I libri di ilda

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I LIBRI DI ILDA Sceneggiatura originale di Carla VirzĂŹ

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EXT. PER STRADA - EDICOLA AL LUNGO MARE -- DAY L'alba sta illuminando la città e fa brillare il mare. Una donna fa jogging, passando davanti al chioschetto di un'edicola a saracinesce abbassate. A fianco dell'edicola è posteggiato un furgoncino con scritto "Distributori del sud". Da dentro il furgone, sul lato posteriore con le ante aperte, un uomo scarica fasci di giornali lanciandoli davanti all'edicola. Un uomo apre la saracinesca dell'edicola e poi si avvicina al distributore e gli firma una serie di fogli.

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INT. BAR -- DAY Da dietro il bancone di un bar, un barista ripone un vassoio di cornetti nell'espositore. Di fronte, un uomo in tuta da lavoro sorseggia un caffè guardando fuori dalla porta di ingresso del bar, dove vede passare la ragazza che fa jogging.

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EXT. PER STRADA - DAVANTI AL SANTA LUCIA -- DAY La donna che fa jogging passa davanti all'ospedale Santa Lucia. Correndo alza lo sguardo verso una finestra. Dietro la finestra si vede una donna che osserva la strada: è Maria.

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INT. OSPEDALE SANTA LUCIA - STANZA REPARTO RIABILITATIVO -- DAY Maria è al di qua della finestra, con le braccia distese lungo il corpo; alle sue spalle una stanza austera ma pulita. Al lato opposto della finestra c'è una parete a vetri. Al centro della stanza un letto in cui giace un ragazzo intubato, in coma vegetativo; sopra il letto un crocifisso e la sciarpa del Catania. Nell'aria predominano i RUMORI DEI MACCHINARI IN FUNZIONE e il TICCHETTIO REGOLARE DEL MONITOR di controllo delle funzioni vitali.


2. Nella stanza entra un'infermiera con in mano il dispositivo pungidito, il misuratore della glicemia e un batuffolo di cotone imbevuto di alcol. Maria si volta verso di lei e si avvicina al letto. MARIA Buongiorno Sandra! L'infermiera passa il batuffolo di cotone sul dito del paziente e lo punge mentre risponde al saluto di Maria. SANDRA Salve signora Maria! MARIA Ancora il materasso antidecubito non funziona, ma come dobbiamo fare? Mio fratello ha già una piaga. SANDRA (spremendo il dito del paziente)

Signora, glielo dico onestamente, in questo momento ogni spesa per l'ospedale è un vero e proprio parto. Perché non lo procura...il suo benefattore un altro materasso antidecubito? Farebbe prima. MARIA Sandra, stai scherzando? È dieci anni che mio fratello è in questo stato. Il signor Aiala vi ha acquistato sedie a rotelle, condizionatori, imbracature alza malati, ma tra un po' ci verrete a chiedere la carta igienica. E poi da quant'è che ad Aldo non viene fatto il bagno completo? Dovreste farlo una volta alla settimana, no? Sandra poggia la striscetta del misuratore sul dito del paziente. SANDRA Ascolti, la pratica della spugnatura è sufficiente, ma non si preoccupi, tra qualche giorno gli faremo anche il bagno. Maria annuisce rassegnata, bacia sulla fronte il fratello e lo saluta.


3. MARIA Torno più tardi, tesoro mio. 5

INT. BAR -- DAY Un bar elegante e poco affollato, con grandi vetrate che si affacciano su piazza Duomo, sui muri qualche foto in bianco e nero che riproduce Catania vecchia. Da dietro il bancone tre baristi si danno da fare: lavano tazzine, sistemano i pezzi da colazione e fanno i caffè per i clienti in attesa davanti a loro. Nel frattempo osservano con la coda dell'occhio, presso l'unico tavolino occupato, un uomo con la barba, in giacca e cravatta, che fa colazione. Si tratta di Franco, quarant'anni passati. Accanto a lui, a terra, una 24 ore nera di pelle. Franco guarda il suo orologio d'oro: segna le 8,25. FRANCO Troppo leggero questo caffè oggi. Lo avete annacquato? Un cameriere cammina spedito verso il cliente con un vassoio vuoto in mano. CAMERIERE E' il solito caffè, signor Franco, ma se vuole gliene porto un altro. FRANCO No, per carità, per oggi mi avete già avvelenato. CAMERIERE (sparecchiando)

Mi spiace molto, cosa posso fare per sdebitarmi? FRANCO Nunzio, Nunzio, non ti basterebbe una vita a te per sdebitarti. Tuo figlio lo trattano bene al cantiere?


