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JFK L’ultima parata
Era il 22 novembre del 1963. All’aeroporto Dallas-Fort Worth, in Texas, alle ore 11:40 (ora locale), atterrarono il trentacinquesimo presidente degli USA John Fitzgerald Kennedy e sua moglie Jacqueline Bouvier. Lui era nato in una famiglia irlandese cattolica il 29 maggio 1917, si era laureato ad Harvard nel 1937, e aveva poi combattuto valorosamente nella seconda guerra mondiale, per poi candidarsi nel '46 alla Camera dei Rappresentanti e nel '52 al Senato; infine era stato eletto presidente degli Stati Uniti d’America il 20 gennaio 1961. Lei, la First Lady, era nata il 28 luglio del 1929 e prima di sposarsi con Kennedy lavorava per il The Washington Times. Entrambi erano molto eleganti: il presidente indossava un completo grigio scuro, la moglie un tailleur Chanel rosa, come il suo basco sulle ventitré, la loro figura era molto signorile e composta. Appena a terra, furono accolti dalla folla di paparazzi e di sostenitori. Il governatore John Connally, accompagnato dalla consorte Nellie, aveva già fatto blindare le strade di Dealey Plaza in occasione della parata; erano arrivati tutti i poliziotti armati per bloccare le strade e per calmare la folla. Lo schema della manifestazione fu però improvvisamente cambiato prima dell’arrivo di Kennedy, che sarebbe dovuto
giungere a destinazione alle 12:25, per poi arrivare al Trade Mart. Lo stesso JFK, infatti, aveva detto al suo assistente Kennet O’Donnell che voleva che tutti ammirassero Jackie, quindi aveva vietato ai poliziotti di suonare le sirene delle volanti, e aveva proibito che gli agenti in motocicletta affiancassero l’auto. La grande piazza era stracolma di gente. La limousine arrivò all’orario previsto.
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Jacqueline disse al coniuge: - John, guarda quanta folla! Quanta gente che aspetta soltanto il nostro arrivo! Sono davvero colpita!
Lui ribatté: - Aspettano solo di vedere te, cara!
Kennedy e la moglie Jacqueline sull’automobile, sul sedile posteriore, insieme a John Connally, governatore del Texas e alla sua consorte. Si salutarono facendo anche qualche battuta. Erano le 12:30. Un cineamatore dilettante di nome Abraham Zapruder non si rese conto di stare per riprendere uno degli eventi più importanti della storia: la morte di JFK.
Secondo le ipotesi la macchina del presidente dopo una curva rallentò e in quel momento partì un colpo di fucile. La gente scappò e qualcuno cercava di capire che cosa fosse successo. Due secondi dopo si sentì un secondo sparo: un proiettile colpì il presidente alla schiena. Successivamente un terzo sparo lo colpì alla testa.
La moglie presa dal panico chiese aiuto e cercò invano di aiutarlo dicendogli: - Amore svegliati, ti prego, perché ti hanno fatto questo?
Scoppiò in lacrime. Un fermo immagine: il suo tailleur rosa, da copertina di Vogue, sporco di sangue come il suo viso di porcellana, mostrò all'America che qualcosa di inconcepibile si stava realizzando, lasciandola attonita. Poi la vita ricominciò a scorrere. Jackie cercò di scappare lasciando suo marito nelle
braccia delle guardie del corpo, che provarono a portarlo in salvo.
Mentre, il governatore Connally ferito e privo di forze gridò disperatamente: - Aiutatemi vi prego, sono ferito da colpi di arma da fuoco!
Tutti speravano che JFK rimanesse in vita, ma purtroppo quel terzo sparo si rivelò mortale. La macchina presidenziale si affrettò a portarlo in ospedale, il Parkland Memorial Hospital, dove i migliori dottori avrebbero cercato in qualche modo di salvarlo. Essi vedendo il corpo privo di vita sconvolti dovettero dichiarare il decesso.
Per risolvere questo caso si misero a lavoro la CIA, l'FBI e sette dei migliori detective, questi però non vollero rivelare la loro identità, per evitare delle spiacevoli conseguenze. Non si sapeva per certo chi avesse potuto uccidere il presidente, ma la polizia trovò tre principali sospettati. Il primo si chiamava J.D. Tippit e avrebbe sparato da una collinetta poco distante dalla Dealey Plaza. Era un poliziotto texano, trovato morto proprio in quel luogo, ucciso da un ex militare, Oswald. Un informatore dei federali, H. Theodore Lee, aveva sentito dire da alcuni frequentanti un'associazione pro-Cuba che Tippit avrebbe sparato il colpo mortale, e che lui, Oswald e Ruby, un mafioso di Dallas, si sarebbero incontrati la settimana prima dell'omicidio. Questa pista portava al movente dell'odio mafioso verso il presidente, in quanto si era particolarmente impegnato contro quest'organizzazione criminale. Oswald sarebbe stato coinvolto in quanto squilibrato e fanatico castrista, per essere usato come capro espiatorio e messo subito a tacere da Ruby. Infatti, appena due giorni dopo l'arresto di Oswald, questi fu ucciso proprio da Ruby.
Tuttavia, mentre si aprivano piste improbabili sulla stessa FBI accusata di essere al corrente di minacce al presidente e di
non averne volutamente tenuto conto e sul governo Messicano mandante di Oswald (infatti ben due mesi prima della morte di Kennedy lui era andato in viaggio in Messico), dall'analisi balistica, tuttavia, i sospetti si restrinsero su Lee Harvey Oswald.
