Ucraina: il nostro aiuto in tempo di guerra
Personaggi La nostra nuova presidente
Personaggi La nostra nuova presidente
La guerra in Ucraina ha sconvolto tutto il mondo e ci ha ricordato quanto non sia scontato vivere in un clima pacifico e confortevole. Milioni di persone in Ucraina vedono le proprie vite distrutte. Le prospettive e i progetti per il futuro sono stati spazzati via da un giorno all’altro. Ora pensano soltanto a sopravvivere, sperando che i propri cari siano in salvo e che un giorno possano ricongiungersi. I rifugiati ucraini dimostrano molto coraggio, a prescindere dal fatto che fuggano all’interno del proprio Paese o all’estero. Caritas assiste sia la gente sul posto che i rifugiati in Svizzera. Dopo la lenta ripresa dalla pandemia, la nuova crisi rappresenta un doppio duro colpo per molti Paesi. Le conseguenze dovute all’aumento dell’inflazione a livello mondiale e all’impennata dei prezzi per il cibo e l’energia incidono maggiormente sui soggetti più indigenti, poiché non dispongono delle risorse necessarie per assorbire i rincari. Il grano ucraino manca ovunque o il prezzo continua a salire inarrestabile.
La crisi climatica aggrava ulteriormente la situazione mondiale. Nel Corno d’Africa, già colpito da una siccità senza precedenti, il numero di persone che soffrono la fame sta risalendo in modo drammatico. Inoltre, la moria del bestiame a causa dei terreni aridi priva la popolazione dell’Etiopia dei propri mezzi di sostentamento. Caritas fornisce sementi resistenti, foraggio per gli animali, ma anche aiuti in contanti. In Siria, Caritas aiuta le vittime del pesante terremoto del 6 febbraio in collaborazione con i suoi partner del posto.
Anche in Svizzera, dove la povertà cresce silenziosamente già da tempo, gli aumenti dei prezzi per il cibo, l’energia e dei premi per la cassa malati stanno lasciando il segno. Sempre più gente finisce sul lastrico e si registra una crescita degli acquisti nei mercati Caritas. Caritas sollecita pertanto l’adozione di misure rapide ed efficaci da parte della politica.
La popolazione svizzera ha dimostrato grande solidarietà nei confronti delle vittime del conflitto. Anche voi ci avete sostenuto con la vostra donazione, la quale ci ha permesso di aiutare i soggetti in difficoltà in Ucraina e in altre parti del mondo. Grazie di cuore!
Peter Lack Direttore Caritas Svizzera«La nuova crisi è un doppio duro colpo»
Il 24 febbraio 2022 la Russia ha invaso l’Ucraina causando migliaia di morti. Milioni di persone sono fuggite all’estero o sono state costrette a rifarsi una nuova vita nelle regioni meno contese del Paese. Caritas fornisce loro l’aiuto necessario.
Caritas Svizzera lavora in Paesi molto vulnerabili. La capacità di reazione degli Stati di fronte alle crisi attuali è praticamente nulla.
Incontro con Monika Maire-Hefti, eletta presidente di Caritas Svizzera lo scorso novembre.
Nel 2022 il numero degli acquisti nei mercati Caritas è aumentato del 33 per cento. Sempre più persone non riescono più a fare la spesa nei supermercati normali.
IMPRESSUM
La rivista di Caritas Svizzera esce sei volte all’anno
Editrice è Caritas Svizzera, Comunicazione e Marketing, Adligenswilerstr. 15, Casella postale, CH-6002 Lucerna, info@caritas.ch, www.caritas.ch, Tel. +41 41 419 24 19
Redazione: Vérène Morisod Simonazzi (vm); Lisa Fry (lf); Fabrice Boulé (fb); Livia Leykauf (ll); Daria Jenni (dj); Il costo dell’abbonamento è di 5 franchi all’anno e viene dedotto una sola volta dalla donazione. Grafica: Urban Fischer Copertina: Maks Levin/Caritas
Ucraina Tipografia: Kyburz, Dielsdorf Carta: 100 % riciclata Conto donazioni:
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«Il Green Deal deve essere anche un Social Deal» oppure «È giunto il momento di ridistribuire la ricchezza in Svizzera». Queste sono alcune delle richieste avanzate in occasione del forum di Caritas Svizzera tenutosi il 27 gennaio a Berna. I circa 280 partecipanti hanno discusso delle varie forme di disuguaglianza sociale e della loro interazione con la povertà. La crisi climatica, l’utilizzo incontrollato degli algoritmi, i problemi strutturali e le lacune a livello formativo rafforzano o consolidano ulteriormente l’esclusione e la discriminazione dei soggetti indigenti. L’evento ha permesso di analizzare i problemi e fornire proposte di soluzione. (fb)
RSInews | «Caritas, un primato che non rallegra» | 19.1.2023 I 22 negozi d’alimentari della Caritas lo scorso anno hanno registrato un fatturato record di 16,1 milioni di franchi, in progressione del 22 % rispetto al 2021. Per l’organizzazione non governativa, le ragioni sono due: l’inflazione e la crescita del numero di rifugiati in seguito alla guerra in Ucraina. Non c’è dunque da rallegrarsi. Si tratta infatti di un «triste record», come sottolineato in un comunicato da Thomas Künzler, direttore della cooperativa.
