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BLEU NAPOLEON

Renault Twingo Electric

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QUESTA AUTO È UNA SOLUZIONE IDEALE PER LA CITTÀ (SENZA SACRIFICARE QUALCHE GITA FUORI PORTA) MA SOPRATTUTTO ALLA PORTATA DI TUTTI. IN ALTRE PAROLE, OFFRE UNA SOLUZIONE PER IL MONDO REALE

arafrasando Woody Allen, ogni volta che vedo questa tonalità di blu, mi viene voglia di farmi proclamare imperatore.

Scherzi a parte, il colore prettamente napoleonico della Renault Twingo Electric oggetto di questo servizio ci ha spinto nei paesaggi tra Mantova e Verona, luoghi in cui nel 1859 l'Italia combatteva la Seconda Guerra d'Indipendenza con l'aiuto della Francia di Napoleone III. Quella guerra che avrebbe finalmente portato all'annessione della Lombardia e, in seguito, alla nascita del Regno d'Italia.

Come sempre quando ci sono in ballo delle alleanze, la collaborazione con la Francia non fu delle più facili, sin dalla firma del trattato. L'accordo sardofrancese necessitava di un'aggressione dell'Austria ma i transalpini non erano così propensi ad una guerra, preferendo una via diplomatica… e per "stimolare" l'intervento di Napoleone, Camillo Benso di Cavour utilizzò ogni mezzo, dalle lusinghe della Contessa di Castiglione, fino alla minaccia della pubblicazione del trattato per metterlo in imbarazzo.

Non fu facile metterli in moto, ma quando arrivò il momento decisivo, il contributo dei francesi si rivelò determinante. A Solferino, palcoscenico di queste fotografie, si combatté la battaglia decisiva, con l'ingresso della Divisione Bazaine in Piazza Castello alle 13.30 del 24 giugno.

Si trattò quindi di un’alleanza di sicuro successo ma non priva di risvolti problematici: nelle guerre come nell'economia le alleanze, i numeri,

IL PREZZO DELLA TWINGO ELECTRIC PARTE DA 22.950 EURO PER LA ZEN, CHE PERÒ SI RIDUCONO CONSIDEREVOLMENTE CON GLI INCENTIVI STATALI E LOCALI. SULLA INTENS, DA 24.150 EURO, CI SONO CERCHI DA 15”, LANE DEPARTURE WARNING E RETROCAMERA, OLTRE AL NAVIGATORE CON SISTEMA TOMTOM. LA VIBES, A 24.850 EURO AGGIUNGE SEDILI IN PELLE/TESSUTO CON CERCHI DA 16 POLLICI E PERSONALIZZAZIONI GRAFICHE le situazioni e le persone vanno e vengono. L'importante è il risultato finale.

Nella sfida dell'elettrificazione, in particolare in Italia, Renault continua a dare un contributo importantissimo non solo dal punto di vista tecnico e tecnologico, ma anche culturale.

Le Renault elettriche sono state tra le prime vetture a generare la consapevolezza che questo tipo di mobilità potesse avere senso nella quotidianità.

Twizy e Zoe hanno mostrato per la prima volta l'elettrico come qualcosa di possibile, e oggi anche la piccola Twingo prosegue nello stesso solco.

E' una vettura con doti perfettamente paragonabili alla corrispondente a benzina, quando non migliori, e dal prezzo alla portata di tutti. Forse non infrangerà record di prestazioni e percorrenze, ma è una soluzione perfettamente vivibile, utile e anche divertente. Dando una piacevole sensazione di quotidianità, di concretezza, di mondo reale, nel quale la tecnologia elettrica ha bisogno per affermarsi.

Dal punto di vista delle forme, la Twingo Electric riprende il design della “sorella” endotermica. Una linea morbida che compensa bene la lunghezza ragguardevole (rispetto alla larghezza) di 361 centimetri. All’anteriore spiccano i grandi gruppi ottici contornati dai led diurni, mentre rimangono, nonostante l’elettrificazione, sia la calandra, sia la griglia inferiore che ingloba i fendinebbia. La parte centrale è caratterizzata dalla muscolosa linea di spigolo, accentuata da strisce colorate, che ha l’obiettivo di accompagnare l’occhio in altezza e dare un feeling “muscolare”.

La portiera posteriore, con maniglia nascosta nel montante, ha cristalli apribili a compasso, mentre verso il posteriore compare ancora la presa d’aria sul lato sinistro. Il portellone è in un sol pezzo con il lunotto e comprende, oltre al tergicristallo, il branding della vettura ben in vista e un accentuato spoiler. Completano l’opera i cerchi da 16 pollici con effetto diamantato e gradevoli dettagli colorati come le modanature e gli specchietti.

L’interno è generoso. Anche se realizzato quasi esclusivamente con plastiche dure, il cruscotto è ben rifinito e soprattutto molto robusto, con gli inserti colorati che vengono ripresi dai pannelli porta. Il piccolo dashboard digitale alle spalle del volante è completo e ricorda quello di una moto. Mostra contachilometri, rapporto, cruise control, temperature e dati di marcia in elettrico, mentre le spie sono a contorno del tachimetro, fatto salvo per alcune dedicate alla guida (come quelle del cruise control). Immancabile anche l’indicatore d’uso che mostra quanto stiamo consumando o ricaricando.

