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Editoriale - Esserci o non esserci

TI RI GHET TIS T A BA T

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di Alessandro Calascibetta

Esserci o non esserci «DOPO UN VIDEO POSTATO su Instagram nel quale mi sono dichiarato bisessuale ho ricevuto migliaia di messaggi di incoraggiamento e altrettanti di insulti. A distanza di due anni, ho capito di aver commesso un er rore. Non puoi dire qualsiasi cosa solo per il fatto di essere famoso». Parola di Jack Dylan Grazer, il giovanissimo attore che abbiamo scelto per la coper tina.

È giusto esporsi? La questione è complessa, se ne potrebbe discutere all’inf inito.

Premesso che le celebrità godono di una protezione maggiore rispetto a tutto il resto del mondo, ragione per cui bisogna riconoscere a Grazer una gran dose di saggezza e maturità nell’ammettere di par tire da una situazione di vantaggio, il dibattito resta aper to: ha senso dichiararsi «potenzialmente a sette miliardi di persone» conoscendo a monte le possibili conseguenze?

I SOCIAL CI PONGONO quotidianamente davanti a una realtà che a volte preferiremmo ignorare abbandonandoci al rimpianto dei bei vecchi tempi: «Prima o dopo, f iniamo per cadere tutti nella trappola della nostalgia» come scrive Lorenzo Tosa (pagina 21). Ma lo scenario è questo, sarebbe inutile e ingiusto fare f inta di nulla. I social sono il mezzo più rapido per raggiungere l’opinione pubblica e quanto sia impor tante far ne un uso cor retto lo dimostrano alcuni frettolosi e spesso inadeguati cinguettii di molti politici.

Avendo, grazie a Dio, opzione di scelta, si può decidere se stare al gioco che gioco non è, oppure avere il coraggio di uscire dalla mischia.

E scegliere l’assenza.

GIO V ANNI F O T O: (alessandro.calascibetta@rcs.it) (Instagram @alecalascibetta)

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