Bergamo Economia Marzo 2012

Page 1

,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

FUORI DAL CORO

L'ex europarlamentare Giulietto Chiesa contro il sistema «Per uscire dalla crisi occorre nazionalizzare le banche» IL NUOVO ECOMOSTRO

Claudia Lenzini, presidente del Comitato Santa Lucia «Il progetto sull'area ex Enel non tiene conto del territorio» 8 GRANDI IDEE PER USCIRE DALLA CRISI

Rivista mensile - Ogni primo venerdì del mese in edicola al prezzo di 4,00 euro. Poste Italiane S.p.A. Sped. in abb. post. 70% DCB Bergamo. In caso di mancato recapito restituire al mittente.

Lo spirito, il coraggio e l'intraprendenza degli imprenditori che reagiscono e non si rassegnano alla difficoltà della crisi

Restart: quando il risanamento è a impatto zero La trasformazione delle aree dismesse in ecocompatibili al centro dell'approfondimento proposto a un pool di esperti da Bonifiche Ambientali e dal Consorzio Compere alla FaSE di Alzano Lombardo

MARZO 2012 - anno 6 - numero Economia, attualità, costume e stile

51


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

SOMMARIO Marzo 2012

ECONOMIA 12

Il politico Oggi il maratoneta Carlo, domani il deputato Saffioti

16

La congiuntura Industria, crolla la produzione: -3,4% rispetto ad un anno fa

20

Spirito pioneristico

24

Mercato del lavoro

Otto idee Per uscire dalla crisie

Riforma degli ammortizzatori e riordino dei tipi di contratto

26

Crisi & Territorio Metalmeccanici: 344 le aziende in difficoltà 10.750 i lavoratori coinvolti

30

Per la Val Seriana tanto pendolarismo e il rischio dormitorio

PAGINA 38 Giulietto Chiesa: Le grandi banche? «Invece di prestare, lucrano»

Il convegno

34

Finanza agevolata Se il Comune non paga arriva lo «SbloccaCrediti»

3


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

SOMMARIO Marzo 2012

36

Il rapporto

50

Banconote false: «occhio» ai 20 euro sono i più taroccati

Pillole di finanza Dai romani ad oggi, ecco la storia del mutuo casa

52

68

Copertina Restart: quando il risanamento è a impatto zero

Parola all’associazione Stucchi: «L'Italia avanza, quando noi giriamo»

BUSINESS

42

La pièce sui «Furbetti» Il banchiere Fiorani perde contro il bergamasco De' Giorgi

44

86

Prevenzione

De-localizzare? Mi Me risponde con la qualità

Green Factory «Comac For The Earth», quando la sostenibilità è nel DNA

Nomine Agnelli e Breno, un’iniezione di Pmi nella B. Popolare di Bergamo

46

56

82

Top business

60

Green Economy R.I.S.E.E., la rete della cultura sostenibile

Edificazione selvaggia Quartiere Santa Lucia, un altro ecomostro?

Sicurezza sul lavoro? Alle nuove normative risponde Bongiorno Antinfortunistica

4


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

SOMMARIO Marzo 2012

RUBRICHE & EVENTI 88

Arte Deconsecration, in mostra lo spazio della memoria

92

94

AltaChi, qualitàdove e made Italy, e inperchè così Foto Pitti sfida la crisi e curiosità

110

BERGAMO ECONOMIA Rivista mensile di economia, attualità, costume e stile (Registrazione al Tribunale di Bergamo nr. 22 del 02/08/2007) Società editrice: Speb S.r.l. Via San Giorgio 6/n 24122 Bergamo Presidente: Marino Lazzarini

REDAZIONE:

Creatività & Marketing

Direttore responsabile: Paolo Agnelli

«La Mela Senza La Strega» Chimiberg pubblicizza la sicurezza alimentare

Curatori del progetto: Cristiano Agnelli e Luigi Berlusconi

Genio Alessandro Verdi, il navigatore d'incertezze

Caporedattore: Luca T. Bilotta Mail: bilotta@bergamoeconomia.it Redattore: Livio Casanova Mail: casanova@bergamoeconomia.it Fotoreporter: Giorgio Chiesa Mail: chiesa@bergamoeconomia.it Consulenti: Marco Amorese, Claudio Rossi Barbara e Cristina Putortì Art: Francesco Legramanti Mail: grafici@bergamoeconomia.it

PUBBLICITA’: Tel. 035 678812 Agenti: Antonio Milanesi, Sergio Saresini, Jarno Sambinelli e Antonio Mandato Mail: info@bergamoeconomia.it

98

In anteprima MINI Roadster, grinta per due all'aria aperta

102

Hole in one Dal «green» al «white», in buca con Lario-Grumello e Rota Fumagalli

106

Cooking I campioni della cucina affilano i coltelli in Saps

6

Concessionaria pubblicità nazionale: A. Manzoni & C. S.p.A., via Nervesa, 21 Milano. Tel. 02 57494211 Concessionaria pubblicità locale: Speb S.r.l., Via San Giorgio, 6/n 24122 Bergamo

INFO: Stampatore: Quadrifolio S.p.a. 24052 Azzano San Paolo (Bg) - Via Emilia, 17 Tel. 035 330100 Abbonamenti: 035 678808 Costo abbonamento: 40 euro per 11 mesi www.bergamoeconomia.it


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

Iperauto Bergamo Concessionaria per Bergamo e Provincia

BERGAMO - Via Borgo Palazzo 205 Tel. 035 2924211 - Fax 035 2924212 www.iperautobg.it


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

L’editoriale Marzo 2012

Il paradosso dello scranno di Confindustria: fra Squinzi e Bombassei vince Bergamo DI LUCA T. BILOTTA

iamo alla svolta (il 22 marzo è vicino), ma la strada è ancora lunga. Comunque sia Bergamo ne uscirà con un vincitore. Vuoi per questioni campanilistiche, vuoi per una mera visione territoriale c'è da essere felici: Bergamo avrà un proprio leader in Via dell'Astronomia. Detto questo, la lotta allo scranno di Confindustria, fra Bombassei e Squinzi, lascerà il segno. Non soltanto per gli asset economico-politici che ne deriveranno, ma soprattutto per la battaglia a colpi bassi in essere, quasi paradossale in fin dei conti. Si tratta di una vera e propria disputa psicologica con in ballo una serie di questioni non da poco. Ma gli interlocutori sembrano più interessati ad un altro gioco: la spartizione del potere per i prossimi quattro anni. Basta vedere il dibattito sull'articolo 18: in pieno clima di riforme, con il governo impegnato seriamente sul tema lavoro, la delicata questione dei licenziamenti si è trasformata in un violento strumento elettorale da paradosso. E, ovviamente, a discapito di chi lavora. Il risultato? Pura confusione, tutti dicono tutto e il contrario di tutto. Per ora tante parole, con due contendenti che si mandano botte e risposte a ripetizione senza però essersi schierati. O meglio, entrambi sembrano dire più o meno le stesse cose, pur facendo finta di essere l'uno all'opposto dell'altro. Gli schieramenti delle diverse posizioni confindustriali, schiacciate dagli interessi elettorali, rischiano così d'apparire sempre meno chiari, sopraffatti dai personalismi e forse pure un po' goffi. Squinzi, per esempio, al momento di scendere in campo, ha dichiarato che l'articolo 18 era l'ultimo dei suoi problemi. Chiarendo, comunque, più in là, che si trattava di un'anomalia tutta italiana. Fin qui toni bassi, mentre Bombassei fin dall'inizio faceva capire che per un'industria più snella e pimpante in Italia, era necessario riformu-

S

lare il sistema del lavoro. Poi Emma Marcegaglia, a favore di Squinzi, attacca Cgil, Cisl e Uil dicendo: "Voi difendete i ladri e i fannulloni cercando di salvaguardare l'articolo 18". Tentando così di spiazzare Bombassei che, anch'egli favorevole all'abolizione dell'articolo 18 fin dagli albori, ha però dovuto minimizzare quanto detto, definendo "esagerati" i

toni di Marcegaglia. Morale? Ancora confusione. Ma il balletto continua, questa volta complice l'ad di Fiat. Non è un caso, infatti, che Sergio Marchionne pochi giorni fa si sia sbilanciato propendendo per la candidatura di Alberto Bombassei. Del resto entrambi viaggiano su binari paralleli del mercato dell'automobile. I due si conoscono e la Brembo è da sempre una delle fornitrici della Fiat, in particolare dei sistemi frenanti per Ferrari e Maserati. Ma soprattutto i 10 punti programmatici del "bergamasco doc" Bombassei (presentati al Corriere della Sera tramite lettera), si fondano su una visione di Confindustria con una struttura decentrata e snellita. Una scelta capace di dare spazio all'azione autonoma delle imprese, che possono così sentirsi seguite nella ripresa economi-

ca, anche grazie alla revisione dei contratti. Ovvero quello che da tempo andava predicando Marchionne, che quindi in questo senso si ritroverebbe una Confindustria funzionale alle proprie esigenze e dunque senza ostacoli a un suo rientro a Via dell'Astronomia. Un colpo basso, politicamente parlando, alla Marcegaglia (e Squinzi): un vero ko tecnico, la giusta risposta alle polemiche che portarono Fiat all'addio e che cavalcò la presidentessa nel contrattacco a Marchionne. Fuori dai giochi quindi Giorgio Squinzi, bergamasco di nascita (è originario di Cisano Bergamasco), ma definitosi il più delle volte milanese. Per lui niente "business" con Marchionne, quindi niente solidarietà in campagna elettorale. Del resto i prodotti Mapei hanno ben poco a che fare con Fiat. Vi immaginate una Panda piastrellata? Scusate la battuta. In effetti la visione di Squinzi si discosta totalmente dalla "Confindustria tutta sostanza e indipendenza contrattuale" di Bombassei. No? Sì, invece. Perché per l'ad di Mapei "c'è molto da fare e bisogna rimboccarci le maniche: la situazione è drammatica, dobbiamo essere più pratici e vicini alle nostre industrie". Quindi? Ancora una volta i due contendenti sono lontani e vicini allo stesso tempo. La pensano allo stesso modo, ma non vogliono dirlo o farlo capire. Boh, forse siamo noi di Bergamo che non capiamo i nostri compaesani, oppure siamo alle solite in Italia: "Politica, tutta colpa della politica". E proprio ora, che avevamo un governo tecnico (e pratico), ci mancava la politica in Confindustria (e nelle aziende). Resta quindi, in questo simpatico ed estremizzato siparietto della campagna elettorale di Via dell'Astronomia, una certezza: quella detta ad inizio editoriale, noi a Bergamo possiamo stare sereni. Aldilà della confusione, vincerà un bergamasco e speriamo non perdano le imprese. IL CAPOREDATTORE

8


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

Via Bolgare, 1, 24060 Carobbio Degli Angeli (BG) Tel.035/42768 www.calonitrasporti.com


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

Notizie in breve 180 mila euro E' l'affitto di un anno per un negozio in via XX Settembre di circa 100 metri quadri con magazzino e con esposizione su due piani. E'anche il motivo per cui, negli ultimi mesi, molti marchi storici situati nella zona top hanno abbassato le saracinesche

183 mila euro E' lo stipendio lordo che percepirà il ministro Anna Maria Cancellieri, già prefetto di Bergamo, per il suo incarico nel 2012. Possiede cinque immobili a Milano e Roma. Ha 17 comproprietà: un negozio al 50% a Milano e terreni e fabbricati al 20% a Palazzo Acreide

Trasparenza

Terzi: 203mila euro di reddito, meno che da ambasciatore

Il compenso annuo lordo del ministro degli Affari esteri Giulio Terzi di Sant'Agata sarà di 203.653 euro lordi annui, una cifra inferiore alla remunerazione da ambasciatore d'Italia a Washington, incarico che svolgeva prima di essere chiamato a far parte del governo Monti. La sua dichiarazione dei redditi 2011, riferita all'anno 2010, era infatti di 123.643 euro, cui si sommava un'indennità di servizio all'estero pari a 214.939 euro. Il ministro - si legge sul sito della Farnesina nella Scheda sulla trasparenza delle posizioni patrimoniali e reddituali dei membri del governo - non riveste altri incarichi, né ha rapporti di lavoro con altre amministrazioni, né usufruisce di altri compensi, né possiede quote e azioni societarie. Terzi possiede in comproprietà un appartamento a Roma e un altro a New York; una villa, un garage e alcuni terreni agricoli (tre ettari in totale) a Curno e Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo. Il parco auto è piuttosto limitato con una Golf e una Ford Focus, rispettivamente del 2012 e 2004 , cui si aggiunge lo sfizio di una Harley-Davidson 883 del 2005.

Kilometro 0

Alla Tarangolo di Clusone pollaio e galline

In affitto

All'azienda agricola Tarangolo di Clusone si possono affittare, per un mese, galline e pollaio. Si, avete letto bene, affittare. L'idea (come si legge nel sito Gallinainaffitto.it) è molto semplice "ti affittiamo la gallina ed il minipollaio per un mese compreso il mangime, al termine del periodo, puoi riscattare il tutto, continuare l'affitto oppure renderlo senza alcun impegno". Le galline adottate, allevate con metodo naturale e non industriale, sono certificate. Non sono galline comuni prodotte in serie, ma sono selezionate e numerate. Che significa tracciabilità garantita dell'uovo. Le galline rientrano nel progetto "Brianpollo" avviato dalla Regione Lombardia con lo scopo di recuperare una tipologia di pollo tipicamente lombardo. Certo, l'idea di mettere in affitto questi simpatici volatili è piuttosto desueta e particolare ma si sta diffondendo. In Australia, ad esempio, sul sito rentachook.com.au si può prendere a noleggio per sei settimane la gallina con tutto il pollaio fai da te per 80 euro. Terminato il periodo, si può decidere di restituire tutto quanto o, se l'esperimento è piaciuto, con 21 euro si può riscattare il volatile e con 266 l'ecopollaio. In Spagna, alquilogallinas.es propone il noleggio di galline a 63 euro per un mese: poi, con 186 euro, si può riscattare tutto, ecopollaio compreso. E in Italia quanto costa? Basta fare un giretto a Clusone per scoprirlo. 10


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

ECONOMIA&BUSINESS

Oggi il maratoneta Carlo, domani il deputato Saffioti IL POLITICO

Conclusa l'esperienza come coordinatore provinciale del PdL Carlo Saffioti, vicepresidente del consiglio regionale, chiede a Formigoni più apertura e pensa di candidarsi per le prossime elezioni nazionali. Ama la maratona, «A novembre correrò quella di New York, spero di rimanere sotto le 4 ore»

ARTICOLO DI LIVIO CASANOVA

osa pesa di più: la soddisfazione per l'elezione come nuovo Vice Presidente del Consiglio regionale o la sconfitta al primo congresso provinciale? "L'elezione a Vice Presidente è stato motivo di grande soddisfazione anche se è avvenuta in

Il lato privato

C

12

seguito a vicende spiacevoli e, per certi versi, dolorose. Credo sia stato il riconoscimento a uno stile politico improntato all'onestà e alla correttezza. Il nostro è stato un congresso molto partecipato che, nonostante le divisioni, ha espresso un partito vivo. C'è stato un confronto aperto e ha vinto l'anima che ha saputo meglio

COSA FA NEL SUO TEMPO LIBERO? «Amo correre. Ho in programma la maratona di Milano e a Novembre quella di New York. Lo scorso anno ho tagliato il traguardo con il tempo di 3 ore 53 minuti e 24 secondi. Spero di rimanere sotto le 4 ore»

organizzarsi. E' vero, la componente che io sostenevo è uscita sconfitta, ma con un più che onorevole 42%". Lei è subentrato al dimissionario Franco Nicoli Cristiani, dimessosi da Vice Presidente lo scorso dicembre dopo

L'ULTIMO LIBRO LETTO? «Ho riletto «L'astuzia di un re» di Antonio Spinosa e «Vittorio Emanuele III» di Domenico Batoli. Siamo reduci dai giorni della memoria e volevo capire la posizione del re durante il periodo fascista. Ho molto rivalutato la figura di Vittorio Emanuele III»

PRATICA ALTRI SPORT? «Gioco a calcio. Sono il centravanti della squadra della Polisportiva Politici Lombardi che, puntualmente, perde»


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

ca ma legati alla sua professione. Su di lui non nascondo che in ambito regionale circolavano voci di probabili coinvolgimenti in vicende giudiziarie". Sono state invocate le dimissioni di Formigoni. Secondo lei, il Governatore ha qualche responsabilità? "Le scelte di Formigoni sono state fatte in assoluta buonafede e non vedo proprio per quale motivo dovrebbe dimettersi. La vicenda Nicoli è stata un fulmine a ciel sereno, mentre riconosco che su Ponzoni poteva esserci una maggiore attenzione, come lo stesso Formigoni ha poi riconosciuto. Quello che chiedo a Formigoni, invece, è una maggiore apertura e un maggior coinvolgimento di tutte le anime del PDL. Ci sono passi in questa direzione, ma sono ancora timidi. E' questa la critica politica che mi sento di muovere al Governatore". Lei è in Regione dal 1995. Pensa che quelli di Cristiani e Nicoli siano casi isolati? "Abbiamo avuto i casi di Prosperini, di Nicoli Cristiani e di Ponzoni, ma non si può parlare di sistema. La classe politica, di ogni ordine e grado (mi dispiace dirlo), rappresenta lo specchio della società che non è pura, corretta e sempre limpida. Ne è un'espressione, mentre dovrebbe sforzarsi invece di esprimere il meglio. Nonostante leggi e regolamenti in materia, il problema della trasparenza è comunque sempre legato alla singola respon-

l'arresto scaturito in seguito alla vicenda legata alla discarica di Cappella Cantone. Che idea si è fatto? "Sono rimasto molto sorpreso perché conosco Nicoli dall'inizio della nostra esperienza in Regione. Sono convinto che la sua entrata in politica sia stata dettata da convinzioni personali e da una vera passione, non certo per fare affari. La vicenda è comunque ancora da chiarire. Per ogni politico è assolutamente fisiologi-

co il sostegno all'imprenditorialità locale, ma questo non ha e non può avere nulla a che vedere con un discorso di tangenti. Spero che alla prova dei fatti ci si possa ricredere". E della vicenda che vede coinvolto l'ex Assessore regionale Massimo Ponzoni? "E' stato coinvolto in questioni di bancarotta fraudolenta, per attività imprenditoriali non direttamente riconducibili alla sua attività politi-

LA SUA CARTOLINA DI BERGAMO ? «Le mura venete e i colli»

13


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

sabilità individuale e alle singole scelte. Per tutti c'è sempre la grande libertà di dire di no!".

in Provincia con la Lega e alla guida di tutte le Comunità montane".

1.040 giorni alla guida del PdL orobico. Il suo bilancio? "Lo riassumo in cifre: siamo passati da 40 sindaci a circa 70, da 400 amministratori a

Tre anni. Il momento più alto e significativo del mandato? "La conquista, per nulla scontata e al primo turno, di Palazzo Frizzoni e Treviglio".

Il lato privato

700 amministratori. Governiamo nel Comune capoluogo e, per la prima volta, a Treviglio, affermazione storica. A Dalmine e a Seriate con la Lega. E poi, dopo dieci anni di predominio "bettoniano" che aveva totalmente cancellato la presenza di Forza Italia e An, siamo

14

La rattrista di più lasciare un partito diviso, le sconfitte all'ultima tornata elettorale o il primo congresso celebrato ma non unitario? "Lascio un partito diviso, ma vivo e credibile. E con un bilancio trasparente, senza un euro di

QUALE ANGOLO DI BERGAMO (O DELLA PROVINCIA) AMA? «Il Canto Alto è affascinante. Si affaccia da una parte sulla città e sulla pianura e, dall'altra, sulle montagne»

debito. Io non ho visto sconfitte all'ultima tornata elettorale, il vero banco di prova era Treviglio. Per il resto abbiamo pagato situazioni locali. A Costa Volpino siamo andati divisi dalla Lega e con liste di disturbo abbiamo perso. Mi auguro che lo strappo attuale si possa ricucire perché la coalizione PdL-Lega è vincente. E poi una Lega lasciata sola all'opposizione scivola su posizioni demagogiche, populiste e secessioniste. Atteggiamenti di cui il Paese non ha bisogno". Nel suo triennio il Pdl ha perso parecchio consenso. Il motivo? "E' stato un trend negativo a livello nazionale e regionale. Le candidature per l'ultima tornata elettorale sono state fatte ascoltando il territorio. Non abbiamo guardato alle appartenenze interne ma alla credibilità della persona. A Costa Volpino, ad esempio, è stato candidato sindaco Bonaldi, un esponente della lista che ha vinto il congresso. Mi sono state mosse delle critiche perché, in occasione delle elezioni provinciali del 2009, non sono stati ricandidati i Consiglieri uscenti. E' stato un segnale di rinnovamento necessario. C'era stato un atteggiamento assolutamente remissivo nei confronti di Bettoni. Penso alle scelte sulle società partecipate, sono trascorsi dieci anni in assoluto silenzio politico senza che il partito prendesse mai posizione: questo ha penalizzato il PDL". Coordinatore provinciale: che differenza c'è tra lei che è stato nominato e

IL VINO? «Valcalepio, rigorosamente…»

IL PIATTO PREFERITO? «Pasta alla Cardaci. E' una rielaborazione della pasta alla norma un piatto originario della città di Catania, a base di pasta condita con pomodoro, e con l'aggiunta successiva di melanzane fritte, ricotta salata e basilico»


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

Capelli che è stato eletto? "L'elezione di Capelli è stata la vittoria di un'area molto organizzata che ha saputo raccogliere attorno a sé gli scontenti, anche se la sua area, quella ciellina, era stata una di quelle portanti nel mio coordinamento. A coloro che hanno polemizzato sulla mia nomina a coordinatore provinciale rispondo che la mia legittimazione derivava dal fatto di essere stato Consigliere regionale eletto, quindi non dalle tessere ma dai voti dei cittadini. Rispetto ad altri nominati io posso dire di essere stato votato dai cittadini in Consiglio regionale. Ora, tra le richieste dell'area Capelli c'era quella di far spazio agli eletti. Io e Raimondi siamo le uniche due figure elette con le preferenze a livello provinciale. E non una sola volta. Nel consiglio direttivo e nella giunta esecutiva non ho mai lasciato fuori nessuno e tutte le nomine sono state fatte tenendo conto delle pluralità che animano il partito".

Il lato privato

Capelli ha raccolto un consenso politico o imprenditoriale? "L'anima "ciellina" ha dimostrato una grande capacità organizzativa, ha espresso un gruppo fortemente motivato e ha saputo coinvolgere gli scontenti. Il loro è un elettorato più militante, si iscrive e partecipa. L'elettorato "laico", invece, si iscrive poco e quando si iscrive non sempre partecipa. Ragioniamo, comunque, su 17 mila tessere e 7 mila votanti: sono numeri comunque limitati rispetto al milione e duecentomila abitanti della provincia. E' il grande limite,

3DJLQD

anzi uno dei grandi limiti del tesseramento". Con la vittoria di Capelli si apre la questione dei "rimpasti"? "Qualcuno lo auspica, ma io mi sono già dichiarato contrario. I rimpasti nelle giunte vanno fatte solo quando si verificano situazioni che rallentano l'attività amministrativa. I cambiamenti devono essere fatti nell'ottica di un miglior funzionamento dell'amministrazione pubblica e non per problemi interni. Un rimpasto non deve diventare una sorta di resa dei conti". Dopo il congresso del Pdl come sono cambiati gli equilibri all'interno del gruppo? "Le ultime dichiarazioni lette sui giornali non lasciano spazio a troppe interpretazioni. Le aperture e lo sventagliato coinvolgimento dichiarato prima del congresso si è risolto in una chiusura. Ricordo che non si tratta di una maggioranza di governo perché siamo tutti del PdL e chi vince non può tagliare fuori gli altri. Si sta già parlando di una riduzione degli assessorati in Provincia e poi c'è stato l'attacco gratuito di Lorenzi a Petralia. Il proseguo non lascia ben sperare. Per ora, almeno!". Anche lei, però, ha suggerito qualche cambiamento? "Per il Comune di Bergamo, tenendo fede al programma, penso ad una ridefinizione delle priorità, mentre per la Provincia, sentito il grup-

UN'INCONTRO CON UNA PERSONA FAMOSA CHE RICORDA SEMPRE CON PIACERE? «Edgardo Sogno. Figura leggendaria, uomo curioso e vivace. Persona veramente libera»

po consiliare, si dovrebbe puntare ad una maggiore presenza territoriale in un'ottica di supporto al sistema imprenditoriale, creando reti e coordinando meglio le attività delle amministrazioni locali. E' necessario rendere appetibile il territorio a nuovi insediamenti produttivi, superando tempi e burocrazie". Lei per il Comune spera una ridefinizione degli obiettivi programmatici. Tradotto in opere concrete? "Non cancellerei Porta Sud, progetto da accantonare ora ma da tenere in vita. Lavorerei per l'aeroporto in un'ottica di crescita e convivenza con il territorio scongiurando, per quanto è possibile, visto che la scelta è privata, il trasloco a Malpensa di Dhl. Punterei anche sulle altre infrastrutture: l'alta velocità Treviglio-Brescia e il collegamento ferroviario con l'aeroporto di Orio. Sosterrei la valorizzazione turistica e culturale del nostro territorio, con Bergamo "Capitale della Cultura": uno straordinario obiettivo! E poi i due grandi progetti: la dismissione dei Riuniti e il completamento del nuovo ospedale". Cosa ne pensa delle primarie, all'interno del PdL, per il prossimo candidato sindaco di Bergamo? "Non credo che sia uno strumento così utile come viene sbandierato, perché il rischio è che vada a votare un numero limitato di iscritti e che alla fine prevalgono i gruppi più organizzati. Sarebbe meglio un sondaggio tra i cittadini".

