Bergamo Economia Luglio 2011

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IMMOBILI: EFFICIENZA ENERGETICA

Edifici in Classe A? «Se autocertificati, sono una truffa» Lo dice Norbert Lantschner, direttore dell'Agenzia CasaClima di Bolzano FEDERALISMO: PADRONI A CASA NOSTRA?

«Speciale, in Sicilia, è lo spreco più che lo statuto» Intervista a Pierguido Vanalli, sindaco di Pontida e parlamentare leghista EFFETTO PISAPIA, A BERGAMO CAMBIA IL VENTO

Rivista mensile - Ogni primo venerdì del mese in edicola al prezzo di 4,00 euro. Poste Italiane S.p.A. Sped. in abb. post. 70% DCB Bergamo. In caso di mancato recapito restituire al mittente.

Mancano tre anni alle prossime elezioni amministrative in città, è già iniziata la rincorsa del Pd orobico a Franco Tentorio

CO.FIM Luce, illuminiamo la strada del risparmio energetico Dall'esperienza di Fimet S.p.a. e Colman Luca S.r.l. è nato uno strumento per pubbliche amministrazioni e privati, rivolto all'efficienza dei consumi e della manutenzione degli impianti

LUGLIO 2011 - anno 5 - numero Economia, attualità, costume e stile

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Sommario Luglio 2011

A pagina

24 Edifici in Classe A? ÂŤSe autocertificati, sono una truffaÂť

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Sommario Luglio 2011

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Redditi & Consumi Bergamaschi in crisi: redditi fermi, consumi in calo

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Parola all’associazione Il ruolo di Confesercenti: rilancio del commercio urbano, del turismo e della Bassa Bergamasca

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Bamboccioni o Disoccupati? Niente studio e lavoro: sono 26 mila i ragazzi bergamaschi «scansafatiche»

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Opportunità Marazzi: utili e occupazione, i benefici di Expo 2015

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Copertina CO.FIM Luce, illuminiamo la strada del risparmio energetico

BUSINESS

ECONOMIA 20

Relazioni industriali

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L’intervista Vanalli: «Con il federalismo padroni a casa nostra. Non più mezzadri»

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Cambia il vento? Effetto Pisapia: parte la lunga rincorsa del Pd orobico a Franco Tentorio

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Il convegno Dubbi e molte perplessità sulla riforma della giustizia

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Costituzione & Giustizia Colombo: «La Costituzione si rispetta pagando le tasse»

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Fisco & Tasse Evadere le tasse: Bergamo peggiora e retrocede di 11 posti

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L’anniversario Camera di Commercio, arti e manifatture: due secoli di storia

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Nuovo Gleno Casa di Ricovero S. Maria Ausiliatrice Onlus: due secoli da festeggiare

L'idea di Bombassei: contratti aziendali approvati a maggioranza

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« Summer Time » Wet Life, a Stezzano un'oasi di relax e benessere



www.bergamoeconomia.it

RUBRICHE & EVENTI 96

La kermesse

Bergamo Economia Rivista mensile di economia, attualità, costume e stile (Registrazione al Tribunale di Bergamo nr. 22 del 02/08/2007) Società editrice: Speb S.r.l. Via San Giorgio 6/n 24122 Bergamo Presidente: Marino Lazzarini

Tennis Vip 2011, spettacolo unico tra agone e beneficenza REDAZIONE: Direttore responsabile: Paolo Agnelli Curatori del progetto: Cristiano Agnelli e Luigi Berlusconi Caporedattore: Luca T. Bilotta Mail: bilotta@bergamoeconomia.it Redattore: Livio Casanova Mail: casanova@bergamoeconomia.it Fotoreporter: Giorgio Chiesa Mail: chiesa@bergamoeconomia.it

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Le supersportive JOY IS BMW M BMW M DRIVE TOUR

Art: Francesco Legramanti Mail: grafici@bergamoeconomia.it

La novità Fiat Freemont, stile italiano con anima USA

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Due ruote Motorama firma la nuova mobilità

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INFO: Stampatore: Quadrifolio S.p.a. 24052 Azzano San Paolo (Bg) - Via Emilia, 17 Tel. 035 330100

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Chi, dove e perchè Foto e curiosità

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L’editoriale Luglio 2011

Ben 285 ore perse per la burocrazia: è questo il futuro post crisi dell'industria italiana? DI LUCA T. BILOTTA

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maggio, sempre attraverso il nostro editoriale, abbiamo parlato di un argomento tanto caro agli imprenditori bergamaschi e non solo. Ovvero della pressione fiscale che, dati alla mano, ha pesato sulle spalle delle piccole e medie aziende italiane ben 9 miliardi di euro in soli dieci anni. Bene, a distanza di qualche mese ritorniamo sull'argomento per rafforzare ulteriormente il concetto: serve necessariamente un cambio di rotta. L'ha detto pure Umberto Bossi, in quel di Pontida nel suo discorso di pochi giorni fa. Non ha mancato di lanciare fulmini e saette contro Giulio Tremonti (anche se i media italiani hanno focalizzato il suo discorso su altri concetti), sottolineando come sia necessario allentare il cappio attorno al collo alle aziende del Nord con una riforma. Oramai il fisco, a prescindere dall'appartenenza politica, sbilancia sempre più le aziende verso il rosso bancario. Lo si può definire una specie d'ingombrante socio di capitale che si prende una buona fetta degli utili aziendali, in un periodo in cui quest'ultimi marcano visita. Insomma: il rapporto fra fisco e impresa non funziona ed è un dato di fatto. In particolare

non si capisce se la pressione fiscale sia esagerata - ed è per questo che in molti evadono -, o se l'evasione sia alta perché le tasse sono troppo esose. Cerchiamo di fare chiarezza. In primis dobbiamo dire che, appunto stime alla mano, il peso del fisco incide in maniera asimmetrica sulle varie dimensioni d'impresa e, come talvolta capita nel nostro Paese, alla fine colpisce nel modo più intenso la parte più vitale ed efficiente del capitalismo produttivo italico, ossia il cuore delle piccole e medie imprese. In questo caso, l'aliquota fiscale media (con Ires e Irap) è del 38,8%, una decina di punti in più rispetto alle grandi imprese italiane, per la precisione tredici in più delle multinazionali europee. Rendiamoci conto: le piccole realtà produttive sono più vessate delle grandi. Pazzesco. Ma non è l'unica situazione in squilibrio. Secondo la Banca mondiale la tassazione totale dei profitti, che include anche i contributi sul lavoro e le altre imposte minori, è del 68,6%: venti punti in più rispetto alla Germania, il nostro punto di riferimento per la sua funzione di traino dell'Europa e per la comune vocazione manifatturiera, venticinque punti in più della media Ocse. Ora, ritornando all'editoriale scritto il mese scorso, in questo caso giugno - in cui si parlava favorevolmente della Fondazione a favore delle Pmi italiane - il punto focale di questa nuova unione d'intenti fra associazioni di categoria è proprio l'abbattimento di questo dislivello. Una manovra assolutamente necessaria e per fortuna c'è chi se ne fa portavoce, anche perché ha effetti negativi a catena. Ricordiamo appunto gli studi di Mediobanca e della Bocconi di Milano che citavamo a maggio e che hanno mostrato

quanto questo squilibrio e queste asimmetrie influenzino, in negativo, l'efficienza interna del nostro sistema industriale. Restando alle medie imprese si stimava che, se la pressione fiscale fosse stata quella (più leggera) delle grandi aziende, il risparmio fiscale cumulato dal 1999 sarebbe stato pari a poco meno di 9 miliardi di euro. Questa somma avrebbe consentito di aumentare del 16% il monte investimenti, oppure di accrescere i mezzi propri del 20%, rendendo così le Pmi meno dipendenti dal finanziamento bancario. Questo è soltanto un esempio della maggiore efficienza industriale che potrebbe derivare, alla nostra economia, da un generale alleggerimento fiscale. L'operazione, sotto il profilo concettuale, vale infatti per ogni categoria dimensionale, ma in particolare per le piccole e medie realtà imprenditoriali. Una perdita importante, che non può e non deve passare inosservata. Ma c'è anche un altro dato meno economico, ma altrettanto importante e che difficilmente si riesce a quantificare. Parliamo del tempo. I dati nuovi, emersi in questi giorni, fanno proprio un bilancio delle ore perse dalle imprese italiane e dai loro titolari, ben 285 ore, per risolvere tutte le questioni burocratiche. È come se l'imprenditore dovesse stare 40 giorni all'anno, otto settimane, a occuparsi solo e soltanto di faldoni e fogli, documenti e bolli. Peccato che il suo concorrente tedesco, invece, dedichi a tutto questo solo 30 giorni. L'inglese 15. Serve altro per intuire la necessità di una riforma? Speriamo di no, peccato che dal Governo, oltre a tante buone parole e mille propositi - non ce ne voglia Tremonti - non escano idee, utili perlomeno a tamponare la situazione.

IL CAPOREDATTORE

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LA FOTONOTIZIA

Persico «Around the World» E' PARTITO DAL CANTIERE DI NEMBRO IL "VOLVO OPEN 70", IL PRIMO YACHT DA REGATA INTERAMENTE REALIZZATO DALL'AZIENDA BERGAMASCA PER L'ABU DHABI OCEAN RACING Non si tratta di uno spot che fa il verso alla storica campagna Q8: la barca a vela che scivola sull'asfalto con la colonna sonora dei Queen, perché giovedì 23 giugno, mezz'ora prima delle 23, è uscita dai cantieri della Persico Nautical Division la prima barca da regata tutta "made in Nembro" che ospiterà l’equipaggio dell’Abu Dhabi Ocean racing. Su un tir adibito per il trasporto barche è iniziato il viaggio del "Volvo Open 70", uno scafo lungo 22 metri (70 piedi) realizzato interamente dall'azienda bergamasca e commissionato dal Team Abu Dhabi, prima squadra del Medio Oriente a partecipare alla Volvo Ocean Race, la più massacrante competizione velica per le sollecitazioni alle quali sono sottoposte barche ed equipaggi. Stampi, scafo, coperta, chiglia, bulbo, albero e sartiame sono stati realizzati direttamente dalla Persico mentre gli altri componenti sono stati acquistati da terzi per una commessa complessiva (che la società bergamasca si è aggiudicata integralmente a seguito di una gara che ha coinvolto fornitori locali e internazionali provenienti da Emirati Arabi Uniti, Europa ed Estremo Oriente) che ha superato i 5 milioni di euro e circa 45.000 ore di lavoro. L'Abu Dhabi Ocean Racing prenderà in consegna il suo yacht Volvo Open 70 per il training finale prima che la Volvo Ocean Race 2011/12 inizi i suoi nove mesi di navigazione: 39.000 miglia di viaggio che prenderanno il via ad ottobre da Alicante, Spagna, per concludersi nell'estate del 2012 a Galway, in Irlanda. Ma, intanto, l'azienda di Nembro guarda già oltre. Alla Coppa America del 2013.

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Notizie in breve 5.320 euro

5.202 euro

E' il gettito Irpef pro capite (dati 2009) di Gorle, il più "tassato" tra i comuni bergamaschi, un dato che fa il paio con il reddito medio per contribuente di 33.145 euro

E' l'imposta sul reddito delle persone fisiche (procapite) versata da Bergamo: nella graduatoria assoluta dei versamenti è al secondo posto in Italia, dopo Milano. Fanalino di coda è Andria con "appena" 1.081 euro di imposta sul reddito versata

Nomine

Tecnodal, Servitec e Fiera Nuova, nuovi cda presieduti da:

Agnelli, Maria Teresa Azzola e Malvestiti Dopo le nomine camerali, è arrivata l'ora dell'insediamento per i nuovi vertici della società per l'innovazione Servitec, del polo tecnologico Tecnodal ( che detiene gli immobili di Servitec) e di Bergamo Fiera Nuova, ente gestore della

Paolo Agnelli

Imprese & Territorio a esprimere i presidenti. La guida di Tecnodal passa, quindi, a Paolo Agnelli, presidente dell'Apindustria Bergamo, di Confapindustria Lombardia e della neonata Fondazione per l'Impresa e l'industria manifatturiera, mentre per l'altra metà del polo tecnologico toccherà a Maria Teresa Azzola, leader della Cna Bergamo. Il presidente della Camera di commercio Paolo Malvestiti, numero uno dell'Ascom Bergamo, presiederà il cda dell'ente fiera: tra i consiglieri di nomina camerale, l'unico dei confindu-

striali in seno all'ultima tornata di nomine è Matteo Zanetti, figlio di Emilio (UBI Banca). L'ente camerale ha una partecipazione in Servitec Srl pari al 31.56% del capitale sociale e in Tecnodal SpA pari al 49% del capitale sociale, quindi ha designato per il cda di Servitec anche Cristiano Arrigoni, figura tecnica in quanto direttore dell'azienda speciale Bergamo Formazione; e per Tecnodal Marco Amigoni, presidente della Lia Liberi imprenditori Associati. Tutti gli incarichi assegnati sono triennali, con scadenza al 2013.

«Low cost» Maria Teresa Azzola

Paolo Malvestiti

Fiera di Bergamo. Si sono riuniti i cda delle società pubbliche, ratificando gli incarichi anche dal punto di vista formale. Dal punto di vista politico, invece, esce di scena la precedente gestione targata Confindustria Bergamo, che affidava due presidenze all'ex numero uno Roberto Sestini e la Tecnodal a Giuliano Lanzini: ora è 12

Assimpresa Bergamo parte dai professionisti Quota associativa: 1 euro Fermento associativo in Bergamasca per la nascita della nuova organizzazione imprenditoriale low cost Assimpresa Bergamo, pochi mesi dopo il consolidamento di Casartigiani e mentre tenta di affermarsi la sezione orobica dell'Asvicom. A fine giugno, all'Holiday Inn Express di Mozzo, si è tenuto il primo atto pubblico con un convegno sull'internazionalizzazione delle imprese. Già assegnate le cariche sociali: la presidenza è andata a Giorgio Nosari, giovane avvocato attivo nello studio di famiglia in Bergamo, dove si occupa prevalentemente di diritto delle società, delle associazioni e fondazioni, mentre come vice debutta la tributarista Cinzia Liberio, con studio a Treviolo. Il segretario generale è invece Giovanni Nosari, attivo anche nell'editoria come collaboratore del sito d'opinione www.bergamo.info.

Come sede legale, Assimpresa Bergamo si appoggia allo studio Leaders Data srl di via Paglia, in città: qui il nome di riferimento è quello del commercialista Giuseppe Allevi detto Peppino. Tra le peculia-

rità spicca sicuramente la politica del prezzo basso, anzi simbolico: 1 euro. E' questa la quota associativa "perchè per offrire buoni servizi - spiega Allevi - è sufficiente non buttare alle ortiche i soldi dei contribuenti: il costo di certe consulenze, del resto, va con-

siderato pari a zero". La base di partenza è rappresentata da un gruppo di professionisti, in prevalenza commercialisti, notai e consulenti del lavoro, più che su una platea di piccoli medi imprenditori, Assimpresa muove i primi passi con esperti del settore che hanno deciso di fare leva sulle proprie competenze e di metterle in rete per la clientela, così da fare massa critica, attingere a contributi e agevolazioni, partecipare in forma associata ai bandi pubblici, acquisire insomma la medesima forza che attualmente hanno le associazioni di categoria. Riuniti in una nuova entità - questo il filo logico - i professionisti bergamaschi potranno offrire oltre alla loro professionalità, anche tutti quei servizi specialistici che non è economico organizzare all'interno della propria struttura.



Notizie in breve 15.000

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E' il numero di case fantasma in provincia di Bergamo. Dai rilievi aerei, fotografie dall'alto emerge che 14.728 edifici non sarebbero censiti: una media di 16.6 ogni mille abitanti. E' il record (negativo) tra le province lombarde

E' il prezzo al metro quadro per una casa sui Colli, in Città Alta o lungo il prestigioso Viale Vittorio Emanuele, 5000 euro al mq per chi si "accontenta" di via XX settembre. A Bergamo i prezzi delle case scendono tranne in centro e in Città Alta

L'indagine

Bergamo città ricca, popolazione povera Dalla ricerca condotta dalla Camera del Lavoro sugli stipendi dei lavoratori del territorio provinciale e sulle pensioni emerge un quadro tutt'altro che rassicurante Quanto c'è nella busta paga dei lavoratori bergamaschi? E con quanto sono costretti a vivere - in

tempi di grave crisi - i precari e i pensionati della nostra provincia? Per rispondere a queste domande la Cgil orobica ha condotto uno studio, coordinato dalla sindacalista Luciana Fratus, che ha portato ai risultati riassunti in questa pagina. A seguire il commento ai dati raccolti rilasciato di Luigi Bresciani, segretario provinciale della Cgil. L'analisi - "Dal 1980 ad oggi il peso delle ritenute alla fonte sui redditi da lavoro dipendente e da pensione rispetto al totale delle imposte dirette è passato dal 40 al 52%, mentre i pagamenti in sede Irpef dei redditi non da lavoro dipendente (autonomo, impresa) più il gettito delle imposte sostitutive sui redditi da capitale si sono ridotti dal 37 al24% del totale (fonte: nens-visco). Siamo al quinto posto tra i paesi Ocse per pressione fiscale sul lavoro e ventiduesimi nella classifica dei salari (appena sopra la Grecia). Il 10% delle famiglie più ricche possiede il 45% dell'intera ricchezza netta delle famiglie italiane: 2.380.000 di famiglie possiedono, ognuna, mediamente, 1.547.000 euro (fonte: bankitalia).Ogni anno ci sono 120 miliardi di euro in meno nelle casse 14

dello Stato per evasione ed elusione fiscale (il doppio di Francia, Gran Bretagna, Germania.

Il sommerso dell'Italia è superiore del 60% alla media dei paesi Ocse (fonte: bankitalia)".

La ricerca - Salari e pensioni a Bergamo nel 2010: 45 pensionati su 100 in provincia di Bergamo vivono con meno di 500 euro al mese(102.000 pensionati su 227.000); l'inflazione riprende; il costo dei mutui sale; il prezzo della benzina cresce; le tariffe dei trasporti sono al + 10%(in vista altri aumenti); poi ci sono addizionali comunali e regionali che aumentano. La soluzione - Cosa occorre fare secondo la Cgil bergamasca? Primo: La questione fiscale. Diminuire la pressione fiscale; no all'aumento dell'Iva (verrebbe pagata dai consumatori). Secondo: estendere la contrattazione aziendale che oggi riguarda non più del 35% dei lavoratori dipendenti. Terzo: Sperimentare la contrattazione territoriale per le piccole e medie imprese dove non esiste contrattazione aziendale. Quarto e ultimo: maggiore collaborazione dei Comuni sulla contrattazione sociale (addizionali, tariffe, servizi, assistenza).

La lettera al direttore

OFI, niente CdO per accedere a Futurimpresa: la rettifica dell’azienda Alla c.a. Direttore Mi permetto di disturbarla al fine di richiederLe una rettifica sul prossimo numero della vostra rivista in merito a quanto affermato nell'articolo pubblicato a pagina 66 della pubblicazione numero 43 - giugno 2011. In detto articolo si afferma e cito testualmente: "Quando infatti si è trattato di attingere ai milioni della sgr camerale Futurimpresa - 2.5 milioni pubblici - la prima

vincitrice è stata un'azienda orobica associata proprio alla Compagnia delle Opere, la OFI Officina Farmaceutica Italiana, capace di scavalcare centinaia e centinaia di pretendenti". A nome dell'unanimità della compagine azionaria sono a confermarLe che quanto affermato nell'articolo pubblicato è falso. Non solo la società OFi Spa non è e ne è mai stata "associata" alla CdO ma aggiungo che in nessun passaggio

riguardante l'operazione effettuata con Futurimpresa Sgr vi sia mai stato il coinvolgimento diretto o indiretto della Compagnia delle Opere. Come detto gradiremmo cortesemente leggere una rettifica nel prossimo numero della rivista. Colgo l'occasione per porgerLe cordiali saluti Luca Testa Direttore Generale



ECONOMIA&BUSINESS

La compravendita internazionale L'attenzione al contratto può evitare spiacevoli sorprese

LEGGERE LA LEGGE - Rubrica a cura dell’avvocato Marco Amorese uesto mese ritorniamo su un tema importante e di cui abbiamo già scritto: la compravendita internazionale. La disciplina della vendita internazionale di beni forma oggetto di almeno sei convenzioni interstatali di diritto uniforme: la Convenzione dell'Aja del 15 giugno 1955 sulla legge applicabile alle vendite aventi carattere internazionale di oggetti mobili corporali, la Convenzione dell'Aja del primo luglio 1964 con allegate la legge uniforme sulla formazione dei contratti di vendita internazionale e quella sulla vendita internazionale di beni mobili corporali, la Convenzione di New York del 14 giugno 1974 sulla prescrizione in materia internazionale di beni mobili, la Convenzione di Vienna del 11 aprile 1980 sulla vendita internazionale di beni mobili, la Convenzione di Ginevra del 17 febbraio 1983 sulla rappresentanza in materia di vendita internazionale di beni mobili ed infine la Convenzione del'Aja del 22 dicembre 1986 sulla legge applicabile alle vendite aventi carattere internazionale

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disciplina della vendita intercorrente fra le parti e si applica ai beni acquistati per uso commerciale o produttivo o professionale. E' tuttavia esclusa la sua applicazione alla vendita avente per oggetto navi e areomobili, energia elettrica,

In Italia, al contratto di vendita internazionale di beni mobili si applica dal primo gennaio 1988 la Convenzione di Vienna (CVIM) in combinazione con la convenzione dell'Aja del 1955, rimanendo, in subordine, applicabile la convenzione di Roma del 1980 e le norme disciplinate dalla Legge n. 218/95. Si badi, tuttavia, che le parti hanno comunque la facoltà di escludere espressamente la Convenzione mediante apposita pattuizione nel contratto, oppure derogare a singole sue disposizioni o modificarne gli effetti. Questa convenzione mira a rendere uniforme la

beni acquistati per uso personale, familiare e domestico ed infine avente ad oggetto l'acquisto dei titoli di credito. Non solo: la fornitura di beni da fabbricare o produrre non è soggetta alla Convenzione quando la parte preponderante delle obbligazioni del contraente fornitore dei beni consista nella fornitura di manodopera o di servizi, essendosi in tal caso in presenza non di vendita, ma di un contratto di appalto. Vediamo quindi come è regolato un aspetto cruciale della vendita: il passaggio del rischio. L'art. 69 della convenzione statuisce che vi è passaggio del rischio quando il compratore prende in consegna i beni o, se non lo fa tempestivamente, dal momento in cui i beni sono messi a sua disposizione ed egli si rende ina-

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dempiente mancando di prenderli in consegna. Se il contratto di vendita implica il trasporto dei beni, il rischio passa al momento della consegna del vettore. Nella prassi, il momento esatto di trasferimento dei rischi viene pattuito attraverso la scelta di un dato Incoterm. La CVIM prevede una disciplina unitaria anche in materia di mancanza di conformità e garanzie per vizi della cosa venduta. Se il difetto di conformità esiste prima del momento del passaggio del rischio, allora sussiste la responsabilità del venditore. Tuttavia, quest'ultimo è altresì responsabile per i difetti ed i vizi che si dovessero manifestare anche dopo il passaggio del rischio al compratore in due specifiche ipotesi: (1) se il difetto rispetto a quanto pattuito è dovuto all'inadempimento di una qualsiasi sua obbligazione e (2) se il venditore ha garantito che per un lasso di tempo i beni si manterranno idonei al loro normale uso o conserveranno le qualità o le caratteristiche determinate. Obbligo del compratore è comunque di esaminare i beni in un breve lasso di tempo, compatibilmente con le circostanze. Quindi, se il contratto implica il trasporto dei beni, l'esame può essere differito fino al momento dell'arrivo dei beni a destinazione. Tuttavia, il compratore perde il diritto di far valere il difetto di conformità dei beni se non lo denuncia entro un lasso di tempo ragionevole, comunque non superiore a due anni dalla consegna a meno che il termine non sia in contrasto con la garanzia pattuita. Appare pertanto essenziale un accorto accordo con le proprie controparti internazionali.


