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Jack Dylan Grazer «Non si può dire qualsiasi cosa solo perché si è famosi»

JDG«In una diretta mi dichiarai bisessuale; poi ho capito che non si può dire qualsiasi cosa solo perché si è famosi» di Valentina Ravizza foto di Marc Hom Jack Dylan Grazer styling di Fabio Immediato

Romano, 52 anni fra pochi giorni; studi classici, facoltà di Lettere e un corso di recitazione al Centro sperimentale di cinematografia per aprire le porte di cinema, tv e teatro.

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In questo servizio Filippo Nigro indossa abiti Giorgio Armani.

Jack Dylan Grazer, 19 anni, tornerà prossimamente a vestire i panni di Freddy Freeman in Shazam! Furia degli dei. Cardigan, T-shirt, pantaloni e boots, Prada

«PREFERISCO PENSARMI COME UN ALIENO ANDROGINO, SENZA ALCUNA PARTE DEL CORPO CHE MI IDENTIFICHI IN UN GENERE PRECISO»

L’attore, nipote del noto produttore di Hollywood Brian Grazer, ha esordito nel 2017 nel film horror It.

Giacca, camicia e pantaloni, Dior Men; sabot, Birkenstock per Dior Men

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«NESSUNO TI INSEGNA che cosa aspettarti dal successo». Jack Dylan Grazer l’ha provato sulla propria pelle, «che è decisamente il modo più duro per impararlo», a 14 anni, trasformato precocemente in star dall’horror It, tratto dal bestseller di Stephen King: «Ero un ragazzino incosciente che amava cacciarsi nei guai e ricevere attenzioni perché si era cacciato nei guai. Facevo un sacco di video in cui parlavo a ruota libera e non mi rendevo conto che dall’altra parte c’erano potenzialmente sette miliardi di persone pronte a prendersela con me». E poi ancora a 17 anni, dopo il successo della miniserie diretta da Luca Guadagnino We are who we are (nella quale interpretava un teenager introverso trasferitosi con le sue due madri in una base militare statunitense in Veneto), quando durante una diretta Instagram, si è dichiarato bisessuale. «Sarò

onesto: è stata una cosa stupida da fare» ammette l’attore americano oggi 19enne. «Non volevo prendere posizioni, semplicemente qualcuno mi ha chiesto se ero gay e io ho buttato lì una risposta senza pensarci troppo. Quando ho visto la mia foto sul Daily Mail e su Hollywood Reporter descritto come “attore apertamente bisessuale” ho capito che non puoi dire qualsiasi cosa solo perché sei famoso».

Una provocazione che le si è ritorta contro? Non voglio che una dichiarazione del genere si rifletta sul mio lavoro, nemmeno in positivo perché non sarebbe giusto che ottenessi un certo ruolo per questo motivo.

Coma vuole definirsi adesso? Preferisco pensarmi come un alieno androgino, senza alcuna parte del corpo che mi identifichi in un genere preciso. Non ritengo che la sessualità di una persona coincida necessariamente con la sua identità. So che qualcuno potrebbe non essere d’accordo, e lo rispetto, ma trovo pericolose certe etichette.

Non pensa che coming out come il suo possano aiutare chi certe affermazioni non riesce a farle? Ho ricevuto sia messaggi d’incoraggiamento sia di odio, ma il punto è che io non credo ci sia nulla da celebrare. Se un ragazzo mi raccontasse che sua madre ce l’ha con lui per aver detto che è gay gli direi che la cosa più importante in questo mondo è essere autentici e che se i suoi genitori non riescono ad accettare questo, allora significa che non riescono ad accettare chi è. Ognuno è il protagonista della propria storia, siamo tutti diversi, speciali, siamo quello che siamo, proprio come il titolo della serie di Guadagnino, We are who we are.

Una consapevolezza molto Gen Z. Come ha raggiunto questo grado di sicurezza di sé? Con i miei amici faccio un sacco di discorsi ultra analitici super esistenzialisti sulla vita, la politica, l’amore, l’odio, le relazioni… Non voglio dire che sono chissà quale intellettuale, solo mi piace affrontare temi che non sono necessariamente difficili ma di cui si tende a non parlare. Più cresco e più faccio fatica a non avere questo tipo di conversazioni. Sono andato a certi pazzeschi party hollywoodiani dove però si fanno solo chiacchiere superficiali. Io invece non voglio più sprecare il fiato parlando di nulla. Trovo che gli esseri umani siano estremamente complessi, il nostro primo compito dovrebbe essere quello di indagarli.

