era sempre qualche accompagnatore che intonava canti di montagna. Ma era un piccolo prezzo da pagare, per tanta felicità". E' l'infanzia di Beppe Severgnini, giornalista del "Corriere della Sera" e interista sfegatato che nel suo libro "Italiani si diventa" dedica un intero capitolo agli anni trascorsi ai piedi della Presolana. I pomeriggi passati a farsi la guerra lanciandosi le pigne addosso, per quello che è stato l'allievo di Montanelli che in alcune dichiarazioni ha nominato espressamente fra i suoi possibili eredi, sono solo un ricordo lontano ma il suo legame con l'alta Val Seriana è rimasto intatto. "Da Crema fino a Castione della Presolana, Bratto e Dorga - ci confida lo stesso Beppe Severgnini che abbiamo incontrato nella sua casa di villeggiatura a Bratto - è stato per me il prototipo del viaggio. Potrei dire l'archetipo perché a 6 mesi mi hanno piazzato su un'Appia seconda serie e mi hanno portato qua. Da allora, nei luoghi del cuore, c'è la conca della Presolana e il monte Pora". Inviato speciale in ogni parte del mondo, il viaggio è il minimo comun denominatore di articoli, libri e del suo forum "Italians" dove ha raccolto, pazientemente e con uno sguardo ironico e un umorismo irresistibile, vizi e virtù non solo degli italiani, ma anche di americani, inglesi, tedeschi e di tutti gli altri luoghi del mondo. "Noi (italiani), però, a differenza degli altri sfoggiamo i nostri difetti come se fossero medaglie e siamo incoraggiati dall'alto (n.d.r.. il presidente del Consiglio) a far questo. Tutte le nostre qualità iniziano con la G: gentilezza, generosità, grinta, gusto, gioia, mentre i difetti con la I: inaffidabilità, ideologia, individualismo, intelligenza morbosa per cui ogni regola deve adattarsi al caso nostro e l'inciucio".

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Beppe Severgnini

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E dei suoi valligiani? "La loro voglia di lavorare, la capacità di accettare le difficoltà e superarle. Non sopportano il fastidio di una lamentela fine a se stessa. Mi piace anche la loro sobrietà sentimentale". Sobrietà sentimentale? "Crema e Bergamo non sono città dove abitano molti Petrarca, la gente è piuttosto solida e di poche parole, tanto più romantiche. Peccato per le ragazze che magari preferirebbero le serenate".

Cosa lega un cremasco a Bergamo? "Crema è la sorella più piccola di Bergamo. Dal punto di storico entrambe sono state sotto Venezia. Erano gli avamposti occidentali dell' impero veneziano, perchè questo era, un impero e lì mandano solo la gente tosta non i mollaccioni. Forse è per questo che nelle rispettive c'è gente di carattere. L'impronta storica, antropologica e linguistica è simile. Il cremasco è un bergamasco attenuato ma io in Val Seriana capisco tutto senza interprete. Traduco Vittorio Feltri senza nessuna difficoltà e ogni tanto glielo dico. Geograficamente, però, siete più vicini a Cremona. Non è lo stesso per Cremona. Ha un'altra storia, Barbarossa ci distruggeva e Cremona era alleata con lui. Sono passati solo 9 secoli, figuriamoci se scordiamo di una cosa del genere. Bergamo è quello che noi vorremmo diventare da 74

grandi, ma le montagne non si creano. E poi le frequentazioni non sono continue e di fatto, dal punto di vista lavorativo gravitiamo più su Milano. Ma diciamo che fra le città equidistantI: Cremona, Pavia, Piacenza, Bergamo, Brescia, direi che Bergamo e Milano sono quelle più vicine a Crema". Nei suoi libri, nei suoi articoli e nel suo forum, puntualmente, si trovano richiami alla nostra provincia. Cosa ama in particolare della Valle Seriana? E dei suoi valligiani? "Qui ho passato l'infanzia e l'adolescenza. Sarei un'ipocrita se dicessi che è la valle migliore di tutte le Prealpi, ma non mi interessa. Per me è la più importante perché ho trascorso la mia infanzia. Perfino mio figlio è nato in provincia di Bergamo. Ci sono comportamenti, atteggiamenti culturali e sociali dei bergamaschi in cui io mi ritrovo molto".

Tra i suoi "Italians", c'è un anedotto curioso che riguarda qualche bergamasco incontrato all'estero? "Ne ricordo uno che è recentissimo. Ero a Perth, in Australia Occidentale e ho scoperto che molte persone della Val seriana si sono trasferite là per fare i minatori. Una studiosa dell'università locale mi ha raccontato che nel deserto, a 500 km da Perth, esiste una comunità di aborigeni che parla un po' del vostro dialetto. Come è successo? Un bergamsco è arrivato lì e si messo in testa di insegnare il bergamasco. Che uno arrivi nel deserto dell'Australia occidentale e insegni il dialetto agli aborigeni è un assoluto capolavoro, fantastico e incredibile". Un motivo per venire a visitare Bergamo? "Perché Bergamo è il salvagente d'Italia. Se non andiamo a fondo è per merito di città come queste. E' proprio una questione legata al carattere e alle abitudini di questa gente. Capisco che sia politicamente impegnativo ma lo penso veramente e quello che dico non ha nulla di leghista. E poi c'è il monte Pora e la Conca della Presolana, che non competono con il gruppo del Sella o il passo Gardena ma, considerando la distanza, sono vicini, molto interessanti e rilassanti e non c'è bisogno di fare quattro ore di colonna per raggiungerli. Io credo che un’offerta turistica, magari un po' sofisticata, abbia uno suo spazio. Nessuno poteva immaginarsi il successo dell'Hotel Milano a Bratto".


Non potrebbero essere proprio le montagne a rilanciare la Val Brembana e la Val Seriana che adesso sono accomunate dalla stessa crisi? "Conosco bene questa situazione perché ho amici che vivono qui e mi raccontano le loro difficoltà, ma se fossi un imprenditore, un uomo politico o un amministratore locale cercherei di non usare la montagna come una scusa per le difficoltà e nemmeno come l'unica occasione possibile per il rilancio. Non deve diventare una scusa romantica e nemmeno un’illusione". Come lei ha detto, cinquant'anni fa molti minatori, dalla val Seriana e val Brembana, sono emigrati e si sono trasferiti in Australia. Ma nonostante questo, si vedono circolare per le strade di Bergamo carabinieri, forze di polizia, alpini e le ronde. Eccesso di zelo o si cavalcano le paure? "E' meglio pigliare un buon caffè perché non c'è niente da punire, nessun ladro da rincorrere e nessun ubriacone da inseguire, a meno che questi non si schiantino da qualche parte o non facciano del male a qualcuno. Si discute di ronde ma nessuno dice che la Polizia e i

Carabinieri, in Italia, vengano pagati troppo poco per il lavoro che fanno, per le difficoltà e i rischi che incontrano ogni giorno. Se io fossi al governo cercherei di pagare gli straordinari ai poliziotti e li invierei all'uscita di ogni discoteca. Sarebbe meglio creare una società in cui le ronde siano superflue. In Alto Adige le ronde non servono perché c'è una sorta di controllo civico del territorio. Ci sono certe zone d'Italia che si sono talmente trasformati dove le ronde sono una necessità. Penso al veneto, dove ci sono certi luoghi che sono diventati una sorta di ectoplasma urbano e stanno perdendo la loro identità, penso anche a certe zone periferiche. Ma che una ronda sia necessaria a Castione della Presolana devono proprio venire a spiegarmelo". Un pronostico sulla stagione dell'Inter? E' vero che i nerazzurri hanno "trascurato" la supercoppa italiana per concentrarsi meglio sulla champions League? "Hanno giocato meglio della Lazio ma hanno perso la supercoppa. E' il calcio. L'Inter di quest'anno è molto ben equipaggiata per vincere il campionato ed è tra le cinque favorite per conquistare la Champions League. Ha il 20% di

probabilità, forse qualcosa di meno". Ibrahimovic: un divorzio consensuale o un tradimento? "Ibra voleva andare ed è giusto che se ne sia andato, l'ho scritto più volte. Adesso Mou non deve dimostrare di essere un abilissimo polemista, un manipolatore dei media e un prestigiatore delle emozioni calcistiche ma anche un bravo allenatore. Francamente, con Ibra in squadra chiunque avesse allenato i nerazzurri sarebbe arrivato primo o secondo in campionato. Rimane da vedere il gioco, l'anno scorso lo schema era uno solo: 9 - 1, date la palla ad Ibra e poi ci pensa lui a segnare". Rumors dicono che, dopo aver scritto "Manuale del perfetto interista", stia scrivendo "Manuale del perfetto atalantino". E' vero? "No. Ma all'Atalanta chiederei un favore, che evitasse di batterci come nella passata stagione. Dell'Atalanta apprezzo moltissimo una cosa, i colori!" Un libro che avrebbe voluto scrivere lei? "Sono dozzine, ne ricordo solo uno: le memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar".

