La filiera dell’auto elettrica vale miliardi (ed è anche green) IN QUESTO NUMERO
Energy e utilities Rischiosità finanziaria bassa
Blockchain ed Energia Dai prosumer alla mobilità elettrica
Blast21 Srl • 20123 Milano, Via M. Bandello 15 • Supplemento al N° 7 di DFO • Anno II • settembre 2018 Poste Italiane Spa • Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano
sommario
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SCENARI
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Energy e utilities: rischiositĂ finanziaria bassa (ma attenzione a petrolio e normativa)
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Utilities e dati. Questione di cultura aziendale
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IoE. Come gestire (e proteggere) il dato?
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Un’intelligenza (artificiale) per l’energia del futuro
sommario
24 Supplemento al numero 7 settembre 2018 di DFO Direttore responsabile Alberto Grisoni - agrisoni@aziendabanca.it Redazione Barbara Botti - bbotti@aziendabanca.it Simone Rizzo - srizzo@aziendabanca.it Gaja Calderone Advertising Mariuccia Ritrovato - mritrovato@aziendabanca.it Hanno collaborato Elena Giordano, Francesca Ruggiero, Rosaria Barrile, Paolo Fioroni Progetto grafico e Impaginazione Clementina Occhipinti Stampa - Àncora Arti Grafiche Crediti Immagini Copertina e pag. 24: Electronic-Zeit/shutterstock Pag. 16: Lumppini/shutterstock.com Pag. 30: Visual Generation shutterstock Redazione Blast21 Srl - Via F. Caracciolo, 68 - 20155 Milano Tel. 02 49536590
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La filiera dell’auto elettrica vale miliardi (ed è anche green)
TECNOLOGIA
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Blockchain ed Energia. Dai prosumer alla mobilità elettrica
4 numeri l’anno. L’abbonamento andrà in corso, salvo diversa indicazione, dal primo numero raggiungibile. Italia 10 euro. La copia 3,90 euro. Arretrati il doppio. Estero 20 euro. Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano Autorizzazione tribunale di Milano n. 74 del 7/02/2017. È vietata la riproduzione, anche parziale, di quanto pubblicato senza la preventiva autorizzazione scritta di Blast21. Ai sensi del decreto legislativo 196/2003, le finalità del trattamento dei dati relativi ai destinatari del presente periodico, o di altri dello stesso Editore, consistono nell’assicurare una informazione tecnica, professionale e specializzata a soggetti identificati per la loro attività professionale. L’Editore, titolare del trattamento, garantisce ai soggetti interessati i diritti di cui all’art.13 del suddetto decreto. Gentile lettore, alcune copie del mensile AziendaBanca sono inviate gratuitamente per finalità di marketing diretto. Il destinatario finale può, in qualunque momento, contattare la redazione per richiedere l’aggiornamento o la rimozione del proprio nominativo dalla mailing list.
dfo
DIGITAL FINANCIAL OFFICER
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nomi
A Acea...................................................... 6 Acquirente Unico............................ 9 AGSM..................................................15 Alea Energia........................................7 Altroconsumo.................................24 Aneris Veronica..............................24 Apkappa.............................................10 Ares2T................................................22 Ascopiave..........................................15 ASSIL..................................................22
Estra Clima........................................ 8 Exprivia................................................11
B Banco Azzoaglio.............................. 8 BCC Bergamasca e Orobica........ 8 BFF Banking Group......................... 8 BMW...................................................24 Bonsanto Marco.............................16 Bosch Thermotechnik..................10 Brooklyn Microgrid........................30 BTicino................................................12
H Hera...................................................... 9 I ING Italia..............................................7 IoThings Milano................18, 20, 22 Italtel....................................................11
C Cambridge Econometrics..........24 Candy Group....................................13 Carrefour..........................................24 CERTeT .............................................24 Cogeser............................................... 6 Comune di Milano........................20 CRIF Ratings.....................................16 Croce Michele..................................15
L Lighting Venice Port........................7 Lombardy Energy Cleantech Cluster...............................................22 Loscalzo Carlos..............................15 Lutech.................................................11
D Duferco Energia.............................24 E E.on.....................................................20 Edison.................................................14 Egea...................................................... 8 Ekogrid..............................................20 Enel.....................................................24 Enel X.................................................24 Energy & Strategy..........................22 Estra....................................................15 4
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F F2i Energie Rinnovabili...................7 Fasano Giancarlo............................ 8 Favuzzi Domenico..........................11 G Green Network................................. 9 Gruppo Telecontrollo ANIE........22
K Kerberos...........................................22 KPMG..................................................24
M Macrì Francesco.............................15 Marengo Group...............................12 Marengo Massimo..........................12 Mecoms.............................................10 Microsoft...........................................20 Mitric..................................................20 P Paggiaro Riccardo..........................15 Pescara Distribuzione Gas........... 6 PHPower...........................................20 Pictet Asset Management..........24 Pirovano Tullio..................................11
Prysmian.............................................11 Q Quisque.............................................24 R Ravagni Alberto...............................10 Regione Valle d’Aosta...................28 S Saulli Piero......................................... 9 Schneider Electric.........................15 School of Management Politecnico di Milanp...................30 Share’NGO........................................24 SIA......................................................... 9 Sinergetica.........................................11 Solidpower........................................10 T The European House Ambrosetti.......................................24 TIM.......................................................13 Torre Sergio.....................................24 Transport&Environment.............24 U Unareti................................................. 6 Utilitalia..............................................15 V Vodafone...........................................10 Volkswagen......................................24 W Wekiwi................................................14 X X Data Net.........................................10 Y Yess.energy......................................22 Z Zucchetti Energia..........................20
editoriale
Che cosa aspettiamo?
Alberto Grisoni Direttore di DFO
L’ennesimo rinvio della fine del regime di maggior tutela era atteso. È mancata l’informazione all’utente finale, si è detto. Si rischia di generare confusione nell’utenza. E la confusione favorisce i comportamenti scorretti sul mercato, da un lato, e il disinteresse difensivo dei clienti, dall’altro.
Se l’obiettivo è fare meglio, raccontando a consumatori e imprese che stiamo entrando in un mercato diverso e che le cose stanno cambiando, sia benvenuto il rinvio. Anche di due anni, se necessario. Il problema è che non vediamo grandi iniziative per raccontare al consumatore finale come il mercato libero e la rivoluzione digitale possono cambiare il suo rapporto con i fornitori di luce e gas e, più in generale, con la gestione della spesa energetica. Che conquista le prime pagine dei quotidiani e le aperture dei TG
solo per l’aumento delle tariffe (che è puntualmente una “stangata”). Mentre tutto il filone “smart”, la cui narrazione piace moltissimo negli altri settori, difficilmente supera il perimetro dei convegni di settore. Peccato. Peccato manchino iniziative per spiegare che cosa cambierà, in un linguaggio semplice e alla portata del cittadino comune. Che ha molte preoccupazioni incombenti nel suo quotidiano e cerca messaggi di rapida comprensione. Certo, sono temi di ampia portata, in alcuni casi nuovi persino per le aziende del settore (ne parliamo in un articolo che trovate in questo numero). Ma il silenzio, soprattutto dei big, fa perdere un’opportunità verso il cliente. Cliente che riceve invece telefonate, spesso moleste, di call center esternalizzati che gli propongono le tariffe più varie, ricordandogli sempre che “comunque dovrà cambiare presto tariffa”. Il silenzio di chi ha grandi storie da raccontare lascia spazio al messaggio meramente commerciale. E rischia di rafforzare l’idea “da bar e da social” che dietro la fine del regime di maggior tutela ci sia solo un magna magna. Buona lettura
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brevi • mercato COGESER CON UNARETI PER IL GAS DELL’HINTERLAND MILANESE 41 comuni nel nord est di Milano, un solo distributore di gas. Partita una nuova Gara d’Ambito per l’hinterland milanese, Cogeser e Unareti (gruppo A2A) hanno unito le forze: parteciperanno come ATI (associazione temporanea di imprese). Si tratta della Gara d’Ambito dell’Atem 4, l’ambito territoriale che raccoglie i 41 comuni, tra cui i 29 della Martesana. Gli oltre 7mila comuni italiani sono infatti organizzati in 177 Atem (Ambiti Territoriali Minimi). La gara assegnerà a un unico concessionario la distribuzione del gas nell’Atem 4, come stabilito dalle normative statali.
Paolo Sabbioni, Amministratore Unico di Cogeser, e Enzo Gerosa, Presidente e Amministratore Delegato di Unareti
L’ATI Cogeser - Unareti È per questo che Cogeser e Unareti si sono messe insieme intorno a una ATI, per “unire le forze” sia in termini di dimensioni della rete di distribuzione sia in termini di competenze e di capacità di investimento. L’accordo delinea anche il futuro dell’ATI in caso di vittoria della gara: nascerà una Newco partecipata da Cogeser e Unareti. «La partecipazione in partnership con Cogeser alla gara nell’Atem 4, il cui territorio comprende una rete di circa 2mila km e serve oltre 240mila utenti, rappresenta la volontà di A2A di estendere il business della distribuzione gas nei territori dove opera il Gruppo – dichiara Enzo Gerosa, Presidente e Amministratore Delegato di Unareti. Dopo l’aggiudicazione della gara per la distribuzione gas nell’ambito territoriale di Milano 1, sperimentiamo una nuova modalità di partecipazione alle gare». «Per quanto riguarda la territorialità, in caso di creazione di una Newco, questa avrà sede in uno dei Comuni soci di Cogeser – aggiunge Paolo Sabbioni, Amministratore Unico di Cogeser – e avrà una denominazione evocativa del radicamento territoriale. Il nome ipotizzato è infatti Martesana Gas». VERONA. DUE COMUNI VERSO LA SMART ENERGY L’hinterland veronese si prepara a rinnovare l’illuminazione pubblica e a dotarsi di nuovi sistemi di smart metering: pronta un’operazione da circa 5 milioni nei Comuni di Fumane e di San Pietro in Cariano per la riqualificazione energetica. Alla sfida della smart city, i due Comuni, entrambi in provincia di Verona, hanno infatti “avviato le valutazioni di pubblico interesse relative a due distinte proposte di affidamento in concessione a iniziativa privata”, si legge in una nota. In programma c’è l’efficientamento energetico dell’intero territorio comunale: dall’adeguamento normativo all’ottimizzazione degli impianti di illuminazione pubblica, anche grazie a nuovi sistemi per il monitoraggio smart dei consumi. Le concessioni “sono entrambe qualificate off balance sheet”, continua la nota, “e come tali in grado di non incidere negativamente sull’obbligo di pareggio di bilancio imposto agli enti locali e sulla capacità degli enti di concorrere alla sostenibilità del debito pubblico“. Ad assistere i due Comuni nell’operazione lo Studio Lipani Catricalà & Partners, con un team composto dal partner Giorgio Lezzi e dagli associate Angelo Maria Quintieri e Enrico Attili. 6
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ACEA ACQUISISCE IL 51% DI PESCARA DISTRIBUZIONE GAS Acea ha acquisito il 51% del capitale sociale di Pescara Distribuzione Gas Srl, società attiva nel settore della distribuzione di gas metano nel Comune di Pescara. A cedere le quote sono state le società Alma C.I.S. Srl e Mediterranea Energia Soc. Cons.a.r.l., che manterranno il 49% del capitale della società e parteciperanno in sinergia con Acea alla gestione industriale dell’infrastruttura. Acea è stata assistita da Grimaldi Studio Legale.