Nel negozio dell’usato carla si trovano abiti intramontabili e originali pezzi unici a prezzi accessibili. Nel novembre 2022 Caritas Svizzera e Caritas Berna hanno aperto congiuntamente il negozio nella Gerechtig keitsgasse 44, in pieno centro a Berna.
L’assortimento comprende abiti e accessori per donna, uomo e bambino che ci vengono regalati. Le case di moda ci consegnano anche capi nuovi invece di bruciarli. Disponiamo di numerosi marchi, tra cui H&M, Massimo Dutti, Marc Cain e Tommy Hilfiger. I detentori della tessera CartaCultura o di una tessera per i mercati Caritas beneficiano di uno sconto del 30 per cento. (lf)
Maggiori informazioni su: carlabycaritas.ch
catt.ch | «A Berna oltre 280 esperti per il forum di Caritas Svizzera sulla disuguaglianza sociale» | 28.1.2023 In occasione del forum di Caritas conclusosi in queste ore a Berna, circa 280 esperti hanno discusso delle varie forme di disuguaglianza e delle loro interazioni con la povertà. Fattori correnti come la crisi climatica, l’utilizzo incontrollato degli algoritmi, i problemi strutturali e le lacune a livello formativo rafforzano o consolidano ulteriormente l’esclusione e la discriminazione delle persone indigenti. Durante l’evento sono state analizzate le diverse problematiche e presentate delle soluzioni.
La Regione | «Caritas: ‹Un milione di stelle› contro la povertà» | 17.12.2022 Su iniziativa di Caritas, oggi sono state accese candele in un centinaio di città svizzere nell’ambito della campagna «Un milione di stelle», voluta per sensibilizzare sulla povertà. L’obiettivo era attirare l’attenzione su un dato spesso trascurato: 722 000 persone, secondo l’Ufficio federale di statistica, vivono in povertà in Svizzera. L’azione è anche un’occasione di incontro e convivialità durante la quale i presenti possono condividere tè caldo e biscotti.
Caritas Svizzera concentra i propri sforzi per la lotta alla povertà all’estero nei Paesi più fragili. La capacità degli Stati di reagire alle crisi attuali, tra cui pandemia, guerra in Ucraina, inflazione e indebitamento, è praticamente nulla. Si tratta di una situazione di una gravità senza precedenti nell’ambito del nostro operato che potrebbe diventare una nuova normalità a livello mondiale.
La vita sociale ad Haiti si è praticamente fermata. Il carburante è esaurito, molti ospedali e negozi sono chiusi, manca l’acqua potabile ed è scoppiata un’epidemia di colera. Il governo non riesce più a garantire la sicurezza, i saccheggi sono all’ordine del giorno.
Caritas Svizzera assicura dal 2012 aiuti d’emergenza e sostegno a lungo termine alla popolazione in Siria e nel Libano In questi Paesi, le classi elitarie hanno sfruttato le risorse dello Stato. Le conseguenze della guerra e del terremoto in Siria restano pesanti per la popolazione. La forte inflazione in entrambi i Paesi ha fatto sprofondare nella povertà gran parte della gente.
Si teme che le crisi multiple, che rendono ancora più precaria la situazione nei Paesi estremamente vulnerabili, diventino una nuova normalità a livello globale. Siamo inoltre preoccupati per i tagli fino al 50 per cento dei finanziamenti per gli aiuti internazionali adottati in molti Paesi, ad esempio nel Sudan del Sud, perché i fondi vengono trasferiti in Ucraina. (fb)
L’ Etiopia è alle prese con una siccità che dura da quasi tre anni. Alcune regioni riescono a fornire solo una piccola parte del cibo prodotto in passato. La mortalità infantile e fra gli anziani è in aumento. Nel Sud il bestiame sta morendo, privando molte persone del loro unico mezzo di sostentamento. Mentre al Nord la guerra del Tigrè ha causato più di 500 000 morti a causa di violenze dirette, ma anche della carestia.
