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I fratelli White
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Adam White, Ben White, Tom White, erano i fratelli che vissero all'inizio del 1900, diventati leggenda sia per sfortunati che straordinari eventi. Il maggiore dei tre, Adam, era alto e aveva sia gli occhi che i capelli marroni, era il più ricco e di potere dei tre anche se la sua carriera che il suo potere non fosse per la sua intelligenza. Era facilmente irritabile e se ciò accadeva si isolava nel suo ufficio ed entrava nel suo mondo, il mondo dei soldi perché erano l'unica cosa che lo rendevano felice.
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Il secondogenito Tom aveva qualche centimetro in più di Adam, i suoi capelli erano lisci corti e castani, invece i suo occhi che erano la cosa che suo fratello maggiore invidiava di più erano verdi. Molto frequentemente si sentiva inadeguato, imbarazzato e inferiore, credeva che se si fosse impegnato di più avrebbe potuto avere successo che aveva avuto suo fratello. Il ragazzo era molto sensibile e piangeva spesso nella sua camera; questo succedeva molto frequentemente soprattutto dopo i litigi con i suoi fratelli.
L’ultimo, Ben, il più piccolo e anche il più basso, aveva qualche problema psicologico, lui aveva gli occhi vispi e piccoli invece i suoi capelli lisci e marroni, avendo qualche problema psicologico quando era molto felice saltava molto energicamente da far vibrare il pavimento, anche avendo questi
problemi lui era molto più sveglio di quello che sembrava. pur essendo essendo abbastanza giovane le sue mani erano nodose e rugose.
Tutti e tre vissero nella villa di famiglia. Sia Ben che Tom chiedevano sempre dei prestiti, al fratello perché ricco, cosi da riempirsi di debiti. Infatti Adam volle escogitare un piano per togliersi dai piedi i due fratelli. Si chiudeva perciò, più del solito per rimuginare la sua strategia nel suo studio. Egli ebbe uno studio tutto suo, il gusto dei mobili sicuramente era molto raffinato e dei quadri inquietanti e antichi furono appesi nel muro. Il suo piano fu di collaborare con suo fratello minore Ben così da far sentire tradito suo fratello Tom e spingerlo al suicidio. Per lui questa era l’unico mezzo per far pagare ai propri fratelli quanto commesso negli anni passati.
Adam iniziò la prima fase del suo piano, ma non ci furono buoni risultati. Egli sperò nel suicidio di suo fratello Ben, dopo aver saputo del suo “tradimento”, cioè la collaborazione con l’altro fratello. Non essendo riuscito nel suo intento, passò al piano successivo che fu quello di avvelenare Tom. Dopo un po' di settimane Ben denunciò Adam alla polizia, ritenendolo il colpevole di tutto questo.
Ma prima che Ben potesse deporre al processo, fu ucciso. Doveva sembrare un incidente. Stava tranquillamente attraversando una strada, alquanto buia e resa misteriosa dalla nebbia che l'avvolgeva, quando ad un tratto sentì un rumore di cavalli al galoppo. Era una carrozza, che lo travolse. I poliziotti accertarono, tuttavia, che si era trattato di un omicidio volontario, in quanto sul terreno innevato vi erano tracce delle ruote e degli zoccoli che andavano avanti e indietro, come se si fosse voluto esser certi di aver ucciso l'uomo calpestato. Adam fu ritenuto il mandante e, riconosciuto alienato, venne rinchiuso
in un manicomio criminale, dove si impiccò trascorsi pochi mesi.
Solo dopo diversi anni venne scoperta la verità su questi fratelli, il vero traditore, e le vere vittime.
Tutto iniziò dalle voci che giravano in città “Hai sentito di quei poveri fratelli? Secondo me erano tutti e tre pazzi”. Oppure “I soldi rovinano tutte le famiglie, un esempio ne sono quei tre poveretti che si uccisero a vicenda”. Insomma, oramai era diventata quasi una leggenda, conosciuta da tutti. C’era chi pensava che fosse stato il maggiore a rovinare tutto, chi sosteneva che fu quello di mezzo a mettere le mani avanti in un tempo remoto, ma nessuno credeva che il colpevole potesse essere il minore, Tom. Infatti, in città tutti, appena si parlava di quest’ultimo e di un possibile colpevole nello stesso discorso si esclamava “Quello con problemi mentali, malefico? Ma non capiva niente, è indiscutibilmente innocente!”