mercato • brevi ALEA ENERGIA ACQUISISCE IL 90% DI LIGHTING VENICE PORT Elettra Investimenti, PMI Innovativa quotata sul mercato AIM Italia, ha annunciato l’acquisto da parte della sua partecipata Alea Energia di una quota pari al 90% del capitale sociale di Lighting Venice Port (“LVP”) da Ladurner, e una percentuale pari al 90% del credito per capitale ed interessi vantato da Ladurner nei confronti di LVP a titolo di rimborso dei finanziamenti soci erogati a LVP pari ad euro 900.000,00. Alea Energia si è riservata la facoltà di nominare un partner finanziario acquirente di una quota del 20% del capitale sociale di Lighting Venice Port e di un’analoga percentuale del finanziamento soci. L’attuale socio Ladurner rimarrà titolare della residua quota del 10% del capitale sociale e del finanziamento soci.
RINNOVABILI. ING CON F2I PER IL PORTAFOGLIO DI RTR ING Italia è coinvolta nel project finance da 995 milioni di euro per l’acquisizione e il rifinanziamento da parte di F2i Energie Rinnovabili del portafoglio fotovoltaico di RTR - Terra Firma, per 334 MW di potenza installata. L’obiettivo per F2i Energie Rinnovabili è diventare così uno dei maggiori player del settore solare fotovoltaico a livello europeo, con un portafoglio complessivo di circa 800MW e impianti installati in tutta Italia. Nell’operazione, oltre a ING Italia, ci sono anche altre otto banche nazionali e internazionali impegnate nel rinnovabile: Banca IMI, Banco Bilbao Vizcaya Argentaria, Banco BPM, BNP Paribas, Cassa Depositi e Prestiti, Crédit Agricole CIB, Société Générale e UBI Banca. Sempre in ambito rinnovabili, lo scorso aprile ING aveva partecipato al rifinanziamento di EF Solare Italia, per un importo complessivo di 1,02 miliardi di euro: con questa operazione conferma il suo impegno quindi verso la sostenibilità. La divisione Wholesale Banking di ING nell’arco di undici anni ha inoltre finanziato in Italia progetti e investimenti per un valore di oltre 1,2 miliardi di euro.
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brevi • mercato
ESTRA CLIMA OTTIENE IL RATING DI LEGALITÀ Riconoscimento per la legalità a Estra Clima. Il rating dall’AGCM, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, ha attribuito due stelle alla società. Il riconoscimento è stato attribuito in particolare per l’uso di sistemi di tracciabilità nei pagamenti (anche per importi inferiori a quelli fissati dalla legge) e per l’adozione di un nuovo sistema di controllo interno delle attività aziendali. Il rating di legalità, introdotto nel 2012, assegna un giudizio, da una a tre stelle, al rispetto della legalità. Sono ricompensate le imprese i cui amministratori, soci e dirigenti non sono destinatari di misure cautelari, non hanno ricevuto condanne penali, non hanno patteggiato per reati tributari, reati di mafia o illeciti amministrativi. Il riconoscimento porta vantaggi nella concessione di finanziamenti pubblici e nell’accesso al credito.
BFF ENTRA NEL SETTORE DELL’EFFICIENZA ENERGETICA BFF Banking Group si apre al mondo delle utilities. Insieme a Citelum, specializzata nell’illuminazione pubblica, il Gruppo conclude una prima operazione di acquisto di crediti da investimenti per la riqualificazione tecnologica delle infrastrutture. L’operazione è solo la prima: BFF resterà attiva in questo settore, consentendo alle utilities di cedere nel tempo i crediti derivanti dalla fornitura di servizi e di manutenzione. L’obiettivo è deconsolidare l’investimento finanziario iniziale che le utilities affrontano per la produzione e l’installazione delle infrastrutture di rete per le amministrazioni locali. «Siamo particolarmente orgogliosi dell’operazione sviluppata con Citelum, perché rappresenta il primo intervento di questo tipo in Italia, e apre le porte a un nuovo modo di operare per le utilities che collaborano con la P.A. – afferma Roberto Castiglioni, Responsabile Factoring di BFF Banking Group. Creare nuovi prodotti finanziari e costruirli con i nostri clienti è una nostra priorità». 8
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L’OFFERTA GAS E LUCE DI EGEA PER BANCO AZZOAGLIO L’energia di Egea raggiunge i clienti di Banco di Credito Paolo Azzoaglio di Ceva (Cuneo): presso le 19 filiali dell’istituto è da oggi possibile sottoscrivere l’offerta luce e gas della utility di Alba. Per il Banco Azzoaglio, storico istituto di credito attivo in Piemonte e Liguria, è una convenzione strategica. La banca punta infatti ad estendere la propria offerta al settore dei servizi accessori. Da qui la decisione di stringere un accordo con il gruppo Egea. I clienti interessati possono valutare le tariffe di Egea anche attraverso un nuovo portale, che permette di recuperare i dati per la formulazione della nuova proposta con la scannerizzazione della vecchia bolletta luce e gas. In filiale si potranno ricevere poi informazioni dettagliate e assistenza. «Con questa convenzione – dichiara Giancarlo Fasano, Direttore Generale del Banco Azzoaglio – ribadiamo ancora una volta l’attenzione del Banco nei confronti della propria clientela, alla quale cerchiamo di offrire, nell’ambito del mercato libero dei contratti di energia, le migliori soluzioni disponibili sul mercato».
E-CAR? CON BCC BERGAMASCA IL PRESTITO È AGEVOLATO BCC Bergamasca e Orobica conferma l’impegno green: in arrivo un finanziamento agevolato per l’acquisto di auto ibride o elettriche a tasso fisso del 3% per i clienti e del 2,90% per i soci, per un importo massimo di 50mila euro. È da 10 milioni di euro il plafond a disposizione per sostenere il progetto: il prestito “Aria Pulita”, questo il nome del nuovo prodotto, ha una durata da 18 a 60 mesi ed è dedicato unicamente all’acquisto di autovetture che contribuiscono a limitare gli impatti ambientali, come appunto quelle elettriche o ibride.
marketing • brevi
MERCATO LIBERO. NUOVO COMPARATORE PER L’OFFERTA GAS E LUCE È online Prezzoenergia.it, nuovo portale gestito da Acquirente Unico, società per azioni del gruppo Gestore dei Servizi Energetici (GSE), che mette a confronto tutte le proposte delle utility per elettricità e gas. Prezzoenergia.it: come funziona? Basta collegarsi alla homepage, dove compilare un form con una serie di informazioni ricavabili dalla propria bolletta (consumo annuo di gas o elettricità, codice di avviamento postale, tipo di offerta etc). Se non si conosce il consumo annuale, il portale chiederà di indicare altri dati, come il numero di elettrodomestici collegati nell’abitazione. Dopodiché il portale fornisce un elenco di offerte, ordinate in base al costo. Il sito è aggiornato dall’Autorità per l’Energia, che provvede alla raccolta e pubblicazione di tutte le offerte esistenti sul mercato luce e gas. Per quanto riguarda il mercato elettrico, il portale è destinato ai clienti domestici e quelli connessi in bassa tensione. Per quanto riguarda invece le offerte gas, il supporto informatico è riservato ai clienti domestici, ai condomini e alle imprese con consumi annui non superiori ai duecentomila metri cubi standard. Presto tutte le proposte sul mercato Attualmente il portale confronta le sole offerte placet (ossia le offerte a prezzo libero, a condizioni equiparate di tutela), e quindi tutte quelle proposte commerciali indirizzate a clienti domestici e a PMI con il prezzo deciso liberamente dal venditore. Successivamente il sito raccoglierà tutte le proposte esistenti sul mercato.
HERA. LA BOLLETTA SI PAGA CON JIFFY Basta un numero di cellulare per pagare la bolletta. È una realtà per i clienti di Hera che utilizzano Jiffy, il servizio di mobile payment targato SIA. È sufficiente inserire il proprio numero di telefono sull’app MyHera o accedere ai servizi online del gruppo energetico per il pagamento delle bollette, senza il bisogno di digitare i riferimenti della carta di credito o del proprio conto corrente. Il cliente riceve poi una notifica sullo smartphone e con un click autorizza la transazione in tempo reale: il pagamento avviene con addebito diretto sul conto associato a Jiffy. L’iniziativa, con il coinvolgimento di Intesa Sanpaolo, rientra nel percorso di digitalizzazione di Hera, che comprende anche i recenti progetti legati ai Virtual Account, a MyBank e CBILL. Il servizio Jiffy, attivo presso più di 130 banche italiane, sarà inoltre presto integrato in BANCOMAT Pay per raggiungere potenzialmente gli oltre 37 milioni titolari di carte PagoBANCOMAT. OIC. PARTE CON GREEN NETWORK IL DIPARTIMENTO ENERGY Un centro di ricerca tutto dedicato all’energia. Nasce il Dipartimento Energy di OIC (Osservatorio Imprese e Consumatori): Green Network è la prima azienda italiana a farne parte. L’obiettivo del Dipartimento è monitorare le best practice del mercato energetico italiano. Soprattutto in vista del primo luglio 2020, quando entrerà in vigore ufficialmente il mercato libero dell’energia. Saranno anche organizzati eventi informativi, convegni e iniziative ad hoc per il miglioramento del comparto e dei servizi al cliente. Per Green Network è un’opportunità. L’azienda infatti è presente in tutto il territorio nazionale, con una particolare concentrazione nelle aree di Milano, Roma e Torino, e conta circa 700mila clienti luce e gas, sia nel mercato domestico sia nel mercato business. «Siamo davvero onorati di essere la prima azienda italiana a entrare nel Dipartimento Energy di OIC – dichiara Piero Saulli, Presidente di Green Network. Da sempre puntiamo a offrire a tutti i nostri clienti un servizio efficiente, di qualità e soprattutto a tutela del consumatore e siamo convinti che la collaborazione con OIC non potrà che aiutarci a perfezionare ulteriormente questo aspetto». novembre 2018 -
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brevi • tecnologia
APKAPPA CON VODAFONE PER IL METERING IDRICO APKAPPA (Gruppo Maggioli) lancia un nuovo sistema di lettura automatizzata dei contatori dell’acqua, in grado di comunicare con i centri di elaborazione dati dei gestori attraverso la rete cellulare NB-IoTa di Vodafone Il sistema, denominato SMAQO, è già in fase di installazione in alcune zone della provincia ovest di Milano e nella provincia di Roma. E consentirà ai gestori delle reti idriche di essere in linea con le nuove regole decise da ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, per ottimizzare il servizio in termini di trasparenza verso il consumatore e risparmio dell’acqua. L’automazione targata APKAPPA SMAQO consente infatti di leggere i consumi del contatore in modo automatizzato e di monitorare il punto di fornitura dell’acqua per individuare anomalie come perdite idriche o manomissioni. Il tutto, tra l’altro, senza il bisogno di investire in nuove tecnologie per integrare il sistema. «Ancora un primato per il nostro Gruppo, che si aggiunge a quello già raggiunto nei sistemi di telegestione dell’illuminazione pubblica – commenta Paolo Maggioli Presidente di APKAPPA e Amministratore Delegato del Gruppo Maggioli. La nostra soluzione di telelettura e telecontrollo dei contatori dell’acqua libera i gestori dai vincoli imposti dalle tecnologie proprietarie e permette loro di attivare queste prestazioni con il minimo sforzo sia tecnico sia economico».