4. CAMERIERE (abbassando il tono della voce)

Lo rispettano, sì, sono stati ai patti. Un voto dato bene, una crocetta al posto giusto. Grazie, grazie mille, signor Franco. FRANCO Va bene, passiamo agli affari, che sto facendo tardi. Chiamami il titolare. Il bar è più affollato. Il titolare, sulla sessantina, è alla cassa. Da questa tira fuori una busta bianca. Poi esce da dietro il banco della cassa e si dirige da Franco con espressione tesa. TITOLARE Eccoci. FRANCO Usi il plurale maestratis? E che sei maestro tu? Il titolare porge furtivamente la busta a Franco parlando a bassa voce. TITOLARE Si fa per dire. Senta, ragioniere, se lei potesse venire un po' prima la mattina o a chiusura. Alle otto e mezza siamo in pieno orario di punta e non mi piace fare certe cose con tutta questa gente in giro. FRANCO (guardando dentro la busta)

Mi vuoi imparare il mestiere? Prima mi avveleni con un caffè di merda e poi mi vieni a imparare il mestiere a me? Senti, lasciamo stare, va bene? E poi che è questa elemosina? Lo so che avete aumentato il fatturato nell'ultimo mese, credi che non lo so? TITOLARE Aumentato il fatturato? Qualche spicciolo in più abbiamo fatto, ma eravamo in debito con tanti fornitori.


5. FRANCO (alzandosi, con aria minacciosa)

Non importa, ci abbiamo pensato, ci aspettavamo che facevi storie, così abbiamo deciso che assumerai un ragazzo. E' un bravo ragazzo, un lavoratore. Non ti darà problemi. TITOLARE (sconcertato)

Questa volta state esagerando, c'è crisi dappertutto e voi pretendete sempre di più... FRANCO (dandogli le spalle)

Ma che crisi e crisi! E tutti questi che fanno colazione al bar? Buona giornata, va! Franco esce dal bar. 6

INT. GIOIELLERIA -- DAY In gioielleria, un uomo dietro il bancone alza lo sguardo in alto, in segno di disperazione, mentre preme il pulsante che apre la porta di ingresso della gioielleria. Dalla porta entra Franco sorridente. FRANCO Come andiamo, Antonio? ANTONIO Tutto bene, lei? FRANCO Beh, il banco piange. Non si dice così a Baccarà? ANTONIO Non saprei, non gioco d'azzardo. FRANCO Non giochi d'azzardo? Avere una gioielleria al giorno d'oggi non è giocare d'azzardo? L'uomo apre la cassa, prende una busta bianca e la porge allo strozzino con la mano tremante.


6. ANTONIO Effettivamente... 7

INT. NEGOZIO DI COMPUTER -- DAY Un negozio di computer. Al centro due ragazzi parlano con Franco. Hanno il volto affranto. Franco sorride cinicamente.

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INT. FERRAMENTA -- DAY Tra una parete di metallo attrezzata e il bancone, ci sono quattro commessi che lavorano frettolosamente, servendo i loro clienti in fila. Il primo della fila è Franco, che punta il dito verso la parete attrezzata e indica al commesso una serie di attrezzi. Il commesso porge a Franco gli attrezzi e una busta bianca.

