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i suoi vini racconta l’unicità di un territorio Giulia Monteleone G
iulia Monteleone è una fuoriclasse nel panorama vinicolo siciliano tanto che “Forbes” ha segnalato il suo nome tra le più importanti vigneron d’Europa da tenere d’occhio. Ha ricevuto importanti riconoscimenti come ad esempio il Tre Bicchieri del Gambero Rosso, conquistato con l’etichetta Qubba, un Etna Rosso Doc da uve di Nerello Mascalese coltivate ad alberello nei suoli lavici dell’Etna. Ho voluto intervistarla per conoscere la sua passione e il suo interesse per i suoli vulcanici.
Giulia, ci può raccontare com’è nata questa avventura?
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«Sono palermitana, nata nel 1989, e prima di diventare una produttrice mi occupavo sempre di vino. Ho iniziato ad avvicinarmi al vino scrivendone. Collaboravo con diverse guide, giornali e riviste di settore quindi ho approcciato in questo modo il vino ed è in questo modo che ho conosciuto mio marito. Lui è un enologo e abbiamo pensato di creare insieme un’azienda sull’Etna. Nel 2017 si è realizzato il nostro sogno quando abbiamo acquistato i primi due ettari di vigna vecchia, nel versante nord nel comune di Castiglione di Sicilia. Oggi, possediamo circa sette ettari di vigna su due versanti del vulcano: il versante nord dove produciamo principalmente i nostri Etna Rossi e il versante est, particolarmente adatto alla produzione del Carricante, dove produciamo i nostri Etna Bianchi».
In cosa consiste il suo progetto che vede protagonisti i vini dell’Etna?
«Il nostro progetto consiste nel dar valore ad una zona che si trova a due passi dal fiume Alcantara. Quest’area è la culla del vino etneo perché è lì che i Greci si insediarono, dopo la fondazione di Taormina e Giardini Naxos, e diedero vita all’agricoltura con il celebre Alberello Etneo. La nostra idea è quella di preservare i nostri vigneti storici e le nostre vigne prefilosseriche dalle quali produciamo i nostri vini con grande fatica, perché si tratta di vigneti lavorati manualmente e molto spesso in zone impervie».
Cosa succede in cantina?
«In cantina l’uva, che per noi deve essere di alta qualità, viene trasformata in vino. La parte più difficile del nostro lavoro avviene nelle vigne, poiché bisogna raccogliere, vendemmiare e stare attenti che l’uva sia sana e in perfette condizioni. Per quanto riguarda i vini rossi il processo comincia con la fermentazione, la macerazione dell’uva, successivamente si passa alla pressatura e si stabilisce l’affinamento. Nel nostro caso tutti i vini rossi vengono affinati in tonneaux di rovere francese, quindi vengono sottoposti ad almeno un anno di affinamento in legno. Mentre per i vini bianchi procediamo con una pressatura più soffice e li facciamo invecchiare a seconda della tipologia o in legno o in acciaio».
Per cosa si contraddistinguono i vini Monteleone dagli altri vini?
«I vini si contraddistinguono per l’età delle nostre vigne, visto che sono molto vecchie. Poniamo tantissima attenzione ai nostri grappoli e cerchiamo di avere le uve migliori per ottenere dei vini interessanti e complessi».
Può svelarci qualche segreto del suo successo?
«Non c’è un segreto ma la chiave del successo, per qualsiasi attività, è riuscire a dare il meglio di se stessi. È necessario impegnarsi per ottenere la migliore qualità dei vini e non badare a spese. La particolarità dei vini richiede molto lavoro, molti oneri e molti investimenti. Noi cerchiamo di puntare sempre in alto, dalla tipologia dei tappi a tutto il processo di preparazione per garantire l’eccellenza dei vini. Un altro punto di forza è la bellezza del territorio e la suggestione che il vulcano riesce a regalare a chi lo visita. Attualmente, l’Etna è uno dei luoghi italiani più attenzionati per la produzione del vino e noi siamo felici di lavorare in questo “luna park”, ricco di emozioni e suggestioni.
L’Etna presenta una grandissima varietà di territori, di caratteristiche climatiche e di suoli unici. Non si tratta di un solo vulcano, ma di un sistema di vulcani e ciascuna contrada presenta proprietà diverse. Questo per noi è molto avvincente e cerchiamo di valorizzare le differenze tra ciascun versante e di evidenziare tutte le peculiarità del territorio».