Per l'appunto questo ex marines venne avvistato mentre saliva in maniera abbastanza furtiva sul palazzo Sixth Floor Hotel da cui si pensa provenissero i colpi, come se non si volesse far vedere da nessuno. Lui possedeva due pistole una Smith & Wesson con la quale si allenava al poligono di tiro e un fucile di precisione modello Mannlicher-Carcano. Soffriva di una patologia psichiatrica che lo portava a compiere gesti "eroici" come quello del generale Edwin Walker ed il fatto di non essere stato scoperto lo spinse ad alzare il tiro e fu allora che cominciò a pensare all'omicidio di Kennedy che avrebbe potuto renderlo famoso.
La mattina del 22 novembre 1963 si svegliò, andò in cantina e prese il suo fucile Carcano e si fece accompagnare al lavoro da un suo vicino di casa, con il fucile smontato. Tutti i movimenti di Oswald dalle 7,10 alle 13,55 furono seguiti da testimoni oculari alla polizia: ore 7:15 Oswald andò al lavoro, ore 8:00 Oswald entrò nell'edificio con la testimonianza di Jack Edwin Dougherty che lo vide entrare nel fabbricato del deposito, ore 12:15 Oswald andò al 2° piano dell'edificio per comprare una Coca Cola e fu visto da Carolyn Arnold, ore 12:15 Arnold Rowland vide un uomo nero con il fucile al 6° piano, 12:30 Howard Brennan vide sparare dalla finestra del 6° piano, ore 12:30 Howard Leslie Brennan vide un uomo che sparava con un fucile al presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy dalla finestra d'angolo del 6° piano. Questi fornì la descrizione dell'uomo magro ed alto circa 1,80 m forse appena trentenne, perfettamente calzante con Oswald. Ore 12:30
Oswald era alla finestra del 6° piano visto dai colleghi di lavoro. 12:40 Oswald scese dall'autobus e prese un taxi.
Oswald fu arrestato lo stesso pomeriggio. Fu condannato il 18 ottobre del 1963 per l'uccisione di JFK come unico esecutore con il movente della mitomania e dell'odio, in quanto simpatizzante del Ku Klux Klan. Morì due giorni dopo (per mano di Ruby), anche se in quei due giorni di carcere si dichiarò sempre innocente, vittima di un complotto.
Epilogo John Fitzgerald Kennedy fu un grande sostenitore del movimento per i diritti civili degli afroamericani, infatti inizialmente, nel 1960 (prima delle sue elezioni), protestò insieme a migliaia di statunitensi di tutte le etnie, e chiamò a protestare anche la moglie dell’imprigionato Martin Luther King.All'inizio della sua breve carriera da presidente durante un congresso, dominato dai democratici del sud, ostacolo la legge sui diritti civili, perché ebbe paura che i vari democratici del sud gli si sarebbero potuti mettere contro. Il risultato fu quello di essere accusato da molti leader dei movimenti per i diritti civili, di non dar loro il sostegno promesso, e che quelle promesse furono solo a scopo elettorale. La fase più importante di questo movimento si sviluppò tra il 1954 e il 1968, cioè la lotta per i diritti civili degli Afroamericani, soprattutto nel sud. A capo dei vari movimenti solitamente vi furono vari afroamericani, ma gran parte del sostegno politico e Þnanziario provenne dai sindacati (guidati da Walter Reuther), da alcune associazioni religiose e da importanti uomini politici bianchi. Alcuni dei sostenitori più importanti del movimento furono: Rosa Parks, Martin Luther King, Malcom X e Robert Kennedy (fratello di JFK). A partire dal 1943, Rosa ader“ al Movimento per i diritti civili statunitensi nel 1943. A metà del 1955 iniziò a frequentare un centro educativo per i diritti dei lavoratori e l'uguaglianza razziale, la Highlander Folk School (fu lÕunica tra i sostenitori elencati prima ad non essere uccisa). Venne arrestata il 1° dicembre del
1955, perché non cedette il posto ad un passeggero bianco sull’autobus. Martin Luther King fu il leader più importante di questo movimento, fu eletto leader il 14 febbraio 1957 a New Orleans. Proprio lui organizzò la rivolta degli afroamericani.Venne ucciso a Memphis il 4 aprile del 1968:mentre nella veranda in un hotel di Memphis si intrattenne a parlare con dei suoi collaboratori gli vennero sparati alcuni colpi di fucile, cadde riverso sulla ringhiera e morì pochi minuti dopo. Malcolm X fu uno dei più importanti leader afroamericani del secolo. Fu a capo delle "Black Panthers", un'organizzazione che riÞutava la non violenza e favoriva la Self efense l 14 febbraio 1965 Malcolm e la sua famiglia sopravvissero a un attentato contro la loro abitazione l 1 febbraio 19 Malcolm fu assassinato durante un discorso pubblico ad Harlem con sette colpi di arma da fuoco. Robert Kennedy fu a capo del dipartimento di giustizia durante la presidenza del fratello, esso quando venne a sapere della morte di Martin Luther King dichiarò che si doveva raggiungere presto l’uguaglianza tra bianchi e neri. Nella notte tra il 5 giugno e il 6 giugno 1968, nella sala da ballo dell'Ambassador Hotel di Los Angeles, Robert incontrò i suoi sostenitori per festeggiare la vittoria elettorale nelle primarie della alifornia opo il discorso di saluto, mentre Kennedy veniva fatto allontanare dall'hotel attraverso un passaggio delle cucine, alle 00:15 vennero esplosi colpi di pistola contro di lui. Questa scia di morti è stata voluta dagli uomini bianchi che si credevano superiori, ma grazie alle varie proteste gli afroamericani stanno riuscendo ad ottenere i loro diritti. Ma oggi ci sono anche altre forme di discriminazione da combattere, come l'omofobia, il sessimo ecc. È molto sbagliato discriminare le persone per il loro orientamento sessuale, il sesso o la razza, ma molte persone non capiscono ancora.