VUOLE ANDARE IN PARLAMENTO L'ANNO PROSSIMO? «Se ci fosse l'opportunità»

IL SUO SOGNO NEL CASSETTO? «Sistemare la casa al mare, a Bagnara Calabra, di mio padre»

15


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

ECONOMIA&BUSINESS

Industria, crolla la produzione: -3,4% rispetto ad un anno fa LA CONGIUNTURA

E' recessione per la provincia di Bergamo, dati negativi per ordini, fatturato e occupazione. La conferma arriva dall'indagine congiunturale della Camera di Commercio sul quarto trimestre 2011 e le previsioni per il 2012, a causa di un «effetto trascinamento», non sono buone

LA PRODUZIONE INDUSTRIALE IN L0MBARDIA 4° trimestre: variazione annua corretta per i giorni lavorativi

+3,1% Lodi

+1,7% Pavia

+1,2% Varese

+0,5% Milano

-0,5% Brescia

-0,7% Lecco

-0,7% LOMB.

+2,2% -1,5% -2,4% Monza Cremona Como

-2,5% -3,4% -3,9% Sondrio Bergamo Mantova

FONTE: Camera di Commercio di Bergamo

roduzione industriale bergamasca in netto calo. La frenata di fine anno ha coinvolto metà delle province lombarde e, dopo Mantova (-3,9%), il dato peggiore lo fa segnare Bergamo (-3.4%) e la flessione dell'indice nell'ultimo trimestre implica un' "eredità statistica" negativa sull'avvio del 2012. E' quanto

P 16

emerge dall'indagine congiunturale della Camera di commercio di Bergamo. Inversione di tendenza nel ciclo della produzione industriale. Il calo a Bergamo è stato del -1,1% nel corso del quarto trimestre 2011, con una variazione del -3,4% nel raffronto con l'ultimo trimestre del 2010.E l'andamento com-

porta anche una revisione retroattiva (al -1,3%) della variazione stimata nel terzo trimestre 2011. In media d'anno, la produzione industriale dopo il tracollo di 16,7 punti nel 2009, ne ha recuperati oltre 10 nell'intero 2010. L'anno 2011 si è chiuso con un livello medio in crescita sul 2010 del +2,5%, un risultato positivo ma inferiore al risultato regionale (+3,7%). La flessione dell'indice


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

QUARTO TRIMESTRE 2011: VARIAZIONE SU BASE ANNUA

-1,2

-3,4

-5,4 -5,8

-6,2 Produzione manifatturiera dell’INDUSTRIA

Produzione manifatturiera dell’ARTIGIANATO

Volume d’affari del COMMERCIO AL DETTAGLIO

Volume d’affari dell’EDILIZIA

Volume d’affari dei SERVIZI

SINTESI DEI RISULTATI DELLE INDAGINI CONGIUNTURALI DEL 4° TRIMESTRE 2011 Per la provincia di Bergamo Variazione % trimestre 2011 sul 3° trimestre 2011 sul 4° trimestre 2010 Produzione manifatturiera dell’INDUSTRIA Produzione manifatturiera dell’ARTIGIANATO Volume d’affari del COMMERCIO AL DETTAGLIO Volume d’affari dell’EDILIZIA Volume d’affari dei SERVIZI

nell'ultimo trimestre implica "un'eredità statistica" negativa sull'avvio del 2012: l'handicap che grava sul nuovo anno sarà di circa il -1,5%, mentre l'anno scorso la variazione acquisita a inizio anno era positiva per 4,5 punti percentuali. Gli ordini. Gli ordini segnalano una marcata contrazione della domanda interna (-3,7% nel quarto trimestre). Gli ordini dall'estero sono di poco (-0,5%) al di sotto del terzo trimestre nel quale si era profilato un peggioramento della tendenza che pare invece attenuarsi nell'ultimo scorcio del 2011. Nella media dell'intero anno 2011 gli ordini interni sono diminuiti del 3,5% mentre gli ordini esteri sono cresciuti dello 0,4%;

-1,1 -0,9 -

-3,4 -1,2 -6,2 -5,8 -5,4

sale al 37,7% la quota del fatturato estero sulle vendite complessive, che diminuiscono nella componente del fatturato nazionale

(-3,4%) ma aumentano (+1,1%) nel caso delle vendite realizzate fuori dall'Italia.

I settori.In termini di variazioni grezze, le imprese di dimensioni maggiori, oltre i 200 addetti, registrano un calo tendenziale della produzione del -4,7%, le medie imprese (50-199 addetti) del -2,2%, le piccole imprese (10-49 addetti) del -3,9%; in marcata flessione il tessile, la cartaeditoria, i minerali non metalliferi, la chimica e le industrie varie. Il risultato di Bergamo è tra i più negativi in Lombardia, dove la variazione media è del -0,7%. Milano è poco al di sopra dei livelli di un anno prima, Brescia contiene la flessione al mezzo punto percentuale. Il fatturato.L'andamento del fatturato in termini grezzi registra su base annua risultati positivi per la meccanica: +3,2% le vendite totali, +7% quel17


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

centuali. Aumenta (dal 37,1% al 42,1%) la quota delle aziende che registrano cali produttivi pesanti (oltre il -5%) e diminuisce anche (dal 28,9 al 26,2%) l'incidenza di quanti dichiarano incrementi superiori al +5%. Il fatturato.L'andamento del fatturato è negativo sia nella dinamica trimestrale (-1,3%) sia nel confronto su base annua (-2,3%). Gli ordini. Gli ordinativi, che nell'artigianato riguardano in misura preponderante il mercato nazionale, sono in calo su base annua (-6,8%) ma senza un peggioramento significativo nella dinamica trimestrale. L'occupazione. Gli addetti nel trimestre calano del -1,1% a saldo di un tasso d'ingresso di 1,1% e di un tasso di uscita di 2,3%. La variazione destagionalizzata è anch'essa negativa (-0,6%). Anche nell'artigianato di produzione cresce l'utilizzo della cassa integrazione. Nel quarto trimestre 2011 il 15,1% delle imprese artigiane manifatturiere (con almeno 3 addetti) ha utilizzato la cassa integrazione, ( contro l' 11,9 nel precedente trimestre). Anche in termini di monte ore utilizzato sale al 2% contro l' 1,7% del secondo trimestre. Le aspettative.Le aspettative vedono una prevalenza (in termini di saldo percentuale grezzo, non destagionalizzato) di segnalazioni negative per produzione, domanda interna e occupazione. Gli artigiani manifatturieri dimostrano più ottimismo sull'andamento della domanda estera.

le all'estero. Segno invece negativo per il tessile: -11% il fatturato totale, contenuta al 4%la flessione del fatturato estero. In termini di dati grezzi, la meccanica registra un incremento degli ordini nel trimestre e una crescita significativa degli ordinativi esteri rispetto a un anno fa. Nel tessile si riscontra invece una caduta marcata sia degli ordini internazionali sia di quelli interni. L'occupazione. Il numero degli addetti delle imprese del campione diminuisce nettamente (-1,35% la variazione grezza nel trimestre) come risultato a saldo di un tasso d'ingresso di 1,14 e di un tasso di uscita di 2,50. I problemi per l'occupazione non derivano tanto dal saldo negativo tra ingressi e uscite, abbastanza tipico a fine anno anche per il venire a scadenza di molti contratti a termine, quanto dalla prospettiva di un 18

indebolimento del ciclo. Il mercato del lavoro manifatturiero, dopo l'occupazione persa nel 2009, e a fatica mantenuta nel biennio successivo, affronta un quadro congiunturale peggiorato e un contesto di attese negative sulla domanda. Le aziende che hanno fatto ricorso alla cassa integrazione negli ultimi tre mesi del 2011 sono il 18,8 % del campione, in crescita rispetto al 16,6% del trimestre precedente. Segno meno anche per l'artigianato. Nel quarto trimestre l'indice destagionalizzato della produzione artigiana è calato (-0,9% la variazione congiunturale), portandosi a quota 77,3, con una diminuzione sull'anno precedente pari al -1,2%. Il gap da recuperare per tornare ai livelli pre-crisi dell'inizio 2008 resta ben oltre (a Bergamo come in Lombardia) i 20 punti per-

Commercio: vendite a picco.Il quadro negativo dell'industria e dell'artigianato si ripercuote inevitabilmente sul terziario bergamasco. Per il commercio, il volume d'affari nel quarto trimestre del 2011 è ancora in calo (-6,2% in provincia, -4,8% in Lombardia) rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso e in peggioramento rispetto ai trimestri precedenti. La riduzione del giro d'affari su base annua continua a essere molto marcata sia nei beni alimentari (-9,8% a Bergamo, -5,7% in Lombardia) sia nel settore non alimentare (-10,6% a Bergamo, -7,2% in Lombardia). Servizi in caduta libera: il volume d'affari è in diminuzione su base annua a Bergamo (-5,4%), in forma meno accentuata in Lombardia (-2,7%) e con tendenza al peggioramento. Nelle costruzioni la dinamica tendenziale è in calo a Bergamo (-5,8% rispetto al


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

precedente -0,3% ); in Lombardia si conferma la flessione (-5,4% rispetto al -3,8% dello scorso trimestre). Nel commercio all'ingrosso, risultato ancora negativo a Bergamo (-3,8 % come lo scorso trimestre) mentre a livello regionale si registra un calo al -2,5% rispetto al -0,4% dello scorso trimestre. Negli alberghi, bar e ristoranti il volume d'affari è in calo a Bergamo (-5,4% contro il precedente -6,6%); in regione il calo è del -5% contro il -5,3% dello scorso trimestre. Negativa l'attività dei trasporti a Bergamo (-2,8% contro il -6% precedente) (26 risposte) e in Lombardia (-1,2 dopo il +0,2% del trimestre scorso).

Nell'informatica e telecomunicazioni la variazione tendenziale torna negativa a Bergamo (-3,4% rispetto al +5,3% della precedente rilevazione), così come in Lombardia (-4,6% dopo il +0,1% dello scorso trimestre). Nei servizi avanzati alle imprese (ricerca e sviluppo, servizi professionali e imprenditoriali, ecc.) il volume d'affari a Bergamo è ancora in calo (-8,4% rispetto al precedente -2,3%) mentre resta positiva a livello regionale (+1% dopo il +4,3% nel trimestre precedente). Negli altri servizi alle imprese (finanziari, immobiliari, vigilanza, pulizia) è sempre in calo il giro d'affari a Bergamo (-1% dopo il -1,3% della volta scorsa); negativo anche in Lombardia (-0,6% dopo il precedente -0,9%). Infine nei servizi alle persone (istruzione e sanità private, attività ricreative, lavanderie, parrucchieri, ecc.) peggiorano le vendite a Bergamo (-13,3% contro il -2,2% precedente) così come in Lombardia (-6,2% rispetto al precedente -1,8%).

IL COMMENTO DEL PRESIDENTE PAOLO MALVESTITI «A credito e lavoro serve più sostegno» Accesso al credito e sostegno al lavoro. Queste le priorità per il presidente della Camera di commercio Giovanni Paolo Malvestiti, che non nasconde una certa preoccupazione per il peggioramento congiunturale, tornato con il segno meno. "Nell'ultimo trimestre del 2011 la produzione dell'industria bergamasca è diminuita di poco più di un punto (-1,1%) ed è scesa di 3,4 punti percentuali sullo stesso periodo del 2010 - dichiara Malvestiti - l'instabilità sui mercati finanziari, la crisi del debito nell'area Euro e le ripetute manovre sui conti pubblici hanno avuto un impatto rapido sull'economia reale nella seconda metà del 2011 sotto forma di un inasprimento delle condizioni di accesso al credito e di un peggioramento delle aspettative di imprese e consumatori". Anche se l'intero anno 2011 si chiude per l'industria di Bergamo con un progresso medio del 2,5% sul 2010, "il recupero dei livelli produttivi maturato tra il 2010 (+10,6% sul 2009) e l'avvio del 2011 si è poi interrotto sottolinea il presidente della Cciaa - con un'inversione di tendenza a partire dall'estate scorsa". Secondo l'ente camerale, il peggioramento deriva soprattutto dalla dinamica negativa del mercato interno con ripercussioni sulla produzione delle Pmi artigiane (-0,9 nel trimestre e -1,2% su base annua) e in genere dei settori rivolti al mercato nazionale o connessi con i mercati dell'immobiliare, dell'edilizia (il cui giro d'affari è ancora in flessione) e dei beni per l'abitazione. "La debolezza dei consumi incide pesantemente sull'intero comparto del commercio - commenta Malvestiti - le vendite al dettaglio a Bergamo nel quarto trimestre del 2011 sono risultate inferiori del 6,2% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, fino al -10,6% nei piccoli esercizi alimentari e al -9,8% nel non alimentare. La distribuzione moderna ha contenuto le perdite ma segna a sua volta una flessione dell'1,3%". Anche nei servizi la dinamica su base annua delle vendite (-5,4%) è negativa e in peggioramento. Dal terzo trimestre 2011 si è interrotta la tendenza a un relativo recupero del giro d'affari. "Il peggioramento del ciclo nell'ultimo trimestre non giunge inatteso - aggiunge Malvestiti - e si manifesta a Bergamo come in Lombardia e a livello nazionale con un progressivo calo della domanda e degli ordini interni. Resta tuttavia sostenuta la dinamica delle nostre esportazioni: aumenta il fatturato dall'estero e, nonostante un lieve calo nel corso dell'ultimo trimestre, non riscontriamo segni di cedimento degli ordinativi esteri. Le nostre industrie esportatrici stanno mantenendo quote di mercato e competitività dei loro prodotti, come dimostra anche la quota crescente (al 37,7%) di fatturato realizzato sui mercati internazionali". Il mercato del lavoro resta tuttavia "la prospettiva prioritaria per valutare con attenzione gli effetti della crisi sul territorio". Nell'industria la variazione di addetti è del -0,7%, nell'artigianato manifatturiero del -0,6%. La cassa integrazione non diminuisce come ha fatto fino alla metà del 2011 e si consolida a fine anno su un livello ancora significativo. Nel commercio c'è un leggero aumento, forse transitorio, degli addetti, nei servizi invece il calo occupazionale è marcato. "Le previsioni per l'immediato futuro non sono rosee - dichiara il presidente - produzione, domanda interna e occupazione sono previste in ulteriore calo anche nel primo trimestre del 2012. Ma per la domanda estera prevalgono ancora le attese positive. E sui mercati internazionali, tanto più se il recente miglioramento della credibilità del nostro paese nel fronteggiare la crisi del debito pubblico finirà per allentare le condizioni di finanziamento delle imprese, dobbiamo puntare per superare il prima possibile una nuova fase di indebolimento del ciclo economico". Un ulteriore segnale positivo riguarda gli investimenti dell'industria a Bergamo: nel 2011 gli investimenti, per quasi la metà in macchinari, sono stati pari al 6% del fatturato dell'anno e sono aumentati del 13,4% rispetto all'anno scorso. "Affinché questa voce cresca in misura significativa anche nel 2012, rafforzando la competitività e l'occupazione delle nostre imprese - conclude Malvestiti - è di fondamentale importanza che l'accesso al credito delle nostre imprese, anche delle più piccole, sia libero da ostacoli, restrizioni o costi eccessivi. E in questo senso continuerà a operare la Camera di Commercio di Bergamo".

19


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

ECONOMIA&BUSINESS

Otto idee

Per uscire dalla crisi SPIRITO PIONIERISTICO

Lo spirito, il coraggio e l'intraprendenza degli imprenditori che reagiscono e non si rassegnano alle difficoltà della crisi ARTICOLO DI LIVIO CASANOVA

arà dura. Comunque si vogliano interpretare i segnali, le opinioni, le tendenze e i mercati, nei prossimi mesi l'economia sconterà una recessione che colpisce qui come altrove in modo pesante. Ma crisi economica non significa per forza crisi di idee. Lo dimostrano gli imprenditori che senza aspettare politici, economisti o professori universitari hanno già reagito cercando nuove prospettive. Ecco sette casi di eccellenza

S

aziendale che dimostrano come il vero imprenditore non si rassegna. Si raccontano e spiegano le loro strategie per contrastare la crisi. Protagonisti, molti di loro, di scelte dettate da uno puro spirito pionieristico. E poi - indispensabile - il coraggio di cambiare prospettiva per vedere l'impresa sotto un'altra luce. Parola agli imprenditori: ai lettori il piacere di scoprirne l'intraprendenza, ai politici il suggerimento di prenderle in considerazione.

«PENSARE POSITIVO» Un giro d'affari che nel 2010 ha raggiunto i 52 milioni e mezzo di euro e un incremento del 30% rispetto all'esercizio precedente, 750 dipendenti di cui 140 operativi nella sede di Terno d'Isola, mentre gli altri impiegati nelle unità produttive estere: Bulgaria, Polonia, Ungheria, Egitto, Brasile. Sono i numeri della Cast Futura, azienda nata nel 2006 dalla fusione tra Cast SpA ed Electronics Futura SpA, un gruppo in grado di proporre un'ampia offerta di componenti per le cucine a gas e il riscaldamento delle abitazioni. Per rilanciare economia e consumi Marco Ruggeri, direttore generale del Gruppo Cast Futura, traduce il "Penso positivo" di Jovanotti perché "c'è bisogno di credere che il domani sia migliore. Per uscire dalla generalizzata crisi di "fiducia" le ricette economiche tradizionali che puntano su innovazione, globalizzazione e automazione dei processi non bastano più. Serve un cambio di mentalità e generare una spirale virtuosa. Minor fiducia del consumatore significa minor consumo, minor crescita e quindi minor fiducia delle banche nell' industria e privati. Serve maggior fiducia dei cittadino nelle istituzioni e nella Politica. per ottenere tutto ciò serve una forte mobilitazione: Governo, parti sociali, imprese, banche e enti del territorio devono avere il coraggio di "garantire", ai propri interlocutori e a tutti gli attori coinvolti nel processo decisionale, una maggiore continuità". Nel 2012 Cast Futura punta a superare i 60 milioni di fatturato.

20


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

«SERVE FLESSIBILITA’» "La flessibilità nel mondo del lavoro" secondo Michele Pievani della P.R.P. di Adrara San Martino. "Flessibilità non è obbligatoriamente sinonimo di precariato e non è una scusa per non assumere a tempo indeterminato. E' il mondo che è cambiato e di conseguenza devono cambiare i modelli e gli schemi di riferimento che fino ad oggi hanno ispirato (e regolamentato) il rapporto fra impresa e lavoratore. Il lavoro (quello di tutti) deve generare valore aggiunto per la persona e per l'impresa: oggi più che mai. Per creare nuovi posti di lavoro è necessario che cresca il volume d'affari, perché cresca il volume d'affari è fondamentale essere competitivi". La P.R.P. (Precision Rubber Parts) Guarnizioni Industriali snc, produce guarnizioni, o-rings e articoli tecnici a disegno in gomma, siliconi e fluoroelastomeri. Nata nel 1985 da Pievani Stanislao, è un'impresa familiare guidata da Michele Pievani, dal fratello Daniele e dalla sorella Silvia. Con un fatturato annuo di oltre 5 milioni di euro, occupa 40 dipendenti e si avvale della collaborazione di una ventina di fornitori esterni. "Le prospettive per il 2012 sono positive, anche se fare previsioni è azzardato. Oggi ci ritroviamo con commesse urgenti, da soddisfare nel più breve tempo possibile. Da qui la richiesta di flessibilità".

«APRIRE I RUBINETTI BANCARI» "Il sistema di credito che non è più orientato a sostenere le attività imprenditoriali se non con garanzie improponibili. La minore qualità del credito è compensata da maggiori garanzie, spesso di carattere personale". La considerazione - amara - è del dottor Luca Rottoli, titolare del laboratorio odontotecnico Elledent di Almenno San Bartolomeo. "E' in atto una sorta di oligopolio in cui le condizioni delle diverse banche sono sovrapponibili. Sarebbe necessario un incisivo intervento politico che, però, ritengo improbabile. Fare impresa, oggi, significa mantenersi in equilibrio fra richieste di mercato orientate al ribasso dei prezzi e una domanda di miglior qualità rispetto a quella di operatori esteri che non sono soggetti a tutte le incombenze legislative e di tassazione del nostro paese. Produrre meglio spendendo meno: il sogno di ogni imprenditore. Il problema vero è: come mantenere il valore e la qualità delle imprese italiane e, nel frattempo, ridurre i costi? All'interno della Elledent abbiamo impostato un sistema, che definirei, ad integrazione orizzontale perchè controlliamo tutti i segmenti della filiera produttiva. Il nostro profitto è dato dalla sommatoria dello scarto di ogni segmento e non tanto dal prodotto finito che, quindi, può avere un prezzo più basso".

21


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

«RICERCA E INNOVAZIONE» Tra le montagne di San Giovanni Bianco c'è SMILAB, un centro di ricerca e trasferimento tecnologico nato da un'intuizione della SMI, leader mondiale nel settore delle macchine di imballaggio e degli impianti di imbottigliamento per l'industria "food & beverages". "L'innovazione è un'attività fondamentale per le imprese che guardano al futuro" spiega Paolo Nava, presidente e amministratore delegato di Smigroup. "E' un principio fondamentale per la crescita economica, culturale e sociale di ogni azienda. In un contesto economico internazionale come quello attuale, l'innovazione diviene un elemento ancora più essenziale perchè nella ricerca e sviluppo ci sono le alternative per superare le difficoltà economiche attuali. Ecco la ragione del nostro centro di ricerca". Con 101,2 milioni di euro di ricavi delle vendite nel 2011 e un organico di 638 dipendenti (554 in Italia e 84 nelle filiali estere), il gruppo SMI è un'eccellenza dell'economia italiana. Nonostante la vocazione internazionale (il 95% della produzione è destinato all'export in 130 Paesi), le aziende SMIGroup sono fortemente radicate nel territorio della Valle Brembana, nei comuni di San Giovanni Bianco e San Pellegrino Terme, dove, su una superficie complessiva di 65.850 mq, hanno sede tutti i reparti di produzione e gli uffici.

«SEMPLIFICARE E COLLABORARE» La ricetta per uscire dalla crisi? "Non c'è una formula semplice e immediata - per il presidente della Italgreen Maurizio Gilardi -, ma gli ingredienti importanti sono l'innovazione, la cooperazione e la semplificazione, elaborando le risposte soprattutto con un continuo scambio culturale tra imprenditori e territorio per fornire soluzioni, prodotti e servizi di qualità. Mettersi in gioco sperimentando: è questa la vera sfida! Il nostro obiettivo primario deve quindi essere quello di diffondere e sviluppare la cultura della collaborazione lavorando in sinergia con le pubbliche amministrazioni nel rispetto del principio di sussidiarietà". Italgreen è azienda leader nella produzione di erba sintetica, tessuta dal 1983 nello storico stabilimento di Villa d'Adda. "Da 30 anni ci occupiamo di pavimentazioni in erba sintetica come produttori e come applicatori. Siamo 40 dipendenti. Abbiamo due unità produttive e una logistica molto grande nel territorio bergamasco, con un fatturato di circa 30 milioni di euro di cui un 40% all'estero e un 60% in Italia. Quello italiano è un mercato ancora tutto da esplorare, ci sono solo 150 campi regolamentari di calcio in erba sintetica e noi riusciamo a farne 50". Italgreen, grazie alla costante ricerca e innovazione tecnologica è anche il costruttore del primo campo da calcio in erba sintetica per una squadra di serie A: il Novara calcio. Ogni anno produce 2 milioni di mq di erba sintetica.

22


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

«MADE IN ITALY» Dopo la crisi del 2009, nel 2010 il fatturato è cresciuto del 115%. Il 2011 si è chiuso con un giro d'affari di 2,5 milioni di euro che nel 2012, si ipotizza, arriverà a 3 milioni. Ad elencare questi risultati è Paola Volponi Stamerra, titolare con il marito della Fap Italia di Trezzo sull'Adda, azienda con 15 dipendenti che produce cinture ed accessori in pelle. "Quando tutti andavano in Cina a produrre ed acquistare per poi rivendere in Italia noi non abbiamo ascoltato le sirene dell'Oriente. Siamo rimasti in Italia, nonostante le difficoltà legate ad un crollo degli ordini, continuando a credere nel Made in Itay. Siamo stati lungimiranti perchè, a partire dalla metà del 2010, abbiamo registrato una notevole crescita di ordinativi e fatturato". Per uscire dalla crisi l'azienda ha affrontato una rivoluzione, "abbiamo creduto che questa crisi potesse essere una formidabile opportunità, per noi, che fino a tre anni fa producevamo per altre aziende. Oggi abbiamo una nostra collezione personale che esportiamo in tutto il mondo: Europa, Stati Uniti, Russia ed estremo Oriente (Giappone, Cina e Macao). La nostra forza, non penso solo alla mia azienda ma a tutta l'Italia, è l'arte, la fantasia, lo stile e l'eleganza. Il "Made in Italy" che i clienti esteri cercano e non trovano altrove". La Fap Italia realizza 1.000 cinture al giorno.

«PAROLA D'ORDINE: DIVERSIFICARE» "Diversificare, diversificare e diversificare". La parola d'ordine di Loris e Giuliano Rota Martir è "diversificare" per esplorare nuovi campi e impiegare efficacemente le risorse esistenti. E' la filosofia della Cospal di Ambivere, che ha realizzato le antenne della Nasa per comunicare i dati al quartier generale di Houston. Sfruttando le competenze acquisite nella produzione di antenne, hanno trovato un nuovo segmento di mercato in cui lavorare: la produzione di pannelli compositi d'alluminio per il settore ferroviario e alta velocità. "A Bergamo, fino a qualche decennio fa, per chi voleva mettersi in proprio bastava un pizzico di intraprendenza, un pò di buona volontà e aprire una partita iva" ricordano i fratelli Rota Martir, "a seguire lo stereotipo dell'imprenditore orobico: il reddito stabilito dal commercialista, i prezzi decisi al bar sulla base del sentito dire o perché così fanno gli altri e la moglie con "il macchinone" stressata da parrucchiera ed estetista. La stagione dei must irrinunciabili è morta e sepolta, è il momento di aguzzare l'ingegno. Logica, cultura, intelligenza e apertura mentale sono le qualità che deve avere un imprenditore se vuole uscire dalla crisi". Per la Cospal il 2011 si è chiuso con 5 milioni di fatturato, un giro d'affari trainato per tre-quarti dall'export. I mercati principali: Stati Uniti, Germania, Svizzera e Lussemburgo.