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ECONOMIA&BUSINESS

Fonderia Viganò, sessant'anni alla luce del sole IN COPERTINA

L'azienda di Ciserano, protagonista del mercato nazionale nella fornitura di chiusini in ghisa e di contrappesi per ascensori, festeggia la ricorrenza con un impianto fotovoltaico da record di 4 mila pannelli

ARTICOLO DI LUCA T. BILOTTA PHOTO: DI LAURA PIETRA E GIORGIO CHIESA

assato e futuro legati da un filo indissolubile, rappresenrio, ci possiamo tranquillamente definire una realtà artigiana al tazione reale di come l'evoluzione dell'industria a caratpasso coi tempi". Raccontare la vita di quest'azienda non è facitere familiare possa prendere strade tecnologicamente le. Tanto sudore della fronte e un mercato che negli anni si è traavanzate in settori in cui l'esperienza e la tradizione ne sformato in varie specializzazioni. "L'inizio non è stato dei più fanno da padroni. Parliamo della Fonderia Viganò di Ciserano, da facili - afferma il figlio del fondatore Aldino Viganò, accompasessant'anni protagonista del mercato nazionale nella fornitura gnato dalla moglie Mariangela -. Ho iniziato a lavorare insieme di chiusini in ghisa e successivamente in contrappesi per ascena mio padre Pasquale nel lontano 1945, con qualche piccola sori, trasformatasi da quel lontano 1949 in una società internafusione per la realizzazione di macchinari agricoli. Considerate zionale con un impianto fotovoltaico record da 4 mila pannelli che, all'epoca, un aratro era forgiato completamente in ferro e d'ultima generazione. "Crediamo molto nella tecnologia al servicon un'unica colata. Altri tempi, in cui tutto veniva costruito a zio dell'impresa - commenta Claudio Viganò, nipote del fondamano". Un'avventura industriale nata a Groppello di Cassano tore e ora a capo del gruppo insieme al fratello Diego e alla sorella Fiorella - puntiamo molto nello sviluppo tecnologico Claudio e Diego Viganò: a supporto della tradizione. Il nostro lavoro, da circa un secolo, è ancorato ad un procedimento industriale semplice "Crediamo molto nella tecnologia e tramandato di generazione in generazione. Ma in tutto al servizio dell'impresa, ci possiamo questo, gli strumenti che ci permettono di lavorare sono sempre più figli dell'evoluzione che il mondo moderno ci tranquillamente definire mette a disposizione. Proprio per questo ci poniamo come una realtà artigiana al passo coi tempi" esempio per molte altre realtà industriali del nostro territo-

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DA SINISTRA Claudio, Aldino e Diego Viganò

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d'Adda e che ha raggiunto il suo maggior sviluppo a Ciserano, interviene Diego Viganò - varie aziende hanno iniziato a prodopo 63 anni di duro lavoro (l'azienda, invece, è nata il 3 ottobre durre ascensori su larga scala. Un'innovazione tecnologica 1949) e che ha coinvolto ben tre generazioni. "Dopo qualche necessaria per raggiungere i piani più alti dei palazzi in anno dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, mio padre e suo costruzione in molte città italiane. Così la nostra azienda ha fratello - continua Aldino - hanno aperto l'attuale Fonderia. La iniziato a fondere i primi contrappesi, divenendo in breve specializzazione, come detto, era prevalentemente la costruziotempo leader per qualità e quantità". ne di macchinari agricoli. Poi col tempo ci siamo allargati in altri comparti". E proprio grazie alla lungimiranza di Aldino, l'azienda Altra idea vincente. inizia a diversificare la propria produzione. "Negli anni '60, com"Direi proprio di sì. La consacrazione definitiva di un veloce plice lo sviluppo repentino delle città italiane, abbiamo iniziato a processo industriale che ci ha visto nascere e crescere in produrre chiusini in ghisa. All'epoca era un progetto innovativo: pochi anni. E' stato l'apice della nostra espansione, anche se per intenderci sono i classici tombini che vediamo nell'asfalto. gli anni Novanta sono stati altrettanto importanti". Da quel giorno è stato un continuo crescendo di richieste. Da pochi dipendenti abbiamo toccato quota 15 addetti specializzati. Come? Per questo ci siamo dovuti trasferire, nel 1979 in una nuova area "Il mercato, a cavallo degli anni Ottanta e Novanta è cambiato. industriale a Ciserano, abbandonando definitivamente il nostro Sono arrivate in Italia le multinazionali straniere e la loro offerta paese natale". E proprio sulla statale Francesca, dove attual- molto più economica - ha comportato un necessario ridimenmente svettano tre capannoni gialli con i pannelli fotovoltaici sul sionamento dei nostri programmi aziendali. Ma anche questa tetto, - complice il boom industriale dell'Italia d'oro anni Settanta - si aprono nuovi scenari Aldino Viganò: "Ho iniziato a lavorare produttivi. "La tecnologia, come dicevamo prosegue Claudio Viganò -, ha dato una grossa insieme a mio padre Pasquale nel lontano mano per potenziare il business dell'azienda". In che senso? "L'Italia dell'epoca era in pieno fermento, sia industriale sia edilizio. In quel periodo -

A destra La famiglia Viganò con alcuni collaboratori

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1945, con qualche piccola fusione per la realizzazione di macchinari agricoli, nel 1949 è iniziata la vera avventura"


volta, il processo evolutivo della Fonderia Viganò ha sopperito al gap. Le nostre fusioni, infatti, si sono diversificate in chiusini di ghisa grigia e ghisa sferoidale. Un'innovazione per l'epoca". Arriviamo così ai giorni nostri: la terza generazione di famiglia entra in azienda e si cercano nuovi mercati. "Io, insieme a mia sorella Fiorella e a mio fratello Diego, continua Claudio - abbiamo cercato di diversificare ulteriormente la produzione. Mantenendo i tratti distintivi della società e il core business dei contrappesi per ascensori, abbiamo cercato di migliorare la qualità dei nostri prodotti introducendo anche una linea di chiusini con il nostro marchio registrato. L'offerta, attualmente, si dirama in quattro aree: arredo urbano, illuminazione, arredo da giardino ed interior design".

nuove realtà con cui collaborare. L'unico calo, diciamo, l'abbiamo sentito nel comparto edilizio. Comunque sia non possiamo lamentarci, il 2008 è stato di livello e il 2009, seppur con una leggera flessione, siamo oltre il break even". Parlavamo di ramificazione della produzione. L'ultima vostra scommessa, in pratica, è l'arredo urbano? "Esatto. I nostri migliori clienti, oltre alle aziende internazionali che producono ascensori, sono le amministrazioni comunali d'Italia. Città che hanno bisogno - in primis - di chiusini. Da qui è nata l'idea di lanciare una linea di fontane, dissuasori di parcheggio, cestini per parchi, lampioni dal design moderno e anti-

Mantenere alto il target di qualità non è facile, soprattutto in un periodo in cui la concorrenza è massima e la recessione ha penalizzato l'economia mondiale. "La nostra fortuna, come dicevamo, è saper accettare i cambiamenti del settore e tramutarli in opportunità di lavoro. In questi anni abbiamo modificato il nostro "modus operandi", per questioni prettamente tecniche non produciamo più in loco ma importiamo gran parte del materiale. Successivamente stocchiamo a Ciserano e distribuiamo in tutta Italia. Questo ci ha permesso di essere più snelli e competitivi nei prezzi, senza perdere la storica qualità che da sessant'anni contraddistingue il nostro marchio. Tengo a sottolineare, infatti, che tutti i prodotti che commercializziamo seguono rigidamente gli alti standard di qualità imposti dall'Unione Europea". La crisi ha inciso nel vostro comparto? "Direi di no. I nostri clienti sono principalmente i comuni italiani e, per quanto riguarda i contrappesi per ascensori, ci sono poche aziende che li producono su misura. Ovvio, bisogna sempre essere vigili per cercare

"Abbiamo allargato i nostri scenari di mercato. L'offerta, attualmente, si dirama in quattro aree: arredo urbano, illuminazione, arredo da giardino e interior design" 79


"Negli anni '60, complice lo sviluppo repentino delle città italiane, abbiamo iniziato a produrre chiusini in ghisa All'epoca era un progetto innovativo. Da quel giorno è stato un continuo crescendo di richieste" co, panchine e molto altro per qualsiasi necessità. Ovviamente non sono realizzati totalmente in ghisa, ma con i migliori metalli a disposizione: anche acciaio, alluminio e inox". L'altra linea, invece, riguarda il giardino. "Ovvio - commenta Fiorella Viganò - disponiamo di varie tipologie d'arredo: tavoli, sedie, postazioni per grigliate e molto altro. Diciamo che la nostra clientela si sta allargando piano piano, dai semplici rivenditori alle imprese edili e stradali sparse per il Nord Italia e tutta la Penisola".

nel futuro. I nostri capannoni - datati fine anni '70 - dovevano essere ristrutturati e così, dovendo rifare totalmente il tetto, abbiamo pensato di realizzare quest'impianto. Noi non vogliamo abbandonare Ciserano e, avendo bisogno di molta energia per lo stoccaggio dei materiali, crediamo che questa sia un'altra idea vincente". Un bel regalo per i sessant'anni di storia. "Vero. Come detto, questo è il futuro: vedrete che fra pochi anni molte altre aziende ci seguiranno in questa scelta. E' l'unico sistema che permette di guadagnare dall'energia senza pagarla, senza considerare l'impatto ambientale, pari a zero, che ne deriva. Certo, all'inizio c'è un grosso investimento economico. Ma non abbiamo fretta, per ammortizzare c'è tempo. Fra sessant'anni ne riparleremo".

Massima flessibilità. "Sempre. E' uno dei nostri principali vanti: sia negli ordini industriali - di grossa portata - sia nel semplice prodotto che viene commercializzato da una delle rivendite edili di cui siamo fornitori. Possiamo realizzare qualsiasi cosa, inserita nel nostro catalogo, con la massima cura e personalizzazione". Fotovoltaico, ben 295,800 KW Anche questo per merito della tecnologia? "Anche, ma non è solo per questo. Le principali caratteristiche che ci spingono a non fermarci mai, lavorando ore ed ore in azienda, sono soprattutto la passione e la determinazione. Le stesse che avevano mio padre e mio nonno agli albori di quest'avventura industriale". Avete realizzato un impianto fotovoltaico fra i più innovativi d'Italia. Per grandezza, inoltre, si può definire da record sia per la Lombardia sia anche l'intera Penisola. Il motivo di un simile investimento, considerando che la vostra produzione è pressoché estera? "A differenza di molte altre realtà del territorio, che preferiscono delocalizzare per risparmiare, noi abbiamo creduto ancora una volta 80

al servizio dell'ambiente n impianto fotovoltaico da record e tecnologicamente avanzato, composto da 4080 pannelli solari di ultima generazione. E' questo l'ultimo tassello della Fonderia Viganò al suo scacchiere industriale, l'ultimo regalo per i sessant'anni d'attività. Dalla potenza di 295,800 KW, i pannelli della First Solar sono composti da film sottili capaci di convertire più energia rispetto agli attuali sistemi in silicio presenti sul mercato. Innovativi in tutto, anche nell'efficienza in condizioni di luce solare debole. Occhio di riguardo all'ambiente, quindi, per la società fondata da Pasquale Viganò. Soprattutto se si

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considera che l'impianto - una volta ultimato il suo ciclo di vita - è totalmente riciclabile. Alla realizzazione del progetto hanno preso parte aziende specializzate della Lombardia e della provincia di Bergamo: Lavelli Impianti di Medolago (per il sistema di fissaggio in alluminio), Elettrica Service di Cisano Bergamasco (per l'impianto elettrico), mentre le pratiche burocratiche sono state curate dallo Studio Corti di Ricengo (Lc). Infine, per la conversione da corrente continua - prodotta dai pannelli solari - in alternata, sono stati utilizzati quattro inverter ad elevato rendimento della Siac di Trezzano Rosa (Mi).