Il Ciad si trova in una situazione politica molto instabile ed è un hotspot per i cambiamenti climatici. La siccità e le recenti inondazioni distruggono i raccolti e il bestiame muore. Forniamo quindi un aiuto d’emergenza, in modo che tutti gli sforzi compiuti in passato non vengano vanificati. A ciò si aggiungono le conseguenze della pandemia del coronavirus e della guerra in Ucraina. La popolazione,
l’80 per cento della quale lavora nel settore informale e agricolo, sta subendo gli effetti delle restrizioni, delle perdite di guadagno e della forte inflazione. Anche Paesi come il Burkina Faso e il Mali stanno vivendo in un contesto molto difficile.
Il 6 febbraio un violento e devastante terremoto ha colpito la Siria settentrionale e la Turchia meridionale, causando decine di migliaia di vittime. Molte case sono distrutte o inabitabili. Caritas Svizzera presta aiuti d’emergenza di concerto con i partner locali. Al momento focalizza i propri sforzi in Siria, poiché è già presente da anni con vari progetti.
Maggiori informazioni su: caritas.ch/terremoto-siria
Foto: Lassine Coulibaly, Caritas Svizzera Nel Mali, il lago Wegnia si prosciuga più rapidamente del solito a causa del cambiamento climatico. Le sponde franano.La guerra in Ucraina infuria ormai da un anno. La storia di Tatyana rivela le sofferenze generate dagli attacchi dell’esercito russo. Ma dimostra anche l’impatto concreto della solidarietà internazionale e degli aiuti di Caritas. Un incontro a distanza con una famiglia che non si lascia sopraffare dalle avversità.
Quando Tatyana ripensa agli ultimi dodici mesi, le vengono le lacrime agli occhi. Niente è più come prima e probabilmente non lo sarà mai più. L’attacco russo all’Ucraina ha devastato tutto: la sua città, il suo appartamento, il suo lavoro, i ricordi
I tre familiari vivevano in un appartamento nel centro di Mariupol da cui si vedeva l’intera città. Molte persone invidiavano il suo lavoro di scienziata nella riserva naturale «Meotyda», un mestiere da sogno per l’etnologa. Nella suggestiva area paesaggistica protetta sul Mar d’ Azov crescono piante uniche e gli animali a rischio di estinzione trovano qui una nuova dimora. «Avevo un lavoro gratificante come professoressa, un appartamento meraviglioso e potevo viaggiare.
gliere la neve perché mancava l’acqua potabile. Di notte la temperatura scendeva fino a 15 gradi sottozero», ricorda Tatyana. La famiglia ha resistito a Mariupol fino a metà marzo 2022 e poi si è resa conto che l’unico modo per sopravvivere era darsi alla fuga.
di famiglia. Non è rimasto nulla di nulla. «La guerra ha sconvolto completamente la mia vita, nel senso più vero del termine; tutto quello che avevo è stato distrutto», riassume la quarantottenne. Per lei è difficile esprimere a parole ciò che lei e i suoi genitori hanno dovuto passare dall’inizio del conflitto.
Fino al 24 febbraio 2022.» La città di Mariupol, che si trova nel Sud-Est del Paese, è stata uno dei primi obiettivi degli attacchi russi.
L’importante centro industriale è stato circondato e bombardato nel giro di pochi giorni. Non c’era più elettricità, né riscaldamento, né cibo. «Abbiamo raccolto della legna per preparare qualcosa di caldo da mangiare. Dovevamo scio-
Una nuova vita non voluta Tatyana ha lasciato Mariupol insieme ai genitori e alla sorella e il marito, che vivevano in un villaggio vicino. Inizialmente volevano andare a Zaporizhzhia, a circa due ore e mezza di auto da Mariupol –due ore e mezza in tempi di pace. Ma a causa degli attacchi, dei posti di controllo e dei blocchi stradali, il viaggio è durato più di dieci ore. Una volta giunti a destinazione, la famiglia di Tatyana non si sentiva ancora al sicuro e quindi è ripartita arrivando alla fine a Ismail, nei pressi di Odesa. La città, che conta circa 85 000 abitanti, diventerà la loro nuova casa. I cinque familiari condividono un modesto appartamento; trovarne un altro è impossibile a causa dei costi di affitto elevati. La rendita di vecchiaia minima percepita dai
« Abbiamo raccolto della legna per preparare qualcosa di caldo da mangiare »
isuoi
genitorisono stati costretti a fuggire da Mariupol. Ora vivono insieme in un piccolo appartamento vicino a Odesa.
genitori e i piccoli lavori di ricerca svolti online all’università da Tatyana bastano a malapena per coprire le necessità di base.
