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Empatia!
Soggetto originale di Carla VirzĂŹ!
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info@carlavirzi.com! www.carlavirzi.com
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Empatia
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! ! Empatia
SOGGETTO PER SERIE TV
L’IDEA Perché arrovellarsi tanto sul dilemma della morte? La non esistenza l’abbiamo già sperimentata prima di nascere e la sperimentiamo ogni giorno, nel non esserci al di fuori dell’io, qui e ora. ! ! Ma se non fosse più così? Se la coscienza di un uomo divenisse capace di sdoppiarsi e infiltrarsi nella coscienza di un altro, nella sua vita, nelle sue emozioni, vivendole in modo totalmente empatico, come dall’interno, in prima persona? Un salto nel non io, insomma. Momentaneo. E da spettatore. Niente di più. Nessuna possibilità di fare scelte o agire al posto dell’altro, nessuna interferenza nella vita altrui, solo flussi inarrestabili di coscienza. Sufficienti a rivoluzionare la realtà.! ! E se tutto questo accadesse in una regione del sud Italia? Se una psicoterapeuta nota per il suo approccio empatico, litigando con la figlia che l’accusa di non immedesimarsi nei suoi problemi di alcolismo, decidesse di portare all’estremo il proprio metodo sperimentale, coltivando un vino geneticamente
modificato
(sorto
sui
terreni
argillosi-limosi
del salentino ma integrati a composti di materiale nucleare), in grado di abbattere ogni difesa dell’io e di condurre il soggetto empatizzante, di balzo, nell’io di un altro? Che conseguenze per la psicoterapeuta? E che effetti sul mondo che la circonda? ! ! Dalla semplice filantropia, l’amore per il vissuto e per i racconti dei suoi pazienti diventa per l’analista un’ossessione, una vera e propria dipendenza diegetica, da cui le sarà quasi fatale uscire.!
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LE PUNTATE Ogni puntata è incentrata su una seduta terapeutica e sull’effetto della seduta per la terapista, che rivive gli stessi stati emotivi del suo paziente e interviene nella sua vita, in un crescendo di intromissioni, legami, passioni, ossessioni. Finché, alla fine della serie, la protagonista ha una vita estremamente complicata, fatta di decine di relazioni che mandano a rotoli la sua professione e la sua vita.! Nel frattempo, nel corso degli episodi, mentre la donna prende coscienza della pericolosità della sua scoperta, qualcuno
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tenta di appropriarsene. Lei dovrà capire chi è e fermarlo.
IL SOGGETTO DELLA SERIE Paola Riccetto è una professionista affermata, psicoterapeuta, cinquant’anni, separata. ! Il presidente dell’ordine degli psicologi, suo mentore e amico, la informa: a entrambi la comunità scientifica vuole conferire un riconoscimento per il loro contributo allo sviluppo dell’approccio empatico in psicoanalisi, nonostante i dubbi che parte della comunità abbia sul loro rifiuto del controtransfert. ! In seduta con un paziente, il suo primo paziente (P0), ormai da anni in cura con lei, Paola adopera il suo metodo: alle narrazioni di lui, che l’analista esorta a legare in modo puntuale alle emozioni provate, entrambi si commuovono.! In casa, con la figlia (Lidia, 20) una lite che pare l’ennesima di una lunga serie: la ragazza, praticamente ubriaca, confessa alla madre i propri problemi con l’alcol, rimproverandole di non aver mai voluto vedere, di non capirla e di
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Empatia ! ! ! SOGGETTO PER SERIE TV usare l’empatia solo con i suoi pazienti, per poi mostrarsi fredda e distaccata con lei. Quindi, barcollando, la ragazza va via di casa, per sempre, promette.! Paola e il suo professore vengono premiati. Lei ringrazia il professore: “Ogni volta che credevo di essere arrivata ad un approccio nuovo, lui lo aveva già messo a punto meglio, è sempre un passo avanti!” ! Un ricercatore di biochimica le fa i complimenti per la scoperta degli eccezionali effetti disinibitori ed empatici prodotti da
specifici
isotopi
di
combustibili
nucleari
uniti
a
idrossidi di ferro e alluminio. “Ero una giovane ricercatrice allora,” spiega lei. “Ma l’umanità non ha bisogno di prodotti radioattivi!”! Lidia va a trovare il padre in carcere: l’uomo la informa che presto gli avvocati lo faranno uscire e che all’udienza preliminare non si è riscontrato il pericolo di reiterazione del reato, dato che tutti i terreni incriminati per la diossina
sono
stati
sequestrati
dalla
magistratura.
Ma
l’uomo è preoccupato: la sua impresa agroalimentare fallirà. ! Poco dopo anche Paola va a trovare l’ex marito e dalla lista dei visitatori vede il nome della figlia e altri nomi sconosciuti. Parlano di Lidia, accusandosi reciprocamente.! La
ragazza,
nel
frattempo,
continua
a
bere.
Al
volante,
si
schianta contro il guardrail. L’incidente non è grave, Lidia riporta solo una brutta contusione. Paola, avvilita, parla con il professore: gli confessa che se le loro sperimentazioni si concretizzassero in un farmaco, potrebbe aiutare la figlia ad uscire dall’alcolismo, forse, empatizzando con lei… !