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INT. SCUOLA - IN CLASSE -- DAY Una classe luminosa. L'insegnante è seduta alla cattedra e sta sfogliando i compiti in classe di italiano. Nella fila di mezzo, al secondo banco, c'è Matteo, dodici anni. Ha indosso una felpa con cappuccio e sta prendendo un libro dallo zaino a terra. Dietro di lui Leonardo, aria furba e abbigliamento griffato. Ha un succo di frutta nel brik di cartone. Appositamente spreme con forza il brik per riversare il succo sul cappuccio della felpa di Matteo. Il compagno di banco di Leonardo, Marco, un ragazzo grassoccio, ride. Matteo si tocca il cappuccio girandosi verso Leonardo. MATTEO Ma che hai fatto! LEONARDO (alla professoressa)

Professoressa, Matteo mi insulta!


7. La professoressa alza gli occhi dai compiti. PROFESSORESSA Ehi, voi due, non cominciate, oggi non voglio sentirvi fiatare, è chiaro? Siete in seconda media, non siete più alle elementari. Matteo sbuffa aprendo il libro. Leonardo fa un'espressione di vittimismo. 10

INT. LIBRERIA -- DAY Un ambiente ampio, con al centro quattro banconi pieni di libri impilati e tutto attorno delle librerie scorrevoli. A destra un arco che conduce ad un'altra sala, a sinistra il bancone con la cassa e con un computer. Alcuni clienti sono in piedi accanto ai banconi e sfogliano libri. Altre due persone sono in fila davanti alla cassa. Al pc c'è una donna sulla sessantina, Ilda, ben vestita. Si rivolge ai clienti in fila. ILDA Scusatemi un attimo, oggi fa un caldo estivo. Ilda si allontana dalla cassa e attraversa frettolosamente l'arco che conduce alla seconda saletta, una sala lettura occupata da ragazzi che leggono, comodamente seduti su divanetti. Sulle pareti i manifesti dei film "Il bell'Antonio", "I vicerè", "Il gattopardo". Ilda si dirige all'armadio frigo e prende una confezione di latte di mandorla e dei bicchieri, quindi torna nella sala principale e poggia tutto sul bancone. Consulta il pc mentre vede entrare Franco in negozio e gironzolare. La libraia si rivolge alla cliente in fila.


8. ILDA (CONT'D) Bene, il computer mi dà ancora disponibili due copie, le dovrebbe trovare nell'angolo in fondo a destra, nell'area filosofica. La cliente fa un cenno di ringraziamento e va verso l'angolo indicato dalla libraia. Ilda si sposta dal pc alla cassa e si rivolge al cliente successivo, un ragazzo mal vestito e con i capelli a rasta. ILDA (CONT'D) Prego. Il ragazzo le porge due libri da pagare. CLIENTE Ho la carta fedeltà. ILDA (annuendo con un sorriso)

Bene! CLIENTE (a bassa voce)

Non è che mi può consigliare un libro da regalare? Per un'appassionata di classici filosofici. Una buona idea al volo? Franco, dietro di lui, ha l'aria infastidita. FRANCO Io ce l'avrei. Paga i tuoi cazzo di libri e levati di mezzo, non vedi che c'è una fila dietro di te? CLIENTE (voltandosi verso Franco)

Come si permette! Ho aspettato paziente il mio turno e ora lei dovrebbe fare lo stesso. Franco gli punta minaccioso il dito contro. FRANCO Quello che faccio io, non sarai tu a--


9. Ilda interrompe Franco e torna a rivolgersi al ragazzo, di fronte all'aria interrogativa di entrambi i clienti. ILDA Se alla tua amica piacciono i classici filosofici, di sicuro avrà letto tutto Kundera, Sartre, Proust. Prova con "L'eleganza del riccio", non è un classico, ma come se fosse. È molto bello. Lo trovi nella bacheca alle tue spalle. Il cliente esce dalla fila rivolgendo uno sguardo irritato a Franco. CLIENTE Do un'occhiata al retro di copertina, grazie. ILDA Ti aspetto, ho il tuo conto aperto. Il ragazzo, dopo una breve lettura del retro copertina, osservato dall'occhio minaccioso di Franco e da quello benevolo di Ilda, torna davanti alla fila e paga. CLIENTE Gentile come sempre, signora Ilda, arrivederci! In libreria entra una donna che tiene per mano un bambino e che si mette in fila dietro a Franco. Ilda la guarda distrattamente e poi si rivolge a Franco. ILDA Prego. FRANCO È così che si trattano i clienti importanti? Facendoli aspettare mentre un alfabeta si legge una copertina? ILDA Qui non abbiamo clienti importanti e clienti non importanti, abbiamo solo clienti e non clienti. Lei a che categoria appartiene?


