10 minute read

Helen Oxenbury, i libri per la prima infanzia di Mara Pace.................................. pag

Helen Oxenbury

I libri per la prima infanzia

di Mara Pace

A soli sei anni comprese che più di tutto amava ritrarre le persone. E ancora oggi, prima di entrare in studio, dedica un tempo della sua giornata a osservare gli altri, con gli occhi dell’artista che vuole portare tra le pagine dei libri le relazioni, il movimento, la vita vera. Helen Oxenbury, illustratrice di A caccia dell’orso e di molti altri albi, dopo gli anni trascorsi in teatro, approda alla letteratura per l’infanzia nel 1967, lo stesso anno in cui esordisce Eric Carle con L’orso bruno, mentre in Italia nasce la Mostra degli Illustratori della Fiera del Libro per ragazzi di Bologna, escono i primi libri di Attilio, e Rosellina Archinto pubblica per la neonata Emme Edizioni Il Palloncino Rosso di Iela Mari (insieme a Piccolo blu e piccolo giallo di Leo Lionni e Nel paese dei mostri selvaggi di Maurice Sendak, usciti pochi anni prima negli Stati Uniti). Il primo titolo di Helen Oxenbury è Numbers of things, un libro attraversato dal lieve umorismo che caratterizzerà gran parte della sua produzione. Già nel 1969 vince la Kate Greenaway Medal per due albi illustrati: The Quangle Wangle’s Hat di Edward Lear e The Dragon of an Ordinary Family di Margaret Mahy, entrambi pubblicati da Heinemann. Negli anni Settanta illustra per la prima volta Lewis Carroll (la sua Alice è invece del 1999), alcuni memorabili racconti di Ivor Cutler e una preziosa raccolta di nursery rhymes a cura di Brian Alderson. Helen Oxenbury, fin dagli esordi, si è dimostrata un’attenta interprete dei testi e del linguaggio del picture book, entrando a pieno titolo nella storia della letteratura per l’infanzia internazionale, ma se volessimo indagare il campo dell’editoria per l’infanzia nel quale ha portato maggiore innovazione, allora dovremmo partire dagli anni Ottanta, quando entrò nella squadra di Sebastian Walker e, dopo tre libri gioco per scomporre animali e persone, cominciò a pubblicare come autrice completa i suoi libri per la primissima infanzia. Dressing, Friends, Working, Playing e Family (1981) sono stati tradotti in Italia da Emme edizioni e oggi, dopo lunga assenza, i primi quattro titoli tornano sugli scaffali grazie a Camelozampa, inaugurando la collana “A bocca aperta”. In una preziosa intervista del 1989 con Leonard S. Marcus (oggi disponibile in Show me a Story, Candlewick Press), Helen Oxenbury racconta la sua esperienza di madre e l’influenza che ha avuto sul suo lavoro. Con i primi due figli, quando erano molto piccoli, non leggeva. La terza figlia, però, aveva un problema di salute, per cui era necessario distrarla e intrattenerla più a lungo. Per riuscire nell’intento, Helen Oxenbury sfoglia con lei alcuni cataloghi di prodotti per l’infanzia e, con suo grande stupore, si accorge che la bambina (non ha ancora un anno) indica con interesse le immagini degli oggetti e dei bambini. “Sono