Milioni di persone in Ucraina si trovano nella loro stessa situazione. Hanno dovuto lasciare tutto alle spalle e iniziare una nuova vita. Nessuno di loro voleva che andasse così. I più anziani si sentono
derubati del loro passato, i più giovani del presente e nessuno può dire cosa riserverà il futuro. Ma Tatyana non si lascia abbattere. Parlando con i vicini è venuta a sapere dei servizi offerti da Caritas.
Gli aiuti immediati di Caritas
Caritas ha attivato i progetti subito dopo i primi attacchi. Già nel periodo precedente la guerra, la rete Caritas internazionale aveva elaborato scenari e opzioni di intervento umanitario per l’Ucraina e i Paesi vicini, con l’obiettivo primario di
prestare aiuti d’emergenza nelle regioni contese e in quelle dove numerosi sfollati hanno trovato rifugio. Il personale e i volontari hanno distribuito pasti caldi, alloggi temporanei e offerto consulenza psicologica e legale, e se le circostanze lo permettevano, hanno effettuato anche visite a domicilio ad anziani e malati, affinché ricevessero acqua pulita e cibo. Caritas può contare su una squadra che conosce molto bene la regione, che parla la lingua del posto e che sa come distribuire gli aiuti anche quando interi quartieri sono chiusi a causa dei conflitti armati. Le collaboratrici e i collaboratori capiscono inoltre le preoccupazioni della gente perché anche i loro parenti e amici sono esposti ai disordini della guerra.
Tatyana e la sua famiglia si sono registrate in uno degli oltre 70 centri gestiti da Caritas. «Quando si è sempre potuto vivere liberamente, è difficile dover dipendere improvvisamente dagli aiuti», spiega l’etnologa. «Eppure non abbiamo altra scelta. Siamo stati costretti a lasciare quasi tutti i nostri averi a Mariupol.» Oltre a pacchi alimentari e articoli per l’igiene, la famiglia ha ricevuto un so -
stegno in contanti una tantum che le ha permesso di pagare il primo affitto del nuovo appartamento e di acquistare mobili e apparecchi da cucina secondo i propri gusti. Il luogo che finora la famiglia sentiva estraneo sembra adesso un po’ più accogliente.
Solidarietà senza precedenti Particolarmente importante, soprattutto per i genitori di Tatyana, è il sostegno psicologico fornito da Caritas. I colloqui li aiutano a ricominciare una nuova vita e a elaborare il brutale sradicamento subito. Sposati da 55 anni, restano spesso in casa seduti per ore, persi nei loro pensieri. Tutti i ricordi di famiglia sono bruciati, le foto, le lettere, i regali. La famiglia rifugge l’idea di andare all’estero. I genitori anziani hanno paura di rimanere completamente isolati perché non parlano la lingua, non conoscono le abitudini del posto e non hanno parenti. «Dobbiamo ricominciare tutto da capo. Tornare a Mariupol è impensabile», osserva disillusa Tatyana.
La storia di questa donna mostra le implicazioni di questa guerra per milioni
« La guerra ha sconvolto completamente la mia vita »Cosa riserverà il futuro? Ogni giorno ci sono nuove distruzioni.
di persone in Ucraina. Il destino della famiglia dà un volto e un nome alle atrocità. Ma evidenzia anche – ed è un aspetto altrettanto importante – l’impatto concreto delle donazioni. Petra Winiger, da anni responsabile in Caritas Svizzera dell’aiuto in caso di catastrofe, non ha mai sperimentato una solidarietà, un sostegno
e una preoccupazione così importante per la popolazione ucraina, nonostante la sua vasta esperienza. Privati, fondazioni, Cantoni e Comuni, aziende e istituzioni ecclesiastiche hanno donato in brevissimo tempo circa venti milioni di franchi. Caritas impiega questi fondi nelle zone di guerra e nei Paesi vicini, come Polonia, Romania e Slovacchia. La Catena della Solidarietà e la DSC sono partner importanti per i progetti di aiuto d’emergenza sul campo. «Sono lieta che questa enorme solidarietà consenta a Caritas di assistere le persone in questo terribile momento», afferma Petra Winiger.