UTILITY. MECOMS E X DATANET RIPENSANO IL BACK OFFICE Rinnovare il back office, ottimizzando i processi per una migliore fornitura gas e luce. È con questo obiettivo che MECOMS e X DataNet hanno unito le forze con il lancio della piattaforma MECOMS 365, a disposizione di tutte le utility. La soluzione nasce per far fronte ai cambiamenti in atto nel mondo energetico con l’avvio del mercato libero. I clienti sono infatti sempre più esigenti e allo stesso tempo le regolamentazioni governative stanno spingendo i sistemi legacy di fatturazione e di meter data management oltre i loro limiti. MECOMS 365 è una piattaforma basata su Microsoft Dynamics 365, progettata per gestire tutti i processi di business di un fornitore di gas o energia elettrica. Per questo motivo X DataNet e MECOMS sono anche al lavoro per rafforzare ulteriormente la disponibilità di MECOMS 365 sul mercato italiano.
DA SOLIDPOWER E BOSH UN MICRO-COGENERATORE EFFICIENTE Un micro-cogeneratore con cui privati e imprese possono generare energia in modo efficiente e sostenibile. Si chiama Bluegen, a crearlo è Solidpower e, sotto il marchio Buderus, sarà presto distribuito anche in Germania da Bosch Thermotechnik. Bluegen è un micro-cogeneratore basato su un modulo di celle a combustibile completamente integrato. A differenza di sistemi come motori e caldaie, che bruciano il combustibile, in Bluegen il gas naturale viene convertito in energia elettrica mediante una reazione elettrochimica all’interno delle celle. Questo processo è molto più pulito: le emissioni di CO2 sono ridotte della metà rispetto alle centrali standard. Il micro-cogeneratore produce circa 13mila kilowattora all’anno con una potenza costante di 1,5 kilowatt. Inoltre, se l’elettricità generata non viene consumata completamente, l’eccedenza può essere immessa nella rete pubblica. Il poco calore di scarto può essere utilizzato come energia per riscaldare l’acqua calda sanitaria. Utilizzando Bluegen vengono eliminate poi le perdite di trasmissione e di conversione Oliver Koukal, Senior Vice President Business Unit tipiche della rete pubblica, poiché l’elettricità viene ge- Residential Heating di Bosch Thermotechnik, e nerata direttamente sul luogo in cui viene consumata. Alberto Ravagni, Chief Executive Officer di Solidpower 10
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tecnologia • brevi
EOLICO OFFSHORE. NUOVA SOLUZIONE DA PRYSMIAN Prysmian Group, azienda attiva nel settore dei cavi e sistemi per l’energia e le telecomunicazioni, lancia Power Link Cable Solutions, nuovo servizio per le operazioni relative a cavi sottomarini nel mondo dell’eolico offshore. Il sistema utilizza una tecnologia wireless per la misurazione online delle scariche parziali (PD – Partial Discharge). Si tratta di PRYCAM, soluzione che consente inoltre di effettuare attività di diagnostica e di localizzazione delle anomalie, mantenendo il sistema esaminato in esercizio. La tecnologia è applicabile a tutti gli aspetti della valutazione delle apparecchiature elettriche per classi di tensione comprese tra i 3 e i 600 kV. E i dati raccolti sono archiviati poi in cloud per essere condivisibili. La novità sarà presentata nel corso del Wind Energy Hamburg 2018, che si terrà in Germania, ad Amburgo, dal 25 al 28 settembre. Oltre a Power Link Cable Solutions, troveranno spazio altre soluzioni in cavo sostenibili targate Prysmian. Tra queste i sistemi in cavo a 66 kV per collegamenti inter-array, tecnologie HVDC e sistemi in cavo sottomarino AC e DC per la trasmissione di energia resistenti all’abrasione, alle radiazioni UV, alla corrosione, alla flessione e alla torsione.
EXPRIVIA-ITALTEL: ECCO IL PIANO IN VISTA DEL 2023 760 milioni di ricavi, export e digitalizzazione. Parte da qui la strategia in vista del 2023 del Gruppo Exprivia, società IT quotata sul segmento STAR di Borsa Italiana, forte della recente acquisizione dell’81% di Italtel. Il gruppo punta a un incremento da più di 150 milioni rispetto al 2017 con un CAGR del 3,8%. Un piano che vedrà sempre più al centro la quota realizzata all’estero, che dovrebbe passare dal 29% sui ricavi totali registrato nel 2017 al 40% nel 2023. E che parte da un focus sull’integrazione tra i mercati di riferimento di Exprivia e Italtel, per raggiungere entro il 2023 un valore da 60 milioni di euro. «La tecnologia digitale sta avendo e avrà impatti sempre più pervasivi - afferma l’AD di Italtel Stefano Pileri. Le iniziative Industria 4.0 possono rilanciare la produzione nei grandi Paesi industrializzati ma bisognerà puntare anche sulle Smart Cities, sull’ecosistema della mobilità e delle auto a guida autonoma, sull’innovazione delle reti elettriche con Domenico Favuzzi, l’integrazione di fonti Presidente di Exprivia rinnovabili e sul 5G». e Italtel
LUTECH ACQUISISCE SINERGETICA Lutech Group sale al 100% del capitale di Sinergetica, società con sede a Genova e specializzata nello sviluppo di soluzioni informatiche per il mercato dell’energia. Le soluzioni di Energy Trading & Risk Management (ETRM) di Sinergetica spaziano dalla gestione Tullio Pirovano, CEO Lutech Group. delle misurazioni ai sistemi di fatturazione, fino all’approvvigionamento di dati da fonti eterogenee (meteo, quotazioni, misure etc.), alla comunicazione programmatica verso i sistemi “core” del mercato dell’energia (nomine, bidding, dichiarazioni erc.) e alla raccolta dei dati di transparency. «Con le competenze di Sinergetica sugli ambiti “core” del mercato liberalizzato dell’energia vogliamo confermare la nostra determinazione a proporci come partner innovativo e specializzato su questa industry – dichiara Massimiliano Mazza, Energy&Utilities Director di Lutech Group. Le nuove soluzioni si combinano con la nostra offerta sulla system integration e sulla next generation infrastructure e ci rafforzano nella capacità di offrire ai nostri clienti una risposta sempre più completa e integrata alle loro esigenze». novembre 2018 -
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DALLA CASA AGLI HOTEL: BTICINO ACCELERA SULL’IOT Il living del futuro passa dall’IoT. Lo sa bene BTicino che, in occasione del Saie di Bologna in programma dal 17 al 20 ottobre, ha portato in scena un mix di nuove trovate per la casa e gli hotel connessi: dai termostati ai citofoni smart. BTicino ha infatti di recente dato vita a Eliot, nuova gamma di prodotti pensati per professionisti e consumatori: a partire dal termostato connesso Smarther, per gestire a distanza da app la temperatura della nostra casa. Strizza l’occhio, almeno in termini di design, alla fantascienza il videocitofono connesso 300Xm, un touchscreen collegato a una videocamera all’ingresso, che ci permette così di vedere chi è alla porta. Ma soprattutto di aprirgli o meno anche da dispostivo mobile. Dal Salvavita connesso agli smart speaker Se il living si fa smart, deve essere hi-tech però anche la sicurezza. Per questo BTicino ha pensato anche al Salvavita connesso. Salta la corrente e siamo fuori casa? Niente paura per i prodotti in frigo o in freezer: via app possiamo riavviare l’impianto e tenere sotto controllo lo stato del sistema. Torniamo in ambito strettamente living invece con la linea Nuvo: speaker da tavolo, diffusori sonori e soundbar per TV che si controllano da smartphone. Con le stazioni di ricarica Green’Up parliamo poi di smart mobility. Si tratta di colonnine progettate per i parcheggi privati e gli ambienti residenziali, come i condomini, controllabili da PC, tablet o smartphone via app: possiamo così capire ad esempio quando la carica del veicolo è completa o i Km che possiamo ancora percorre con l’elettricità disponibile. BTicino è inoltre al lavoro su soluzioni FTTH (Fiber To The Home) per portare la connessione ultraveloce nelle abitazioni. Ma l’azienda presenterà alla kermesse anche i nuovi interruttori/sensori della gamma Living Now con cui controllare l’illuminazione di casa da remoto. Per il mondo alberghiero le novità di BTicino sono invece tutte all’insegna del touch: nuove interfacce per accedere alle camere, touchscreen in stanza per la regolazione della temperatura, comandi per l’illuminazione e per gestire gli “scenari” (caldo, freddo, notturno ad esempio). 12
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SMART HOME ED EFFICIENZA: ARRIVA ASPEC HOME
«Una casa completamente autogestita da un’intelligenza artificiale». Definisce così Massimo Marengo, Presidente del Gruppo Marengo di Alba, i vantaggi di Apsec Home, nuovo impianto smart per la gestione efficiente dei consumi, già installato in alcune abitazioni del territorio. Aspec Home nasce come evoluzione casalinga di Aspec Industry, brevetto per l’efficienza energetica in uso presso diverse aziende italiane. Aspec sta per “Albasystem Power Energy Control”, dove Albasystem è la divisione energetica del Gruppo Marengo. «Con Aspec Home diamo pieno compimento al superamento della domotica, ma anche dei tanto reclamizzati sistemi chimici di accumulo dell’energia al piombo o al litio – continua Massimo Marengo. Aspec Home è un sistema automatico di produzione e controllo efficiente dell’energia basato sull’integrazione di tre diverse fonti: la caldaia, la pompa di calore e il fotovoltaico. L’obiettivo principale del sistema è il risparmio energetico, che raggiunge sfruttando al massimo il potenziale dell’energia solare per alimentare la climatizzazione degli ambienti e i carichi elettrici (lavatrice, lavastoviglie etc.) in presenza di sole e di energia, in modo automatico ed intelligente. Aspec Home è in grado di effettuare in ogni momento un’analisi energetica gratuita e proporre la soluzione secondo lei migliore energeticamente atta a soddisfare le condizioni di utilizzo e comfort richieste dal cliente».
