LIBRI a cura di Linda Cottino con Anna Girardi
La ragazza innamorata della montagna Antonia Pozzi è una delle voci poetiche più intense del Novecento italiano. Ora Ponte alle Grazie, nella collana “Passi”, in collaborazione con il Cai, le dedica L’Antonia, una rilettura intensa di Paolo Cognetti
A
ntonia Pozzi è una delle voci poetiche più intense del Novecento italiano. Sono trascorsi ottant’anni dalla sua morte (avvenuta a fine 1938, a soli 26 anni) e le sue liriche sono oggi ancora più attuali. È che i grandi poeti – quale lei davvero è stata – sono capaci di parlare a molte generazioni… Nei primi quarant’anni dopo la morte la sua memoria è stata custodita da una eletta ma ristretta cerchia di lettori. Dopo il 1980 ogni suo scritto è stato ripetutamente pubblicato, con sempre maggior completezza e cura e si è infittita la bibliografia critica su di lei. Non so spiegarmi come mai Mondadori non le abbia ancora dedicato un “Meridiano”. Ma più ancora si sono moltiplicati i suoi lettori, coloro che entrano in risonanza con le sue poesie. Ora Ponte alle Grazie, nella collana “Passi” in collaborazione con il Cai, porta in libreria una rilettura di Paolo Cognetti, destinata a grande risonanza. Non si sa bene se l’autore sia lui o sia Antonia; più propriamente è un dialogo. Cognetti la fa parlare attraverso una ricchissima e appropriata scelta di citazioni e di poesie. L’intento dichiarato è di tentare di capirne l’animo, con gli occhi di un uomo del ventunesimo secolo. E lo fa da par suo, mostrando grande onestà e competenza. È evidente come la poesia di Antonia – la «ragazza milanese innamorata della montagna» – gli “risuoni dentro”; non è aliena da questa consonanza, appunto, una comune e fine sensibilità per la voce della natura, e della natura alpina in particolare (ecco il motivo dell’iniziativa del Cai). Della “poesia alta” italiana, 64 / Montagne360 / giugno 2021
la Pozzi è stata colei che più ha amato le montagne, che più ha tratto ispirazione dal mondo alpino. Una montagna intensamente vissuta, percorsa sulla roccia e con gli sci ai piedi. Si iscrisse al Cai a soli 11 anni, rinnovò la tessera (e quella dello Sci Club Cai) ogni anno fino alla morte. Ebbe come guida e istruttore anche Emilio Comici, cui dedica esplicitamente – cosa che è un “unicum” nella sua produzione – due liriche. Poesie, lettere e fotografie scelte e raccontate da Paolo Cognetti. Così il sottotitolo. La vocazione di Antonia è stata schiettamente poetica. Per questo era nata. Si provò, nei suoi ultimi anni, a scrivere un libro in prosa; che non vide la luce. Il suo ‘vero’ libro in prosa sono le sue bellissime lettere. E poi la fotografia, iniziata a diciassette anni per documentare i momenti più belli, come molti, e trasformatasi negli anni in arte dalla salda poetica. «Fotografia e poesia, in lei, sembrano complementari, prima viene l’occhio e poi la parola in unico gesto teso a cogliere». Cognetti si dimostra un lettore attento ed empatico; libero dalle diatribe dell’accademia (nessuna nota appesantisce il testo), lascia che sia lei a parlare e, appunto, la interroga, cerca di comprenderla. E lo fa con fine intuito e con originalità, cogliendo nessi inediti. L’altissima qualità stilistica dei “due autori” rende il testo affascinante: è difficile interromperne la lettura. E farà la gioia di molti, conoscere questa ragazza che da tempo ormai è entrata «nella storia della poesia italiana del Novecento, da dove credo che non uscirà più». V Marco Dalla Torre
ANTONIA POZZI, PAOLO COGNETTI L’ANTONIA PONTE ALLE GRAZIE - CAI 240 PP., 16,00 €
NEVAI Io fui nel giorno alto che vive oltre gli abeti, io camminai su campi e monti di luce – Traversai laghi morti – ed un segreto canto mi sussurravano le onde prigioniere – passai su bianche rive, chiamando a nome le genziane sopite – Io sognai nella neve di un’immensa città di fiori sepolta – io fui sui monti come un irto fiore – e guardavo le rocce, gli alti scogli per i mari del vento – e cantavo fra me di una remota estate, che coi suoi amari rododendri m’avvampava nel sangue – 1 febbraio 1934