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Il Turismo del Vino 5.7 L’Editoriale di Franco M. Ricci
from BIBENDA n° 86
by Bibenda
TURISMO DEL VINO 5.7
Nel mese di Aprile sono stato assalito dalla notizia che si stava muovendo qualcosa sul turismo del vino.
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Non so voi, se avete avuto questa opportunità, ma io sono rimasto disgustato.
Forse perché lo sono sempre quando si parla del nulla, quando la fuffa prende il sopravvento sulla dialettica.
Ma anche perché di Turismo del vino si arrogano in tanti di enunciare idee, opinioni, cognizioni, favole... tanto da farci contare in 5.7 le parvenze di modifiche apportate in non so quali regole.
Abbiamo anche visto un logo che faceva nascere il turismo dell’Olio! Queste voglie di fare per i senzatesta e senzacervello. Ho sorriso al pensiero di una visita ad un Frantoio e a un riposino sdraiato all’ombra di un ulivo. L’Olio è una cosa seria, non si aiuta con le cazzate.
Ricordo molti anni fa, quando ebbe inizio “Cantine Aperte”, una sola giornata l’anno a fine maggio, una festa che ospitava gente presso ogni Azienda di Vino, una passeggiata, una visita in Cantina e in Vigna, una degustazione all’aperto.
Da quei giorni molta acqua è passata sotto i ponti. Avevamo, noi Sommelier, costruito un esercito contro gli Agenti di Commercio che erano furiosi, indispettiti con i Produttori perché vendevano direttamente ai visitatori il loro vino e così per quei venditori non c’erano le provvigioni!
Anni per convincere le Aziende che dovevano aprire le loro magnifiche realtà: Cantine, Vigne, Sale di Degustazione, Ristoranti, Resort... In barba ai loro Agenti, che ben presto capirono che a far conoscere l’Azienda anche i loro vini attiravano di più. Erano più buoni! con la conseguenza di diventare un acquisto abituale di tutti i giorni.
Il Turismo del Vino era nato.
Ed era nato grazie, soprattutto, alla spinta culturale impressa dai Sommelier.
ENOTURISMO
Poi una legge, e poi un’altra, poi un libro e poi un altro. Senza tener presente che l’evoluzione di questo meraviglioso turismo ha portato ad un “lusso prêt-à-porter” pronto ad intervenire in soccorso al declino della qualità dei grandi Alberghi Nazionali. Perché le stelle alberghiere non corrispondevano più al Lusso autentico. I Convegni, i Congressi, la presenza di Capi di Stato stranieri con le loro scorte armate avevano fatto abbassare
drasticamente il lusso delle camere da 500 Euro a notte.
Quel lusso, quello vero, lo abbiamo finalmente rivisto tempo fa in una pubblicazione chiamata “Camere su Vigne”, una meravigliosa realtà di oggi che chiamarlo riduttivamente “turismo” è un’offesa a questi imprenditori.
Insomma, possedere e offrire questa opportunità, rappresenta l’investimento di ogni Azienda intelligente, forse tutte, che accolgono da tutto il mondo turisti “assetati” del Vino Made in Italy, innamorati della nostra Terra Italia, delle sue Diversità, dei Territori da amare all’istante.
Questo è Turismo del Vino. Questo c’è, grazie ai Produttori di Vino. E c’è anche perché migliaia di persone che escono dai Corsi di Sommelier in Italia vengono spinti a frequentare le migliori Aziende, dalla Sicilia al Piemonte, perché così le presentiamo: come unica fonte di conoscenza autentica del Vino.
Anche il Corso prevede una Lezione svolta in visita ad un’Azienda, dalla vigna alla cantina, imbottigliamento compreso. Tutto questo c’è e c’è da anni. Funziona, eccome. Bene perché è un’idea stimolante, è capacità imprenditoriale, è fiore all’occhiello delle Attività produttive di Vigne e Cantine di intelligenti Produttori. Poi, c’è chi sbandiera nuove leggi, c’è chi si appropria di fantasie turistiche di uomini e donne capaci già da decenni.
Insomma, politici ed enologi che ci azzeccano? Forse vogliono fare l’edizione 5.7 del turismo. Ma no, grazie, non servono.
Questa volta, i primi potrebbero servire aiutandoli a rimediare i danni inferti dalla pandemia. I secondi, potrebbero aiutare riducendo le loro onerose parcelle.
Se un Ministro o qualcuno di buona volontà avesse davvero voglia di aiutare la Cultura del vino, ebbene, lo porti a Scuola. Ma per bene. Lo introducano con progetti di legge seri che esaltino le diversità della Terra d’Italia: Il Vino, L’Olio, i Frutti delle migliaia di territori che vengano protetti.
Ne introducano lo studio, per aiutare i giovani all’uso consapevole del vino e per incrementare il mercato interno.
Il Turismo del Vino è già la grande bellezza del nostro Paese, è il fascino dei Produttori che ci mettono la faccia.
Solo la Cultura può far sviluppare progetti, scrivere libri, organizzare viaggi, con millanta idee. Altro che arrivare a 5 punto 7!
Franco Maria Ricci