2. La via delle Salaiole

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Itinerario

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IL MUGELLO, LA VAL DI SIEVE E LA ROMAGNA TOSCANA


Via delle salaiole Antico percorso della Faentina

Secondo itinerario - Via delle salaiole

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SECONDO ITINERARIO

Ponte medievale sul torrente Fistona, lungo l’antico percorso della Faentina

Palagetto a Poggiolo, lungo l’antico percorso della Faentina

ll’epoca della conquista dell’Etruria da parte dei romani e della successiva espansione di questi nella pianura padana, si andò configurando una “destinazione stradale” dell’Appennino, nel quadro di una organizzazione territoriale basata sull’equilibrio tra le funzioni urbane e quelle stradali. I distretti facenti capo alle città fondate o rifondate nell’area pedemontana, da Lucca ad Arezzo, ebbero infatti una conformazione spaziale legata a una precisa loro funzione nell’ambito del sistema di circolazione instaurato che vedeva, “a latere” delle grandi vie di collegamento interregionale (le consolari Aurelia e Flaminia), tutta una serie di percorsi dai caratteri più strettamente regionali, come le diverse derivazioni transappenniniche della via Cassia. In tale contesto la funzione del distretto della colonia di Florentia dovette essere di natura “pontificia”, con riguardo all’attraversamento dell’Arno nel punto di raccordo della rete di vie dell’area collinare solcata dagli affluenti di sinistra del fiume. Al contermine municipio fiesolano dovettero invece essere attribuite funzioni di manutenzione e di controllo dei percorsi che, attraverso il Mugello, risalivano i valichi appenninici. Tra questi era l’unica via sicuramente documentata per i collegamenti tra Florentia e l’area padana: la via faentina. L’Itinerarium Antonini Imperatoris indica le seguenti “mansiones”, cioè luoghi di tappa della via, tra Faenza e Firenze: FAVENTIA – IN CASTELLO – ANNEIANUM – FLORENTIA. Se l’identificazione della “mansio” “In Castello” con Marradi è quasi unanime, lo stesso non può dirsi per “Anneianum”, “mansio” nella quale di volta in volta gli studiosi che si sono occupati del problema hanno creduto di individuare Borgo San Lorenzo, Dicomano o Agnano. Come si vede le laconiche indicazioni offerte dall’Itinerarium Antonini Imperatoris permettono di ricostruire soltanto a grandi linee il tracciato dell’antica strada, che nel tratto più propriamente mugellano, tra “Anneianum” e “Florentia”, doveva transitare per la valle del torrente Fistona, come sembrano provare alcuni indizi, rappresentati da due toponimi che si trovano entrambi nei pressi di Gricignano. Si tratta di “Campomigliaio”, che dovrebbe essere derivato dall’esistenza nella località di un cippo della numerazione miliare della via, e di “Vitareta”, toponimo probabilmente originato dall’aggettivo “vetus”, con riferimento all’antico percorso stradale. Alle testimonianze toponomastiche è poi da aggiungere il contenuto di una notizia, riportata dal Chini (“Storia antica e moderna del Mugello”, 1876, vol. I, p. 133), secondo la quale nell’anno 1772 furono scoperte tracce di una “strada sicuramente militare antichissima” sui mon-

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SECONDO ITINERARIO ti della Valcava, e precisamente ove adesso è la pieve di San Cresci: “imperocché due braccia sotto terra si rinvennero strati di grosse pietre squadrate, veri avanzi di strada costruita all’uso romano”. È probabile che la via medievale per Faenza abbia sostanzialmente ricalcato il percorso della strada romana, salvo ovviamente tutta una serie di varianti legate alle modificazioni intervenute nell’assetto del territorio e al mutamento delle realtà insediative. Il quattrocentesco “Libro Vecchio di Strade” della repubblica fiorentina, nel quale sono annotati i tratti della via alla cui manutenzione erano tenuti i “popo- L’abitato di Montepulico, nell’alta Valle del Fistona li” che gravitavano sul percorso, ci consente di ricostruire il tracciato medievale della via e di verificare così come esso in una qual certa misura divergesse dall’itinerario seguito dalla moderna “faentina”. La più cospicua differenza si aveva in prossimità di Polcanto dove la via, invece di entrare, come fa oggi, nella valle del torrente Faltona, risaliva le colline che fanno da spartiacque con la parallela valle del Fistona per poi proseguire nella direttrice naturale offerta da quest’ultima. Sul percorso, che realizzava un collegamento più breve tra Firenze e Borgo San Lorenzo, sono ancor oggi rilevabili alcuni ponti ad un’unica arcata, la cui costruzione può essere fatta risalire al basso medioevo. La strada incontrava poi il villaggio di Poggiolo, sviluppatosi in corrispondenza del punto di innesto con un tracciato che serviva a raggiungere tutti i principali centri dell’alta valle del Fistona (Sant’A nsano, Montepulico, Compegnoli). Non a caso il già ricordato Brocchi chiama la via per Faenza “la strada che da Firenze va in Mugello per le Salaiole”. R.S

Carta settecentesca con il proseguimento della Faentina oltre Borgo San Lorenzo

Secondo itinerario - Via delle salaiole

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