smart home • brevi
ELETTRODOMESTICI CONNESSI. AL VIA IL PROGETTO “CANDY 4.0” Elettrodomestici smart per la casa e l’industria 4.0. Punta a realizzare tecnologie come queste il progetto “Candy 4.0 “, un pool di imprese guidato da Candy Group, che ha appena ricevuto un investimento anche da Regione Lombardia. L’azienda di Brugherio attiva nel settore degli elettrodomestici può contare su un finanziamento di 2,7 milioni di euro da parte della Regione, ai quali si aggiungono 4,6 milioni di euro provenienti dal gruppo di imprese che include: New Target Web di Bergamo, L.C.M. Progetti di Concorezzo (MB), Info Solution di Vimodrone (MB) e il centro di ricerca CEFRIEL. Per Regione Lombardia “Candy 4.0” fa inoltre parte dei 32 progetti selezionati per un investimento complessivo da 106,6 milioni di euro in ricerca e innovazione, scelti tra 91 iniziative presentate da partner, imprese e organismi di ricerca del territorio. L’obiettivo di “Candy 4.0” è realizzare elettrodomestici intelligenti in grado di “dialogare” con l’utente e con la fabbrica tramite piattaforme web. In fase di studio c’è già un primo elettrodomestico di questo tipo: una lavatrice smart che si controlla via app e riconosce il tipo di tessuti per impostare automaticamente il programma di lavaggio. Altre iniziative sono inoltre legate all’ambito ICT, robotica e big data.
LA SMART HOME A PORTATA DI APP: NASCE IOTIM TIM mette piede nella smart home. E lo fa con IoTIM, nuova app con cui controllare via smartphone tutti gli oggetti connessi di casa: soluzioni a marchio TIM come il sistema di sicurezza TIM security, ma non solo. In realtà IoTIM, tappa più recente del Piano DigiTIM per la digitalizzazione del Paese, si spinge oltre lo smartphone: il servizio è disponibile anche via web e prossimamente raggiungerà la TV grazie alle funzionalità smart del decoder TIM BOX. Ogni tipo di device IoT può essere potenzialmente gestibile da remoto, anche fuori casa, grazie a IoTIM: termostati intelligenti, wearables, lavatrici, frigoriferi, lampade smart etc. E non parliamo solo di soluzioni TIM: non a caso TIM è al lavoro su nuove partnership con i principali operatori del settore. TIM Security per la sicurezza domestica Già a bordo della nuova app si può trovare TIM Security, sistema di sicurezza e antifurto 2.0 connesso sia alla linea di casa sia alla rete mobile tramite SIM. Il servizio comprende sei dispositivi: una videocamera Wifi, un sensore per l’apertura e la chiusura delle porte, un sensore di movimento, due telecomandi e una centralina di controllo. TIM Security è disponibile per tutti i clienti con linea ADSL o Fibra TIM a 9,99 euro per 48 mesi. Dall’app è possibile attivare anche il servizio di sicurezza Sicuritalia Protezione24, che permette di contattare 24/7 una centrale di vigilanza. Ma TIM ha anche pensato a una bilancia intelligente e a un misuratore di pressione, per memorizzare, condividere e gestire i dati relativi alla propria salute con grafici, statistiche e altre informazioni. E nei prossimi mesi l’ecosistema IoTIM si arricchirà di nuovi oggetti intelligenti: dal TIMTag, dispositivo che informa sulla posizione dell’amico a quattro zampe e degli oggetti più cari, passando per il personal assistant di casa, fino al tracker auto. novembre 2018 -
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brevi • startup
EDISON LANCIA LA PIATTAFORMA DI LENDING CROWDFUNDING EDISON CROWD Edison S.p.A. (società del gruppo francese EDF) ha lanciato una piattaforma di lending crowdfunding, Edison Crowd, riservata alla promozione di progetti connessi alla gestione dell’energia. In particolare la piattaforma supporterà, tra le altre attività, la realizzazione di una centrale miniidroelettrica nel Comune di Palestro, offrendo a tutti i cittadini l’opportunità di partecipare alla realizzazione della centrale. L’impianto idroelettrico in costruzione si trova sulla sponda sinistra del Fiume Sesia nel Comune di Palestro all’interno del comprensorio del Consorzio Irriguo EstSesia. La centrale, pienamente integrata nel contesto e nel paesaggio circostante, ha una potenza installata di 4.500 kW ed è un impianto ad acqua fluente di piccola taglia (cosiddetto mini-idroelettrico). Ha una producibilità attesa di circa 13.500.000 kWh all’anno, corrispondenti al fabbisogno energetico di circa 4.500 famiglie. È tutta energia da fonte rinnovabile che non comporta alcuna emissione di CO2, pertanto non produce effetti sul riscaldamento globale del Pianeta, e riduce la quota di energia prodotta da fonti fossili. Grazie a Palestro verrà evitata l’emissione in atmosfera di 6.000 tonnellate di CO2 all’anno.
WEKIWI, GLI AMBASSADOR E IL PASSAPAROLA ONLINE Wekiwi “arruola” gli ambassador. Attraverso la nuova piattaforma Wekiwipeople, i già clienti possono condividere i vantaggi dell’offerta energetica digitale della società con i propri contatti, segnalando così nuovi clienti e ottenendo in cambio un compenso. Sono loro gli ambassador di Wekiwi, clienti soddisfatti del servizio di carica mensile e bolletta dinamica. E quindi disponibili a portare a bordo della community di clienti anche amici e conoscenti, trasformando questa opportunità in un guadagno. Come funziona Wekiwipeople? A metà tra il passaparola e la formula del “porta un amico”, la piattaforma permette agli ambassador di creare contenuti, post e blog per raccontare i vantaggi di Wekiwi: se un potenziale cliente è interessato può quindi utilizzare un codice ambassador, cha garantisce a quest’ultimo un guadagno. Come si guadagna con Wekiwipeople Ma non è l’unico sistema per guadagnare con Wekiwipeople. La piattaforma è in grado di tracciare anche una semplice segnalazione dell’offerta da parte di un ambassador a un potenziale cliente. Come una sorta di marketing manager, l’ambassador incassa così la sua commissione. Ma si continua a ricevere un guadagno anche per tutto il tempo che il cliente segnalato resta in fornitura con Wekiwi. Così come si può ricevere un compenso per ogni cliente segnalato che a sua volta diventa ambassador e porta nuove persone in Wekiwi. L’operato degli ambassador è sempre controllato dal team di Wekiwi. Se l’offerta non è spiegata bene, il profilo di ambassador può anche essere disattivato. La community degli ambassador Wekiwi è del resto attiva da tempo anche sul portale www.wekiwi.energy e sul gruppo Facebook Smart People Wekiwi. 14
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carriere
ASCOPIAVE. RICCARDO PAGGIARO È CFO Nuovo Chief Financial Officer per Ascopiave. Si tratta di Riccardo Paggiaro, che prende il posto di Cristiano Belliato a partire dal 31 ottobre 2018. Il manager assume allo stesso tempo il ruolo di Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili e societari e di Dirigente strategico del Gruppo Ascopiave. Paggiaro, Dottore Commercialista e Revisore Contabile, ha maturato negli anni una vasta esperienza nell’area amministrazione, finanza e controllo dopo un percorso in ambito tributario e corporate finance presso diverse società di consulenza e revisione. Dal 2011 ha ricoperto l’incarico di Responsabile Finanza & Tesoreria del Gruppo Ascopiave e di Responsabile Amministrativo per le società controllate, oltre ad aver ricoperto altre cariche in società del Gruppo. Paggiaro non è titolare di azioni ordinarie Ascopiave.
AGSM. IL PRESIDENTE CROCE ENTRA NEL CDA DI CEDEC Michele Croce, Presidente del Gruppo AGSM, è stato nominato Consigliere di Amministrazione per il triennio 2018-2020 della CEDEC, la Federazione europea delle imprese che operano nella produzione, distribuzione e vendita di energia. Croce, nominato dall’assemblea annuale dei soci, rappresenterà l’Italia insieme con Giordano Colarullo, Presidente di Utilitalia (la federazione che riunisce le aziende operanti nei servizi pubblici dell’acqua, dell’ambiente, dell’energia elettrica e del gas) e Rudi Oss, consigliere di Dolomiti Energia, società di cui è stato anche Presidente. La CEDEC è costituita da oltre 1.500 imprese di dieci Paesi (Austria, Belgio, Bulgaria, Francia, Germania, Italia, Norvegia, Olanda, Svezia e Svizzera), di medie dimensioni e in gran parte a capitale pubblico, che servono 85 milioni di clienti attraverso 350mila dipendenti. Costituita nel 1992 a Bruxelles, la CEDEC tutela gli interessi delle imprese associate nei processi decisionali dell’Unione Europea sui temi dell’energia.
ESTRA. IL PRESIDENTE MACRÌ È VICE PRESIDENTE DI UTILITALIA Il Presidente di ESTRA Francesco Macrì è il nuovo Vice Presidente di Utilitalia, la federazione che riunisce le aziende specializzate in acqua, ambiente, energia elettrica e gas, nata dalla fusione di Federutility e di Federambiente. Macrì è stato anche nominato coordinatore del Direttivo Energia che, con quelli di acqua e ambiente, è uno dei tre principali organi di Utilitalia. Il manager entra così in una realtà formata da 500 soggetti, per un totale di 90mila addetti e un valore della produzione pari a 38 miliardi di euro. Utilitalia fornisce acqua all’80% della popolazione, servizi ambientali al 55%, gas al 30% ed energia elettrica al 15%. Francesco Macrì ha il compito di supportare il Presidente della federazione su tutte le questioni legate all’energia, “incluso il focus sull’accompagnamento del sistema delle imprese italiane associate ad Utilitalia nella transizione energetica e nuovi modelli di sviluppo urbano”, come si legge in una nota.