10. Franco si sposta dalla fila e va verso una bacheca in un angolo appartato della libreria fingendo di interessarsi ad un libro, poi chiama Ilda. FRANCO Signora mia, mi viene ad aiutare? Ilda prende il cartone del latte di mandorla sul bancone e ne versa un po' in un bicchiere di plastica, poi raggiunge Franco. ILDA Per lei ci vedo bene "L'idiota" di Dostoevskij, è-Franco le mette con violenza una mano sulla spalla schiacciandola contro la libreria. FRANCO Come si permette? Darmi dell'idiota! Lei sta scherzando col fuoco! Ilda mantiene la voce ferma e lo sguardo puntato negli occhi dello strozzino, quindi gli porge il latte di mandorla. ILDA Mentre sceglie, si sorseggi del latte di mandorla, con questo caldo si sentirà rigenerato. FRANCO Non mi prenda per il culo! ILDA In questa libreria sarà sempre il benvenuto per del latte di mandorla fresco e per delle chiacchiere sui libri in classifica. Franco libera la donna dalla presa e afferra il bicchiere abbassando la voce. FRANCO Non mi faccia perdere la pazienza, mi dia ciò che mi spetta e me ne vado. Ilda continua, decisa, a mantenere gli occhi impavidi fissi su di lui.


11. ILDA Una bibita fresca o dei libri, questo sarà sempre tutto quello che le offrirò. 11

EXT. PIAZZA DUOMO - SOTTO L'ELEFANTE -- DAY Un trenino per turisti attraversa piazza Duomo in una giornata assolata, passando davanti al dehor di un bar affollato di gente che mangia granite e brioche. Al centro della piazza una decina di persone è seduta sotto l'elefante. Tra queste persone anche Franco, con a lato la sua valigetta di pelle nera. Franco schiaccia tra le dita il bicchiere di latte di mandorla quasi vuoto. Schizza qualche goccia che finisce sul suo vestito. Getta a terra il bicchiere accartocciato e, pulendosi il vestito con le mani, impreca. FRANCO Stronza. Grandissima stronza, maledizione a te, mi sembra di avere il malocchio addosso. Franco prende la sua valigetta e, poggiandola sulle ginocchia, la apre: da sotto una pistola tira fuori un foglio. INSERTO - FOGLIO

Una lista di una trentina di nomi di commercianti. La maggior parte dei nomi è depennato, il nome della libraia spicca in rosso ed è cerchiato. FINE INSERTO

Franco alza gli occhi e guarda avanti, verso l'ingresso della libreria. Fissa con disprezzo l'insegna "I libri di Ilda". 12

INT. CASA DI FRANCO - INGRESSO -- DAY Un atrio poco luminoso si affaccia su quattro porte aperte. UN RUMORE DI CHIAVI. La porta di ingresso si apre ed entra Franco che richiude la porta dietro di sé e appende la giacca all'appendino. UN URLO proveniente da un'altra stanza lo fa trasalire. La moglie lo raggiunge all'ingresso, con indosso un grembiule da cucina e in mano il forcone.


12. MARIA Dove diavolo sei stato? FRANCO (sobbalzando)

Dove vado sempre, al lavoro. MARIA Sei stato da quella libraia in ora di punta, con una fila di gente che ascolta le tue minacce? Ma che ti è passato in testa? FRANCO Non so di che stai parlando, non mi ha sentito nessuno e non ti permetto, in casa mia, di rivolgerti a me con questo tono. MARIA Tu non capisci, tu...tu non sai quanto è grave quello che fai. E non mentire con me. Ti ha visto un compagno di Matteo che oggi non è andato a scuola e guarda caso era in libreria con sua madre. FRANCO E chi è 'sto spione di merda? MARIA Ha telefonato perché voleva i compiti da Matteo e gli ha detto che ti ha visto lì e che forse stavi comprando anche tu dei libri per tuo figlio. Ma perché stai andando dai negozianti a qualunque ora? Prima ci andavi solo la mattina presto, ora ti senti così sicuro di te che...scommetto che stai riscuotendo tu di persona anziché mandare qualche ragazzino incensurato. FRANCO Maria, smettila, so io come gestire il mio lavoro, lasciami stare e vai a preparare da mangiare piuttosto, che ho fame. Maria si gira e va via preoccupata.