«INVESTIRE SULLA FAMIGLIA» "Questa crisi è come una vecchia cravatta legata troppo stretta. Ma nonostante ciò, non è detto che si debba rimanerne soffocati".Con una metafora i fratelli Gianluigi e Roberto Vavassori della Emmegierrefashion di Osio Sopra spiegano la situazione attuale. "La Emmegierre fashion, creata dai nostri genitori (nella foto, ndr) nel 1962, è improntata sulla famiglia. L'azienda è mutata nel corso degli anni, ascoltando le esigenze del mercato in trasformazione. Operando nel campo della maglieria, è stata rilanciata da noi nel 2005, con l'acquisizione del marchio Paolo Pecora Milano. Abbiamo lavorato ed investito nel produrre sempre e comunque qualità, ad un prezzo equilibrato. Il prodotto che offriamo ha un appeal che suscita emozioni. Positiva o negativa? Sta al cliente definirlo. Negli ultimi anni ci siamo ritagliati una fetta di mercato, fino a poco tempo fa, riservata alle grandi griffe. La crisi è dura , affrontandola con un'azienda unita come una famiglia, si ha meno difficoltà ad uscirne. Nel 2012 intendiamo ampliare diversi aspetti aziendali, puntando al mercato internazionale, con negozi monomarca e dedicandoci ancora di più alla ricerca. Certo, se avessimo il giusto interlocutore istituzionale presente per fornirci i corretti strumenti, sarebbe più facile favorire la nostra espansione".

23


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

ECONOMIA&BUSINESS

Dalla riforma degli ammortizzatori al riordino dei tipi di contratto MERCATO DEL LAVORO

Stretta sulla precarietĂ , una maggiore uniformitĂ delle tutele e politiche attive del lavoro: comincia a delinearsi il profilo della riforma del mercato del lavoro 24


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

nel caso dello stabilimento Fiat di Termini Imerese). Sarà invece rafforzata la cassa ordinaria limitando quindi lo strumento ai casi di effettivo reinserimento dei lavoratori in azienda. Politiche attive del lavoro.Il governo punta a rafforzare la formazione e a legare il sussidio a un percorso di formazione e alla ricerca attiva di un lavoro. Anche adesso è formalmente previsto che il sussidio si perda nel caso non si accetti un lavoro che si rende disponibile ma di fatto la norma è scarsamente utilizzata. Occupazione femminile. Fornero è molto sensibile al tema e ha annunciato sgravi fiscali per favorire l'occupazione femminile. Nel nostro Paese la partecipazione al mercato delle donne è molto bassa anche per la scarsità dei servizi di supporto alla famiglia (asili nido ecc). Art. 18. Sarà l'ultimo tema della trattativa, il più delicato e il più spinoso. Anche alla luce delle divisioni emerse nelle ultime ore sul piano politico tra il Pdl (Berlusconi, "non è un

iordino dei modelli contrattuali e riforma degli ammortizzatori sociali: sono questi i temi principali della riforma del mercato del lavoro alla quale sta lavorando il governo con l'obiettivo di aumentare il tasso di partecipazione al mercato del lavoro (al momento tra i più bassi in Europa), ridurre il dualismo tra garantiti e precari e dare maggiori opportunità a giovani e donne.

R

Ecco in sintesi i principali temi sul tappeto: Riordino tipologie contrattuali. Il ministro del Lavoro Elsa Fornero punta a ridurre la "flessibilità malata" in ingresso nel mercato del lavoro con controlli e sanzioni contro i contratti utilizzati impropriamente (come le associazioni

in partecipazione, le false partite Iva e i casi di contratti a progetto utilizzati per rapporti che sono sostanzialmente di lavoro subordinato). Il governo punta a valorizzare l'apprendistato come contratto prevalente di ingresso nel mercato del lavoro per i giovani, agevolandolo, ma chiedendo che la formazione sia effettiva. Ammortizzatori sociali. Fornero ha annunciato una revisione profonda del sistema anche se l'operatività non scatterà subito a causa della crisi economica. Si cercherà di mettere a punto un sussidio di disoccupazione più sostanzioso di quello attuale dando invece una grossa stretta alla cassa integrazione straordinaria (che adesso tiene legati i lavoratori all'impresa anche in caso in cui l'azienda sia chiusa, come

Elsa Fornero

tabù, se ne deve poter discutere") e il Pd (Bersani, "l'art.18 ha poco o nulla a che fare con i problemi che ha adesso il mercato del lavoro"). L'art 18, quando si è accertato in giudizio che il licenziamento è ingiusto, prevede che il lavoratore abbia il diritto di riavere il proprio posto di lavoro, la copertura previdenziale dal licenziamento alla reintegrazione, nonché un risarcimento pari alle retribuzioni perse che non può comunque essere inferiore a 5 mensilità. L'art. 18 non si applica a tutti i lavoratori subordinati ma solo a quelli che lavorano in aziende che hanno più di 15 dipendenti. 25


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

ECONOMIA&BUSINESS

DISTRIBUZIONE DELLA CRISI TRA I TERRITORI Brescia

23% 18%

BERGAMO 16%

Milano 10%

Brianza 6%

Varese 5%

Mantova Lecco

4%

Pavia

4%

Valcamonica

3%

Legnano

3%

Como

3%

Cremona

2%

Sondrio

1%

Lodi

1%

FONTE: Fim Cisl

Metalmeccanici: 344 le aziende in difficoltà 10.750 i lavoratori coinvolti CRISI & TERRITORIO

Crisi nera per Bergamo con il 18% di lavoratori sospesi. I dati della Fim-Cisl sul secondo semestre 2011 segnalano un massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali: cassa integrazione ordinaria per 7.504 bergamaschi, straordinaria per 2438 e per 808 la mobilità. Scarso il ricorso ai contratti di solidarietà numeri crudi sono questi: 344 aziende metalmeccaniche bergamasche in crisi nella seconda metà del 2011, con 14.875 dipendenti di cui 10.750 sottoposti a cassa integrazione ordinaria

I 26

(7.504), cig straordinaria (2.438) o mobilità (808). Secondo le statistiche elaborate dalla Fim Cisl Lombardia, che ha diffuso la consueta ricerca semestrale, Bergamo assorbe il 18% della criticità regionale, al secondo posto dietro

Brescia (13.734 tra cassintegrati e mobilità). Tuttavia c'è un aspetto sottolineato dal segretario provinciale Ferdinando Uliano, e si tratta dei numeri nella tabella più piccoli: 8.444 dei cassintegrati bresciani, in realtà applicano i con-


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

tratti di solidarietà, contro i 214 di Bergamo, che ha numeri 40 volte più piccoli. Per rendersi conto del fenomeno, la piccola area della Valcamonica, organizzata con propri sindacati che in parte arrivano territorialmente al Sebino, ha più del doppio di contratti di solidarietà rispetto a Bergamo: 503. Ma non va nascosto che intere realtà come la Brianza o l'area di Milano non hanno firmato nemmeno un contratto di solidarietà nel secondo semestre del 2011. Analizzando poi gli ammortizzatori sociali, cioè la cigs in deroga concessa quasi ad personam, in base alle disponibilità di cassa e dopo un vaglio extra, i 1.378 cassintegrati bergamaschi sono il record regionale, lasciando lontanissima Brescia dove i casi sono 906; a Milano, 348. E i licenziamenti? Le 808 mobilità firmate in provincia nel secondo semestre sono a loro volta un record: Brescia ne ha 313, per esempio, la Valcamonica 31. "C'è un altro aspetto che potrebbe essere fuorviante - precisa Uliano - ed è l'apparente predominanza della cig ordinaria (7.504 lavoratori) che è considerata strumento soft: in realtà, nella grande maggioranza di casi si tratta di aziende che erano in cassa straordinaria, l'hanno terminata e sono riuscite a rien-

trare nella cig ordinaria. Anzi - aggiunge il segretario delle tute blu Cisl - dobbiamo mettere in conto una media di almeno 600 lavoratori in mobilità per ogni semestre, negli ultimi tre anni

tratti di solidarietà, la riqualificazione del personale e la formazione dei lavoratori espulsi: "Non è l'articolo 18 che risolve la disoccupazione dichiara Uliano - e la licenziabilità per motivi eco-

di crisi, quindi 3.000 posti di lavoro che non torneranno più indietro". Per questo, a fronte di una recrudescenza della situazione, la Fim Cisl di Bergamo chiede alla Confindustria e alla Federmeccanica un maggiore sforzo verso i con-

nomici già esiste: qui il problema è creare occupazione e una rete di accompagnamento per chi perde il posto, mettendolo in condizioni di trovarne uno nuovo".Un altro problema si pone per gli accordi sulla mobilità che, spesso, prevedono uno scivolo verso il prepensionamento: "L'allungamento dei requisiti posti dalla riforma Monti - dichiara Uliano - ha messo in crisi questi meccanismi di accompagnamento, ed è un altro motivo per cui chiediamo agli industriali di ampliare la platea dei contratti di solidarietà, altrimenti rimarremo senza strumenti per sostenere le persone in esubero". Lavorare meno,lavorare tutti: il vecchio slogan è sempre attuale. A livello regionale, nel secondo semestre 2011 sono state colpite dalla crisi 2.224 aziende (1.994 nel semestre precedente) e 60.773 lavoratori (42.410 i precedenti) su un totale di 84.150 addetti (67.411 nel precedente semestre). Tutte le tipologie di sospensione sono in preoccupante aumento: la cigo ordinaria registra +54%, la cigs straordinaria +33%, la mobilità +19%. In sei mesi sono ben 1.263 le aziende che hanno attivato nuove sospensioni di cigo per 35.415 lavoratori, 832 le aziende con cigs per 21.249 lavoratori sospesi e 179 le aziende che hanno proceduto a licenziamenti per 4.109 persone. La crisi continua a coinvolgere tutte le dimensioni di impresa e i diversi settori merceologici. Nei due anni 2010 e 2011 la cassa integrazione straordinaria ha registrato un livello allarmante: rispettivamente con 37.211 e

Dati 2° trimestre 2011 I DIVERSI INTERVENTI DI CRISI Territorio

Aziende

Dipend.

Bergamo Brescia Brianza Como Cremona Lecco Legnano Lodi Mantova Milano Pavia Sondrio Valcamonica Varese Totale

344 338 241 68 81 110 168 31 61 450 84 25 93 130 2.224

14.875 16.551 9.629 1.849 2.148 3.767 2.447 652 4.172 14.529 2.742 886 3.450 6.453 84.150

Crisi tot Cigo Cigs Mobilità lavoratori lavoratori lavoratori lavoratori 10.750 13.734 6.380 1.716 1.396 2.597 1.774 537 3.233 9.836 2.248 641 2.088 3.843 60.773

7.504 3.163 4.822 972 736 1.980 846 315 2.860 7.531 1.195 531 709 2.251 35.415

2.438 10.258 1.344 728 543 467 659 137 300 850 732 100 1.348 1.345 21.249

808 313 214 16 117 150 269 85 73 1.455 321 10 31 247 4.109

Tipologia dei provvedimenti di sospensione per territorio I dati mostrano la preponderanza dell’intervento di cassa integrazione ordinaria nei diversi territori, accanto alla presenza preoccupante degli interventi di cassa integrazione straordinaria e mobilità (ben oltre quella che definiamo la crisi di «fondo», che caratterizza la ristrutturazione costante del settore), che persistono in particolare in aree fortemente industrializzate quali quelle di Bergamo, Brescia, Milano, Brianza. FONTE: Fim Cisl

27


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

INCIDENZA DELLE SOSPENSIONI SULL’OCCUPAZIONE Brescia BERGAMO Milano Brianza Varese Mantova Lecco Pavia Valcamonica Lav. sospesi

Legnano Como

Addetti

Cremona Sondrio Lodi

44.292 lavoratori sospesi, il 30% circa interessato dalla cig in deroga, il provvedimento straordinario che vale per lavoratori delle piccole aziende privi di copertura degli ammortizzatori sociali. Sempre a livelli preoccupanti i licenziamenti (con 8.566 lavoratori licenziati nel 2009, 8.854 nel 2010, 7.564 nel 2011), con evidente de-responsabilizzazione degli imprenditori in tali aziende rispetto all'impatto sociale. Gelo sull'industria metalmeccanica bresciana. La nostra provincia è quella che nel secondo semestre del 2011 ha fatto registrare le maggiori difficoltà: 338 le aziende metalmeccaniche bresciane coinvolte dalle crisi; dei 16.551 dipendenti del settore, in 13.734 sono stati interessati (in tempi diversi e per periodi diversi) dalla cassa integrazione, ordinaria e straordinaria; 313 i lavoratori messi in mobilità, vale a dire licenziati. E' quanto emerge dal 32esimo Rapporto semestrale presentato giovedì mattina dalla Fim Lombardia, il sindacato della Cisl del settore metalmeccanico.Complessivamente in Lombardia, nel secondo semestre del 2011 sono stati licenziati 4.109 lavoratori, mentre altri 56.664 sono stati messi in cassa integrazione ordinaria e straordinaria. Ben 2.224 sono le aziende colpite dalla crisi (erano 1.994 nel semestre precedente). 28

FONTE: Fim Cisl

"La situazione è drammatica: non solo le situazioni di difficoltà non si risolvono, ma continuano ad aggiungersene di nuove", ha spiegato Nicola Alberta, Segretario generale della Fim Cisl Lombardia. "La Regione deve intervenire al più presto con un rinnovato impegno sulle politiche industriali e settoriali. Occorrono interventi pubblici di sostegno agli investimenti e all'accesso al credito, condizionati da programmi di consolidamento industriale e piani sociali per l'occupazione da parte delle imprese". I dati relativi al secondo semestre evidenziano che tutte le tipologie di sospensione sono in preoccupante aumento: la cassa integrazione ordinaria del 54%, la straordinaria del 33%, la mobilità del 19%. In sei mesi sono ben 1.263 le aziende che hanno attivato la cassa integrazione ordinaria per 35.415 lavoratori, 832 le aziende con cassa integrazione straordinaria per 21.249 lavoratori e 179 le aziende che hanno proceduto a licenziamenti per 4.109 dipendenti. Aumenta, anche se è ancora insufficiente, l'utilizzo dei contratti di solidarietà: 97 aziende e 14.452 lavoratori nel 2011, cui si aggiungono 74 aziende e 7.649 lavoratori nel

2010. Sono quindi oltre 160 gli accordi di contratti di solidarietà stipulati dal 2010, per più di 22.000 lavoratori, segno di una nuova importante attenzione per questo importante strumento di tutela dei lavoratori. Si riduce drasticamente la dimensione media delle imprese coinvolte da processi di crisi, che passa dai 90 addetti per impresa del 2003 ai 38 del periodo considerato, a conferma del drastico e costante coinvolgimento delle piccole aziende nei processi di crisi, come dimostrato peraltro dall'ampio utilizzo degli ammortizzatori sociali in deroga. Il 23% di tutte le sospensioni registrate in Lombardia nella seconda parte del 2011 sono avvenute a Brescia: a seguire Bergamo (18%), Milano (16%), Brianza (10%), seguiti da Varese (6%) e Mantova (5%). Queste aree vedono la presenza di insediamenti industriali importanti, sia nei comparti tradizionali sia in quelli innovativi del settore metalmeccanico, con una presenza cospicua sia di grandi imprese di livello nazionale e internazionale. Le imprese di medie-piccole dimensioni sono storicamente radicate in tutti i territori, con un coinvolgimento significativo nelle difficoltà a Milano, Varese e Lecco.


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

ECONOMIA&BUSINESS

In primo piano Pierino Persico, presidente della Persico Spa di Nembro

Per la Val Seriana tanto pendolarismo e il rischio dormitorio 30


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

ARTICOLO DI LIVIO CASANOVA PHOTO: GIORGIO CHIESA

a bella addormentata non è più una fiaba a lieto fine, sta diventando il paradigma di un luogo: la Valle Seriana. Senza, almeno per ora, il lieto fine. Gli ingredienti ci sono tutti: la bella addormentata che incarna la Valle Seriana ribattezzata, anni fa, "valle dell'oro" per la floridezza della sua industria tessile, fuso e arcolaio strumenti utilizzati per la filatura a mano e con i quali la principessa della fiaba, pungendosi un dito, cade in un sonno profondo e, infine, il principe azzurro che fa il paio con i moderni cavalieri bianchi (gli investitori), pronto a baciare la bella addormentata ed a risvegliarla da quel lungo torpore in cui giace da troppi anni. La Val Seriana sembra caduta in un torpore economico e produttivo talmente lungo che la sta trasformando in un dormitorio, perché il lavoro è traslocato altrove. I valligiani si svegliano presto al mattino, vanno a lavorare fuori dal proprio paese, dalla propria valle e dalla propria provincia perché, con il passare degli anni, le opportunità di trovare un lavoro "vicino" si sono assottigliate sempre di più e le risposte occupazionali sul territorio scarseggiano. Pendolari, che rincasano la sera tardi solo per dormire. Ma "Il ridimensionamento produttivo rischia di trasformare la media Valle Seriana in un dormitorio; vi sono possibilità di crescita e prospettive di lavoro per i residenti della zona?". Una domanda su cui si sono interrogati il 9 febbraio scorso, a Nembro, in un incontro pubblico organizzato dall'ex europarlamentare Pia Locatelli, la politica e il sindacato, le imprese e gli enti locali. All'amministrazione pubblica il compito di ripercorrere alcune tappe del ridimensionamento produttivo che ha interessato la valle. "Gli ultimi 10 anni - ha spiegato Francesco Ghilardi, consigliere comunale di Nembro nella lista civica "Paese Vivo" - hanno confermato il perdurare di una crisi in atto fin dall'inizio degli anni '90, dovuta alla chiusura e al ridimensionamento di aziende manifatturiere presenti sul territorio di Nembro". Le vertenze più significative sono state nel 2002 la chiusura della Cartiera Valle Serio (cartiera Italtubetti); nel 2006 la chiusura del Manifattura di Legnano (ex cotonificio Crespi) e nel 2009 la Comital, società che prima di chiudere operava nel settore dell'alluminio. "I fattori scatenanti - ha spiegato il consigliere comunale - sono stati il basso valore aggiunto rappresentato da alcune produzioni tradizionali, quindi non più in grado di competere sul mercato; lo scivolamento verso la pianura delle aziende leader a causa della miglior situazione infrastrutturale e del minor costo dei terreni e il perdurare della crisi economica-finanziaria dell'estate autunno 2008, con forti ripercussioni dell'accesso al credito". L'amministrazione locale, allora, imbocca una pianificazione urbanistica tesa alla salvaguardia delle aree industriali-produttive esistenti secondo nuove esigenze produttive e di sostenibilità economica, come per l'area dei capannoni della ex Comital. "Dal punto di vista speculativo era un'area critica,

L

IL CONVEGNO

La chiusura delle aziende costringe i valligiani a cercare lavoro altrove con il pericolo di trasformare i paesi in comunità dormitorio. Cicerone della Uil: «Dal 2008 ad oggi 6 mila disoccupati». Persico della Persico Spa: «Non trovo periti»

31


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

La platea

sarebbe stato facile trasformarla in residenziale ma abbiamo mantenuto la sua destinazione produttiva. Un piano di ristrutturazione che ha visto la Persico (società specializzata in automotive, ingegneria e nautica, ha realizzato lo scafo di Luna Rossa) rilevare l'area: 38 mila metri quadrati, di cui 18 mila occupati dai capannoni". Ma, nel complesso, la situazione delle "aree strategiche" per Nembro e i due comuni limitrofi, Albino e Alzano Lombardo rimane preoccupante. Ad Albino risulta occupato soltanto il 15% degli spazi produttivi o direzionali: 10.000 metri quadri, contro una disponibilità di 65mila. Ad Alzano il quadro è migliore con superfici occupate intorno all'80%, ma nel terzo grande centro della media Valle Seriana, Nembro, il dato scende sotto il 50% (75 mila mq vuoti/35 mila mq occupati) che corrisponde tuttavia alla media dell'area (48% di spazi strategici occupati nei tre centri principali). Per 32

evitare la desertificazione produttiva bisogna puntare sulle infrastrutture partendo "dall'interporto - ha detto

Francesco Ghilardi, consigliere comunale di Nembro

Francesco Ghilardi -, non più a Montello ma direttamente sull'alta capacità/velocità ferroviaria Torino - Milano - Venezia

vicino alla BreBeMi, il nodo della "rotonda della valli" a Bergamo e il potenziamento del collegamento ferroviario con Milano, con il collegamento tra l'aeroporto di Orio e il capoluogo lombardo. Ma sopratutto va recuperata la vocazione imprenditoriale". Sul tema dell'imprenditorialità "c'è un ragazzo che lavora da noi - ha confidato Pierino Persico, presidente della Persico Spa che si è iscritto ad un corso di imprenditorialità ad Albino. E' un seme", ma le preoccupazioni per l'artefice di Luna Rossa sono i pagamenti e la situazione finanziaria perché "le banche non stanno rischiando più niente. Prima raccoglievano i soldi al 5% e li prestavano all'8%, oggi se li tengono e da qui a 6 mesi per molti imprenditori la situazione sarà drammatica". Sulle opportunità di trovare occupazione in valle e sulla riforma del mercato del lavoro "l'articolo 18 è il problema meno importante ha spiegato il presidente della Persico -


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

, io faccio molta fatica a trovare periti meccanici. Abbiamo bisogno di scuole tecniche di alta professionalità. I ragazzi devono far esperienza all'estero e conoscere le lingue straniere. Per sapere bene l'inglese bisogna viverlo e fare bene il proprio lavoro. In Germania, tutti i laureati devono trascorrere almeno due periodi di 6 mesi di lavoro all'estero in un'azienda". Deve essere ripensata la scuola perché "una delle principali cause del mancato incontro tra la domanda e l'offerta sul mercato del lavoro è proprio nella sfasatura tra le figure professionali in uscita dal sistema scolastico e formativo e quelle di cui hanno bisogno le imprese. La scuola va ridisegnata adeguando le lezioni alle esigenze delle imprese e del mercato". Pierino Persico ha iniziato a lavorare a 14 anni come modellista meccanico, frequentando contemporaneamente le scuole serali e ricorda che "avevo in testa un ideale, una meta, come tanti miei compagni. Il nostro sogno era quello di diventare bravi operai, volevamo diventare dei validi tornitori e fresatori. Essere l'operaio specializzato più bravo dell'officina. E il lavoro in officina era ben più ambito da noi ragazzi rispetto al muratore, al falegname, all'idraulico. Ci sembrava più importante, più prestigioso. Oggi in officina non ci vuole andare più nessuno, chi ci va è considerato uno "mezzo fallito" dai suoi coetanei ma il posto di lavoro non lo offre né il Vangelo né lo Stato". Che il primo problema sia il credito né è convinto anche Marco Tullio Cicerone, segretario provinciale della UIL perché "le imprese, sopratutto le piccole e medie, denunciano grandi difficoltà ad accedere al credito e condizioni più care. Lamentano l'aumento dei costi del servizio e la poca trasparenza". Al 30 giugno 2011, nella nostra provincia, sono stati erogati alle imprese private e pubbliche, al sistema della pubblica amministrazione, alle famiglie, 44 miliardi di euro. Nello stesso tempo il totale della raccolta diretta da parte delle banche in provincia di Bergamo è pari 17.5 miliardi di euro che, sommata alla raccolta indiretta in titoli pari a 31

3DJLQD

miliardi di euro, fa arrivare a quasi 50 miliardi di euro il totale della raccolta finanziaria nella nostra Provincia. "Significa - ha spiegato il segretario provinciale della UIL - che le logiche che governano certe scelte non sono traspa-

Marco Tullio Cicerone, segretario provinciale UIL

lavoro. Per invertire la tendenza è indispensabile creare nuove opportunità di business ma per far questo la valle deve essere vista nel suo complesso, come se fosse una città lineare. Non è possibile ragionare nell'ambito del singolo comune. Bisogna ridare fiato alle costruzioni e rendere più attrattivo il territorio". Nel 2009 parti sociali, istituzioni, associazioni di categoria si erano impegnate nel Progetto Valseriana che, forte di fondi per 50 milioni di euro di cui 10 a carico del governo allora guidato da Lega e Pdl, avrebbe dovuto contribuire al rilancio del comparto produttivo attraverso cinquanta azioni: dal supporto alla ricerca e sviluppo alla flexsecurity, dalla crescita dimensionale al terziario innovativo, dal potenziamento delle infrastrutture al marketing territoriale. "È fallito - ha rimarcato il segretario provinciale della UIL - perché, a fronte di un finanziamento del 75 per cento

renti e che le banche potrebbero finanziare molte altre iniziative". Dati sindacali alla mano, sul versante occupazionale la media Val Seriana sconta una crisi che parte da lontano: nel 2001 gli addetti occupati nell'agricoltura erano l'1.4%, il 54% nell'industria e il 44.1% nel terziario. Già nel 2005 il tessile aveva perso il 17.2% dei suoi addetti, la metalmeccanica lo 0.1% e le altre indu-

Francesco De Lucia, segretario provinciale PSI

Pia Locatelli, ex europarlamentare

strie il 5%. "Dal 2008 ad oggi la media Val Seriana - ha detto Marco Tullio Cicerone - ha perso 6 mila posti di lavoro. Ogni anno scompaiono mille posti di

dell'Europa, il restante 25 per cento doveva essere messo dal nostro Paese: ma così non è stato. È fallito un progetto innovativo che poteva dare lavoro a 300- 400 persone". Naufragato il progetto Valle Seriana, rimane il ruolo che deve giocare la politica, sottolineato da Francesco De Lucia, segretario provinciale del PSI, per risvegliare il territorio. Ma adesso, per la Valle Seriana, più che un principe azzurro servirebbero tanti cavalieri bianchi. 33


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

ECONOMIA&BUSINESS

Se il Comune non paga arriva lo «SbloccaCrediti» FINANZA AGEVOLATA

Unicredit, d'intesa con il sistema camerale, anticipa gli arretrati con la pubblica amministrazione. Plafond aumentato a 5 milioni che si aggiunge ai 10 milioni precedenti per uno stanziamento complessivo di 15 milioni di euro. Risposta tiepida in provincia: solo 43 domande sulle 831 regionali ono oltre 300 i giorni medi di attesa per le imprese italiane che vantano crediti verso i Comuni che sono in difficoltà a onorare il pagamento a causa dei vincoli posti dal Patto di stabilità, mentre una direttiva europea impone un tetto massimo inderogabile di 60 giorni per il saldo delle fatture. Un problema sempre più urgente, che rischia di mettere in difficoltà molte aziende del territorio. Proprio per venire incontro alle esigenze delle imprese orobiche alle prese con il ritardo dei pagamenti a carico dei Comuni della provincia, è stata presentata dalla Camera di Commercio e da UniCredit l'iniziativa SbloccaCrediti, il fondo del sistema camerale lombardo lanciato oltre un anno fa per aiutare le micro e le piccole imprese lombarde che vantano crediti scaduti verso i Comuni del territorio che non sono in condizione di onorare gli impegni contrattuali per i vin-