NUOVO VICE PRESIDENT IT PER SCHNEIDER ELECTRIC Schneider Electric, multinazionale attiva nel campo dell’energia e dell’automazione, si rafforza in Italia con la nomina di Carlos Loscalzo in qualità di Vice President della divisione IT. Il manager succede a Davide Zardo, che ha guidato la Divisione IT dal gennaio del 2015 e che ora assume una nuova responsabilità manageriale all’interno della organizzazione Emergency Lighting dedicata all’illuminazione d’emergenza. Loscalzo è entrato in Schneider Electric nel 1991 e, nel corso degli anni, si è dedicato a diversi ruoli nelle vendite e nel marketing in Argentina, Brasile e Italia. Ha anche assunto funzioni direzionali di rilievo: nel 2008 all’interno della business unit Industry e, successivamente, nel 2015 nell’ambito del supporto tecnico Customer Care per le operazioni globali di vari Paesi, dal Sud America all’Europa centrale. novembre 2018 -
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scenari • CRIF
Energy e utilities:
rischiosità finanziaria bassa (ma attenzione a petrolio e normativa)
Anche grazie ai ricavi legati prevalentemente alle tariffe e al basso prezzo del petrolio negli scorsi anni, il comparto Energy e utilities si conferma a basso rischio finanziario. Ma, secondo CRIF Ratings, nel prossimo biennio bisognerà fare attenzione al prezzo del petrolio e all’emergere di nuovi player con la fine del regime di maggior tutela ln un contesto generale che ha visto un miglioramento della rischiosità delle imprese non finanziarie italiane, il settore utilities ed energia si distingue ulteriormente con un dato inferiore alla media. Lo studio “Economic and Credit Outlook 2018-19”, realizzato da CRIF Ratings, sottolinea come il tasso di default delle aziende non finanziarie del nostro Paese - ovvero l’evidenza di ritardi di più di 90 giorni nei paga16
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menti su linee di credito detenute presso il sistema finanziario o di eventi pubblici di default - a dicembre 2017 sia stato pari al 3,9% (a giugno 2017 era al 4%), mentre il dato del comparto utility ed energia si sia attestato al 3,1%. Miglioramento strutturale dopo la crisi Nel complesso il 2017 ha risentito degli effetti di un trend già evi-
dente a partire dal 2015 e, nella sostanza, si osserva un progressivo miglioramento rispetto al picco dei casi di default registrati nel secondo trimestre del 2014 (4,3% vs 7,6% dell’intera economia italiana). Questo scenario è stato favorito da un generale miglioramento del contesto economico combinato alla pulizia dei bilanci bancari dai crediti in sofferenza. Ciò ha permesso l’ottenimento
CRIF • scenari
di nuovo credito per tutte quelle imprese che negli anni della crisi avevano sofferto maggiormente. In generale si può parlare di un miglioramento strutturale supportato anche da un effetto di selezione che si è verificato durante gli anni dal 2010-2011 fino al 2014: in questo periodo c’è stata infatti una riduzione netta del numero di aziende che ha portato ad avere un tessuto imprenditoriale numericamente più ridotto ma composto da soggetti più forti. Perché il comparto è più resiliente di altri Un fattore che ha influito sul dato registrato dal comparto energia e utility è rappresentato dalla prevalenza di servizi con un corrispettivo a tariffa che copre interamente i costi (full cost recovery), aspetto che rende di per sé il comparto in media meno rischioso di altri. Tuttavia è necessario valutare come, comunque, permanga una esposizione al rischio di volatilità del prezzo delle commodity e del petrolio in particolare, il cui valore
Marco Bonsanto, Associate Director Corporate Ratings di CRIF Ratings
sta risalendo verso un livello più fisiologico rispetto agli anni scorsi. Si è trattato di una dinamica che ha coinciso esattamente con una crisi dei consumi ma anche con un restructuring del parco di produzione, riconducibile tra le altre cose al trend che vede la produzione elettrica da rinnovabili in forte crescita rispetto al passato. L’impatto del petrolio Il prezzo del petrolio continua a essere un driver estremamente importante per le imprese produttrici che non hanno una composizione del portafoglio fatta di impianti ‘renewable oriented’, configurandosi come un fattore di rischio che questo tipo di società subiscono. Questo perché, da una parte, i contratti di fornitura dell’energia elettrica continuano a essere indicizzati al costo del petrolio e del gas mentre dall’altra le società non dotate di leve per contrastare questi movimenti rimangono inevitabilmente esposte alla volatilità della commodity. Le prospettive per i prossimi 24 mesi Se si fa un’analisi su base storica, l’attuale tasso di rischiosità riflette uno scenario pre-crisi, che può essere comparato a quello di un mercato con un andamento più fisiologico, quindi non legato a periodi di recessione. Di conseguenza, secondo le valutazioni di CRIF Ratings, un livello del 3% potenzialmente rappresenta un valore intorno al quale tasso di default si manterrà relativamente stabile anche nel medio termine. In particolare la nostra previsione al quarto trimestre 2019 è del 3,2% rispetto
al 3,1% del 2017. Peraltro lo scenario è potenzialmente destinato a risentire delle nuove normative, a partire dallo spostamento al luglio 2020 dello stop definitivo al regime di maggior tutela. La ragione adottata a giustificazione di questo rinvio è legata a un tema di tutela dei consumatori, in particolare con riferimento all’informativa di mercato che le associazioni dei consumatori e il Governo attualmente non ritengono sufficiente per i clienti finali. Un altro aspetto da tenere in considerazione nel prossimo futuro è rappresentato dalla qualità degli operatori che forniscono i servizi ai clienti, dal momento che in Italia sono censiti quasi 500 aziende che vendono nel mercato dell’energia elettrica libera. Di queste, oltre alle società appartenenti a grandi gruppi, poco più di una decina risultano essere soggetti con un merito creditizio robusto mentre le altre realtà, ovvero la maggior parte, presentano un rischio di controparte non adeguato al livello di tutela necessario per il profilo del consumatore medio. A questo riguardo, va ricordato come in passato si siano già verificati casi di fallimento e che i costi dell’inefficienza di questi operatori si sono riversati sull’intero sistema elettrico. È quindi auspicabile che questo rinvio possa essere un’opportunità per garantire maggiore efficienza da parte del mercato e affrontare in modo efficace il momento in cui ci sarà un’apertura completa nel 2020. Marco Bonsanto, Associate Director Corporate Ratings CRIF Ratings novembre 2018 -
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scenari • IOTHINGS MILAN 2018
Utilities e dati. Questione di cultura aziendale Dal kW al dato. In estrema sintesi, è questa la sfida per le utilities alle prese con l’impatto della rivoluzione digitale. Perché per il lancio di nuovi servizi non bastano gli smart meter, ma serve un cambiamento culturale
Ci vorranno nuove competenze per la nuova vita dei fornitori di energia elettrica, gas e acqua. Come emerso a Internet of Things Milan, nella sessione dedicata all’Internet of Energy, il settore non deve gestire solo il salto tecnologico verso gli smart meter di seconda generazione, ma dovrà affrontare una profonda evoluzione di competenze e strategie per farsi trovare pronto alla nuova sfida. Il cliente non si pone il problema L’esperienza dello smart metering nel gas insegna che il ritardo culturale è in primis del cliente. Ma sicuramente alle utilities si aprirà un mondo di dati grezzi da trasformare in informazione. Ad esempio, tra distributori e venditori, oppure per le operations interne. Anche 18
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se l’obiettivo finale è sicuramente lo sviluppo di servizi ad alto valore aggiunto per il cliente. Dai dati ai servizi a valore aggiunto Il problema è che questo genere di approccio è decisamente lontano dalle competenze storicamente presenti all’interno delle utilities. Che vantano tecnici e tecnologie eccellenti, ma non si sono mai dovute confrontare con questi temi. Sanno tutto del kW, ma piuttosto poco dei big data. Tanto che l’e-meter ottimizzerà sicuramente ancora di più le operations interne, con uno scambio di informazioni ancora migliore tra distributori e venditori. Ma la grande sfida dello smart meter 2.0 è andare oltre, sviluppando servizi a valore aggiunto per il cliente.