ECONOMIA&BUSINESS

Mario Pecis

Pecis, mezzo secolo fra l'incudine e il martello ARTICOLO DI GIORGIO CHIESA

uardare sempre avanti, mettendoci l'anima. Per essere artigiani occorre forgiarsi lo spirito e maturare una volontà di ferro attraverso anni di sudore e fatica. Parliamo d'investimenti importanti, che costano molti sacrifici, ma che nel corso del tempo permettono di raggiungere traguardi importanti: di lavoro, di famiglia e di vita. L'esempio più lampante è racchiuso nella cinquantennale storia della carpenteria di ferro che Mario Pecis ha aperto in Via Fermi 5 - a Zanica - nel lontano

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1959. "Celebrare mezzo secolo d'attività - commenta l'artigiano bergamasco - è un traguardo importante per qualunque persona e qualsiasi imprenditore. Guardando indietro, riaffiorano tanti ricordi che hanno segnato e indirizzato le nostre vite. La mia, quella di mia moglie e della mia famiglia. Fin dalla tenera età, ho imparato che il sale dell'essere artigiano altro non è che la lungimiranza, una dote che non bisogna perdere anche quando si diventa una delle più storiche aziende bergamasche". In effetti, la vocazione di


TRADIZIONE ARTIGIANA

La carpenteria di ferro con sede a Zanica compie cinquant'anni L'amministratore unico Mario Pecis svela il segreto del suo successo: "Il sale dell'essere artigiano è la lungimiranza"

Pecis partì da lontano, precisamente da quando, a soli undici anni, finita la scuola elementare, cominciò a lavorare nell'officina dei Fratelli Gelmini di Bergamo, che produceva serramenti in ferro. Era la classica fucina con il fuoco, l'incudine e il martello, che Pecis imparò prestissimo a maneggiare. Come riuscì a diventare uno dei più abili fabbri della Bergamasca? "La mia disponibilità - afferma l'artigiano - e l'impegno con il quale svolgevo i miei compiti, mi permisero di apprendere i primi rudimenti di un mestiere che, nel tempo, sarebbe diventato la mia vita. Così, fino al 1958 collaborai con la Gelmini, perfezionando la mia preparazione nella lavorazione del ferro. L'anno seguente, invece, fu quello del grande passo. Nel 1959, infatti, con la collaborazione di mia moglie Antonietta e di un apprendista, decisi di avviare un'attività tutta mia".

avere con me in azienda ben dodici collaboratori, di cui cinque extracomunitari". Ci sembra di capire che per lei la componente umana è fondamentale. "Più che fondamentale, direi vitale. Dall'inizio della mia attività ad oggi ho formato oltre 310 persone, molte delle quali, una volta diventate operai specializzati, hanno scel-

Dal 1959 al 2009. Come si presenta oggi la sua azienda di fronte al grande mercato globale? "Siamo una semplice impresa artigiana a conduzione familiare. Attualmente, la sede di Zanica copre una superficie di 3.500 metri quadrati ed è dotata di attrezzature e macchinari dedicati esclusivamente alla lavorazione del ferro. Inoltre, sono fiero di

"Nel 1959, con la collaborazione di mia moglie Antonietta e di un apprendista, decisi di avviare un'attività tutta mia Da allora siamo una semplice impresa artigiana a conduzione familiare"

La sede di Zanica

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28 Set. 1969 Vestito di bianco Mario Pecis, durante la festa per i primi dieci anni d’attività

to di entrare in grandi aziende e multinazionali. Dal 1985 sono anche presenti in azienda, oltre a mia moglie - che mi affianca da una vita - anche le mie figlie, che si occupano dell'amministrazione e della contabilità". Immaginiamo sia stato un cammino pieno di difficoltà. Qual è stato il segreto per "non mollare mai"? "Dopo anni di duro lavoro compresi che la lavorazione del ferro è un mestiere che - in alcuni casi - diventa arte. Con questa consapevolezza il mio approccio al lavoro cambiò in modo drastico. Tentai così di privilegiare la massima qualità della lavorazione, un elemento che in molti iniziavano a trascurare abbagliati dal miraggio di una commessa in più". Questa strada all'insegna della qualità si rivelò la carta vincente? "Non nell'immediato. Per qualche anno, infatti, strinsi i denti e soffrii la spietata concorrenza. Considero come "punto di svolta" il 1964, quando mi fu commissionata la realizzazione dei serramenti in ferro del Palazzetto dello Sport di Bergamo. Fu quella la conferma che la strada sulla quale avevo deciso d'impostare la mia struttura imprenditoriale era quella giusta". Cosa avvenne nell'immediato futuro? "Senza peccare di superbia, posso dire che fu un crescendo di successi. Nel 1965, la società Italcementi (della famiglia Pesenti) mi affidò tutte le opere in ferro necessarie per la realizzazione delle Piscine in via Statuto, sempre a Bergamo. Nel frattempo diventai il fabbro di fiducia di vari istituti bancari e delle loro filiali locali". Quello con la famiglia Pesenti è un sodalizio che 84

continuò nel corso del tempo? "Il mio metodo di lavoro conquistò la fiducia dei dirigenti della società. Nel corso degli anni mi furono affidati tutti i lavori di manutenzione e di nuova realizzazione di molti stabilimenti, sparsi per tutta Italia. In questo modo ebbi la possibilità di affinare anche le mie conoscenze di disegnatore meccanico, un know-how indispensabile per quanto riguarda il lavoro di carpenteria che l'Italcementi ci affidava di anno in anno". I tempi moderni, invece, sono caratterizzati da importanti riconoscimenti, anche a livello nazionale. "Ad essere sincero non mi sarei mai aspettato un tale successo. Una data che non potrò mai dimenticare è il 2 giugno 1989. Per il mio interessamento all'Associazione Artigiani Bergamo (alla quale sono iscritto dal mio primo anno d'attività), ho ottenuto - dal Capo dello Stato - l'onorificenza di "Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana". Nello stesso anno, la Camera di Commercio, Industria e Artigianato di Bergamo mi consegnò il Premio di Fedeltà al Lavoro e del Progresso economico". Concludendo, vorremmo parlare del suo impegno nel sociale. Un'atra storia di grande successo. "Essere disponibile verso il prossimo non la ritengo una qualità, ma un dovere. Per quindici anni sono stato responsabile dei Giochi della Gioventù di Bergamo, oltre che Consigliere del CONI. Senza dilungarmi troppo, mi è sempre stato a cuore il comune di Zanica e - più in particolare - il suo oratorio. Rimanere a contatto con i giovani è un ottimo sistema per rinnovarsi e crescere in allegria. Forse è stato questo il segreto per rimanere sulla cresta dell'onda così a lungo".



ECONOMIA&BUSINESS

Impresa Paccani, da cinquant'anni sulla giusta strada TOP BUSINESS

L'azienda di Ardesio - specializzata nel settore delle costruzioni stradali - festeggia il suo anniversario d'oro Mezzo secolo di storia raccontato dal fondatore Federico Paccani e dai figli Luca e Paolo, attuali gestori dell'impresa di famiglia ARTICOLO DI GIORGIO CHIESA

on la presente voglio esprimere le mie conmasca assieme ai figli Luca e Paolo. "Ho iniziato l'attivigratulazioni ai responsabili e alle maestrantà edile - racconta Paccani - dopo essere rientrato dal serze che hanno sistemato la gradinata dello vizio militare nel 1954, grazie alla liquidazione ricevuta Scorlazzino, per l'intelligente metodica adotdall'Aeronautica militare. Dopo l'acquisto del mio primo tata nel rispetto della storia e per come è stata eseguita". autocarro "O.M.", ho iniziato la fornitura di inerti e mateLe parole del signor Giovanni Noris, apparse su L'Eco di riali edili alle imprese locali". Bergamo il 19 settembre scorso, erano involontariamente indirizzate ad uno dei tanti lavori eseguiti dalla "Impresa L'attività quindi iniziò nel 1954, a conti fatti più di cinPaccani Spa". Un'azienda - quella di Ardesio - da cinquant'anni fa. quant'anni specializzata nel settore delle costruzioni stra"Per essere precisi, la ditta individuale "Paccani Federico" dali. Mezzo secolo di fatica, di maniche rimboccate, di sogni da far "Dal 1967 al 1971 - afferma Federico Paccani diventare realtà, un lungo periodo dove tutto è sembrato possibile: abbiamo realizzato la "Prealpina Orobica", come scrollarsi alle spalle la grande un lavoro al quale ho legato i principali ricordi guerra per ripartire dalle proprie passioni. E proprio da questi valori della mia vita lavorativa. Successivamente ha anche ricominciato Federico Paccani, padre fondatore dell'im(negli anni '80) abbiamo vissuto un momento di crisi presa, oggi diventato uno dei punti da cui siamo usciti a testa alta" di riferimento dell'economia berga-

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Da sinistra Paolo, il fondatore Federico e Luca Paccani

venne iscritta all'Albo delle Imprese Artigiane nel 1959. L'attività iniziale era quella di azienda d'autotrasporti. Successivamente, l'impresa si allargò anche al resto della famiglia. Con l'ingresso di mio fratello Fausto la società si trasformò nella "Paccani Federico e F.lli", aggiungendo all'attività di autotrasporti quella di scavi. Nel 1970 poi, a seguito dell'ingresso anche dell'altro mio fratello Salvatore, si costituì una società denominata "Impresa di Costruzioni Edili e Stradali dei F.lli Paccani snc". Quali furono i lavori più importanti effettuati in quel periodo storico? "Dal 1968 al 1971 abbiamo realizzato la strada denominata "Prealpina Orobica", che comprende i Cantoni di Oneta e Zambia Alta. È questo il lavoro al quale ho legato i principali ricordi della mia vita lavorativa. Allora non c'erano i potenti martelli demolitori di adesso, si usavano semplici rivoltelle manuali e anche alcuni esplosivi per frantumare la roccia". Abbiamo capito bene? Ha parlato di esplosivi?