S

34

coli posti dal patto di Stabilità. L'iniziativa è stata infatti recentemente rilanciata dal sistema camerale, grazie ad un ulteriore stanzia-

mento di 5 milioni di euro per il fondo rotativo che, dai precedenti 10 milioni di euro, raggiunge ora i 15 milioni di euro. E' previsto, inoltre,

LO SBLOCCACREDITI Provincia

N° domande

Importi finanziamenti

BG BS CO CR LC LO MN MI MB PV SO VA

43 243 12 53 16 30 139 128 74 24 5 64

464.692,54 2.811.528,95 120.433,22 622.537,06 119.630,70 347.301,43 1.233.120,68 1.249.885,44 669.796,55 220.677,56 52.824,30 575.910,17

TOTALE

831

8.508.338,60

La provincia di Bergamo è solo settima in Lombardia per il numero di domande presentate


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

l'innalzamento del massimale dei crediti smobilizzabili, dai precedenti 15mila euro fino a un massimo di 50mila. Grazie a queste innovazioni, aumenta quindi la platea di imprese bergamasche che potranno accedere alla disponibilità del fondo, perchè in realtà, finora, la richiesta è quantomeno tiepida: infatti l'erogato provinciale è tra i più bassi, al settimo posto in Lombardia. A presentare SbloccaCrediti sono stati Giovanni Paolo Malvestiti, presidente della Camera di Commercio di Bergamo e Luca Marcaletti, direttore per l'area commerciale Bergamo di UniCredit. Nel suo primo anno di attività dell'iniziativa sono state 43 le domande presentate in provincia, su un totale di oltre 820 in tutta la Regione Lombardia, per oltre 8 milioni di euro di finanziamenti complessivamente erogati alle imprese lombarde. Bergamo si colloca al settimo posto nella classifica regionale delle province che hanno utilizzato il fondo, dopo Brescia (241 domande), Mantova (138 domande), Milano (134 domande), Monza (66 domande), Varese (64 domande) e Cremona (53 domande). La particolarità del fondo rotativo SbloccaCrediti - precisa una nota - sta nel fatto che le imprese hanno la possibilità di vedersi anticipati dalla banca, senza alcun costo (né per spese bancarie né per interessi) i crediti scaduti nei confronti dei Comuni che, a causa dei vincoli posti dal Patto di stabilità, hanno difficoltà a rispettare le scadenze dei pagamenti ai fornitori di beni e servizi. Le modalità di utilizzo sono molto semplici: basta recarsi presso una delle 50 agenzie di UniCredit a Bergamo e provincia e presentare una semplice domanda di accesso al fondo. Sarà la banca stessa ad attivare i contatti con il Comune debitore e a svolgere tutti gli adempimenti necessari, senza costi per l'impresa e senza alcun obbligo di diventare correntisti di Unicredit. Per Giovanni Paolo Malvestiti,

3DJLQD

"SbloccaCrediti è lo strumento che il sistema camerale lombardo mette a disposizione delle imprese della nostra Regione e che si aggiunge, per quanto riguarda la provincia di Bergamo, al protocollo di intesa relativo alla cessione, pro soluto o pro solvendo, dei crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione, protocollo sottoscritto nel settembre

questa fase difficile dell'economia, ma è stato fino ad ora sottoutilizzato a Bergamo e provincia - ha sottolineato Luca Marcaletti di UniCredit - grazie al rilancio sarà ora possibile venire incontro alle esigenze di una più ampia platea di micro e piccole imprese del territorio, che costituiscono il nucleo vitale del sistema produttivo della provincia di Bergamo. La volon-

2010 da Camera di Commercio e Prefettura di Bergamo con l'adesione di Comune, Provincia, vari istituti di credito e associazioni di categoria. Con questa iniziativa - aggiunge il presidente Malvestiti - la Camera di Commercio di Bergamo intende rilanciare tra le imprese bergamasche lo SbloccaCrediti, che finora ha coinvolto soltanto 43 imprese nella nostra provincia, evidenziando la bontà di un progetto che offre significative opportunità di liquidità, senza alcun costo, per le imprese bergamasche che vantano crediti con i Comuni". "Nel suo primo anno di attività SbloccaCrediti si è dimostrato un valido e concreto strumento per venire incontro alle esigenze delle piccole imprese in

tà è proprio quello di incentivare e far conoscere questa iniziativa perché riteniamo che vada a sostenere, senza prevedere alcun costo, gli imprenditori bergamaschi alle prese con il ritardo dei pagamenti dei Comuni, i quali imprenditori potranno così contare su quella liquidità necessaria per poter continuare a far fronte alle proprie esigenze di cassa. SbloccaCrediti - ha concluso Luca Marcaletti - è la dimostrazione concreta di come sia possibile sostenere il sistema produttivo locale che si dovrà confrontare nel 2012 con una situazione complessa, sia in termini di crescita, sia dal punto di vista della liquidità, grazie anche al dialogo e alla sinergia tra attori istituzionali".

TAGLIO MINIMO 3.000 EURO Il fondo rotativo Unioncamere Lombardia è indirizzato allo smobilizzo dei crediti vantati da piccole e micro imprese verso i Comuni lombardi. L'importo massimo è di 50.000 oltre IVA, per crediti già scaduti, nei confronti dei Comuni lombardi che non sono in condizioni di onorare gli impegni contrattuali per i vincoli del patto di Stabilità. Il finanziamento sarà destinato a sostenere il fabbisogno finanziario dell'impresa in attesa dell'incasso dei crediti dovuti dai Comuni. L'accesso al fondo avviene a tasso e costi zero per l'erogazione di finanziamento della durata di 12 mesi, con unica rata alla scadenza. Il beneficiario deve ottenere il rilascio della certificazione del credito da parte del Comune debitore, con indicazione della data di pagamento su conto corrente di gestione. Il finanziamento è per un importo minimo di 3.000 euro e un massimo di 65.000 euro, con durata 12 mesi, ferma l'estinzione anticipata in caso di pagamento da parte del Comune. Come garanzia, viene chiesto un mandato irrevocabile all'incasso. Per il resto, tasso zero, spese zero, commissioni zero.

35


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

ECONOMIA&BUSINESS

Banconote false: «occhio» ai 20 euro sono i più taroccati IL RAPPORTO

Soldi falsi: nel 2011 sono state individuate 1.737 banconote contraffate per un valore complessivo che supera i 350 mila euro. Nella classifica per province Bergamo è quinta con 3.292 contraffazioni accertate preceduta da Milano con 7.984, Roma con 7.663, Palermo con 5.073 e Genova con 3.431 ono passati i tempi di Bonocore, maldestro aspirante falsario, che ne "La banda degli onesti" esclamava "I soldi si fabbricano al Policlinico dello Stato". Oggi, gli eredi del tipografo Lo Turco (Peppino De Filippo), del portiere Antonio Buonocore (alias Totò) e del pittore Cardone (Giacomo Furia), stanno interpretando un film molto meno divertente ma assai più redditizio. In provincia di Bergamo, lo scorso anno, sono state rinvenute 3.292 banconote false per un valore nominale di 373 mila euro: peggio del 2010, quando le banconote ritenute fasulle erano 3 mila pezzi. Quello della falsificazione della cartamoneta è un mercato niente affatto irrilevante. In Italia, nel corso del 2011 il CNA (Centro di Analisi) ha sottoposto a perizia e accertato come false 145.879 banconote, per un valore nominale complessivo di 7 milioni di euro, 83mila banconote ritirate nel 2011 alle quali vanno aggiunte quelle consegnate dalle autorità di pubblica sicurezza nell'ambito di operazioni che si sono verificate in tempi diversi: in totale quasi 146mila banconote periziate. Il dato allarmante è che la nostra provincia, nona per numero di abitanti, è quinta per il sequestro di denaro falso. Nella lista dei cattivi è preceduta, rispetto alle altre

S

36

province lombarde, solo da Milano. La poco invidiabile graduatoria è contenuta nel rapporto 2011 sulla falsificazione dell'Euro diffuso dall'Ufficio centrale antifrode dei mezzi di pagamento (Ucamp) del dipartimento del

Tesoro. Delle 3.292 banconote false sequestrate in provincia di Bergamo, il taglio più taroccato sono le 20 euro (1.536 pezzi), seguite dalle 100 (853), dalle 50 (629), dalle 200 (209). Tre le banconote false da 500 euro. I 373 mila euro, in un'ottica macroeconomica non costituiscono una grande cifra, ma basta met-

tersi nei panni del malcapitato che si ritrova tra le mani una banconota fasulla per pensarla in modo diverso. Può capitare di ritrovarsi tra le mani una banconota falsa, oltre al rischio di perdere denaro e di fare una gran figuraccia, si può incorrere in una denuncia di carattere penale. Rifilare una banconota non autentica, infatti, è reato. A fine gennaio un cittadino romeno residente a Bolgare, per pagare una multa per divieto di sosta di 80 euro ha estratto dal portafoglio una banconota da 20 euro falsa. L'uomo è stato così denunciato a piede libero per spendita di banconote contraffatte. A livello nazionale l'anno scorso sono state ritirate 83.509 banconote, di cui più della metà in tagli da 20 euro. Gli istituti bancari, le agenzie di custodia e trasporto denaro, le Poste sono stati gli intermediari che ne hanno rastrellato la gran parte; al resto hanno provveduto le Forze dell'ordine. Nella classifica per province Milano è al vertice con 7.984 banconote false, seguita da Roma (7.663), Palermo (5.073), Genova (3.431), Bergamo (3.292). In chiave regionale, il poco ambito titolo va alla Lombardia (16.490 banconote sequestrate), seguita da Veneto (9.925) e Lazio (8.667). Ma del resto, il fenomeno della contraffazione non è nuovo di Zecca.


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

Concessionaria ufficiale Hyundai - Filiale di CURNO (BG) Via Bergamo, 66 - 24035 Curno - S.S. Briantea - Tel. 035.62.28.711 info.curno@autotorino.it - www.autotorino.it


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

ECONOMIA&BUSINESS

A CURA DI GIORGIO CHIESA

economia mondiale ed europea, mai come in questi tempi, è sotto assedio. Interi Stati, fra i quali si annovera sfortunatamente anche l'Italia, sono a un passo dal baratro. Per la prima volta nella storia si parla di "fallimento" del sistema, inteso a tutto tondo: finanziario, istituzionale, democratico e sociale. Una matassa all'interno della quale si sono aggrovigliati i Governi (che nell'impotenza generale hanno dovuto affidarsi ai cosiddetti "tecnici"), rei di aver sperperato nume-

L' 38

rose occasioni e possibilità concrete per poter cambiare le cose, o almeno per dirigere su altri binari lo sviluppo del "sistema mondo". Ma un'alternativa è ancora possibile, lo dice con forza l'ex europarlamentare Giulietto Chiesa presidente del laboratorio politico "Alternativa" -, concedendoci un'intervista per certi versi scioccante sul come e sul perché l'attuale treno economico debba cambiare binario, anche e soprattutto per tutelare le piccole e medie imprese che costituiscono l'economia reale italiana. "In que-

ste condizioni le grandi banche che hanno il potere (UniCredit, Banca Intesa e Monte dei Paschi di Siena) non sono più capaci di svolgere il ruolo di prestatori di denaro alla piccola, media e grande impresa. Sono troppo impegnate nella speculazione internazionale. Siamo di fronte ad un paradosso: la BCE ha prestato circa 500 miliardi di euro alle banche europee per poterle rifinanziare al tasso dell'1%; di fatto si è comportata come un prestatore d'ultima istanza. Di questa massa monetaria, quasi 116 miliardi sono andati


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

Le grandi banche? «Invece di prestare, lucrano» ECONOMIA&FINANZIA

Intervista all'ex europarlamentare Giulietto Chiesa, che ci spiega la formula «alternativa» per uscire dalla crisi. «Abbandonare il Trattato di Maastricth, nazionalizzare la BCE e organizzarne una nuova serie di rapporti con le banche dei paesi»

all'Italia (un gran bel regalo), ma invece di distribuirli a pioggia per fare ripartire l'economia reale, i grandi manager preferiscono lucrare il 715% acquisendo i Bond dei paesi in difficoltà, mentre da un imprenditore - in questa disastrata situazione economica - potrebbero ottenere al massimo il 5%". Come può la BCE comportarsi da prestatore d'ultima istanza se la sua compagine societaria è costituita da banche private?

"E' la ragione per cui la massa del debito è impagabile e continua ad aumentare, si procrastina di qualche mese la catastrofe mentre le banche continuano ad arricchirsi coi soldi che loro stesse hanno generato. Se c'è un punto dove Mario Monti palesemente trucca le carte è proprio questo, non c'è stata alcuna misura che ha cambiato queste assurde regole del gioco. Se vuole sopravvivere, l'Italia dovrebbe chiedere a Bruxelles un incontro urgente con i Governi di Spagna, Portogallo, Francia, Irlanda e Grecia, proponendo loro di rinegoziare tutta la "faccenda" del debito pubblico sulla base di alcune richieste specifiche: uscire dal Trattato di Maastricth, nazionalizzare la Banca Centrale Europea e organizzarne una nuova serie di rapporti con le banche dei singoli paesi". Cosa comporta tutto questo? "Comporta costruire un nuovo sistema monetario, ma senza bisogno di uscire dall'Euro. Parallelamente devono essere nazionalizzate le

principali banche europee, che sono in mano ai privati. Bisogna poi costringere sempre le banche a ritornare alla funzione per la quale sono state create, quella di raccoglitore ed erogatore di credito all'impresa reale, chiudendo ogni rapporto coi paradisi fiscali. Qualunque governo che non prende in considerazione queste misure è un governo che colpisce direttamente le popolazioni". Il mondo è pronto a questo cambio di rotta monetario? "Se il problema della proprietà della moneta venisse raccontato adeguatamente, la gente capirebbe. Basta basarsi su alcuni dati di fatto: la Cina, il Brasile, la Turchia - per fare alcuni esempi -, sono fuori dalla crisi e si stanno avviando ad un periodo di prosperità perché stampano la propria moneta nazionale. Per resistere alla pressione del mercato finanziario bisogna quindi uscire da questa trappola e tornare al dominio democratico della 39


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

moneta. Ripeto, non bisogna uscire dall'Euro, ma tramutarlo nella moneta sovrana europea".

«Personalmente considero questo sistema mediatico come la grande fabbrica dei sogni e delle menzogne» Cosa si sente di consigliare agli imprenditori bergamaschi che stanno soffrendo la crisi? "Devono assolutamente smettere di chiedere alla Confindustria di aiutarli, perché tanto non succederà. Devono diventare autonomi, creare le loro associazioni. Devono assediare le banche e strappare loro prestiti a tassi d'interesse accet40

3DJLQD

tabili. E' fondamentalmente un'azione politica". Come siamo arrivati a questo punto di rottura? "Non parlerei solo di una crisi finanziaria, ma molteplice. C'è un mostruoso squilibrio tra la quantità di denaro inventato ma esistente in giro

per il mondo dai grandi potentati finanziari, e la quantità di beni disponibili. Quindi, ne deriva che la massa del debito è troppo grande per essere ripagata senza un crollo. A questo bisogna aggiungere una seconda crisi, altrettanto grave: siamo arrivati ai limiti dello sviluppo o meglio ai limiti delle risorse, stiamo esaurendo il "sistema

L'ATTIVITÀ POLITICA DI GIULIETTO CHIESA È stato eletto deputato del Parlamento europeo nel 2004 per la lista «Di Pietro Occhetto, società civile», nella circoscrizione Nord-Ovest (Piemonte, Valle d'Aosta e Liguria), in sostituzione di Occhetto, che ha optato per mantenere il suo seggio al Senato, lasciando il posto a Chiesa, il quale ha ricevuto circa 14 mila preferenze. Divenuto europarlamentare si è iscritto al gruppo dell'Alleanza dei Liberali e Democratici per l'Europa, per poi lasciarlo il 17 maggio 2006 e divenire indipendente nel Gruppo Socialista del Parlamento Europeo. In seno al Parlamento europeo è stato nominato vicepresidente della Commissione per il commercio internazionale, membro della Commissione per la cultura e l'istruzione, della Sottocommissione per la sicurezza e la difesa, della Delegazione alla commissione di cooperazione parlamentare UE-Russia, della Delegazione alle commissioni di cooperazione parlamentare UE-Kazakistan, UE-Kirghizistan e UEUzbekistan e per le relazioni con il Tagikistan, il Turkmenistan e la Mongolia.


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

pianeta". La mia critica più forte ai governanti italiani va proprio in questa direzione, ci promettono una crescita in cambio di sacrifici assurdi, che sono stati artificialmente indotti. La bugia è quindi doppia: in primo luogo la menzogna sul perché siamo in crisi e sul nostro debito pubblico, poi secondariamente la formula magica della crescita che dovrebbe traghettarci fuori dal baratro, ma che come dimostra l'andamento trentennale del PIL mondiale non ci sarà mai più". Si riferisce anche alla crescita demografica e all'emersione delle nuove economie che prima erano degradate al rango di "terzo mondo"? "Noi abbiamo depauperato il terzo mondo fino a quando abbiamo potuto. Ora, però, proprio a causa del meccanismo di globalizzazione che le grandi corporazioni finanziarie hanno innescato, il terzo mondo cresce per conto suo e all'occidente è stata tolta l'arma della rapina imperiale. Con questo sistema, rimane solo una chiave da usare: la guerra. Tra massimo 5 o 6 anni le risorse non basteranno più per tutti e ci avvieremo allo scontro militare, così da bruciare anche ammassi di denaro fittizio e impedire di ricostruire una qualunque storia di questo dramma planetario". Cosa vuol dire costruire un'alternativa? "Vuol dire cominciare a dire molto velocemente la verità alle persone. Il Capo del Governo dovrebbe presentarsi davanti agli italiani ammettendo la realtà, vale a dire che l'occidente ha vissuto per anni al di sopra delle sue possibilità. Con questo tipo di sviluppo ad essere nei guai saranno soprattutto i nostri figli, è necessario quindi organizzare la società italiana in un'altra direzione, una transizione verso una comunità che non si sviluppi con il tasso di crescita del PIL, ma su una diversa gerarchia dei consumi, della produzione e del tempo. La transizione si fonda su una materia opposta alla competizione, l'unico criterio per la sopravvivenza dovrà essere la solidarietà tra i popoli e le persone. L'Italia è un grande paese, con una grande cultura e una altrettanto grande Costituzione, ma non può camminare da sola. Dovrebbe quindi farsi promotrice in Europa di questa nuova fase economica".

3DJLQD

L'essere energeticamente indipendenti potrebbe accelerare questo processo? "Qui torniamo al punto della mancanza di sovranità. Se infatti fossimo proprietari della

Una delle locandine provocatorie del laboratorio politico

nostra moneta, potremmo decidere di stanziare 500 miliari di euro (una cifra che non scelgo a caso) per avviare in tempi rapidi lo sviluppo della ricerca e della produzione di tutte le forme di energia rinnovabile. Questo significherebbe

creare 35 mila posti di lavoro all'anno, una gigantesca rimessa in moto del processo economico in termini alternativi che in poco tempo potrebbe ridurre drasticamente il nostro consumo energetico. Saremmo in una posizione di vantaggio rispetto al resto del mondo, perché l'Italia è la patria delle rinnovabili: sole, acqua e vento sono risorse che abbondano nella Penisola. Inoltre, abbiamo mantenuto un alto livello tecnologico e la nostra struttura industriale è costituita prevalentemente da PMI, cosa che consentirebbe veloci riconversioni. Tutto ciò richiederebbe una volontà politica e si potrebbe fare domani mattina. Basterebbe, ad esempio, decidere di non stanziare 20 miliardi di euro per la TAV e reinvestire quei soldi proprio sulle rinnovabili". Qualche mese fa il Time proponeva Silvio Berlusconi in copertina, scrivendo "l'uomo dietro all'economia più pericolosa del mondo". Oggi, invece, in copertina c'è Mario Monti ed il titolo è diventato "può quest'uomo salvare l'Europa?". Non le sembra un cambio di rotta eccessivo? "Personalmente considero questo sistema mediatico come la grande fabbrica dei sogni e delle menzogne, in quanto anche a livello mondiale è interamente nelle mani delle grandi corporazioni finanziarie. Questo spiega il perché nessuno è a conoscenza dei numerosi argomenti che abbiamo trattato, se non qualche persona ben informata".

41


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

ECONOMIA&BUSINESS

Il banchiere Fiorani perde contro il giullare bergamasco De' Giorgi LA PIÈCE SUI «FURBETTI»

La rivincita della satira sull'alta finanza. L'ex banchiere di Lodi ha perso la causa civile per diffamazione intentata contro Eugenio De' Giorgi e il suo spettacolo «Previsioni meteo: diluvio universale - the rise and fall of Gianpy» Oltre a vedersi respinta la richiesta di risarcimento di 5 milioni è stato condannato a rimborsare le spese processuali

n comune finanza e teatro hanno ben poco, la prima è avida e il secondo è povero. Rappresentano un ossimoro, inconciliabile nella realtà. L'arte, però, permette connubi inaspettati laddove c'è una storia vera come quella di Gianpiero Fiorani e dei "Furbetti del quartierino", degna di essere portata in scena all'attenzione del pubblico. Fallito il risiko bancario e tramontato il sogno del rampante banchiere che, nel 2005, aveva cercato di "mangiarsi" il gigante Antonveneta contro gli olandesi di AbnAmro oggi all'ex amministratore delegato della Banca Popolare di Lodi non resta altro che rosicare (nel senso di chi si rode di continuo e a poco a poco) perchè nulla ha potuto contro l'attore e regista teatrale bergamasco Eugenio De' Giorgi (nome d'arte di Eugenio Maffeis) e il suo spettacolo "Previsioni meteo: diluvio universale - the rise and fall of Gianpy". Fiorani, infatti, ha perso la causa civile per diffamazione intentata contro De' Giorgi che si è fatto beffe di lui e degli altri "Furbetti del quartierino". Oltre a respingere la richiesta di risarcimento di 5 milioni il giudice di primo grado del Tribunale di

I

42

Milano ha condannato l'ex amministratore delegato della Banca Popolare di Lodi a rimborsare all'attore le spese sostenute per il giudizio. La

Eugenio De’ Giorgi

cronaca è nota a tutti: Fiorani inizia a farsi notare nei primi anni del 2000, per una politica aggressiva di acquisizioni bancarie tramite ingenti investimenti per centinaia di milioni di euro. Grazie ad una rete di amicizie importanti costruita nel tempo - primo tra tutti il governato-

re della banca d'Italia Antonio Fazio - e spinto dall'ambizione, dal potere e dalla ricerca del successo inizia a pianificare la scalata alla banca Antonveneta, bersaglio, da tempo, di banche spagnole e olandesi, ottenendo soddisfacenti risultati iniziali. Lo scandalo giudiziario ha inizio il 2 maggio 2005 quando la procura di Milano apre un fascicolo contro ignoti per la scalata all'Antonveneta e la manipolazione del prezzo delle azioni, per fronteggiare e sbaragliare le banche straniere. Il 25 luglio 2005 la procura di Milano sequestra i titoli di Antonveneta di proprietà della Banca Popolare Italiana. Il 13 dicembre 2005 l'ex amministratore delegato della Banca Popolare di Lodi viene arrestato e rimarrà in carcere 6 mesi. Dal mix tra finanza e teatro, arte e realtà, verità e persone è scaturito "Previsioni meteo: diluvio universale - the rise and fall of Gianpy": un'ora dissacrante dell'artista bergamasco che Fiorani aveva cercato di bloccare in tutti i modi, ostacolandone la messa in scena a Lodi, la sua città. Nel 2009 un giudice aveva respinto la richiesta, richiamandosi direttamente all'articolo 21 della Costituzione italia-


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

na che sancisce la libertà di espressione: "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione". De' Giorgi per scrivere la pièce e ricostruirne la vicenda attraverso un'impertinente presentazione dei fatti e dei personaggi coinvolti si è documentato a lungo, leggendo la rassegna stampa dell'epoca, le numerose intercettazioni e il libro "Capitalismo di rapina" di Mario Gerevini, Paolo Biondani e Vittorio Malagutti, oltre a raccogliere le dirette testimonianze di alcuni protagonisti. Il risultato è stato uno spettacolo che ha fornito (e fornirà visto una probabile ripresa della programmazione) al pubblico una visione complessiva della vicenda, trasfigurando e caricaturizzando i protagonisti della vicenda. Sul palco sfilano il lodigiano Gianpy (Gianpiero Fiorani), un wuppie anni Ottanta con il taglio dei manager rampanti di Wall Street che costella i suoi discorsi di postulati-verità come "La vita è cara", alternando inglese e italiano e non mettendo mai da parte il suo egocentrismo autoreferenziale come un moderno Narciso che si specchia, però, sulle porte scorrevoli d'ingresso delle banche; il bresciano Chicco (Emilio Gnutti) imprenditore coinvolto nella scalata ban-

Giampiero Fiorani

caria che cerca di depositare il denaro di "troppo" nel Liechtenstein, impegnandosi in un duetto in anglo-bresciano con il principe del Liechtenstein Hans-Hadam II; il romano Ste' (Stefano Ricucci), immobiliarista con l'ossessione per il passato da odontotecnico che si vergogna ormai della vecchia professione. Ma c'è anche quel "Sant'Antonio Fazio", noto ex governatore della Banca d'Italia, che adatta alle convenienze personali un'Istituzione che dovrebbe prevenire le convenienze personali e con cui l'ex