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Trust: attenzione all’improvvisazione La Corte di Cassazione prende una posizione contro i trust "fasulli"

CON... TRIBUTO - a cura della Dott.ssa Barbara Putortì rmai da anni si sente parlare di "Trust", un sistema giuridico di natura anglosassone molto in "voga" negli anni '90, un po' come il mitico Moncler. Tale istituto serve a regolare una molteplicità di rapporti giuridici di natura patrimoniale come ad esempio isolamento e protezione dei patrimoni, diritto societario e fiscale, ecc... Non esiste un rigido modello di trust, ma nella costituzione di questo sistema giuridico possono essere seguiti vari schemi, in base alle finalità da raggiungere. I soggetti del trust sono generalmente tre: una è colui che lo promuove, il secondo è rappresentato dal gestore, e il terzo è il beneficiario. Il trasferimento dei beni nel fondo del Trust è vincolato da un legame che intercorre tra il settlor e il trustee, che è il cosiddetto "patto di fiducia". Vi sono tanti possibili utilizzi del trust quanti ne può immaginare la fantasia di un professionista, fondamentale, però, è che il negozio del Trust deve potere essere sempre considerato meritevole secondo i principi dell'ordinamento giuridico di riferimento. A tale proposito la Corte di cassazione con la sentenza del 30 marzo 2011 n. 13276 ha dichiarato che la costituzione

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del trust, se simulato, può essere un "mero espediente per creare un diaframma tra patrimonio personale e proprietà costituita in trust", in questo caso, quindi, i beni dell'indagato che ne sia anche disponente non sono al riparo dal sequestro preventivo finalizzato alla confisca.

Secondo i supremi giudici "presupposto per la confisca è che detta misura riguardi beni di cui l'indagato ha la disponibili-

tà anche per interposta persona fisica per un valore corrispondente al prodotto, profitto o prezzo del reato". Con questa sentenza il legislatore ha voluto punire i falsi trust, quelli cioè costituiti dalle parti solo al fine di fare apparire gli effetti di tale negozio giuridico ai terzi, senza in realtà volerli realmente. La cassazione in modo sintetico, chiarisce altresì che " presupposto coessenziale alla stesura dell'istituto è che il detto disponente perda la disponibilità di quanto abbia conferito in trust aldilà di determinati poteri che possano competergli in base alle norme costitutive. Tale condizione è ineludibile al punto che ove risulti che la perdita del controllo dei beni da parte del disponente sia solo apparente, il trust è nullo". E' importante sottolineare che costituire un trust è ben più complicato rispetto a istituire un fondo patrimoniale, è necessario infatti conoscere la lingua e le leggi regolatrici, oltre che avere una accurata cultura in materia. Con questa sentenza i giudici hanno voluto punire i Trust costituiti con improvvisazione, carenti di presupposti per la loro validità, insomma è un invito rivolto ai professionisti, al fine di impiegare il trust in maniera più diligente e idonea.



ECONOMIA&BUSINESS

ontratti aziendali approvati a maggioranza dai lavoratori, vincolanti per tutti i sindacati, e soprattutto alternativi ai contratti nazionali di categoria validi per tutto un settore industriale. Il tutto blindato da una legge approvata dal Parlamento. La partita sulla contrattazione aziendale (se debba essere in deroga a quella nazionale o del tutto sostitutiva), sul nodo della rappresentanza sindacale e sull'applicabilità degli accordi sottoscritti a maggioranza, riaperta un mese fa dal vicepresidente di Confindustria con delega alle relazioni industriali Alberto Bombassei, si è trascinata per tutto il mese di giugno.

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Sullo sfondo il caso Fiat e le perplessità di Sergio Marchionne sull'utilità o meno del Lingotto di rimanere legato a Confindustria. Ipotesi che, secondo i bene informati, il manager italo canadese non avrebbe del tutto messo da parte, nonostante le smentite che continuano a sembrare più di circostanza che di sostanza. In gioco c'è la piena agibilità degli stabilimenti di Pomigliano e Mirafiori a fronte delle intese sottoscritte da Cisl e Uil e ratificate dai referendum (63.4% di sì in Campania, 54% a Torino), perchè le esigenze del Lingotto sono di mettere al sicuro i 700 milioni di investimenti per la produzione della nuova Panda e, più in gene-

rale, i 20 miliardi promessi per Fabbrica Italia. Tanto più adesso che la battaglia giudiziaria aperta dalla Fiom sta per arrivare a redde rationem e il verdetto dovrebbe arrivare il 16 luglio, giorno in cui il giudice Vincenzo Ciocchetti ha fissato la prossima udienza sul ricorso legale contro gli accordi Fiat di Pomigliano. Le tute blu della Cgil si oppongono alla costituzione della newco di Pomigliano (la nuova società costituita dall’azienda torinese per gestire l’accordo del 15 giugno), in quanto non nascerebbe una nuova società ma ci si troverebbe semplicemente di fronte alla cessione del ramo d'azienda. Se così fosse andrebbe allora applicato il contratto nazionale in


L'idea di Bombassei: contratti aziendali approvati a maggioranza RELAZIONI INDUSTRIALI

Il numero due di Viale Astronomia propone di sostituire l'accordo nazionale con quelli aziendali, approvati a maggioranza dai lavoratori e vincolanti per tutti i sindacati. La proposta, che punta a convincere Marchionne sull'utilità di rimanere in Confindustria, ha riaperto il confronto con i sindacati

Modelli contrattuali a confronto deroga, concordato con Cisl e Uil. E ciò costringerebbe Fiat ad uscire da Confindustria e da Federmeccanica. Il caso del Lingotto catalizza l'attenzione di tutti sia per le dimensioni che per gli aspetti drammatici che ha assunto, ma è solo un lato, anche se il più evidente e consistente, di una difficoltà dell'organizzazione degli industriali a muoversi con agilità e tempestività, assecondando l'esigenza di avvicinarsi alla base, alle aziende e alle rappresentanze sindacali sul luogo di lavoro, il

Vecchio

Nuovo

Data di decollo

Luglio 1993

Aprile 2009

Vigenza

16 anni zzzzzzzzzzzzzzzz

4 anni zzzz (In via sperimentale)

Durata parte economica

2 anni zz

3 anni zzz

Durata parte normativa

4 anni zzzz

3 anni zzz

Parametro per aumenti salariali

P.a. Inflazione programmata privati indice Foi

Indice Ipca, armonizzato Ue, depurato dei beni energetici importati

Contratto collettivo nazionale (ccnl)

Garantisce stesso trattamento a tutti i lavoratori di un certo settore

Accordo-cornice valido per tutti in un certo settore

Contratto di 2° livello Collega incentivi ad obbiettivi (aziendale, territoriale) di produttività, qualità, efficienza...

Incentivato per divenire accessibile a tutti

21


Rinnovi e scadenze DIPENDENTI IN ATTESA DI RINNOVO

36,7%

A c c o r d i r i n n o v a t i e s c a d u t i a f i n e a p r i l e 2 0 11

In attesa di rinnovo

In vigore

37

Media del tempo di attesa per i lavoratori con il contratto scaduto

16,1 mesi

41

78 Contratti della pubblica amministrazione scaduti

4,8 milioni

Dipendenti interessati

8,3 milioni

baricentro del sistema di contrattazione collettiva. Il caso Fiat lo dimostra. Ecco quindi l'idea di Bombassei sulla necessità di una legge che consenta al contratto aziendale di sostituire quello nazionale, proposta ribadita anche dal ministro del lavoro Maurizio Sacconi che ha promosso un intervento legislativo accompagnato da un avviso comune di imprese e sindacati: "Dovranno le parti - ha detto il ministro - e noi con loro, essere in grado di garantire piena efficacia a quegli accordi non solo perché necessari per gli investimenti ma anche perché nei Paesi occidentali il contratto aziendale è sempre più riconosciuto come quello più idoneo a far crescere le imprese in termini di condivisione sociale". Sacconi ha citato l'esempio del modello tedesco: "Basta guardare alla Germania - ha aggiunto - dove la dimensione aziendale delle relazioni industriali ha radici antiche e una presenza significativa", aggiungendo come "anche in Spagna si stia lavorando al rafforzamento della contrattazione aziendale". In Italia, va detto, i contratti nazionali sono 450 distribuiti per categorie e sottocategorie, un retaggio di relazioni industriali datate con lo scopo di tutelare i più deboli. Nessuno dubita del fatto che il contratto nazionale di categoria possa tenere conto delle differenze 22

TUTTI blocco dei rinnovi per legge fino al 2012

settoriali, territoriali e di mercato ma va preso atto che il 95% delle imprese italiane ha meno di 10 dipendenti (oltre 8 milioni di persone); sopra i 50 dipendenti ci sono poco più di 25 mila imprese che danno lavoro a 5.7 milioni di persone; sopra i 250 dipendenti vi sono solo 3.718 imprese che danno

lavoro ad oltre 3.5 milioni di persone. Ed è vero che la maggioranza dei lavoratori che si trova nelle piccole imprese senza i contratti nazionali determinati dalle medie e grandi imprese non avrebbe alcuna tutela. Però la contrattazione aziendale, attuata nelle imprese più dinamiche, è lo specchio di condizioni economiche e di mercato delle aziende con più utili, che con i sindacati e i lavoratori condividono il buon andamento stesso dell'impresa. Sul fronte sindacale più favorevole a questa tipologia di contratti è la Cisl di Raffaele Bonnani, più lontana dall'impresa e più vicina alle tutele garantite dal contratto nazionale è la Cgil di Susanna Camusso che considera una legge sui contratti aziendali "un atto autoritario e di cancellazione della libera associazione tra le parti, un'ingerenza tesa a praticare la divisione". E ancora: "Non si può fare una normativa sui contratti se non c'è rappresentanza". L'idea di una legge sul tema delle relazioni non piace molto nemmeno alla Cisl. Per questo Raffaele Bonanni ha rivolto anche una sorta di appello alla Cgil per un "atto di responsabilità e unità". "La nostra opinione è che un avviso comune possa bastare, però è chiaro che gli accordi interconfederali danno garanzie sul piano giuridico se tutti si riconoscono in essi". In questo

ha avuto esito positivo la proposta di conciliazione avanzata dal giudice del lavoro, Vincenzo Ciocchetti, per tentare di evitare il "muro contro muro" nel ricorso presentato dalla Fiom sulla newco Fabbrica Italia di Pomigliano. Dopo che la Fiom aveva "dettato" le sue condizioni per accettare la conciliazione, che sono state respinte dalla Fiat, il giudice ha proposto una serie di accomodamenti "per cercare di individuare un terreno minimale su cui sia possibile lavorare".

NON


tutto". Il dibattito è aperto e nessuno nega che una semplificazione sia necessaria, così come è indispensabile tutelare i più deboli stimolando nello stesso tempo le imprese più dinamiche. Prima accordo e poi legge o

Susanna Camusso: Una legge sui contratti aziendali è "un atto autoritario e di cancellazione della libera associazione tra le parti, un'ingerenza tesa a praticare la divisione"

quadro si inserisce il segretario della Uil Luigi Angeletti che, a metà giugno, ha disdetto lo storico accordo del luglio 1993 benedetto allora dal presidente Ciampi, incentrato su due livelli di contrattazione (nazionale e aziendale), inventore delle Rsu (Rappresentanze sindacali unitarie al posto delle Rsa, elette per due terzi dai lavoratori e per uno designate dai sindacati in proporzione ai voti) e riformato (senza la firma Cgil)

sentanza, a fine mese, la presidente di Confindustria Emma Marceglia ha chiamato a raccolta i sindacati partendo dal presupposto che "se un impresa sigla un accordo con la maggioranza dei lavoratori, questo deve valere per tutti. Non esiste che uno il giorno dopo si alza e mette in discussione

prima legge e poi accordo. La vera sfida a cui sono chiamati Governo, associazioni imprenditoriali e parti sociali è trovare un canale che favorisca l'occupazione, in particolare dei giovani, e nel contempo non paralizzi le imprese più innovative e redditizie. Una proposta anche il ministro Tremonti l'ha fatta: "Più contrattazione aziendale in cambio di meno abusi nei contratti a tempo determinato". Da qualche parte bisogna pur partire.

Emma Marceglia: "Se un’impresa sigla un accordo con la maggioranza dei lavoratori, questo deve valere per tutti Non esiste che uno il giorno dopo si alza e mette in discussione tutto" nel 2009. Sul tema dei contratti, che porta con sé il tema della validità degli accordi sottoscritti tra le parti sociali e del cosiddetto "erga omnes" (validità verso tutti), che a sua volta si lega al tema della rappre23


ECONOMIA&BUSINESS

«Non può funzionare una metodologia in cui il committente si cerca il suo collaudatore di fiducia, pagato profumatamente È un programmato conflitto d'interessi» 24


Edifici in Classe A? «Se autocertificati, sono una truffa» L'INTERVISTA

Parola a Norbert Lantschner, direttore dell'Agenzia CasaClima di Bolzano «L'attestazione energetica è vissuta in Italia come un semplice pezzo di carta da acquistare al supermercato»

A CURA DI GIORGIO CHIESA

edilizia sostenibile è uno dei temi del futuro-presente. Vale a dire, un argomento che deve essere trattato adesso, ma di cui avremo benefici concreti nei prossimi anni. Non parliamo con la stucchevolezza di alcuni ambientalisti, né con la forza di un referendum che ha mandato in cantina il nucleare in Italia per sempre. I problemi che vogliamo mettere in luce sono tradotti in numeri, metodologie di lavoro e in idee concrete. La parola va dunque a Norbert Lantschner, direttore dell'Agenzia CasaClima di Bolzano, che in esclusiva per Bergamo Economia ha risposto alle nostre domande sul futuro dell'edilizia (bergamasca, nazionale e internazionale) e più in generale sull'avvenire energetico del mondo. "La certificazione energetica è uno strumento importantissimo, ma persiste un problema: un sistema di calcolo che permette troppe interpretazioni. Oggi, in Italia, il tecnico specialista riesce a giocare con i nume-

L'

ri e a ottenere ciò che gli serve. Con questo modus operandi il rischio è che tra un paio d'anni avremo tutte le abitazioni in Classe A senza aver cambiato realmente nulla. L'obiettivo europeo, invece, è salvaguardare l'indipendenza di chi certifica; deve essere un'operazione trasparente, legata alla qualità, deve insomma essere garantita l'imparzialità. Non può funzionare una metodologia in cui il committente si cerca il suo collaudatore di fiducia, pagato profumatamente. È un programmato conflitto d'interessi. Io lo chiamo il virus dell'autocertificazione. La testimonianza è data dal fatto che il prezzo di questo mercato è andato al ribasso e tutto ciò si traduce in una grande opportunità persa, perché in questo modo facciamo danni a lungo termine. Il certificato energetico è vissuto come un semplice pezzo di carta da acquistare al supermercato. La Classe A che oggi viene venduta, in sintesi, non significa efficienza, ma autocertificazione".

Lei sta parlando di una vera e propria truffa legalizzata. Il cliente finale come dovrebbe comportarsi? "E' una truffa che per il cliente finale dura trent'anni, perché deve estinguere il debito e non può rivalersi, in virtù di contratti d'acquisto che ha sottoscritto. Pagherà il cittadino per errori commessi da altri. Il sigillo CasaClima è una garanzia di qualità per queste ragioni, noi siamo un ente terzo che opera in totale autonomia. Non vendiamo, non produciamo, quindi non possiamo avere alcun interesse in conflitto. Il processo di certificazione CasaClima avviene in seguito ad un'indagine sull'edificio durante tutto l'iter della realizzazione. Per questo è necessario controllare attentamente che tutto ciò che viene dichiarato sia anche poi correttamente realizzato in cantiere. Solo chi supera tutte le prove di verifica e garantisce il rispetto dello standard CasaClima riceve il certificato e la targhetta CasaClima." 25


Per quanto riguarda Bergamo, esistono imprese virtuose? "Sicuramente un esempio lo ritroviamo nell'impresa Vanoncini S.p.a., che ha ottenuto la Classe Gold a Milano ed ha costruito la prima Classe Gold in Lombardia proprio a Torre Boldone. Questa è un'evoluzione, ci sono continue richieste non solo dai committenti più lungimiranti. Ora, gli imprenditori assecondano un mercato che richiede più chiarezza, qualità e affidabilità. Se non si seguono queste regole, è giusto che non si riesca a vendere. Ancora oggi però esiste il pericolo della voglia di tingersi di verde, di mettersi una maschera. Ormai il cosiddetto "green" è un business su cui è facile speculare, perché le persone non hanno gli strumenti per valutare e distinguere il vero dal falso. Dobbiamo diventare sostanziali".

settore dei trasporti. È quindi un dramma che anche il resto dell'Italia non si svegli, perché proprio l'edilizia è un gigante volano di economia. Investire in indipendenza energetica vuol dire creare posti di lavoro e azioni sociali.

riesce a far capire è che se ristrutturiamo un edificio a Bergamo, intervengono l'artigiano, il geometra e l'architetto del posto. Aumenti il valore dell'immobile, aumenti l'indotto economico e non permetti ad imprese estere di acquisire l'ap-

Non possiamo lasciarci bloccare dagli speculatori e dai "palazzinari". Se non sali sul treno del futuro, il mercato ti punisce".

palto. L'Europa ha certificato che la fonte principale d'inquinamento non deriva dalle auto, bensì dalle case. Se non creiamo questa particolare attenzione, andrà a finire come per il fotovoltaico, dove sono le imprese estere a svilupparsi nel territorio, mentre le PMI locali sono solo in grado di posare il prodotto. Dobbiamo investire in questa nuova era, in cui il rinnovabile prenderà il posto del fossile; bisogna vedere opportunità dove gli stolti vedono un castigo".

A Bolzano è entrato in vigore (lo scorso 13 giugno) il provvedimento che impone lo standard CasaClima B per tutti i nuovi edifici; dal 2020 occorrerà invece raggiungere la classe CasaClima A. Quanto ci metterà una normativa simile ad arrivare a Bergamo? "Sono le due tappe fondamentali che ci permettono di allinearci alle direttive europee che impongono case praticamente a consumo zero entro il 2020. Quindi, non abbiamo più di dieci anni per arrivare in Classe Gold. In un mondo globalizzato dove l'energia comincia a scarseggiare e dove il prezzo della stessa continua a

salire, bisogna essere in grado di fornire questa qualità, disponibile tra l'altro con materiali e tecnologie collaudate. Nell'edilizia non bisogna inventare più nulla, a differenza del 26

Perché l'Italia è così in ritardo su questi temi? "Una differenza importante con la Germania è l'informazione. All'estero sono di uso e consumo quotidiano, sono temi sempre presenti nelle cronache dei giornali. Quello che non si


Quindi, il suo è anche un monito alle PMI italiane. "Faccio un esempio: per quanto riguarda i serramenti, l'Italia è arretrata anche nei numeri. La sua normativa in fatto di efficienza energetica

menti, dove stabiliamo classi che riguardano materiali, costruzione e installazione". La ristrutturazione è davvero una soluzione per risanare l'intero comparto dell'edilizia? "La vera sfida sta nella riqualificazione. Gran parte delle costruzioni italiane sono state edificate negli anni del boom economico, tra il 1960 e il 1980, circa un 60% dell'esistente. La difficoltà è che, a differenza della Germania - dove abbiamo grandi consorzi proprietari di migliaia di appartamenti -, in Italia vige una situazione di multiproprietà. L'intervento più intelligente è senza dubbio ritoccare l'involucro, e questi edifici hanno maturato oggi un'età che richiede interventi di manutenzione. Proprio qui che dobbiamo cercare di abbinare l'intervento con una riqualificazione energetica. L'Italia, da questo punto di vista, ha la miglior legge degli ultimi vent'anni, che garantisce il 55% di detrazione fiscale se si interviene sull'esistente. Dobbiamo sfruttarla. In Alto Adige sono riusciti a mitigare la crisi edile con incentivi particolari: c'è infatti, la possibilità di "regala-

re" ben 200 metri cubi di superficie a chi realizza un intervento energetico che porta l'intera struttura almeno in Classe CasaClima C".

«Non abbiamo più di dieci anni per arrivare in Classe Gold, ce lo dice l'Unione Europea. È quindi un dramma che il resto dell'Italia non si svegli» E' possibile anche a Bergamo e in Lombardia una normativa come questa? "Ci vuole un regolamento, qui subentra il lavoro di un ente pubblico. La nuova edilizia richiede l'attivazione dell'intera filiera. A Bergamo vedo le possibilità che ci sono a Bolzano. Ad oggi, un semplice comune ha infatti tutti gli strumenti necessari per cambiare il mondo da un giorno

Il primo edificio certificato CasaClima Oro in Lombardia, nel borgo di Colognola a Bergamo

non è uniformata a quella europea. Il valore è stato fissato a un livello inferiore. Il motivo è presto detto: ci sono troppo piccole e medie imprese che invece d'investire hanno dormito. Non voglio fare di tutta l'erba un fascio, anche qui esistono eccezioni che confermano la regola, ma nei paesi centrali europei questa evidenza è stata compresa molto tempo fa. L'Agenzia CasaClima ha sviluppato il sigillo di qualità CasaClima anche per i serra27


all'altro, decidendo quali tipi di normative adottare. I politici, da questo punto di vista, devono essere più concreti".

e pensare che tutte le problematiche legate siano appannaggio delle tasche dei cittadini. E' una vera follia che ancora qualcuno ne parli".

Parliamo di energie rinnovabili. Da sole non riusciranno a compensare la crisi energetica che dovremo affrontare nei prossimi anni, occorre minimizzarne il consumo. È d'accordo con questa visione? "E' bene tenere presente la piramide della sostenibilità, che ha come base l'efficienza energetica e il risparmio. L'energia più intelligente è quella non consumata. Al piano subito sopra abbiamo l'impiantistica, cioè quale energia usare. L'ultimo step è invece la gestione, vale a dire il comportamento dell'utenza. Il rinnovabile l'abbiamo sempre sostenuto, sono stato forse troppo critico verso il fotovoltaico perché secondo il mio parere non è il miglior compromesso tra investimento e raccolta energetica. L'eolico lo ritengo la soluzione migliore".

Anche la Germania ha deciso di abbandonare il nucleare. Ma qual è l'alternativa? "Non possiamo lavorare con un fuoco che resta attivo per milioni di anni. Ci rimarrà soltanto il sole e il vento, abbiamo il dovere di riallacciarci a questa fonte energetica che abbiamo abbandonato per circa 200 anni, dalla scoperta del fossile. Quest'ultimo ci ha ubriacato il cervello, siamo riusciti a consumare quasi completamente una fonte, che era stata accumulata per milioni di anni, in appena due secoli. E proprio l'Italia potrebbe diventare il faro del mondo grazie alla sua abbondanza di sole e vento, potrebbe essere la fautrice di una nuova economia, di un nuovo modello di business".

Arriviamo al nucleare. Cosa può dirci su questa tecnologia che in Italia non vedrà mai la luce? "Sarò molto duro: oggi essere a favore del nucleare è un atto criminale. E' una tecnologia di cui non siamo padroni, ormai non ci sono più dubbi. Non facciamo altro che spostare i problemi ad altri essere viventi che non sono nemmeno nati, è quindi irresponsabile. Poi non dimentichiamoci il problema delle scorie, che grava sulle spalle dell'ente pubblico. Non posso pretendere di creare energia, lucrare su questa

Lei ha spesso parlato di dramma energetico alle porte. Ebbene, quando accadrà l'apocalisse energetica? "L'energia diventerà la valuta del benessere. Senza energia non funziona nulla e lo sviluppo economico si ferma. Il tempo a disposizione è poco, io penso meno di una generazione. Dobbiamo trasformare tutti i grandi comportamenti dell'umanità in tema di edilizia, trasporto e agricoltura industrializzata. Oggi, il sistema pianeta funziona perché l'85% viene alimentato da carbone, petrolio e gas. La formula magica della modernità si

può riassumere così: in un cucchiaio di petrolio c'è l'equivalente di una giornata di lavoro fisico, e nel serbatoio delle nostre auto l'equivalente di ben due anni". Cosa pensa del modello di sviluppo adottato nel corso dell'ultimo secolo dall'Occidente, è questo il nemico da sconfiggere? "Dobbiamo dedicarci alla qualità della vita e non allo standard di vita. I parametri di valutazione del PIL non possono più essere gli stessi, un incidente grave è ancora oggi un'occasione economica. Lo sviluppo illimitato, è evidente, non può funzionare in un sistema chiuso. A questo proposito, ricordiamo che nessun animale produce rifiuti, solo l'uomo è stato capace di farlo: questo significa distruzione continua di risorse". La finanza che ruolo avrà in questi grandi cambiamenti? "L'economia virtuale ha superato quella reale di quasi sette volte. Un sistema in cui vengono creati dei lussi solo sulla carta è costantemente border-line. Direi, per concludere, che l'umanità ha cinque grandi problemi da risolvere: l'evoluzione demografica, il problema energetico, quello climatico, finanziario e culturale. Infine, dal 1968 abbiamo accumulato una quantità di armi atomiche capaci di estinguerci, parlo di quasi 20 mila testate. Einstein diceva che nessun essere vivente, nemmeno il topo, è così stupido da costruirsi la trappola. Noi ci siamo riusciti".