Oltre cinque milioni di persone hanno potuto beneficiare finora degli aiuti forniti dalla rete Caritas internazionale, tra cui una sistemazione di emergenza, un biglietto ferroviario per recarsi dai parenti, un pasto caldo, articoli per l’igiene, legna da ardere, un generatore di corrente, travi per ricostruire i tetti distrutti o aiuti in contanti. «Questi ultimi sono particolarmente importanti in queste situazioni», spiega Petra Winiger. Le persone possono infatti comperare autonomamente i prodotti di cui necessitano al momento. Tuttavia, questo è possibile solo se i mercati locali sono ancora funzionanti e se il denaro può essere utilizzato per l’acquisto di beni. Prima di ricevere gli aiuti in contanti, le famiglie beneficiano di una
consulenza in uno dei centri di Caritas. La maggior parte spiega come intende utilizzare il denaro. «Durante il colloquio capiamo anche se le persone hanno bisogno di un’assistenza medica o psicologica.»
Gli aiuti di Caritas sono adattati sempre alla situazione attuale, perché i bisogni cambiano costantemente a seconda dell’evoluzione del conflitto. Ogni giorno di guerra, infatti, vengono distrutte sempre più infrastrutture civili. Caritas si impegna pertanto a concentrare i propri sforzi nella ricostruzione rapida e per il periodo necessario e a creare opportu -
nità di reddito e prospettive per gli sfollati interni. Tra questi c’è anche Tatyana. La donna guarda avanti con fiducia. «La mia famiglia è viva, questa è la cosa più importante. In qualche modo possiamo procurarci i beni materiali, anche perché esistono gli aiuti come quelli forniti da Caritas. Sono immensamente grata per tutto il sostegno ricevuto.»
Maggiori informazioni su: caritas.ch/ucraina
« Gli aiuti in denaro sono particolarmente importanti in queste situazioni »Gli operatori di Caritas capiscono molto bene le preoccupazioni della gente.
Monica Maire-Hefti, ex consigliera di Stato del Canton Neuchâtel, è la nuova presidente di Caritas Svizzera. Il suo obiettivo è una Svizzera solidale in patria e nel resto del mondo.
fronti della politica familiare svizzera. «È inaccettabile che così tante famiglie nel nostro Paese riescano a malapena ad arrivare alla fine del mese. Per questo motivo, in veste di presidente di Caritas Svizzera, sono lieta di contribuire attivamente
Già membro del collegio presidenziale da due anni, Monika Maire-Hefti è la presidente di Caritas Svizzera dall’inizio dell’anno. Nata a Winterthur e madre di tre figli adulti, parla tre lingue nazionali e ha un’ampia rete di contatti in tutta la Svizzera. Dispone inoltre di una vasta esperienza in politica e di solide conoscenze in campo manageriale. Fino al 2021 è stata Consigliera di Stato e direttrice del Dipartimento dell’educazione e della famiglia del Canton Neuchâtel, dove nel 2015 e nel 2021 ha assunto la presidenza del governo cantonale. Le attività
svolte finora le hanno consentito di instaurare uno stretto legame con le tematiche che stanno particolarmente a cuore a Caritas.
Rafforzare la politica familiare Le questioni socio-politiche rivestono quindi una grande importanza per l’infermiera diplomata. Dallo scorso anno Monika Maire-Hefti è presidente della Commissione federale per le questioni familiari (COFF). È soprattutto in questa funzione che la cinquantanovenne interviene ripetutamente sollevando critiche nei con -
alla lotta contro la povertà, sia in Svizzera che nel resto del mondo», ha dichiarato al momento della sua elezione.
Dare una voce a chi non ha voce «Ho sempre desiderato dare voce a chi non ha voce», dichiara sorridente. La neopresidente è intenzionata a costruire ponti nella società e nel mondo politico per favorire un’azione che vada oltre gli steccati politici e creare un ambiente meno egoista e più incentrato sull’individuo, in modo che la Svizzera possa essere solidale sia in patria che verso i Paesi più indigenti nell’ambito della sua politica di cooperazione allo sviluppo.
Urgono decisioni concrete «Le persone indigenti sprofondano sempre più nella precarietà, il ceto medio sta scomparendo», mette in guardia Monika Maire-Hefti. «È un momento cruciale per la politica di lotta alla povertà. È giunto il momento di prendere decisioni concrete. Ad esempio nell’ambito della custodia extrafamiliare dei figli, del lavoro part-time per gli uomini, al fine di consentire una migliore distribuzione dei compiti e per vivere la parità di genere.» Per Monika Maire-Hefti, l’operato e la voce di Caritas Svizzera, un’organizzazione credibile e con una vasta esperienza, sono ora più che mai fondamentali. (fb)
«Bisogna creare un mondo meno egoista»
È la quinta volta che la stagione delle piogge viene a mancare in Etiopia e in gran parte dell’Africa orientale. La gente sta perdendo i propri mezzi di sussistenza e soffre la fame. La situazione è drammatica e non accenna a finire. Caritas presta aiuto sul posto.