Lodi, 15 aprile 2009 - La decisione dell'attore e regista Giulio Cavalli di organizzare a Lodi la rappresentazione dello spettacolo teatrale «Previsioni meteo: diluvio universale - the rise and fall of Gianpy» di Eugenio de' Giorgi, scatena le ire di Gianpiero Fiorani, che tramite i suoi legali diffida Giulio Cavalli dal dare corso alla rappresentazione e successivamente, non avendo ottenuto quanto richiesto, comunica di vedersi «costretto ad agire per ottenere il risarcimento degli ingentissimi danni che derivano dalla denunciata situazione di illiceità»

amministratore della Banca Popolare di Lodi condivide intenti e progetti della sua scalata occulta ad Antonveneta. E poi vignette/quadro in cui a momenti narrativi, funzionali alla vicenda, seguono farsesche riproposizioni teatrali del reale come le folle oceaniche della convention di Genova del 2003 con la quarta richiesta di aumento di capitale in tre anni ("perché i soldi sono come le unghie, ricrescono"); il patto "Sciacchetrà", la cena a Palazzo Grazioli in cui il governatore della Banca d'Italia sollecita il premier Silvio Berlusconi sul tema dell'italianità delle banche. "Un nuovo viaggio, una nuova meta"; e ancora "quanto sono bello" e l'immancabile "com'è cara la vita"; sono i ritornelli di quel Fiorani che incontra Berlusconi in Sardegna portando con sé un enorme cactus che, nell'indifferenza delle guardie del corpo, è costretto a trascinare dal molo alle pendici della villa fino ai piedi del premier, in una più che assolata giornata di agosto. E poi le eccedenze patrimoniali che non sono un problema ("basta inventarsi nuove commissioni da applicare i correntisti"), perché "Fiorani? L'è mej dell'enalott" per chi ha ottenuto fidi da 25 milioni di euro per comprare azioni Antonveneta e in 21 settimane si trova sul conto 12 milioni di euro di interessi. Poi arriva la caduta. Passa per il Natale 2004, per i 218 regali che De' Giorgi-Fiorani prepara per gli amici degli amici, passa per la festa in cui l'ex amministratore della Popolare offre i polsi alla Guardia

di Finanza. Ma questo non è l'ultimo quadro. De' Giorgi chiude lo spettacolo con una nuova rinascita, quella che passa per la movida in Costa Smeralda, per le festa con veline e tronisti, perché "la vita è una" e forse è meglio passarla in spiaggia che dietro le sbarre. "Il tema del soggetto teatrale - è scritto nella sentenza risulta essere di stretta attualità e concerne vicende di assoluto rilievo pubblico. (...) Nella satira non vige l'obbligo di rispettare la verità dei fatti, proprio perché la sua caratteristica principale è la deformazione della realtà, il paradosso, il sarcasmo".Secondo il giudice Roberto Bichi del Tribunale di Milano, la rappresentazione satirica deve ritenersi legittima, "ancorché lesiva della dignità del personaggio pubblico rappresentato" purché non si risolva in un'offesa gratuita. La sentenza ha offerto il destro a De' Giorgi, nato artisticamente al teatro "Alle Grazie" di Bergamo che ha trovato il suo filone più prolifico all'interno della Commedia dell'Arte, imponendosi alla critica grazie all'interpretazione di Mistero buffo (tanto da venire consacrato come "erede spirituale" di Dario Fo), per riprendere la rappresentazione dello spettacolo il cui titolo verrà modificato in "Fiorani versus De' Giorgi, la sentenza". Lo stesso Dario Fo ha detto che "La qualità della satira si valuta dalle reazioni che riesce a suscitare" e l'attore e regista teatrale bergamasco, visto la reazione di Fiorani, lo ha preso alla lettera. 43


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

ECONOMIA&BUSINESS

Agnelli e Breno, un’iniezione di Pmi nella Banca Popolare di Bergamo NOMINE

La banca allarga la base partecipativa con le nomine di Paolo Agnelli, presidente di Apindustria Bergamo e Confapindustria Lombardia e Rossano Breno, presidente della Cdo, il braccio economico di Comunione e Liberazione

n pieno di piccola e media impresa con due nuovi consiglieri per il motore della Banca Popolare di Bergamo (Gruppo UBI). Nel Cda dello storico istituto cittadino sono entrati Paolo Agnelli e Rossano Breno, entram-

U

mission in favore della Pmi, Breno e Agnelli rappresentano le due facce della medaglia e hanno seguito strade ben diverse l'uno dall'altro. Il primo è presidente della Compagnia delle Opere e rappresenta l'ala imprenditoriale di Comunione e liberazione, con forti legami in Regione Lombardia e un'organizzazione territoriale che fa il paio con quella reli-

Paolo Agnelli Rossano Breno

bi fortemente radicati nel tessuto imprenditoriale e associativo della Pmi, segnando un netto cambio di orizzonti rispetto ai loro predecessori Antonio Parimbelli e Giacomo Fustinoni, dimissionari, notaio il primo e avvocato il secondo, esponenti più del mondo professionale che di quello produttivo. Per quanto entrambi accomunati dalla 44

giosa. Vicinissimo al governatore Roberto Formigoni, dal punto di vista imprenditoriale è amministratore unico della Mediberg srl di Calcinate, mentre dal punto di vista associativo si è recentemente segnalato in un attacco a mezzo stampa contro la Camera di com-

mercio, considerata troppo statalista e troppo poco consociativa. Paolo Agnelli è imprenditore di terza generazione, guida un gruppo che ha festeggiato i cent'anni di impresa nel 2007 con un fatturato nel 2011 di circa 140 milioni di euro e presiede Apindustria Bergamo (dal 2000) e Confapindustria Lombardia (dal 2006), organizzazione che conta più di ottomila piccole e medie industrie del territorio. Dal 2004 è consigliere della Camera di Commercio di Bergamo per il settore Industria, entrato nella giunta camerale dopo il cambio della guardia tra Roberto Sestini e Paolo Malvestiti. Come vanno lette le due nuove nomine, in chiave Banca Popolare di Bergamo? Di certo Agnelli e Breno allargano la base di consenso su cui poggia l'istituto, che fa posto nel proprio Cda a due esponenti di sicuro seguito e particolarmente radicati nel territorio, pur con le differenze personali e professionali cui accennavamo sopra. Quanto ai retroscena, la versione da noi raccolta vuole che sia stato il presidente Zanetti a gestire tutta la partita, ovviamente in pieno accordo con i vertici di Piazza Vittorio Veneto, scegliendo i consiglieri e seguendo personalmente le fasi dell'iter di nomina.


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

ECONOMIA&BUSINESS

Quartiere Santa Lucia, un altro ecomostro? EDIFICAZIONE SELVAGGIA

Sta sorgendo nel cuore di Bergamo, nonostante l'opposizione del Comitato Santa Lucia. Il presidente Claudia Lenzini: «E' un'operazione di trasformazione che non tiene conto delle ricadute sul territorio»

A CURA DI GIORGIO CHIESA

operazione di trasformazione dell'area Ex Enel è stata portata avanti dalla precedente amministrazione comunale che, nonostante la ferma opposizione del

"L'

46

Comitato Santa Lucia, ha ritenuto di portare a compimento l'iter amministrativo per concludere l'operazione relativa al piano integrato di intervento appena prima della conclusione del proprio mandato". Inizia così, senza mezzi ter-

mini, il presidente del Comitato Santa Lucia Claudia Lenzini, riferendosi a un altro grosso e problematico intervento edilizio che si sta realizzando nel cuore di Bergamo. "Con questa operazione l'amministrazione comunale ha


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

introitato somme considerevoli a titolo di oneri di urbanizzazione senza creare adeguati servizi a compensazione del carico urbanistico prodotto dall'intervento. Purtroppo, le scelte di questo tipo ormai usualmente adottate dalle amministrazioni comunali per garantire introiti certi, costituiscono un sistema sbagliato che ha ricadute molto gravi sul territorio, specialmente in un quartiere come il nostro, che già paga l'urbanizzazione selvaggia avvenuta tra gli anni '60 e '70". Ma entriamo nel vivo della questione. Qual è il motivo che ha spinto l' amministrazione ad approvare l'edificazione di un nuovo ecomostro? "Le casse dei comuni piangono. Il sistema, nel suo complesso, spinge le amministrazioni a optare per concessioni edilizie sul nuovo piuttosto che alla valorizzazione dell'esistente. Il meccanismo è molto semplice e l'area ex Enel - ubicata in Bergamo centro, delimitata a nord da via Mazzini, ad est da via Nullo e a sud da via Diaz - ne è un esempio lampante: con la costruzione e l'edificazione del cosiddetto nuovo, come detto, il Comune guadagna "cash" l'introito derivante dagli oneri di urbanizzazione e le imposte come l'IMU". Quando siete venuti a conoscenza di quest'operazione? "Siamo un gruppo di residenti del quartiere Santa Lucia che ha deciso di costituirsi in Comitato per intervenire e partecipare attivamente alla trasformazione dell'area degli ex Ospedali Riuniti. In occasione di un incontro con le autorità nell'autunno 2008, con l'allora assessore all'urbanistica Walter Grossi, ci è stato presentato il progetto per l'area ex Enel. Una presentazione avvenuta all'interno degli uffici comunali, che ci lasciò così sconcertati da non riuscire a formulare immediatamente delle osservazioni".

«Con questa operazione l'amministrazione comunale ha incassato importanti somme per gli oneri di urbanizzazione (circa 4,5 milioni di euro)»

Cosa successe immediatamente dopo? "In un'assembla in Circoscrizione venne esposto un plastico con la rappresentazione tridimensionale delle nuove edificazioni. Seguirono degli incontri anche con i proget-

tisti. Acquisiti i documenti ed i progetti abbiamo riprodotto con alcuni rendering realizzati da un grafico del direttivo del Comitato l'impatto che tali nuove edificazioni avrebbero avuto sul territorio. Abbiamo

così presentato delle osservazioni che mettevano in risalto l'enorme volume del progetto nel suo complesso: da quel momento cominciarono diversi scambi anche piuttosto forti con l'amministrazione". 47


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

Quando è stato approvato questo progetto? "L'iter del progetto si è concluso a fine mandato della precedente amministrazione che non ha sostanzialmente recepito le istanze del Comitato e dei cittadini che in più occasioni avevano messo in rilievo le criticità dell'intervento". Quali sono stati gli errori più macroscopici della passata amministrazione comunale rispetto a questo intervento? "Oltre alle volumetrie abnormi, senza scendere troppo nei dettagli, dal nostro punto di vista sono state sottovalutati sia le ripercussioni sul traffico della zona da parte dell'intervento sia il forte impatto visivo dalla strada e dal prospiciente parco Locatelli. In particolare, relativamente al traffico l'ipotizzato incremento di appena il 3-4% non costituisce un dato attendibile secondo i nostri calcoli. In particolare perché parliamo di palazzi di sette piani, che ospitano 139 appartamenti. Abbiamo evidenziato questa anomalia in quanto, a nostro avviso, i parametri di riferimento evidentemente non sono stati valutati in modo da valutare le effettive ripercussioni sul traffico". Da cosa viene esasperata la situazione? "Non dimentichiamoci che il prospettato 4% dell'incremento del traffico si va comunque ad inserire in una situazione già gravemente compromessa. Come noto, infatti, la rotonda Garibaldi è stata considerata la zona più congestionata e inquinata di Bergamo. Inoltre, nella zona, vi sono varie scuole (tra cui il Collegio Vescovile Sant'Alessandro, la Scuola Capitanio e le Sacramentine), senza considerare il tribunale, l'ospedale Matteo Rota e le cliniche. Ad aggravare ancora la situazione, ricordiamo che via XXIV Maggio è ormai considerata una direttrice di trasferimento che dalla Trucca porta ad alcune zone 48

«Parliamo di palazzi di sette piani che ospitano 139 appartamenti. Ci sarà una ricaduta devastante sul traffico in un'area già congestionata»


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

Gli estratti

Estratti dal documento inviato a Walter Grossi, all'allora Assessore all'Urbanistica, con oggetto: osservazioni al Piano Integrato di Intervento di via Francesco Nullo interessante quota parte dell'area per servizi tecnici ex sede Enel, adottata con delibera comunale n.66 Prop. Del. in data 15/12/08 Al punto 13 si legge: "l'impianto urbanistico del PI (Piano Integrato, n.d.r.), soprattutto a causa delle elevate volumetrie edilizie previste (e in parte anche per la contorta sagomatura del suo bordo ovest), appare come un insieme di incombenti edifici (fino a sette piani, con altezze quindi fino a 24,5 metri). Le aree libere al suolo si presentano più come risicate pertinenze degli edifici stessi che come spazi di relazione e pubblica fruizione (ove a malapena si fa strada una connessione pedonale tra via Mazzini e via Diaz). In sostanza, non si ravvisa nel progetto proposto un elemento di continuità con il parco Locatelli e di qualificazione del contesto urbano. Gli edifici si presentano piuttosto come corpi estranei che, dal parco stesso e dalla limitata altezza delle case prespicienti via Mazzini e via Statuto, derivano il beneficio di quello spazio pubblico significativo e di quel libero affaccio ai primi negato, per la loro sovradimensionata presenza" Al punto 14 si legge: "a quanto sopra detto si aggiungono gli effetti del nuovo carico urbanistico indotto, per quanto attiene viabilità, accessi veicolari, parcheggi, parametri di qualità ambientale, elementi questi non sufficientemente valutati nelle relazioni allegate al progetto ed in zona già a livello critico" Al punto 15 si legge: "l'eccesso di volumetria finisce con il compromettere non solo la fruibilità e la vivibilità degli spazi urbani, la straordinaria visuale paesaggistica verso città Alta, ma rischia anche di inficiare la stessa dichiarata intenzione di salvaguardare gli edifici e significativa valenza storico/architettonica, per la quale non ci si può limitare ai soli corpi architettonici (per altro oggetto di interventi che suscitano un certo allarme) ma occorre anche farsi carico di un adeguato rispetto visuale"

La replica di Valter Grossi

del centro, una sorta di circonvallazione". Cosa succederà secondo le vostre previsioni? "Se si porteranno altre 400 persone all'interno del quartiere (dato abbastanza pronosticabile visti i 139 appartamenti), i servizi diverranno completamente insufficienti. Due scuole del quartiere, inoltre, sono sprovviste di palestra (questo sarebbe stato un investimento per il territorio) e verranno portate al collasso". Non siete riusciti a dialogare con le amministrazioni?

"Sul punto specifico c'è stata molta chiusura per cui non sono state recepite in alcun modo le nostre istanze". C'è stata una vera e propria speculazione edilizia? "Non parlerei proprio in questi termini. L'imprenditore agisce nel quadro della legge e cerca, giustamente, di massimizzare il profitto. Lo sviluppo del territorio avviene secondo una programmazione sulla quale l'amministrazione comunale dovrebbe intervenire per garantire un corretto equilibrio tra ritorni privati e pubblici".

"L'oggetto della variante semplificata contenuta nel Programma Integrato di Intervento ex-Enel, quello che per intenderci procura risorse aggiuntive al Comune, è il cambiamento delle funzioni ammesse da terziario a terziario, commerciale e residenziale (per altro meno impattante), in quanto le volumetrie erano già state individuate dalle Norme Tecniche di Attuazione del precedente Piano Regolatore Generale (Sechi-Gandolfi), approvato definitivamente con larghissimo consenso politico diversi anni fa. Per ciò che attiene la qualità, il mio giudizio è senz'altro superfluo, perchè in modo assai più competente la proposta dell'architetto Antonio Citterio, progettista di fama mondiale, è stata verificata dalla Commissione Tecnica Urbanistica, dagli organismi tecnici deputati, in particolare con numerosi sopralluoghi del consulente architettonico del Piano di Governo del Territorio, professor architetto Aurelio Galfetti e più recentemente dalla Commisione Tecnica Edilizia".

49


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

ECONOMIA&BUSINESS

Dai romani ad oggi, ecco la storia del mutuo casa Quello che noi conosciamo, nelle sue differenti e molteplici forme, è il risultato combinato di regole moderne e di una millenaria esperienza Definito sin dai tempi del diritto romano classico, nel mondo odierno è una consuetudine figlia di un percorso economico dei nostri avi PILLOLE DI FINANZA - Rubrica a cura del Dott. Claudio Rossi entre per i nostri antenati romani l'utilizzo del mutuo concerneva "propriamente quelle cose che valgono per peso, numero o misura, quali il denaro contante, il vino, l'olio, il frumento, il rame, l'argento e l'oro. Diamo queste cose, a numero, peso o misura, affinché diventino di chi le riceve, e ci vengano successivamente restituite, non le stesse, ma altre della stessa natura. Per questo è chiamato mutuo, perché quel che ti è dato in questo modo da me, diventa da mio tuo"(dalle Istituzioni di Gaio III, 90), ai nostri giorni il mutuo è quasi esclusivamente destinato all'acquisto di beni immobili. Il mutuo casa, infatti, è una linea di credito definita per la sua durata, solitamente compresa tra i 5 ed i 30 anni, a medio-lungo termine ed è concesso da una banca per acquistare o ristrutturare un immobile già abitabile o, addirittura, in fase di costruzione. Esso prevede l'erogazione di una somma da parte della banca e la contemporanea assunzione dell'impegno alla sua restituzione da parte del prenditore attraverso diversi meccanismi, di cui il più noto è detto a "rata costante" e che prevede il pagamento periodico di rate "identiche" composte da una quota variabile di capitale ed una di interessi. Nella stragrande maggioranza dei casi, esso è stipulato con atto pubblico ed è garantito dall'ipoteca sul bene acquisendo. Ma quanti tipi di mutuo esistono? Ebbene a partire dal piu' diffuso "a tasso variabile", dove il tasso d'interesse potrà modificarsi nel tempo in base all'andamento dell'indice del costo del denaro a breve cui avremo scelto di agganciarlo, si arriva al cosiddetto

M

50

"tasso fisso" dove il costo rimane fissato per tutta la durata del prestito, passando per: "tasso misto", dove il tasso puo' essere trasformato da variabile a fisso (o viceversa) a determinate condizioni di tempo o altro stabilite nel contratto, "doppio tasso", dove il mutuo è regolato in due parti separate aventi una interesse fisso e l'altra interesse variabile ed infine, a "tasso variabile con cap", dove il tasso rimane variabile entro certi limiti, superati i quali si trasforma in fisso per effetto di una sorta di assicurazione al rialzo definita cap. Definito il tipo di mutuo, non ci resta che scegliere la banca a cui avanzare la richiesta. Ma cosa dobbiamo valutare? Gli aspetti da prendere in esame sono: la durata, le spese per la pratica (istruttoria, perizia dell'unità immobiliare ed assicurazione scoppio e incendio), l'ammontare della richiesta e, soprattutto, il tasso offerto dalla banca (per un più semplice raffronto tra le offerte sarà bene prendere sempre in considerazione il cosiddetto TAEG Tasso Annuo Effettivo Globale - che rappresenta il costo globale del mutuo, comprensivo delle spese accessorie, espresso in percentuale annua). Per

facilitarci nella valutazione di questi elementi potremo richiedere alla banca degli utilissimi documenti quali: il Foglio Informativo del mutuo, il Foglio Comparativo con delle informazioni sulle varie tipologie di mutuo, una copia in bianco del Contratto che andremo a firmare, il cosiddetto Documenti di Sintesi e una Guida gratuita "Il mutuo per la casa" predisposta dalla Banca d'Italia e scaricabile anche dal sito http://www.bancaditalia.it/media/notizie/Guide_pratiche. Dopo che sarà stata presentata la domanda la banca procederà oltre che alla valutazione dell'immobile, anche alla valutazione della capacità economica, finanziaria e patrimoniale del richiedente ponendo una particolare attenzione alla coerenza tra il reddito e l'impegno finanziario che si assume con la rata del mutuo: quest'ultima infatti deve risultare sostenibile nel tempo. L'ipoteca, infatti, rappresenta soltanto una garanzia accessoria che tende sostanzialmente a minimizzare gli eventuali effetti del "moral azard" ma non sostituisce assolutamente la capacità economica del richiedente, cosa che al momento della richiesta e della stipula non puo' certo mancare o essere incoerente. Infine, definito ed ottenuto il mutuo, si dovrà andare alla stipula del contratto di finanziamento che solitamente avviene presso un notaio e per atto pubblico. A questo punto, pero', bisogna fare molta attenzione al fatto che non sempre sarà possibile ottenere "contestualmente" alla stipula del contratto la disponibilità della somma mutuata dalla banca. Alcune volte bisognerà attendere alcuni giorni che tutte le formalità burocratiche trovino completamento.


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

Stucchi:

«L'Italia avanza, quando noi giriamo»

52


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

PAROLA ALL'ASSOCIAZIONE

E' il motto, oggi più che mai, attuale degli autotrasportatori alle prese con i continui aumenti del carburante e con le banche che non finanziano più. Il presidente della Fai di Bergamo sulla concorrenza straniera sleale: «servono pattuglie della polstrada dedicate al trasporto merci»

artiamo dal tema delle liberalizzazioni. Cosa è successo ai caselli di Bergamo, Seriate, Capriate e Dalmine lunedì 23 gennaio quando c'è stato il blocco degli autotrasportatori? "Semplicemente è successo che una sigla sindacale del settore ha deciso legittimamente di protestare per denunciare la grave situazione in cui si trovano ad operare gli autotrasportatori".

P

La Fai non vi ha aderito. Perché? "La Fai non vi ha aderito per due ordini di motivi. Il primo, che è il principale, perché avevamo aperto una trattativa con il governo al quale abbiamo presentato assieme a tutte le maggiori sigle di rappresentanza del settore una serie di richieste che aiutassero seriamente il mondo del trasporto. L'esecutivo prima con il viceministro Ciaccia e poi direttamente con il ministro Passera ha accolto le nostre istanze cominciando a tramutarle in provvedimenti concreti. Pertanto la sospensione delle proteste in questo caso ci è sembrato un atto di correttezza. E' ovvio che se tutti gli impegni non si tramuteranno in fatti concreti nemmeno noi della Fai (e penso anche le altre sigle) ce ne staremo con le mani in mano". E l'altro motivo? "Il secondo motivo per cui abbiamo invitato i nostri associati a non aderire anche nei giorni successivi è dovuto al fatto che la protesta è stata fortemente inquinata da infiltrazioni di elementi molto sospetti (come denunciato dalla stampa nazionale) che nulla avevano a che vedere con il nostro mondo e nei confronti dei quali si è attivata la magistratura". Quanto peseranno per gli autotrasportatori le misure ora adottate dal governo Monti (in particolare le presunte liberalizzazioni di autostrade, assicurazioni e distribuzione di combustibili)? "Dobbiamo avere il coraggio di dire che se un'azienda di autotrasporto oggi è pesantemente in crisi per ragioni strutturali e organizzative difficilmente i provvedimenti citati riusciranno a farla uscire dalla difficoltà, però potranno dare la famosa "boccata d'ossigeno" per poter ripensare un nuovo approccio al mercato". 53


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

Lo sconto sulle tariffe autostradali e sulle accise sul carburante non ha il sapore di una politica delle "mance"? "Si è così, ma come accennavo sopra possono servire per dar tempo ad un ripensamento organizzativo e/o strutturale all'interno di ogni organizzazione aziendale per reggere i cambiamenti e poter rimanere sul mercato". Da tempo, poi, il mercato europeo e italiano è stato invaso da operatori dell'Europa dell'Est che fanno concorrenza a quelli locale. Quali sono le forme di tutela adeguate contro la concorrenza selvaggia? "Controlli, controlli e ancora controlli. Fatti però da personale preparato ed è per questo che noi chiediamo da tempo l'istituzione di una sezione della polizia stradale dedicata esclusivamente al trasporto merci. In Germania esiste da tempo e funziona benissimo e le aziende serie che rispettano le regole sono tutelate rispetto a chi pensa di operare nella giungla facendo di fatto concorrenza sleale. Con una pattuglia 54

"dedicata" della polstrada per ogni provincia italiana avremmo un sistema che si autoregola nell'interesse di tutti e soprattutto della sicurezza sociale". Normativa su tariffe, limiti di carico, durata della guida, velocità consentita e minimi contrattuali. Come si concilia la stretta osservanza di queste norme con il rischio di uscire dal mercato? "Come per tutti i settori economici anche quello dell'autotrasporto non può pensare di operare senza il rispetto delle regole soprattutto anche per il fatto che per la sua specificità potrebbe mettere a repentaglio la sicurezza sociale ovvero la sicurezza di tutti noi cittadini. Ciò detto il nostro mondo subisce la mentalità pressappochista di molti committenti che volendo tagliare tutti i costi propri non pagano il giusto ai trasportatori. Oggi c'è una legge che ci tutela e che chiama direttamente in causa la corresponsabilità di tutta la filiera del trasporto (autotrasportatore, caricatore, proprietario della merce) dobbiamo difenderla dagli attacchi di chi spacciandola per antiliberalizzazioni (Confindustria) vorreb-


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

be depotenziarla o addirittura eliminarla con la compiacenza stupida di qualche nostro collega ammaliato da fumose promesse di aumenti". Per un autotrasportatore cosa pesa di più: i costi crescenti dei fattori produttivi, le tariffe in continua diminuzione o una rilevante riduzione dei traffici? "Il costo del carburante e soprattutto la mancanza del sostegno del sistema creditizio sta pesando fortemente sulle nostre aziende che rischiano veramente il fallimento. Tutti sottovalutano la crisi del settore, ma considerando che l'80% della merce in Italia viaggia su gomma il sistema economico del nostro paese non può fare a meno dei trasportatori. Il nostro motto "L'ITALIA AVANZA QUANDO NOI GIRIAMO" è di un'attualità innegabile!". Il combustibile sarà sempre più caro e i costi dell'inquinamento e della congestione sono destinati a crescere. Non è pensabile una conversione ecologica del trasporto merci? "Certo che si. Comprenderà però che è un problema della nostra società in generale. Voglio dire che prima di arrivare a mezzi ecologici nel trasporto forse bisognerà spingere l'innovazione nelle autovetture di tutti noi e così facendo si arriverà anche allo studio di mezzi meno inquinanti anche per il nostro settore". Come sono tutelati oggi gli autotrasportatori? "Come tutti gli operatori degli altri settori economici. Hanno le associazioni di categoria come la nostra che è a loro totale servizio. In più la Fai si occupa prevalentemente di trasporto merci per conto terzi raggiungendo un grado di specializzazione, ci auguriamo, all'altezza di tutte le esigenze degli operatori". I bergamaschi dovranno attendersi altri blocchi degli autotrasportatori? "Speriamo di no. Siamo già fermi spesso per mancanza di lavoro e non è certo auspicabile doverci fermare perché non ci danno quanto dovuto". 55


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

ECONOMIA&BUSINESS Da sinistra, Gianluigi Piccinini presidente di Ressolar e Fabio Donadoni, uno dei quattro amministratori del Gruppo Comac

56


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

«Comac For The Earth», quando la sostenibilità è nel DNA GREEN FACTORY

Un impianto fotovoltaico da 250 kWp e una serie di importanti investimenti hanno portato il Gruppo Comac ad auto-produrre l'80% del proprio fabbisogno energetico e a ridurre sensibilmente i propri consumi

TESTO&PHOTO GIORGIO CHIESA

are impresa oggi non è solo una questione di profitti, bensì richiede all'imprenditore un approccio di tipo olistico. La cultura imprenditoriale e le scelte adottate sono elementi imprescindibili che risultano vincenti in un mercato altamente competitivo. Questa volta non parliamo di storia ma di fatti più tangibili, quelli che hanno portato il gruppo Comac - azienda di Bonate Sotto leader mondiale nel settore del beverage - a prestare un'attenzione particolare al tema delle energie rinnovabili, elemento indispensabile per il conseguimento di uno sviluppo sostenibile nella società contemporanea. "Il nostro impianto fotovoltaico ha affermato Fabio Donadoni, amministratore e responsabile dell'area tecnica e di innovazione di prodotto - è indubbiamente il risultato più visibile della nostra sensibilità verso l'ambiente, ma in realtà da dieci anni a questa parte siamo scrupolosamente alla ricerca di soluzioni tecniche volte al risparmio energetico in senso lato. Sono stati numerosi gli inter-

F

venti e le migliorie che abbiamo apportato al nostro modo di utilizzare l'energia e oggi sono fiero di poter affermare che più dell'80% dell'energia elettrica che consumiamo è auto-generata. Merito dell'impianto fotovoltaico che abbiamo realizzato

nel 2010 con Ressolar - azienda bergamasca leader nel campo delle energie rinnovabili - ma anche di uno studio effettuato da Comac in sinergia con un team di specialisti dello Studio Termotecnico Poletti, finalizzato all'ottimizzazione dei consumi".