andata in una libreria per cercare board book con disegni molto semplici” si legge nell’intervista, “ma non c’era molto.” Così tornò a casa e iniziò a lavorarci. Propose l’idea a Walker, casa editrice che le stava dando grande fiducia (e per la quale disegnò anche il logo). All’epoca erano davvero pochi gli autori che stavano sperimentando il board book per la prima infanzia (Dick Bruna, ma anche Rosemary Wells). Helen Oxenbury, però, nei suoi libri non mette i coniglietti né altri animali, bensì i bambini e il loro mondo, gli oggetti e il loro uso, le persone che un bimbo di pochi mesi incontra nel quotidiano, e tutta l’imperfezione della vita. E lo fa con grande realismo. “Quando i bambini mangiano o siedono sul vasino, non sorridono, perché sono concentrati. Nei miei libri, cerco di mostrare le cose come stanno” spiega. Una scelta nella quale sentiamo l’eco di Tana Hoban (articolo pubblicato su Andersen n. 381), ma anche di Margaret Wise Brown: autrici che condividono interesse e attenzione per il mondo concreto dell’infanzia. Questa prima serie di board book, senza parole, prosegue nel 1982 con Animals, Holidays, Shopping, Helping, Bedtime: Helen Oxenbury propone illustrazioni realistiche su fondo bianco, invitando il bambino a leggere le figure per ritrovare il proprio mondo, ma anche per scoprire le prime sequenze temporali; racconta la vita quotidiana e familiare senza idealizzarla, e sempre con un tocco di umorismo. Un umorismo che tiene chiaramente conto del duplice lettore del board book: l’adulto, quando nota i volti stanchi o contrariati dei genitori ritratti dalla Oxenbury, i pasticci o la spontaneità dei piccoli protagonisti, non può che sorriderne. Attraverso questi dettagli, l’autrice cerca di conquistare anche l’adulto, per rendergli meno arduo il compito di rileggere ogni giorno per mesi o anni lo stesso libro. Un’altra serie, molto interessante, è dedicata ai sensi (1985): I hear, I touch, I see, a cui si aggiunge I can (sulle azioni dei bambini). Piccoli cartonati che mostrano un oggetto (o animale) e il bambino che lo scopre: l’orologio si ascolta ticchettare al polso del nonno, il pelo morbido del gatto si accarezza, la coperta si abbraccia. Questi libri invitano il piccolo lettore a ricordare esperienze fatte, a immaginare, a proseguire la lettura nel mondo reale, toccando, ascoltando e guardando. Ai titoli citati fin qui, adatti per i bambini già dal primo anno di vita, dobbiamo aggiungere quattro cartonati del 1987, proposti a inizio 2020 da Mondadori con la preziosa traduzione di Chiara Carminati: Buonanotte, Batti le manine, Tutti giù per terra e Che solletico! I protagonisti sono ancora i bambini, ma qualcosa è cambiato. Helen Oxenbury, come racconta Leonard S. Marcus tra le pagine di A life in illustration (Walker Book, 2018), nell’incontro con l’editoria americana cominciò a interrogarsi sui suoi lettori e la loro possibilità di identificarsi nei libri. In un coniglio o in un orsetto si può riconoscere chiunque, ma quando i protagonisti sono i bambini stessi, il problema si pone con urgenza. In questa serie di quattro titoli, gli adulti appaiono di rado, e solo a margine di pagina: al centro della scena ci sono sempre i bambini, tre o quattro per volta, colti nelle prime forme di condivisione e socialità tra pari. Helen Oxenbury, nel raccontare questi scambi, decide di variare anche il colore della pelle: una scelta importante non solo perché tutti si possano riconoscere nei personaggi del libro, ma anche per tenere allenata l’abitudine alla diversità in una fase molto delicata dello sviluppo. Il colore della pelle sarà al centro anche di Dieci dita alle mani e dieci dita ai piedini di Mem Fox (2008, in Italia pubblicato da Il Castoro

con traduzione di Pico Floridi), tra i libri illustrati da Helen Oxenbury di maggior successo in Italia. Sempre a questo proposito, è arrivato in Italia nel 2019 con Pulce edizioni un albo del 1994, Così tanto (So much), scritto da Trisha Cooke: un titolo che, portandoci dentro la casa di una famiglia afrocaraibica, rappresenta un raro esempio di albo (accanto per esempio a Peter nella neve di Ezra Jack Keats, finalista al Premio Andersen nel 2020) dove i protagonisti hanno un colore della pelle diverso dal bianco, senza che questo abbia una particolare rilevanza nella narrazione. Le parole di Trisha Cooke esprimono tutta la gioia del ritrovarsi insieme, per festeggiare a sorpresa il compleanno del papà del piccolo protagonista. Helen Oxenbury abbandona i colori più tenui dell’acquarello e alterna tre soluzioni per accordarsi al ritmo e alla vitalità del testo: tavole a tre colori per i momenti d’attesa, il bianco e nero per focalizzare le azioni del bambino, e un tripudio di colori per i momenti di incontro e di festa. Così tanto fu accolto con una certa difficoltà: i librai non ordinavano copie perché non avevano “una clientela adatta”, come se l’albo potesse interessare solo chi aveva quel colore della pelle. Invece è un albo da leggere con i più piccoli, tutti quanti, per mostrare la diversità con naturalezza. E anche per abituare i lettori a testi più lunghi e al linguaggio dell’albo illustrato. Per i grandi del nido o l’inizio della scuola dell'infanzia, Helen Oxenbury pubblicò negli anni Ottanta molti altri libri, dove racconta con un breve testo in prima persona piccoli episodi quotidiani, da una lezione di danza con inciampo (The Dancing Class) a un rocambolesco viaggio in macchina (The Drive), da un pranzo fuori casa (Eating Out) alla visita di un conoscente (The Visitor). Quello che colpisce, ancora una volta, è il realismo delle situazioni descritte, la caratterizzazione dei personaggi, le espressioni dei volti adulti e bambini, le azioni e il movimento. Ricordiamo infine la serie di “Tom e Pippo”, della seconda metà degli anni Ottanta, proposta anche in Italia da Emme edizioni: piccole storie quotidiane con protagonista un bambino e la sua scimmietta pupazzo, sempre narrate in prima persona. Si affronta il lavaggio in lavatrice del pupazzo più amato, si impara dal papà a lavare i piatti, si combinano pasticci e si diventa grandi. Per chiudere questo viaggio nella produzione di Helen Oxenbury per i più piccoli, non posso che citare proprio un libro di questa serie, Tom e Pippo leggono una storia, dov’è descritta l’esperienza della lettura condivisa: la scelta dei libri dallo scaffale basso (fino a riempirsene le braccia), la condivisione con il papà, il bisogno di leggere e rileggere tante storie. E quando il papà è davvero troppo stanco per proseguire, Tom decide di farsi a sua volta lettore per l’amata scimmietta Pippo, prolungando così il piacere di condividere parole e figure. .