"Esattamente. Nel 1967 ho ottenuto la licenza per esercitare il mestiere di "fochino". Vale a dire, avevo l'autorizzazione a svolgere le operazioni di disgelamento dinamiti, brillamento delle mine a fuoco ed eliminazione delle cariche esplosive". Quando entrarono in azienda i suoi due figli Luca e Paolo? "Dopo un decennio duro, in cui cercammo fortuna anche in provincia di Frosinone (dove accettammo una grossa commessa per ordine e conto della Cartiera del Lazio), arrivarono i meritati frutti di tanto sacrificio. Nel 1988 sono entrati in società i miei figli Paolo (ragioniere) e Luca (geometra), mentre c'è stato il recesso dalla società di mio fratello Salvatore, che si dedicò ad altre attività. Sempre negli anni '80, abbiamo concentrato energie anche verso una nuova divisione: la produzione e vendita di calcestruzzo. Quest'ultima, nel 1994, venne acquisita dall'altro mio fratello Fausto, che contemporaneamente decise di uscire dalla Paccani, lasciando esclusivamente a me e ai miei due figli la proprietà dell'azienda". 87


A destra, Federico Paccani, durante i lavori sulla strada “Gandellino - Tezzi”

"Siamo composti - afferma Luca Paccani - da circa 50 dipendenti La nostra fortuna è sempre stata quella di avere al nostro fianco del personale volenteroso, serio, competente e fedele, anche quando la crisi ha iniziato a richiedere i primi sacrifici" La decisione di diventare una società per azioni, quindi, è stata presa in famiglia? "Con l'ingresso di forze nuove - continua il figlio Paolo - la società ha ampliato i propri orizzonti, seguendo un graduale rinnovamento delle attrezzature e dell'organizzazione aziendale, sino a diventare (nel maggio del 2003) una società per azioni. In ogni caso, ci tengo a sottolineare che siamo una Spa atipica. Infatti, manteniamo un carattere molto familiare sia nella struttura imprenditoriale che nel modus operandi, con lo stesso spirito e la stessa volontà che nostro padre ci ha trasmesso e insegnato".

Comunità Montane, Aziende Municipalizzate) sia privata (fra i più noti: il Gruppo Percassi, il Gruppo Bennet, il Gruppo Radici, il Gruppo Begnini, la Autoservizi Zani, la SAB Autoservizi Srl e altri ancora). Tuttavia, nel corso degli anni ci siamo specializzati in settori diversificati: realizzazione d'impianti fognari e acquedotti, realizzazione di scavi e demolizioni, costruzioni civili e industriali, pavimentazioni in conglomerato bituminoso e pietra, opere fluviali - di difesa, di sistemazioni idrauliche e di bonifica -, opere d'ingegneria naturalistica, frantumazione e riciclaggio di materiali inerti e arredo urbano".

I settori d'attività dell'azienda sono cambiati assieme alla composizione societaria? "Il nostro principale business - afferma Paolo - rimangono le costruzioni stradali, così come la nostra principale committenza è sia pubblica (Regioni, Province, Comuni,

Un'area d'attività impressionante. Da quanto personale è composta la vostra azienda? "Attualmente - prende parola Luca Paccani - siamo composti da circa 50 persone. Tuttavia, questi numeri non contano. La nostra fortuna è sempre stata quella di avere al

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Il figlio Paolo: "Nel maggio del 2003 siamo diventati una Spa Tuttavia, continuiamo a mantenere un carattere familiare sia nella struttura imprenditoriale che nel modus operandi"

La salita dello Scorlazzino dopo l’intervento dell’azienda di Ardesio

nostro fianco del personale volenteroso, serio e competente. Con l'attuale recessione economica, abbiamo avuto un'ulteriore dimostrazione dell'affetto e dell'attaccamento che i nostri dipendenti nutrono nei confronti dell'azienda. Tutti loro, infatti, hanno accettato di buon grado di spo-

I lavori sulla strada provinciale SP 42 di casnigo

starsi le ferie, in modo da riuscire a coprire tutto l'arco dell'anno in modo omogeneo". Gesti importanti che in un negativo momento congiunturale fanno la differenza. Immaginiamo che alcuni di loro abbiano iniziato l'avventura proprio con vostro padre. "Abbiamo dipendenti - conclude il fondatore Federico - che operano con la nostra azienda da oltre 30, 20, 15 e 10 anni. Come ci ripetiamo spesso io e i miei figli, questa è la nostra primaria forza. Personalmente, da qualche tempo mi sono tirato indietro, dando piena autonomia a Paolo e Luca. In ogni caso, credo di aver seminato piuttosto bene nel corso dei decenni, con una tradizione imprenditoriale come la nostra sono sicuro che anche loro avranno occasioni di crescita e sviluppo. Non si finisce mai d'imparare, per questo cerco ancora di dare il mio contributo all'azienda. D'altronde, quando c'è la passione andare in pensione è impossibile". 89


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Quando il calcio è giovane e intellettuale SPONSOR&SPORT

La ricerca marketing di "Stage Up" ha delineato il tifoso tipo dell'AlbinoLeffe Un profilo accattivante per molte importanti realtà, tra cui il nuovo partner Lario Bergauto 90

PHOTO: LAURA PIETRA

l patron Gianfranco Andreoletti può essere fiero della sua società. Quella di giovedì 3 settembre scorso, infatti, è stata una delle serate d'inizio anno calcistico più importanti per la U.C. Albinoleffe. Complice l'organizzazione impeccabile - per il secondo anno - dell'Open Season (ovvero la cerimonia d'apertura della nuova stagione agonistica 2009/2010) sono stati presentati al pubblico e alla stampa i nuovi sponsor della società seriana, all'interno della splendida cornice dell'Hotel Settecento di Presezzo. La serata, patrocinata da Confindustria Bergamo, ha vissuto il suo momento clou con l'intervento di Renato Gaeta - senior partner di

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Stage Up, Sport & Leisure Business -, che ha presentato un'analisi di mercato condotta sul calcio e imperniata su dati in esclusiva riguardanti prima la serie B e poi, nello specifico, proprio l'AlbinoLeffe. Il risultato? "Un elemento molto importante - afferma Gaeta - appartiene di diritto alla società sportiva bergamasca. Considerando che lo scenario globale prevede un drastico ridimensionamento dei budget dedicati alle attività di comunicazione e relazione, l'AlbinoLeffe può vantare delle doti fuori dal comune: la tipologia del tifoso seriano, infatti, è giovane, dinamica e intellettuale". L'ideale target che ha spinto varie e importanti realtà del territorio a puntare sulla Celeste come veicolo di marketing. Fra questi Lario Bergauto, affermata concessionaria dei marchi BMW e Mini per Bergamo e provincia, da quest'anno sponsor ufficiale della società di serie B. Nella serata dell'Open Season seriana, inoltre, è stato molto apprezzato l'intervento di Guido Venturini - direttore generale di Confindustria Bergamo -, che in un periodo congiunturale particolare, ha esposto tutti i benefici di operazioni di marketing che coinvolgono sport, territorio e aziende. "E' importante - sostiene Venturini , per tutte le realtà che non sono esposte alle vetrine dei palcoscenici internazionali, stringere importanti collaborazioni e amicizie a livello prettamente locale, puntando prima di tutto sull'immagine e su un target eletto che s'intende colpire. Esattamente ciò che ha fatto l'AlbinoLeffe nel corso di anni di marketing dinamico. Infatti, credo sia molto difficile attirare investitori stranieri per le società di serie B. Quest'ultime devono scontrarsi con la sovraesposizione dei loro compagni maggiori e con l'europea Champions League". E lo dimostrano proprio i due studi di "Stage Up": se la serie A (nonostante le ultime cessioni di giocatori illustri) continua a volare alto grazie a investimenti molto onerosi, nella serie B si affermano realtà intraprendenti e dall'immagine accattivante, che attirano tifosi giovani e di buona educazione. A questo proposito è intervenuto Nicola Bignotti, direttore generale dell'AlbinoLeffe, che non ha mancato di rinsaldare l'affetto che lega la società sportiva a tutti i nuovi compagni d'avventura. "Sono fiero di presentare lo "sponsor book", una guida che vuole essere il punto di riferimento per le aziende partner del nostro club. Crediamo sia un modo simpatico e creativo per rendere il giusto omaggio alle aziende che da anni ci supportano e per quelle che sono al primo appuntamento con la nostra società". Alla kermesse erano anche presenti - oltre ad una nutrita delegazione di giocatori seriani -, tutti i partner che gravitano 91


attorno al mondo AlbinoLeffe. Infine, dopo la conferenza e una gustosa cena a buffet, è arrivato l'epilogo della serata, anch'esso in grande stile. Un lighting show ideato da "Zanetti Hi-Fi", infatti, ha intrattenuto i fortunati ospiti prima del finale musicale, con il concerto del gruppo "Rosalba Fiori Jazz".

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La tagliata pi첫 buona del mondo Alle porte di Bergamo, ispirato ai pi첫 famosi locali di Londra e Parigi, in stile minimalista, con griglia a vista. Un ambiente caldo e riservato, la cucina ricercata fanno di Steak un locale esclusivo

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La Strabergamo dice 33 ed è in forma CITTA'&EVENTI

Nell'ultima edizione, la stracittadina ha mostrato i muscoli: ben 8 mila presenze Tra le novità di quest'anno spicca la collaborazione con la compagnia aerea Trawel Fly, main sponsor della prima squadra Olimpia Pallavolo Bergamo 94

PHOTO: GIORGIO CHIESA

en 8mila persone hanno invaso le vie di Bergamo il giorno della marcia, senza contare le numerose presenze della vigilia. Sono questi i numeri del 33° anno di vita della Strabergamo che, nonostante la non più giovanissima età, per l'edizione 2009 si è presentata più in forma che mai. La speciale kermesse - che ha tagliato i nastri di partenza domenica 13 settembre scorso - può essere considerata come la punta di diamante dell'Unione Sportiva Olimpia Agnelli.. Una manifestazione che, di anno in anno, si nutre di speciali sinergie, alcune storiche e altre del tutto nuove, come la partnership con la compagnia aerea Trawel Fly, sponsor della