Gadgets di materiale riciclato

57


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

Cosa vi ha portato a un investimento simile in un periodo economico di certo non facile? "La convinzione che il futuro non possa prescindere dal rispetto per l'ambiente e

incluso ovviamente anche una valutazione dell'impianto elettrico e di condizionamento. Per quanto riguarda l'illuminazione, dove possibile abbiamo installato le lampade a LED, che

quindi dal rispetto per l'uomo. Questa è la ragione fondamentale della nostra scelta, che si è poi dimostrata vantaggiosa anche dal punto di vista dell'immagine aziendale. I nostri clienti, specialmente all'estero dove il tema dell'ecosostenibiltà è molto sentito, hanno avuto parole di apprezzamento per i risultati che abbiamo raggiunto. Ad ogni modo, la domanda che ci siamo posti è stata: perché consumare 100 quando puoi ottenere gli stessi risultati consumando 70?".

hanno una resa energetica notevole. Al nostro interno, ci siamo dati delle semplici regole: spegnere tutto ciò che non serve o non è in uso al momento. Oggi, le accensioni sono attivate grazie a sensori di movimento o fotocellule. La gestione dell'illuminazione e del sistema di riscaldamento e raffreddamento sono domotiche, gestite cioè da terminali PC, anche in via remota. Un'ulteriore scelta tecnica al vaglio in questi giorni riguarda gli impianti termici; stiamo valutando di sostituire quelli tradizionale a metano con quelli di ultima generazione, con pompa di calore e inverter".

Oltre all'impianto fotovoltaico, dicevamo, avete effettuato altri interventi. Potrebbe elencarcene qualcuno? "Le attuali strutture produttive sono sorte nel 1995. Fin da allora abbiamo prestato la massima attenzione alle soluzioni tecniche costruttive che al tempo era possibile adottare. Oggi, nuovi materiali e tecnologie edilizie consentono di ottenere risultati un tempo impensabili. La scelta di installare un impianto fotovoltaico ci ha indotto a uno studio approfondito che ha prodotto una serie di interventi anche sulla struttura del capannone: abbiamo infatti più che raddoppiato l'isolamento della superfici opache e installato nella parte produttiva nuovi serramenti di classe energetica superiore aumentando l'apporto di luce naturale. Inoltre avete operato anche sull'impianto elettrico. "Lo studio di cui ho appena parlato ha 58

Un atteggiamento che vi ha portato a creare un vero e proprio slogan: "Comac For The Earth". "Per molti anni l'ecosostenibilità è stata una questione puramente pragmatica in Comac - ha ribadito Silvia Locatelli, area comunicazione del gruppo - essendo il frutto di una convinzione, le pratiche a difesa dell'ambiente sono sempre state perseguite dall'azienda senza che si sentisse il bisogno di parlarne. A un certo punto, però, è nata anche l'esigenza di affiancare al pragmatismo la comunicazione, di condividere questa esperienza e, per certi aspetti, ufficializzarla, sia all'interno dell'azienda sia all'esterno. Il progetto "Comac for The Earth" nasce per dare visibilità alle varie iniziative aziendali messe in atto nel corso del tempo in materia di rispetto per l'ambiente. Tutto ha sempre portato in questa direzione, dall'uso di panni industriali lavabili per officina, che sostituiscono l'uso della carta, ai gadget 100% biodegradabili o realizzati con materiali riciclabili, al completo riutilizzo degli imballi ricevuti dai fornitori per le nostre spedizioni ai clienti, al rinnovo del parco auto con l'acquisto di mezzi alimentati a metano. In futuro, le auto nuove saranno ibride, o plug-in, se la tecnologia ce lo consentirà in tempi brevi".

Silvia Locatelli


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

ECONOMIA&BUSINESS Gianluigi e Marina Piccinini

60


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

R.I.S.E.E., la rete della cultura sostenibile GREEN ECONOMY

Parola a Gianluigi Piccinini, presidente del Gruppo Ressolar «Siamo immersi nella stretta petrolifera, bisogna cambiare Noi stiamo facendo il nostro meglio, ma i giovani dovranno sancire il cambiamento» TESTO&PHOTO DI GIORGIO CHIESA

iamo immersi nella stretta congiunturale e in quella petrolifera, saranno i giovani a dover fare la rivoluzione e a liberarsi da queste due catene, che sono profondamente correlate l'una all'altra. Per il momento, noi imprenditori possiamo condividere ed unire i nostri bagagli d'esperienza per "fare rete", sia a livello di comunicazione sia a livello pratico". Sono parole molto dirette quelle pronunciate da Gianluigi Piccinini, presidente del gruppo bergamasco Ressolar e di R.I.S.E.E., ovvero la Rete di Imprese Specialiste nell'Efficienza Energetica. "Il patrimonio edilizio italiano è antiquato per il 90% del totale degli immobili, questo aspetto pone seri problemi in termini di spreco, nonché di costi maggiori in bolletta per le famiglie italiane. Per questo Ressolar ha deciso di utilizzare il know-how accumulato in cinquant'anni di presenza sul mercato dell'energia e, in particolare, nel campo delle energie rinnovabili, per fondare con le aziende del settore una vera e propria rete d'imprese. L'obbiettivo dichiarato è di fornire a privati e aziende impianti chiavi in mano ad alto tasso di efficienza energetica".

"S

61


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

Chi sono, oltre a Ressolar, gli attori protagonisti che costituiscono questa rete d'imprese? "R.I.S.E.E. vanta l'adesione di diverse imprese attive nel settore dell'edilizia ecosostenibile come Gualini Spa - azienda di antica tradizione nel settore della progettazione e realizzazione delle componenti di involucro edilizio -, FMS Impianti Tecnologici - azienda specializzata nell'installazione di impianti elettrici e termici a basso consumo energetico -, CRIEN opera nel settore delle costruzioni civili ed industriali ad alta efficienza energetica - e CRS Impianti, un'azienda di consolidata esperienza nel settore della progettazione, realizzazione, manutenzione e gestione di impianti tecnologici civili e industriali". Investire in sostenibilità, nonostante l'ammortamento nel corso degli anni, è comunque un investimento oneroso almeno nella sua prima fase. "Per questo abbiamo l'onore di vantare come partner finanziario la banca Intesa Sanpaolo. La direzione regionale Lombardia dell'istituto di credito ha partecipato attivamente alla

«R.I.S.E.E. ha l'onore di vantare come partner finanziario la banca Intesa Sanpaolo»

62

3DJLQD

nascita di R.I.S.E.E. e alla creazione di un rapporto di partnership: ha inoltre definito fin da subito i prodotti di finanziamento per le imprese che aderiscono alla rete e un'offerta per i clienti di prodotti e servizi bancari finalizzati a sostenere i costi per la fornitura di beni e servizi da parte di R.I.S.E.E. o delle imprese aderenti. La partnership prevede inoltre tavoli operativi comuni per individuare opportunità di attività congiunte volte a valorizzare la rete e la sua collaborazione con la banca". Tornando a Ressolar nello specifico, molti vi identificano come installatori d'impianti fotovoltaici. In realtà la vostra è una realtà specializzata a tutto tondo nella sostenibilità. "Oltre ad essere installatori d'impianti fotovoltaici, siamo specializzati nella fornitura di energia geotermica, solare termica, eolica, nella produzione di idrogeno da fonti rinnovabili e nella certificazione energetica degli edifici. In particolare per la geotermia, ma anche per tutte le altre fonti rinnovabili, Ressolar realizza impianti chiavi in mano, supportando il cliente in tutte le fasi: sopralluogo, indagine geologi-

ca, calcolo del fabbisogno energetico, progettazione del campo geotermico, progettazione del circuito geotermico con pompa di calore, documentazione autorizzativa, perforazione del campo geotermico, installazione della pompa di calore, collegamenti del campo geotermico con pompa di calore e collaudo". Infine, un altro tratto distintivo dell'attività dell'azienda è l'impegno nel "Patto dei Sindaci". "Siamo felice di offrire agli amministratori locali un qualificato supporto nell'ambito dell'iniziativa "Patto dei Sindaci, Covenant of Mayors" per aiutarli ad adempiere agli impegni che prenderanno nei confronti della propria cittadinanza e dell'Europa intera. Affinché le azioni intraprese siano vincenti sul territorio locale, Ressolar si mette in gioco promuovendo un'azione di squadra dove amministrazioni locali, istituzioni politiche e sociali, imprenditori e istituzioni finanziarie, possano sviluppare il proprio piano d'azione per l'energia sostenibile - il cosiddetto SEAP - e raggiungere così gli obiettivi di riduzione della CO2 dichiarati entro il 2020".


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

ECONOMIA&BUSINESS

CAIB, quando l'unione fa la differenza GREEN ECONOMY

Grazie allo spirito associativo delle imprese artigiane, oggi è possibile fornire una soluzione globale: servizio e assistenza sia al singolo privato che vuole costruire o rinnovare casa, sia alle grandi imprese di costruzione o spirito associativo e la consapevolezza che insieme si può crescere e affrontare le sfide del mercato futuro ha fatto nascere nel 2002 un consorzio di imprese artigiane specializzate nella fornitura di servizi impiantistici. Oggi il consorzio CAIB può vantare esperienza e competitività uniche, grazie alla forza dei propri associati e all'impegno costante nella ricerca e aggiornamento a livello impiantistico. Una realtà globale che, grazie alla lunga esperienza nel settore idraulico, permette di essere altamente competitivi, ma soprattutto di fornire un servizio completo che va dalla ricerca di prodotti innovativi, dalla progettazione fino all'installazione. I clienti hanno a loro disposizione un team di professionisti ed esperti del settore impiantistico termo-idraulico, in grado di rispondere alle massime esigenze nella gestione di grandi progetti pubblici e privati. La competenza del CAIB garantisce servizio e assistenza totale sia al singolo privato che vuole costruire o rinnovare la propria abitazione, sia alle grandi imprese di costruzioni o progettisti che necessitano dell'ausilio di un organico tecnico aggiornato e attivo. Il CAIB offre ai propri consorziati convenzioni stipulate con vari fornitori del settore e inoltre organizza specifici corsi di formazione tecnica ed amministrativa. Si propone inoltre come partner affidabile nella gestione e realizzazione di piccoli e grandi progetti nel-

L

64

l'ambito residenziale, in gare pubbliche e private, nei più complessi lavori di costruzione e ristrutturazione. Oggi il consorzio può vantare esperienza e competitività uniche,

è il collaboratore specializzato ideale di imprese di costruzioni, progettisti, strutture pubbliche e private. Quali sono i progetti per il futuro? L'impegno, la ricerca e l'avanguar-

grazie alla forza dei propri associati e all'impegno costante nella ricerca e aggiornamento a livello impiantistico. La carta vincente è il suo spirito innovativo a livello tecnico e commerciale: il consorzio agisce infatti come unico interlocutore nelle diverse fasi di cura degli aspetti gestionali, tecnici, economici e normativi degli edifici. CAIB

dia nell'utilizzo delle energie alternative a basso impatto ambientale, che aprono ogni giorno nuovi orizzonti di applicazione e sviluppo. Il futuro si costituisce quindi come una forte sinergia di ecosostenibilità, risparmio, conoscenza, con la voglia di offrire alla propria clientela la massima qualità dell'assistenza tecnica personalizzata.


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

SPAZIO AMBIENTE

Restart:

quando il risanamento è a impatto zero

IN COPERTINA

La trasformazione delle aree dismesse in ecocompatibili al centro dell'approfondimento proposto a un pool di esperti da Bonifiche Ambientali e dal Consorzio Compere alla FaSE di Alzano Lombardo

A CURA DI BONIFICHE AMBIENTALI PHOTO: LORIS SAMBINELLI

stata una partecipata occasione di incontro, il convegno tenuto al Fase di Alzano Lombardo e promosso dalla società bergamasca Bonifiche Ambientali (bonifiche-ambientali.com) e dal Consorzio Compere (Materie Prime Energie Rinnovabili Ecosostenibili). Focus dell'appuntamento, a cui hanno preso parte oltre 400 iscritti, l'importanza di una corretta, seria e professionale gestione dei processi di risanamento ambientale, declinata attraverso l'analisi delle diverse fasi, dagli aspetti progettuali e legali a quelli operativi. Fil rouge dell'incontro la considerazione che da un evento negativo, quale ad esempio la chiusura di uno stabilimento, possano svilupparsi nuove opportunità, sia economiche che ambientali, legate alla trasformazione di rifiuti in materie prime seconde

E' 68


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

69


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

(MPS) da reintrodurre sul mercato. Moderatore d'eccezione dell'evento (e del convegno) David Newman, che, vicepresidente di ISWA, l'associazione internazionale dei rifiuti solidi, quale membro del Board, ha il ruolo di promuovere lo sviluppo sostenibile e, nello specifico, la

3DJLQD

stratore delegato di NCE Srl, ha presentato il tema della due diligence ambientale, quale strumento irrinunciabile nelle transazioni immobiliari. Emerge nella relazione proposta che "in particolare la riconversione dei siti industriali dismessi (i cosiddetti brownfields, ossia aree industriali o

sono resi possibili dalla successiva valorizzazione che ne deriva, sia essa associata alla realizzazione di attività a reddito sia all'eventuale conversione in strutture di servizio e/o pubblica utilità".

David Newman

Marco Morando

gestione sostenibile dei rifiuti. Sono stati così sviluppati i temi della due diligence, dell'analisi di rischio sito specifica, delle responsabilità legali e degli aspetti assicurativi, presentati case study di risanamento e recupero ambientale di aree industriali dismesse, sottolineata infine l'importanza e l'imprescindibilità della classificazione dei rifiuti e del possibile riutilizzo come risorsa, attraverso un loro corretto riciclo. Se l'evoluzione della normativa e delle tecniche di indagine, di caratterizzazione, di trattamento e di riutilizzo, permettono infatti di gestire in totale sicurezza le criticità ambientali, l'implementazione dell'analisi di rischio sito specifica, con l'approfondita conoscenza delle caratteristiche chimico-fisiche degli eventuali rifiuti prodotti, può contribuire a fornire le adeguate e necessarie rassicurazioni a chi si trova a vivere in prossimità di siti oggetto di bonifica. In primo piano dunque, sempre, deve essere tenuto nella massima considerazione il valore delle opere di qualità per un ambiente in cui eco-sostenibilità e ecocompatibilità siano poste rigorosamente in primo piano. Andrea Guerini, ammini70

commerciali abbandonate, inutilizzate o sotto-utilizzate, il cui recupero o sviluppo sono ostacolati dalla presenza di contaminazione ambientale), comporta la necessità di provvedere ad interventi di bonifica in grado di rendere i siti adegua-

Marco Morando, per conto della stessa società, ha approfondito la questione legata agli strumenti progettuali, alla caratterizzazione e all'analisi di rischio, esponendo in sintesi i principali elementi

Giambattista Colombo

Andrea Guerini

ti, da un punto di vista ambientale, alla nuova destinazione d'uso. Gli interventi di bonifica e riconversione dei brownfields

tecnico-operativi caratteristici delle fasi in oggetto e fornendo, indicazioni di massima in merito agli aspetti economici e alle relative tempistiche di esecuzione. Gli aspetti legali e le responsabilità, il soggetto obbligato sono stati al centro degli interventi di Giambattista Colombo e


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

Lorenzo Vicari del Foro di Milano, rispettivamente legale penalista e civilista. Al centro dei due interventi l'analisi della

Lorenzo Vicari

struttura dei principali reati in materia ambientale, un excursus sulla teoria generale dell'illecito penale fino all'individua-

3DJLQD

aree contaminate ai conseguenti obblighi dei soggetti "inquinatori" e dei soggetti titolari delle aree, con la relativa incidenza sui valori patrimoniali degli stessi immobili, e definizione infine del danno ambientale, dei principi di prevenzione e precauzione e delle azioni stabilite in capo al Ministero dell'Ambiente proprio ai fini risarcitori. A Giovanni Faglia, responsabile Pool Inquinamento, l'intervento sul rischio ambientale e sulle soluzioni assicurative. Dalla relazione emerge che si tratta di un rischio specifico, con caratteristiche delineate, tali da richiedere un approccio specializzato e copertura assicurativa dedicata: “L'estensione all'inquinamento accidentale può essere un'integrazione a una polizza dedicata, ma non può di fatto sostituirla, come avvenuto in questi anni", ha commentato nel corso del suo intervento, precisando che: "Gli assicuratori hanno creato negli ultimi quattro anni prodotti molto completi dal punto di vista delle garanzie offerte e molto competitivi

Giovanni Faglia

zione delle conseguenze dell'accertata violazione in materia penale ambientale e delle forme di definizione alternative alla condanna; e ancora, dalle disposizioni che regolano le procedure di bonifica delle 72

sotto il profilo economico, con garanzie assolutamente innovative, fra cui citiamo: le spese di bonifica interne al sito, le spese di decontaminazione beni e la copertura del danno ambientale. La sfida dei pros-

Paolo Andreini

UNA HOLDING AMBIENTALE TARGATA BERGAMO Il commento di Paolo Andreini, responsabile del settore progetti e sviluppo di LDM Group (holding con sede a Bergamo, di cui fa parte, con altre sette aziende, la Bonifiche Ambientali Waste & Works srl, promotrice dell'incontro): "Il Convegno ha commentato - è idealmente un percorso che parte da un evento negativo, come la deindustrializzazione di un area fino a creare, attraverso un'attenta e scrupolosa attività di concertazione, nuove opportunità economiche ed ecocompatibili per l'uomo. Le tecnologie disponibili, unite alle esperienze maturate in questi anni, rendono l'impatto economico e sociale delle attività di risanamento molto più ammortizzabile rispetto al passato. Oggi è possibile individuare soluzioni percorribili e sviluppare progetti per concrete ipotesi di riutilizzo delle risorse, sia umane (attraverso adeguata formazione ambientale) sia ambientali (attraverso il recupero dei rifiuti e il riutilizzo degli stessi in nuovi cicli produttivi). LDM Group si occupa concretamente, attraverso le società controllate, di tutte le fasi di questi percorsi, sperimentando e analizzando le tecnologie disponibili per intervenire efficacemente in ogni fase del processo. Operativamente ogni fase è seguita da una delle nostre società con risorse interne; particolare attenzione è prestata per tutte le fasi di raccolta, studio ed interpretazione dei dati ambientali". Prevenire le necessità e preparare le soluzioni è la mission del gruppo, che oggi sta rivolgendo un'attenzione particolare ai processi di recupero dei rifiuti futuri e all'individuazione fra essi dei materiali recuperabili ad alto valore aggiunto.


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

simi anni da parte delle Compagnie di Assicurazione sarà quella di migliorare la consulenza assicurativa per il rischio ambientale delle imprese". Quattro i case study proposti nel corso della giornata in FaSE. Da Muriel Consonni, direttore tecnico di Bonifiche Ambientali Waste & Works Srl, in cui ha avuto modo di presentare nel suo dialogo dal palco, un intervento di bonifica di un'area industriale dismessa. L'analisi preliminare, la valutazione di fattibilità tecnico-economica, la definizione delle tempistiche e degli obiettivi finali stabiliti sulla base della

3DJLQD

ti interventi di risanamento ambientale. Sergio Testa, direttore tecnico di Nova Ambiente Srl, ha offerto una panoramica

Sergio Testa

to stesso, della sua provenienza, del processo produttivo che lo ha generato o dell'evento che l'ha causato". Massimo Centemero, direttore tecnico del CIC (Consorzio Italiano Compostatori) ha presentato il "caso Italia" nel recupero di energia e di materia dai rifiuti organici,

Muriel Consonni

destinazione d'uso dell'area, sono di fondamentale importanza per realizzare mira-

sulla corretta classificazione e gestione dei rifiuti. L'esperto nel proprio testo ha indicato che: "rifiuto è un termine economico, infatti un bene diventa un rifiuto quando porta con sè una passività economica. Lo stesso materiale può essere per diversi soggetti un bene o un rifiuto. Dal punto di vista della normativa attuale si classifica rifiuto un materiale di cui si voglia o ci si debba disfare. La caratterizzazione di un rifiuto non può prescindere dall'analisi dettagliata, prima che del rifiu-

Andrea Colleoni

74

Massimo Centemero

secondo Paese in Europa per quantità differenziate e trattate: "Tra i rifiuti organici trattati in Italia, lo scarto vegetale proveniente dalla manutenzione del verde pubblico e privato e la frazione organica domestica, rappresentano più dell'80% del biorifiuto trattato. Il biorifiuto, originato dalla raccolta differenziata, viene trattato in impianti di compostaggio oppure in impianti di digestione anaerobica e compostaggio. Nel primo caso vien prodotto fertilizzante organico, il compost di qualità, mentre nel secondo caso, oltre al compost, si produce biogas e quindi energia elettrica in cogenerazione". Andrea Colleoni, direttore tecnico di Cramer Srl, si è soffermato sul riciclo, a chiusura del convegno, sul filo conduttore di ambiente, economia, impegno nella eco-sostenibilità. Dalla relazione della Cramer: "Trasformare il rifiuto da problema da risolvere, con l'eliminazione e l'allontanamento, a vera e propria risorsa, fonte di ricchezza, economica ed energetica, capace di alimentare un nuovo ciclo economico, è la sfida dei nostri


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

tempi". Ed ancora: "Non è solo la normativa a spingere verso il riciclaggio. La diminuzione delle risorse disponibili, la scarsità di impianti di smaltimento (in particolare discariche, n.d.r.), sono solo due dei molti fat-

IL RICONOSCIMENTO DEGLI ENTI L'iniziativa ha avuto un importante riscontro di pubblico e ha ottenuto inoltre il patrocinio di diversi Enti: Regione Lombardia-Assessorato al Territorio e Urbanistica; Provincia di Bergamo-Assessorato all'Ambiente; Comune di Bergamo-Assessorato all'Ambiente; Comune di Alzano Lombardo; Arpa Lombardia; Collegio Geometri e Geometri laureati della Provincia di Bergamo; Ordine degli Ingegneri; Ordine dei Geologi; Collegio dei Periti industriali e Periti industriali laureati di Bergamo; Associazione Artigiani di Bergamo. Inoltre è da sottolineare che i partecipanti da parte del Collegio dei Geometri, del Collegio dei periti e dell'Ordine degli Avvocati della Provincia di Bergamo avevano a disposizione dei crediti formativi.

76

3DJLQD

tori che contribuiscono a incentivare il riciclaggio dei rifiuti che presenta indubbi vantaggi, sia dal punto di vista ambientale sia da quello economico e sociale". L'intervento dell'Assessore all'Ambiente della Provincia di Bergamo, Pietro Romanò, ha offerto il punto di vista istituzionale sulla tematica del recupero. Insieme a lui erano presenti altre cariche quali Camillo Bertocchi (Regione Lombardia), Andrea Brignoli (Comune di Alzano). Lo stato dell'arte delle bonifiche in provincia e nella regione è stato infine indicato, in un intervento nella sessione di dibattito, dal funzionario provinciale Giorgio Novati. Come moderatore, come detto, è stato voluto fortemente David Newman, in qualità anche di VicePresidente ISWA, nonché uno dei 10 membri, che indica la direzione strategica e amministrativa dell'organizzazione internazionale. Fra gli ultimi impegni citiamo l'organizzazione del Congresso Mondiale di ISWA, che si riunirà a Firenze il prossimo settembre: l' incontro vedrà la presenza di operatori di tutto il mondo nel settore della gestione dei rifiuti. ISWA è presente in 38 Nazioni, con associati in altri 60 Paesi.