Ma la gente ha troppi pregiudizi, dalla vita ci si può aspettare di tutto, è imprevedibile!
Fu il custode del cimitero, John, a scoprire la verità. Infatti, era troppo spinto dalla curiosità di vedere quelle tombe, di vedere come erano ridotte, così le andò a visitare. Camminò a lungo, infatti queste erano state costruite in una parte del cimitero un po’ nascosta e ritirata. Durante il tragitto incontrò diverse persone che gli chiedevano dove stesse andando. Ma un incontro che lo colpì, che lo lasciò stupito, fu quello con una signora un po’ strana.
Non si volle presentare, ma appena lo vide, gli passò accanto e gli sussurrò: - State andando a visitare quelle tombe, vero? - Sì, perché me lo chiedete? - rispose. - Solo curiosità… - ribatté un po’ imbarazzata - Ma vi volevo solo avvertire: non prendete sottogamba la situazione,
dopo aver scoperto la verità, potreste impazzire. Forse è meglio se voi non ci andate. È pericoloso, in città si raccontano troppe frottole, girano bugie, la verità non è quella che sembra. - aggiunse. - Ma sarò attento, non serve che voi mi avvertiate, lavoro in questo cimitero da trent’anni circa. Sono semplicemente delle tombe, niente di che. - disse - Ma io vi ho avvertito, fate come volete, ma quando poi mi direte che avevo ragione sarà troppo tardi. Ogni sfumatura del nostro carattere ci rende particolari, ma la stranezza viene spesso scambiata come problema psicologico, anche se questo ci rende migliori, più astuti, un passo avanti a tutti. Ascoltatemi, voi mi ritenete pazza ma non è così. Penserete di chiamare dei dottori per portarmi in un manicomio, ma non lo farete. Sosterrete una cosa, ma non è vera… - aggiunse con l’aria misteriosa. - Aspettate, spiegatevi meglio, per favore! - urlò l’uomo, ma la signora era già andata via. Il custode camminò a lungo, pensando alle parole di quella strana anziana, ma non riuscì a dedurne nessun indizio, infatti lui non conosceva molto questi tre fratelli, ma l’unica cosa a cui pensava era l'avvertimento di questa di non andarvi, ma oramai era troppo tardi, era già arrivato.
Appena giunse lì, si disse fra sé e sé: - Vado, o non vado? E se la signora avesse ragione, sto rischiando grosso. Va be', non sarà niente… Però sono ormai vecchio, non so, mi potrebbe capitare un accidenti…
Ma ad un certo punto si fermò, incredulo, sospirò e cadde quasi a terra. Poi alzò il busto e si poggiò a terra con le ginocchia. Con la testa china e le mani sulla terra sussurrò: - Testardo son stato, ora le conseguenze le pago io. - e se lo ripeté fino a svenire e cadere a terra.
Infatti, il povero John aveva proprio assistito ad una scena terribile: appena arrivò alla sua destinazione, lo sguardo gli cadde sulla terza tomba, ed in quel momento fu percosso da un brivido, e iniziò a sentirsi male, svenne e sentì la presenza di un ladro, ma non di un ladro comune, ma di un ladro di anime. Infatti in quel momento non si sentiva più il corpo, oramai la sua anima lo era diventato, e se anche questa gli fosse stata portata via? Lui voleva solo vivere libero, dimenticare tutto quello che stava vivendo in quegli istanti, e non essere lo schiavo di un animo cattivo, come la presenza che riusciva a percepire. Cercò di chiedere aiuto , ma la voce non gli usciva, si sentiva un nodo alla gola, forse erano la sua paura, il suo orrore e tante altre emozioni che in quel momento avrebbe preferito non provare. Piangeva soltanto. Il suo volto comunicava terrore, nonostante non riuscisse a urlare. Le lacrime che scendevano sulle sue guance parlavano, ed esprimevano tutto il suo rimorso.
