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History repeating
Viaggio allucinante: il sottomarino miniaturizzato scende all’interno del corpo dello scienzato russo attraverso l’arteria carotide; sotto, l’equipaggio che deve eseguire l’intervento con Raquel Welch che interpreta Cora Peterson, l’assistente del chirurgo Peter Duval, l’attore Arthur Kennedy, l’agente Grant, Stephen Boyd, e il dottor Michaels, Donald Pleasence.
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IL MICROCHIP PER UNA VITA MIGLIORE
L’ ossessione di Elon Musk, pronto a installare circuiti elettronici nel cervello umano, è una vecchia fantasia che «Viaggio allucinante» raccontò al cinema nel 1966 di Andrea Purgatori
N
NEL 1966 RICHARD FLEISCHER diresse un f ilm che guardava al futuribile della scienza come il romanzo che dalla sceneggiatura ne venne tratto dallo scrittore r usso poi naturalizzato americano Isaac Asimov: Viaggio allucinante (Fantastic Voyage). Il viaggio è quello di un sottomarino, miniaturizzato dagli scienziati della Cia alle dimensioni di una cellula, inoculato nel cor po di uno scienziato sovietico per rimuovere l’embolo che lo ha colpito al cer vello dopo un attentato subito mentre tentava la fuga in Occidente. Il motivo è che gli americani possiedono già la tecnica per ridur re oggetti e persone ma per al massimo 60 minuti, mentre lo scienziato sovietico ha scoper to il modo per mantenere all’inf inito la miniaturizzazione e la Cia vuole salvarlo per impossessarsi del segreto.
Il romanzo è forse l’ unico che Asimov abbia mai scritto su commissione di una casa editrice (Bantam Books) e soprattutto accettando un’idea non sua. Al punto che nel 1987 avrebbe ripreso lo stesso tema in Destinazione cervello (Fantastic Voyage II: Destination Brain) per mettere a punto diversi passaggi scientif ici che nella sceneggiatura di Har r y Kleiner e David Duncan non lo avevano convinto e anzi ir ritato. Anche se l’aspetto davvero più interessante del secondo romanzo è la commistione tra fantascienza e spionaggio che Asimov non ambienta in un futuro lontanissimo come gran par te dei suoi lavori, ma in una Guer ra Fredda che immagina sia ancora in corso nel XXI secolo mentre, invece, iniziò con la costr uzione del Muro di Berlino nel 1961 e f inì nel 1989 con la sua caduta che trascinò nel crollo anche l’impero sovietico: in tutto soltanto 28 anni.
V
«VIAGGIO ALLUCINANTE», inter pretato da Stephen Boyd e Donald Pleasence, risultò sor prendentemente avanzato dal punto di vista della messa in scena. Infatti, vinse due Oscar, per la Scenograf ia e gli Effetti speciali, e lanciò Raquel Welch, un’attrice che, nello stesso anno, col manifesto di Un milione di anni fa diretto da Don Chaffey, in cui appare con un bikini di stracci, diventerà un sex symbol planetario. Cer to, a rivedere oggi il f ilm dopo gli effetti incredibili creati per la saga di Star Wars tutto può sembrarci risibile: il sottomarino, le tute dell’equipaggio, l’inter no dell’organismo tra ar terie e globuli assassini e il salvataggio della squadra che sbuca da una lacrima dello scienziato sovietico poco prima di tor nare alle dimensioni nor mali allo scadere dei 60 minuti. Ma l’intuizione del ricorso alla miniaturizzazione, no.
Nel 2018, i ricercatori del Massachussetts Institute of Technology sono riusciti a ridur re di ben 1.000 volte le dimensioni di un oggetto, proprio in vista di una applicazione medica di questa tecnica. Come hanno fatto? Sembra, così spiega la rivista del Mit, che tutto sia nato osser vando la capacità di espansione dei tessuti integrati con un gel assorbente (poliacrilato) usato comunemente nei pannolini dei bambini e inver tendo poi il processo attraverso l’ uso del laser f ino a ridurli su scala nanometrica. D’altronde, la corsa a sperimentare microsistemi da inserire nel cor po umano procede a ritmi ver tiginosi. Viaggio allucinante uscì nelle sale cinque anni prima che nascesse Elon Musk, il quale ha annunciato poche settimane fa che la sua Neuralink Cor poration, azienda statunitense di neurotecnologie con sede a San Francisco, è pronta a installare chip cerebrali wireless per consentire ai pazienti gravemente disabili di muoversi e comunicare.
L’ ultima presentazione di Neuralink nel 2021 aveva per protagonista una scimmia dotata di chip che giocava ai videogames. Ma la sua concor rente Synchron, che fa capo a Thomas Oxley, ha fatto sapere che ha già impiantato chip su un malato di Sla e sta procedendo alla sperimentazione con l’autorizzazione della FDA, l’agenzia americana del far maco. Ecco, per quanto la fantasia di Asimov e degli sceneggiatori di Viaggio allucinante fosse proiettata in una fantascienza in cui robot e chip ci avrebbero consegnato una vita migliore, nemmeno loro potevano immaginare che i tempi si sarebbero ridotti tanto velocemente quanto gli oggetti miniaturizzati oggi dai ricercatori del Mit. Ma si sa, il cinema ha sempre anticipato il futuro. Dunque, non è detto che prima o poi la realtà ci consegni anche dei replicanti dotati di chip da destinare ai lavori più faticosi. Basta che non vadano fuori controllo come ci ha avver tito la profezia di Blade runner che Ridley Scott ci raccontò, nel 1982, 41 anni fa, 16 anni dopo Viaggio allucinante.
I RICERCATORI DEL MIT HANNO GIÀ RIDOTTO DI 1.000 VOLTE UN OGGETTO
AMY AL
Due scene di Viaggio allucinante: Raquel Welch - Cora Peterson, Arthur Kennedy - Peter Duval e William Redfield comandante Bill Owens navigano nelle arterie per eseguire l’intervento; sotto, i medici incaricati dalla Cia esaminano Jean Del Val - Jan Benes, lo scienziato russo colpito da un ictus.