FaSE, LOCATION SUGGESTIVA Degna di nota, nonché davvero suggestiva visto l'argomento trattato, anche la location del convengno. Un luogo storico riqualificato che racchiude un progetto ambizioso per la Valle Seriana: la creazione di una comunità sostenibile, questo l'obiettivo di FaSE per creare nuove opportunità nel territorio. Per raggiungere questo fine, FaSE si è impegnata sia nell'ambito della stesura e redazione dei Piani d'Azione per l'Energia Sostenible (PAES) sia in un'importante opera di sensibilizzazione della cittadinanza: dalla sua inaugurazione ufficiale, avvenuta nel Novembre 2010 con una conferenza nella quale è intervenuto il premio nobel W. Clark, FaSE (www.faseitalia.com) ha già ospitato ben 14 incontri di informazione, ai quali hanno preso parte più di 9.000 persone: un successo oltre ogni aspettativa, che ha ulteriormente spinto a proseguire nell'opera di sensibilizzazione sui temi che coniugano crescita, sviluppo sostenibile, rispetto dell'ambiente e benessere dell'individuo. L.T.B.


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

ECONOMIA&BUSINESS

Green energy? Serve equilibrio fra ambiente e paesaggio Energie rinnovabili: non è necessario operare una scelta, bensì serve trovare una giusta commistione per il territorio che abitiamo e in cui operiamo LEGGE AL VERDE - Rubrica a cura dell’avvocato Cristina Putortì n materia di produzione di energia sono vari gli interessi coinvolti, e spesso in contrapposizione, da valutare e comparare prima di procedere alla realizzazione di un impianto energetico. Si tratta di esigenze di carattere sia pubblico sia privato, aventi una medesima dignità costituzionale, che necessitano di essere adeguatamente amalgamate per non nuocere le une alle altre. Parliamo, in particolare, di tutela dell’ambiente, del paesaggio e delle attività produttive. E’ innegabile che un impianto che genera energia determini un forte impatto sia sull’ambiente, creando inquinamento, sia sul paesaggio, modificandone lo stato. Una necessaria distinzione deve, però, essere fatta tra energie rinnovabili e non rinnovabili. Per le prime, che a differenza delle seconde non causano inquinamento idrico o atmosferico, si riduce considerevolmente la contrapposizione tra interesse alla produzione energetica ed interesse alla tutela dell’ambiente, rimanendo però invariato l’impatto sul paesaggio che viene comunque interessato. Soffermandosi sul tema delle energie rinnovabili, si rende, quindi, necessario comprendere quali siano i criteri di valutazione da adottare nel procedimento di autorizzazione dell’impianto considerato sia gli interessi in gioco sono egualmente importanti e degni di tutela. In merito la Corte Costituzionale ha individuato come criterio da adottare quello comparativo, che vada quindi a bilanciare quelle che sono le esigenze correlate all’esercizio dell’attività imprenditoriale a quelle sottese alla salvaguardia di valori non economici, quale la tutela del paesaggio. Con sentenza n. 196 del 24 giugno 2004 la Corte ha affermato il principio secondo cui “la primarietà dei

I

80

valori connessi alla tutela del paesaggio non ne legittima un primato assoluto in un’ipotetica scala gerarchica dei valori costituzionali, ma origina la necessità che essi debbano sempre essere presi in considerazione nei concreti bilanciamenti operati dal legislatore ordinario e dalle Pubbliche Amministrazioni; in altri termini, la primarietà degli interessi che assurgono alla qualifica di valori costituzionali non può che implicare l'esigenza di una compiuta ed esplicita rappresentazione di tali inte-

ressi nei processi decisionali all'interno dei quali si esprime la discrezionalità delle scelte politiche o amministrative". L’amministrazione, in fase autorizzativa, dovrà quindi adottare dei principi ordinatori che permettano di acquisire tutti gli elementi necessari alla valutazione di ogni singolo caso concreto.

Tali principi si traducono in sostenibilità, programmazione ed integrazione. Se da un lato gli impianti di produzione di energia rinnovabile sono per definizione sostenibili per l’ambiente, dall’altro possono non esserlo sotto il profilo paesaggistico giacché incidono sul territorio modificandolo e limitandone lo spazio. Sostenibilità, significa quindi valutare in concreto, caso per caso, la determinante spaziale degli impianti contenendo allo stretto necessario lo spazio fisico occupato. La programmazione consiste nel determinare, ex ante, le possibili localizzazioni nel territorio regionale degli impianti di energia rinnovabile attraverso la redazione di un piano regionale che contenga puntuali criteri quantitativi e qualitativi determinanti i parametri generali di ammissibilità dei progetti presentati. Il principio d’integrazione, infine, vuole che la valutazione di tutti gli interessi pubblici coinvolti avvenga nell’ambito di un unico procedimento autorizzatorio. L’applicazione di tali principi impone all’Amministrazione di valutare con attenzione le specifiche caratteristiche dell’impianto rapportandole con il contesto paesaggistico nel quale potrebbe essere inserito, tenendo conto sia dei vincoli territoriali sia delle specifiche discipline contenute nei piani paesaggistici, prendendo in considerazione tutte le possibili localizzazioni alternative e, in caso di assenza di tali siti, prevedendo le migliori misure di mitigazione adottabili. Qualora non sia possibile combinare o ridurre i conflitti tra i superinteressi pubblici coinvolti, l’Amministrazione deve essere in grado di motivare dettagliatamente l’inevitabilità della decisione assunta.


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

ECONOMIA&BUSINESS

De-localizzare? Mi Me risponde con la qualità TOP BUSINESS

Ecco la ricetta di Raffaele Meles, titolare dell'azienda di Bonate Sopra, leader nella produzione di minuterie metalliche «A Bergamo faremo la differenza con lavorazioni sempre più complesse»

Italia non è più competitiva dal punto di vista industriale, delle tecnologie e della produzione in serie? Ancora una volta ci dispiace deludere gli analisti finanziari e i "guru" della crescita, ma Bergamo fa eccezione. Non bisogna andare molto lontano, né occorre addentrarsi all'interno della sua nuova sede da 20 mila metri quadrati per capire che la Mi Me - Minuterie Metalliche Meles S.p.a. - è una realtà straordinaria che rappresenta uno dei tesori imprenditoriali da cui l'intera Penisola dovrebbe trarre esempio. Un'azienda che dal mercato internazionale e dall'abbattimento delle frontiere ha saputo guadagnare, fino ad arrivare al sorprendente dato odierno: l'80% del fatturato dell'impresa di Bonate Sopra - infatti - deriva dall'estero. "Il mercato italiano è tanto in crisi quanto quello internazionale - ha affermato il titolare

L'

82

Da sinistra: Enrico, Raffaele ed Elena Meles

l’azienda di Bonate Sopra sotto alcuni prodotti


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

Raffaele Meles -, ad eccezione del settore auto che ancora sta tirando. In definitiva possiamo dire che sta soffrendo tutta l'Europa, anche se l'anno scorso nei primi sette mesi riuscimmo ad ottenere un forte incremento di fatturato (+30%), per poi chiudere l'anno con un +13%. E' stata soprattutto la diversificazione delle esportazioni (in paesi molto diversi) e dei settori a tenerci a galla, il segreto è stato scegliere aziende che in noi cercavano qualità, proprio per evitare di ritrovarci nella mischia. In questo mondo che sta cambiando è l'unico modo per distinguersi. Per questo l'investimento più importante del 2012 sarà cercare di produrre articoli sempre più complessi, cosicché le multinazionali non ci costringano più a de-localizzare. Per il momento lo stabilimento produttivo estero più importante lo abbiamo in Slovacchia, ma la differenza la facciamo sempre a Bergamo".

3DJLQD

Cosa vuol dire avere una sede aziendale delle vostre dimensioni a Bergamo ma lavorare principalmente con i mercati esteri? "Ci hanno già spinti a de-localizzare, perché le multinazionali con cui lavoriamo tendono a cercare fornitori vicino ai loro stabilimenti di produzione. Tuttavia, la de-localizzazione non sarà mai il nostro core business, all'estero produciamo gli oggetti più semplici, mentre per le lavorazioni complesse dove serve anche la ricerca continuiamo a lavorare nella Bergamasca. Possiamo fare queste scelte in controtendenza perché in una realtà come la nostra sono le macchine, più che il personale, il vero costo da sostenere". L'80% del vostro fatturato viene dai mercati esteri. Come siete riusciti ad espor-

tare una così considerevole fetta del vostro lavoro? "Per rispondere dobbiamo tornare indietro qualche anno. Quando lavoravamo solo ed esclusivamente per l'Italia sentivamo la necessità di allargare il mercato anche per cercare di "selezionare" i clienti che appoggiassero la nostra filosofia improntata sulla qualità. Cominciai così a partecipare ad alcune fiere, facilitato dal mio francese fluente. Iniziai a raccogliere i frutti due anni dopo acquisendo commesse che mi avrebbero portato poi a fidelizzare partner importanti per oltre vent'anni. La voce iniziò a circolare a livello internazionale, tanto che persino aziende tedesche e svizzere s'interessarono a noi. Ci proposero di non esportare ma - vista la nostra professionalità di lavorare per loro. Allora era una grandissima occasione per venire in contatto con altre real83


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

tà produttive d'eccellenza. Come dicevo, l'idillio durò vent'anni, al termine del quale cominciammo ad esportare su larga scala forti di una reputazione consolidata". Da Lecco a Bonate Sopra, passando per Presezzo. Dal 2011 con una sede direzionale totalmente nuova. Ci potete illustrare in breve la vostra storia industriale? "Nel 1950 il fondatore Meles Pietro - mio padre -, iniziò a Lecco l'attività di produzione di articoli in filo metallico. Nel 1964 l'azienda venne trasferita a Presezzo, dove, grazie alle capacità tecniche del fondatore, sono state messe le basi per una crescita qualitativa e dimensionale. Come dicevamo, agli inizi degli anni '80 è nata una collaborazione con una importante e storica azienda tedesca produttrice di contatti elettrici e materiali con riporto di metallo prezioso, che si è protratta per circa vent'anni. Nel 2001 la produzione venne poi trasferita a Bonate Sopra dove, nel 2009, sono stati trasferiti anche il magazzino e l'attrezzeria. Ad inizio gennaio 2011, infine, anche la sede direzionale è stata completamente trasferita nella nuova sede". Ci potete illustrare la vostra filiera produttiva e i vari settori di cui vi occupate con esempi pratici? "Attualmente siamo molto presenti nel mercato elettrico e nel settore auto. Sono campi molto vasti nei quali vengono firmati contratti di riservatezza che non mi permettono di anticipare nulla sui prodotti. Tuttavia, per avere un quadro più preciso di cosa produciamo e rispetto a dove vanno a finire i nostri prodotti, possiamo dire che ci sono componenti negli interruttori elettrici; nel settore degli elettrodomestici ci sono componenti che vanno a completare i timer delle lavatrici; per l'automotive esistono contatti elettrici che fanno scattare l'airbag, i regola-fari o gli alza cristalli elettrici, solo per fare qualche esempio. Complessivamente, possiamo dire che il mercato elettrico d'alta qualità costituisce il 45% della nostra produzione". Vi occupate di tutta la fase di progettazione e produzione internamente o vi affidate a terzisti per qualche particolare lavorazione o studio? "Realizziamo tutto internamente, raramente 84

3DJLQD

ricorriamo a terzisti se non per qualche costruzione o assemblaggio particolare. Se parliamo di stampi d'alto livello abbiamo fornitori in Olanda, Germania e Italia. Dipende sempre dalla qualità che si vuole raggiungere". Da quanto personale è composta la vostra realtà? "Da 112 dipendenti. Ci sono chiaramente anche ingegneri ma questo è un mestiere che s'impara sporcandosi le mani, non esistono scuole dedicate". Quanto del vostro fatturato è dedicato alla R&S? "Facciamo certamente ricerca e sviluppo, ma sempre in collaborazione con i clienti, quindi finalizzata al prodotto. Sono per lo più progetti a lungo gittata, nei quali si studia in modo

molto approfondito come raggiungere il massimo risultato al minor costo possibile. Possiamo dire che sia questo a fare la differenza rispetto ai nostri competitor, oltre naturalmente alla qualità e al servizio (puntualità nella consegna), riconosciuti a livello internazionale". Quali sono i vostri maggiori competitor? "Più si alza il livello qualitativo, meno competitor esistono. Il dato fondamentale, ciò che fa la differenza, è il fatto che il mercato recepisce ancora bene questa differenza di qualità intrinseca. La dimostrazione di quanto dico sta nell'esportazione che effettuiamo massicciamente anche in economie come quella cinese, indiana e brasiliana".

Quanti componenti sfornate all'anno? "Parliamo di cifre attorno al miliardo di componenti. Abbiamo articoli che forniamo per 60-70 milioni di pezzi all'anno. Una volta avevamo un cliente americano che consumava un determinato prodotto per un miliardo e 200 milioni di unità ogni 12 mesi". Parliamo d'ambiente, potete illustrarci la potenza del vostro parco fotovoltaico e le motivazioni che vi hanno portato ad investire in questo senso? "Oltre alla questione squisitamente ecologica, l'investimento nell'impianto fotovoltaico ci sta dando buoni ritorni anche dal punto di vista economico. Abbiamo energia a prezzo costante, vale a dire "zero". Lo abbiamo installato circa un anno fa, la sua

potenza è di 423 kWp per 1800 pannelli che si stendono su 12 mila metri quadrati". Vi state anche strutturando per il passaggio generazionale? "I miei figli sono molto attaccati al valore del lavoro e all'azienda, quindi posso stare tranquillo. Enrico, dopo un periodo di gavetta nei reparti produttivi, si sta avviando alla parte organizzativa, gestionale e dello sviluppo dell'unità produttiva in Slovacchia. Elena si occupa invece della parte commerciale, ha iniziato prima di finire l'università per vedere quello che l'aspettava e sono contento che abbia deciso d'investire il suo futuro nella realtà di famiglia".


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

RUBRICHE

Sicurezza sul lavoro? Alle nuove normative risponde Bongiorno Antinfortunistica PREVENZIONE

In arrivo da ITACA - l'Istituto per l'Innovazione e Trasparenza degli Appalti e la Compatibilità Ambientale - un nuovo strumento per la valutazione dei rischi. Ma Bergamo vanta già l'azienda leader del settore

A CURA DI MARINA BONGIORNO

a sicurezza sul lavoro è un tema sempre attuale e del quale spesso si parla. Anche se, molte volte, l'argomento tiene banco proprio quando si verificano gravi incidenti. E purtroppo, uno dei settori nei quali si verificano più spesso problemi è proprio il settore edile, di cui la Bergamasca è capostipite a livello nazionale. Su questa scia di problemi è in arrivo da ITACA - l'Istituto per l'Innovazione e Trasparenza degli Appalti e la Compatibilità Ambientale -, un utile strumento per la gestione della sicurezza nei luoghi di lavoro ed in particolare un valido supporto per i datori di lavoro nella valutazione dei rischi. E' stata infatti recentemente approvata dal consiglio direttivo di ITACA la "check list di autovalutazione per le piccole e micro imprese - Strumenti per l'implementazione di un sistema di gestione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro", un documento elaborato nell'ambito del gruppo di lavoro interregionale "Sicurezza Appalti".

L

86

Nel sito ufficiale dell'istituto, la nota che diffonde il comunicato riporta quanto segue: "L'ambizione del gruppo di lavoro

è di realizzare un programma di attività incrementali, che possano portare progressivamente alla realizzazione di un kit utile alle imprese e alle stazioni appaltanti per la gestione della sicurez-

za. In tale ottica, la realizzazione delle Check List rappresenta la prima fondamentale tappa intermedia, che, si auspica, potrà aiutare le imprese verso una corretta valutazione del grado di applicazione delle disposizioni previste dal D.Lgs. 81/2008 e degli elementi tipici di un SGSL nella propria organizzazione. Il presente documento è il frutto dei contributi di esperti delle Regioni e delle Province Autonome, con il coinvolgimento e la collaborazione attiva di rappre-


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

sentanti delle istituzioni pubbliche competenti, degli ordini e collegi professionali, dei sindacati dei lavoratori, delle associazioni datoriali e altri esperti del settore". FIERA EDILE 2012 - Sarà di certo un tema che terrà banco anche all'interno della rassegna bergamasca, che dovrà confrontarsi con le normative sempre più stringenti e una crisi che di certo sta influendo molto su di un settore che solo fino a qualche anno fa influiva sul PIL nazionale per ben l'11%. Ma sempre sulla Bergamasca, c'è una realtà che di queste problematiche si è fatta carico ormai da diversi anni, una realtà che grazie alla serietà e professionalità è riuscita a diventare leader a livello nazionale. Parliamo della Bongiorno Antinfortunistica, una delle prime aziende in Italia e in Europa nel settore della protezione dell'uomo sui luoghi di lavoro, grazie a marchi di livello come Kappa4work. I clienti trovano infatti da tempo nel gigastore di Curno un partner a cui affidare la soluzione globale per le problematiche che sorgono nel campo della segnalazione, identificazione e sicurezza in azienda. La conoscenza e la comprensione degli indirizzi legislativi legata ad una forte attenzione per gli sviluppi e le novità del mercato consente all'impresa di Marina Bongiorno di fornire una consulenza specifica sempre aggiornata, in grado di rispondere alle più diverse sollecitazioni. Il dialogo serrato con le istituzioni e con le aziende, protagoniste in prima persona, consente poi di offrire un catalogo completo nel

Marina Bongiorno

quale trovare soluzioni per tutte le problematiche nel settore della protezione: dai prodotti antinfortunistici alla segna-

letica aziendale e stradale, dall'abbigliamento professionale agli articoli tecnici industriali, assicurando una continua disponibilità in magazzino di tutti gli articoli per una pronta consegna. Ricordiamo anche che la Bongiorno Antinfortunistica ha scelto il "Made in italy" perché le marche italiane sono, da sempre, sinonimo di garanzia e di qualità: Kappa4work, Grisport e Superga. Ma non solo, l'azienda ha anche cercato partner internazionali come Timberland e Fruit of the loom, per essere in grado di garantire la più ampia selezione delle migliori protezioni, sempre nel rispetto della normativa. 87


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

RUBRICHE

M.F.Tassi, The Creation, spolvero, paper

Deconsecration, in mostra lo spazio della memoria ARTE

«The Space of Memory/the Memory of Spaces», recita così il titolo della mostra inglese curata da Sara Falanga che ha avuto come protagonista due artiste bergamasche: Francesca Lazzarini e Maria Francesca Tassi li artisti italiani sanno farsi valere anche, forse soprattutto, all'estero. Dal 13 gennaio al 28 febbraio 2012 scorso, infatti, il Salisbury Arts Centre ha ospitato la mostra Deconsecration: the Space of Memory/the Memory of Spaces. La prestigiosa

G 88

rassegna ha avuto come protagoniste due artiste italiane, o meglio bergamasche: Francesca Lazzarini e Maria Francesca Tassi. A curare la prestigiosa esposizione è stata Sara Falanga, curatrice italiana a cui abbiamo rivolto alcune domande.


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

Come mai ha deciso di organizzare una mostra "tutta italiana" in Inghilterra? "La mostra che ho ideato per il Salisbury Arts Centre è una mostra che parla di storia, stratificazioni artistiche, memoria e religione in un dialogo molto intimo con la struttura. Avevo necessità di lavorare con artisti che avessero una forte sensibilità verso questi elementi e credo che in questo la cultura italiana non abbia pari". Cosa deve fare un artista per poter emergere in Italia? "Fare un'esperienza all'estero, in Italia spesso un artista viene preso in consi-

3DJLQD

derazione solo se lo ha fatto già qualche altro paese". Considerando la terribile crisi congiunturale internazionale, cosa vuol dire al giorno d'oggi vivere di arte? "Gli artisti sufficientemente affermati non credo abbiano troppi problemi, i collezionisti sono per la maggior parte persone molto ricche che non stanno sentendo la crisi, per cui continuano a investire in opere d'arte "sicure". Il problema grosso lo hanno gli artisti emergenti che oltretutto non potranno farsi conoscere facilmente visti gli ingenti tagli ai finanziamenti per la cultura, che

non permettono alle istituzioni pubbliche o quelle no profit di promuovere i loro progetti". Due progetti, due esperienze, due autrici bergamasche. Sarebbe potuta avvenire una simile crescita artistica restando in Italia? "Credo che la crescita artistica sia personale e indipendente dal luogo in cui ti trovi. Quello che non sarebbe potuto accadere in Italia è far esporre presso un'istituzione pubblica due artiste sconosciute, di cui non hanno controllato nemmeno i curricula, ma semplicemente basandosi sulla qualità dei progetti artistici".

Francesca Lazzarini Aleph series 2011 photograph on glass

89


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

SARA FALANGA è curatrice e storica dell'arte originaria di Napoli. Attualmente lavora per la prima Biennale di Santorini (GR) 2012 curando le sezioni di Glass Art e Graphic Art. Ha lavorato presso il Museo MADRE di Napoli come responsabile della gestione dei finanziamenti e coordinatrice delle attività espositive e museali. Si è laureata a Napoli in conservazione dei Beni Culturali e poi si è diplomata alla Scuola di specializzazione post laurea in beni Storico Artistici presso l'Università di Udine. Attualmente vive e lavora a Roma.

Dalla sua esperienza, ci sono ancora aziende in campo nazionale che investono in arte? "In realtà in Italia l'investimento di aziende nel campo dell'arte è una formula piuttosto recente che sta cominciando a svilupparsi negli ultimi anni. Nel nostro paese la cultura è sempre stata legata solo al pubblico e anche dal punto di vista legislativo il finanziamento privato non è mai stato troppo agevolato. Questa è senz'altro la strada da seguire per fare cultura oggi in Italia, così come avviene da anni in altri paesi europei o negli Stati Uniti, ma sembra che qui ancora non si riesca a comprendere la potenzialità economica di tale settore".

nee. Si tratta di un ibrido molto particolare poiché esternamente è rimasta intatta mentre all'interno è stato costruito un teatro nella navata centrale, una caffetteria nel transetto, spazi espositivi per le mostre. Quindi il titolo sintetizza una riflessione sul riutilizzo degli spazi: la parola Sacrum etimologicamente porta con se il significato di riservato a qualcuno o qualcosa, la sconsacrazione semplicemente abolisce tale impegno, destinando quella cosa a qualcun altro o qualcos'altro. In questi passaggi le tracce del passato rimangono impresse inevitabilmente, per cui l'oggetto della sconsacrazione conserva una memoria propria e al tempo stesso stimola un ricordo in chi lo guarda".

Un artista che per sbarcare il lunario decidesse di "fare pubblicità vendendosi al privato", può ancora definirsi tale? "Assolutamente sì. L'arte è comunicazione, e anche se il fine è quello commerciale l'artista sta ancora facendo il suo lavoro. In questo caso lo scopo è chiaro. Non lo è più secondo me quando comincia a fare opere d'arte su richiesta delle gallerie e del mercato in generale entrando in una produzione di massa che non appartiene all'ambito artistico".

Cosa l'ha portata a scegliere proprio due artiste bergamasche per questo progetto? "E' stata una fortuita coincidenza. Quando stavo scrivendo il progetto per la mostra avevo da poco conosciuto le due artiste a Londra ed ero stata molto colpita dai lavori. Per cui ho voluto coinvolgerle immediatamente".

Potrebbe spiegarci la scelta del titolo della mostra da lei curata: Deconsecration: the Space of Memory/the Memory of Spaces? "Il Salisbury Arts Centre è ubicato in una chiesa sconsacrata le cui origini risalgono al 1200. La chiesa è stata rimaneggiata nei secoli innumerevoli volte fino all'ultima radicale trasformazione in centro per le arti contempora90

Quale poetica e ricerca espressiva portano avanti Francesca Lazzarini e Maria Francesca Tassi? "La ricerca di Francesca Lazzarini si focalizza sulla visione umana e la sperimentazione di tecniche fotografiche varie sia di ripresa sia di stampa, quella di Maria Francesca Tassi è una ricerca visionaria che si esplicita attraverso l'immediatezza del disegno e la leggerezza della carta. La poetica di entrambe è molto legata alla natura, ma per una rappresenta il mistero da studiare, per l'altra è ispirazione per il suo mondo fantastico".

FRANCESCA LAZZARINI (Bergamo, 1978) ha presentato un'istallazione interattiva composta da un'enorme camera obscura, dove i visitatori entrando hanno scoperto l'incanto della luce che proietta capovolto l'ambiente esterno. L'opera è stata un invito alla riflessione sulla nostra visione della chiesa come centro per le arti contemporanee. Ci ha posto di fronte ai meccanismi del guardare, percepire e ricordare, divenendo essa stessa metafora del luogo della memoria per eccellenza: la nostra mente. Lazzarini ha presentato anche lavori fotografici realizzati con il foro stenopeico, tecnica dall'effetto ottico circolare molto simile alla visione umana. I lavori hanno mostrato la personale lettura dell'artista dell' Arts Centre, enfatizzata dall'uso del vetro come supporto fotografico, stabilendo così un legame con le antiche vetrate presenti nella chiesa. MARIA FRANCESCA TASSI (Bergamo, 1977) ha creato disegni usando la tecnica dello spolvero sui lunghi pannelli bianchi della chiesa, ricollegandosi alle pratiche decorative utilizzate fin dall'antichità negli edifici religiosi per realizzare grandi affreschi, ma adottando forme nuove proprie di un linguaggio appartenente alla nuova destinazione d'uso. Visionarie sculture in carta hanno completato l'istallazione, in un dialogo continuo e unico con il particolare ambiente che le ha ospitate. Le opere hanno narrato ciò che l'edificio conserva della sua antica funzione mescolato agli elementi appartenenti al moderno centro delle arti, collegando il vecchio al nuovo mediante l'utilizzo di materiali fragili e temporanei, che delicatamente hanno tracciato ciò che l'edificio mostra: la memoria del suo spazio. La mostra si è completata con la realizzazione di un archivio digitale on-line sulla memoria collettiva del luogo.