Il display centrale del sistema EasyLink è di soli sette pollici, ma molto ben organizzato, e il sistema prevede anche la compatibilità con Apple CarPlay e Android Auto.

Davvero impressionante l’impianto stereo, considerando la categoria della vettura e il numero degli altoparlanti. Di serie su tutte le versioni il climatizzatore automatico che, come per le fasi di ricarica, è gestibile anche via cellulare tramite app.

Per quanto riguarda l’abitacolo, lo spazio non manca sia all’anteriore che al posteriore.

IREN, UNA DELLE PIÙ IMPORTANTI MULTIUTILITY ITALIANE ATTIVA NEI SETTORI DELL’ENERGIA, DEI SERVIZI AMBIENTALI E TECNOLOGICI, HA SOTTOSCRITTO CON RENAULT UN CONTRATTO PER LA FORNITURA DI 320 VEICOLI ELETTRICI, DA CONSEGNARE IN PIÙ TRANCHE ENTRO L’INIZIO DEL 2023. QUESTI NUOVI VEICOLI SI AGGIUNGONO AI 220 GIÀ PRESENTI NELLA FLOTTA, RISULTATO DI FORNITURE GIÀ AVVIATE PRECEDENTEMENTE. NELL’ARCO DI 2 ANNI DIVENTERANNO QUINDI 540 I VEICOLI RENAULT A DISPOSIZIONE DI IREN. I 320 VEICOLI (200 ZOE E 120 KANGOO Z.E.) POTENZIERANNO LA FLOTTA ELETTRICA DI IREN, OPERATIVA NELLE DIVERSE REGIONI ITALIANE IN CUI È PRESENTE IL GRUPPO, CONTRIBUENDO AD UN ULTERIORE ABBATTIMENTO DELLE EMISSIONI INQUINANTI.

I sedili, con poggiatesta integrati, sono un mix di tessuto e pelle, anch’essi piacevolmente sbarazzini. Il baule ha un piano di carico piuttosto alto (sotto c’è il motore) ma ha l’invidiabile caratteristica che, ripiegando i sedili posteriori, si forma un piano di carico omogeneo e orizzontale.

Nelle situazioni di guida in città, la Twingo Electric spicca per agilità. La spinta degli 82 cavalli sembra perfino più corposa di quanto i dati dichiarati non dicano, e lo sterzo leggero ma preciso la rende piacevole perfino nel traffico. Il diametro di sterzata è eccezionale: la Twingo quasi gira su se stessa!

Ma si difende anche fuori dai centri urbani, merito dell’equilibrio generale dettato dalla soluzione tecnica del motore posteriore centrale con batteria sistemata sotto i sedili anteriori. Il bilanciamento si mantiene anche nelle curve più veloci, nelle quali la Twingo riesce a gestire velocità di percorrenza insospettabili. La tenuta laterale è aiutata dalla gommatura, con cerchi da 16 pollici e profili ribassati, e viene quasi voglia di cercare un pulsante “Sport” per indurire lo sterzo e iniziare a giocare… sul serio. Da sottolineare la scelta di dotare la vettura di tre modalità diverse di rigenerazione elettrica, selezionabili con la leva del cambio automatico. C’è un settaggio che ha più potere d’arresto in rilascio e una modalità che invece punta a “lasciare scorrere”, oltre ad una soluzione intermedia. Dal punto di vista degli ADAS, mentre sono di serie su tutte le versioni l’avviso di superamento corsia ed il cruise control, spicca l’assenza della frenata automatica d’emergenza, sistema non solo indiscutibilmente utile, ma di serie sulla “rivale” Smart e presto obbligatorio per legge.

Nella batteria piccola c’è la… corrente buona!

Le percorrenze della Twingo Electric sono, come per tutte le vetture elettriche, condizionate dalla tipologia di guida, dall’impiego e… dal meteo. Durante la nostra prova, abbiamo avuto la possibilità di testarla, per via delle “bizze climatiche” lombarde, sia con temperature estremamente rigide sia in piena primavera. Nel secondo caso, i 180 chilometri WLTP del ciclo medio sono tutt’altro che un miraggio, in particolare una volta conosciuta appieno la vettura. Come per tutte le elettriche, anche con questa Twingo per sfruttare al meglio la carica gioca un ruolo importantissimo lo stile di guida scelto dal guidatore.

Tirando le somme, l’autonomia reale è però più che sufficiente per le necessità urbane, anche se, specie d’inverno, è necessario pensare alla propria mobilità in maniera più programmata. A rendere più facile tutto ciò è il fatto che la Twingo sia dotata (come tutte le Renault) del caricabatterie Chameleon, che accetta tutte le modalità di corrente alternata fino a 22 kW. Ne consegue che può ricaricarsi alla massima velocità nella quasi totalità delle colonnine italiane.

Non c’è la modalità a corrente continua: con una batteria di queste dimensioni sarebbe stato troppo poco il vantaggio rispetto alla complicazione. Coi 22 kW invece si recuperano 80 chilometri in 30 minuti: considerando che ci si collega solitamente prima di arrivare “a secco”, il tempo di un panino permette di coprire buona parte delle necessità quotidiane. Per economizzare è però sempre meglio ricaricare a casa, dove la corrente costa fino alla metà. In questo caso si può caricare a 2,4, 3,7 kW. Presenti anche le modalità a 7,4 e 11 kW, da noi poco diffuse.

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