Non faceva altro che pensare: - Che sciocco che sono stato a non ascoltare quell’anziana, perché sono stato tanto testardo? Se l’avessi ascoltata sarebbe cambiato qualcosa?
Non riusciva a pensare ad altro il povero John. Ma proprio un istante più tardi, al contrario di ciò che sperava, si alzò e scappò via, urlando e piangendo. - Oh povero John! Forse è impazzito. - pensavano tutti quelli che lo vedevano; c’era anche chi pensava che avesse appena contratto la rabbia da un cane.
Ma non avrebbero pensato ciò se avessero saputo che quest’ultimo aveva appena visto una tomba vuota, con la buca profonda e la bara ancora aperta. Ma era anche vero che lì non vi si recava più nessuno da diversi anni. La cosa terrificante era che ormai in città girava un mezzo morto, o meglio, un uomo che era stato un’ ora in una bara e che aveva assistito al suo
funerale, che non era affatto durato poco. Sulla lapide di questo spiccava a caratteri molto grossi “THOMAS WHITE”, che era il nome del fratello minore, Tom. Il fatto era proprio agghiacciante, perché il vero colpevole di quella faccenda era proprio quest’ultimo, nonostante i suoi “problemi psicologici” che non erano affatto tali. Infatti, lui aveva semplicemente finto di essere morto, perché conosceva la sostanza che Adam gli diede. Inoltre aveva scoperto il suo piano, così, per farlo fallire, mise in scena questa finzione, e tutto andò proprio come aveva pianificato. Forse tutto ciò era per impadronirsi di tutta l’eredità dei genitori, o solo per mostrare che era stato troppo sottovalutato, ma poi pensò che liberarsi di entrambi i fratelli sarebbe stata la via più veloce per raggiungere tutti i suoi obiettivi. Per molti anni questo fatto fu esposto con diffidenza, perché nessuno credeva che un uomo potesse mai uscire da una tomba, ma non era così. Infatti, Tom, ebbe semplicemente una brillante idea, perché uscire da una tomba, quando si è molto allenati è più semplice di quanto possa sembrare. Quindi, lui si allenava già da diversi mesi per diventare più forte, e andava da psicologi per imparare a gestire l’ansia in situazioni estreme. Ma ormai quel che era stato fatto, era sulla bocca di tutti, e quando arrivavano i giornali a casa sua, Tom se ne stava seduto alla grande scrivania di famiglia, mentre li leggeva ridacchiando.” Quei poveri illusi che pensavano che ero morto...che bello sentirsi sempre un passo avanti, ma in questo caso si tratta di un centinaio di passi avanti! Era ovvio, tutti quelli in città, che fino a qualche anno prima pensavano che avevo problemi mentali, e che ero meno scaltro e furbo, ora cosa staranno pensando?!”
Così passava le sue giornate, pensando a quanto fosse intelligente e a quanto le persone avessero torto, fino a quando non si spense all’interno di una stanza segreta. Sapeva di essere
sul punto di morte, così, qualche giorno prima lasciò una lettera di rivelazione su cui era scritto:
ORA TERMINA LA MIA VITA, NON SO QUANDO MI RITROVERETE, O RITROVERETE QUESTA LETTERA. VOGLIO SOLO CHE VOI VI RICORDIATE CHI SARÀ SEMPRE UN PASSO AVANTI A VOI. NON VI LIBERERETE MAI DI ME, PERCHÉ IN QUESTA CASA VIVRÀ SEMPRE IL MIO SPIRITO, E PERSEGUITERÀ COLORO CHE COMPRERANNO LA MIA VILLA . CORDIALI SALUTI THOMAS WHITE
Questa lettera venne trovata dagli agenti immobiliari che si occupavano della vendita della casa di chi scrisse questa lettera. Coloro che la comprarono furono sempre perseguitati dalla sfortuna, come afferma quel testo, e tutto si concludeva con una lapide in più al cimitero. Di una persona ci si può liberare molto facilmente, come ha provato Tom, ma di uno spirito no. Entra e non esce più. Non sono gli esseri umani a regnare sugli spiriti, ma questi a regnare su di noi, e non ci si può fare più nulla.