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! ! ! ! La sera, leggendo tra le carte dell’inchiesta sul marito, scopre che gli inquirenti sospettano, ma non riescono a provare, l’esistenza di altri terreni incriminati, stavolta a nascondere composti di uranio impoverito invece che diossina. A Paola scatta qualcosa. Lei conosce bene tutti i terreni del marito, anche quelli celati dai prestanome. Riprende la sua ricerca: il suolo salentino, argilloso-limoso, è ricco in ossidi e idrossidi di ferro e alluminio, che, mischiati con isotopi radioattivi…! Paola sale in macchina e raggiunge una zona isolata fino ad un terreno
recintato
alla
buona.
Scavalcata
la
recinzione,
raccoglie con maschera e guanti una zolla di terra. In laboratorio la analizza, ma sa bene cosa risulterà, le serve solo una conferma: e infatti vi trova residui di uranio impoverito. ! Paola fa una serie di esperimenti e mette a punto una formula.! Un anno dopo… il terreno è diventato un vitigno. Il suo vino lo chiama: Empatia.! Prima di ogni seduta e di ogni paziente, ne beve qualche sorso. Inizialmente non risente di alcun effetto, poi, improvvisamente, durante una seduta, le paure del paziente, che lamenta attacchi di panico e di claustrofobia, diventano le sue paure. Rimasta sola nella stanza, si butta a terra, suda freddo, trema, non vuole uscire per strada… ripercorre tutta la narrazione del suo paziente sentendo le sue medesime emozioni. Passato l’attacco di panico, è incredula… scettica. Ma la cosa si ripete… e si ripete… i sentimenti provati dai suoi pazienti diventano i suoi. La cosa la terrorizza ma allo stesso tempo ne viene soggiogata. Mentre riempie sempre di più, in ogni seduta, i bicchieri di vino,
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Empatia ! ! ! SOGGETTO PER SERIE TV chiede anche ai suoi pazienti di aumentare il numero di sedute: ha bisogno delle loro storie… ne diventa dipendente.! Una sera va dal professore e gli fa discorsi strani: “Perché arrovellarsi tanto sul dilemma della morte? La non esistenza l’abbiamo già sperimentata prima di nascere e la sperimentiamo ogni giorno, nel non esserci al di fuori dell’io, qui e ora. Ma se non fosse più così? Se la coscienza di un uomo divenisse capace di sdoppiarsi e infiltrarsi nella coscienza di un altro, nella sua vita, nelle sue emozioni, vivendole in modo totalmente empatico, come dall’interno, in prima persona? Un salto nel non io, insomma. Momentaneo. E da spettatore. Niente di più. Nessuna possibilità di fare scelte o agire al posto dell’altro, nessuna interferenza nella vita altrui, solo flussi inarrestabili di coscienza. Sufficienti a rivoluzionare la realtà.”! Il professore la fissa preoccupato mentre firma delle carte.! Con Lidia le cose sembrano andare meglio. Paola accetta di andare con la figlia agli incontri con gli alcolisti anonimi. Ma anche lì, la terapeuta viene avvinta dalle loro storie e inghiottita dalle loro passioni.! I pazienti aumentano, da P0 la lista si allunga… Paola sente il bisogno di seguire le storie dei pazienti anche fuori dallo studio. E anche gli incontri con gli alcolisti anonimi diventano più frequenti. È spirito filantropico il suo, si convince, vuole bene a queste persone e cerca di aiutarle… ma la filantropia diventa sempre di più ossessione, pedinamenti, stalking, gelosia.! Tutto degenera velocemente: l’analista è troppo coinvolta, non sa gestire il transfert dei pazienti e lo alimenta pericolosamente. Poi la tragedia: Lidia muore in un incidente d’auto. L’autopsia rivela uranio impoverito nel suo sangue.!
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! ! ! ! ! Paola è disperata. Non sa come, ma Lidia ha avuto accesso al suo vino. Inizia la disintossicazione. Paola vuole distruggere il vigneto e la formula del vino. Troppo tardi: il suo computer è stato rubato e quando va al vigneto intenzionata a bruciarlo, lo trova protetto e inaccessibile. Il marito, uscito di prigione, ne ha ripreso possesso. Ha saputo delle proprietà eccezionali di quel vino? Ma come? Improvvisamente un ricordo: nella lista dei visitatori dell’ex marito, in carcere, un nome, evidentemente falso, scritto con la calligrafia del professore, ne è sicura, conosce la sua firma e la sua particolare “L”: il professore e il marito sono in combutta e vogliono la sua formula: l’uno per farne un business, l’altro puntando al nobel.! Paola, ancora incredula, si precipita dal professore per riavere il computer, ma quando dallo studio di questi vede uscire il suo paziente zero, capisce: il professore era sempre al passo con le sue ricerche perché il P0 lo aggiornava, probabilmente filmando la seduta con qualche telecamera nascosta. La rivelazione: se il P0 le ha sempre mentito, il salto nel non io non è reale, è una banale allucinazione, non si empatizza con l’altro, ma con la propria idea dell’altro. Questa, la più cocente delusione.! Paola contatta il magistrato che seguiva il caso dell’ex marito per bloccare la produzione del vino radioattivo; poi redige e inoltra alla comunità scientifica un articolo intitolato “Perché l’approccio empatico coadiuvato da isotopi radioattivi non funziona.” Una controargomentazione per quella che sarebbe potuta essere la pubblicazione scientifica del professore.! Tutto sembra finito e sotto controllo, ma quella notte la formula del vino finisce in rete…
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