Diramu Boru Gujo, 38 anni, ha già vissuto diverse siccità, ma mai una così grave e lunga come questa. È la quinta volta in due anni e mezzo che la stagione delle piogge non arriva in Etiopia e in gran parte dell’Africa orientale. Diramu vive nella re -
nare ogni giorno per undici chilometri per andare a prendere l’acqua e riportarla al villaggio in spalla.
tantum per acquistare cibo e medicine. Un’autobotte porta acqua fresca e riempie il bacino di raccolta dell’acqua del villaggio. I contadini ricevono il foraggio per gli animali, la loro fonte di cibo. Caritas fornisce anche sementi resistenti alla siccità e mostra alle persone come ottimizzare la commercializzazione dei loro prodotti. L’ONG lavora sul campo a stretto contatto con le comunità e le autorità.
gione di Oromia, nel Sud dell’Etiopia. «I miei compaesani stanno morendo perché non hanno più abbastanza da mangiare», racconta. Teme di non riuscire più a sfamare sé stessa e gli otto figli. «Ho razionato i pasti per me e per i bambini. Ora mangiamo solo una volta al giorno.» Ha perso tutti i suoi animali a causa della siccità: 30 mucche, 40 capre e 3 asini. Una fonte che le procurava cibo e un reddito. Non avendo più asini, ora deve cammi -
La siccità è una conseguenza diretta della crisi climatica globale. Il caldo torrido prosciuga il suolo, la terra si erode e diventa sterile. Dieci milioni di persone in Etiopia sono a rischio di carestia e non sono più in grado di garantirsi la sicurezza alimentare. La piaga delle locuste di due anni fa e la pandemia hanno gravato pesantemente sul Paese. Ora la siccità li colpisce doppiamente.
Aiuti in contanti, sementi e mangime per gli animali
Caritas Svizzera è attiva in Etiopia da decenni. In Oromia sostiene le persone più fragili. Persone che si guadagnano da vivere lavorando nella pastorizia e nell’agricoltura. Le famiglie particolarmente vulnerabili ricevono aiuti in contanti una
«L’aiuto di Caritas ci dà un po’ di sollievo», dice Diramu. Siamo molto grati per questo. Tutti gli abitanti del villaggio dispongono nuovamente di cibo a sufficienza e di un accesso sicuro all’acqua potabile.» Diramu non ha perso la sua risata contagiosa e la speranza nonostante le difficili condizioni di vita. «La fede mi dà forza. Prego affinché arrivi la pioggia, così potrò di nuovo provvedere alla mia famiglia.» (lf)
«L’aiuto di Caritas ci dà un po’ di sollievo»Un’autobotte trasporta l’acqua al villaggio per riempire il bacino di raccolta.
Nel 2022 i mercati Caritas hanno dovuto far fronte a un forte incremento della domanda. I clienti hanno infatti effettuato 1,06 milioni di acquisti, il 33 per cento in più rispetto all’anno precedente. Un triste primato che dimostra che sempre più persone non possono più permettersi di fare la spesa nei supermercati regolari. Caritas esorta le autorità a impegnarsi maggiormente per aiutare questi soggetti.
«Il numero di anziani, working poor e rifugiati che fanno la spesa nei mercati Caritas è aumentato sensibilmente», osserva Thomas Künzler, direttore della Cooperativa dei mercati Caritas. Questi negozi
crescente domanda.» Ma quali sono i motivi di un rialzo così netto della domanda? Da un lato c’è l’inflazione: dall’estate scorsa i mercati Caritas rilevano infatti un forte aumento di persone che non possono più permettersi di fare la spesa nei supermercati normali. Dall’altro c’è il fatto che dopo lo scoppio della guerra in Ucraina sono molti di più i rifugiati che si servono di questa offerta di aiuto.
con rammarico Monika Maire-Hefti, presidente di Caritas Svizzera.
Misure politiche concrete
permettono alle persone indigenti in Svizzera di fare acquisti a prezzi convenienti presentando un’apposita tessera. Lo scorso anno nei 22 mercati Caritas sono stati effettuati acquisti per 16,1 milioni di franchi, pari a un incremento del fatturato del 22 per cento.
Thomas Künzler parla di un «triste primato». L’obiettivo dei mercati Caritas non è aumentare i ricavi, bensì rispondere alla
Urge una presa di coscienza
I mercati Caritas sono un importante indicatore della diffusione della povertà nel nostro Paese. Di fronte a questa tendenza, Caritas Svizzera esorta le autorità a intervenire maggiormente per aiutare i soggetti in difficoltà. «Non ci siamo ancora resi conto che una determinata parte della popolazione sta soffrendo», afferma
Caritas chiede l’adozione di misure concrete, soprattutto perché quest’anno le persone più svantaggiate saranno particolarmente toccate dall’aumento dei premi dell’assicurazione malattia e dei prezzi dei generi alimentari e dell’elettricità. Il potenziamento dei sussidi per l’assicurazione malattia è inevitabile. Gli aiuti diretti devono essere forniti a tutti coloro che ne hanno bisogno. In sostanza, Caritas chiede un lavoro dignitoso per tutti, pari opportunità in materia di formazione e per le famiglie, alloggi a prezzi accessibili e prestazioni complementari per i soggetti il cui reddito non è sufficiente per coprire il proprio fabbisogno. (vm)
I mercati Caritas sono un indicatore importante della povertà.
Il Centro di formazione e integrazione di Matran ha aperto i battenti esattamente cinque anni fa. Caritas Svizzera offre un alloggio per sei mesi ai rifugiati riconosciuti, sostenendoli nella loro integrazione. Un posto per vivere che offre a queste persone stabilità e sicurezza, in uno spirito di ascolto e rispetto.
In questa mattina d’inverno l’atmosfera nel centro di formazione e integrazione è tranquilla. I residenti, attualmente circa una cinquantina, si dedicano alle loro attività. I rifugiati riconosciuti restano qui in
hanno dei profili molto diversi», osserva Sabrina Curty, responsabile del centro.
svolgere lavori di portineria, di cucina e di economia domestica.
Incontri e condivisione
media sei mesi prima di prendere la propria strada. Ci sono famiglie, ma anche madri single con bambini, donne sole, uomini soli e minori non accompagnati.
Tuttavia, questa tranquillità non è scontata. «È una vera e propria sfida accogliere, in buone condizioni e in tempi molto brevi, persone che hanno attraversato momenti estremamente difficili e che
Un enorme lavoro di squadra «Nel 2018 un progetto del genere era senza precedenti. È stato fatto un enorme lavoro di squadra», prosegue Sabrina Curty. Su mandato della Direzione della sanità e degli affari sociali del Canton Friburgo, Caritas accompagna i residenti nei primi passi verso la loro integrazione. Una classe speciale prepara i bambini alla scuola pubblica. Per i più piccoli viene organizzato un asilo nido. Gli adulti frequentano corsi di lingua. Il personale di Caritas Svizzera fornisce un sostegno sociale e professionale. I minori non accompagnati beneficiano di un’assistenza specifica.
Con le persone che lo desiderano, vengono firmati contratti di collaborazione. I residenti possono così iniziare a
Il Centro di formazione e integrazione è anche un luogo di vita comunitaria. Le famiglie, provenienti prevalentemente da Siria, Turchia, Afghanistan, Eritrea e Ucraina, possono trascorrere momenti di condivisione pur mantenendo la propria privacy. I contatti con gli abitanti di Matran sono importanti. La Commissione per l’integrazione e il sostegno del Comune svolgono un ruolo decisivo in questo senso. Vengono infatti organizzati incontri regolari per facilitare l’integrazione dei residenti nel villaggio.
L’assistenza a queste persone non termina dopo sei mesi; a seconda delle necessità, vengono effettuate delle visite a domicilio. «La maggior parte dei nostri ex residenti passa a trovarci. È molto gratificante poter parlare con loro e vedere i progressi che hanno fatto», afferma soddisfatta Sabrina Curty. (vm)
Caritas sostiene i residenti nei primi passi verso la loro integrazione.
Da metà gennaio il sito web di Caritas è dotato di un nuovo look. Abbiamo unito le forze per ripensare, accorciare e ristrutturare i contenuti. Insieme all’agenzia Amazee Labs abbiamo infatti creato elementi di design innovativi con l’intento di presentare nel miglior modo possibile il nostro lavoro al grande pubblico attraverso grandi immagini a colori, storie emozionanti, grafici e video. caritas.ch è ancora
più intuitivo, è privo di barriere ed è stato ottimizzato per l’utilizzo su smartphone. Una delle principali novità è il cosiddetto Content Hub, un’interfaccia invisibile all’utente, ma che consente di ottenere informazioni e storie aggiuntive cliccando sulla relativa parola chiave. Abbiamo destato la vostra curiosità? Vi auguriamo buon divertimento nella scoperta del nuovo sito: www.caritas.ch
18 aprile 2023 alle 9.30 «Emancipazione femminile nella cooperazione allo sviluppo», Scuola Club Migros (stazione FFS), San Gallo
20 aprile 2023 alle 17.00 «Emancipazione femminile nella cooperazione allo sviluppo», Ristorante zum Goldenen Sternen, Basilea
16 giugno 2023
Prix Caritas Cerimonia di conferimento del premio presso il KKL a Lucerna
20 giugno 2023 alle 16.00
Evento informativo «Libertà di scelta nella vecchiaia», online
23 giugno 2023 alle 14.00 Evento informativo «Libertà di scelta nella vecchiaia», Berna
Per informazioni e iscrizioni scrivere a event@caritas.ch oppure telefonare allo 041 419 24 19.
La CartaCultura di Caritas consente a più di 120 000 persone con un budget limitato di accedere a ben 3600 offerte nell’ambito della cultura, dello sport, dell’istruzione e della salute e quindi di partecipare maggiormente alla vita sociale. Per semplificare in futuro la vita dei possessori della CartaCultura, all’inizio dell’anno Caritas Vaud ha introdotto la tessera in formato digitale. Nel resto della
Svizzera sarà introdotta gradualmente nel corso dell’anno. In questo modo gli utenti avranno sempre a portata di mano la propria tessera sul loro smartphone. (lf)
Maggiori informazioni su: www.kulturlegi.ch/app
Dodici progetti sociali e sostenibili sono stati nominati per il youngCaritas Award 2022. In occasione della cerimonia di premiazione, i giovani partecipanti hanno entusiasmato il pubblico con le loro idee creative e il loro impegno nella società.
Il youngCaritas Award premia ogni anno l’impegno dei giovani in ambito sociale. I nuovi progetti sono stati presentati agli oltre 100 ospiti presenti al centro Neubad di Lucerna il 3 dicembre 2022.
Il premio principale è stato assegnato al progetto «KaribuPads» di Aurélie Monnier e Nicolas Mamassis, volto a trasmettere alle giovani in Tanzania le nozioni sull’igiene mestruale e a mostrare come realizzare assorbenti in tessuto riutilizzabili.
Altri quattro progetti hanno ricevuto un premio speciale: il progetto «Familienbande» incoraggia un dialogo aperto sul ruolo della famiglia nell’assistenza e nella cura degli anziani. Il progetto «Lohnteilen» invita le persone che non hanno subito gli effetti della pandemia a sostenere finanziariamente quelle che invece ne sono state colpite. La rivista «Kein Müller» stimola le persone a cambiare prospettiva e quindi ad affrontare intensamente un argomento. Il progetto «Druzi Zürich», pro
«Quando culture diverse si incontrano, si schiudono nuove prospettive e opportunità. Allo stesso tempo, il campo estivo di youngCaritas, che accoglie giovani con e senza un background da rifugiati, offre un posto in cui le persone possono essere semplicemente delle persone. È un luogo perfetto per far sbocciare la creatività e trovo molto arricchente contribuire a questa piccola oasi!»
mosso da un’associazione che aiuta i bambini rifugiati provenienti dall’Ucraina a integrarsi nella nostra società, ha raccolto le maggiori preferenze del pubblico. www.youngcaritas.ch/award
Gina de Rosa
Campo estivo di youngCaritas 2023
Trascorrere un’estate un po’ diversa cucinando insieme, esercitando lo svizzero tedesco o l’arabo, giocando a calcio o provando il cricket per la prima volta. Dal 6 al 12 agosto 2023, un gruppo di giovani con e senza un background di rifugiato trascorreranno una settimana indimenticabile all’insegna di incontri stimolanti nell’Oberland bernese.
Iscrizione: www.youngcaritas.ch/sola
«Durante il mio viaggio in bicicletta in Ucraina nel 2018 sono stato così spesso accolto con calore che questo Paese fa ormai parte del mio cuore. Gli ucraini arrivati in Svizzera hanno dovuto attraversare enormi difficoltà. Mi sono quindi chiesto cosa potevo fare per aiutare queste persone.
Il progetto di Caritas a Neuchâtel è stata una grande opportunità. Alla persona che accompagno mostro alcuni luoghi e dispenso consigli utili. Nel frattempo siamo diventati amici»
La sua donazione per la popolazione in Siria
Caritas presta aiuti immediati
A più di un mese dal devastante terremoto, migliaia di persone hanno ancora bisogno di assistenza.
caritas.ch/terremoto-siria