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HYGIENE
IGIENE AMBIENTI
Progetto per la sicurezza degli alimenti nell’industria alimentare
L’Italia è il Paese leader mondiale tanto nel settore Agrifood quanto nella produzione di macchine automatiche per il processing e il packaging. Si tratta di ambiti dove l’innovazione tecnologica è fondamentale per mantenere questa posizione.
La pulizia e la manutenzione degli impianti industriali di lavorazione degli alimenti rappresentano un aspetto importante della sicurezza di ogni attività, al fine di evitare possibili fenomeni di contaminazione sia fisica che microbiologica degli alimenti che vengono processati.
Il progetto Demetra ha l’obiettivo di sviluppare tecnologie dei materiali e di tracciabilità per la sicurezza e la qualità dei cibi (Demetra è l’acronimo di DEvelopment of MatErial and TRAcking technologies for the safety of food). Non si tratta quindi solo di individuare soluzioni tecnico/scientifiche avanzate, trasversali ai settori della produzione e confezionamento, tramite lo studio di materiali innovativi e dell’ingegneria delle superfici, ma anche di sviluppare un sistema integrato di tecnologie per l’incremento della sicurezza, della qualità dei cibi e dell’ecocompatibilità dell’industria alimentare, attraverso la marcatura e la tracciatura dei prodotti Agrifood.
Capofila del progetto Demetra è rappresentato dalla società Rina Consulting – Centro Sviluppo Materiali. Ecor International partecipa insieme a Poste Italiane, Università della Calabria e Net Service. Le risorse necessarie per gli interventi del Progetto sono state finanziate dal Ministero dell’Università e della Ricerca nella forma di contributo nella spesa, a valere sulle disponibilità dei Fondi PON “Ricerca e Innovazione” 2014-2020 e FSC.
Il progetto a tutela della sicurezza alimentare
Il progetto Demetra è suddiviso in tre macrolinee: in primo luogo individuare acciai a basso contenuto di nichel e trattamenti superficiali per le parti a contatto col cibo negli impianti di trattamento e confezionamento; quindi, sistemi informatici basati su architettura blockchain e avanzate soluzioni crittografiche per tracciare tutti gli eventi salienti relativi all’intera filiera di produzione, trasformazione, trasporto e vendita dei prodotti; infine, un sistema di marcatura fortemente innovativo.
Grazie all’integrazione delle tre tecnologie sopra descritte, si vogliono porre le basi per l’istituzione di un eventuale marchio di qualità di alimenti prodotti e confezionati con impianti nichel-free.
In particolare, l’impegno di Ecor International nel progetto Demetra è rivolto a risolvere due problematiche diffuse nell’ambito del settore della lavorazione alimentare: ridurre la presenza di nichel, elemento che può avere effetti tossicologici, e degli acciai austenitici (caratterizzati da una presenza di Nichel superiore all’8%) con quelli ferritici, che non ne contengono, e migliorare la pulibilità delle superfici per ridurre la crescita batterica sulle parti più esposte al fenomeno.
Per entrambi gli obiettivi, Ecor International sfrutta le sue competenze tecnologiche nello studio delle superfici e dei materiali.
I materiali e i processi più idonei per ridurre la presenza di nichel e la carica batterica
Per ridurre la presenza di nichel negli impianti di lavorazione degli alimenti, si sta verificando la risposta dei diversi acciai, ferritici e austenitici, a diversi tipi di saldatura. Infatti questo processo può influenzare le proprietà meccaniche e chimiche dei materiali, provocando un potenziale ristagno di liquidi alimentari che favoriscono la crescita e la proliferazione batterica.
Per ridurre la crescita batterica è necessario migliorare la pulibilità delle superfici evitando/riducendo il ristagno di liquidi organici o parti di alimenti, situazione che però può essere evitata o ridotta con speciali trattamenti delle superfici e realizzando rivestimenti super idrofobici, tramite la tecnologia laser, per abradere superficialmente l’acciaio al fine di renderlo superidrofobico per ridurre l’adesione e la proliferazione batterica.
Come riporta Ivan Moretti, Research&Innovation Manager del progetto, “I risultati delle analisi eseguite sulle saldature ridotto apporto termico ed una migliore microstruttura con assenza di formazione di fasi indesiderate”.