«L'energia diventerà la valuta del benessere. Il tempo a disposizione per cambiare le regole è poco, penso meno di una generazione»

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ECONOMIA&BUSINESS

Pierguido Vanalli, può essere considerato a tutti gli effetti un uomo simbolo della Lega perchè il primo sindaco leghista della città del Giuramento è stato lui. Era il 2004 e dopo oltre 50 anni di amministrazione centrista ha conquistato il luogo caro al Carroccio. Oggi, con l'incarico di parlamentare la roccaforte padana è arrivata fino a Roma. Tecnico comunale a Madone, Vanalli ha 47 anni, sposato, ha un figlio e - curiosità - tifa Roma. L'onorevole conserva una reliquia: una bandiera della Roma con uno scudetto e due Coppitalia. «Era l'81, a Bergamo non si trovavano. La comprai a Gubbio».

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Il lumbard: «Con il federalismo padroni a casa nostra. Non più mezzadri» L'INTERVISTA

«E' ora che le risorse rimangano effettivamente dove

vengono prodotte. Bisogna responsabilizzare enti locali e amministratori perché siamo stanchi di vedere regioni come la Sicilia che, stando così le cose, hanno l'interesse a non svilupparsi». Ne è convinto Pierguido Vanalli, sindaco di Pontida e parlamentare leghista ARTICOLO DI LIVIO CASANOVA PHOTO: GIORGIO CHIESA

er molti anni è stato un oggetto misterioso, un concetto astratto, una scatola vuota senza un contenuto chiaro, promessa e al tempo stesso minaccia. Stiamo parlando del federalismo tornato di moda nell'ultimo ventennio e imprescindibile caposaldo elettorale della Lega Nord. Ma per parlare esattamente di federalismo bisogna tornare al 2001, quando la riforma del titolo V della Costituzione (fatta dal

P

governo di centro-sinistra) introdusse il principio della proporzionalità diretta. La misura prevede che le imposte vadano a beneficio dell'area in cui sono riscosse: se pago le tasse a Bergamo, Milano, Cagliari, Napoli, che almeno una parte di queste tasse vadano direttamente a Bergamo, Milano, Cagliari, Napoli e non tutte al governo centrale. Ecco, in soldoni, il principio del federalismo fiscale. Ma, detto questo, di che si tratta esatta31


mente? Perché l'attuazione del federalismo fiscale è diventato improvvisamente così importante in Italia? Si tratta davvero di una riforma capace di "raddrizzare l'al-

attuale non si può pensare di aumentare le tasse per recuperare più soldi. L'unica strada è ridurre gli sprechi e rendere responsabili i governi locali. Pochi hanno

La scheda parlamentare: presenze e assenze O n . P i e r g u i d o Va n a l l i - L e g a Incarichi attuali: Sindaco comune Pontida (Bergamo) 16º legislatura: in carica dal 29/04/2008 Presente in 8495 votazioni elettriche (fino al 06/06/2011) Valore medio: 77.77%

Presenze:

96.92%

(8,233)

(Valore medio: 14.31%)

Assenze:

3.08%

(262)

(Valore medio: 7.92%)

Missioni:

0.00%

(0)

I regolamenti non prevedono la registrazione del motivo dell'assenza al voto del parlamentare. Non si può distinguere, pertanto, l'assenza ingiustificata da quella, ad esempio, per ragioni di salute

bero storto della finanza pubblica italiana" per usare le parole del ministro dell'Economia? Dopo l'approvazione del federalismo municipale cerchiamo di capire con Pierguido Vanalli, sindaco di Pontida e parlamentare leghista, di cosa si tratta e cosa cambierà per i cittadini.

compreso che, grazie al federalismo, si può intervenire in modo profondo e radicale sull'organizzazione delle amministrazioni locali come su quelle statali, per ridurne numero e dimensione, per renderle più efficienti, meno costose, più valutabili, più trasparenti".

Come cambieranno i comuni bergamaschi con il federalismo municipale? "Non cambieranno perché i comuni bergamaschi funzionano, mediamente, meglio di come vengono gestiti altri enti locali, nonostante abbiano la metà dei dipendenti. Il grosso di tutto l'impianto federale ha un fine chiaro e preciso: impedire che comuni, ed enti del sud continuino a buttare via i soldi. Non si possono tassare i cittadini del nord per far quadrare i bilanci del sud. Perché de solc in giro gh'è n'è piò".

Ma se si tratta di far quadrare i bilanci ci sono sempre le multe. "A Pontida non ho messo gli autovelox perché sono convinto che un sindaco non debba dissanguare la sua gente. Altro discorso è la sicurezza. Ci siamo dotati di un sistema che verifica il cronotachigrafo digitale che registra i tempi di guida dei conducenti di camion, pullman ed autocarri. Non si può circolare dodici ore senza mai fermarsi, ne va della sicurezza di tutti, non solo dell'autista. Abbiamo preso anche il pos così la sanzione può essere subito regolarizzata. Ma il federalismo non è correre dietro alle multe".

Basterebbe un ritocchino, un'aggiustatina sulle addizionali Irpef e tutto si sistema. "Con una pressione fiscale come quella 32

re una lotta senza quartiere contro l'evasione fiscale? "Anche per questo ogni sindaco valuterà il da farsi, ma la lotta all'evasione fiscale non è una novità legata al federalismo. Certo è che se io (Stato) non ti do più soldi ogni volta che tu me li chiedi, tu (ente locale) se hai bisogno di più risorse ti darai da fare e, probabilmente, qualche sindaco aprirà due occhi sul tenore di vita dei suoi cittadini. E'vero anche che non ha senso recuperare soldi evasi per finanziare la festa di paese del giovedì sera. Ha un motivo solo se rendi alla cittadinanza qualcosa in più in servizi e non tanto per il gusto di fare lo sceriffo".

Sta pensando, per caso, di ingaggia-

Pontida ha già siglato qualche convezione con l'Agenzia delle Entrate per contrastare l'evasione? "Non abbiamo fatto nessuna convenzione perché, ad oggi, di tutto quello che si recupera il 70% va a finire in un buco nero. Mi scusi ma perché devo essere io ad alimentare il buco nero? Quando il comune di Pontida potrà tenersi tutte le somme recuperate, allora lo farò". Il federalismo può essere il toccasana per i costi della sanità? "La vera partita del federalismo si giocherà nella sanità e quando si supererà il principio della spesa storica, di quelle spese gonfiate e ingiustificate per cui lo Stato, ora come ora, trasferisce ad occhi chiusi denaro alle regioni, in particolare tutte del centro - sud, perennemente in affanno nell'offrire una sanità degna di questo nome. Ciò ha significato costi altissimi per il Paese e servizi scarsi, pagati due tre quattro se non otto volte di più in Calabria rispetto alla Lombardia. Basta un minimo di attenzione e si possono recuperare miliardi". Lei parla di spreco. Ci fa un esempio concreto? "La Sicilia è una regione a spreco speciale più che a statuto speciale. Il Corpo Forestale della regione Sicilia è composto da 855 membri. Di questi 841 sono ufficiali e solo 14 gli agenti semplici. In pratica tutti comandano e nessuno può


o con il contenimento dei costi o con le nuove entrate attribuite dal federalismo fiscale. Siamo sempre nella sfera delle possibilità perché la legge funziona in un sistema di invarianza fiscale. Tanto pago adesso tanto pago dopo".

Romanista doc: il sindacodeputato conserva gelosamente una maglia di Totti La stagione è 2001/02 e sopra c'è ricamato il terzo tricolore La moglie e il figlio juventini se ne sono fatti una ragione, gli amici ancora no Francesco Totti

eseguire gli ordini. Per non parlare delle migliaia di dipendenti in più rispetto ai dipendenti di Regione Lombardia". Eppure, Sicilia a parte (che essendo a statuto speciale non verrà toccata dalla riforma), bisognerà attendere almeno fino al 2014 per vedere se hanno ragione coloro che sostengono che con il federalismo aumenteranno le tasse. "In due fasi si articolerà il percorso di attuazione del federalismo fiscale. Dopo la

prima fase di avvio che avrà una durata triennale (2011 - 2013), entrerà a regime a partire dal 2014 con l'introduzione di nuove forme di finanziamento della spesa comunale basate sull'attribuzione delle imposte sugli immobili generate dal territorio (oggi attribuite allo Stato) e dall'imposta municipale propria -Imu- che riordina l'attuale ICI (sempre con esenzione della prima casa). Oltre a queste imposte esisterà la possibilità di operare sull'addizionale comunale all'Irpef per i Comuni che non riusciranno a sostenersi

Un modo educato e garbato per dire che aumenteranno le tasse? "Mi spiego. L'obiettivo è quello di spostare dallo Stato ai Comuni, a partire dal 2014, parte del gettito di alcuni tributi: imposta di registro, ipotecaria e catastale, Irpef su redditi fondiari non agrari (cioè sulle rendite immobiliari), imposta di registro sui canoni di locazione. Le entrate devolute 33


zionare l'attività dei governi locali. Il federalismo municipale è il solo modo di avvicinarsi davvero al cittadino, per incentivare la classe politica a spendere e ad agire in favore della comunità. Finalmente, c'è un riscontro diretto ed immediato dell'efficienza delle attività svolte dai governi locali grazie al meccanismo per cui i cittadini finalmente votano in base a ciò che vedono. E c'è di più perché gli amministratori che contribuiranno al dissesto finanziario degli enti non potranno più candidarsi per incarichi pubblici". Come recita la scritta sul prato di Pontida con il Federalismo saremo "padroni a casa nostra"? "Noi siamo padroni a casa nostra, il problema è che contemporaneamente dobbiamo pagare l'affitto a qualcun altro. Con il federalismo non saremo più mezzadri. Mettiamola così. Bisogna capire che i soldi sono finiti e al federalismo bisognava arrivarci volenti o nolenti per salvare il salvabile".

si attestano a circa 11.5 miliardi di euro. L'autonomia finanziaria dei Comuni deve essere compatibile con gli impegni del Patto di stabilità, il gettito perciò resterà sostanzialmente invariato e i cittadini, pertanto, non pagheranno di più".

Sud: «La buona Sicilia è una regione a spreco speciale più che a statuto speciale» Cosa risponde a chi sostiene il contrario? "E' uno dei tanti slogan usati dal centro sinistra per screditare questa importante rifor34

ma. Il federalismo fiscale è un passo indispensabile per ammodernare lo Stato, richiesto da molti amministratori locali per superare l'arcaico sistema dei trasferimenti fondato sulla spesa storica, causa di irresponsabilità, sperpero ed assistenzialismo. Nei Paesi dove c'è il federalismo fiscale è stato dimostrato che sono diminuite le spese improduttive e la spesa storica, che è quella malata, improduttiva. L'introduzione dei costi standard sarà lo spartiacque per distinguere la spesa buona dagli sprechi". Come aumenterà l'autonomia e la responsabilità degli amministratori locali? Esisterà davvero il "vedo-voto-pago"? "Con il federalismo io tradurrei questo concetto nel principio del "voto, pago, vedo… e rivoto": prima della riforma i cittadini votavano pagavano, ma non vedevano. Non potevano controllare con semplicità né san-

Magari lo saremo con un nuovo primo ministro, Tremonti potrebbe essere? "A Tremonti non manca nulla ma potendo scegliere io, a Palazzo Chigi, preferirei vedere Roberto Maroni. Nell'incertezza vorrei escludere il ministro della difesa La Russa".


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IL SONDAGGIO

Staccare la spina? "SECESSIONE, SECESSIONE": È LO SLOGAN URLATO DAI LEGHISTI DAL PRATO DI PONTIDA A Pontida sono 80 mila le camicie verdi in cerca di risposte dopo le sberle amministrative e referendarie. C'è una gran voglia di secessione sul "sacro prato", la parola più urlata durante il discorso del Senatur. Ma Bossi sceglie la via del compromesso, rilanciando una Lega di lotta e di governo, che minaccia, detta le condizioni, ma non ha alcuna intenzione di staccare la spina. Con un'ipoteca, però, sulla premiership del 2013 che Bossi non riconsegna automaticamente nelle mani del Cav. E poi riforma fiscale, revisione del patto di stabilità e stop alle missioni militari all'estero i temi centrali dell'intervento del leader, acclamatissimo dal popolo del Carroccio al grido di "secessione" e "Padania libera".

LA BASE LEGHISTA È ALLERGICA AL CAV "Alla base leghista il premier non va proprio giù e dopo le ultime "sberle" elettorali l'alleanza con Berlusconi appare quanto mai indigesta. Ma la Lega non ha alternative e Bossi, a Pontida, è costretto a far buon viso a cattivo gioco. Nessun ultimatum, così, al Governo che può trascorrere un'estate tranquilla, neppure una sorta di "penultimatum", quello per cui si fanno le riforme o tutti a casa. Solo uno sbiadito e impalpabile "terzultimatum" sulla possibilità che Berlusconi sia indicato come Presidente del Consiglio nel 2013. Ma da qui al 2013 ci sono altri due anni e nel frattempo la base leghista è divenuta sempre più intollerante verso Silvio Berlusconi e, altresì, sempre più refrattaria alla Lega di governo. Adesso su Pontida si spengono i riflettori, Bossi incassa un sì (stiracchiato) dal suo popolo, ma la partita vera si apre ora.

Dopo i richiami di Pontida cambierà qualcosa nel Governo? Bossi deve ascoltare la base leghista e staccare la spina al Governo?

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ECONOMIA&BUSINESS

Effetto Pisapia: parte la lunga ricorsa del Pd orobico a Tentorio CAMBIA IL VENTO?

Mancano ancora 3 anni alle prossime elezioni per la cittĂ di Bergamo ma dopo il successo milanese la sinistra bergamasca prepara il terreno per riconquistare Palazzofrizzoni e giĂ circolano i nomi dei probabili candidati. Sale, intanto, anche il gradimento di Franco Tentorio

orreva l'anno duemilanove e, in Lombardia, il centrosinistra perdeva le elezioni comunali nei capoluoghi di Bergamo, Brescia e Monza oltre a tutta una serie di comuni minori sia nelle valli, sia nella pianura, suo tradizionale bacino elettorale. In quello stesso anno, il centrosinistra lombardo perse pure la provincia

C

di Milano, fino ad allora amministrata da quello che sembrava un astro nascente del PD Lombardo ovvero Filippo Penati. Oggi, anno duemilaundici, il centrosinistra è passato alla riscossa, vincendo le elezioni amministrative comunali proprio nelle tane del lupo Silvio Berlusconi ovvero nel suo comune di residenza, Arcore, e nel suo

La corsa a sindaco di Bergamo Elezioni comunali 2015

Franco Tentorio

38

Antonio Misiani

Roberto Bruni

Elena Carnevali

Alberto Castoldi


dato Pd alle primarie era Boeri, architetto, firma di expo 2015) ed intese con i poteri forti locali, tra i quali ovviamente non può mancare la Curia. Non è un mistero, infatti, come sia a Bergamo, sia a Milano, i vescovi e le rispettive Curie abbiano appoggiato, nel 2004, la vittoria di Roberto Bruni e, nel 2011, la vittoria di Pisapia a Milano. Una vittoria simbolo, quest'ultima, che Maurizio Martina, considerato anche vicino a CdO - CL, sogna di replicare, anche personalmente, nella sua terra madre, a Bergamo tra tre anni, nel 2015 quando il mandato di Franco Tentorio, l'attuale sindaco orobico eletto al primo turno con oltre il 51 per cento dei consensi, presenterà il suo operato al vaglio degli elettori. Non è, dunque, strano che nel Pd bergamasco, galvanizzato dalla vittoria di Milano, siano iniziati i giochi per riprendersi il capoluogo orobico. Il problema principale, però, sarà ottenere che il patrimonio elettorale della Lista Bruni, oggi forza d'opposizione a Tentorio, non vada disperso. Facendo due conti, infatti, Lista Bruni, dodici percento circa, più Pd, ventun percento circa, dà come risultato il trentatrè per cento del consenso elettorale a fronte del ventisei virgola ventitrè rappresentato dal Pdl. Se, dunque, il Pd riuscisse ad inglobare la Lista Bruni, i democratici sarebbero il primo partito in Bergamo. Ecco, quindi, come le grandi manovre in casa democratica siano tutte rivolte a questo scenario: non disperdere il patrimonio elettorale della Lista Bruni ed otte-

Bergamo Palazzofrizzoni

comune simbolo: Milano. Entrambe le vittorie portano la firma, tra le altre, anche del Coordinatore regionale del PD, il bergamasco Maurizio Martina, uno abituato a vincere. Fu lui, infatti, sostenendo la scelta di Roberto Bruni come candidato sindaco di Bergamo per il centrosinistra nel 2004, a permettere al suo partito, gli allora Ds di cui lui era il coordinatore provinciale, di vincere in una terra tradizionalmente considerata di centrodestra. La formula, d'altronde, è sempre la stessa sia a Milano oggi, sia a Bergamo nel 2004: alleanze vaste e trasversali; un candidato dal curriculum di professionista affermato (il candi-

Candidati papabili: Carnevali, Misiani, Bruni o Martina? Ma il consenso di Tentorio cresce

Società civile?

Maurizio Martina

Banche e poteri forti?

Università di Bergamo?

nere che l'anima della lista, l'avvocato Roberto Bruni, rimanga nell'alveo del Pd. A questo proposito, sembra che l'ex Sindaco abbia dato la sua disponibilità per le prossime elezioni politiche alla loro scadenza 39


naturale del 2013 o anche prima, se ciò avverrà. In particolare, si dice che l'ex Sindaco sia a disposizione per un seggio al Senato. Tanto più che, in casa Pd, vige la ferrea regola secondo la quale ogni parlamentare, salvo i leader nazionali, non possa ricoprire il laticlavio romano per più di due mandati. In questo senso, allora, in scadenza ci sarebbe Antonio Misiani, ex assessore al bilancio della giunta di Roberto Bruni ed altro artefice della vittoria elettorale orobica del 2004, attualmente membro sia della Commissione

Bilancio della Camera dei Deputati, sia della Commissione Bicamerale sul Federalismo. Insomma, un curriculum di tutto rispetto. Non sarebbe, dunque, impossibile che, grazie alla regia dell'attuale Segretario regionale Pd, Maurizio Martina, Roberto Bruni venga prima eletto senatore o deputato alle prossime elezioni politiche e, poi, sostenga l'amico onorevole Misiani magari anche raccomandandolo tra i poteri forti bergamaschi. Senza escludere quella CdO con cui, stando ad un resoconto del Corriere della Sera, datato 20 marzo

2008, Martina ha già tentato di stringere accordi in occasione delle elezioni politiche di allora. Se questo è lo scenario madre, sullo sfondo aleg-

Gradimento degli amministratori: Tentorio in crescita

Trentaseiesimo posto e promosso. Nell'ultima (e tradizionale) classifica stilata dall'Ipr marketing per il quotidiano il Sole24ore, riservata ai primi cittadini e ai presidenti delle amministrazioni provinciali il gradimento di Franco Tentorio (Pdl), sindaco di Bergamo, cresce di 2.5 punti in più rispetto al 2009 e di 3.1 rispetto al giorno della sua elezione.

Il centrosinistra non esclude nulla, contro Tentorio potrebbe scendere in campo un cavaliere bianco della società civile gerebbe anche l'ipotesi di un candidato sindaco donna. A questo proposito, l'unico nome spendibile dal Pd, fin dalle primarie, sarebbe quello di Elena Carnevali, attuale consigliere comunale e capogruppo dei democratici a Palazzo Frizzoni, nonchè ex 40


assessore ai servizi sociali nella giunta Bruni. L'ombra del suo ex sindaco, però, conta molto di più rispetto all'ipotesi di una scelta protofemminista anche negli equilibri interni dell'opposizione a Franco Tentorio. Non è un caso, infatti, che sul sito internet della lista bruni (www.listabruni.it), venga chiaramente ribadito chi è il capo dell'opposizione a Palazzo Frizzoni, quanto conta la Lista Bruni e chi sia la chiave di volta per riprendere la città: "La Lista Civica [...] è presente in consiglio

confronto sul presente e sul futuro della città". La Lista Bruni, insomma, non smobilizza e da risorsa potrebbe trasformarsi in spina nel fianco di un Pd che non volesse accordarsi con il "capo dell'opposizione a Palazzo Frizzoni". Nel centrosinistra, infatti, vige la regola delle primarie per la scelta del candidato sindaco e nulla impedirebbe ad un Roberto Bruni, escluso dalla corsa parlamentare, di rilanciare la sua ricandidatura a sindaco, forte di cinque anni di opposizione a Palazzo Frizzoni tanto più

Non va, infine, dimenticata l'opzione tradizionalmente cara al centrosinistra ovvero scegliere un candidato "della società civile" che tradotto significa: un uomo dei poteri forti magari anche un pò democristiano per ingolosire la Curia. A questo pro-

Con lo schema delle alleanze trasversali la sinistra orobica potrebbre superare il centrodestra

Indiscrezioni a sinistra: il toto candidati Mancano ancora tre anni alle prossime elezioni amministrative per il comune di Bergamo e, fatto salvo le primarie, ecco i nomi con le relative percentuali. Per la corsa a candidato sindaco Misiani è in pole position (70%) e sembra il favorito. Segue Bruni (50%), dieci punti in meno la quotazioni di Elena Carnevali (40%). Non vanno dimenticati Martina e Castoldi (15%), un soggetto pescato dalla società civile (30%), un uomo legato alle banche o ai poteri forti (10%), in ultimo dal mondo accademico (5%). Per l'altro schieramento il papabile è ovviamente l'attuale sindaco Franco Tentorio.

Posizione

Candidato sindaco

Percentuali

Antonio Misiani

70%

Roberto Bruni

50%

Elena Carnevali

40%

Alberto Castoldi

15%

Maurizio Martina

15%

Società civile?

30%

Banche e poteri forti?

10%

Università di Bergamo?

5%

comunale con 5 consiglieri eletti, Roberto Bruni - capo dell'opposizione a Palazzo Frizzoni [...]. La Lista Bruni è aperta a tutti i cittadini che desiderano contribuire al dibattito e al

che mai nessun candidato Sindaco perdente è rimasto in Consiglio Comunale a guidare l'opposizione. Segno, quest'ultimo, dell'inequivoca volontà di continuare a far politica.

posito il Pd potrebbe forse puntare su industriali o banchieri bergamaschi oppure anche sull'ex Rettore dell'Università di Bergamo, Alberto Castoldi, il quale per Bruni, nel 2009 in piena campagna elettorale, organizzò, tra le polemiche, un incontro elettorale per gli studenti presso i locali dell'università. Ma sono comunque solo ipotesi. In ogni caso, sempre rimanendo nell'ambito accademico, non può sfuggire come l'Università di Bergamo appaia zona d'influenza del centrosinistra bergamasco che, anche attraverso l'elezione a Senatore per il Pd, nel 2008, del Preside della Facoltà di Scienze della Formazione, Mauro Ceruti, ha saputo guadagnarsene la stima. Tutti, però, sembrano non fare i conti con l'attuale Sindaco orobico: Franco Tentorio ovvero l'unico ad essere stato eletto a Palazzo Frizzoni continuativamente per circa quarant'anni ed il primo candidato sindaco di Bergamo a vincere le elezioni al primo turno. Un altro potrebbe, dunque, essere il primato stabilito da Franco Tentorio: l'unico Sindaco uscente di Bergamo ad essere riconfermato al primo turno. I dati della sua popolarità, d'altronde, risultano in costante ascesa, almeno fino all'ultima rilevazione. 41


IL PERSONAGGIO

Claudio Sessa A TORRE BOLDONE IL SINDACO (PDL-LEGA) STAMPA MANIFESTI CON UN NUMERO DI CELLULARE. IL SUO Hai un problema e vuoi parlare con il sindaco? Facile, chiamalo sul telefonino cellulare e verrà a casa tua. No, non è uno scherzo. A Torre Boldone il primo cittadino Claudio Sessa (Pdl-Lega), 62 anni, informatico di professione ma sindaco a tempo pieno da quando è stato eletto nel 2009, ha lanciato questa nuova iniziativa. Non contento di pubblicare il numero del telefonino sul notiziario del Comune e perchè nessuno possa dire che non sapeva di questo filo diretto, lo ha pubblicato sul sito Internet e ha tappezzato il paese di manifesti (sotto la locandina con l'annuncio). "L'idea mi è venuta vedendo le numerose iniziative di un sindaco "matto" del Piemonte - spiega lui -. Sono sindaco a tempo pieno, mi piace andare per le strade, incontrare la gente, bere il caffé con i concittadini e ascoltarli. Ho voluto personalmente mettere in pratica uno slogan spesso abusato "la politica vicino ai cittadini" attivando il servizio "Il sindaco a casa tua"". E' che risponde è vero, abbiamo provato anche noi.

