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Marinella Fiume racconta l’universo femminile

Lo studio sulle donne è sempre stato al centro delle sue pubblicazioni. Originaria di Noto, ma trasferitasi a Fiumefreddo di Sicilia, dove è stata primo sindaco donna per due mandati, Marinella Fiume, laureata in Lettere classiche e dottore di ricerca in Lingua e Letteratura Italiana, ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti per il suo impegno sociale e la sua produzione letteraria.

Insieme a lei percorriamo un viaggio nell’universo femminile. «Sono una persona perennemente in viaggio, una donna che cerca di imparare dalle avversità, dal dolore, dalle esperienze negative vissute per tesaurizzarle e trarne motivo di forza emotiva. La scrittura in questo è stata fondamentale per me, perché il viaggio è anche ricerca delle parole. La scrittura mette ordine, organizza e risignifica il fluido e caotico mondo interiore e quello della memoria. La scrittura è salvifica».

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La sua missione è riscattare le donne dall’oblio. «Le donne sono state dimenticate dalla Storia che pure, ovunque nel mondo – anche in Sicilia – , hanno contribuito a fare. Le donne per lunghissimo tempo non sono mai state raccontate o lo sono state molto poco. È come se non fossero mai esistite, fantasmi invisibili. L’invisibilità è la causa principale della diseguaglianza di genere. Da qui l’esigenza di un vero e proprio Dizionario di Siciliane che ho curato già nel 2006. Si trattava di colmare un grosso vuoto, una profonda lacuna storiografica».

Una donna in particolare ha influito nella sua vita. «Sono nata, da una famiglia di netini da generazioni, a Noto, il barocco giardino di pietra dove sono rimasta fino alla scuola media. Respiravo bellezza, ma quella bellezza di una decaduta aristocratica d’altri tempi che ha impegnato i suoi gioielli al banco dei pegni. Vivevo in una palazzina Liberty proprio di fronte al palazzo dove Mariannina Coffa, la capinera di Noto, passò gli ultimi anni di vita e dove un’epigrafe marmorea ancora la ricorda. Da quella epigrafe che mi fermavo a leggere ogni mattina andando a scuola non seppi più staccarmi. Fu un destino. Quando ne feci oggetto della tesi del mio dottorato di ricerca scoprii che la sua poesia andava ben al di là di quella sospirosa d’amore che tanto piaceva ai biografi locali e che il linguaggio nascondeva messaggi cifrati. Grazie a lei scoprii una Sicilia diversa, mai studiata dalle Accademie, una Sicilia molto avanzata sotto il profilo culturale e scientifico, in linea con i più progrediti paesi europei».

Ma qual è la condizione della donna in Sicilia? «Sotto il profilo socio-politico e lavorativo la situazione non è rosea, anche se la pandemia ha dimostrato come il Paese abbia retto grazie alle donne. Ma credo che ovunque, anche in Sicilia sia iniziata l’èra delle donne perché solo da queste può venire la salvezza a questo nostro mondo malato. È il modo diverso delle donne di stare al mondo, di abitarlo, che sta producendo una profonda rivoluzione».

Insieme a Fulvia Toscano hanno ideato un festival dedicato alle donne. «“La Sicilia e la Calabria delle donne - Festival del genio femminile in Sicilia e in Calabria” vede come protagonista il multiforme ingegno declinato dalle donne in molteplici settori con l’intento di sottrarre all’invisibilità le donne siciliane e marcare della loro presenza i territori di appartenenza narrando le “storie”, le “imprese”, l’impegno, i percorsi, i risultati raggiunti nei vari campi, in una parola il genio. Questa terza edizione vede protagoniste le donne e la politica, le donne e le istituzioni. Il festival diventerà “L’Italia delle donne” grazie all’interesse dimostrato dal Centro per la lettura e il libro del Ministero della Cultura che comprende 700 città che leggono».

Prima di lasciarci a questa piacevole intervista Marinella Fiume ci anticipa la sua prossima fatica letteraria. «A marzo uscirà per la romana casa editrice Iacobelli il mio nuovo libro, dal titolo curioso e ironico: “Strèuse. Strane e straniere di Sicilia”. Una galleria di ritratti di regine senza corona».

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