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luogo di ascolto, di condivisione e di rinascita
spesa o medicinali. Di recente abbiamo organizzato corsi di scrittura, lettura, cucito e avviato progetti di informazione sul territorio insieme ai consultori familiari».
Da donna, cosa ti ha spinto a credere in una sfida così importante?
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«Sono stata socia fondatrice e ora presidente, ma soprattutto una donna che ha fortemente avvertito un senso di sorellanza con le altre donne. Mi sono sempre messa al servizio del prossimo, perciò mi è sembrata una decisione spontanea e consequenziale agire in forma sistematica all’interno di uno spazio prettamente femminile in cui condividere ascolto e solidarietà».
Cosa rappresenta La Casa delle Donne in un Paese in cui c’è ancora molto da lottare per i diritti delle donne, delle minoranze e delle persone in generale?
«Simboleggia la necessità quotidiana di ricordare quanto ancora c’è da fare ma anche quanta strada è già stata percorsa; diritti che ci sembrano scontati ma che in realtà sono frutto di battaglie agli stereotipi, ai pregiudizi, a retaggi del passato. Basti pensare alle vite soffocate di migliaia di donne in regimi dittatoriali come l’Iran o l’Afghanistan. Esempi di discriminazione nei confronti del sesso femminile se ne potrebbero fare molti, ma la violenza non conosce differenze geografiche, di ceto sociale né di genere: è trasversale e mai giustificabile!».
C’è da essere fieri di avere in Sicilia associazioni di questo spessore e da esservi grati per ciò che realizzerete. Da presidente, cosa ti auspichi per il futuro della Casa delle Donne?
«Quello che ci proponiamo è il coinvolgimento non episodico ma costante di altre organizzazioni e delle amministrazioni comunali di qualunque appartenenza politica. Continueremo, ovunque sia necessario, a supportare le donne e le fasce più fragili».
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Beh, la Sicilia che amiamo ha la caparbietà di persone come Melania Carrubba e di coloro che non solo credono in una società più giusta, ma si impegnano a renderla possibile.
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