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d’Altavilla regina di Sicilia
Il Sommo poeta colloca Costanza nel III canto del Paradiso, nel cielo della Luna, dove si trovano gli spiriti difettivi. Si tratta delle anime che godono del grado più basso di beatitudine, perché non portarono a compimento i loro voti.
Costanza viene presentata da Dante, nei versi 118-120, con queste parole: “ Quest’è la luce de la gran Costanza / che del secondo vento di Soave / generò ‘l terzo e l’ultima possanza ” (Questa è l’anima luminosa della grande Costanza che dal matrimonio con Enrico VI, secondo imperatore della casa di Svevia generò Federico II che fu il terzo e ultimo potente della dinastia). Dante coglie l’occasione per parlare della leggenda guelfa secondo cui Costanza sarebbe stata una suora, costretta ad abbandonare il convento. Ci mostra Costanza come un esempio della violenza che caratterizzava in modo negativo la società del secolo. Verosimilmente, la principessa non prese davvero i voti, ma rimase alla corte di Palermo e fu vista come una donna che non avrebbe generato discendenti.
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Il nipote Guglielmo la nominò sua erede e stabilì che per lei era giunto il momento di sposarsi. Iniziarono gli accordi tra la corte sveva e quella normanna e, il 29 ottobre 1184, ad Augusta venne resa nota la promessa di matrimonio tra la trentenne Costanza e il diciannovenne Enrico di Svevia. I due convolarono a nozze il 21 gennaio del 1186 nella Basilica di Sant’Ambrogio a Milano.
Questo matrimonio fu molto importante per la dinastia Sveva, poiché ottenne il dominio dell’Italia meridionale e cercarono di realizzare il loro desiderio che era quello di riunificare l’intera Penisola sotto la corona imperiale.
Costanza rimase incinta e anche sulla sua gravidanza si diffusero diverse maldicenze, ossia che la sua gravidanza fosse fittizia e che l’imperatrice avrebbe spacciato per suo un bambino nato da un’altra donna.
Costanza soffrì molto per questi pettegolezzi e quando fu colta dalle doglie a Jesi, il 26 dicembre del 1194, fece preparare una tenda per partorire nella piazza centrale. Non ebbe paura dei possibili pericoli di un parto a quarant’anni e senza vergogna diede alla luce il suo primogenito sulla pubblica piazza.
Il bambino era Federico II di Svevia, conosciuto come Stupor Mundi , Re di Sicilia, Duca di Svevia, Re dei Romani, Imperatore del Sacro Romano Impero e Re di Gerusalemme.
Alla morte del marito, Costanza divenne regina consorte di Sicilia dal 1194 al 1197 ed ebbe il ruolo di tutrice del figlio e reggente del regno. Morì, l’anno successivo, nel 1198.
È stata una grande donna che, grazie alle sue doti diplomatiche e alla sua intelligenza, è stata capace di far convivere in Sicilia numerose culture: latina, bizantina, araba e provenzale. Una donna che sembrava non avere alcun futuro e che invece è diventata regina e ha favorito la nascita di un vasto regno che avrebbe cambiato gli eventi d’Europa negli anni seguenti.