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ECONOMIA&BUSINESS

Dubbi e molte perplessità sulla riforma della giustizia IL CONVEGNO

Da mesi si parla di separazione della carriere tra giudici e pm, sdoppiamento del Csm, responsabilità civile dei magistrati: temi controversi, al centro di un confronto in università tra docenti, magistrati e avvocati per una riforma che solleva più critiche che apprezzamenti 44

ARTICOLO DI CARLO DI GREGORIO PHOTO: GIORGIO CHIESA

a separazione delle carriere porterà davvero benefici? Sarà davvero garanzia di imparzialità? Attuerà il principio di terzietà del giudice già presente in Costituzione? Oppure porterà all'estremizzazione del ruolo del Pubblico Ministero nel processo penale, accentuandone i caratteri poliziesco-repressivi?

L


processuale penale, e Massimo Luciani, ordinario di Diritto costituzionale. "La riforma costituzionale del Titolo IV della nostra Carta, recentemente proposta al vaglio delle Camere dall'attuale Governo,

Luciani: «Lo sdoppiamento del Csm produrrà conflittualità e sovrapposizione tra organi»

Queste sono le domande che hanno guidato i lavori del convegno, "La riforma costituzionale della giustizia", organizzato dall'Università di Bergamo, sabato 11 giugno, presso la sede della facoltà di giurisprudenza in via Dei Caniana. A confrontarsi, durante una prima parte tecni-

non è in conflitto con i valori costituzionali di fondo - ha esordito Spangher -, né la separazione delle carriere è un principio avulso dal nostro ordinamento". Esso, infatti, sarebbe già contenuto, secondo lo studioso, nell'attuale Codice di procedura penale, varato a fine anni '80 e caratterizzato da un impianto processuale di tipo accusatorio o, in altre parole, fortemente garantista e basato sull'equiparazione accusa - difesa che si fronteggiano ad armi pari di fronte ad un giudice terzo. La riforma costituzionale paventata non sarebbe, dunque, nient'altro che la prosecuzione di una scelta normativa già intrapresa dal legislatore

negli anni passati e che prima ha riformato il Codice di procedura penale e, successivamente, riscritto l'articolo 111

Massimo Luciani

della Carta, introducendo in Costituzione le norme del giusto processo: norme sulla terzietà ed imparzialità del giudice e sulla ragionevole durata dei processi che davano la necessaria copertura costituzionale al processo accusatorio del nuovo Codice. Secondo Sprangher, infine, anche lo sdoppiamento dell'organo di autogoverno della Magistratura, l'attuale CSM, in due organismi separati e distinti a seconda del ruolo processua-

Giorgio Spangher

Spangher: «La separazione delle carriere non è un principio avulso dal nostro ordinamento» co-introduttiva del convegno, sono stati due studiosi, entrambi professori ordinari dell'Università di Roma "La Sapienza": Giorgio Spangher, ex membro laico del Csm ed attualmente ordinario di Diritto 45


Corte di giustizia europea". Conclusasi la prima parte introduttiva di tipo tecnicogiuridico, il convegno è proseguito con un confronto tra il Presidente della sezione

Vittorio Masia

Masia: «Non si tratta di una riforma della giustizia ma di una riforma della magistratura»

le di Giudice o Pubblico Ministero ricoperto dal singolo magistrato sarebbe "la prosecuzione di un chiaro processo di riforma già avviato", così come l'introduzione di forme di responsabilità dei magistrati sarebbe "un giusto segnale da dare". Di parere contrario, invece, Massimo Luciani, che ha affermato come "la riforma costituzionale attualmente in discussione appaia in realtà una riforma costituzionale della sola giustizia penale" e non, dunque, della giustizia nel suo complesso, apparendo già ab initio fin troppo figlia del tempo presente e, perciò, scarsamente duratura. Soffermandosi, poi, su alcuni aspetti della riforma, Luciani ha confutato le tesi di Sprangher, affermando che, da una parte, "lo sdoppiamento del Csm potrà produrre conflittualità e sovrapposizione tra organi" e che, riguardo alla previsione di una responsabilità diretta dei magistrati sul modello di quella già prevista dalla Costituzione per tutti i funzionari statali, 46

"sarebbe errato parificare i magistrati al resto dei funzionari statali in quanto ciò sarebbe contrario agli indirizzi della stessa

La platea

bergamasca dell'Anm, il giudice Vittorio Masia, ed il Presidente dell'Unione delle Camere penali, l'avvocato Valerio Spigarelli. Sotto la direzione di Filippo Dinacci, professore associato di Diritto processuale penale dell'Università di Bergamo, si sono confrontate due visioni della riforma non certo concordi. Da una parte, infatti, l'Anm ha ribadito la sua contrarietà alla riforma in quanto non si tratterebbe di "una riforma della giustizia ma di una riforma della magistratura che riscrive l'equilibrio dei poteri", delineato dal costituente, "riducendo l'autonomia della magistratura e non incidendo sulle disfunzioni innegabili del settore che non dipendono certo dalla Costituzione ma


tradisce lo stesso testo letterale; alcune volte è così lampante che contribuisce a far sì che si parli dell'attuale sistema come di una democrazia giudiziaria o di imperia-

Valerio Spigarelli

Spigarelli: «Oggi la Magistratura rappresenta un Governo autonomo e non un autogoverno»

dall'incostanza del legislatore". Secondo Masia, in particolare, il problema più grave della riforma sarebbe "l'eccessiva decostituzionalizzazione della disciplina del potere giudiziario" con la conseguenza che la sua regolamentazione sarebbe rimessa al legislatore ordinario e quindi, da ultimo, alla politica e alle maggioranze parlamentari di volta in volta al potere. Spostare l'equilibrio dei poteri costituzionali a favore della politica porterebbe, perciò, ad una minore imparzialità della magistratura con evidente danno dei diritti e delle libertà dei cittadini. "La separazione - ha ammonito Masia, - avrà effetti negativi: il pm accentuerà i suoi lati repressivi e sarà meno imparziale nell'applicazione della legge penale". Di parere opposto il presidente delle Camere penali che, invece, si è soffermato sullo stato attuale della giustizia in Italia e sulla sostanziale inattuazione del principio di terzietà, scolpito dall'articolo 111 della Costituzione: "Oggi l'equilibrio

dei poteri pende a favore del potere giudiziario. Molte volte l'interpretazione data dal potere giudiziario al testo delle norme

lismo giudiziario". Secondo Spigarelli oggi la Magistratura rappresenterebbe "un Governo autonomo e non un autogoverno: i costituenti avevano previsto questa possibile deriva e la temevano", cercarono un equilibrio tra poteri ma questo equilibrio, per Spigarelli, sarebbe saltato tanto che oggi, per assurdo, quando "un innocente viene condannato per errore, ma l'errore dipende da una sua omonimia con il reo, il magistrato non viene considerato responsabile dell'errore". "La verità - ha concluso il presidente delle Camere penali - è che l'Anm sembra affermare come tutto ciò che riguardi la giustizia competa a loro, rifiutando anche solo una discussione su una bozza di riforma".

Barbara Pezzini

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ECONOMIA&BUSINESS

Gherardo Colombo è nato a Briosco, il 23 luglio 1946. Entrato in magistratura nel 1974, è divenuto famoso per aver condotto inchieste celebri quali quelle sulla Loggia P2, sul delitto Ambrosoli, Mani pulite, sull'Imi-Sir e sul lodo Mondadori-Sme

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Colombo: "La Costituzione si rispetta pagando le tasse" COSTITUZIONE & GIUSTIZIA

L'ex magistrato di "Mani pulite" fa tappa a Bergamo per ricordare il valore della Costituzione e il rispetto delle regole. Punzecchia gli artigiani bergamaschi: "si ricorderanno sicuramente l'ultimo numero di fattura, meno cosa dice l'art. 53", pagare le tasse

ARTICOLO DI: LIVIO CASANOVA PHOTO: GIORGIO CHIESA

omo di spessore e nello stesso tempo istrionico, interessante, che non disdegna vezzi teatrali, inaspettato e per certi versi comico. Gherardo Colombo, ospite a Bergamo di un incontro sul rapporto tra Costituzione e giustizia, si rivela un personaggio inatteso. Tanto sono arruffati e refrattari i suoi capelli al pettine quanto facili le sue parole e semplici i concetti. L'ex magistrato non ha certo bisogno di presentazioni perchè la sua partecipazione alle inchieste sulla P2, sul delitto Ambrosoli, sui fondi neri dell'Iri, poi la presenza all'interno del pool milanese che indagò su Mani Pulite, ne fanno uno dei protagonisti del mondo giudiziario e della vita pubblica italiana degli ultimi vent'anni. Da quattro anni ha tolto la toga e dopo aver lavorato 33 anni per la giustizia, oggi, Colombo visita le scuole per parlare ai ragazzi della legalità e del

U

rispetto delle regole. Tra i presenti si bisbiglia circa i motivi che lo hanno indotto a lasciare la magistratura e perché non è rimasto, per gli anni che ancora gli erano consentiti, a fare il magistrato. Lo anticipa lui stesso raccontando la metafora dell'idraulico e come, ad un certo punto della sua carriera, si sia sentito come un idraulico che una mattina viene chiamato da un signore per un pronto intervento. Questo signore si alza (abita in un grande condominio), va in cucina, apre il rubinetto per far scendere l'acqua per il caffé, ma l'acqua non scende. Allora chiama l'idraulico che dalla cassetta degli attrezzi prende giratubi, cagne e si mette ad armeggiare. Monta, smonta e rimonta, ne fa di tutti i colori ma dopo avere trascorso ore ed ore a cercare di aggiustare il rubinetto l'acqua continua a non uscire. A questo punto gli viene un'idea e decide di guar-

dare per bene l'impianto. Cerca a monte, altrove, le possibili cause di quel guasto. Segue le tubature e si ritrova in cantina davanti alla saracinesca che distribuisce l'acqua a tutto il condominio, ritira fuori i ferri e si mette all'opera. Dopo aver lavorato a lungo a quella saracinesca, torna in cucina e finalmente l'acqua esce. "Mi sono stancato - dice lo stesso magistrato - di cercare il guasto prima di arrivare in cantina" e, così, ha deciso di smettere di occuparsi di "rubinetti" per agire su un altro versante e risalire alla "madre" del problema legalità, cioè alla mancanza di una cultura delle regole nella società italiana. "Mi sono accorto continua lo stesso magistrato - che nonostante quanto ci si potesse impegnare è sempre stato impossibile far funzionare la giustizia in modo perlomeno accettabile. Constatando tutto ciò è progressivamente maturata in me la convinzio49


ne che per far funzionare la giustizia fosse necessaria una profonda riflessione sulla relazione tra i cittadini e le regole. Perché la giustizia non può funziona-

«La giustizia non può funzionare se i cittadini non hanno un buon rapporto con le regole» re se i cittadini non hanno un buon rapporto con le regole". Lasciato il banco degli oratori e assecondando le bizze dei microfoni, l'ex magistrato di "mani pulite" passeggia per la sala Qoelet di Redona "importunando" la platea con domande (un retaggio professionale) e dispensando battute. Nel personale rapporto che ciascuno di noi ha con le leggi ricorda tutte quelle "piccole" infrazioni alle regole di comune convivenza civile che, piaccia o meno sentirselo dire, quotidianamente commettiamo: dal parcheggiare in seconda fila o in divieto di sosta al non farsi rilasciare una fattura per avere uno sconto, fino a non pagare un biglietto del treno o dell'autobus. E' necessario, secondo il magistrato, cambiare la percezione delle regole, non è sufficiente che vengano rispettate perché devono essere, innanzitutto, capite. Al contrario di quello che si può pensare l'applicazione del controllo tramite tribunali, processi, magistrati, segue e non ne anticipa la comprensione. Prende in mano la Costituzione Italiana promulgata nel 1947, conta le pagine e spiega che il motivo, il "contenuto" fondamentale delle regole, delle leggi è ricordare l'importanza di ciascuno di noi. Senza vale la regola: chi è in alto (nella scala sociale) può, chi è in basso deve. Nel corso della storia umana il potere è sempre stato gestito in maniera piramidale cioè più potere a pochi e meno ai più. Dalla base, la più estesa, spesso priva di ogni diritto si sale fino al vertice, con il 50


potere assoluto nelle mani di una sola persona. L'art. 2 è chiaro:"la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo" per cui semplifica Colombo "perché cambi la percezione delle regole è necessario che ciascuno sappia,

abbia consapevolezza e riconosca di essere al centro della legislazione in quanto persona". L'ex magistrato disegna nell'aria un triangolo. Al vertice c'è la persona e la sua dignità, alla base, da un lato i diritti individuati dalla stessa Costituzione e dall'altra l'eguaglianza di tutti di fronte alla Legge. Non è un caso se un anno dopo la nostra Costituzione venne la Dichiarazione Universale dei diritti umani che ha ribadito i diritti della persona (non gli interessi e le idee di qualcuno). Eppure il rispetto delle regole

zione gerarchica". Dal magistrato, dal conoscitore di regole e di leggi, dall'osservatore attento di comportamenti umani non poteva mancare un aggancio al tema delicato dell'evasione fiscale, da lui sornionamente toccato. Si perché, nel rapporto tra diritti e doveri, parla di evasione in un paese come Bergamo dove ogni anno si registrano persone con un tenore di vita assolutamente inspiegabile e incompatibile con il reddito dichiarato. Sibillino il riferimento agli artigiani orobici, "scommetto che si ricorderanno sicuramente l'ultimo numero di fattura che hanno fatto e meno cosa dice l'art. 53 della costituzione", pagare le tasse. Su questo non ha dubbi né incertezze: "La Costituzione si rispetta pagando le tasse", in caso contrario "gli evasori non dovrebbero avere nemmeno il diritto di camminare per strada visto che i marciapiedi sono stati realizzati con i soldi di chi non evade le tasse". Ma per cambiare le (cattive) abitudini ci vuole tempo e la storia dimostra che la cultura delle regole non cambia improvvisamente. Giorno per giorno è cambiato il modo di pensare la tortura, la schiavitù e le discriminazioni alle donne. Per modificare la disciplina del matrimonio

ci sono voluti 27 anni. Si tratta di scegliere perché "è vero che la libertà sostiene l'ex magistrato - piace a tutti, ma la libertà si esercita scegliendo e la

«Senza la Costituzione vige la regola: chi è in alto (nella scala sociale) può, chi è in basso deve» scelta implica responsabilità". E la responsabilità piace assai meno, così, "per sfuggire alla responsabilità si rinuncia a scegliere e alla libertà". Nessuna possibilità di appellarsi alla facoltà di non rispondere di fronte alla domanda finale: "Quanti di voi hanno letto la Costituzione?". Davanti al nostro mugugnare imbarazzato l'ex magistrato, dopo due ore mosso dalla passione per ciò che fa, ha seraficamente concluso: "Io credo si debba parlare di ciò che si conosce". E prima di tornare un salto in libreria ad acquistare la Costituzione.

«Gli evasori non dovrebbero avere nemmeno il diritto di camminare per strada visto che i marciapiedi sono stati realizzati con i soldi di chi non evade le tasse» non sembra essere in cima ai pensieri degli italiani e "se la Costituzione - chiosa Colombo - non viene rispettata si ricostituisce la società della discrimina51


ECONOMIA&BUSINESS

Evadere le tasse Bergamo peggiora e retrocede di 11 posti FISCO&TASSE

Il Centro studi Sintesi e Unioncamere Veneto hanno misurato, per ogni provincia, la coerenza tra tenore di vita e reddito dichiarato. Nella classifica del rischio evasione la provincia orobica scivola al 40esimo posto con un indice di 108, al di sopra (dato positivo) della media italiana individuata a quota 100 52


on si tratta certo di un allarme legato all'evasione fiscale, ma il dato pubblicato da "Il Sole 24ore" non è confortante: la provincia di Bergamo, infatti, ha perso ben undici posizioni, rispetto al 2006, nella classifica del rischio evasione, scivolando al quarantesimo posto con un indice di 108, comunque al di sopra (ed è positivo) della media italiana individuata a quota 100. La classifica apparsa sulle pagine del quotidiano economico è frutto di uno studio, relativo alla situazione aggiornata al 2009, del Centro studi Sintesi e di Unioncamere Veneto: questo studio si è concentrato sul tenore di vita nelle diverse province italiane e sulle sue ricadute a livello fiscale, analizzando sette indicatori in termini pro capite (tra gli altri, i consumi di energia e carburante, il parco auto, e i depositi bancari) e misurandone la "coerenza" con il reddito dichiarato. In base a questa "coerenza" ad ogni provincia è stato assegnato un punteggio: più elevato il punteggio, minore è il rischio di evasione, con una media italiana, come detto, attestata a quota 100. Il risultato può essere considerato un indice di "rischio evasione", basso dove il numero indice è positivo (perchè il reddito disponibile è superiore ai consumi), e alto

N

man mano che l'indice diventa negativo (consumi superiore ai redditi): nel primo caso il punteggio è superiore a

Redditometro, il confronto in Lombardia La geografia del rischio «evasione» nelle province lombarde e la differenza rispetto il 2006

Posizione in Italia

Provincia

Punteggio

Diff. pos. su 2006

Milano

133

L

-3

33°

Pavia

111

L

-22

35°

Lodi

110

K

+40

37°

Cremona

109

L

-22

40°

BERGAMO

108

L

-11

45°

Mantova

105

L

-36

51°

Sondrio

102

L

-9

53°

Lecco

101

L

-33

58°

Varese

99

L

-42

63°

Como

98

L

-28

66°

Brescia

98

L

-5

Punteggio: differenza tra redditi consumi Sopra 100 il valore è positivo, sotto negativo Fonte: elaborazione centro studi sintesi - unioncamere veneto su fonti varie

100 (media nazionale), nel secondo è inferiore. In altre parole, se si spende più di quanto ufficialmente si guadagna, una parte dei profitti sfugge al fisco. Ovvero si evade. Ebbene, Bergamo su 103 province italiane si è piazzata al quarantesimo posto, con un punteggio di 108: una cifra, dunque, leggermente superiore a quella individuata per la media italiana e questo rappresenta un aspetto comunque positivo. Il lato negativo, invece, è la perdita di undici posizioni rispetto al dato relativo al 2006, segno che in tre anni (la classifica è "aggiornata" al 2009) è aumentato il rischio di evasione nelle province orobiche. Da questo ultimo punto di vista, comunque, anche se non rappresenta certo una consolazione, sono molte le province lombarde che i numeri dipingono come un po' meno oneste rispetto al 2006. Milano è la meglio piazzata con il quarto posto complessivo e un punteggio di 113, ma ha perso tre posizioni; Pavia è invece trentatreesima con un punteggio di 111 e una "retrocessione" di ben ventidue posti. Anche Cremona è scivolata di ventidue gradini, passando al 37esimo posto con 109 punti. Dietro a Bergamo si trovano anche Mantova con 105 punti e il quarantesimo posto, rispetto al nono dei dati del 2006, e 53


Sondrio con 102 e un peggioramento di nove posizioni. Davanti al capoluogo di Valtellina e Valchiavenna si colloca anche Lodi che, però, a differenza di tutte le altre realtà analizzate finora può affiancare ai suoi 110 punti un miglioramento considerevole

di 40 posizioni che l’ha portata fino al 35esimo posto. Dietro Bergamo, oltre a Sondrio, si trovano Lecco (53esima con 101 punti e con un significativo -33 in classifica), Varese (58esima con 99 punti, dunque la prima sotto la media italiana, e -42 posti), Como (63

esima, con 98 punti e -28 posizioni) e Brescia (66esima, con 94 punti e -5 posti). Dall'incrocio di questa pletora di numeri si è potuto capire quanto sia ampia la divaricazione tra guadagni dichiarati al fisco e ricchezza personale.

L'evasione media (pro capite) è di 2.093 euro, 255 i miliardi di "nero" L'evasione fiscale degli italiani si è attestata nel 2010 al 13.5% del reddito dichiarato. In media non sono stati dichiarati al fisco 2.093 euro a contribuente. E' questa l'ultima stima dell'evasione fiscale contenuta nel rapporto finale stilato da uno dei quattro gruppi di lavoro della riforma fiscale. Non tutti però evadono nella stessa misura. Al centro il tax gap è di 2.936 euro, pari al 17.4%, al Nord di 2.532 euro, pari al 14.5. Più basso al Sud: si attesta al 7.9%, pari a 950 euro di redditi Irpef evasi a testa. Tra i dati portati in luce dalle analisi degli esperti, quelli relativi all'economia sommersa in Italia che vale da un minimo di 255 miliardi ad un

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massimo di 275 miliardi di euro ed è dovuta per il 37% a lavoro non regolare. I dati sul sommerso, riferiti al 2008, sono però la base di partenza di tutte le elaborazioni successive. Dai dati emerge che la quota di sommerso dovuto al lavoro irregolare è diminuita nel tempo: passando dal 39.5% del 2000 al 37.2% del 2008. L'indagine divide i redditi per diverse tipologie di contribuente, anche in base all'età e al sesso. Emerge così che il tasso di evasione maschile è al 17.3% contro il 9.9% delle donne. I giovani evadono più degli anziani: sotto i 44 anni l'evasione è del 19.9%, in media di 3.065 euro, scende poi al 10.6% tra i 44 e 64 anni (1.945 euro a testa) per poi assottigliarsi al 2.7% per gli over 64 (314 euro a testa).



