Decimo itinerario
Val di Chiana Toscana. Territorio, storia e viaggi
La rinascita economica della Val di Chiana dopo la bonifica del XVIII secolo e i suoi riflessi sulle realizzazioni architettoniche
opo la felice stagione del Cinquecento, la Val di Chiana, co- Renato me del resto tutta la Toscana, nel secolo successivo non co- Stopani nobbe una particolare fioritura della vita economica e sociale, il che si riflesse puntualmente sull’attività edilizia dei suoi centri maggiori, nei quali ci si limitò a completare gli edifici (specie religiosi) iniziati nel secolo precedente o ad abbellire gli interni. Molte delle chiese dei conventi che gli ordini mendicanti avevano nelle principali “terre” della valle furono infatti trasformate nel Seicento: dal San Domenico di Montepulciano, al Sant’Agostino di Castiglion Fiorentino, al San Francesco di Cortona. Nelle poche realizzazioni architettoniche, peraltro, saranno assenti i nuovi fermenti del barocco, poiché si continuò a costruire nel solco della tradizione tardo-rinascimentale. Vedi il porticato che fu aggiunto alla quattrocentesca chiesa del Convento di San Francesco a Foiano della Chiana, ancora tradizionale nella sua impostazione e nei suoi elementi; la chiesa dello Spirito Santo a Cortona, una costruzione ad un’unica navata con pianta a croce latina, disegnata da Filippo Berrettini, e poi conclusa nel 1720 dal cortonese Antonio Iannelli; la cappella della Madonna del Mercatale a Civitella in Val di Chiana, con il suo Oratorio altare ligneo “valde ornatum et pulchrum”, eretta e abbellita tra il 1643 San Benedetto e il 1669. Barocca, ma soprattutto per la pesantezza dell’apparato de- Cortona corativo della sua facciata è la chiesa di Santa Lucia, a Montepulciano, mentre un barocchetto vivace, che preannuncia il nuovo ordine stilistico rococò, appare nel rinnovamento della chiesa del Convento di San Domenico, a Foiano della Chiana, portato avanti nel corso del Seicento. Il quadro cambierà nel Settecento: sull’onda della mobilitazione delle forze produttive per attuare la bonifica integrale delle aree impaludate, vasta operazione intrapresa su sollecitazione della nuova dinastia lorenese, tutta la Val di Chiana sarà interessata da una crescita economica e demografica. Di conseguenza nelle “terre” della vallata riprenderà l’attività edilizia volta ad “ammodernare” il patrimonio architettonico esistente o ad accrescerlo con
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San Domenico a Foiano Santa Lucia Montepulciano
L’Annunziata degli Scolopi Castiglion Fiorentino
nuove costruzioni. In ciò si distinsero alcuni centri, come ad esempio Cortona, dove non poche costruzioni signorili vennero rinnovate, a partire dal Palazzo Ferretti, già Colonnesi, un elegante edificio progettato da Marco Tuscher (1730), e dove, oltre a concludere la chiesa dello Spirito Santo, fu trasformato l’interno della chiesa di San Filippo, e venne eretto l’Oratorio di San Benedetto, già neoclassico nella sua singolare elevazione circolare, ma con il portale ancora di gusto barocco. Anche Foiano della Chiana fu tra le “terre” che si rinnovarono maggiormente, arricchendosi di diverse architetture, sia civili che religiose, tutte d’impronta neoclassica: dalla Collegiata, ricostruita ad un’unica grande navata e con una semplice facciata in cotto spartita da lesene, all’Oratorio della Santissima Trinità, ai numerosi palagetti disposti lungo le due strade principali, che conferiranno all’abitato quell’aspetto di Terra cospicua e ben fabbricata rilevato da Emanuele Repetti nel 1832 nel suo Dizionario geografico fisico storico della Toscana. A Castiglion Fiorentino il rinnovamento riguardò soprattutto gli edifici religiosi: vennero costruite ex-novo diverse chiese (l’Oratorio di San Filippino, l’Annunziata degli Scolopi, la chiesa di San Filippo) e ne furono rinnovate altre (la chiesa della Misericordia e la cosiddetta “chiesa delle Santucce”), per poi giungere, ma nel secolo successivo, a rifare in un tardo stile neoclassico la maggiore chiesa della “terra”: la Collegiata, realizzata tra il 1849 e il 1853 con pianta a croce latina, pronao dinanzi alla facciata e cupola all’innesto del transetto. Tra le nuove reaVal di Chiana Toscana. Territorio, storia e viaggi
lizzazioni di particolare rilievo sarà la Santissima Annunziata dei Padri Scolopi: la chiesa, con la sua facciata in mattoni che prospetta l’antica via Santa Maria, ha una notevole imponenza architettonica, così come l’annesso Convento, inaugurato nel 1704, che doveva costituire la principal casa delle Scuole Pie in Toscana, e quella matrice, cioè noviziato. Anche a Torrita di Siena l’attività edilizia del XVIII secolo riguardò principalmente gli edifici religiosi. Vennero infatti costruite con sobrie linee neoclassiche ben tre chiese della “terra”: l’Oratorio della Madonna della Neve, la chiesa di San Martino e l’Oratorio del Santissimo Sacramento. E così un po’ in tutti gli altri principali centri della Val di Chiana è dato trovare un qualche edificio chiesastico dal vago sapore neoclassico, frutto del rinnovamento settecentesco. Ad esempio a Lucignano (Oratorio della Misericordia e la chiesa di San Felice in Subiano) e a Sinalunga (chiesa della Santa Croce). Ma riguardo all’edilizia civile le più cospicue realizzazioni architettoniche del Settecento in Val di Chiana non si manifesteranno entro le mura delle sue “terre”, ma piuttosto nell’ambiente rurale, poiché si tratterà di episodi legati alla bonifica e al conseguente processo di appoderamento delle terre redente all’agricoltura, che porterà alla nascita degli edifici delle fattorie, centri direzionali e organizzativi dell’attività dei poderi che ad esse facevano capo. Rappresentative le costruzioni delle “Regie tenute della corona”, a cominciare dalla Fattoria di Frassineto, presso Rigutino, un grande edificio a pianta rettangolare sormontato da due torrini, oppure il “nuovo fabbricato della Fattoria coi magazzini annessi” della Tenuta della Fonte a Ronco, nel “popolo” di Alberoro, una costruzione quadrangolare stretta fra due torrini angolari e con loggiato alla base. Come le altre, anche quest’ultima proprietà granducale, inizialmente ceduta all’ordine militare dei cavalieri di Santo Stefano, tornerà poi (1809) “in potere della corona di Toscana”. Con le case coloniche sorte sui singoli poderi, gli edifici delle Fattorie, con il loro costante rifarsi alla migliore tradizione architettonica toscana, risponderanno al requisito fondamentale dell’architettura: comprendere e concretizzare, focalizzandola nelle costruzioni, la “vocazione” del territorio, rappresentato nella fattispecie da un ambiente particolarmente “costruito” dall’uomo, quale era quello del nuovo paesaggio delle terre bonificate, modellatosi sui caratteri di un’agricoltura basata sul sistema poderile. Decimo itinerario
Fattoria Frassineto
Palazzo di Cortona rinnovato nel ’700