Per quanto riguarda la saldatura laser tra due spezzoni di acciaio 470Li e 304L, Moretti afferma che “le difficoltà principali delle operazioni erano rappresentate dall’ottimizzazione del processo di saldatura e dalla realizzazione di superfici super idrofobiche,
hanno evidenziato performance migliori nel processo di saldatura laser rispetto alla saldatura TIG, con particolare riferimento nelle saldature tra acciaio austenitico e ferritico. Gli elementi che favoriscono maggiormente la tecnologia di saldatura laser sono le minori deformazioni legate al tramite la tecnologia laser, che favoriscono l’igienizzazione e la pulibilità. Superfici queste che sono state realizzate attraverso microstrutture bumps su substrati piani e cilindrici di acciaio AISI 316L che hanno consentito di fornire proprietà marcatamente super idrofobiche” .
Nuove tecnologie per sensori di pulizia in linea in sistemi chiusi
I processi di pulizia nell’industria alimentare hanno l’obiettivo di pulire in modo sostenibile gli impianti di produzione dai residui di prodotto. Dal momento che si ha solo una visione limitata dei sistemi chiusi come tubazioni e serbatoi, per andare sul sicuro si adottano tempi di pulizia più lunghi, maggiori consumi di acqua e mezzi di pulizia ed energia in eccesso a quanto sarebbe effettivamente necessario se si conoscessero livello di contaminazione e tempo di pulizia totale. È questo un problema che sta diventando sempre più importante dati i lotti sempre più piccoli e la pressante richiesta di sostenibilità avanzata alle aziende.
I sensori di pulizia in linea hanno lo scopo di “vedere” nei sistemi chiusi e aprire la strada a una pulizia sicura ma più efficiente in termini di risorse. Nell’ambito del progetto di ricerca tedesco SensoRein finanziato dal BMEL, sono state ulteriormente sviluppate tre tecnologie di sensori innovative.
La prima è un sensore di cristallo di quarzo del Fraunhofer Institute IVV di Dresda, progettato per monitorare il grado di contaminazione e identificare il termine del processo di pulizia.
Il forte segnale di misura può essere calibrato su diverse matrici di materiale. Nel progetto è stato sviluppato un prototipo industriale, che dovrebbe essere testato negli impianti pilota delle aziende rappresentate nel consorzio industriale che accompagna il progetto.
Un secondo esempio è il sensore a fibra a fluorescenza dell’Istituto Fraunhofer per le misurazioni fisiche IPM di Friburgo, grazie al quale i processi di pulizia e il loro punto finale possono essere monitorati indipendentemente dal prodotto. Il design compatto della sonda di misura ne consente l’installazione direttamente nei punti critici dell’impianto.
È possibile monitorare più punti di misura con una sola sorgente UV e un’unità di valutazione. Nel progetto è stato sviluppato anche un prototipo industriale per questo tipo di sensore, che sta per essere testato negli impianti pilota delle aziende rappresentate nel consorzio industriale che affiancano il progetto.
Infine, la spettroscopia di rottura indotta da laser (LIBS) dell’Istituto Fraunhofer IFAM di Brema si basa sul trasferimento di un principio di misura che si è dimostrato valido nella pulizia tecnica delle superfici su mezzi liquidi.
Il vantaggio è che il principio di misurazione può essere utilizzato per rilevare quantità minime di residui nei mezzi di pulizia.
Nel progetto è stata dimostrata la fattibilità dell’applicazione del principio di misura in mezzi liquidi e sono stati rilevati componenti tipici di ricette alimentari in basse concentrazioni in acqua. Un ulteriore lavoro di sviluppo è volto a ridurre ulteriormente il limite di rilevabilità dei componenti tipici delle ricette per verificare il principio di misura nei sistemi CIP. A questo proposito, sono in preparazione diversi test presso l’impianto pilota dell’Università tecnica di Braunschweig.
L’impianto pilota sarà a disposizione dei produttori e degli utenti di sensori per la verifica e l’ulteriore sviluppo dei principi di misura oltre la durata del progetto SensoRein.
Nel caso dei principi dei sensori qui considerati, la possibilità di vedere all’interno di un sistema di produzione chiuso è legata alla installazione di punti di misurazione.
A seconda del principio del sensore, sulle superfici dei punti di misura vengono imposti requisiti diversi.
Nel caso del sensore a scorrimento di spessore, sia l’attitudine alla contaminazione (proprietà di incrostazione) che alla pulizia devono corrispondere a quella dell’apparecchio o della parete del tubo (solitamente acciaio inossidabile). Nel caso della sonda a fluorescenza, c’è anche il requisito della trasparenza.
Nel sottoprogetto LIBS, oltre alla trasparenza, sono richieste anche proprietà antivegetative in modo che il processo di misurazione sia disturbato il meno possibile dai depositi che si possono accumulare lungo la parete del tubo. Il Fraunhofer IST di Braunschweig ha sviluppato rivestimenti adatti per tutti i tipi di sensori, che soddisfano anche i requisiti di resistenza e conformità alimentare.
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