ECONOMIA&BUSINESS

Camera di Commercio, arti e manifatture: due secoli di storia L'ANNIVERSARIO

L'ente di Largo Belotti celebra 200 anni dalla sua costituzione con un logo dedicato che accompagna le iniziative camerali del 2011 tra cui "Notti di luce" e "BergamoScienza". A novembre un convegno tra storia e definizione di nuove strategie alla presenza di Ferruccio Dardanello, presidente nazionale di Unioncamere

unedì 27 giugno la Camera di Commercio di Bergamo ha festeggiato un compleanno particolare: 200 anni dalla sua costituzione. L'ente camerale bergamasco fu istituito il 27 giugno 1811 con un Decreto Napoleonico e quest'anno ricorre il bicentenario. Dal mese di marzo e per tutto il 2011 un logo celebrativo dedicato all'anniversario campeggia su molte iniziative cittadine sostenute dall'ente stesso, "il logo - sottolinea Paolo Malvestiti, presidente della Camera di Commercio - con il simbolo numerico 200 e la I di "Italia" che si allunga a formare la prua stilizzata di una nave rappresenta il viaggio. Per l'ente camerale bergamasco sono stati 200 anni di storia, di attenzione e sensibilità al territorio e di supporto concreto alle necessità delle imprese. Un compito che in

L

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questo periodo di burrasca (per restare in tema) si è intensificato perchè è fondamentale non disperdere il tessuto produttivo ed

economico del territorio". Per rispetto alla situazione di crisi attuale e viste le particolari difficoltà che sta vivendo il


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provincia. Non si limita a sostenerne lo sviluppo economico ma ne accompagna le realtà sociali e culturali per una crescita complessiva del territorio e della qualità della vita dei bergamaschi". Oggi è un ente al passo con i tempi? "Senza alcun dubbio. Lo dimostra la scelta di seguire la strada indicata dalle nuove tecnologie e, oggi, la quasi totalità delle pratiche arrivano e sono gestite per via digitale nell'ottica di fornire alle 95 mila imprese bergamasche servizi sempre più snelli, convenienti ed efficaci, certi di essere in questo modo non un vincolo ma un'opportunità per l'economia provinciale". Quale ruolo si è ritagliata all'interno della comunità? "Il bicentenario è un'occasione straordinaria per porre l'accento sul significato di questo ente che nasce ben prima di altre realtà locali e vanta una tradizione che merita di essere valorizzata. Con questo glorioso e ricco passato, l'ente camerale orobico oggi intende proporsi come il punto di riferimento dell'economia locale, da e verso il mondo. Vuole essere un laboratorio di innovazione fondato sulla qualità della persone e delle tecnologie e nel contempo sui migliori valori della cultura economica orobica".

mondo del lavoro orobico la ricorrenza si sta svolgendo all'insegna del rigore e della sobrietà. I prossimi eventi su cui campeggerà il logo del bicentenario sarà "Notti di luce" e "BergamoScienza" ma l'avvenimento più importante sarà a novembre, con un convegno dedicato interamente alla Camera di Commercio e alla sua storia. Con la presenza di Ferruccio Dardanello, presidente nazionale di Unioncamere e con la distribuzione di un video verranno ripercorse le tappe più significative che hanno 58

scandito la crescita dell'ente situato nel cuore di Bergamo, in Largo Belotti. Presidente, dopo 200 anni di storia possiamo dire che la Camera di Commercio è lo specchio fedele del tessuto orobico? "Duecento anni di storia sono un traguardo di tutto rilievo per un'istituzione che, rispondendo a trasformazioni e cambiamenti legislativi epocali, da due secoli è quotidianamente vicina al complesso mondo economico di Bergamo e della sua

Quali sono i compiti che l'attendono? "L'Ente camerale è protagonista in tutti i tavoli istituzionali dove vengono programmati progetti di sviluppo, è un attore della crescita complessiva del territorio. Oggi è necessario far crescere la competitività del sistema econo-


Istituita con decreto napoleonico nel 1811 La Camera di Commercio, arti e manifatture della città è stata costituita con un Decreto di Napoleone datato 27 giugno 1811 mentre, con un successivo Decreto del 27 dicembre dello stesso anno, Eugenio Napoleone, vicerè d'Italia, stabilì che la Camera di Bergamo fosse composta da 8 membri, indicandone i nomi: Giovanni Battista Bottini, Egidio Beltrami, Antonio

Frizzoni, Giuseppe Nullo, Carlo Guarinoni, Domenico Milesi, Antonio Valaperta e Antonio Arrigoni. Autorevoli studiosi fanno risalire a 9 anni prima la nascita della Camera di Commercio, nel lontano 1802. "Il 26 agosto del 1802 Francesco Melzi, vicepresidente della Repubblica stabilì con legge che in ogni Comune ove fosse esistito un Tribunale mercantile (nel caso di Bergamo la "Camera dei mercanti" il cui statuto risale al 1457), vi fosse in sua vece una "Camera Primaria di Commercio" spiega Malvestiti -. Si tratta dell' "evoluzione storica" dell'Istituto camerale; la Camera Primaria di Commercio del 1802 sostituì il Tribunale mercantile proseguendone l'attività. Seguendo questa tesi, l'origine dell'attuale Camera di Commercio dovrebbe

essere fatta risalire non tanto alla Camera Primaria di Commercio bensì al Tribunale mercantile o all'Università Mercantile di

duare i mezzi per farle prosperare". Si legge: "La Camera proporrà le sue viste sopra i premi e gl'incoraggiamenti da darsi

epoca comunale passando per il Consolato dei Mercanti veneziano. Tribunale mercantile e Camera Primaria di Commercio furono istituti con funzioni prevalenti di soluzione di controversie commerciali, con il ruolo di vero e proprio tribunale in materia economica e commerciale; si trattava dunque di un organo giurisdizionale speciale che affiancava, con specifica competenza per materia, gli organi giurisdizionali ordinari". Nel 1811, alle Camere di Commercio, arti e manifatture appena costituite, vengono affidate alcune delle moderne funzioni che ritroviamo oggi negli attuali Enti camerali. "Il decreto napoleonico - continua il presidente della Camera di Commercio - evidenzia infatti che i nuovi organismi si occuperanno, nel circondario rispettivo, di riunire tutte le notizie intorno allo stato attuale del commercio, delle fabbriche e manifatture, di rilevare le difficoltà che ritardano lo sviluppo o il progresso delle attività, oltre che di indivi-

agl'inventori od introduttori di macchine, stabilimenti e metodi più utili, sui regolamenti per la polizia delle fabbriche ed in generale tutto ciò che può interessare il commercio, le fabbriche e le manifatture". Con il Decreto di Eugenio Napoleone del dicembre del 1811 vengono istituite, su tutto il territorio del Regno, altre 14 Camere di Commercio che si aggiungono alle 11 già costituite nel giugno dello stesso anno realizzando così una sorta di sistema camerale in qualche modo coordinato dal Consiglio Generale di commercio, arti e manifatture costituito a Milano presso il Ministero dell'interno del Regno. Nel decreto napoleonico del 27 giugno 1811 viene espressamente stabilito un principio che sta alla base del finanziamento delle attuali Camere di Commercio; si legge infatti che "le spese che potranno occorrere per le suddette camere saranno a carico del corpo dei commercianti del comune ove risiede la camera".

mico locale vista l'attuale fase di difficoltà economica. Sostenere il consolidamento delle iniziative imprenditoriali e l'ammodernamento delle strutture aziendali sono alcune delle linee programmatiche che l'ente camerale ha intenzione di perseguire per gli anni a venire". Qual è il rapporto con le associazioni di categoria? "La Camera di Commercio rappresenta un punto di riferimento

per tutte le Associazioni di categoria. Con loro sono in atto molte collaborazioni e le nuove nomine nelle società partecipate dove l'ente detiene una quota consistente di azioni (Tecnodal, Servitec, Bergamo Fiera Nuova, ndr), strategiche per rimuovere le difficoltà delle imprese, dimostra la volontà di ridare competitività al tessuto economico locale e produttivo provinciale. E' un passo che ci permetterà di individuare politiche d'aiuto al sistema delle imprese". 59


ECONOMIA&BUSINESS

Bergamaschi in crisi: redditi fermi, consumi in calo REDDITI & CONSUMI

Negli ultimi 15 anni, in provincia di Bergamo, la spesa si è ridotta del 55% e tra il 2010-2012 si ferma ad un +1.3% ll dato: i bergamaschi spendono poco più di 14 mila euro l'anno contro i 17.614 della media lombarda La tendenza: chiudono le ferramenta e i panifici, aprono le tabaccherie e i negozi di abbigliamento 60

e famiglie bergamasche tirano la cinghia: i consumi cresceranno di un + 1.3% fra quest'anno e l'anno prossimo, un po' di più rispetto all'ultimo biennio ma il 55% in meno rispetto a quanto crescevano negli anni 1996-2000. E la cosa certa è che per il 2012 Bergamo non sarà tra le province che torneranno ad un livello di ricchezza precrisi.

L

Consumi: 14.074 euro nel 2009, il dato più basso tra le province lombarde. L'ultimo "Rapporto sulle economie territoriali e il terziario di mercato" elaborato da Confcommercio su dati Istat dice che in quanto a consumi per abitante la nostra provincia è al di sotto della media nazionale. Il livello di consu-


mi per abitante (a prezzi correnti) da 9.507 euro del 1995 è salito ai 12.184 euro del 2009, per toccare i 14.074 euro del 2009. Di pari passo però e rispetto agli stessi periodi, fatta 100 la base nazionale, la forbice bergamasca rispetto alla media italiana si è allargata perché l'indice della provincia è calato dal 96.6 del 1995 al 95.4 del 2000 fino al 92.2 del 2009. Mentre in Lombardia la capacità di spesa è di 115.4, Bergamo consuma l'8% in meno della media nazionale e esattamente il 23% in meno della media lombarda.

Per far ripartire i consumi la ricetta: leva fiscale e creare nuovi posti di lavoro. La conclusione del rapporto è esplicita: non crescono i consumi perchè non cresce la ricchezza del Paese, del territorio e delle famiglie, perciò sottolinea Confcommercio, è sempre più

Previsioni: nel periodo 2010-2012 consumi in crescita dell'1.3% contro il 2.9% del periodo 2001-2009. Come anticipato l'ufficio studi vede nel periodo 2010-2012, per la provincia di Bergamo, una crescita media annua in termini reali dei consumi delle famiglie dell'1.3%, la stessa della media lombarda, che segue il più 0,5% nel periodo 2001-2009 (inferiore, tuttavia, allo 0.6% della media lombarda) e il più 2.9% del periodo 1996-2000 (superiore, in questo caso, di due decimi al 2,7% della crescita media lombarda).

necessario agire su due leve. La prima è la creazione di nuovi posti di lavoro e la seconda è la leva fiscale. E' necessario lasciar più soldi

in tasca agli operatori perché investano, invece di esercitare un prelievo fiscale che sfiora il 60% e alle famiglie perchè possano spendere, e risparmiare anche qualcosa, come è sempre stato abitudine dalle nostre parti. La propensione al risparmio degli anni passati ha consentito di non cadere in ginocchio in questi periodi critici e di attingere da quel gruzzoletto che si era comunque riuscita a mettere da parte. La fotografia: servizi al 54% e industria al 44%. Confcommercio analizza i fattori che determinano la crescita, occupazione, imprese, composizione: i servizi hanno un peso che supera il 54% contro il 44% dell'industria, cioè della produzione di beni, ma l'anno scorso il saldo tra imprese del commercio nate e quelle che hanno chiuso è stato negativo: perse 157 piccole aziende. Nel commercio in genere, 1.066 le iscrizioni contro le 1.223 chiusure. Commercio al dettaglio: 517 iscritte, 598 cessate. Servizi di alloggio e ristorazione: 344 iscritte e 399 chiuse ed è negativo per 71 il saldo tra le 1.192 imprese iscritte e le 1.263 cessate negli altri servizi, trasporti e magazzinaggio, informazione e comunicazione, attività finanziarie ed assicurati-

I consumi delle famiglie lombarde Variazione % media annua

Composizione %

In termini reali

Varese Como Lecco Sondrio Milano Bergamo Brescia Pavia Lodi Cremona Mantova Monza Lombardia Nord ovest Italia

Val. e prezzi correnti in euro

‘96-’00 ‘01-’09 ‘96-’00 2,7 0,5 1,3 2,5 0,6 1,3 2,6 0,6 1,3 2,6 0,3 1,0 2,7 0,6 1,3 2,9 0,5 1,3 2,5 0,6 1,4 2,6 0,6 1,3 2,6 0,8 1,4 2,5 0,5 1,3 2,5 0,5 1,4 n.d n.d n.d 2,7 2,6 2,5

0,6 0,4 0,2

Livello per abitante

1,3 1,2 1,0

2000 12.945 13.065 12.515 14.238 16.849 12.184 13.849 14.083 13.790 13.568 12.625 n.d

Variazione % media annua Italia = 100

1995 1,4 1,0 0,5 0,3 8,5 1,6 2,1 0,9 0,4 0,6 0,6 n.d

2000 1,4 1,0 0,5 0,3 8,6 1,6 2,1 1,0 0,4 0,6 0,7 n.d

2009 1,5 1,0 0,5 0,4 8,9 1,7 2,2 1,0 0,4 0,6 0,7 n.d

1995 10.032 10.264 9.878 10.983 12.896 9.597 11.091 10.922 11.030 10.627 9.905 n.d

2009 15.618 15.616 14.972 17.649 20.647 14.074 16.058 16.718 15.972 16.245 15.014 n.d

1995 101,0 103,3 99,4 110,5 129,8 96,6 116,6 109,9 111,0 106,9 99,7 n.d

2000 101,4 102,3 98,0 115,5 131,9 95,4 108,4 110,3 108,0 106,2 98,9 n.d

2009 102,3 102,3 98,1 115,6 135,2 92.2 105,2 109,5 104,6 106,4 98,3 n.d

18,0 29,6 100,0

18,2 29,8 100,0

18,8 30,3 100,0

11.423 14.690 17.614 11.234 14.527 17.448 9.937 12.771 15.269

115,0 113,7 100,0

115,0 113,7 100,0

115,4 114,3 100,0

Fonte: elaborazione Ufficio Studi Confcommercio su dati Istat

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ve, attività immobiliari, professionali, scientifiche e tecniche, noleggio, agenzie di viaggio, supporti alle imprese, istruzione, sanità, assistenza sociale, attività artistiche, sportive ed intrattenimento. In un anno, tra il 2009 e il 2010, gli esercizi alimentari sono passati a 2.083 con 4 in più piccoli negozi. Gli esercizi dell'area non alimentare, nello stesso periodo, sono cresciuti di 133 portando le botteghe a 6.884. Settori: 6 panifici in meno e 62 negozi di abbigliamento in più. Un andamento difforme, però, settore per settore: 11 negozi in meno di ferramenta, vernici e materiali da costruzioni, per citare un caso, e 6 panifici hanno chiuso. Ma hanno aperto 62 negozi di articoli d'abbigliamento, a riprova di consumi selettivi, cioè un vestito in più nelle famiglie e una cassetta degli attrezzi in meno. Tendenza alla cura di sé scalfita dalla crisi? I dati direbbero proprio di no: i negozi di cosmetici e di profumeria non solo hanno tenuto ma con uno in più le boutique arrivano a 268. E l'usato per risparmiare? Confcommercio dice che le rivendite di questo tipo, in un anno non sono aumentate nè diminuite. Insomma si continua a non buttare via niente.

La ricetta di Confcommercio La conclusione del rapporto è esplicita. Non crescono i consumi perché non cresce la ricchezza del Paese o del territorio e delle famiglie e perciò, sottolinea Confcommercio, è sempre più urgente agire su due leve. La prima è la creazione di nuovi posti di lavoro e la seconda è la leva fiscale, ovvero è necessario lasciar più soldi in tasca agli operatori perché investano.

Graduatoria provinciale dei redditi e consumi per abitante Posizione 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58

Provincia Reddito (Valore aggiunto) Milano 32.439 Bolzano 30.677 Modena 29.645 Bologna 29.590 Roma 29.546 Mantova 28.311 Bergamo 27.941 Brescia 27.925 Firenze 27.842 Trieste 27.585 Forli' 27.368 Trento 27.324 Parma 27.239 Vicenza 27.035 Belluno 26.962 R. Emilia 26.643 Cuneo 26.427 Verona 26.398 Venezia 26.388 Sondrio 26.387 Aosta 26.384 Padova 26.332 Rimini 26.303 Varese 26.257 Lecco 25.978 Piacenza 25.815 Ancona 25.716 Treviso 25.639 Lucca 25.627 Siena 25.537 Ravenna 25.504 Udine 25.441 Pisa 25.401 Pordenone 25.343 Vercelli 25.231 Cremona 25.060 Torino 24.837 Prato 24.811 Genova 24.800 Como 24.767 Savona 24.534 Biella 24.504 Novara 24.380 Alessandria 24.106 Rovigo 24.017 Arezzo 23.928 Ferrara 23.810 Livorno 23.634 Pavia 23.548 Grosseto 23.269 Lodi 23.252 Pistoia 23.116 Pesaro 23.088 Imperia 22.967 Gorizia 22.913 La Spezia 22.496 Macerata 22.239 Asti 22,065

Posizione 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 64

Provincia Forlì Aosta Milano Bolzano Rimini Verona Venezia Belluno Bologna Trieste Ravenna Savona Biella Firenze Parma Gorizia Trento Genova Roma Vercelli Verbano Sondrio Imperia Novara Ferrara Lucca Siena Udine Alessandia Torino Livorno Piacenza Pavia Prato Grosseto Modena Cremona Brescia Lodi Padova Ancona Pistoia Varese Como La Spezia Cuneo Massa Mantova Lecco Terni Pesaro Pordenone R. Emilia Arezzo Pisa Vicenza Perugia Bergamo

Consumi 21.490 20.909 20.647 20.143 19.985 19.892 19.817 19.764 19.496 19.368 19.254 19.187 18.866 18.811 18.674 18.408 18.323 18.170 17.722 17.684 17.650 17.649 17.610 17.532 17.472 17.455 17.258 17.172 17.076 17.017 16.992 16.927 16.718 16.560 16.369 16.365 16.245 16.058 15.972 15.833 15.734 15.619 15.618 15.616 15.418 15.288 15.272 15.014 14.972 14.753 14.705 14.691 14.571 14.569 14.544 14.388 14.357 14.074

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi Confcommercio su dati Istat

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ECONOMIA&BUSINESS

Lo scalo orobico

Egr. Sig. Direttore, nell'articolo a firma di Livio Casanova e Carlo Di Gregorio dal titolo "L'ombra lunga della CdO e della Lega sulla presidenza Sacbo" pubblicato sull'ultimo numero del periodico da Lei diretto si afferma, tra l'altro, che l'avv. Cesare Zonca "candidato consigliere comunale per Bruni nel 2004, non eletto, ha successivamente ottenuto l'economicamente (gratificante) incarico di seguire, per conto del Comune di Bergamo, la vendita della Bas all'Asm (oggi A2A) attraverso il suo prestigioso studio legale". Si tratta di una circostanza assolutamente non corrispondente a verità in quanto lo studio legale dell'avv. Zonca si occupò sì della fusione per incorporazione della BAS in ASM ma per conto della incorporante ASM e non certo su incarico del Comune di Bergamo di cui era allora Sindaco l'avv. Roberto Bruni. Deve altresì aggiungersi che l'incarico professionale fu conferito allo studio Zonca ancor prima che l'avv. Bruni vincesse le elezioni, tanto che le prime trattative vennero condotte addirittura con il precedente Sindaco Cesare Veneziani. E' quindi del tutto priva di fondamento la insinuazione, tanto malevola quanto lesiva della reputazione di chi scrive, che l'incarico sia stato conferito non per meriti professionali, ma per mere ragioni di appartenenza politica. La invitiamo a pubblicare la presente rettifica secondo le modalità previste dall'art. 8 della legge sulla stampa e Le inviamo distinti saluti. avv. Roberto Bruni 64

avv. Cesare Zonca

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BERGAMO ECONOMIA N.43 ARTICOLO A PAGINA 64


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Il ruolo di Confesercenti: rilancio del commercio urbano, del turismo e della Bassa Bergamasca PAROLA DELL'ASSOCIAZIONE

Concrete le iniziative dell'associazione per favorire la ripresa economica del territorio. Grazie ai distretti del commercio, a manifestazioni come la Fiera dei librai e Mercatanti in Fiera, "si è invertita la tendenza - ricorda il presidente Giorgio Ambrosioni - che vedeva il tessuto urbano destinato ad un'inesorabile desertificazione"

PHOTO: GIORGIO CHIESA

vere un punto di riferimento aiuta ad affrontare e superare i momenti di crisi. Confesercenti ha saputo assumere questo ruolo nei confronti delle piccole e medie imprese bergamasche, che sempre più le riconoscono doti di professionalità, dinamismo e affidabilità. L'associazione in questi anni difficili è riuscita infatti a porsi come interlocutore credibile sia nei confronti degli imprenditori sia delle istituzioni, diventando una protagonista sulla scena delle relazioni economiche

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e sindacali del territorio bergamasco. Confesercenti ha saputo individuare e attivare le risorse per contrastare la crisi, favorendo le condizioni per avviare la ripresa economica del territorio. L'azione si è concentrata lungo tre grandi direttrici: rilancio del commercio urbano, del turismo e della Bassa Bergamasca. "Uno dei nostri principali obiettivi è stato quello di salvare la rete dei negozi di vicinato, mettendoli nelle condizioni di reggere la concorrenza dei grandi centri commerciali - spiega il presidente Giorgio

Ambrosioni - Su queste basi è nata l'esperienza dei Distretti del commercio, uno strumento che si sta rivelando capace di ridare nuova linfa al commercio cittadino, fortemente penalizzato in questi anni dal confronto con la grande distribuzione. Grazie ai fondi erogati dai bandi della Regione Lombardia, che ha creduto in questa nuova strategia, diversi comuni della Bergamasca sono riusciti a istituire dei veri e propri centri commerciali naturali, dove è sempre più piacevole passeggiare e fare shopping. Si è invertita la ten-


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regionali, è stato possibile procedere a un restyling delle vie dello shopping. L'organizzazione di eventi culturali, musicali e spettacolari ha fatto il resto, contribuendo a restituire vitalità alle zone centrali, che hanno così riscoperto la loro vocazione aggregativa per l'intera comunità". Efficaci, in questo senso, si sono rivelate per Bergamo manifestazioni come la Fiera dei librai, che vanta ormai una tradizione di oltre 50 anni, e Mercatanti in Fiera, che ogni anno porta sul Sentierone le specialità di tutta Europa. "Si tratta indubbiamente dei nostri fiori all'occhiello - spiega Ambrosioni - La Fiera dei librai rappresenta un appuntamento irrinunciabile nel panorama culturale della città di Bergamo. Il Sentierone diventa un salotto letterario in cui i lettori possono incontrare i loro autori preferiti, grazie ai numerosi incontri organizzati. L'ultima edizione ci ha visto collaborare con l'Università, che ha portato in Fiera oratori di prestigio, molto apprezzati dal pubblico. L'offerta libraria è vastissima: dal classico all'ultimo bestseller, il lettore ha solo l'imbarazzo della scelta. Quanto ai Mercatanti, riescono a portare allegria e sapori tipici in centro città, trasformandolo in una grande piazza dove passare qualche ora in compagnia. E' la dimostrazione che i nostri eventi si distinguono per la loro qualità: hanno un basso

denza che vedeva il tessuto urbano avviarsi verso un'inesorabile desertificazione. Confesercenti ha avuto un ruolo fondamentale in questo processo, affiancando i commercianti e gli enti locali nella predisposizione delle strategie più adeguate a un determinato territorio". I Distretti del commercio sono nati un po' ovunque, dalla città ai paesi dell'hinterland, fino alle valli bergamasche. "Si sono attivate energie insospettabili, attingen68

do a entusiasmo e a voglia di fare crescenti. Noi abbiamo cercato di canalizzare e indirizzare questo potenziale enorme, affinché non andasse disperso. I risultati cominciano a vedersi: i negozianti hanno capito che facendo squadra sono in grado di mantenere e aumentare l'attrattività di un centro storico, con positive ricadute sull'economia locale. Grazie alle migliorie degli esercizi pubblici e dell'arredo urbano, finanziate in buona parte dai fondi

«I distretti del commercio si stanno rivelando uno strumento capace di ridare nuova linfa al commercio cittadino» impatto e riescono anzi a valorizzare la nostra città, che ha davvero molto da offrire. Una Bergamo più vivace è maggiormente apprezzata anche dai turisti, altra grande risorsa per un territorio che è alle prese con un crescente fenomeno di deindustrializzazione". L'aeroporto di Orio sta conoscendo in effetti un boom conti-


nuo, che porta a Bergamo un crescente flusso di visitatori. Confesercenti è stata tra i primi a intuire le potenzialità del settore. "Stiamo favorendo il diffondersi di un'autentica cultura dell'accoglienza tra i nostri commercianti - prosegue Ambrosioni - puntando soprattutto su professionalità e innovazione, ma anche su strumenti fondamentali quali la conoscenza delle lingue e la capacità di sorridere. Il messaggio è stato

tore di Confesercenti, osserva: "Abbiamo voluto assumere un ruolo guida fin dall'inizio di questa importantissima fase: la Bassa può andare incontro a un grande

sviluppo, a condizione che la crescita sia orientata verso il benessere di tutta la comunità. Le ricadute dovranno essere positive non solo dal punto di vista economico ma anche sociale. Serve una governance in grado di orientare l'intero processo, che comprenda soggetti pubblici e privati. Confesercenti si è messa in gioco per ricoprire un ruolo di primo piano a Treviglio e nei centri vicini. Gli imprenditori e le istituzioni hanno capito il nostro sforzo: da più di un anno siamo impegnati al loro fianco con il progetto "La Bassa sulla strada giusta", che ha come unico obiettivo quello di favorire una crescita equilibrata dell'economia locale". L'azione di Confesercenti è capillare e quotidiana perché si svolge sul campo, al fianco di chi ogni giorno porta avanti la sua attività con entusiasmo, senza arrendersi alle difficoltà. Un punto di riferimento su cui le imprese possono contare.

