Viaggio in Valdarno

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Le “Terre Nuove” del Valdarno Superiore Verso un nuovo assetto territoriale

L’

egemonia fiorentina sul Valdarno superiore, espressasi già nel XII secolo con la distruzione (e la successiva ricostruzione) del castello dell’Incisa e il controllo della terra di Figline, “chiave” di accesso alla valle, si manifestò appieno a partire dal 1299 con la creazione di nuove realtà insediative: le “terre nuove”. Realizzate nella prima metà del Trecento, queste costituiranno un esempio di urbanistica pianificata e di architettura militare, oltre a concretizzare la politica volta al controllo del territorio posta in atto da Firenze al fine di combattere le ultime resistenze feudali nella zona. Nonostante che i fiorentini sin dal 1218 avessero ottenuto il giuramento di fedeltà da tutti i castelli del proprio contado, che, come ricorda il Villani, “prima la maggior parte si teneva a signoria de’ conti Guidi, e di quegli di Mangone, e di quegli di Capraia, e da Certaldo”, in realtà la piena sovranità sul territorio all’epoca era ancora ben lungi dall’essersi attuata. Di qui la deliberazione del “Consiglio dei Cento”, nel 1299, di creare tre nuovi insediamenti nel Valdarno superiore “pro honore et iurisdictione comunis Florentie amplianda et melius conservanda per dominos priores artium et vexilliferum iustitiae”.

La “terra nuova” di Castel San Giovanni (San Giovanni Valdarno) secondo il progetto di Arnolfo di Cambio, nel quale era prevista anche l’altezza degli edifici a seconda della dislocazione 126

IL VALDARNO SUPERIORE. Territorio, storia e viaggi


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