13. 13

INT. CASA DI FRANCO - CUCINA -- DAY Maria sta cucinando e dà le spalle al figlio Matteo. Il ragazzino è seduto al tavolo e fa i compiti con quadernoni e libri davanti. Entra in cucina Franco con la sua valigetta. Matteo gli rivolge un sorriso. MATTEO Hai qualcosa per me? So che sei stato in libreria. Franco scambia un'occhiata con la moglie e poi si rivolge al figlio. FRANCO Metti via questi libri, Matteo. Quante volte devo dirti che il tavolo della cucina è fatto per mangiare e non per studiare? Matteo con espressione delusa toglie via i libri dalla tavola. FRANCO (CONT'D) Ma qualcosa per te ce l'ho. Franco apre la valigetta e ne solleva leggermente l'anta. Si intravede una pistola giocattolo ancora impacchettata, accanto alla pistola vera di Franco. L'uomo prende l'arma giocattolo e la tira fuori porgendola al figlio e richiudendo la valigetta. FRANCO (CONT'D) Sembra vera, non è fantastica? MATTEO Non mi piacciono le pistole, papà, lo sai! Matteo, con i suoi libri in mano, esce dalla stanza sbuffando. Franco lo osserva con disappunto e si rivolge alla moglie. FRANCO Questo ragazzino mi sta facendo perdere la pazienza, non mi porta rispetto. (MORE)


14. FRANCO (CONT'D) Cosa si è messo in testa, che non conto niente in questa casa? E poi cosa avrei dovuto comprargli, una Barbie? MARIA (mescolando il risotto)

Bastava un libro. FRANCO Devo dargli una raddrizzata. MARIA Finiscila! Matteo ti ubbidisce sempre. FRANCO Forse. Ma lo vedi come mi guarda? Mi lancia occhiate di disprezzo. MARIA Cosa pretendi da lui? FRANCO (con amarezza)

Sinceramente? Vorrei che pendesse dalle mie labbra! MARIA Ho pensato di comprarmi un cellulare. FRANCO (sogghignando)

Ah sì? E cosa ci dovresti fare? Fai la cassiera al supermercato, Maria, a che ti serve un cellulare, a chiamare il salumiere al bancone? Non farmi ridere. MARIA Starei più tranquilla, semplicemente. Così se voglio rintracciare te o-FRANCO Maria, non hai bisogno di alcun cellulare. L'argomento è chiuso, chiaro? Maria spegne i fornelli arrabbiata.


15. 14

INT. ASSOCIAZIONE ANTIRACKET - ANTICAMERA -- DAY Una piccola sala d'attesa accogliente, con qualche sedia e svariate locandine alle pareti che pubblicizzano un convegno sull'antiracket, una manifestazione legata alla ricorrenza dell'uccisione dell'imprenditore Libero Grassi, nuove leggi, il 41 bis. Ilda tiene in mano la sua borsetta mentre cammina avanti e indietro nella sala soffermandosi ogni tanto a leggere le locandine. La porta di accesso all'ufficio antistante si apre e ne esce un uomo alto in giacca e cravatta, Alberto Licantro. ALBERTO Ilda, che piacere! ILDA (abbracciandolo)

Ciao Alberto, come stai? ALBERTO Benone, grazie, scusa l'attesa ma ero in piena call conference. L'organizzazione della giornata nazionale dell'antiracket ci sta fagocitando. Alberto fa segno a Ilda di entrare nell'ufficio, cosÏ i due chiudono la porta dietro di sè. 15