A bocca aperta

Questa primavera è arrivata in libreria una nuova collana per i più piccoli, “A bocca aperta”. Il nome, suggerito a Camelozampa da Alice Keller, esprime quell’idea di meraviglia assorta che i libri dovrebbero innescare nei più piccoli, come auspicava Bruno Munari nella sua introduzione ai Prelibri. “Da molto tempo coltivavamo il progetto di aprire una collana per la fascia 0-3” raccontano Francesca Segato e Sara Saorin, “anche su sollecitazione di esperti e addetti ai lavori che ci segnalavano la mancanza in Italia di alcuni titoli fondamentali e la difficoltà a trovare libri di qualità in questo campo, dove prevale un’offerta di tipo commerciale.” Il progetto di Camelozampa è molto preciso: pubblicare titoli pensati davvero per i bambini, nelle diverse fasce d’età, adatti a incontrare le loro capacità percettive, a offrire stimoli e, più avanti, piccole storie legate alla quotidianità. Nel 2021 usciranno sei titoli, dal 2022 la collana si assesterà invece sugli otto-dieci titoli l’anno. “A bocca aperta” riporta così in Italia quattro titoli di Helen Oxenbury - Mi diverto, Mi vesto, Al lavoro, Amici – pubblicati per la prima volta nel 1981, ma in Italia da lungo tempo fuori catalogo, anche se usati da molte educatrici del nido. “Aprire la collana con questi quattro titoli” sottolineano Francesca Segato e Sara Saorin, che per questa scelta si sono avvalse della consulenza di Silvia Blezza Picherle e Luca Ganzerla dell’Università di Verona, “è quasi una dichiarazione di intenti, perché presentano tutte le caratteristiche che riteniamo importanti per i lettori di questa età: il disegno realistico, con figure rappresentate per intero, contesti e oggetti della vita quotidiana che il bambino può riconoscere, protagonisti bambini e non animaletti antropomorfizzati. Al tempo stesso, con la grazia straordinaria di Helen Oxenbury, anche le situazioni più semplici sono rappresentate con un tocco di ironia e originalità.” I libri hanno un formato quadrato (15,3x15,3) con angoli arrotondati, e mettono al centro il mondo del bambino, senza parole. La doppia pagina mostra due immagini su fondo bianco: un oggetto o animale a sinistra, e a destra il bambino che incontra l’oggetto (o animale) rappresentato nella pagina a fianco. Mi diverto esplora il gioco, spaziando da una grande palla con cui rotolarsi, all’uso di utensili di cucina e pentole per fare musica, fino al buffo incontro con il libro, che il bambino tiene a rovescio (strappando un sorriso al lettore adulto). Amici racconta l’incontro con alcuni animali; Mi vesto mostra gli indumenti e il bambino che li indossa, andando a costruire una prima sequenza temporale; e infine Al lavoro racconta le attività quotidiane del bambino, che vediamo impegnato sul vasino o a mangiare, a volte sorridente a volte un po’ perplesso. I prossimi due titoli, che usciranno in autunno, sono invece di Tana Hoban, autrice a cui abbiamo dedicato un approfondimento su Andersen di aprile e che fino a quest’anno non era mai stata portata in Italia. A fine maggio è arrivato in Italia con Editoriale Scienza il leporello Bianco e Nero, per i primi mesi di vita, mentre nella collana “A bocca aperta” usciranno i cartonati Che cos’è? (immagini bianche su fondo nero) e Giallo, rosso, blu con scatti fotografici su fondo bianco per raccontare i colori ai più piccoli. (m.p.)

This article is from: