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Mancarsi, l’amore in breve

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LA ROCCA

LA ROCCA

Nel racconto delle vicende di Nicola e Irene emerge tutta la potenza e la schiettezza narrativa di un autore che sembra discostarsi molto dai suoi precedenti romanzi: De Silva si scopre un narratore di storie d’amore perfetto, impeccabile e attento a quei particolari superflui che costituiscono l’essenza di una narrazione. Mancarsi è il racconto di un gioco di continue rincorse e coincidenze, quelle che si susseguono nella vita dei due protagonisti; frequentano lo stesso bistrot ed entrambi hanno superato delle condizioni di sofferenza amorosa che li lega in un filo invisibile, ma saldo: Nicola sta elaborando la morte della moglie in un incidente stradale, mentre Irene sta metabolizzando la brusca fine di una storia lunga, inaridita dalla monotonia della routine e da un sentimento sempre più affievolito. Entrambi hanno indossato, per anni, la maschera del marito e della moglie da manuale, nascondendo le loro fragilità, i propri bisogni e le loro debolezze senza mai doman- darsi cosa ci fosse oltre la vita che stavano vivendo in una prospettiva di costante insoddisfazione e perenne manchevolezza. Non sanno di essere fatti l’uno per l’altra, di rappresentare l’uomo e la donna del quale avrebbero voluto, pur senza conoscersi, innamorarsi e, per questo motivo, la vita li porrà inaspettatamente uno di fronte all’altro.

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Le pagine di questo romanzo nascondono una verità cristallina e un superamento della retorica molto piacevole soprattutto quando si trattano vicende amorose: tutto è un continuo intreccio di eventi, di misteri, di correlativi oggettivi, di ponti tra passato e presente che andranno a costituire una matassa dalla quale sarà impossibile divincolarsi. Lo scrittore napoletano mostra uno stile narrativo vero, in grado di porsi al di là del perbenismo e di farci prendere coscienza dell’inconsistenza ideologica dell’amore eterno che, al contrario, si mostra come la più piacevole e profonda delle coincidenze.

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