Gli ambitissimi data scientist Per una utility si tratta di scoprire il dato come elemento della cultura aziendale. Nelle utilities arriveranno in misura crescente data scientist e data analysts: figure professionali scarse e già molto richieste da aziende di altri settori. Ma non basterà arruolare nuove figure dotate delle giuste competenze, se la leadership resterà legata a un modello passato. Il concetto di gestione dei dati, con l’obiettivo di generare valore nel servizio finale, andrà diffuso capillarmente tra i vari dipartimenti, da quelli più tecnici al business. Dalla lotta per la smart home… Restando nel perimetro del settore, ad esempio, c’è chi vede grande potenzialità nel rapporto con i trader, ad esempio con contratti che limitino le forniture ne-
IOTHINGS MILAN 2018 • scenari
gli orari in cui il cliente non prevede di essere a casa. Ma lo smart meter si troverà nella posizione ideale per una battaglia molto più dura: quella per diventare l’hub di comunicazione della cosiddetta smart home. Ha già tutto ciò che è necessario per comunicare con l’esterno, profilare la clientela per consumo e segmentarla per fasce orarie. E dovrebbe quindi candidarsi a mettere in comunicazione l’ecosistema di oggetti connessi della casa con il mondo esterno:
dovrà però vedersela con la quasi totalità dei produttori di elettrodomestici (che sulla smart home hanno spesso strategie estremamente chiare) e con gli assistenti virtuali di giganti come Google e Apple. … a quella per la smart city Il quadro della smart home si fa ancora più complicato se, uscendo dalla dimensione domestica, si amplia lo sguardo al contesto
ben più ampio della smart city. In cui tutta una serie di sensori e oggetti dialogano tra loro per creare una città (e una rete di servizi) facilmente fruibile dai cittadini. Un obiettivo non immediato, ma in parte realizzabile con investimenti a basso impatto di capitale che sfruttino e mettano a fattor comune tutto ciò che oggi già esiste. Tra cui, appunto, la rete di smart meter. P.F. novembre 2018 -
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scenari • IOTHINGS MILAN 2018
IoE. Come gestire (e proteggere) il dato? Una casa connessa è anche una casa a rischio cyber. Proteggere i dispositivi e i dati della clientela diventa non solo un obbligo collegato alla normativa, compreso il recentissimo GDPR, ma anche un elemento essenziale per conquistare la fiducia del cliente e sviluppare un nuovo mercato 20
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IOTHINGS MILAN 2018 • scenari
Piattaforme cloud e servizi avanzati di cybersecurity. Anche le utilities, come avviene in tutti i principali settori, gestiscono così i dati del mondo dell’Internet of Energy, tra termostati connessi, smart light e auto elettriche. Analizzare i dati degli smart meter … A spiegarlo è stato un gruppo di operatori energetici nel corso del IV ESCO Tech Forum all’IoThings Milan 2018, tenutosi lo scorso aprile. Tra questi PHPower, azienda specializzata in Internet of Energy ed Energy Data Analysis, con un focus sul cosiddetto “sub-metering”: l’insieme cioè delle soluzioni che permettono di elaborare i dati raccolti dagli oggetti connessi. L’azienda ha infatti sviluppato EnergyCloud, una piattaforma flessibile e modulare che consente alle utilities di organizzare tutti i dati sui consumi energetici, di eseguire attività di monitoraggio e analisi basate su benchmark specifici e infine di programmare i backup. … dell’illuminazione e delle acciaierie connesse Mitric gestisce invece i dati provenienti dai sistemi smart di illuminazione pubblica. In questo caso la piattaforma, sempre basata sul cloud e accessibile anche da remoto via tablet e smartphone, mette in rete i punti luce per controllare il funzionamento dell’impianto, programmare interventi di efficienza o di manutenzione, anche tramite alert automatici. C’è poi chi punta sul machine learning e l’intelligenza artificiale, come W2WSolutions, autore della piattaforma Coyote, che monitora così i dati di esercizio
delle acciaierie per individuare olii inquinanti, valutare le performance dei circuiti di raffreddamento e delle pompe attive in contesti di questo genere. Dall’analisi delle bollette al risparmio energetico È chiaro che l’efficienza energetica resta sempre la prima priorità quando si analizzano i dati provenienti dagli oggetti IoE o dei vari sensori delle smart city. Zucchetti Energia parte dall’analisi delle bollette delle aziende clienti fino ad arrivare a monitoraggi hardware/ software, valutazioni sul campo, consulenza sul ROE e sulle modalità di investimento nell’efficientamento energetico. Alla base c’è anche qui una piattaforma di data analysis, ZEnergy, che tra l’altro ogni azienda può implementare e personalizzare come preferisce. La sicurezza della data energy Ma come posso sapere se i dati raccolti sono al sicuro? Secondo Ekogrid, che offre un sistema di antintrusione basato su data logger e firewall, non si tratta solo di proteggere le informazioni sensibili dalla minaccia cyber, ma anche di rendere il network che collega tutti i device IoE impenetrabile a chiunque non sia il proprietario o la utility. Non serve essere un hacker infatti per prendere il controllo ad esempio di una webcam connessa o di un termostato intelligente: spesso i clienti non impostano password, né altre credenziali di accesso, e tramite alcuni browser chiunque può collegarsi a un dispostivo libero. Ovviamente è ancora più grave se a prendere il controllo del device
è un cybercriminale, interessato magari a un ransomware. Il futuro dell’IoE: big e open data Sono gli stessi timori di E.on: è vero che il dato deve essere “big” e allo stesso tempo “open”, ma c’è ancora molto lavoro da fare per riuscire a garantire un elevato grado di sicurezza quando l’informazione viene condivisa in un ecosistema aperto tra più player. Della stessa opinione è anche Microsoft, che immagina un futuro in cui la corretta gestione dei big data è più che una priorità, proprio perché avremo sempre più dati da controllare: nella smart city domineranno i droni e le auto a guida autonoma, lavoreremo in smart working con strumenti di mixed reality, la sharing economy sarà centrale e la blockchain si estenderà anche a settori diversi da quello finanziario. L’esperienza del Comune di Milano Il Comune di Milano ha già fatto alcuni passi avanti in questa direzione. Anche grazie al Piano per l’Energia Sostenibile, tutti gli impianti connessi della città sono costantemente monitorati e l’informazione viene condivisa tra i Responsabili dell’urbanistica come decision maker. Nel futuro sarà però sempre più importante guardare ai dati con una logica predittiva, come conferma ANIE: lavorando nell’ottica dell’open innovation, e quindi collaborando con startup e realtà innovative, bisognerà capire come studiare il dato per anticipare interventi futuri, ad esempio quelli di manutenzione degli impianti connessi. S.R. novembre 2018 -
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scenari • IOTHINGS MILAN 2018
Un’intelligenza (artificiale) per l’energia del futuro
I fornitori di soluzioni tecnologiche si preparano al nuovo scenario competitivo del mercato energy & gas. Nel nuovo paradigma, l’enorme massa di dati prodotta dai dispositivi connessa potrà, grazie alla tecnologia, trasformarsi in servizi a valore aggiunto 22
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Smart metering e lighting, città intelligenti ed e-mobility. È questo il futuro del mondo energetico: mentre sempre più dispositivi connessi si fanno strada tra privati e aziende, i player del settore puntano sull’A.I. e sul dato per migliorare l’efficienza. I vantaggi della smart energy Se ne è discusso all’IoThings Milan 2018, tenutosi il 10 e l’11
aprile 2018. In un settore dove l’offerta primaria è ormai una commodity, la sfida è quella della smart energy, spiega uno studio di Energy & Strategy (Politecnico di Milano): un modo nuovo di concepire la fornitura energetica con un’attenzione particolare per l’efficientamento, la riduzione dei consumi e degli sprechi, così come degli impatti ambientali. Alla base c’è
IOTHINGS MILAN 2018 • scenari
l’analisi dei dati che si ricavano dai device connessi, i cosiddetti dispostivi IoE (Internet of Energy). Ma i vantaggi si misurano anche a livello di miglioramento del comfort e di nuovi servizi a valore aggiunto per i consumatori, sia aziende sia privati. Dal Telecontrollo allo Smart Water Metering Le più recenti soluzioni di Telecontrollo ad esempio fanno leva su sofisticati sistemi di analisi dei dati per monitorare i consumi e l’efficienza. Il Gruppo Telecontrollo di ANIE Automazione sta lavorando infatti su tecnologie di questo genere con un duplice obiettivo: da un lato quello di aggregare tutti i dati raccolti dai device IoT, dall’altra quella di proteggerli dalla minaccia cyber, assicurando continuità al business. Il Lombardy Energy Cleantech Cluster (LE2C), realtà che raggruppa PMI energetiche, centri di ricerca e stakeholder del territorio, si è spinto invece fino al monitoraggio dei consumi di gas e acqua: di recente ha lanciato un’iniziativa di Smart Water Metering, che partendo da analisi sui consumi dell’acqua e attività di gamification ha coinvolto le famiglie intorno alle tematiche della sostenibilità. Un MaggiorDOMO per il riscaldamento intelligente Soluzioni di questo genere trovano sempre più spazio nella casa intelligente. È tutto dedicato all’appartamento connesso anche MaggiorDOMO, nuovo
smart meter targato Kerberos per controllare in modalità wireless i consumi di tutti i sistemi di riscaldamento della casa: dai radiatori ai collettori, fino ai termoconvertitori e ai pannelli solari. Funziona in pratica come una sorta di “caldaietta” autonoma, anche se si applica dove sono presenti impianti centralizzati: tramite MaggiorDOMO possiamo infatti impostare quando accendere o spegnere il riscaldamento e programmare gli orari in base alle nostre esigenze, anche a distanza da smartphone. La forza della luce nella smart city Guarda invece al settore pubblico l’attività di ricerca di ASSIL, Associazione Nazionale Produttori Illuminazione. Anche qui l’analisi dei dati incontra l’efficienza energetica: l’associazione sta progettando sistemi di illuminazione che si accendono e si spengono in base ai flussi del traffico, riducendo così i consumi e permettendo agli apparecchi di durare di più nel tempo; oppure la cosiddetta rete Li-Fi, connessione internet potenzialmente più stabile di quella Wi-Fi, testata all’interno della metropolitana di Parigi. Parliamo della cosiddetta Internet of Lights, che vede al centro la smart city ma si spinge anche oltre: è così con la Human Centric Lighting, lo studio degli impatti che la luce ha sul corpo umano, come per il benessere degli anziani o dei malati di Alzheimer.