«Stiamo favorendo il diffondersi di un'autentica cultura dell'accoglienza tra i nostri commercianti» recepito: i negozianti di Borgo Palazzo ad esempio si sono iscritti al corso di inglese che abbiamo organizzato. La nostra città è una meta sempre più ambita dagli stranieri: il 46% dei turisti proviene dall'estero. Bergamo deve dimostrarsi all'altezza delle attese, proponendo alternative sempre più ricche a chi arriva". Il ruolo propositivo di Confesercenti si è manifestato anche nella Bassa Bergamasca, territorio che nei prossimi anni sarà raggiunto e attraversato dalle grandi infrastrutture (BreBeMi e alta velocità ferroviaria). Giacomo Salvi, diret69


ECONOMIA&BUSINESS

Niente studio e lavoro:

sono 26 mila i ragazzi bergamaschi "scansafatiche" BAMBOCCIONI O DISOCCUPATI?

Li chiamano "Neet": giovani tra i 15 e i 29 anni che non sono iscritti a scuola né all'università, non lavorano e un lavoro non lo cercano Passano la giornata al bar, sul divano, davanti al pc navigando in internet. A Bergamo sono 26.002 e più di 15.000 sono donne 70


on studiano, non lavorano ma nemmeno lo cercano un lavoro. Praticamente non fanno niente. E' una nuova generazione di giovani bergamaschi che stanno facendo "strada", e molta, nella società. Sono ragazzi che esasperati dalla ricerca di un lavoro (che non c'è) e dal miraggio di un titolo di studio (che poi non servirà a niente) si mettono il cuore in pace e decidono di passare - senza troppi patemi d'animo la giornata al bar, sul divano, davanti al pc navigando in internet, in attesa che il lavoro bussi alla porta della loro stanzetta. Che ha perso il treno dell'istruzione, che scivola verso i confini del mercato occupazionale, che rischia di non contribuire mai al sistema previdenziale. E pesa come un macigno sulla ripresa economica italiana. Li chiamano, con un acronimo inglese, "Neet" ("Not in Education, Employment or Training") che non è la traduzione letteraria di scansafatiche ma il significato ci va molto vicino. A Bergamo sono 26 mila i ragazzi che si trovano in questa condizione: ragazzi under trenta fra i 15 e 29 anni.

N

La classifica regionale La percentuale è relativa al totale della popolazione di riferimento (15-29 anni)

Provincia Varese Como Sondrio

Valori assoluti 21,953

Cremona

12,6

3.780

13,3 75.813 26.002

Brescia Pavia

16,2

10.979

Milano BERGAMO

%

31.594 12.730 9.368

13,9 15,2 16,5 17,3 17,6

La generazione neet italiana: un esercito 10.520 17,7 Mantova di 2 milioni di giovani. In tutta Italia i neet sono oltre due milioni, il 21.2% della popolazione nazionale di riferimento: un esercito immobi7.328 14,4 Lecco le di nuovi analfabeti lavorativi. Vivono come in un limbo: espulsi dai percorsi formativi e con4,582 13,5 Lodi temporaneamente non riescono ad entrare nel mondo del lavoro. A livello regionale sono LOMBARDIA 214.650 15,1 214.650, lontano dalla situazione più drammatica (sempre stando ai numeri) che affligge altre Fonte: Indagine Staf Statistica su dati Istat 2009 aree del Paese, soprattutto nel Meridione. Nel Mezzogiorno si arriva anche al 30%, con punte superiori per la componente femminile, ma il In Lombardia in 126 mila hanno gettato la spugna. Come risulta da un'indagine dello Staff 10.5% della Lombardia dà corpo e forma ad Statistica (studi e ricerche sul mercato del lavoro di Italia Lavoro sui dati Istat 2009) in Lombardia, le una presenza che deve far riflettere perchè donne rappresentano più significa che, nemmeno nelle degli uomini la categoria zone più ricche del Paese, nel «Not in Education, Employemnt or Training» dei neet: sono 126 mila, il triangolo lombardo costituito da E' l'acronimo con cui in ambito internazio59% del totale e il 18% Milano, Bergamo e Brescia, il nale vengono chiamati i giovani tra i 15 e 29 anni che della popolazione di riferimercato del lavoro è capace di mento in ambito regionale. rispondere ai bisogni e alle aspetnon studiano, non lavorano e non frequentano corsi di I maschi sono 88 mila, tative occupazionali. Non vanno formazione. In Italia sono oltre due milioni e rappresenrispettivamente pari al nemmeno taciute le difficoltà di tano il 21.2% della popolazione giovanile 41.1% e 12.1% per cento. immaginarsi traguardi "lungimiLo stesso trend vale anche ranti" per ragazzi calati in un cona livello nazionale dove la prevalenza è rappresentata dalle femmine (1.155 mila), testo estremamente competitivo, che devono pari ad un peso sul totale dei neet al 56.5% e al 24.4% riferito ai giovani dai 15 ai misurarsi quotidianamente con un precariato 29 anni. I maschi sono 888 mila e pesano, rispettivamente, per il 43.5% e il 18.2%. diffuso e uno stagismo forzato e reiterato.

NEET

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A Bergamo gli "scansafatiche" sono 26 mila. Guidano la classifica delle province lombarde per presenza di neet: Milano (75.813, di cui oltre 42 mila donne), Brescia (31.594; oltre 18.500 femmine) e Bergamo (26.002, più di 15.000 sono donne), mentre Lodi (4.582) e Sondrio (3.780) chiudono la graduatoria. Con il 17.7% il primato lombardo spetta a Mantova.Rispetto al tasso di incidenza sui giovani con età compresa tra 15 e 29 anni il primato spetta a Mantova (17.7%), davanti a Cremona (17.6%) e Pavia (17.3%), quindi Varese (16.9%) e Brescia (16.5%) e poi tutte le altre province fino a Como con il 12.6%. Per quanto riguarda la condizione dei giovani appartenenti alla platea dei neet: il 60.5% in Lombardia (con un picco al 68.7 per le donne) è inattivo (ossia: non occupato o in cerca di occupazione), contro una media nazionale del 65.8%. Il 39.5% (con un picco al 51.3% per i maschi) è rappresentato da persone in cerca d'occupazione, contro il 34.2% del Paese. Titolo di studio? Per lo più terza media. A livello regionale e considerato il titolo di studio il tasso più elevato di "neet" si registra tra i giovani con età 15-29 anni in possesso di licenza media o avviamento professionale (6.4%). Sotto il punto percentuale, considerata la licenza elementare, rispettivamente al 4.1% e 2.1%, invece, tra i giovani con diploma di scuola superiore di 4-5 anni o con laurea o dottorato. 72

Una chiave di lettura: il rifiuto di posti non ritenuti all'altezza.Chi ha cercato un lavoro ma

non l'ha trovato ufficialmente è un disoccupato. Ma chi non lo ha nemmeno cercato, no. Per assurdo, il tasso di disoccupazione si riduce anche grazie quanti, vedendosi respinti dal mondo del lavoro, gettano la spugna. Ad aprile, ad esempio, è sceso sia il tasso di disoccupazione che quello relativo a chi un lavoro ce l'ha, dando purtroppo ragione a quanti sostengono che molti disoccupati rinunciano a cercare un impiego. Su questo punto si riapre il capitolo dei lavori che ci sono ma vengono rifiutati dai connazionali. E' infatti possibile che un non occupato preferisca stare a spasso piuttosto che accettare un posto ritenuto inadatto a lui. A rafforzare questa tesi sono le associazioni artigiane che lamentano la mancanza di domanda per molti lavori manuali. Può anche darsi che l'artigiano, o anche la media e grande impresa, offra compensi ritenuti da chi cerca lavoro insufficenti. Tutte ipotesi che possono far parte della stessa realtà: un mondo del lavoro stagnante che rispecchia un'economia al palo.



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Compensi: Pesenti nella top ten italiana BUSTE PAGA

Il presidente dell'Italcementi è nono nella classifica dei manager più pagati del Belpaese: lo scorso anno ha incassato 3.9 milioni di euro

econdo una ricerca del settimanale "Il Mondo" risulta che Giampiero Pesenti, presidente di Italcementi, guadagna come 170 dei suoi operai ed è al nono posto nella top ten degli uomini più pagati d'Italia; tra i primi 50 anche il figlio Carlo (47esimo) che percepisce invece l'equivalente di 94 operai. Al padre vengono attribuiti oltre 3.9 milioni di euro tutto compreso (stipendi, compen-

S

Giampiero Pesenti

si, altri emolumenti, eccetera); spostando il paragone dai suoi operai agli impiegati del gruppo, il presidente nel 2010 ha incassato l'equivalente di 93 buste paga, mentre per Carlo Pesenti (2.16 milioni) il rapporto è di 52 impiegati. Il record è del numero uno della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo, che con 8.1 milioni di euro ha incassato nel 2010 l'equivalente di 353 buste paga di un operaio standard, cioè quello inquadrato nel terzo livello, il più numeroso. Ma l'aspetto che più colpisce sta nella divaricazione galoppante innescata dalla crisi: nella ricerca del Mondo riferita al 2008, il vincitore risultò Andrea Guerra, ad Luxottica, con un indice di 224 rispetto all'operaio standard; oggi Guerra è settimo nella classi74

fica con un indice di 180. Lo supera Marco Tronchetti Provera, presidente di Pirelli, con 5.9 milioni di euro a quota 259. E poi Fausto Marchionni, l'ex ad di Fondiaria Sai, Paolo Scaronie Pier Francesco Guargaglini, gli ad

di Eni e Finmeccanica, oltre al vicepresidente di Erg, Pietro Giordano. In conclusione, il settimanale sostiene che dopo una fase di rallentamento, nel periodo in cui la crisi picchiava duro, oggi la guardia sui compensi sembra essersi allentata.

Le 10 buste paga eccellenti Manager 1° Cordero di Montezemolo 2° Tronchetti Provera 3° Cesare Geronzi 4° Fausto Marchionni 5° Paolo Scaroni 6° Pier F. Guarguaglini 7° Pietro Giordano 8° Andrea Guerra 9° Giampiero Pesenti 10° Roberto Vedovotto 48° Carlo Pesenti

Azienda Presidente Fiat e Ferrari Presidente Pirelli P. Mediobanca e Generali Ex ad Fdondiaria Sai

Restribuzione Dip. Oper. Imp. globale (euro) medio 8.122.000

353

193

265

5.950.000

259

142

194

5.023.894

219

120

97

5.010.918

218

119

96

Ad/Dg Eni

4.420.000

192

105

122

P. e Ad Finmeccanica

4.314.000

188

103

141

Vp Erg

4.211.673

183

100

116

Ad Luxottica

4.141.569

180

99

135

P. Italcementi

3.909.000

170

93

128

Ad Safilo

3.839.500

167

91

125

Ad. Italcementi

2.165.000

94

52

71

Retribuzione standard dipendente medio industria Retribuzione standard dipendente medio industria e servizi Retribuzione standard dipendente bancassurance

30.600.00 36.300.00 36.300.00



ECONOMIA&BUSINESS

Utili e occupazione, i benefici di Expo 2015 OPPORTUNITÀ

Parola a Fabio Marazzi, membro del consiglio d'amministrazione dell'esposizione. "In termini economici la ricaduta sarà del 280% sull'investito, e si creeranno 61 mila posti di lavoro"

TESTO&PHOTO: GIORGIO CHIESA

xpo 2015, opportunità da cogliere o da snobbare? È inutile negarlo, se si parla dell'esposizione universale che avrà Milano come protagonista tra qualche anno, non si può nascondere un certo grado di diffidenza da parte di molti.

E

l'ignoto. Proprio così, perché secondo Fabio Marazzi - membro del consiglio d'amministrazione di Expo 2015 S.p.a. - la

manifestazione porterà occasioni esclusivamente positive sul territorio, sia milanese, sia bergamasco e più in generale nazionale.

Fabio Marazzi, la scheda

«Le PMI avranno l'occasione d'interloquire a un livello assolutamente privilegiato con altri paesi» Forse si tratta di paura legata alla speculazione edilizia che potrebbe trainare, o magari è semplicemente terrore verso 76

- E' Senior Managing partner di Emmeplus, società di consulenza per l'internazionalizzazione - Componente della Cabina Strategica per la Competitività e Consulente della Presidenza di Regione Lombardia su questioni quali l'internazionalizzazione, il trasferimento tecnologico, l'innovazione, le biotecnologie - Membro dell'Aerospace and Defence Industries Steering Committee dell'American Bar Association - Docente presso l'Università degli Studi di Bergamo di corsi di Diritto Internazionale e dell'Unione Europea, oltre che titolare della Cattedra Unesco in Diritti dell'uomo ed etica della cooperazione internazionale - Autore di numerose pubblicazioni sui processi di internazionalizzazione, sulle biotecnologie, sugli aspetti normativi del settore aerospaziale, sul trasferimento tecnologico, sulle opportunità per le PMI di espandere il proprio business in Paesi UE ed extra UE - Componente del Consiglio di Amministrazione di Expo 2015


Fabio Marazzi

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"In termini economici, la ricaduta che l'Università commerciale Luigi Bocconi ha calcolato è notevole. Parliamo di un ritorno del 280% sull'investito, vale a dire per ogni euro versato, almeno 3,8 incassati". Cosa avverà da un punto di vista occupazionale? "Ragionando sulla decade 2010-2020, sempre la Bocconi ha calcolato un incremento di ben 61 mila unità. Non dimentichiamoci, inoltre, che con l'Expo 2015 ci sarà l'opportunità di ridisegnare in maniera moderna non solo il territorio, ma anche la capacità e la voglia di fare impresa". Quindi, le imprese avranno un vantaggio competitivo a livello internazionale? "Non tutte le nostre aziende hanno la dimensione per essere internazionalizzate. Parliamo di piccole e medie imprese che non hanno la capacità di affacciarsi sul mondo. Proprio per loro, Expo 2015 sarà l'occasione per interloquire a livello assolutamente privilegiato con altri paesi". Per quanto riguarda Bergamo, quali saranno i benefici sul territorio? "La Provincia di Bergamo ha dimostrato una sensibilità molto particolare ai temi dell'Expo. Nell'ultimo anno e mezzo posso 78

senza ombra di dubbio affermare che è stata la provincia che più ha cercato di comunicare quali saranno le occasioni che a pioggia si

«Bergamo potrà farsi conoscere su scala mondiale. Non parlo solo di bellezze paesaggistiche e storiche, ma anche di capacità imprenditoriali, di cultura legata al business» riverseranno sul territorio. E sto parlando di valorizzazione del turismo, della cultura, di quelle che sono le bellezze della nostra città". Bergamo è anche una piazza vivace dal punto di vista aziendale. Cosa dovrebbero pensare gli imprenditori locali di questo evento internazionale? "In questi sei mesi del 2015 sono previsti circa 22 milioni di visitatori, e scusatemi il termine ma "da qualche parte bisognerà pur metterli". Se sapremo quindi giocare bene questa partita, sarà la vetrina attra-

verso la quale Bergamo potrà farsi definitivamente conoscere su scala mondiale. Tornando a prima, quindi, non intendiamo solo bellezze paesaggistiche e storiche, ma anche capacità imprenditoriali e cultura legata al business". A Milano, con le elezioni amministrative, è appena avvenuta una svolta epocale. Cambierà qualcosa sulla tabella di marcia che porterà a Expo 2015? "Vorrei ricordare che Expo 2015 è un evento internazionale, condotto da un'organizzazione internazionale con sede a Parigi, ma che opera per l'occasione sul nostro territorio. La politica certamente ha e avrà a che fare con l'Expo, ma comunque bisogna imparare a considerare l'avvenimento su scala e dimensioni mondiali, non certo municipali". Per quanto riguarda invece le grandi opere da realizzare, ci saranno dei rallentamenti? "Assolutamente no, in quanto comprometterebbero la buona riuscita dell'evento. Expo 2015 conferma di avere un traino notevole per l'economia locale e nazionale, e come sempre accade a questo seguono polemiche di ogni tipo. Va però ricordato che alcune grandi vie infrastrutturali (come la BreBeMi e la Pedemontana) hanno avuto un'accelerazione proprio grazie alla manifestazione".



ECONOMIA&BUSINESS

Imprese familiari: obiettivo flessibilità organizzativa Una struttura organizzativa flessibile rappresenta, come noto, uno tra i principali vantaggi competitivi delle imprese familiari di successo: per raggiungerla, però, si debbono affrontare sfide molto ardue nel corso degli anni

PILLOLE DI FINANZA - Rubrica a cura del Dott. claudio Rossi n merito alla struttura organizzativa, sono molte le sfide che insorgono in differenti stadi della vita di un'azienda di famiglia. Alcuni autorevoli autori (Ward, J.L. (1987), Keeping Family Business Healthy:How to Plan for Continued Growth, Profitability, and Family Leadership. San Francisco, CA: Jossey-Bass; Teece, D.J., G.Pisano e

I

A,Shuen (1997), "Dinamic capabilities and strategic management", Strategic Management Journal, 18, 509-33; Rosenbloom, R.S. (2000), Leadership, capabilities and technological ch'ange: the transformation of NCR in the electronic era", Strategic Management Journal, 21, 1083-103, e Altri) hanno confermato che soprattutto in determinate fasi di cambiamento (ad esempio alla fondazione o in coincidenza con il passaggio generazionale) le aziende familiari debbono imparare a delegare l'autorità ovvero, in altri termini, a decentrare l'operatività e le decisioni strategiche. Inoltre, sempre nelle fasi di transizione, l'azienda 80

deve puntare ad una adeguata professionalizzazione dei ruoli di governo favorendo l'ingresso di nuove competenze manageriali da fuori dell'ambito familiare o aziendale, coinvolgendo membri terzi ed indipendenti. Le imprese che nei momenti di cambiamento non mettono in atto questi accorgimenti sono destinate a deperire, risultando seriamente compromessa la loro capacità di adattamento alle nuove condizioni di mercato. Generalizzando, gli elementi, rilevati da questi autori, che sono in grado di influire sullo sviluppo di una adeguata flessibilità organizzativa all'interno delle imprese a conduzione familiare possono essere ricondotti a tre macrocategorie, ovvero: il ruolo del fondatore nel contesto del ciclo di vita dell'azienda di famiglia, la capacità del top management team di gestire i sistemi di controllo interni e la struttura e la distribuzione della proprietà. Quanto al primo punto sono molti in letteratura gli esempi di evidenti relazioni tra le eccellenze di una determinata società e la sua storia. Questi esempi hanno coinciso con un dato statistico rilevato in moltissimi casi ovvero quello che anche lo sviluppo nel tempo di una efficiente capacità organizzativa è fortemente connessa e condizionata dalla storia dell'impresa. Ribaltando il punto di vista sarà sempre possibile, analizzando le scelte effettuate nel tempo dall'impresa e dall'imprenditore, far luce sulle attuali potenzialità in ottica organizzativa. Insomma, sono la "vision"ed i valori dei fondatoriche influenzeranno nel corso del tempo lo sviluppo dell'azienda. Non è raro, infatti, sempre a detta di questi autori, che possano nascere delle forti tensioni nel momento in cui

quest'ultima passa dalle prime fasi di vita, caratterizzate da una forte capacità innovativa, a quelle successive, dove la gestione dovrebbe dare maggiore enfasi all'istituzionalizzazione ed alla formalizzazione della struttura organizzativa. Approfondire, quindi, l'impronta caratteriale data dal fondatore sarà sicuramente d'aiuto a chi sia chiamato ad affrontare l'avvio di nuove fasi gestionali. In merito alla seconda macrocategoria, per un percorso di successo, è obbligo del top management team tenere sempre aggiornato ed adeguato il sistema di controllo interno, che dovrebbe evolversi costantemente durante l'intera vita dell'azienda. Per esperienza, il fondatore, specialmente agli inizi della sua avventura da imprenditore, tende a mantenere questi sistemi di controllo su di un livello informale e molto personale, centralizzando ed avocando a se le scelte strategiche. Con la crescita anche questi strumenti dovrebbero affinarsi ricercando una giusta, agile ma, allo stesso tempo, formale, cooperazione tra più soggetti adeguatamente professionalizzati ovvero il top management team. Da ultimo prendiamo in considerazione la struttura e la distribuzione dell'assetto proprietario che, anch'essa, può avere degli importanti effetti sulla governance e la crescita nel tempo della società. Sono tre i momenti di discontinuità in questo percorso: il primo sotto il pieno controllo del fondatore, il secondo all'insegna di una gestione incentrata sulla partnership dei figli ed il terzo caratterizzato da una sorta di "consorzio" di cugini. Questi tre momenti, come ovvio, implicano ed esigono l'applicazione di stili differenti di governo.



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CO.FIM Luce, illuminiamo la strada del risparmio energetico 82


Da sinistra, lo staff di “CO.FIM Luce”: Leonardo Blasi direttore generale, Ivan Villa area manager, Silvia Pulcini amministrazione, Luca Colman amministratore e coordinatore tecnico, Marco Cornali presidente di Fimet S.p.a. e CO.FIM e Ruggero Zuppelli consigliere delegato di Fimet S.p.a. e direttore tecnico

IN COPERTINA

Dall'esperienza di Fimet S.p.a. e Colman Luca S.r.l. è nato uno strumento per pubbliche amministrazioni e privati, rivolto all'efficienza dei consumi e della manutenzione degli impianti

PHOTO: GIORGIO CHIESA

illuminazione pubblica ha una funzione indispensabile nella vita sociale. Ad esempio riqualifica l'ambiente urbano, aumenta la sicurezza nelle strade, arreda e naturalmente valorizza i centri storici e gli edifici più avveniristici. Da qui ne deriva che garantire l'efficienza degli impianti d'illuminazione, per la pubblica amministrazione, è sempre più impegnativo. Diventa indispensabile ottimizzare i costi energetici e manutentivi attraverso progetti di riqualifica e ammoder-

L'

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so. Inoltre, siamo partner di numerose amministrazioni nel progetto "Patto dei Sindaci" ed eseguiamo per conto dei clienti la richiesta e la contrattazione dei certificati bianchi. CO.FIM Luce si avvale delle tecnologie più evolute per l'ottenimento di efficienze energetiche e manutentive, utilizzando sorgenti ad alta efficienza (come i LED o il Sodio Alta Pressione ed Alogenuri) con l'ausilio di sofisticate apparecchiature per la regolazione del flusso luminoso e la tele-gestione degli impianti".