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manifestazione e della prima squadra di pallavolo dell'Olimpia. In ogni caso, con la Strabergamo si parla sempre e comunque di valori positivi che esaltano il sano spirito dello sport e la piacevolezza della buona compagnia. Un'unione d'intenti che emerge anche dalle parole di Baldassare Agnelli, editore della nostra rivista e del Giornale di Bergamo unitamente al fratello Paolo. Dodici anni di libera informazione e oltre trent'anni di partecipazione sentita alla kermesse. Non intendiamo solo l'attuale veste di promulgatore, ma anche un decennio di appoggio in qualità di sponsor e almeno altri dieci con le scarpette da ginnastica a percorrere le vie della città. "L'amore che nutriamo per questa marcia - afferma Agnelli -, unitamente all'affetto che i bergamaschi ci hanno sempre dimostrato, non ci ha fatto "mollare la presa" neanche per un istante. La negativa condizione congiunturale si è fatta sentire anche a livello sportivo, ma grazie ad una grande collaborazione e alla vicinanza di tutti gli sponsor siamo riusciti ad offrire uno spettacolo eccezionale per 8mila persone". Come per ogni anno, ai nastri di partenza della Strabergamo era presente anche il padre della stracittadina e il presidente della società che la organizza, Nuccio Longhi. "Questa marcia benefica - afferma Longhi -, è nata da una passeggiata che partiva da Borgo Palazzo, proprio dove c'è la sede dell'U.S.Olimpia Agnelli. Adesso tutti gli itinerari - per ragione di ordine pubblico visto il moltiplicarsi delle iscrizioni - sono stati cambiati. 95


Tuttavia, è rimasto invariato lo spirito su cui si è sempre fondata la stracittadina: non abbiamo mai voluto che questa manifestazione fosse la "nostra", ma la "loro", la Strabergamo è dei bergamaschi". Ad oggi, infatti, la manifestazione si ritaglia uno spazio importante nel panorama delle marce cittadine che si svolgono in Lombardia e in Italia. La sua forza, da buona "kermesse nostrana", è stata rimanere sempre se stessa senza mai montarsi la testa. Con questo "leit motiv" si sono succeduti i trionfi delle passate edizioni e quello di quest'anno, in un clima di solidarietà volto non solo ad avvicinare lo sport ai giovani e alla comunità, ma anche ad aiutare i meno fortunati. Una quota delle iscrizioni, infatti, viene sempre devoluto ad alcune associazioni di volontariato. Ricordiamolo, nessun pettorale e nessun ordine d'arrivo, come per ogni edizione è rimasta in primo piano la città dei Mille, con tutte le sue bellezze e i suoi angoli di storia, spesso sacrificati in nome di una vita troppo frenetica e moderna. SABATO 12 - Pardòn, in apertura abbiamo parlato di un giorno - quello della domenica con il via della marcia - ma in realtà la kermesse ha ufficialmente aperto i battenti sabato 12, con un programma all'insegna del divertimento. Si è partiti la mattina con 96


alcuni giochi organizzati per i bambini e si è proseguito alle 16 con un servizio di animazione e d'intrattenimento curato dalla Gais. Neanche un leggero scroscio di pioggia ha fermato le migliaia di persone presenti nel pomeriggio, che dopo aver assistito alle premiazioni di "On the Road" durante la sera (il progetto per i giovani che vuole infondere la cultura della legalità e della sicurezza sulla strada alle giovani generazioni) si sono gustate (prima del concerto del Bepi) la presentazione del "Progetto BG Giovani" dell'Olimpia. Per la società sportiva di Borgo Palazzo, erano presenti sul palco, oltre a una compagine di circa quindici ragazzi - divisi tra Under 16, Under 18 e altri giovanissimi - anche l'amministratore delegato della Trawel Fly, Carmine Prencipe, e il direttore sportivo dell'Olimpia Paolo Perego. Un binomio sicuramente particolare che passa per un'importantissima collaborazione: Trawel Fly, infatti, oltre ad aver creduto nel progetto Strabergamo, ha deciso di appoggiare anche la prima squadra di serie B1 dell'Olimpia, che da quest'anno si chiama Trawel Fly Agnelli. Anche dove la Strabergamo ha rinnovato la tradizione, quindi, l'edizione 2009 ha portato delle novità. DOMENICA 13 - La giornata della marcia è stata un vero trionfo, come dicevamo, con ben 8mila iscrizioni. Un fiume di persone che non hanno dato retta alle nefaste previsioni del tempo e si sono presentate puntuali e sorridenti all'appuntamento. Tre percorsi di diversa lunghezza e con diversi itinerari hanno guidato gli atleti e le famiglie partecipanti che, una volta giunte sul traguardo, hanno trovato ad accoglierli un'altra bella sorpresa. Sul palco - che i compagni più giovani avevano calcato la sera della vigilia -, è stata presentata anche la prima squadra di serie B1 Trawel Fly Agnelli, e non è stata di certo una comparsata. Giocatori e dirigenza, infatti, hanno guidato la classica lotteria che ha messo in palio ben cinque biglietti aerei per due persone, gentile omaggio della Trawel Fly. Le destinazioni possibili erano Catania, Napoli, Olbia e Crotone per l'Italia, Creta, Rodi, Tenerife e Sharm El Sheik per l'estero. Per non farsi mancare proprio nulla, la giornata trionfale dell'Olimpia è continuata anche dopo la fine della stracittadina. Mentre i bergamaschi tornavano nelle loro case per gustarsi un bel pranzo in famiglia, la Trawel Fly Agnelli era attesa alle "Palestre Victoria" di Luca Messi e Omar Gentile, dove ad aspettarla (oltre ad alcuni organi d'informazione) c'era un delizioso brunch - curato dal "Tiempo, restaurant - pizzeria & bar" - da condividere con i numerosi amici e sponsor presenti. 97


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Casa Eleonora, melodia benefica al Donizetti CITTÀ&TEATRO

Torna uno degli eventi solidali più riusciti dello scorso anno Il prossimo 30 novembre l'appuntamento si rinnova, per una kermesse musicale che vedrà protagonisti la cover band bergamasca "Due Mondi" e la giovane artista Dolcenera 98


ARTICOLO DI GIORGIO CHIESA

nire la poesia dei più grandi cantautori italiani con elegante musica locale, fondendo allo speciale mix il grande cuore di Bergamo. Dopo il successo dell'edizione 2008, torna l'evento benefico dell'Associazione Casa Accoglienza Eleonora Onlus. Il prossimo 30 novembre, al Teatro Donizetti, andrà in scena una delle kermesse benefiche più riuscite dello scorso anno e lo farà con lo stesso stile e lo stesso partner organizzativo. Per il secondo anno consecutivo, infatti, Giuseppe Locatelli (dirigente della sala operatoria della Chirurgia Pediatrica degli Ospedali Riuniti di Bergamo e presidente di Casa Eleonora) ha scelto la "LTS, Incentive House &

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Da destra Alberto Lanfranchi di Lts e il dott. Giuseppe Locatelli

DMC" di Alberto Lanfranchi, come compagna del suo viaggio solidale. Una storia, quella di Casa Eleonora, partita appena tre anni orsono - precisamente nell'ottobre del 2006 - con scopi e finalità ben precise: accogliere bambini e adulti che, per interventi e cure sanitarie, devono raggiungere Bergamo da città molto lontane. Relativamente giovani nell'esperienza (ma davvero grandi nello spirito), in poco tempo i volontari di Casa Eleonora hanno messo a disposizione numerosi alloggi gratuiti per altrettanti pazienti bisognosi d'aiuto. "Il nostro compito - afferma Locatelli - è quello di regalare un sorriso ai bambini in attesa d'intervento o in degenza. Non forniamo solo un supporto concreto nel rendergli il soggiorno bergamasco meno drammatico, ma ci sta particolarmente a cuore anche curarne l'aspetto psicologico. Per queste ragioni gli proponiamo una casa sempre più simile al luogo in cui quotidianamente abitano. Siamo una realtà molto umile, che vive grazie alla generosità di coloro che hanno accolto il messaggio di Casa Eleonora e che lo sostengono con il proprio contributo. Per loro e grazie a loro abbiamo deciso di rinnovare un evento che nella passata edizione ha avuto un ottimo riscontro, sia in termini di pubblico che di coinvolgimento emotivo". L'idea, dunque, sarà quella di riproporre uno schema che si è dimostrato senza dubbio vincente. La prima parte della serata sarà allietata dalla musica della cover band bergamasca "Due Mondi", che farà riscoprire le poesie di Lucio Battisti attraverso le sue note e le sue parole. La seconda parte, invece, vedrà l'ingresso (come nella passata edizione) 100

di un altro grandissimo artista italiano: dopo Francesco Renga - che nel 2008 aveva chiuso la sua lunga tournée proprio sul palco del teatro bergamasco -, sarà il turno della giovane cantante salentina Dolcenera. L'artista, oltre a presentare in anteprima il suo nuovo album, interpreterà alcune tra le più belle melodie del cantautore De Andrè con la sua voce calda e potente. "Saranno vere e proprie poesie - conclude Giuseppe Locatelli - in grado di sottolineare i tratti nobili ed universali degli emarginati". Sarà un nobile intento - aggiungiamo noi - per permettere ad una realtà come Casa Eleonora (che nel 2007 ha accolto 35 famiglie e nel 2008 più di 40), di diventare un progetto sempre più importante ed efficiente, affinché gli emarginati non finiscano (paradossalmente) per diventare proprio loro.



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Motorsport Academy, la sicurezza in strada passa dalla pista MOTORI&ASFALTO

Provato per voi l'esclusivo corso di guida sicura di BMW Group Italia, grazie alla complicità di Lario Bergauto. Sette ore in pista sul circuito di Franciacorta, per imparare a controllare l'auto nelle condizioni più estreme PHOTO: GIORGIO CHIESA

chivare un ostacolo in curva, mantenere l'aderenza in condizioni di bagnato. Saper capire come e quando compiere una manovra di sorpasso. Tutte condizioni estreme di guida che spesso, purtroppo, generano incidenti stradali gravi. Una soluzione, però, per gli amanti delle quattro ruote è alla portata di mano: la scuola itinerante di guida sicura di BMW Group Italia, la Motorsport Academy. Un corso molto interessante, utile ed aperto a tutti gli amanti della Casa bavarese a costi non proibitivi. Una giornata in cui si arriva di buon ora da neofiti della guida e si esce la sera "diplomati" da piloti di città. Attenzione però, non da pista. Il corso è un valido supporto per guidare normalmente con più sicurezza, per salvaguardare la propria e l'altrui incolumità. Anche in quest'occasione Bergamo Economia ha avuto il piacere di testare con mano il corso, grazie alla collaborazione di BMW Lario Bergauto. Una giornata inusuale sul circuito di Franciacorta, in compagnia dei giocatori dell'AlbinoLeffe di cui la concessionaria di Bergamo è sponsor ufficiale. Il motivo della loro presenza, fra l'altro, è presto spiegato: la società seriana, in collaborazione con la concessionaria, ha voluto organizzare una giornata di relazione tra i giocatori, per aumentarne l'affiatamento attraverso situazioni che attivassero sensazioni quali entusiasmo e adrenalina, in gergo tecnico ottenere il classico "team building". A questo va aggiunto un altro aspetto importantissimo, ovvero il risvolto sociale: i giocatori, infatti, complice la giornata in pista sono divenuti automaticamente testimonial di una guida consapevole, dando l'esempio ai tanti giovani che guidano le loro auto senza la conoscenza necessaria della sicurezza stradale. Ecco, nel dettaglio, come Cellini e compagni sono divenuti provetti piloti. Il corso, infatti, non è proprio così facile.