L’Italia e le auto elettriche L’efficienza della smart city passa però prima di tutto dall’auto elettrica. Entro il 2020 saranno oltre 750mila i veicoli green in Europa, mentre ci saranno più di 95mila colonnine di ricarica. Sono i dati di Ares2T, che evidenziano però un ritardo dell’Italia rispetto al resto d’Europa: basti osservare che in Olanda si contano già oggi il doppio delle stazioni di ricarica che avremo in Italia solo nel 2022. Il problema è che ancora solo il 22% delle colonnine si trova in area extraurbana (contro un 78% in area urbana), spesso le stazioni non sono disponibili e non sono chiari i tempi di ricarica. Per questo Ares2T sta sviluppando una soluzione B2B2C che possa indicare via smartphone agli utenti dove trovare le colonnine più vicine, i tempi di ricarica e altri dettagli utili. La stazione di ricarica a portata di smartphone Molto simile è anche l’app lanciata da Yess.energy, progettata per individuare non solo le colonnine di ricarica più vicine, ma anche quelle più adatte alle esigenze del proprio veicolo, indicando tempi di ricarica, distanza per raggiungerle e prezzi, con la possibilità di pagare il rifornimento via smartphone. Ed è un servizio che comprende le colonnine di tutti gli operatori, non solo quelle targate Yess.energy. Tra queste troviamo le nuove Yess.Tower per le aree di servizio, ma anche per i parcheggi di ospedali, supermercati e hotel. S.R. novembre 2018 -
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e-mobility • mobilita elettrica
La filiera dell’auto elettrica vale miliardi (ed è anche green) 24
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mobilita elettrica • e-mobility
L’e-mobility è una grande opportunità ambientale, ma anche di crescita per il settore industriale. L’Italia sconta un certo ritardo in alcuni ambiti della filiera dei veicoli elettrici, mentre ha le carte in regola per conquistare un ruolo importante in altri. A patto di muoversi in tempo
Un intero cambio di paradigma, non solo una svolta green. La mobilità elettrica offre alle industrie di diversi Paesi la possibilità, nel corso dei prossimi anni, di investire in ricerca e sviluppo per posizionarsi lungo una filiera ancora largamente in fase di definizione. E in cui l’Italia non parte necessariamente svantaggiata. Le grandi potenzialità future Se la tematica ecologista prevale, almeno nei media generalisti, sull’impatto economico della migrazione verso la e-mobility, l’industria è ben consapevole delle opportunità. Fa riferimento lo studio, di qualche mese fa, di The European House – Ambrosetti per Enel, che ha stimato tra i 14 e i 59 miliardi la quota di fatturato legato alla mobilità elettrica che l’industria italiana ha la possibilità di intercettare da qui al 2025. Guardando al 2030, si sale a una cifra compresa tra i 68 e i 303 miliardi di euro. Una forchetta molto ampia, che si basa su diversi scenari di crescita ipotizzati per la mobilità elettrica a livello mondiale. Considerando quindi sia le posizioni più ottimiste sia quelle scettiche. E guardando soprattutto
alla mobilità elettrica come a un trend mondiale, evitando di farsi influenzare dal ritardo italiano rispetto ad altri Paesi (occidentali e non) su questo tema. La prospettiva dell’automotive L’industria automobilistica si sta preparando. Il Global Automotive Executives Outlook di KPMG, ad esempio, mette la mobilità elettrica tra i principali elementi cui i manager del settore dedicano la loro attenzione. La sfida è senza precedenti. Perché non si tratta di gestire l’offerta di un prodotto radicalmente nuovo (che, già di per sé, sarebbe qualcosa di tutt’altro che banale) ma di ragionare in termini di ecosistema. L’auto del futuro sarà connessa ed elettrica. E questo apre la porta a servizi, funzionalità ma soprattutto a molti nuovi player, dai servizi a valore aggiunto alle infrastrutture di ricarica. È il pericolo di lasciarsi sfuggire il mondo software, restando concentrati, sull’hardware, che ha caratterizzato la prima, cruentissima fase degli smartphone. Dove, è bene ricordarlo, nel software a oggi vige un duopolio che quasi nessuno ritiene attaccabile. novembre 2018 -
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e-mobility • mobilita elettrica
Chi c’è al centro dell’ecosistema? Bene, questo ecosistema, che comprende anche l’infrastruttura di ricarica dei veicoli, dovrà avere un gestore, un soggetto centrale che coordina l’azione degli altri proponendosi come piattaforma (e guadagnandoci delle fee, ovviamente). Probabilmente ci sarà spazio per più ecosistemi, che dopo un periodo di competizione e di selezione naturale si ridurranno di numero. Da quale settore arriveranno questi attori? È tutto da vedere. L’accordo sulle emissioni Intanto, i manager interpellati da KPMG hanno le idee piuttosto chiare sugli ostacoli futuri che l’e-mobility dovrà risolvere. Il 30% indica i costi, il 28% l’infrastruttura ricarica (e l’adeguamento di quella elettrica esistente), un ulteriore 25% la regolamentazione. E infatti resta da vedere come finirà il confronto tra Parlamento e Commissione UE sul taglio delle emissioni di CO2 e sugli obiettivi minimi di vendita delle auto elettriche e ibride. L’auspicio è che si arrivi a un accordo entro i primi mesi del 2019, e quindi prima delle elezioni europee: altrimenti, tutto sarà rimandato alla prossi26
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ma Commissione e al prossimo Parlamento. E chissà. L’auto elettrica? Col tempo, conviene Lato domanda, le cose procedono a rilento. All’evento Fast & Fabulous: la corsa verso la mobilità circolare, organizzato da Altroconsumo a Milano lo scorso settembre, è stato presentato uno studio di Element Energy sul TCO, il Total Cost of Ownership di automobili con diverse tipologie di alimentazione. Un calcolo basato su uno scenario tipo con tre proprietari successivi (con passaggi di proprietà a 4 e a 9 anni dall’immatricolazione e un uso da parte del terzo proprietario per ulteriori 7 anni; percorrenze medie tra i 10mila e i 12mila chilometri annui). L’auto elettrica ne esce piuttosto bene, con un TCO stimato in 66mila euro, contro gli 81mila di un modello a benzina, i 71mila di un diesel e gli oltre 79mila di un ibrida. Non c’è solo il costo del carburante, ma anche la manutenzione nel permettere risparmi medi, nel ciclo di vita del veicolo, di circa 917 euro l’anno.
quisto. Per i costi iniziali e il limite delle infrastrutture di ricarica non conviene. E non conviene anche perché l’offerta è tutto sommato limitata. Su 428 modelli di automobile censiti in Europa, circa una ventina sono elettrici. E la mancanza di spinta sull’offerta è evidente guardando alla quota di budget pubblicitario che le case automobilistiche dedicano ai veicoli elettrici: il 2%. Il dibattito in corso sulle limitazioni alle emissioni di CO2, comunque, hanno portato il mercato a muoversi. BMW ha annunciato che entro il 2025 offrirà circa 25 modelli, tra elettrici puri e ibridi: 200 milioni di euro sono stati investiti su un centro di competenza per le batterie, che verrà inaugurato nei primi mesi del 2019. Nel 2020 dovrebbe scendere in campo anche Volkswagen con l’ID: una vettura di dimensioni medie dal costo stimato di circa 24mila euro. Un altro contributo dovrebbe venire anche dalle asiatiche, con Hyundai e Kia che lanceranno modelli tra i 35mila e i 45mila euro, ad esempio.
Entro qualche anno crescerà l’offerta Ma, a oggi, molti autoconcessionari quasi sconsigliano l’ac-
La rete di ricarica e l’iniziativa privata Altro elemento di freno per la diffusione dei veicoli elettrici:
mobilita elettrica • e-mobility
QUISQUE, SMART E ENEL X INSIEME PER LA SMART MOBILITY Due app per la smart mobility. A lanciarle sul mercato sono Smart e Enel X in collaborazione con la startup tecnologica Quisque. La prima applicazione è Ready to Park e permette a chi è in possesso di una Smart di cercare dal telefono i parcheggi disponibili, prenotare lo spazio, controllare il tempo di sosta e gestire il pagamento. Ready to Park è attivo da gennaio 2018 ed è già disponibile all’interno di un network di autorimesse convenzionate a Roma, Genova, Firenze, e presto anche a Milano. L’altra app è invece Ready to Charge, che partirà a breve e nasce dalla sinergia tra Smart ed Enel X, la divisione di Enel dedicata a prodotti innovativi e soluzioni digitali. L’app consentirà di prenotare la colonnina per ricaricare la propria la Smart elettrica, attraverso una rete di strutture di ricarica che, a partire da Roma, nei prossimi mesi si espanderà anche a Firenze, Genova e Milano.
la rete di ricarica. Oggi esistono circa 9mila punti di ricarica (di cui 7.500 privati), il PNIRE (Piano Infrastrutturale per la ricarica dei veicoli alimentati a energia elettrica) punta entro il 2020 a installare tra i 4.500 e i 13mila punti di ricarica con potenza fino a 22kW e tra i 2mila e i 6mila di potenza superiore. La stessa Enel si è impegnata per 14mila colonnine. Insomma, le azioni non mancano e soprattutto si vede il coinvolgimento di privati, che ne faranno il business principale o uno ancil-
lare. Interessante, ad esempio, il numero di strutture ricettive che hanno fatto della colonnina di ricarica un elemento per attrarre una nicchia di mercato magari piccola, ma sicuramente molto motivata: ci sono ad esempio agriturismi che segnalano viaggiatori stranieri che soggiornano solo in strutture attrezzate per ricaricare la batteria della loro vettura. L’eMobility secondo Carrefour Tra gli operatori della GDO spicca l’esperienza di Carrefour.
Che ha installato in alcuni punti vendita delle colonnine di ricarica. E ha stretto una partnership con Share’NGO, il servizio di “green car sharing” attivo in alcune città italiane. All’uscita dal supermercato il cliente trova sempre almeno una ecar pronta per il ritorno a casa nel parcheggio e, con la spesa, possono ottenere degli sconti per utilizzare il servizio. Anche la consegna a domicilio della spesa avviene, in alcune città italiane, con furgoncini a zero emissioni. novembre 2018 -
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e-mobility • mobilita elettrica
Le colonnine tra manutenzione, visibilità… Già oggi, però, c’è anche un problema di manutenzione. Alla Future Mobility Week di Torino, ad esempio, abbiamo ascoltato Sergio Torre, Responsabile Pianificazione Strategica e Controlling di Duferco Energia. Che ha raccontato di un 35% di colonnine installate in Italia che è stato soggetto a manutenzione, restando fuori uso anche per tempi significativi, lo scorso anno. Se la cavano meglio le colonnine installate presso centri commerciali e strutture ricettive. Manca poi, secondo Torre, una normativa chiara sulle concessioni per portare in strada nuovi impianti di ricarica. Alcune aree dei centri urbani, ad esempio, sono sostanzialmente off limits per monopoli o regole di roaming obsolete. Per non parlare della scarsa visibilità delle colonnine esistenti (ba-
sterebbero un cartello e un po’ di pubblicità) e della non copertura di strade a lunghe percorrenza. Le stazioni esistenti, infine, spesso non offrono abbastanza prese, non sono impianti fast charger o non hanno gli attacchi per i veicoli più piccoli, come la Renault Twizy. … e scoglio fiscale Ulteriore problema è la fiscalità. In molte stazioni i POS installati non sono attivi, perché non in grado di stampare una ricevuta dopo il pagamento con carta. Rimuovere l’obbligo di scontrino cartaceo ovvierebbe al problema. E c’è un sostanziale problema di trasparenza e tutela del consumatore: poche colonnine evolute oggi garantiscono al cliente che l’energia caricata è effettivamente pari a quella richiesta. Bisogna quindi lavorare sulla reportistica e la metrica.
LA VAL D’AOSTA IN E-BIKE La Mountain Bike elettrica. È la scommessa del Dipartimento dei Trasporti della Regione Valle d’Aosta, che anche per ragioni turistiche ha puntato sull’e-bike sharing per viaggiare in città, fare sport e percorrere il tragitto casa-lavoro. Alcuni centri di noleggio propongono anche l’acquisto della bicicletta dopo il noleggio, puntando sulla presenza di colonnine di ricarica.