Fimet S.p.a. E' un'impresa di costruzioni generali che ha imperniato il proprio "core business" principalmente nella produzione, trasporto e distribuzione di ogni tipo di energia. Cogenerazione a gas ad olio o a biomassa, sistemi geotermici ad alto rendimento, digestori e biogas, sono alcune innovative attività intraprese da Fimet S.p.a. La società, inoltre, progetta e realizza infrastrutture edili ed impiantistiche, applicazioni per il recupero conservativo, trattamento e gestione e riciclo di materiali inerti ed assimilabili. Da alcuni anni Fimet S.p.a. ha creato un settore gestionale dedicato al servizio di manutenzione e conduzione d'impianti tecnologici mediante global service. Fimet S.p.a., con 280 dipendenti assunti nel proprio staff, ricopre un raggio d'azione che interessa tutto il territorio nazionale.

namento della rete, che consentano a sua volta un risparmio economico che ripaghi nel tempo l'investimento stesso. Proprio qui entra in gioco "CO.FIM Luce", neonata azienda frutto dall'unione di due storiche imprese (Fimet S.p.a. e Colman Luca S.r.l.) con importanti esperienze professionali maturate in diversi decenni di attività. "Attraverso il meccanismo del "Finanziamento Tramite Terzi" (FTT) e del "Project Financing" ha affermato Marco Cornali, presidente e azionista di Fimet S.p.a. e CO.FIM Luce -, la nostra azienda è in grado di anticipare il capitale necessario per la realizzazione degli interventi. L'amministrazione, attraverso un piano di ammortamento pluriennale, che genererà un canone annuo comprensivo della gestione e manutenzione totale dell'impianto, ripaga l'investimento e si garantisce un servizio di gestione, liberando risorse all'interno dei propri organici. CO.FIM Luce realizza gli interventi nel pieno rispetto delle direttive CEE, delle norme UNI e delle leggi sull'inquinamento lumino84

Quali vantaggi può quindi avere un'amministrazione comunale che sceglie "CO.FIM Luce"? "Per cominciare, si avvale di una struttura tecnica ed operativa di oltre 300 dipendenti in grado di rispondere ad ogni esigenza in modo professionale e tempestivo. Tutti i soci di CO.FIM Luce provengono infatti da importanti esperienze nel settore specifico e mettono a disposizione il proprio know-how per conseguire un obiettivo comune che è quello di abbattere i costi Piazza di manutenzione ed i consuVecchia mi energetici attraverso progetti di riqualifica ed ammodernamento degli impianti d'illuminazione pubblica". Cosa propone "CO.FIM Luce" ai propri clienti? "Seguiamo i nostri clienti a 360 gradi, con un importante servizio "chiavi in mano" ottimizziamo tutti i tempi e le fasi di realizzazione, senza gravare sulle risorse sia umane che economiche di amministrazioni già oggi notevolmente compromesse dalle congiunture economiche negative. Il nostro team offre senza impegno analisi preliminari sulla fattibilità degli interventi: questo per


«Attraverso il meccanismo del "Finanziamento Tramite Terzi" e del "Project Financing", "CO.FIM Luce" è in grado di anticipare il capitale per la realizzazione degli interventi» 85


ria di illuminazione pubblica, di gestione del calore, di gestione degli edifici sia da un punto di vista elettrico sia idraulico. Con noi trovano un partner

Colman Luca S.r.l. E' una società specializzata nella realizzazione di impianti elettrici civili-industriali, illuminazione pubblica e sportiva nonché videosorveglianza e sistemi di sicurezza. Colman Luca S.r.l., con oltre 30 dipendenti, è in grado di intervenire "H/24" per qualsiasi tipo di problema impiantistico. Garantisce tempi d'intervento brevissimi per urgenze, in particolar modo su impianti d'illuminazione con uscita a seguito richiesta d'intervento anche per riarmo quadri elettrici. L'ufficio tecnico ricerca propone, a seguito di prove eseguite sia in laboratorio sia in campo, prodotti e componenti atti a migliorare e ottimizzare qualsiasi tipo d'impianto (ad esempio telecontrollo di quadri di illuminazione con trasmissione mediante SMS di anomalie riscontrate, regolatori di flusso o nuove sorgenti luminose in grado di ridurre il consumo energetico).

che progetta, realizza, gestisce, investe e ottimizza costi e consumi".

consentire di valutare le proposte in modo trasparente, con numeri concreti, così da avere la possibilità di decidere avvalendosi della nostra professionalità ed esperienza senza incertezze".

elettrica e acqua calda utilizzabile per reti di teleriscaldamento e sistemi geotermici ad alta efficienza. Tutto questo è frutto di un secolo di esperimenti e innovazione sul campo".

Quali altri sevizi può offrire CO.FIM Luce alle pubbliche amministrazioni? Oltre alla gestione - conclude Marco Cornali -, forniamo altri importanti servizi, tra cui sistemi d'illuminazione a risparmio energetico per immobili pubblici, sistemi di videosorveglianza, impianti fotovoltaici, impianti di cogenerazione per la produzione di energia

Quali obiettivi vi ponete? "La società - continua Luca Colman, amministratore e direttore tecnico - è nata per soddisfare le richieste del mercato in materia di manutenzione, progettazione e innovazione dei servizi energetici. Basti pensare ad un comune o ad una associazione di comuni che deve pianificare i propri costi in mate-

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Possiamo parlare anche di fusione di know-how. "Abbiamo la fortuna di poter vantare le esperienze di due società che sono sul mercato da molto tempo e operano nell'ambito energetico sia come costruttori sia come gestori d'impianti che producono e trasportano energie. Quest'ultime, in particolare, possono essere elettriche, termiche o da trasformare, ma è bene specificare che il risultato - indipendentemente dalla tipologia - deve sempre essere l'ottimizzazione del consumo attraverso innovazione e implementazione di software avanzato". Qual è l'obiettivo e il target di mercato? "La professionalità e l'esperienza di Fimet S.p.a. e Colman Luca S.r.l.


consente a CO.FIM Luce di proporsi al mercato come un concreto e importante interlocutore in grado di affrontare ogni esigenza e di proporre soluzioni tecniche ed economiche che ottimizzano i costi di realizzazione ed esercizio. CO.FIM Luce finanzia, realizza e gestisce anche, impianti sportivi, d'illuminazione per scuole, municipi, palestre ed altri ancora".

Castello di brescia

I servizi offerti da CO.FIM Luce - La possibilità di fornire un'offerta integrata di manutenzione e conduzione degli impianti di pubblica illuminazione, sia essa destinata alla viabilità o ai beni storici artistici - Una consolidata esperienza nell'ottimizzazione dell'impianto al fine di raggiungere il massimo dei risultati per un risparmio energetico e un'efficienza del grado di illuminazione - Una presenza capillare su tutto il territorio con un Call Center dedicato e unità operative per le operazioni di pronto intervento - Censimento punti luce su formato elettronico e georeferenziato - Analisi dei contratti di fornitura di energia elettrica e gestione forniture tramite Energy Manager - Ispezione a programma degli apparecchi d'illuminazione, dei sostegni, delle apparecchiature di controllo e di distribuzione - Pronto intervento - Manutenzione ordinaria e su segnalazione guasto

Parliamo di certificazioni, quali potete vantare come garanzia di qualità? "Cominciamo con la ISO 9001 (UNI EN ISO 9001:2008). È una norma che defi-

nisce i requisiti di un sistema di gestione per la qualità per una organizzazione. Non dimentichiamoci poi la ISO 14001, che fissa i requisiti di un siste-

ma di gestione ambientale per una qualsiasi organizzazione. Siamo anche certificati BS-OHSAS 180001:2007,

«La società è nata per soddisfare le richieste del mercato in materia di manutenzione, progettazione e innovazione dei servizi energetici» importante garanzia della sicurezza sul lavoro, sono pochissime in tutta Italia le aziende che possono vantare questo requisito". 87


ECONOMIA&BUSINESS

Due secoli da festeggiare 88


Fabrizio Lazzarini

NUOVO GLENO

Fabrizio Lazzarini, direttore generale della storica Fondazione Casa di Ricovero S. Maria Ausiliatrice Onlus. "Siamo pronti per consegnare alla città le strutture, ma ci aspettano ancora due eventi di grande richiamo"

ARTICOLO DI CARLO DI GREGORIO PHOTO: GIORGIO CHIESA

a nostra è una lunghissima storia di cultura geriatrica, di assistenza alle persone anziane. Ben due secoli di tradizione". Esordisce così il direttore generale della storica "Fondazione Casa di Ricovero S. Maria Ausiliatrice Onlus" Fabrizio Lazzarini, la più grande in provincia ed una delle tre più grandi in Lombardia.

"L

Quale è il filo conduttore della vostra presenza? "Innanzitutto, va premesso che la nostra azienda si occupa di 89


assistenza agli anziani in un ramo specialistico: l'assistenza nella loro fase più critica della vita, quella terminale quando la fragilità è estrema, ovvero quando gli anziani o sono molto malati o sono ormai soli. Se questo è il nostro campo d'azione, la nostra filosofia è considerare ogni anziano come una persona unica, con una sto-

ria degna di considerazione alle spalle ed una dignità da rispettare pienamente. Per questo motivo abbiamo sempre voluto coin-

volgere nella nostra storia anche chi è fuori da questa struttura: noi non siamo un luogo a parte rispetto alla città, siamo un unicum con la comunità cittadina". Come festeggerete questo bicentenario? "Presto consegneremo alla città le nuove strutture. Si tratta di un progetto importante che ha richiesto ben quattro anni di progettazione e che sarà all'avanguardia non solo come struttura muraria ma anche dal punto di vista della filosofia complessiva d'assistenza e cura. Insomma, nuove mura ma anche 90

nuovi metodi d'assistenza. Non di minore importanza, però, saranno i quattro eventi che abbiamo promosso, proprio in occasione del nostro bicentenario, per aprire la nostra casa di riposo all'ambiente esterno, in coerenza con la nostra filosofia d'azione".

Di cosa si tratta? "Come accennato, noi ci vediamo come un unicum con la comunità cittadina e bergamasca. Crediamo, infatti, che l'attenzione della popolazione anche ai temi sociali sia un segno della civiltà e dell'intelligenza di una società tanto che, secondo noi, tutte le questioni legate al sociale ed all'assistenza non dovrebbero essere legate alle coscienze individuali ma devono diventare proprie della coscienza di tutti. Per raggiungere questo obiettivo, abbiamo pensato e creato, in occasione del nostro bicentenario, quattro eventi. Andando con ordine, il primo è consistito nella promozione di un concorso riservato alle scuole primarie ed avente oggetto l'immagine del nonno". Come è andato e come è stato organizzare un evento in un luogo così particolare? "Molto bene: partiti nel settembre scorso, abbiamo organizzato la premiazione finale lo scorso 31 maggio, presso la nostra sede, e ciò ha portato veramente moltissima gioia in questo luogo che è essenzialmente un luogo di sofferenza. Se il nostro intento era creare un momento di incontro giovani - anziani in modo da permettere l'incontro tra i due estremi della vita umana, possiamo dire di esserci riusciti

perfettamente: i bambini sono rimasti particolarmente contenti che ben tre maestre hanno telefonato chiedendo di poterlo riproporre in futuro, magari anche coinvolgendo altre scuole. Il successo è stato veramente incredibile anche grazie alla piena collaborazione delle scuole primarie locali. In conclusione, se si volesse dare un voto all'evento, lo valuterei con un bel dieci". Anche gli altri eventi hanno avuto successo? "Per quanto riguarda il secondo evento celebrativo del bicentenario, quando l'abbiamo pensato, il nostro intento era creare un momento di incontro tra famiglie e degenti: un finesettimana da trascorrere tutti insieme. Per l'occasione, abbiamo invitato sia le famiglie degli ospiti, sia quelle dei nostri dipendenti, come se fossimo una sola e grande famiglia. L'obiettivo era, infatti, quello di creare un momento di grande socializzazione e di integrazione estesa al maggior numero possibile di persone, coinvolgendo per un momento di festa anche coloro che, ad oggi, non sono immediatamente parte di questa realtà. Ebbene, in quei due giorni, abbiamo visto il Gleno trasformarsi completamente: anche grazie al bel tempo, il 22 e 23 maggio, ci siamo veramente trovati molto meno soli". Avete altre sorprese in cantiere? "Il bicentenario si chiuderà a fine anno. Se i primi due eventi sono stati costruiti per socializzare e per portare eventi al Gleno, gli altri due incontri si caratterizzeranno per il fatto che saremo noi a proporci alla città, fuori dalle nostre mura. Il terzo evento, infatti, sarà un incontro scientifico pubblico al Teatro sociale; un incontro intimamente connesso alla nostra ragion d'essere di azienda che opera nell'assistenza alla persona; un convegno scientifico sull'attualità dell'assistenza specialistica agli anziani, in collaborazione con la Facoltà di medicina di Pavia. Si parlerà della cronicità come una emergenza ovvero dei problemi socio-economici connessi con l'aumento del numero di anziani e l'allungamento dell'aspettativa di vita. A fine anno, invece, andremo al Donizetti per una serata allegorica offerta alla cittadinanza. Vi anticipo solo che ci saranno cantanti rinomati".



ECONOMIA&BUSINESS

Wet Life, a Stezzano un'oasi di relax e benessere

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"SUMMER TIME"

E' cominciata la stagione estiva di uno dei più bei parchi acquatici e polifunzionali della Bergamasca, con tante fresche novità per l'estate

ARTICOLO DI CARLO DI GREGORIO PHOTO: GIORGIO CHIESA

lle porte di Bergamo è appena risorta un'oasi di benessere: 50 mila metri quadrati, un parco acquatico, palestre, piscine per ogni esigenza, idromassaggi, cromoterapia, saune e bagni turchi, senza dimenticare trattamenti estetici su misura.

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OFFERTA - Insomma, Wet Life di Stezzano è un vero e proprio centro polisportivo e polifunzionale, una struttura capace di offrire un'ampia serie di servizi adatti ad ogni esigenza ed età con l'obiettivo dichiarato di soddisfare ogni richiesta legata all'attività fisica ed alla cura del proprio corpo. Per offrire servizi di benessere che andassero incontro a tutte le esigenze, l'oasi di Stezzano è stata strutturata in tre macrosettori: un'area benessere destinata a coloro i quali desiderano dedicarsi alla cura di sé per mantenersi sempre tonici e vitali. Una zona dedicata a piscine e parco acquatico. E uno spazio, infine, riservato all'attività fisica non acquatica, ovvero la classica palestra.

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AREA BENESSERE - Per quanto riguarda l'area benessere, la punta di diamante di Wet Life è l'oasi, un rilassante e tonificante percorso strutturato sulle millenarie proprietà rigeneranti dell'acqua. L'area "Thermarium", ad esempio, dedicata a sauna, bagno turco, cromoterapia, doccia tropicale e molto altro, può essere la giusta risposta al bisogno di rilassarsi dopo una strenua giornata di corse e lavoro. Assolutamente da provare, poi, è il percorso benessere, strutturato per rigenerare il corpo anche "sensorialmente", attraverso essenze profumate ed un sapiente uso di getti d'acqua freschi e tonificanti. A ciò si aggiunga la preziosa presenza di uno spazio dedicato a mas94


lare, Wet Life ha deciso di garantire l'apertura in contemporanea sia dell'area benessere, sia dell'area natatoria, così chi vorrà mantenersi in forma potrà continuare a fruire dei programmi benessere del centro, mentre chi vorrà divertirsi nel parco acquatico potrà approfittare degli oltre 20 mila metri quadrati di verde con giochi e scivoli, senza escludere infine che chi vorrà dedicarsi alla classica nuotata rinfrescante troverà l'acqua delle piscine interne sempre a disposizione per tutta l'estate. ESTATE - Insomma, questa estate chiunque voglia cercare riparo dalla calura avrà solo l'imbarazzo di scegliere in quale vasca tuffarsi: da quelle del parco acquatico a quelle interne, come la vasca da 25 metri riservata ai corsi di nuoto ed all'attività natatoria tradizionale, oppure la piccola, strutturata apposta per l'acquaticità neonatale, senza dimenticare la vasca profonda, idonea soprattutto per corsi subacquei, e la vasca acquagym. Quest'ultima, in particolare, è la più intensamente sfruttata dalla programmazione del centro polisportivo stezzanese. Numerosi, infatti, sono i corsi di acquafitness offerti. Da notare che, ogni fine settimana e per tutta la durata della stagione estiva, Wet Life offrirà tutti questi corsi in prova gratuitamente. Se, dunque, l'estate sarà calda, il centro di Stezzano ed il suo enorme parco di giochi d'acqua e scivoli si presenta come l'ideale per una giornata di frescura e socializzazione.

saggi specifici modellanti e trattamenti estetici su misura. Sembra, tra l'altro, che profittando della presenza nello stesso centro sportivo di un ristorante lounge&bar, la direzione abbia intenzione di inaugurare ben presto delle serate benessere: cene, ma anche aperitivi ed eventi a tema tra zampilli e giochi d'acqua.

PALESTRA - Il centro stezzanese, però, non è solo piscina o centro benessere, è dotato anche di un'area palestra, le numerose sale attrezzate sono usate per proporre altrettante tipologie di corsi tonificanti: dall'aerobico ai corsi di difesa personale, dal pilates allo zumba. Senza dimenticare, infine, che il centro Wet Life dispone di ben tre campi da calcetto in sintetico, due dei quali coperti, e di un campo da beach volley. Molto presto, forse dal prossimo autunno, sarà lanciato il triathlon. D'altronde gli spazi non mancano, ci sono le piscine per l'attività natatoria ed un ampio parco per esercitarsi in tutta sicurezza sia nella corsa, sia nel ciclismo.

NOVITA' - Per quanto riguarda, invece, l'area natatoria, si compone di un parco estivo e ben quattro piscine. A questo proposito, la particolarità del centro polifunzionale Wet Life è che, essendo l'area benessere distinta rispetto a quella dedicata all'attività natatoria, ogni utente può decidere di sottoscrivere tipologie d'ingresso distinte a seconda delle sue esigenze. Numerose, infatti, sono le modalità d'ingresso alla struttura e, proprio in questo senso, una delle più grosse novità della nuova gestione sono i prezzi e le tipologie d'entrata studiate su misura per ogni esigenza: dal pass veloce per una rapida nuotata del dopo lavoro, al giornaliero, alla modalità ingresso famiglia. Questa estate, in partico95


EVENTI

Tennis Vip 2011, spettacolo unico tra agone e beneficenza LA KERMESSE

Oltre 500 persone hanno partecipato venerdì 10 giugno, al Gran Gala conclusivo del Tennis Vip, un evento capace di raccogliere 600 mila euro, devoluti in beneficenza. L’obiettivo? Raggiungere il milione di euro, parola di Giovanni Licini 96

ARTICOLO DI CARLO DI GREGORIO

eicento invitati hanno partecipato, venerdì 10 giugno presso la Fiera Nuova di Bergamo, al gran galà conclusivo, firmato Da Vittorio, dell'appuntamento di beneficenza più atteso di ogni inizio estate bergamasca: il Tennis Vip. "Quelli appena conclusi sono stati quattordici giorni di gare intense, per un totale di duecentocinquanta partite e trecento-otto giocatori scesi in campo per contendersi i cinque trofei in palio", elenca orgoglioso l'infaticabile dominus della manifestazione, Giovanni Licini, "ma è bene precisare che il torneo deve e vuole essere amatoriale. Il suo senso sta proprio nel ritrovarsi insieme per fare sport in modo sano". Senza dimenticare che il nobile fine di tutta la rassegna è la beneficenza. Oltre seicentomila euro, infatti, sono stati raccolti e distribuiti a numerose associazioni di beneficienza del territorio bergamasco, soltanto negli ultimi anni: "Ora il

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nostro traguardo è raggiungere il milione di euro", annuncia Licini, veramente instancabile nel continuare a porsi sempre nuovi traguardi ed assolutamente unico nel riuscire sempre a centrarli in pieno. "Il Vip dimostra quanto sia grande il cuore di Bergamo", ha commentato Daniele Belotti, Assessore all'Urbanistica della Regione Lombardia, presente al galà per portare al Vip i saluti dell'istituzione regionale. Non solo la Regione, d'altronde, ha omaggiato il Vip. Come ogni anno, infatti, molte altre istituzioni hanno salutato la conclusione del Vip: dalla Provincia di Bergamo, rappresentata da Alessandro Cottini, Assessore allo Sport, al Comune di Bergamo, presente

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con il Vice-Sindaco, Gianfranco Ceci, senza tralasciare gli onorevoli Giorgio Jannone, Nunziante Consiglio e la senatrice Alessandra Gallone. Numerosi, poi, anche i riconoscimenti assegnati; a cominciare da quello per Valerio Bettoni, premiato "per i suoi trentacinque anni di grande lavoro" come Presidente del Coni bergamasco e senza dimenticare i premi speciali del Vip: dal pi첫 importante, il Golden Vip consegnato a Roberto Boninsegna, Claudio Chiappucci e Gianfranco Testa, al Vip d'onore, vinto da Gianni Radici e Christof Innerhofer. Vip speciale, infine, per Bruno Damascelli, luminare della medicina italiana e premiazioni per i vincitori dei cinque tornei.

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MOTORI

JOY IS BMW M BMW M DRIVE TOUR LE SUPERSPORTIVE

Resoconto tecnico della piccola Serie 1 M, una prova un po' diversa per voi lettori di "Bergamo Economia" Il tutto grazie alla giornata "M" in Franciacorta organizzato alla Cantina "Bersi Serlini" da Lario Bergauto

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ARTICOLO DI LUCA T. BILOTTA PHOTO: GIORGIO CHIESA

na giornata all'insegna della sportività. E' questo il "succo" dell'originale rendez-vous organizzato da BMW Lario Bergauto - concessionaria ufficiale "Serie M " per Bergamo e provincia - nella suggestiva location della Franciacorta, precisamente nella tenuta "Cantina Bersi Serlini" a Provaglio d'Iseo (Bs). Protagonista dell'evento, oltre all'intera gamma delle versioni BMW potenziate, è stata ovviamente la fiammante Serie 1. La più piccola ma non meno potente, insieme a tutte le sorelle di gamma Motorsport, è stata messa a disposizione degli appassionati per divertenti prove su strada con piloti professionisti. Noi, per l'occa-

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sione, ci siamo concentrati proprio sulla "bad baby" Coupé per testarne le peculiarità. Eccone il resoconto tecnico, una prova un po' diversa per voi lettori di "Bergamo Economia". Questa volta parleremo solo di aerodinamica e appeal estetico, motore e sicurezza alla guida. DESIGN - Anche agli occhi dei meno esperti, balza alla vista il paraurti ridisegnato per migliorarne l'aerodinamica. La minigonna anteriore dal look robusto forma un'ampia superficie liscia, dominata nella sezione inferiore da tre grandi prese d'aria. Splendide anche le Air Curtain, due aperture nella zona esterna della minigonna anteriore. Vista di lato, invece, l'attenzione cade

sui passaruota fortemente bombati della due porte. Una caratteristica delle vetture M è l'esecuzione particolarmente allungata dell'elemento cromato a branchia sul passaruota anteriore: qui c'è il lampeggiatore di direzione, assieme al logo del marchio M. Anche il design degli specchietti retrovisori esterni è il risultato di un lavoro di precisione eseguito nella galleria del vento. Passando al retro, infine, lo spoiler posteriore è realizzato con aperture laterali che riprendono il disegno delle prese d'aria della minigonna anteriore. La simmetria stilistica delle vetture M viene assicurata da doppi terminali di scarico tondi montati alle due estremità posteriori dell'automobile. Delle luci posteriori a L con coperchi

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rossi generano il classico design notturno del marchio. All'interno dei gruppi ottici, ci sono ancora i led come in quelli anteriori bixeno. IL CUORE - Appena saliti al volante, ci si accorge della vera novità. Parliamo del propulsore da 3,0 litri, che combina le caratteristiche prestazionali dei motori M con un'efficienza moderna. Con una potenza di 250 kW/340 CV, la BMW Serie 1 M Coupé raggiunge quasi esattamente il livello di potenza della BMW M3 della terza generazione. La tecnologia M TwinPower Turbo utilizzata nella BMW Serie 1 M Coupé è composta da due compressori di dimensioni relativamente piccole. Già a 1.500 g/min il motore eroga la coppia massima di 450 Newtonmetri che mette a disposizione fino a 4.500 g/min; grazie alla funzione di Overboost, a pieno carico la coppia è potenziabile di altri 50 Newtonmetri. Accelera da 0 a 100 km/h in solo 102


4,9 secondi; la progressione viene limitata da un intervento della gestione motore a 250 km/h. Una serie d'interventi di BMW EfficientDynamics, come la Brake Energy Regeneration e i gruppi secondari controllati in base al fabbisogno reale, contribuiscono a limitare il consumo medio di carburante a 9,6 litri per 100 chilometri e il valore di CO2 a 224 grammi per chilometro. Nella BMW Serie 1 M Coupé la coppia motrice viene trasmessa da un cambio manuale a sei rapporti. Il cambio sviluppato ex novo viene comandato con una leva M particolarmente corta. SICUREZZA - Aldilà delle prestazioni, in curva non ci sono problemi di sicurezza e tenuta. BMW ha pensato a tutto per i propri acquirenti. In primis la BMW Serie 1 M Coupé è equipaggiata di serie con un blocco variabile del differenziale M. In caso di necessità, il sistema forma una coppia di bloccaggio variabile che può raggiungere anche il 100 percento, assicurando così la trazione ottimale su tutti i fondi stradali. Il blocco variabile del differenziale M reagisce a differenze del numero di giri tra la ruota posteriore destra e quella sinistra e trasferisce la coppia motrice in frazioni di secondo da una ruota all'altra. Grazie alla separazione coerente delle funzioni di motore e di sterzo, anche nella BMW Serie 1 M Coupé la trasmissione di potenza alle ruote posteriori forma la base ideale per realizzare un'entusiasmante dinamica di guida. Lo sterzo a pignone e cremagliera è dotato di una servoassistenza idraulica che regola il proprio intervento di supporto in base alla velocità. Quanto alla sicurezza passiva e attiva, non manca proprio niente. La regolazione della stabilità di guida DSC (Dynamic Stability Control), comprende il sistema antibloccaggio (ABS), una regolazione antislittamento (ASC). Presenti poi l'assistente di frenata Dynamic Brake Control (DBC), il Cornering Brake Control (CBC), la compensazione del fading e la funzione freni asciutti. Insomma, una bomba mangia asfalto, con la tranquillità dei sistemi di sicurezza più validi in commercio. Da provare.