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IL CORSO - La giornata tipo della BMW Motorsport Academy prevede l'inizio delle attività alle 8:30. Dopo l'accredito si parte con lezioni di teoria nell'aula didattica, mentre tra le 10 e le 13 si svolgono le esercitazioni in varie sessioni. Le prime due delle quali vedono 103


impiegate una Mini equipaggiata di un sistema Skid (un carrello collocato sulle ruote posteriori, che simula l'effetto di sbandata), una Serie 1, una Serie 3 e una serie 3 X-drive. La prima sessione è finalizzata alla comprensione dei trasferimenti dinamici dei carichi durante le varie fasi di una curva e all'apprendimento delle manovre corrette in tali situazioni di guida. La seconda punta alla comprensione del comportamento di una vettura che affronta una curva e le cause che possono provocare perdite di aderenza all'anteriore o al posteriore. La terza si suddivide in due esercizi, uno per perfezionare le tecniche di frenata nell'inserimento in curva sul bagnato e l'apprendimento delle corrette traiettorie, l'altro consente all'allievo di comprendere la dinamica di uno scarto improvviso durante la marcia in rettilineo. La parte più divertente, però, è nel pomeriggio. Dopo la pausa pranzo, infatti, è in programma il briefing per le attività in pista (con tutto il parco auto a disposizione). Ovviamente niente vino e il pasto è pari a 950 kilocalorie, per non sovraccaricare troppo lo stomaco nella seconda fase del corso. Alle 14:30 si parte con una serie di giri sul circuito, effettuati prima a titolo dimostrativo dall'istruttore e poi dagli stessi allievi. Qui ci si può "sfogare" in massima sicurezza, quattro giri per auto - sempre affiancati dal proprio pilota "personal trainer" - e tanta adrenalina nelle vene. Verso le 17:30, infine, la consegna dei diplomi: noi, di Bergamo Economia, abbiamo passato il corso a pieni voti. Ora spetta a voi provare, l'emozione - come dice il buon Celentano - in questi casi non ha voce. Ma solo il rombo di BMW sull'asfalto del circuito. 104



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Design: pur nel rispetto della flessibilità d'uso e di spazi interni notevoli a disposizione, la ricerca di una definizione estetica sportiva ed accattivante è certamente l'elemento più distintivo di questo nuovo modello Opel 106

ARTICOLO DI LUCA T. BILOTTA PHOTO: LAURA PIETRA

e oltre 90.000 persone in Europa hanno scelto l'Opel Insignia come propria auto, qualcosa vorrà pur significare. La risposta appare ovvia: è una gran bella macchina, fra l'altro insignita - scusateci il gioco di parole - del titolo di "Auto dell'Anno 2009". Esteticamente filante ed elegante al contempo, contenutisticamente perfetta. A questo, se proprio vogliamo analizzare il tutto con un occhio critico, ad un prezzo molto più basso rispetto alle con-

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correnti del segmento. Ora, alla versione berlina, si è aggiunto anche il modello "da famiglia". Ma non lasciatevi ingannare: niente a che fare con i classici carrozzoni comodi, ma esteticamente improponibili. La nuova station wagon "Sports Tourer" è comoda dentro e bella fuori. DESIGN - Una familiare che rompe gli schemi. Così si potrebbe definire esteticamente la nuova nata in casa Opel. Provata per voi grazie alla gentile colla-


Una familiare fuori dagli schemi PROVA SU STRADA

Vi presentiamo, grazie alla collaborazione della concessionaria Opel Longhi, la nuova Insignia Sports Tourer: una station wagon innovativa, comoda dentro e bella fuori

borazione della concessionaria Gustavo Longhi di Bergamo, si denota fin dal primo colpo d'occhio la volontà della casa tedesca di rompere con gli schemi del passato. Pur nel rispetto della flessibilità d'uso e di spazi interni notevoli a disposizione per occupanti e bagagli, la ricerca di una definizione estetica sportiva ed accattivante è certamente l'elemento più distintivo di una vettura che non a caso ha abbandonato la classica definizione station wagon. Il risultato è certamente all'altezza delle aspettative: la parte posteriore si presenta bassa e filante, con i finestrini laterali di piccole

dimensioni ed un lunotto di taglio sportiveggiante. I gruppi ottici plasmati alle forme della carrozzeria abbracciano anche parte dei parafanghi e donano ulteriore slancio a tutto l'insieme, che da qualunque angolazione risulta sempre slanciato ed equilibrato. La generosa gommatura dà il suo importante contributo alla causa e la Sports Tourer appare da subito ben piantata a terra, ispirando fiducia e sicurezza già dal primo sguardo. INTERNI - Una volta saliti a bordo si ha subito la percezione che le aspettative non saranno tradite: già la portiera mani-

Tecnologia: ampia e ben articolata, l'offerta motoristica Tre propulsori 2.0 l. a gasolio (130 CV, 160 CV e 190 CV) e due a benzina (1.6 l. da 180 CV e 2.0 l. da 220 CV) 107


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festa la sua consistenza all'atto della chiusura, i sedili ben dimensionati ed avvolgenti fasciano piacevolmente il corpo e la continuità stilistica della plancia e dei pannelli delle portiere chiude il cerchio della grande sensazione di protezione che la Insignia offre a guidatore e passeggeri. Un grande doppio tetto panoramico apribile (optional) dona ulteriore luce all'abitacolo. La disponibilità di spazio è notevole anche ai posti posteriori, dove si gode pure di una buona accessibilità. Il bagagliaio offre una capacita dichiarata di 540 litri a filo della cappelliera, che diventano ben 1.530 quando si abbattono gli schienali posteriori. In questa conformazione il vano di carico si presenta piatto e di forma molto regolare, permettendo di caricare oggetti di lunghezza fino a 1,91 metri. Presenti anche le solite intelligenti soluzioni quali elastici, binari e sacchetti vari che, assolutamente non invasivi quando non utilizzati, permettono di mantenere fermi oggetti altrimenti destinati a vagare in lungo e in largo durante la marcia. Ma il piatto forte è rappresentato dalla originale conformazione del cofano posteriore, che si estende fino ai parafanghi offrendo una soglia di carico bassa, regolare e molto ampia. Apertura e chiusura possono essere effettuate anche parzialmente tramite servomotori controllati dal telecomando o da due pulsanti, uno esterno e uno interno, presenti nel cofano stesso. MOTORI - Ampia e ben articolata, l'offerta motoristica è in grado di accontentare tutti i palati, sempre però con un occhio di riguardo per prestazioni e piacere di guida. Tre propulsori 2.0 l. a gasolio (130 CV, 160 CV e 190 CV) e due a benzina (1.6 l. da 180 CV e 2.0 l . da 220 CV) sono quelli destinati al mercato italiano: la novità è rappresentata dal motore diesel più performante, che vanta il doppio turbocompressore ad azione sequenziale combinata e che presenta soluzioni particolarmente raffinate a livello di alimentazione e gestione elettronica. SICUREZZA - La sicurezza di marcia - oltre ai classici sistemi oramai comuni su tutte le auto di nuova generazione - può contare sulla presenza di congegni quali l'Opel Eye, che riconosce e proietta sul parabrezza la segnaletica stradale ed avvisa del superamento della linea che delimita la carreggiata di marcia. I fari possono avvalersi del sistema AFL+ che prevede ben 9 modalità di spostamento dei fari anteriori a seconda delle esigenze di marcia. Dal punto di vista dinamico il FLEX RIDE permette, invece, di variare l'assetto a seconda delle preferenze e del tipo di percorso da affrontare, mutando la risposta di sterzo e sospensioni. Infine due opzioni interessanti: la versione a trazione integrale e il cambio automatico. Ovviamente sono optional, ma sempre dal costo contenuto.

Interni: il bagagliaio offre una capacita dichiarata di 540 litri a filo della cappelliera, che diventano ben 1.530 quando si abbattono gli schienali posteriori

Longhi 24125 Bergamo (BG) 79/81, v. Ghislandi tel: 035 210315 www.longhiopel.it

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Interni: nulla è lasciato al caso. Per accedere ai posti posteriori, ad esempio, è previsto un pulsante "onetouch" che aziona un movimento elettrico per avanzare e rimettere in posizione sedili e schienali 110

ARTICOLO DI LUCA T. BILOTTA PHOTO: LAURA PIETRA

opo due generazioni consecutive da berlina, uno dei modelli più venduti in casa Lexus si scopre. Non è uno scherzo, bensì una bella certezza. Parliamo della IS, da oggi anche in versione lussuosa coupécabriolet. Abbiamo voluto provarla insieme a voi lettori di Bergamo Economia grazie alla disponibilità della concessionaria Lexus di Livio Cella Team, in Borgo Palazzo - per rispolverare dai nostri ricordi estivi quelle delicate sen-

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sazioni di calore sulla pelle e vento fra i capelli. Il risultato? Davvero pregevole. Provare per credere. DESIGN - La IS 250 C si presenta agli automobilisti bergamaschi (ed europei in generale) come un'inedita versione coupé, trasformabile in cabriolet lunga 4,63 metri e larga 1,80 m. Le premesse sono davvero ottime fin dalle prime battute: il design è sobrio e raffinato, la tecnologia d'avanguardia, realizzata con


Lexus IS 250 C, sofisticata en plein air LA NOVITA'