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L’impatto economico. 1: meno petrolio Ma quale sarà, alla fine, l’impatto della mobilità elettrica sul sistema economico italiano? Le stime sono molto numerose. All’evento milanese di Altroconsumo è intervenuta Veronica Aneris, rappresentante per l’Italia della federazione europea Transport&Environment, che ha riportato i risultati della ricerca “Fuelling Italy’s Future”, condotta da Cambridge Econometrics, Element Energy e il CERTeT della Bocconi. Un primo risultato, scontato, è l’affrancamento dal petrolio, soprattutto se si sostituisse l’energia fossile con energia rinnovabile prodotta in Italia (gli impianti non sono lontanamente sufficienti, come vedremo): questo avrebbe un ovvio impatto positivo sulla bilancia commerciale, oltre che sull’ambiente e sulla qualità dell’aria. 2: occupazione in crescita (a sorpresa) Altro aspetto che suscita timore in un momento di trasformazione tecnologica: i livelli occupazionali. Anche nello scenario più ostile (che potrebbe tranquillamente verificarsi, visto che prevede un’economia italiana in difficoltà e una pro-
mobilita elettrica • e-mobility
fonda crisi dell’industria automobilistica) le proiezioni parlano di un saldo netto positivo di 19mila posti di lavoro al 2030 e di 50mila al 2050. A livello settoriale, cresceranno servizi, utilities, manifatturiero e idrogeno. Caleranno, ma è scontato, le raffinerie e l’automotive: anche se in quest’ultimo caso la fase transitoria in cui prevarranno i veicoli ibridi plug-in potrebbe fare da cuscinetto, limitando l’impatto nei primi anni. 3: più salute (e produttività) Fa riflettere il dato relativo ai minori costi sostenuti dal sistema per la migliore salute dei cittadini italiani: 13,5 miliardi. Il risultato è la somma del valore degli anni di vita guadagnati dagli italiani, della migliore produttività del lavoro, data dal calo delle malattie respiratorie; e solo in terza istanza dai costi sanitari direttamente collegati alla cattiva qualità dell’aria, stimati in modo restrittivo limitandosi a una sola tipologia di cancro (quello al polmone) e comprendendo tutta una serie di patologie e sindromi respiratorie. La gestione delle mobilità... Ma nella valutazione dell’impatto economico complessivo
deve rientrare anche quel mix di settore energetico, mondo ICT e tradizionale industria automobilistica che andrà a comporre la filiera dei nuovi veicoli elettrici e soprattutto l’ecosistema di cui abbiamo parlato in apertura di questo articolo. Partiamo dai veicoli. Perché non c’è solo l’automobile, ambito in cui il nostro Paese ha storicamente qualcosa da dire. Ci sono anche mezzi di trasporto merci, motociclette, biciclette, altri veicoli leggeri: anche qui l’Italia ha già maturato una certa esperienza, ad esempio nel software e nelle tecnologie integrate per la gestione della mobilità (vedi box 2). ... nuovo business, vecchia filiera? Più difficile, probabilmente, colmare il gap con Estremo Oriente e Germania su batterie e motori elettrici. Mentre le 2mila imprese di componentistica italiane, che fatturano 38,8 miliardi di euro ed esportano per 20 miliardi (di cui un quinto proprio verso le industrie tedesche, i dati sono forniti da The European House Ambrosetti) hanno sicuramente buone chance di qualificarsi come fornitori di qualità per i nuovi veicoli elettrici. E lo stes-
so vale, con i dovuti aggiustamenti, per la filiera tradizionale dell’auto, dalla carrozzeria agli interni, che potrà continuare a servire anche i veicoli di nuova generazione. Si investe nella mobilità Sul futuro della mobilità elettrica scommette da tempo anche il mondo della finanza. La casa di investimento Pictet Asset Management, ad esempio, nelle scorse settimane ha diffuso i dettagli sugli investimenti del fondo azionario Clean Energy. Il cui portafoglio include 18 aziende che producono software, componentistica, semiconduttori e così via. E ci troviamo dentro anche molta Italia. Tra i fornitori di componentistica, Pictet ha evidenziato Valeo, Delphi Automotive, Sensata Technologies. Per i semiconduttori di potenza, Infineon, On Semicondutor, Monolitihic Power. Tra le e-utilities, Edison International ed Enel. Mentre nelle società di nicchia prevalgono Nidec, Kion, Littlefuse, Schneider Electric. Per le batterie a ioni di litio troviamo Samsung SDI ed è chiaramente presente, trasversalmente ai vari ambiti, Tesla. A.G. novembre 2018 -
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tecnologia • blockchain
Blockchain ed Energia. Dai prosumer alla mobilità elettrica Una ricerca del Politecnico di Milano e EY evidenzia quattro possibili ambiti di applicazione per la blockchain nel settore energetico. Se il più promettente è quello relativo a un marketplace tra prosumer e consumatori, emerge l’opportunità di rendere interoperabili infrastrutture e sistemi
Quattro possibili ambiti di applicazione. E uno use case particolarmente interessante e apparentemente più facile da realizzare, che mette in collegamento prosumer e consumatori. L’Osservatorio Blockchain della School of Management del Politecnico di Milano ha da poco diffuso il rapporto “Le opportunità della blockchain per 30
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lo scambio di energia P2P”, realizzato con EY e la collaborazione di big dell’energia come A2A, Edison, Hera, Iren. Il titolo anticipa la scelta di focalizzarsi su uno use case preciso, ma il lavoro di ricerca ha esplorato in senso più ampio le potenzialità della blockchain in ambito power & utilities. Indivuandone, come detto, almeno quattro.
1. La ricarica dei veicoli elettrici Nella e-mobility la blockchain potrebbe consentire di creare un layer comune tra le stazioni di ricarica (esistenti e future), rendendo interoperabili le diverse reti, dalle più grandi alle installazioni singole. Alla blockchain andrebbe il compito di identificare chi vuole ricaricare la batteria della propria
blockchain • tecnologia
automobile elettrica, registrarne i consumi, fatturarli e in automatico dividere il compenso tra i diversi attori coinvolti. L’utente potrebbe accedere a un servizio tramite app, pagando con un wallet (ricaricabile o meno, poco importa) da cui l’importo della ricarica verrebbe automaticamente prelevato. Lo scenario non è stato ulteriormen-
te approfondito dal team di lavoro, ma sicuramente richiederebbe il coordinamento di un numero di attori significativo, provenienti da settori anche molto diversi. 2. Grid Management & Active demanding Più tecnico ma comunque interessante il secondo ambito. Qui
l’idea è utilizzare la blockchain per abilitare una nuova modalità di gestione dei carichi presenti sulla rete, coinvolgendo direttamente anche i clienti non business. Gestendo più efficacemente la tensione di rete e i suoi sovraccarichi, si potrebbero ridurre gli eventi anomali legati alla caduta di tensione. La blockchain racconovembre 2018 -
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tecnologia • blockchain
glierebbe le richieste di variazione della tensione agli impianti opportuni, inviate dal TSO in base alle offerte accettate sul Mercato per il Servizio di Dispacciamento. I passaggi successivi, tutti notarizzati su blockchain, prevedono l’accettazione della riduzione da parte della società di vendita, che invia ai consumatori un’offerta di variazione. Il consumer sceglie se accettare, ad esempio decidendo di ridurre il consumo degli elettrodomestici. Tutte le condizioni richieste, compiute e verificate vengono registrate tramite smart contract: il beneficio per il cliente finale può essere la riduzione del costo in bolletta, oppure punti fedeltà. L’immutabilità delle informazioni registrate nella blockchain permette di fornire al TSO un report puntuale, automatico e completo. 3. Blockchain trading system Il terzo ambito vuole abilitare la vendita P2P di energia e gas tra i grandi produttori senza richiedere un marketplace centrale o una terza parte indipendente. È un ambito in cui molti big stanno già sperimentando con iniziative dedicate. L’idea è che la blockchain venga utilizzata per registrare l’offerta di energia da parte di un’azienda. Un’altra società può inviare un’offerta di acquisto dell’energia. Il match automatico tra offerte di acquisto e di vendita porta al completamento della transazione, pagamento compreso, con registrazione automatica in blockchain. Anche in questo caso il tema è l’interoperabilità, superando le differenze tra protocolli e infrastrutture in uso nelle aziende, ma c’è anche 32
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un risparmio sui costi di clearing house, per esempio. 4. Prosumer 2 Consumer Lo use case vero e proprio è legato al fenomeno prosumer. Se l’immissione in rete di energia da parte dei prosumer può generare sovraccarichi e inefficienze, la blockchain può abilitare un modello di vendita P2P, permettendo di vendere l’energia prodotta e non consumata. I dati del Politecnico stimano poco meno di 600mila prosumer in Italia (la fonte è il GSE) che utilizzano come noto piccoli impianti da fonti rinnovabili. L’idea è basare su blockchain una piattaforma che registra la produzione del singolo prosumer, registrandola in un token e assegnandola al suo “wallet” (portafogli elettronico). La parte di energia non consumata dal produttore verrà immessa in rete o accumulata: dal wallet saranno tolti i token relativi all’energia utilizzata, il resto sarà messo a disposizione del network. Un consumatore, tramite app, potrà indicare quanto vuole spendere e quanta energia gli serve. La blockchain associerà domanda e offerta, fissando le condizioni in uno smart contract e completando la transazione. Consumata l’energia, il token corrispondente è consumato e reso inattivo. Chi gestisce la piattaforma? Una piattaforma del genere, però, ha un costo di realizzazione e di manutenzione. Da qui l’idea di coinvolgere nella sua realizzazione le utilities, che gestiranno il marketplace mettendo in comunicazione prosumer e consumer. Ogni
partecipante al network andrà ovviamente identificato e dovrà verosimilmente pagare una fee annuale al gestore. La gestione da parte di una utility o di un consorzio (e qui gli scenari spaziano, aprendo la possibilità a piattaforme locali o nazionali, eventualmente in competizione tra loro per servizi offerti e pricing) risolve una serie di problematiche pratiche. Al di là degli investimenti tecnologici necessari, infatti, serviranno regole commerciali per l’accesso al servizio. Per non parlare delle questioni apertissime sulla configurazione degli smart contract, in cui le clausole contrattuali andranno tradotte in logiche informatiche. E una parte delle operazioni si appoggeranno sugli smart meter, che già comunicano con le utility. Perché l’iniziativa locale potrebbe non tenere il passo Alcune comunità locali potrebbero promuovere iniziative interamente private e spontanee (vedi la celebre Brooklyn Microgrid) ma il coinvolgimento di una realtà strutturata sembra rendere più solida la possibilità di mantenere la piattaforma aggiornata e sicura dal punto di vista tecnologico, oltre che di raggiungere le dimensioni necessarie a ottenere economie di scala e offrire un pricing migliore a prosumer e consumatori. La possibilità di monetizzare il proprio impianto domestico di produzione di energia, inoltre, potrebbe ampliare la base dei prosumer, al di là dell’esistenza di incentivi governativi o fiscali. A.G.
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