Motore: il propulsore è da 3,0 litri e combina le caratteristiche prestazionali dei motori M con un'efficienza moderna, toccando la potenza di 250 kW/340 CV

Lario Bergauto Via Campagnola, 50 Tel. 035 4212211 - Bergamo www.lariobergauto.bmw.it www.mobility.it

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MOTORI

Fiat Freemont , stile italiano con anima USA LA NOVITA'

Svelata ai lettori di Bergamo Economia il primo frutto concreto dell'alleanza fra il marchio torinese con Chrysler, una mossa strategica che fa intravedere un immenso potenziale

Design: pulito ed attuale, caratterizzato dall'alternarsi di linee tese e tratti più morbidi, dissimula alla perfezione gli ingombri reali: un'auto grande ma adatta anche alla città 104

ARTICOLO DI LUCA T. BILOTTA PHOTO: GIORGIO CHIESA

attesa era molto alta. Non solo perché parliamo della prima crossover di casa Fiat, ma soprattutto perché si tratta del primo frutto concreto dell'alleanza fra il marchio torinese di casa Agnelli con Chrysler, una mossa strategica che fa intravedere un immenso potenziale. Ebbene sì, l'ad del gruppo Sergio Marchionne pare averci visto lungo e grazie alla complicità della concessionaria ufficiale di casa Fiat, Gruppo Bresciani Auto, vi sveleremo i motivi di questa affermazione. L'ultima nata Freemont è chiamata a sostituire ben tre modelli in fase di pensiona-

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mento, ovvero Fiat Croma, Multipla ed Ulysse. Solo un'auto straordinariamente versatile come la Freemont poteva riuscire in questa impresa. E a tal proposito parla l'ad del Gruppo Bresciani, Gianfranco Testa: "Fiat Freemont ha già destato molto interesse suscitando una piacevole sorpresa in chi già ha potuto provarlo su strada. 'Tutte le auto che vuoi' e' lo slogan che lo accompagna e che racchiude tutte le peculiarità del modello. L'auto va a colmare un segmento che ci mancava, tra l'altro proposta ad un prezzo veramente competitivo (da euro 24.900). Primo dei nuovi modelli che Fiat proporrà nel breve periodo ed un altro


tassello per ricomporre ed affrontare con positività il mercato dell'auto. Sara' disponibile presso i nostri show room di Autoseriate, Azzurra di Urgnano e Verdello oltre che presso la Sede di via Grumello a Bergamo". DESIGN -Lunga 489 centimetri, larga 188 cm ed alta 169, Fiat Freemont è una crossover di grandi dimensioni. Il design pulito ed attuale, caratterizzato dall'alternarsi di linee tese e tratti più morbidi, dissimula alla perfezione gli ingombri reali: Freemont appare proporzionata, ben piantata a terra grazie ai muscolosi passaruota. La griglia anteriore a nido d'ape con inserti cromati conferisce una forte personalità, mentre la coda dai bei fari monocromatici ricorda le grandi SUV americane. Fuori si può dire che la Freemont non cam-

bia di una virgola rispetto alla Journey, condividendo dunque con la "zia d'America" l'impostazione stilistica, fatta di forme robuste, semplici, lineari. INTERNI - Dentro invece le migliorie sono davvero tante, e fa piacere toccarle con mano, nel vero senso della parola. Materiali morbidi al tatto, finiture satinate e cromate al posto giusto, assemblaggio che non pare avere particolari limiti. Inoltre grazie al passo di ben 289 cm, Fiat Freemont vanta un abitacolo straordinariamente spazioso. La disposizione dei sette sedili" a teatro" garantisce agli occupanti della seconda e terza fila una visuale perfetta della strada. Le ampie superfici vetrate garantiscono un'ottima luminosità all'abitacolo. Sono possibili molteplici configurazioni,

Interni: materiali morbidi al tatto, finiture satinate e cromate al posto giusto, assemblaggio di livello. Inoltre grazie al passo di ben 289 cm, Fiat Freemont è davvero spaziosa 105


in modo da dare più spazio a passeggeri o bagagli a seconda delle esigenze. Anche in termini di puro design il cruscotto, il volante e la console centrale rappresentano un balzo in avanti assolutamente impressionante rispetto alla vecchia Journey, che -diciamocelo- sembrava un po' tagliata con l'accetta. Le soddisfazioni non si fermano al fattore della qualità percepita, ma proseguono andando ad analizzare l'abitabilità e soprattutto la versatilità degli interni. MOTORI -Nemmeno nel cofano le cose stanno più come prima. Sia il benzina, sia il diesel della Fiat Freemont sono unità specifiche, che sostituiscono i vecchi propulsori della Dodge Journey. Naturalmente, sul nostro mercato, il 3.6 V6 Pentastar da 276 CV, che sarà abbinato sola-

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mente a trazione integrale e cambio automatico sei marce, non è chiamato a fare grandi numeri. La parte del leone la recitano i 2.0 MultiJet 2, disponibili nei powerstep da 140 o 170 CV. Ora la Freemont è proposta proprio con i due diesel, in abbinamento alla sola trazione anteriore. In autunno saranno invece lanciate anche le versioni a trazione integrale con il diesel da 170 CV e il V6 benzina. Le quattro ruote motrici, in entrambi i casi, saranno disponibili con il solo cambio automatico a sei marce. Il 2.0 Multijet 2, naturalmente dotato di turbina a geometria variabile, dispone anche di una nuova pompa olio a cilindrata variabile. Una delle strategie di ottimizzazione più interessanti del Multijet 2, è il sistema di Injection Rate Shaping (IRS), che prevede le due iniezioni principali consecutive così ravvicinate da generare un profilo continuo e modulato dell'erogazione del combustibile in camera di scoppio. In questa maniera si migliora il processo di combustione, a tutto vantaggio della silenziosità e delle emissioni di particolato ed ossidi di azoto (NOx). Il Multijet 2, naturalmente omologato Euro 5, è abbinato di serie ad un cambio manuale sei marce. Sia nel caso del 140 che del 170 CV, la coppia massima è pari a 350 Nm e si raggiunge già a 1750 giri. Per l'unità meno potente il valore massimo è disponibile fino a 2000 giri, per l'altra rimane immutato fino a 2500 giri. Considerando il range di utilizzo comune, che tipicamente non supera i 3000 giri per questo tipo di propulsori, la coppia non è mai inferiore a 300 Nm. Con il powerstep da 140 CV, la Freemont scatta da 0 a 100 in 12,3 secondi, raggiungendo i 180 km/h di velocità massima, mentre con il 170 CV, le prestazioni passano a 11 s e 195 km/h rispettivamente. Per entrambe le versioni, nel ciclo combinato i valori di consumo sono pari a 6,4 l/100 km e 169 g/km di CO2. Non va infine dimenticato che il MultiJet della Freemont fa uso di un DPF di tipo close-coupled (CCDPF) e da un sistema di ricircolo dei gas di scarico (EGR) evoluto, nel quale tutti i sottocomponenti sono raggruppati in un unico elemento di dimensioni ridotte.

Motori: la parte del leone la recitano i 2.0 MultiJet 2, disponibili nei powerstep da 140 o 170 CV La Freemont è proposta proprio con i due diesel, in abbinamento alla sola trazione anteriore

GRUPPO BRESCIANI AUTO 24127 Bergamo (BG) Via Grumello 43/a Tel.: 035 4555511 www.gruppobrescianiauto.it

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MOTORI

Ecobike: sono equipaggiate da uno speciale microchip per la gestione elettronica dell'assistenza tecnica e per l'identificazione personale della bici stessa 108

PHOTO: GIORGIO CHIESA

arlando di green economy, la mente, oltre al settore edile, va senza dubbio a quello dei trasporti. Nel corso di questi anni, infatti, numerose e rinomate case produttrici hanno cercato la soluzione definitiva per l'auto elettrica, senza però accorgersi che forse sarebbe bastato molto meno per cominciare a far sognare gli acquirenti. Motorama Bike ha deciso di dare fiducia al progresso, continuando a perseguire la filosofia che l'ha contraddistinta e l'ha portata al successo in questi anni. "Lo spirito che ci muove da sempre, - ha affermato il proprietario Cristian

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Gavazzi -, ci spinge a cercare la totale soddisfazione del nostro cliente, che deve essere consapevole di aver fatto la scelta giusta nell'acquisto della sua nuova moto perché guidato da personale altamente qualificato. Anche con questa nuova scelta imprenditoriale puntiamo a soddisfare tutte le più diversificate esigenze. Da sempre, infatti, investire sul progresso è una delle nostre carte vincenti". Queste mese vi parliamo dunque di Green Spark, azienda veronese nata nel 2003 come importatrice e distributrice sul territorio nazionale di biciclette elettriche a pedalata assistita conformi agli stan-


Motorama firma la nuova mobilitĂ DUE RUOTE

La concessionaria di Azzano San Paolo investe sul futuro e aggiunge alla sua ampia gamma di marche motoristiche anche Green Spark, azienda veronese importatrice di bici elettriche a pedalata assistita

dard qualitativi ISO-9001, le prime ad avere un'assistenza vera e propria a Bergamo, grazie appunto alla famosa Motorama Bike. Nel 2005 la Green

Spark ha inoltre sviluppato il segmento dedicato agli ausili per la mobilitĂ ed ha introdotto lo scooter ad alimentazione elettrica, anch'esso esclusiva della concessionaria bergamasca. ECOBIKE - Genio, Lumina, Tecna, Triplex, Ulisse: sono questi i nomi delle biciclette che vedete ritratte nella foto d'apertura del servizio. Oggetti a dir poco tecnologici che sono anche equipaggiati da uno speciale microchip per la gestione elettronica dell'assistenza tecnica e l'identificazione personale della bici stessa. Tramite il microchip e la card a transponder, il mezzo viene infatti "registrato" dopo la produzione e

Genio: la bicicletta Genio è pieghevole e trasportabile con qualsiasi mezzo: macchina, camper o barca. Offre inoltre prestazioni sorprendenti in salita e fuori strada 109


seguito in tutte le fasi, dal magazzino al rivenditore e da questi al consumatore finale, per essere infine immatricolato a suo nome. "Questo strumento gestionale diventa per noi un mezzo per agire senza problemi, senza dubbi, per evitare sia gli errori sia le manipolazioni, a tutti i livelli", ha spiegato Gianluca Alimonta, direttore tecnico della Green Spark. ?L'inserimento del chip nelle bici elettriche porterà infatti vantaggi e maggiori garanzie sia all'azienda stessa che all'utente finale, evitando la messa in commercio di falsi, o impedendo, ad esempio, che un motore rotto venga installato su una bici ancora in garanzia. "Ora è possibile gestire tutta la fase manutentiva, cioè tutta la vita post-vendita della bicicletta, per richiamare l'utente a fare quelle manutenzioni che altrimenti non farebbe, spesso a discapito della propria e altrui sicurezza. Succede infatti che l'utente si trovi con una bici magari ancora in garanzia, ma in stato di usura o di pericolosità, non avendo eseguito tutte le necessarie operazioni di manutenzione ordinaria". GENIO - Una menzione speciale la merita la bicicletta elettrica Genio, pieghevole e trasportabile con qualsiasi mezzo: macchina, camper o barca. Genio offre prestazioni sorprendenti in salita e fuori strada, grazie al motore con variatore interno che mantiene sempre un elevato numero di giri. E' dotata di batterie agli ioni di litio da 36V/10Ah, ha un autonomia di 40 - 45 Km e si ricarica in 2/4 ore. BREZZA - Lo scooter, nelle due versioni da 1,5 o 2 kW, si contraddistingue per una linea sportiva, con forme che incontrano il gradimento anche del pubblico femminile. E' equipaggiato con doppio freno a disco e pesa 120 kg. Anche se la maggior parte degli spostamenti degli italiani non supera i 20 km al giorno, nessuno comprerebbe un'auto in grado di garantire solo 50 km di autonomia.?Diverso il caso di uno scooter, che è spesso acquistato per evitare i problemi del traffico e del parcheggio ed al tempo stesso per risparmiare sui costi di esercizio di una macchina. Raramente uno scooter percorre più di 50 km al giorno, quindi l'autonomia di uno scooter elettrico è ampiamente sufficiente. Gli scooter elettrici, inoltre, non costano più di uno scooter a benzina e godono di una serie infinita di vantaggi: non pagano il bollo per 5 anni, per i lombardi ed i piemontesi l'esenzione è a vita, pagano assicurazione dimezzata rispetto ad un "termico", non hanno tagliandi da fare (solo verificare usura di pneumatici e freni), godono di incentivi molto interessanti all'acquisto e non necessitano di benzina. A proposito, ad oggi un pieno di elettricità sul Brezza costo meno di 20 centesimi di euro.

Brezza: lo scooter, nelle due versioni da 1,5 o 2 kW, si contraddistingue per una linea sportiva, con forme che incontrano il gradimento anche del pubblico femminile

Motorama-b b ike 2003 via Cremasca, 36/38 Azzano S. Paolo (BG) Tel.: 035 531228 www.motoramabike.it

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Porsche cala il tris: ecocompatibilità, innovazione ed esclusività 112

uando l'ecocompatibilità sposa la tecnologia e l'innovazione, dialogando con l'ambiente senza scendere a compromessi, la quadratura del cerchio è fatta. Gli ad del Gruppo Bonaldi Simona Bonaldi e Gianemilio Brusa, lo scorso giovedì 23 giugno, hanno accolto gli ospiti in una location immersa nel verde, perfetta per presentare i nuovi modelli dalle caratteristiche ecologiche della casa di Stoccarda. Gli spazi del Parco dei Colli di Bergamo hanno fatto da scenografia alla cena nel verde organizzata dal Centro Porsche Bergamo in collaborazione con ABenergie S.r.l., società orobica in prima linea nella fornitura energetica integrata. Gli ospiti hanno trascorso la serata allietati dalle note di flauto e benjo, sapientemente armonizzate con i prelibati sapori proposti da "Il Castello Ricevimenti". Rispetto per l'ambiente, innovazione ed esclusività sono stati i fili conduttori dell'intera serata che ha offerto agli ospiti l'occasione di toccare con mano i nuovi modelli presentati lo scorso marzo al Salone di Ginevra. Parliamo della Panamera S Hybrid perfetto mix di prestazioni ed efficienza energetica -, della Panamera Diesel - una vera sfida che si traduce in un'auto sportiva, efficiente ed economica - e della Panamera Turbo S, vale a dire potenza e lusso ai massimi livelli.

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"Green Up", al Kilometro Rosso si parla di sostenibilità 114

ono state quattro le aziende della provincia di Bergamo che lo scorso giugno hanno portato la loro testimonianza all’incontro “Green Up - Percorsi sostenibili per una nuova cultura di impresa” presso il parco scientifico tecnologico del Kilometro Rosso. Un esempio virtuoso di quella Green Economy che sempre più si sta diffondendo a livello planetario come fenomeno di innovazione dell’economia mondiale dal quale pare proprio che non si potrà più prescindere. Pensare eco non basta più, in quest’ottica bisogna anche agire e comunicare. Mario Salomone, docente dell'Università degli Studi di Bergamo, ha moderato la tavola rotonda alla quale hanno partecipato i rappresentanti delle quattro aziende leader, che attraverso percorsi differenti continuano a perseguire lo sviluppo sostenibile del proprio business. Parliamo di: Alessandro Bertacchi - presidente di ABenergie, che ha fatto della sostenibilità ambientale la base della propria attività. Marco Rossi, editore di Bergamo SOStenibile, progetto editoriale che ha come obiettivo lo sviluppo della sostenibilità ambientale partendo dal basso; Carlo Malerba - presidente di Grafinvest Ecotipografia, il quale afferma che comunicare in maniera ecologica non costa di più e giova a tutti; Gianmarco Gabrieli, presidente di Green Cloud, con una piattaforma che offre servizi informatici a piccole e grandi aziende. Il nome dell'iniziativa, ha voluto sottolineare come la cultura della sostenibilità sia un valore che ha ricadute positive sul territorio, e che tali aspetti non devono essere nascosti, ma anzi comunicati affinché possano essere percepiti ed anche imitati, con il fine di una diffusione illuminata di una nuova cultura d'impresa.

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Lario Bergauto e Bersi Serlini brindano alle Serie M 116

Provaglio d'Iseo, immersa tra meravigliosi vigneti e panorami mozzafiato, sorge la tenuta vinicola "Cantina Bersi Serlini", fra colline moreniche dai dolci pendii e specchi d'acqua della riserva naturale delle Torbiere. Una gemma nel verde che nella soleggiata giornata di martedì 14 giugno scorso ha avuto l'onore e il piacere di ospitare un evento molto particolare. La concessionaria ufficiale BMW M per Bergamo e provincia Lario Bergauto, infatti, per celebrare la gamma super sportiva della casa tedesca, ha deciso di portare alcuni dei suoi fortunati clienti proprio nelle terre di Franciacorta, per dare modo di divertirsi con "tour guidati" dei suoi potenti gioielli. E all'appello tutte hanno risposto presente: M3 Berlina, M3 Coupé, M3 Cabrio, X5 M, X6 M e la nuova Serie 1 M Coupé. Non c'è che dire, un autentico spettacolo per gli occhi. Tutti i presenti, al termine del test drive, hanno anche ricevuto in dono una squisita bottiglia di Franciacorta direttamente dalle mani della famiglia Bersi Serlini, come ringraziamento per la bella giornata appena trascorsa.

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Primo successo per il nuovo "Punto Automatico" 118

o scorso sabato 11 giugno è stata inaugurata la prestigiosa sede di "Punto Automatico", a Bergamo in via Grumello 32. All'evento sono intervenuti numerosi clienti ed operatori del settore, che hanno potuto ammirare - oltre al nuovo locale vendita ,gli uffici e i laboratori per assistenza -, il vastissimo magazzino, in grado di soddisfare celermente le più disparate esigenze nei campi dell'automazione e della sicurezza. La società nasce infatti nel 2007 dall'esperienza trentennale maturata nel settore dell'automazione e della sicurezza dai suoi soci, un periodo breve ma nel quale ha acquisito una vasta e qualificata clientela nel comparto delle installazioni, fornendo componenti di elevatissima qualità, scelti con un'attenta selezione tecnica e commerciale. La società è Distributore Autorizzato FAAC (leader europeo negli automatismi per porte e cancelli con tecnologia oleodinamica) e partner di marchi prestigiosi come "Bosch", "Avs Electronics", "Venitem", "Gemi Eletric" e "UCS". Ricordiamo infine che FAAC, quest'anno, è sponsor ufficiale di Yamaha nel campionato mondiale di Moto GP. Da questo la presenza, all'evento, di una piccola ma significativa esposizione di motociclette della concessionaria ufficiale di Bergamo Perego Moto.

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Aventador, Lamborghini prende il volo 120

o scorso 16 giugno, l'area hangar dell'aeroporto bresciano "Gabriele D'Annunzio" si è trasformata in palcoscenico per uno spettacolo unico. "La protagonista della kermesse organizzata da "Lamborghini Bergamo" del Gruppo Bonaldi è stata la nuova Aventador LP 700-4, l'ultimo gioiello prodotto a Sant'Agata Bolognese che, con il suo design affilato e sinuoso e il coro dei suoi 12 cilindri, ha letteralmente incantato il pubblico. Raccontata nelle sue caratteristiche salienti da Michele Brusa, responsabile di "Lamborghini Bergamo", Aventador ha preso il volo dalla gabbia in cui era custodita, dopo la proiezione su un maxischermo del video ufficiale che sin dalle prime immagini restituisce le prestazioni estreme e mozzafiato della vettura. Per volare alto, infatti, la nuova Lamborghini si affida al motore V12 aspirato a corsa corta, dal sound aggressivo e acuto, che garantisce non solo maggior potenza, ma anche prestazioni eccezionali: da 0 a 100 km/h in 2,9 secondi e da 0 a 200 km/h in 8,9 secondi, arrivando a toccare una velocità massima di 350 km/h.

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Land Rover Cup 2011, tutta la gamma tra le dune dell'Albenza 122

abato 25 giungo scorso è stato il grande giorno del "Land Rover Cup 2011 Iperauto Bergamo". In uno dei circuiti più belli della Bergamasca, l'Albenza, la concessionaria ufficiale ha mostrato tra le colline davanti all'ingresso della club house tutta la gamma del marchio inglese, fra cui svettava l'ultimo dei suoi gioielli, stiamo parlando del "Land Rover Freelander 2". Range Rover Sport è oramai l'icona conclamata del lusso e della raffinatezza, valori pienamente riproposti da Land Rover in Freelander 2 HSE, in grado di garantire un grande piacere di guida su asfalto o fuoristrada. La sua maneggevolezza straordinaria e il comfort di guida supremo la rendono perfetta in ogni situazione, forte di una dotazione di serie davvero straordinaria. Il torneo golfistico, dal canto suo, si è giocato in modalità Medal e Stableford ed era costituito da tutte le bellissime 18 buche del Golf Club Bergamo. Alla fine della kermesse, le classiche premiazioni hanno onorato i partecipanti.

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"Tutti in campo con Pier" A Stezzano per ricordare un amico 124

n'occasione importante per ricordare una persona speciale. Lo scorso sabato 11 giugno è andata in scena la partita del cuore tra la rappresentativa Autotorino e gli amici di Pierangelo. Stiamo parlando di una festa dello sport e del calcio dedicata a Pierangelo Manzoni, che si è tenuta sul campo di Stezzano. Così, colleghi e amici hanno voluto ricordarlo e, conoscendolo, non avrebbero davvero potuto fare scelta migliore. Ad alzare il sipario sulla prima edizione di "Tutti in campo con Pier" sono state le giovani leve della "Scuola Calcio Polisportiva Villese Autotorino" contro i pari categoria dell'Alzano Cene. A seguire sono scesi in campo i colleghi di Pierangelo contro l'equipe composta da "amici star", che schierava diversi ex giocatori di Serie A. stiamo parlando di Massimo Carrera, Riccardo Maspero, Fabio Gallo, Oscar Magoni e Giovanni Bonavita. Alla fine, l'importante è stato senza dubbio partecipare. L'obiettivo comune era infatti quello di ritrovarsi e divertirsi ricordando un amico rimasto nei cuori di tutti.

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Zero Voglia, il nuovo brand è in vetrina al Dandy 126

uale miglior palcoscenico per lanciare un nuovo e fresco brand di magliette per ragazzi? Ovviamente in un locale ormai divenuto "must" per i giovani. Sabato 28 maggio scorso, infatti, al "Dandy music & Lounge", è stata presentata la collezione per l'estate di magliette ZeroVoglia. Parliamo di un marchio appena nato dall'estro creativo di quattro ragazzi che, in collaborazione con i giovani titolari del Dandy Roberto e Marta, hanno dato vita a un evento che ha avuto come obiettivo da parte del locale il poter dare spazio a coetanei ed amici, pubblicizzando le proprie creazioni. Il tutto è stato contornato dall'esperienza nel successo della concessionaria BMW Lario Bergauto, che ha sfoggiato per l'occasione una fantastica "Serie 3 M Sport", con le sue linee sempre più sportive e giovanili. Ancora una volta, dunque, il Dandy si conferma all'avanguardia nel proseguire un cammino intrapreso in questi due anni, affermandosi con sempre maggior forza nella realtà della movida bergamasca.

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Mediolanum e Lario Bergauto, l'unione dell'affidabilità 128

on la serata dello scorso 25 maggio, Lario Bergauto ha voluto cementare l'unione dell'affidabilità con Banca Mediolanum prendendo parte a una kermesse incantevole, ospitata in una location da favola, il suggestivo "Castello degli Angeli". Per la concessionaria ufficiale BMW è stata l'occasione per mostrare la nuova 523i, ovvero un auto che si distingue per un design elegante e sportivo al contempo. Il motore è un sei cilindri da 204 cavalli, che unisce prestazioni da brivido a consumi ed emissioni ridotti (ciclo misto 7,6 litri ogni 100 km e 177 g/km). L'appuntamento, curato dal private banker Roberto Gotti, dopo l'aperitivo a base di ostriche servito nel giardino si è spostato all'interno delle sale, dove si è tenuto un interessante convegno. Qui, alcuni consulenti del gruppo finanziario hanno potuto parlare ai propri clienti delle novità di Banca Mediolanum, del know-how e del momento congiunturale particolare dei nostri tempi. A seguire è stata servita l'elegante cena, preparata dal famoso ristorante del castello.

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