La “strata de Sexto”
a strada per Sesto “incipit a Porta de Campo Corbolini” recita lo Statuto del Capitano del Popolo del 1322-1325 (Liber IV, Cap. VIII), aveva cioè inizio dalla Porta a Faenza, com’era anche denominata la porta delle mura due-trecentesche, i cui resti furono inglobati nella cinquecentesca Fortezza da Basso. All’inizio del Trecento evidentemente si preferiva chiamare la porta con il nome della vicina chiesa con annesso spedale templare di San Jacopo in Campo Corbolini, che tuttora con il suo loggiato si affaccia su via Faenza. La crescita della città nel corso del Novecento e la sistemazione delle aree al di là delle mura che per secoli avevano racchiuso il tessuto urbano, hanno pressoché annullato le testimonianze dell’antico tracciato della via, che acquistano una qualche consistenza, anche se sporadica, solo a partire dalla pieve di Santo Stefano in Pane, a Rifredi. A impianto basilicale, la chiesa con la divisione
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Villa Corsini
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OLTRE LE MURA DI FIRENZE: DA CONTADO A CITTÀ METROPOLITANA