La casa giapponese lancia sul mercato italiano la versione coupé-cabriolet del modello più longevo della propria offerta automobilistica: design sobrio e raffinato, tecnologia d'avanguardia e un'attenzione maniacale per il dettaglio

uno studio accurato dell'aerodinamica e un'attenzione maniacale per il dettaglio. Cofano, fanali, maniglie e retrovisori derivano dalla versione berlina, ma tutti i restanti pannelli della scocca sono stati ridisegnati in chiave più sportiva e in maniera da armonizzarsi con il tetto in alluminio che si richiude in 20 secondi alla pressione di un tasto, con un accorgimento intelligente. Il ripiegamento del tetto, infatti, estende il margine superiore del bagagliaio di 25 centimetri oltre il paraurti posteriore, per cui il sistema incorpora un meccanismo di sicurezza ad allarme sonoro e blocco automatico che

evita i danni dovuti ad eventuali ostacoli mentre si chiude o riapre l'hard top. INTERNI - All'interno, quattro poltrone anatomiche avvolgono i passeggeri con una presa soffice e rassicurante. Rispetto alla versione base, sono stati adottati sedili anteriori dal profilo sportivo e più sottile in modo da ottimizzare gli spazi, mentre il divano posteriore è stato soppiantato da due sedili individuali divisi da una console centrale. Ogni angolo dell'abitacolo, inoltre, è studiato per trasformarsi in un punto d'appoggio o in un pratico ripostiglio. Nulla è lasciato al caso. Per accedere ai posti

Motore: proposta in un'unica versione, è composta dalla stessa unità a benzina che equipaggia la IS 250 berlina, cioè il V6 da 2500 cc che sviluppa 208 CV e 252 Nm di coppia massima a 4800 giri 111


Tenuta Colle Piajo - Nembro

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posteriori, ad esempio, niente leve nascoste in angoli oscuri e sconosciuti. Solo un pulsante "one-touch" che aziona un movimento elettrico per avanzare e rimettere in posizione sedili e schienali. Anche il vano bagagli è di livello per essere una cabrio: va dai 583 litri con la capote alzata, ai 235 litri con l'auto aperta. Al posto di guida, infine, dominano il volante in pelle a tre razze, il soffice rivestimento della plancia e dei pannelli laterali, gli inserti in acero, la consolle sobria e completa e la strumentazione circolare, disegnata con quel tocco di classico che piace all'intenditore del genere "en plein air". E a proposito di strumentazione, rispetto alla IS berlina c'è una novità: il contachilometri permette una visibilità migliore durante la guida scoperta - grazie ad un sistema elettronico di retroilluminazione ad hoc - e anche il controllo del condizionatore e del sistema audio sono stati configurati per adattarsi automaticamente a seconda della posizione del tetto e della velocità. DOTAZIONE - Come da tradizione Lexus, a proposito d'interni, la dotazione di base è ricchissima e comprende fra i principali equipaggiamenti il controllo di pressione gomme, l'impianto stereo con caricatore da 6 CD e l'ingresso MP3 a 8 speaker. Da segnalare anche il navigatore satellitare, la telecamera e i sensori anteriori e posteriori per l'assistenza al parcheggio, il riconoscimento vocale (navigazione, audio, climatizzazione, telefono), il climatizzatore, il cruise control, gli interni in pelle, i sedili riscaldabili e l'antifurto. In più la versione top Luxury vanta l'impianto audio Mark Levinson Premium con 12 altoparlanti e sistema surround 5.1, caricatore DVD, sedili anteriori ventilati oltre che riscaldabili con funzione memoria anche per volante e retrovisori, inserti in legno, card key e sensori di pioggia. Insomma, una bella proposta per gli amanti del genere. MOTORE - Anche la motorizzazione è da urlo. Unica, è composta dalla stessa unità a benzina che equipaggia la IS 250 berlina, cioè il V6 da 2500 cc che sviluppa 208 CV e 252 Nm di coppia massima a 4800 giri, valori che consentono alla Lexus IS 250 C un'accelerazione da 0-100 km/h in 9 secondi netti ed una velocità massima di 210 km/h. Abbinato al cambio automatico-sequenziale con comandi al volante a 6 rapporti è accreditato di un consumo di 9,3 l/100 km nel ciclo combinato ed emissioni di CO2 pari a 219 g/km. Una volta su strada, comunque, la Lexus IS 250 C stupisce non solo per la potenza, ma anche per la silenziosità e l'eccellenza aerodinamica. Chiusa o aperta che sia i fruscii sono pressoché inesistenti. Con l'auto aperta poi, lanciata alla massima velocità del codice, nell'abitacolo è sempre "calma piatta", mentre il sistema di climatizzazione si regola e canalizza il flusso d'aria alla temperatura ottimale.

Dotazione: ricchissima come sempre, comprende l'impianto stereo con caricatore da 6 CD e l'ingresso MP3 a 8 speaker, il navigatore satellitare, la telecamera e i sensori di parcheggio

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EVENTI

Cinquant'anni di Mini, Almenno S. Salvatore entra nella storia

CHI, DOVE E PERCHÈ

PHOTO: GIORGIO CHIESA

stata una vera e propria corrida di Mini. Per un giorno, Almenno San Salvatore, ha avuto l'onore di ospitare il più grande raduno di Mini in Lombardia (50 auto in totale), divise tra i vari modelli John Cooper, Clubman e la sportivissima John Cooper Works, tutte accorse per festeggiare il 50° anno dalla nascita della loro parente più anziana. Domenica 13 settembre scorso, la concessionaria ufficiale BMW e Mini Lario Bergauto ha fatto ancora centro, e in quest'occasione non ha mancato di rinfrescare la sua immagine con un evento a dir poco atipico e spettacolare. Grazie all'organizzazione del Bar Trocadero e del patrocinio del sindaco e dell'assessorato di Almenno San Salvatore (coadiuvati dal sostegno di preziosi sponsor come l'agenzia Musa WebDesignEvents di Marco Marchesi e Calzature ReMida), Piazzale del Mercato si è trasformato - a partire dalle 16.30 - in un vero e proprio show automobilistico con finalità benefiche: la raccolta fondi è stata, infatti, destinata ai paesi terremotati dell'Abruzzo. Come dicevamo, sono accorsi al raduno addirittura cinquanta possessori della piccola di casa BMW, colorando l'atmosfera e dando allegria ai numerosi spettatori presenti. Tuttavia, non ci si è limitati a sfoggiare le spettacolari livree. Votati da una giuria di fedelissimi Mini, infatti, i patiti delle quattro ruote si sono anche sfidati in una gara di abilità tra parcheggi e curve mozzafiato. Il vincitore? Tutti e nessuno, per una volta l'importante è stato il divertimento e, perché no, anche un po' di sano narcisismo. Per non farsi mancare nulla, infine, gli organizzatori - capitanati da Livio Cortinovis, responsabile eventi Mini per Lario Bergauto - hanno allestito un piccolo chiringhito affiancato da un palco per musica dal vivo, teatro della serata di festa che ha chiuso l'evento.

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Automobili Tombini, cinquant'anni rombanti

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PHOTO: GIORGIO CHIESA

atmosfera elettrizzante di una nuova avventura imprenditoriale non basta a spiegare il successo dell'evento che, sabato 19 settembre scorso, ha visto come protagonista l'apertura del nuovo show-room della Automobili Tombini. Significati molto profondi hanno dato vita ad una kermesse fortemente voluta da Giovanni Tombini, figlio di Ferdinando, padre fondatore dell'azienda. Proprio lui ha deciso di rendere omaggio alla cinquantennale storia dell'impresa di famiglia con un nuovo autosalone, accompagnato da un parterre mozzafiato. Non parliamo soltanto dei numerosi amici, colleghi e clienti fedelissimi accorsi, ma anche di una sfilata d'auto sportive d'epoca tutta da vedere. In via Sarpi 9 a Mapello, infatti, parcheggiate sia all'esterno che all'interno della struttura, davano sfoggio della loro bellezza una fiammante Ferrari F50, una BMW Z8, una Mercedes "ali di gabbiano" SLR e altri pezzi pregiati come la mitica Lamborghini Diablo e la Bugatti EB 110 GT, un bolide da 610 cavalli prodotto tra il 1991 e il 1995. Nonostante questi nomi altisonanti, comunque, la Automobili Tombini resta un'azienda a misura d'uomo e di vettura, un vero e proprio partner per ogni automobilista dove trovare i piĂš professionali servizi d'installazione per sistemi antifurto, climatizzazione, sistemi di navigazione satellitare, impianti Hi-Fi ed elettronica dell'auto in genere, oltre che assistenza per la manutenzione. A completare la riuscitissima kermesse, gli ospiti hanno potuto gustare un delicato buffet allestito dal locale limitrofo "AgadĂ ", che per l'occasione ha anche preparato una torta griffata Automobili Tombini.

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Atalanta Vs Aurora, lo spettacolo è a Seriate

CHI, DOVE E PERCHÈ ARTICOLO DI: FRANCESCO PORTESI PHOTO: FRANCO TOGNOLI

ppena promossa per la prima stagione calcistica in Eccellenza, l'Aurora Seriate ha fatto vedere di che pasta è fatta già da un entusiasmante precampionato. Non solo ottimi risultati dal punto di vista sportivo, ma anche sotto l'aspetto di pubblico e immagine. Per il secondo anno consecutivo, infatti, l'Atalanta è approdata sul campo seriatese pronta ad affrontare proprio la squadra del presidente Aldo Terzi, fresca - come dicevamo - di una meritata promozione. Giovedì 20 agosto scorso, infatti, oltre duemila spettatori si sono radunati per assistere all'incontro speciale delle due formazioni. Il risultato chiaramente non contava, quello che interessava alla staff dell'Aurora era rinsaldare un rapporto professionale e di affiliazione tra le società che prosegue felicemente da tempo, e di cui il presidente ed imprenditore Terzi può andare giustamente orgoglioso. Al termine dell'incontro, la dirigenza ha conferito il trofeo per il primo classificato al capitano dell'Atalanta, Cristiano Doni. A ritirare uno dei premi anche il giovane Giovanni Terzi, figlio del presidente, che ha così sancito in maniera simbolica la perfetta conclusione dell'edizione 2009 del trofeo "Giovanni Terzi", dedicato al nonno del patron dell'Aurora Seriate.