INT. CONTINUA - UFFICIO -- DAY Una scrivania sommersa di carte, locandine e brochure sull'antiracket. Dal lato opposto della sala un divano sopra il quale campeggiano fotografie di uomini dell'antimafia: Falcone e Borsellino, Libero Grassi, Peppino Impastato, Giuseppe Fava, il generale Dalla Chiesa. Alberto e Ilda sono comodamente seduti sul divano. ILDA Volevo accertarmi che al prossimo incontro d'autore tu ci saresti stato, ci tengo a farti conoscere Fedele Auteri. ALBERTO Ci tengo pure io. La sua fama lo precede. (MORE)


16. ALBERTO (CONT'D) So che fa battaglie importanti presso il tribunale di sorveglianza di Roma ogni volta che bisogna decidere sui reclami contro il 41 bis. ILDA Sì, lui è sempre stato per il carcere duro per gli uomini in odore di mafia. ALBERTO Insomma, è un gran rompi coglioni, come piace a me. ILDA (ridendo)

Già! ALBERTO Ma non sei venuta qui solo per questo, vero? Mi avresti telefonato altrimenti. Hai deciso di muoverti? ILDA (sospirando con apprensione)

Penso di sì. Tre mesi in attesa di decidere sono sufficienti, no? ALBERTO Hai aspettato anche troppo, Ilda. A questa gente non bisogna dare tempo. Credevi che solo la tua fermezza li avrebbe fatti tirare indietro? Più tempo passa più diventano arroganti. ILDA Grazie a Dio a questo non ci sono ancora arrivati, ma non credo manchi tanto. Comincio ad avere paura, ma ti confesso che denunciare l'estorsione non mi fa stare tanto più tranquilla. Non lo so...speravo di non dovere affrontare la trafila delle denunce, il telefono sotto controllo, le videocamere e tutto il resto.


17. ALBERTO (stringendole la mano)

Ilda, non devi temere niente, siamo tutti con te. Nell'unità dell'associazionismo abbiamo le spalle al sicuro. Alberto si alza e va alla sua scrivania, apre un cassetto, tira fuori un cellulare e lo porge a Ilda che lo prende con sguardo interrogativo. ALBERTO (CONT'D) Prendi questo, è il mio cellulare. Si tratta di un telefono particolare, dotato di un software che riproduce ad ogni uso il codice IMEI del cellulare. Inoltre ha una Sim anonima ricaricabile. Insomma, è un telefono sicuro e irrintracciabile. ILDA Ma che devo farci? ALBERTO Il commissario ti contatterà a questo cellulare. Non dovrai andare alla polizia, verranno loro da te, in incognito, in un luogo sicuro, lontano da occhi indiscreti. ILDA Grazie! ALBERTO Se ti mostrassero delle foto segnaletiche, tu riconosceresti il tuo estorsore? ILDA Al cento per cento. 16

INT. CASA DI FRANCO - STUDIO -- DAY Uno studio un po' pacchiano. Nella libreria un'enciclopedia, due targhe premio come primo e secondo classificato al poker americano, un contenitore di vetro con delle fiches da gioco, una foto di Franco e Maria il giorno delle nozze e una foto di Matteo vestito da cowboy. Sopra la poltrona i giornali La gazzetta dello sport e La Sicilia. Franco è alla scrivania con le braccia conserte appoggiate all'estremità del tavolo e gioca da solo al poker americano, fissando davanti a sé


18. tre file di carte girate: due dal proprio lato, due dal lato opposto, cinque al centro. Dopo pochi secondi la porta dello studio si apre: Maria affaccia la testa. Ha un'espressione severa e gli occhi arrossati. Franco dà un'occhiata all'orologio sulla parete che segna le sedici. MARIA Sto uscendo. Porto Matteo al doposcuola e vado al lavoro. Se ce la faccio, più tardi passo anche da Aldo in ospedale. Franco annuisce silenziosamente. MARIA (CONT'D) Senti, credi che potremmo chiedere a don Carmelo un altro favore? FRANCO Per tuo fratello? MARIA In quel dannato reparto di riabilitazione non hanno una lira e ad Aldo serve un nuovo materasso antidecubito. FRANCO Maria, don Carmelo è un capo clan, non è mica un'associazione di beneficenza! MARIA Lo so, dannazione, ma Aldo era un suo fedelissimo, è stato ridotto così dalle manganellate di uno sbirro. FRANCO É stata una rissa allo stadio, don Carmelo non ha responsabilità. MARIA E che cambia? Comunque Aldo amava don Carmelo. FRANCO Va bene, parlerò con lui, ora basta!


