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chefuoristrada

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CHI CERCA

TROVA

IN SOSTANZA SI TRATTA DI TROVARE IL MAGGIOR NUMERO DI PUNTI GEOGRAFICI, SEGNALATI DALL’ORGANIZZAZIONE MEDIANTE COORDINATE, CON L’AUSILIO DI UN RILEVATORE DI POSIZIONE SATELLITARE, BUSSOLA E CARTINA

ogliamo buttarci alle spalle l’emergenza pandemia?

Certamente più che “volere” in questo caso è “potere”, nel senso che la frase iniziale forse avrebbe dovuto essere “possiamo buttarci alle spalle l’emergenza pandemia?”

Tutti siamo pieni di dubbi ma tutti, inguaribilmente malati di ottimismo, pensiamo all’estate come alla soluzione del problema, desideriamo il sole, e attribuiamo alle vacanze un potere medicinale assoluto, quantomeno per l’animo e l’umore.

E allora cosa c’è di più rasserenante che immaginare (e possibilmente programmare) una bella giornata sui monti, con il proprio fuoristrada, nel pieno rispetto della natura e del silenzio.

E perché non valutare il CAP Trophy per aumentare il “godimento” della bella giornata di cui sopra?

Già, ma che cosa è il CAP Trophy?

Si tratta di prove di navigazione ed orientamento, una sorta di “caccia al tesoro” in salsa off road le cui regole sono molto semplici.

Ogni equipaggio, composto da due persone a bordo di un veicolo a trazione integrale in regola con il codice della strada, deve darsi da fare per trovare il maggior numero di punti geografici segnalati dall’organizzazione mediante coordinate in primi, gradi e millesimi.

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Allo scopo l’equipaggio può utilizzare un rilevatore di posizione satellitare, bussola, cartina e tutto il necessario per esprimere al meglio le proprie capacità di orientamento.

Una volta raggiunto il punto segnalato l’equipaggio deve riportarne la “chiave” su una apposita tabella di marcia. Di solito si tratta di rispondere ad una domanda su un particolare del luogo, oppure scattarne una fotografia, al fine di dimostrarne l’effettivo raggiungimento. Oltre all’abilità di guida e alla preparazione del mezzo è fondamentale la bravura del navigatore nell’impostare la strategia di ricerca dei vari punti GPS, al fine di ritrovarne il maggior numero con la minor percorrenza possibile.

Organizzate da vari Club in tutta la Penisola sotto l’egida e il controllo della Federazione Italiana Fuoristrada (FIF), le prove di CAP Trophy sono inserite nel calendario nazionale FIF e suddivise in vari trofei d’area. Le manifestazioni sfociano infine in una finale nazionale riservata solo ai migliori, che assegna il titolo di Campione d’Italia.

Per la stagione 2020 il regolamento CAP ha introdotto una grossa novità che consiste nell’attribuire ad ogni equipaggio un plafond prestabilito di km da “spendere” durante la tappa.

Nello specifico si è deciso di attribuire 15 km per ogni ora di durata della tappa.

Ad esempio, per 7 ore di durata della tappa avremo 105 km “spendibili” senza incappare nelle penalità.

Nelle intenzioni della Federazione la ratio di questa nuova regola punta a privilegiare una strategia votata alla navigazione e all’orientamento piuttosto che alla corsa spasmodica alla ricerca di un waypoint, senza darsi da fare per individuare una strada più breve per raggiungerlo.

Le prime due tappe in cui è stata sperimentata la nuova regola hanno dimostrato che effettivamente gli equipaggi, per raggiungere l’obiettivo, prestano una maggiore attenzione nella ricerca delle vie più brevi, in alternativa alle più veloci, a tutto vantaggio della sicurezza.

Purtroppo l’emergenza Coronavirus ha sconvolto tutte le attività in tutta Europa e il CAP Trophy non è sfuggito alla tagliola.

Ha aperto la la stagione di “caccia” il Club 4x4 Adventure di Caserta, il 19 gennaio, con la prima tappa organizzata in una location incontaminata, al confine tra Campania e Molise e vinta dai fratelli Abbenante.

Poi è toccato al Lazio, con una prova disputata lo scorso 23 febbraio a San Giorgio a Liri (Frosinone) organizzata dal Club Tortuga 4x4, che ha visto trionfare ancora gli Abbenante.

Dopodiché più nulla, per ora… ma la voglia di ricominciare è tanta e chi volesse provarci non ha che da contattare la FIF : www.fif4x4.it

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