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Smalto e Formula 1, una serata a "tutta Red Bull"

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PHOTO: GIORGIO CHIESA

e l'atmosfera era quella classica che per tutta l'estate ha allietato le serate mondane dei giovani bergamaschi, l'evento che si è svolto allo "Spazio Smalto" lo scorso venerdì 11 settembre aveva sicuramente una marcia in più. Ospite del famoso giardino estivo del "Capogiro Joy Club", infatti, è stata la "Red Bull Racing", vale a dire il team austriaco di Formula 1 con sede a Milton Keynes, in Gran Bretagana. Più nel dettaglio, vicino alla pista (questa volta quella da ballo del disco-club), è entrata in scena la Red Bull RB4, il bolide motorizzato Renault che per il 2008 ha partecipato al campionato del mondo di Formula 1, posizionandosi al settimo posto. Una sorpresa sicuramente gradita a tutti i fortunati ospiti, che non hanno perso l'occasione di farsi immortalare vicino alla monoposto. L'organizzazione dello staff Capogiro, come di consueto, non è stata da meno: assieme alle modelle - che nel momento clou della serata hanno svelato la vettura -, la collaborazione della direzione marketing di Red Bull ha offerto numerosi gadget griffati e un drink semi alcolico (un Sex On The Beach, per l'esattezza) a tutti gli ospiti. La nottata Smalto è poi continuata con i suoi classici ingredienti: musica, sano divertimento, bella compagnia e - naturalmente - una Red Bull ghiacciata.

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Quinto "Torneo Mario Bresciani", la piccola NBA si riunisce CHI, DOVE E PERCHÈ ARTICOLO DI: GIORGIO CHIESA PHOTO: LAURA PIETRA

n terzo tempo sul territorio bergamasco di grande livello. Una tre giorni all'insegna della pallacanestro e del leale agonismo sportivo. Il 5° Torneo Mario Bresciani ha aperto le danze e fatto ciuffo dal 10 al 12 settembre scorso, grazie soprattutto alla supervisione degli organizzatori Marilena Bresciani e Gianfranco Testa (vice presidente della Comark-BluBasket e a.d. del Gruppo Bresciani Auto). Dopo la presentazione ufficiale al ristorante "Il Pianone" avvenuta l'8 settembre - tra gli altri, presenti i presidenti dei comitati provinciale e regionale della Federazione Italiana Pallacanestro, Giuseppe Ventre ed Enrico Ragnolini, e l'assessore allo sport del Comune di Bergamo Danilo Minuti - la kermesse vera e propria è entrata nel vivo, anche grazie alla complicità della Fondazione Panathlon International. Ben trenta giovani formazioni (per circa 300 giocatori) provenienti da tutto il Nord si sono date battaglia su vari campi della Bergamasca. Dal Centro Sportivo Italcementi alla palestra Pesenti di via Ozanam, passando dal PalaNorda, dal PalaSport Carnovali, dalla palestra Carpinoni e, infine, a Treviglio dal PalaFacchetti, dalla palestra Gatti e dalla palestra Vespucci. Un'organizzazione impressionante dedicata a quattro giovanissime categorie (Under 13, Under 14, Under 15 e Under 13 femminile, novità dell'edizione 2009) e alla serie A Dilettanti. Le due finali del torneo, dal canto loro, sono state all'altezza delle aspettative. Il team bergamasco Comark-Bluorobica ha conquistato la vittoria contro i temibili Reyer Venezia solo negli ultimi secondi, con il punteggio di 87 a 86. Un solo canestro, nei secondi finali di gara, ha decretato il vincitore della categoria Under 15. Tuttavia, lo stesso organizzatore Gianfranco Testa ha definito la finale un bellissimo pareggio. Le due squadre, infatti, si sono date battaglia per l'intera durata del match, mostrando qualità tecniche, voglia di vincere e grande cuore. Più sfortunati sono stati i colleghi della serie A Dilettanti Comark-Treviglio, sconfitti dalla Basket Brescia Leonessa (dopo un tempo supplementare) per 83 a 88. Da non sottovalutare anche l'aspetto sociale di questa manifestazione che, grazie alla famiglia Bresciani, ha una rilevanza almeno pari a quella sportiva. Dal punto di vista benefico, infatti, è sempre significativo il contributo economico che ogni anno viene realizzato a favore delle associazioni impegnate nei vari campi della solidarietà. Per l'occasione era presente il presidente di "Casa Eleonora Onlus", Giuseppe Locatelli, ex direttore dell'Unità operativa di Chirurgia pediatrica degli Ospedali Riuniti. Proprio a quest'importante realtà benefica bergamasca - che ospita i parenti dei bambini ricoverati all'ospedale cittadino - è stata destinata la raccolta fondi del torneo 2009.

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Trawel Fly Agnelli, la prima uscita è per Benedetta

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PHOTO: GIORGIO CHIESA

uella che si è svolta domenica 6 settembre scorso è stata una serata dalle mille emozioni e dai mille significati: valori importanti caratterizzati da un solo volto, quello di Benedetta. Al "Tiempo, restaurant - pizzeria & bar" - dalle 19 in poi - centinaia di persone si sono riunite per festeggiare il compleanno di una bambina come tante altre, solo un po' più speciale. Grazie alla nuova gestione del locale di Mozzo, metà dell'incasso dell'aperitivo benefico è stato donato alla famiglia della bambina gravemente malata, mentre nel corso della serata non hanno mancato di dare il loro contributo alcuni illustri sportivi bergamaschi. Parliamo di partner d'eccellenza come le "Palestre Victoria" - del pugile Luca Messi e Omar Gentile - e la squadra di pallavolo maschile di Bergamo (Serie B1), la "Trawel Fly Agnelli". Proprio quest'ultima, attraverso il presidente Angelo Agnelli, ha scelto la speciale kermesse come sua prima uscita ufficiale, un'occasione per fare del bene prima dell'atteso inizio di campionato. Nelle battute finali della serata, la parola è passata alla mamma di Benedetta, che davanti alla grande torta preparata dallo staff del locale, ha colto l'occasione per ringraziare tutti i presenti e rinnovare il suo amore verso la figlia. "Anche se non puoi né sentirmi né vedermi - ha parlato commossa la madre -, voglio comunque dirti che ti voglio bene e che sono fiera di essere tua mamma". Davanti a queste parole, forse, non c'è nulla da aggiungere.

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Ropeca, il Villa D'Almé spalanca le finestre alla nuova stagione

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ARTICOLO DI LUCIANO BACHETTI

o scorso settembre la società sportiva Villa D'Almé, sponsorizzata dalla nota azienda bergamasca di finestre in Pvc Ropeca, ha presentato ad autorità e tifosi l'intero organico - compreso il settore giovanile - che prenderà parte alla prossima stagione sportiva 2009/2010. Oltre duecento atleti diretti da allenatori, vice e accompagnatori, tutti chiamati nel presentarsi singolarmente, hanno così sfilato davanti ad una gremita tribuna del centro sportivo. Presenti alla manifestazione il neosindaco del paese Giuseppina Pigolotti in compagnia degli assessori Giacomo Gotti e Mirco Perico, senza dimenticare i vertici Marino Pellegrinelli e Sergio Ferrari; con loro Gian Samuele Gotti e Luigi Falgari, rispettivamente presidente e vice della società Bruntinese e l'organizzatore, nonché responsabile del settore giovanile, Matteo Lasagna. Il sindaco Pigolotti ha sottolineato il rapporto di collaborazione fra Us Villa D'Almè e il comune da lei rappresentato, mentre Ferrari e Pellegrinelli si sono soffermati principalmente sul fronte sportivo rivolgendosi soprattutto ai genitori presenti. "Dobbiamo accettare con serenità il verdetto del campo, evitando inutili tensioni. I vostri figli sono anche i nostri, perché d'ora in poi li aiuteremo a crescere come ragazzi. Prima di tutto si è uomini, secondariamente si diventa giocatori". Al termine della kermesse - prima di un gustoso buffet -, sindaco, assessori e presidenti hanno ricevuto, dalle mani dei più giovani atleti, un simbolico oggetto sportivo; il "grande cuore giallorosso", consegnato dal figlio Dylan, è spettato invece a Marino Pellegrinelli.

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LOPAV PIMA: una grande azienda, una famiglia in festa CHI, DOVE E PERCHÈ

PHOTO: ALBERTO TAIOCCHI

a avuto grande successo la seconda edizione della festa della Lopav Pima, azienda di Ponte San Pietro, leader nel settore delle pavimentazioni industriali e civili. Da un paio d'anni il titolare Patrizio Locatelli riunisce i 140 dipendenti e le loro famiglie per una domenica da trascorrere in allegria e serenità. Teatro della giornata di festa, domenica 12 settembre scorsa, un'area verde di proprietà dell'azienda alle Ghiaie di Bonate. Sui prati dove sorge una casetta in legno che la Lopav ha donato in gestione ad un'associazione di disabili (società cooperativa sociale servizi Isola Onlus) sono stati montati tavoli, tendoni e gonfiabili per i bambini. Una vera e propria festa che ha compreso il pranzo condiviso oltre che dai dipendenti e dalle loro famiglie, anche dai ragazzi disabili dell'associazione (società cooperativa sociale servizi isola - onlus). In tutto hanno partecipato quasi 300 persone. "Vogliamo che questa festa diventi una tradizione - spiega il titolare Patrizio Locatelli -, per noi l'azienda non è solo un luogo di lavoro, è anche l'occasione per stare insieme e trascorrere ore piacevoli con i colleghi. Questo ci aiuta ad essere sempre più una squadra che si impegna per gli stessi obiettivi". Obiettivi che in questi ultimi anni la Lopav ha centrato uno dietro l'altro. Ricordiamo, uno dei tanti grandi cantieri in corso, quello in Abruzzo per la costruzione in tempi record delle nuove palazzine dell'Aquila destinate agli sfollati. La Lopav sta eseguendo la fornitura e la posa del cellulare alleggerito e delle caldane di sabbia e cemento di 500 appartamenti ed è riuscita a terminare il primo lotto in anticipo sulla tabella di marcia. Risultati che si ottengono grazie all'impegno di lavoratori e dipendenti che amano il proprio lavoro e la propria azienda. Ecco, quindi, il senso della grande festa di settembre: riunire colleghi, amici e famiglie per consolidare un rapporto dipendente-azienda improntato sulla condivisione di valori e di obiettivi.

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