«NON VOGLIO PIÙ SPRECARE IL FIATO PARLANDO DI NULLA. GLI ESSERI UMANI SONO ESTREMAMENTE COMPLESSI, ABBIAMO IL COMPITO DI INDAGARLI»

Per vedere Grazer in un ruolo drammatico bisognerà attendere l’uscita di Downtown Owl, con la regia di Lily Rabe e Hamish Linklater, tratto dall’omonimo romanzo di Chuck Klosterman.

Giacca e camicia, Valentino

«QUANDO HO TEMPO DI ESSERE IL RAGAZZO CHE SONO, SENTO COME SE CI FOSSE UNA TRAMA DIETRO A QUELLO CHE MI SUCCEDE»

Già protagonista della miniserie We are who we are, girata da Guadagnino in Veneto, Grazer ha dovuto imparare l’italiano anche per pronunciare correttamente le città della Liguria durante il doppiaggio del film Pixar Luca.

Giacca, camicia e basco, Dior Men

È quello che cerca di fare come attore? Sto imparando ora a entrare in relazione con i miei personaggi. Prima capitava semplicemente che il Jack 16enne interpretasse un altro 16enne che stava attraversando più o meno le sue stesse crisi d’identità, in una sorta di simbiosi in cui era quasi difficile capire dove finiva il film e cominciava la vita reale. Ancora oggi a volte, quando mi prendo il tempo per essere il ragazzo che sono, per assaporare che cosa significhi essere vivo, mi sento come se dietro a quello che mi succede ci fosse una trama piuttosto che il caso.

Ha mai avuto paura che i personaggi prendessero il sopravvento? Che finissero per definire la sua stessa personalità? Ammetto che a volte devo ricordare a me stesso che recitare è il mio lavoro ma prima di quello c’è il Jack essere umano. Per un ragazzo giovane questo

A 19 anni non si sente mai schiacciato da tutto questo? Certo! Forse il segreto sarebbe non avere aspettative: quando le hai i rifiuti o gli insuccessi possono farti male. Ci sono tante persone sotto i riflettori che vengono ferite dall’odio online. Personalmente a me non importa troppo cosa dice la gente, ma so che per altri è più dura.

Cosa si aspetta dal futuro? Al momento mi trovo in questa posizione sulla soglia dell’età adulta in cui da un lato vedo alle mie spalle il lungo percorso che ho fatto da quando ho cominciato, dall’altro sono impaziente per quello che verrà.

Prossimamente la vedremo nel sequel della saga di supereroi DC Comics Shazam!Furiadeglideie nel drammatico Downtown Owl. E poi? Ho centinaia di pagine di copioni nel cassetto: mi piacerebbe produrre una mia storia, dirigere un film in cui potrei recitare oppure

«ESSERE COSTANTEMENTE SOTTO GLI OCCHI DEL PUBBLICO SIGNIFICA DOVERSI PRESENTARE AL MEGLIO, ESSERE GIUDICATO PER OGNI ERRORE»

mestiere ha molti effetti collaterali. Quando ho iniziato non lo sapevo, e sono stato travolto. Era come se avessi firmato un contratto su cui in realtà non avevo nemmeno mai posato la penna. Non dico di non essere felice di com’è diventata la mia vita rispetto a quella che avrei se fossi finito a lavorare in qualche negozio, ma di certo non puntavo al successo, la fama è qualcosa che mi è capitata.

Che cosa cercava invece? Volevo solo disperatamente recitare, era la mia aria, il mio respiro, la mia unica droga. Ne sono così pesantemente dipendente che è tutto per me. Però essere costantemente sotto l’occhio del pubblico significa doversi presentare al meglio, essere giudicato per ogni minimo errore. coinvolgere dei colleghi o persino amici alla loro prima esperienza, giovani talenti da scoprire. E sto dedicandomi molto anche alla musica: con la mia band stiamo lavorando a un album.

Come attore invece che cosa l’affascina? Mi piacerebbe interpretare un personaggio che il pubblico fatichi a decifrare del tutto, un ruolo drammatico che affronti quella complessità di emozioni di cui è fatta la realtà, perché niente è mai bianco o nero e la vita è bella e triste allo stesso tempo. Però mi divertono anche le commedie e i western, sogno di interpretare un pirata e persino di indossare il mantello di Batman un giorno! Sento di poter dire con abbastanza sicurezza che potrei fare qualsiasi cosa io mi metta in testa.

Tra le passioni di Grazer c’è anche la musica: «Sto lavorando al primo album con la mia band» rivela.

Camicia, pantaloni e boots, Canali

grooming: colleen dominique @exclusive artists

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