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

Iperauto Bergamo Concessionaria per Bergamo e Provincia

BERGAMO - Via Borgo Palazzo 205 Tel. 035 2924211 - Fax 035 2924212 www.iperautobg.it


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

ECONOMIA&BUSINESS

«La Mela Senza La Strega» Chimiberg pubblicizza la sicurezza alimentare CREATIVITÀ & MARKETING

Biancaneve può mangiare tranquillamente la mela perché non è avvelenata Non un singolo prodotto ma la filosofia produttiva aziendale nell'ultima campagna pubblicitaria «Altro che favole» della bergamasca Chimiberg, marchio con il quale Diachem commercializza agrofarmaci iancaneve, in primo piano, dallo sguardo penetrante e sicura di sé che ha appena addentato una mela rossa lucente e al suo fianco la bramosia di una strega, rassegnata per l'impossibilità di nuocere a Biancaneve con i suoi incantesimi, imprigionata in uno specchio. Il buono ha la meglio sul cattivo. "La Mela Senza La Strega" è il primo soggetto di una campagna pubblicitaria dal titolo "Altro che favole" realizzata per l'azienda bergamasca Chimiberg, marchio con il quale Diachem commercializza gli agrofarmaci. La novità, rispetto alle altre campagne create per il settore agricolo, è rappresentata dal fatto che non viene pubblicizzato un singolo prodotto ma la stessa filosofia produttiva dell'azienda improntata alla sicurezza alimentare. Niente immagini e ambientazioni direttamente riconducibili all'agricoltura, bensì un rimando a qualcosa di più intimamente legato all'immaginario del singolo, a quel mix di sensazioni che ognuno porta con sé dall'infanzia. Con più di mezzo secolo di esperienza nei prodotti per l'agricoltura come fertilizzanti, articoli fitosanitari e specialità veterinarie, un core business tramandatosi nella famiglia Dubbini da tre generazioni, la Diachem

B

92

ha il suo quartier generale ad Albano Sant'Alessandro ed un'unità produttiva a Caravaggio. Luigi Dubbini ha conservato la carica di presidente fino alla sua scomparsa nel 1973, lasciando la carica al figlio Ezio che ha poi passato la gestione ai tre

figli, che compongono il Consiglio d'amministrazione: Paolo, direttore generale dei servizi commerciali e azionista di controllo della società, Gianluigi, direttore dei servizi industriali, e Marco, direttore ammi-

nistrativo. Dall'azienda avviata dieci anni prima, nel 1947 nasce la Chimiberg Spa (Chimica Bergamasca) che si dedica inizialmente allo sviluppo di prodotti chimici nel settore della concia, del cuoio, della carta e della cosmesi. Dieci anni dopo, iniziando la fabbricazione e la vendita di prodotti fitosanitari e nutrizionali allarga la sua attività nel settore dei prodotti chimici per l'agricoltura. Nel 1967 nasce la Dubbini Spa, che poi cambierà ragione sociale nell'attuale Diachem, concentrandosi su prodotti chimici per l'agricoltura sia per la consociata Chimiberg, sia per conto terzi. Nella campagna pubblicitaria "Altro che favole" non si tratta di cambiare il finale perché è la trama stessa ad essere stravolta regalando, non solo un lieto, ma un nuovo fine. Biancaneve può assaporare tranquillamente la mela perché non è avvelenata. La stessa direzione imboccata dalla Chimiberg nell'attività di formulazione e commercializzazione di agrofarmaci: prodotti efficaci nella protezione delle coltivazioni da malattie e parassiti, ma che allo stesso tempo rispondono alle necessità di riduzione dell'impatto ambientale in agricoltura, sicurezza degli operatori agricoli e sicurezza alimentare.


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

RUBRICHE

TESTO&PHOTO DI GIORGIO CHIESA

emplicemente vulcanico. Con questo aggettivo si potrebbe definire Alessandro Verdi, artista bergamasco per scelta, mestiere e per stile di vita. Lo abbiamo incontrato, chiedendo d'illustrarci i progetti pi첫 imminenti, in un'annata che si preannuncia molto promettente e stimolante per il suo genio.

S 94


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

Alessandro Verdi, il navigatore d'incertezze GENIO

Il famoso pittore bergamasco è pronto ad un 2012 di grande attività creativa: in cantiere tre mostre, a Milano, Udine e Berlino "Quest'anno - ha esordito il pittore - sarò impegnato nella realizzazione di tre mostre. La prima sarà allestita alla Fondazione Mudima di Milano e sarà costituita da sette opere gigantesche. Saranno sette ambienti di carta che verranno sospesi nello spazio, l'inaugurazione avverrà a settembre e l'esposi-

zione durerà un mese. Successivamente questa stessa mostra si sposterà al Museo di Berlino. Nel corso dei mesi dovrò anche preparare un ciclo di nuove opere, diciamo più nella norma come dimensioni (al massimo 2x2 metri) che verranno esposte ad Udine, più esattamente all'interno della cor-

nice di Villa Manin di Passariano, nel marzo 2013". Quali sono le tematiche che sta affrontando ora? "Il mio modus operandi è per cicli di lavoro. Ora sto portando avanti - dalla Biennale di 95


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

Disegno") e iniziai "ufficialmente" la carriera di artista". Quale consiglio si sentirebbe di dare a un giovane che vorrebbe "vivere d'arte"? "Fare l'artista è una scelta difficile, io ho seguito solo ed esclusivamente la mia passione. Bisogna avere anche fortuna, è inutile negarlo. All'inizio nessun artista può sapere se riuscirà a vivere della sua arte".

Venezia a cui ho partecipato nel 2009 - il filone "Navigare l'Incertezza". Il titolo è stato concepito dal critico Achille Bonito Oliva, fu lui a presentarmi proprio alla Biennale. Prima ho sviluppato un altro ciclo di lavoro, che mi ha occupato per ben cinque anni: "Paradiso Perduto". L'ispirazione mi venne dall'omonimo libro di John Milton che un mio amico mi regalò, e che decisi di reinterpretare pagina per pagina in pittura. Ma i cicli non si esauriscono mai: è una continua ricerca di idee e di concetti da esprimere". Che metodo usa per dipingere? "Sembro un pittore astratto, ma non lo sono. Tutto parte dall'essere umano, dalla realtà che poi tramuto in visione. Procedo come i pittori antichi, prima creo il progetto su quaderni, guardo il vero utilizzando anche la fotografia, immagazzino idee, le fisso. Successivamente uso la memoria e cerco di rappresentarle all'interno del mio studio, reinventando la realtà e trasfigurandola attraverso un elemento visionario". Lavora anche su commissione? "Purtroppo non riesco. Per dare il massimo ho bisogno dell'assoluta libertà. L'idea deve nascere da me, solo dopo essere accettata e condivisa. Fu così fin dagli inizi della mia carriera, quando il critico Giovanni Testori (allora al Corriere della Sera) mi fece da mecenate per 96

cinque anni, dal 1983 in poi, lasciandomi libero di creare. Solo nel 1987 feci la mia prima mostra a Milano (grazie alla "Compagnia del

Dal 1987 ad oggi, venticinque anni di arte. "Come detto, la prima mostra fu nel 1987. Successivamente andai in Svizzera e, in seguito, iniziai a lavorare con gallerie anche tedesche. Nel 2001 sono rientrato in Italia con una mostra in controtendenza (opere giganti senza particolare mercato) grazie proprio alla Fondazione Mudima di Milano, dove sono stato presentato dai critici Philippe Daverio, Lorand Hegyi e Gianluca Ranzi. Poi ho partecipato alla Biennale di Venezia nel 2009. Ora collaboro con una delle gallerie più importanti d'Italia, la "Galleria Blu" di Milano, e con la "Galleria Melesi" di Lecco".


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

MOTORI

Design: l'impatto iniziale è superbo Esteticamente è «cattiva» al punto giusto, con un design filante e due posti secchi che danno ancora più l'idea del go-kart 98

ARTICOLO DI LUCA T. BILOTTA PHOTO: GIORGIO CHIESA

a creatività è davvero alta, si può quasi definire una serie televisiva a puntate. Di cosa stiamo parlando? Dell'ultimo capitolo della "saga" MINI, che non usa mezzi termini nel dichiarare il suo carattere e, a pochi mesi dal lancio della sorella Coupè, ecco arrivare la nuovissima Roadster, una spider a due posti che completa la gamma del costruttore anglotedesco alzando ulteriormente il livello di esclusività. L'abbiamo provata per voi in esclusiva grazie alla concessionaria ufficiale MINI Lario Bergauto, anche se l'auto - il giorno della

L

prova - non era stata ancora presentata ufficialmente al pubblico. L'impatto iniziale è superbo: esteticamente è "cattiva" al punto giusto, con un design filante e davvero innovativo con un due posti secchi che danno ancora più l'idea del go-kart quando si sale al volante. DESIGN - Inconfondibilmente derivata dalla Coupè, questa MINI Roadster sostituisce il tetto rigido della sorella con una capote in tessuto come la tradizione delle roadster esige (per esempio, vedi BMW Z3 e Z4, ad esclusione


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

MINI Roadster, grinta per due all'aria aperta IN ANTEPRIMA

L'ultima nata è già uno spettacolo: inconfondibilmente derivata della Coupè, sostituisce il tetto rigido della sorella con una capote in tessuto come la tradizione esige

dell'ultima versione). Contrariamente alla MINI Cabrio, dove è presente di serie un sistema totalmente elettrico, i due occupanti della Roadster dovranno gestire l'apertura e la chiusura della capottina manualmente. Tramite una manopola di sblocco posizionata sull'estremità anteriore del tetto si libera il meccanismo della capote la quale, molto semplicemente e senza sforzi, si dovrà accompagnare fin dietro i due roll-bar fissi, installati dietro ai poggiatesta. Dopo essersi goduti la guida in open-air, per chiudere il tetto, basterà poi premere l'apposito pulsante di sblocco e tirare in avanti la capote, assicurandola al montante del parabrezza. Il meccanismo è di semplice utilizzo, ma qualora si necessitasse di

assistenza elettrica MINI offre come optional il tetto semi-automatico. Per evitare turbolenze alle medie soprattutto alle alte velocità, visto che siamo in tema di comfort, si consiglia di attingere alla lista optional anche alla voce "frangivento", una manna per mal di gola e messa in piega. VERSATILE - Nonostante le dimensioni esterne (MINI Cooper Roadster; 3.728 mm - MINI John Cooper Works Roadster: 3.758 mm), un passo di 2.467 millimetri e una larghezza di 1 683 millimetri) possano essere paragonate a quelle della Cabrio, l'altezza è inferiore di 20 mm, ma è il parabrezza che contribuisce a differenziare notevolmente i due modelli grazie alla sua inclinazione

Spaziosa: la soluzione di una capote in tessuto non ha penalizzato l'abitabilità interna e la capacità di carico, che invece si è dimostrata superiore alle aspettative 99


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

100

3DJLQD


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

maggiorata di ben 13 gradi rispetto alla convertibile a quattro posti della gamma, donando alla Roadster un'aggressività unica. Le linee tese, i dettagli cromati, l'alettone posteriore (una chicca condivisa solo con la Coupè) e tutte le attenzioni dedicate ai soli due posti disponibili, rendono questa Roadster un oggetto del desiderio per un pubblico giovanissimo che forse, in maniera anche più accentuata rispetto alla sorella Coupè, ricerca in questa versione della gamma MINI un prodotto decisamente al top, con il plus di poter guidare anche col vento fra i capelli. Del resto, la soluzione di una capote manuale in tessuto non ha penalizzato l'abitabilità interna e nemmeno la capacità di carico che invece si è dimostrata superiore alle aspettative. Due trolley ("cabin size") e un paio di borse morbide entrano senza problemi nel bagagliaio posteriore, confermando che i 240 litri di capienza sulla carta ci sono tutti. Presenti anche in questa Roadster diversi vani porta oggetti e uno sportello apribile (posizionato tra i due sedili) che permette di stivare oggetti lunghi tra il bagagliaio e l'abitacolo. SU STRADA - Dalla MINI Cooper Roadster con i suoi 122 CV, passando ai 184 CV della Cooper S Roadster per arrivare al top di gamma benzina, ovvero la MINI John Cooper Works Roadster con i suoi 211 CV, ma anche diesel, grazie al 2 litri da 143 CV Cooper SD Roadster. La scelta è ampia, è vero, ma se vogliamo parlare di puro piacere di guida e dare un senso concreto a quel Go-Kart feeling che MINI da sempre decanta, allora la decisione è quasi obbligata e si riduce alla Cooper S o alla adrenalinica JCW (rigorosamente con cambio manuale: l'automatico rimane optional su tutta la gamma, Cooper Roadster esclusa). Lo sappiamo, sono le motorizzazioni più costose, ma se consideriamo il listino di accesso e le differenze con gli altri allestimenti si può ben pensare che una volta fatto 30 si può fare tranquillamente 31 e in questo caso ne varrà la pena. I circa 30 kg di peso in più rispetto alla Coupè non si sentono e, anzi, il solo dubbio che questa massa possa andare a discapito delle prestazioni si eclissa in un attimo quando si apre la capote. Ed è in questo momento che si può apprezzare quella dote in più rispetto alla Coupé, quell'appagante e coinvolgente sensazione che giustifica la scelta di essersi privati dei due posti posteriori e di aver voluto saltuariamente ricoprirsi solo con un tetto in tela, in barba all'insonorizzazione e alla solidità della lamiera. Percorrere le strade di città Alta o della Bassa, assaporando il sound di ritorno del doppio scarico John Cooper Works ha decisamente posto questa ultima versione di MINI sull'alto podio della desiderabilità della gamma.

Motori: si parte dalla MINI Cooper Roadster con i suoi 122 CV, passando ai 184 CV della Cooper S Roadster per arrivare al top di gamma benzina, ovvero la MINI John Cooper Works Roadster con i suoi 211 CV

MINI LARIO BERGAUTO Via Campagnola, 50 Tel. 035 4212211 - Bergamo www.lariobergauto.mini.it www.mobility.it

101


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

RUBRICHE

PHOTO: GIORGIO CHIESA

Dal «green» al «white», in buca con Lario-Grumello e Rota Fumagalli «HOLE IN ONE»

Grande successo a Foppolo per la manifestazione voluta dal circuito Babagolf. I vincitori si sono aggiudicati prestigiosi premi messi in palio dalla gioielleria Rota Fumagalli 102

a neve non è solamente sci o snowboard. Lo scorso sabato 18 febbraio, infatti, il piazzale Alberghi di Foppolo si è trasformato in un "green" per una piccola gara di golf. Una prima assoluta in Bergamasca a cui non ha voluto mancare Lario srl concessionaria Land Rover e Range Rover a Lecco, presente con la nuova filiale bergamasca di Grumello del Monte. Proprio i gioielli della casa britannica sono stati infatti presentati sulla neve del comprensorio sciistico. Durante lo svolgimento della gara i partecipanti - oltre a gustare dell’ottimo Branzi, offerto dalla Latteria di Branzi - hanno dunque potuto toccare con mano la nuova Evoque e le già storiche Freelander 2 e Range Rover. La manifestazione fa parte di "Babagolf", il più grande circuito di golf amatoriale nazionale. Sul campo è stata posta una sola buca, a pochi metri di distanza, che i concorrenti

L


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

103


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

hanno dovuto avvicinare con un solo colpo, secondo la formula che ha dato anche il titolo dell'evento: "Hole in One". La gara è stata suddivisa in due categorie e ha visto primeggiare nella categoria "over 18" Felice Personeni del Golf Club Albenza di Almenno S. Bartolomeo, il quale è riuscito a fermare la pallina a 69 cm dalla buca. Fantastica è stata anche la prestazione del piccolo Alessandro Calvo, allievo della scuola giovani del Golf Villa Paradiso, che ha fermato la pallina a 1,05 mt dalla buca. L'evento ha avuto scopo benefico ed il ricavato della gara è stato interamente devoluto al Comitato Massimo Casari. Alla fine della giornata sono stati premiati i vincitori con preziosi regali messi in palio dall'altro importante sponsor dell'evento, la gioielleria di Bergamo "Rota Fumagalli". La kermesse è stata insomma un esperimento ben riuscito, in quanto proprio la Bergamasca vanta migliaia di appassionati golfisti al contempo grandi sciatori e frequentatori degli impianti orobici.

104


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

105


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

RUBRICHE

I campioni della cucina affilano i coltelli in Saps COOKING

Come da tradizione il «Centro di Ricerca e Formazione» di Lallio ha ospitato il ritiro precampionato della competizione europea in Galles, dove la NIC ha ottenuto la medaglia d'argento 106

PHOTO: MAURIZIO DI DIO

a Nazionale Italiana Cuochi è tornata dal Galles, dove ha partecipato agli Europei di Cucina in calendario dal 14 al 16 febbraio scorso, con una più che prestigiosa medaglia d'argento e quindi seconda solo ai tedeschi futuri organizzatori dei mondiali. L'ennesimo risultato importante ottenuto con dedizione e impegno assoluto, frutto di allenamenti duri e di una preparazione mentale perfetta. Prima dell'evento, infatti, la NIC si era incontrata, in una sorta di ritiro precampionato, al "Centro di Ricerca e Formazione" Saps di Lallio, all'interno della Baldassare Agnelli, per l'ultima prova generale di realizzazione del menù di cucina calda, attraverso tecniche stabilite dal regolamento interno in linea con gli indirizzi della WACS. La selezione della NIC, scesa nel "campo di allenamento" per affrontare l'ennesima sfida internazionale fra pentole e

L


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

fornelli, era formata dal Senior Chef Angelo Giovanni Di Lena, dal Senior Chef Gaetano Ragunì, dal Senior Chef Francesco Gotti, dal Senior chef Gioacchino Antonio Sensale, dal Junior Chef Fabio Mancuso, dal Junior Chef Domenico Spadafora, dal Junior Chef Giovanni Lorusso. La supervisione e la giuria tecnica era invece formata dal Team Manager NIC Fabio Tacchella, dal Capitano Gianluca Tomasi, dal Senior Chef Carmelo Trentacosti e dal Senior Chef Ljubica Comlenic. Nel corso della giornata si sono consumati professionalità, confronto, passione e dedizione verso l'arte del cucinare, che hanno poi dato forma e sostanza a piatti estremamente curati e raffinati, come il trancio di merluzzo con cozze e pomodoro, salsa di acciughe, raviolo di gamberi rossi su purea di sedano, rapa e lenticchie beluga; il lombo di agnello in mantello di pancetta con pavé di zucca, crocchetta di carne e giardinetto di ortaggi e funghi; la mousse al cioccolato e caramello con pere alla cannella, finanziere alle nocciole, semifreddo all'arancia e salsa di lamponi. "La NIC - ha affermato Fabio Tacchella -, è l'e-

107


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

manazione ufficiale della Federazione Italiana Cuochi e con un impegno disciplinato e costante cerca di valorizzare la figura del cuoco quale professionista di qualità che lavora con passione e cura, attenzione e scientificità. Siamo un team, un'associazione, ma anche una palestra di vita umana e professionale dove junior e senior chef, durante le prove e gli allenamenti di cucina per le competizioni, studiano insieme soluzioni gastronomiche dall'alto valore culinario". Una filosofia in piena sintonia con l'azienda che da anni è felice di ospitare la nazionale e che, visti i risultati, ha anche portato molto bene al team. "Entusiasmo, passione, made in Italy, professionalità e voglia di crescere - ha aggiunto il patron Baldassare Agnelli -, sono gli attributi che uniscono la

Nazionale Italiana Cuochi e il Centro di Ricerca e Formazione Saps nato 10 anni fa, e diventato nel tempo un importante punto di riferimento per le iniziative legate alla promozione della cucina made in Italy. Qui si studiano soluzioni per produzioni gastronomiche dall'alto valore culinario. Disciplina, ordine, saperi, sapori, professionalità, rigore, pulizia, sono solo alcuni degli elementi fondamentali che la Nazionale Italiana cuochi è riuscita a trasmettere durante la sua performance in Saps. L'ultimo allenamento prima della competizione è come da tradizione una bella pagina di cultura, anche dal sapore umano. Una pagina scritta con la volontà costante di chi la porta avanti nell'intento di migliorarsi sempre più". 108


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

www.cittadelladellauto.it

250 modelli pronta consegna - Veicoli commerciali: condizioni speciali per aziende

Finanziamenti tasso ZERO - Km 0 - Sconti fino al 30%


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

EVENTI

CHI, DOVE E PERCHÈ PHOTO: GIORGIO CHIESA

Devero Hotel & SPA, offerta a «tutto benessere» 110

opo tre anni d'attività il Devero Hotel ha aperto, inaugurandola lo scorso venerdì 10 e sabato 11 febbraio, una prestigiosa Medical SPA di ben 500 metri quadrati. Nel cuore della Brianza, tra Bergamo e Milano, il solido gruppo edilizio Devero Costruzioni - dopo aver curato e gestito nel 2008 l'apertura dell'hotel e il suo ampliamento, con la costruzione di una torre nel 2010 - ha deciso di completare l'offerta con una nuova zona gestita in collaborazione con SPA Emotions. Devero Medical SPA (oltre a 4 cabine per massaggi e rituali di bellezza esclusivi, una piscina indoor collegata ad una grande vasca idromassaggio, un percorso benessere con sauna finlandese, bagno turco e docce emozionali) propone check-up e visite specialistiche su un'ampia offerta diagnostica e terapeutica, offrendo i servizi di alcuni dei migliori medici specialisti nell'ambito dermatologico, nutrizionistico, fisioterapico ed estetico. La SPA ha aperto a metà febbraio in occasione della "Seconda Giornata della Bellezza Sostenibile" e della festa di San Valentino.

D


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

111


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

EVENTI

CHI, DOVE E PERCHÈ PHOTO: LORIS SAMBINELLI

Lario Bergauto, all'UCI lo spettacolo va in scena 112

stata ufficialmente presentata al pubblico alla fine di gennaio, in un evento che potremmo definire cinematografico: stiamo parlando della nuova BMW Serie 3. Il neonato gioiello della casa bavarese ha fatto da cornice alla proiezione privata - anch'essa in anteprima, avvenuta all'UCI Cinemas di Curno - del nuovo capolavoro action "Mission Impossible, protocollo fantasma". E naturalmente la pellicola non è stata proposta a caso, in quanto proprio all'interno del film sono state scelte numerose vetture BMW per le scene più importanti, tra cui anche la sorprendente i8 Concept, ovvero l'auto sportiva del futuro. La sua innovativa concezione di ibrida plug-in combinerà il sistema di propulsione elettrica modificato della BMW i3 Concept ad un motore a combustione a tre cilindri di grandi prestazioni da 220 cavalli. Accelerazione da 0 a 100 km/h in meno di cinque secondi ed un consumo di carburante nel ciclo europeo di meno di tre litri per 100 chilometri sono cifre che attualmente vanno oltre la capacità di qualsiasi veicolo alimentato da un motore a combustione con prestazioni comparabili.

E'


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

113


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

EVENTI

CHI, DOVE E PERCHÈ PHOTO: GIORGIO CHIESA

MINI Roadster, anteprima assoluta al Modà 114

uando il divertimento sbarca anche fuori il confine bergamasco, lo fa spesso e volentieri con la classe che contraddistingue gli eventi di Lario Bergauto. E' stato così anche per il Club Modà di Erba, dove la concessionaria ufficiale MINI per Bergamo e Lecco ha deliziato la movida della notte con l’ultima creazione della casa automobilistica. Una serata a cui è stata prestata la massima attenzione in ogni dettaglio, e che ha sbalordito i numerosi ospiti con un’anteprima di assoluto livello. Proprio per quest'ultimi, tra cui figuravano anche gli atleti dell'Unicalce Rugby Lecco, la sorpresa è stata estremamente gradita quando all'interno della discoteca si mostrava in tutto il suo carisma la nuovissima MINI Roadster, un vero e proprio concentrato di classe e sportività. Ecco dunque che lo scorso venerdì 24 febbraio il nuovo gioiello si è presentato come il partner perfetto per tutte le occasioni, con la capote aperta o meno, persino in situazioni "estreme", come l'essere immerso all'interno di un club vivo e pulsante di giovani pronti a scatenare la festa. Al termine del sontuoso buffet di benvenuto la serata ha riservato il classico divertimento “made in Modà”.

Q


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

115


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

116

3DJLQD


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

EVENTI

CHI, DOVE E PERCHĂˆ PHOTO: GIORGIO CHIESA

Porte aperte Lario Bergauto, in scena la Countryman SD 118

nstancabilmente presente e vicina ai propri clienti, anche per il fine settimana di sabato 25 e domenica 26 febbraio scorso la concessionaria ufficiale MINI Lario Bergauto ha deciso di offrire a tutti un generoso porte aperte, per poter assaporare e ammirare da vicino quel capolavoro di successo che è stato e continua ad essere la sempre nuova Countryman SD, affiancata dalla neonata MINI Roadster. La casa automobilistica tedesca non si ferma mai: dopo essersi rinnovata nel look dei modelli standard, ha ampliato e rivoluzionato l'intera gamma con l'arrivo della Countryman, una nuova concezione di SUV che ha colpito per la sua praticità , la sua bellezza e il suo inalterato carattere. Ricordiamo, inoltre, che il motore 2.0 turbodiesel vanta 143 cv di potenza - l'unico che riesce ad avvicinare la Cooper S - , che segue dunque l'evoluzione prestazionale dei diesel della serie, rappresentando il modello di punta, ma sempre attento ai consumi e alle emissioni, argomento da tempo sotto inchiesta nella Bergamasca.

I


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

119


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

EVENTI

CHI, DOVE E PERCHÈ PHOTO: LORIS SAMBINELLI

«Il Maialino di Giò», 10 mila e non sentirli 120

ppena sei mesi dall'apertura e già diecimila bicchieri di vino serviti, sono questi i primi numeri de "Il Maialino di Giò", salumeria e vineria di Piazza Pontida. Lo scorso sabato 11 febbraio si è infatti festeggiato insieme ai clienti il sesto mese d'apertura, coinciso col raggiungimento del traguardo del "decimillesimo bicchiere di vino". Il fortunato avventore ha avuto in regalo un prosciutto crudo intero, simbolo del locale che sta sempre più facendo breccia nella Bergamasca, anche tra i più giovani. Per chi ancora non lo sapesse, "Il Maialino di Giò" vuol dire scoprire una tradizione, coniugare qualità e ricercatezza, vivere un'esperienza. Ecco allora che la degustazione si miscela perfettamente con la vendita di salumi italiani di qualità garantita e di produzione diretta. Da "Il Maialino di Giò" è infatti possibile effettuare un fugace acquisto da portare a casa o dagli amici oppure fermarsi in un luogo d'incontro per un aperitivo, gustando prelibatezze tipiche del territorio italiano in un ambiente caldo, accogliente e con una vasta selezione di vini italiani.

A


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD

121


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

122

3DJLQD


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD


,PSDJLQDWRB0DU]RB T[G

3DJLQD


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.