19. Maria esce dalla stanza chiudendo la porta dello studio dietro di sé, apre la porta di ingresso e resta in attesa. Matteo, con lo zaino sulle spalle, la raggiunge. I due escono di casa. 17

INT. CONTINUA - STUDIO -- DAY Sulla scrivania, al centro, le carte da poker sono perfettamente allineate nel mazzo. Accanto al mazzo un cellulare che sul display segna le 17. Franco è seduto in poltrona e legge La Sicilia. SQUILLA il cellulare. Franco si alza e va a rispondere. Sul display le lettere C ed A. FRANCO Minchia! Franco risponde. FRANCO (CONT'D) Pronto. DON CARMELO AIALA Franco, dove sei finito?

(V.O.)

FRANCO Sempre al lavoro, don Carmelo. DON CARMELO AIALA (V.O.) Franco, non mi piace riprendere le persone che lavorano per me e non accetto ritardi. Oggi ti aspettavo. FRANCO Vi faccio le mie scuse, don Carmelo, ma ho dovuto stare appresso alla vecchia della libreria, è testarda. DON CARMELO AIALA (V.O.) Le persone testarde vanno persuase nel modo giusto. Provvedi oggi stesso.


20. FRANCO Lo farò, don Carmelo. DON CARMELO AIALA (V.O.) Non mi deludere, ragazzo mio, ho progetti importanti per te. Ti saluto. FRANCO A presto, don Carmelo. Franco chiude il cellulare con un'espressione preoccupata sul viso. 18

EXT. PIAZZA DUOMO- SOTTO L'ELEFANTE -- NIGHT Piazza Duomo é poco affollata. I negozianti stanno chiudendo, qualche saracinesca è già abbassata. Franco é in piedi sotto l'elefante, con un piede sul gradino. La valigetta nera è a terra accanto a lui. Guarda da lontano l'ingresso alla libreria con la saracinesca abbassata a metà e le luci interne ancora accese. Ha una sigaretta in mano, tira velocemente le ultime due boccate e lancia lontano la cicca, quindi prende la sua valigetta e si muove verso la libreria. Bussa fragorosamente sulla saracinesca e si abbassa per entrare. FRANCO Disturbo?

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INT. LIBRERIA - ALLA CASSA -- DAY Franco si risolleva con ghigno beffardo, ma il suo volto improvvisamente assume un'espressione raggelata. Davanti a sé, seduto presso il bancone della cassa, accanto alla libraia, c'è suo figlio Matteo. Sopra il bancone ci sono libri, quadernoni e penne colorate. La libraia guarda lo strozzino con freddezza. Matteo fa una faccia sorpresa e perplessa. MATTEO Papà...come mai sei venuto tu?


21. Franco è a bocca aperta, ammutolito. ILDA (sconvolta)

Papà?! Franco balbetta qualcosa di incomprensibile. Ilda gli viene in aiuto. ILDA (CONT'D) (con aria ironica)

Ma che sorpresa! Non credi, Matteo? Matteo accenna un sorriso. MATTEO Già! ILDA Siamo contenti di vederla. Posso offrirle del latte di mandorla? FRANCO (ancora intontito)

No, grazie. MATTEO Hai avvertito mamma? FRANCO È lei che doveva avvertire me. MATTEO Cosa? ILDA (a Franco)

I compiti li ha finiti, ma le consiglio stasera, prima di metterlo a letto, di fargli ripetere ancora una volta "Il congedo del viaggiatore cerimonioso". FRANCO (abbassando la voce)

Questa è bella!


22. MATTEO È una poesia di Giorgio Caproni, papà. FRANCO Sì, va bene, ora andiamo.


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