8. I Santuari Mariani delMugello e della Val di Sieve

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Itinerario

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IL MUGELLO, LA VAL DI SIEVE E LA ROMAGNA TOSCANA


I Santuari Mariani del Mugello e della Val di Sieve

Ottavo itinerario - I santuari mariani

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OTTAVO ITINERARIO

Santuario della Madonna del Sasso

el corso del Duecento si verificò nella Cristianità occidentale il decollo del culto mariano, che si manifestò tra l’altro con una capillare diffusione di immagini implicanti una umanizzazione della Vergine, raffigurata nella pittura come “Madonna della Misericordia”, “Madonna del Dolore”, “Mater lactans”, “Madonna dell’Accoglienza”, “Madonna dell’Umiltà”e via dicendo. Oltre che nelle chiese le rappresentazioni della Vergine saranno in seguito ospitate anche nei tabernacoli e nelle cappelle stradali. Non a caso nelle cinquecentesche “Mappe di Popoli e Strade” della Magistratura fiorentina dei Capitani di Parte Guelfa le edicole poste agli incroci stradali sono disegnate con a lato l’indicazione “Una Madonna”. Del resto ancor oggi in Toscana i tabernacoli lungo le strade sono chiamati “Madonnini” e addirittura, nell’aretino, “Maestà”, con chiaro riferimento, in entrambi i casi, all’immagine più spesso in essi rappresentata. Più tardi, specialmente a partire dal tardo Cinquecento, in piena età controriformistica, taluni tabernacoli, a motivo di eventi straordinari verificatosi in corrrispondenza di essi (miracoli, apparizioni della Vergine), e per il conseguente accrescersi della devozione popolare, si trasformeranno in vere e proprie chiese: oratori e cappelle, oppure veri e propri santuari, quando l’afflusso dei fedeli aumentò a tal punto da imporre grandi costruzioni e un disciplinamento dei pellegrinaggi. I numerosi oratori e santuari dedicati alla Madonna che costellano le campagne del Mugello e della val di Sieve, oltre a risalire anch’essi nella maggior parte dei casi al Cinque-Seicento hanno avuto una storia simile a quella schematicamente riportata, a iniziare da quello forse più famoso: il Santuario della

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L’oratorio della Madonna del Vivaio

La cappella di Santa Maria a Ripa, detta “della Divina Pastora”


Santuario di Santa Maria a Meleto nei pressi di Villore

L’oratorio di Santa Maria in Valdastra

Madonna del Sasso, presso Pontassieve. Anche in questo caso all’origine era un antico tabernacolo, ampliato poi in forma di capella stradale: nel 1484 la Madonna apparve a due pastorelle e richiese loro di poter disporre di una chiesa più grande, dove Ella avrebbe dispensato grazie a chi degnamente le avesse richieste. Nacque così l’attuale complesso del Santuario, che consta di due ambienti principali: l’oratorio inferiore (la Cappella delle Apparizioni) e l’oratorio superiore (la cosiddetta “Chiesa nuova”), un edificio con pianta a croce greca, eretto nel 1490 e rinnovato in età barocca. Non molto dissimili sono le vicende degli altri luoghi di culto mariano. Al 1578 risale ad esempio l’oratorio della Madonna dei Tre Fiumi a Ronta, sorto anch’esso sul luogo di un tabernacolo che era meta di pellegrinaggi da parte del popolo rontese. L’edificio, preceduto da un porticato a tre arcate aggiunto nel 1633, fu ampliato nel 1705 a opera di Cristoforo di Pietro Buini. Nel 1780 si vide menomare l’arcata destra del portico, ridotta a forma sestiacuta, a motivo dell’ampliamento della strada faentina che gli scorre a lato. Tra il 1721 e il 1741, su progetto di Alessandro Galilei, fu costruito l’oratorio della Madonna del Vivaio, appena fuori Scarperia, sulla strada che conduce a Sant’Agata. All’interno della chiesa, a pianta centrale e coperta da una maestosa cupola, si conserva un affresco tardoquattrocentesco proveniente anch’esso, come di norma, da un tabernacolo che si trovava anticamente presso la fonte che aveva dato nome al luogo (il “Vivaio”, appunto). La costruzione di loggiati attorno L’oratorio della Madonna dei Tre Fiumi, presso Ronta alle chiese diverrà una consuetudine, specie quando negli edifici si trovavano immagini ritenute miracolose che richiamavano folle di fedeli. Li troviamo pertanto nel Santuario di Quadalto a Palazzuolo, nell’oratorio di Santa Maria in Valdastra, presso Cardetole, nel cinquecentesco oratorio della Madonna dei Fossi, nel Comune della Rufina, nel cui interno si conserva una Incoronazione della Vergine attribuita a Luca della Robbia. Il culto mariano porterà anche all’edificazione di cappelle devozionali, come testimonia la chiesetta esagonale di Santa Maria a Ripa, detta della “Divina Pastora”, posta dinanzi al monastero di Luco. Eretta nel 1583 su commissione delle monache dell’antico cenobio, la cappella fu poi trasformata nel 1630 in forme lineari di ferma e rigorosa eleganza che sembrano anticipare l’architettura neoclassica. R.S. Ottavo itinerario - I santuari mariani

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