inCorso #56 - opinione e notizie in CMB

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OPINIONI E NOTIZIE IN CMB

NUMERO

Periodico trimestrale di opinioni e notizie - Anno XIII. N° 56 - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB MO.

IN CORSO 56

NOVEMBRE 2020

Dall’alto delle Torri Conclusi i lavori nel cantiere di CityLife, nuovo skyline di Milano


SOMMARIO

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inCorso - n.56

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IN CORSO

— In questo numero

OPINIONI E NOTIZIE IN CMB

5 CityLife: il

nuovo skyline di Milano Intervista all’ingegner Marco Beccati, direttore tecnico di CityLife

CANTIERI

SANITÀ PRIVATA

11 La clinica

4 VERSO LA CONCLUSIONE

DEL CAMPUS SAN GIOBBE

Waldner

La Cooperativa consegnerà l’opera entro la primavera del 2021

Verso la fine dei lavori alla Melittaklinik di Bolzano

INNOVAZIONE

16 COSTRUIRE IL FUTURO SECONDO IL BIM

NUMERO

PRIMO PIANO

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NOVEMBRE 2020

Periodico trimestrale di opinioni e notizie. Anno XIII. N°56 Direttore responsabile: Paolo Zaccarelli In redazione: Francesca Martinelli Ha collaborato alla realizzazione di questo numero: Domenico Cichetti Contatti: martinelli.francesca@cmbcarpi.it

Proprietario: CMB Società Cooperativa Via Carlo Marx, 101, CARPI (MO). Registrato al Tribunale di Modena il 26/06/2006 con il n° 1810. Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB MO.

Parlano gli esperti del Building Information Modeling in CMB

Progetto grafico, impaginazione ed editing: Hic Adv Stampa: Faenza Group Spa

CENTRI COMMERCIALI

Sfoglia o scarica questo e gli altri numeri di inCorso all'indirizzo: cmbcarpi.com/house-organ

19 IL DA VINCI VILLAGE

HA APERTO I BATTENTI Con l’inaugurazione dell’area per lo shopping e il tempo libero cresce il parco commerciale romano

QUI E LÀ

— Una rubrica tira l'altra P. 3

CLICK

P. 10

CAFFÈ CMB

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DIALOGHI

A zonzo tra i cantieri Chiacchiere con o senza zucchero

Alice Ancillotti

P. 22 NAVIGAZIONI FACILITATE P. 23

Esplorando il sito di CMB

BREVI MA INTENSE News dal mondo CMB

The Forest Stewardship Council® (FSC®) is a global, not-for-profit organization dedicated to the promotion of responsible forest management worldwide. FSC defines standards based on agreed principles for responsible forest stewardship that are supported by environmental, social, and economic stakeholders. To learn more, visit www.fsc.org


FOTOGRAFIA

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Click — Sguardi su CMB

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Dallo scavo delle fondamenta all'opera conclusa il collega Domenico Cichetti si aggira tra i cantieri con la sua fotocamera e ritrae angoli nascosti, scorci di vita quotidiana e splendide architetture. Tutto ha preso vita con CMB. A cura di Domenico Cichetti

LUCI E OMBRE Fotografia significa "disegnare mediante la luce". La forza della luce è più evidente quando nell'immagine risulta in contrasto con ombre altrettanto importanti. Questo equilibrio può essere utilizzato, in particolare, nella fotografia di architettura per accentuare le forme e il significato voluto.


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STUDENTATI

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CANTIERI

Di campus in campus

I

l 22 settembre il rettore dell’Università Ca’ Foscari di Venezia Michele Bugliesi, durante una visita al cantiere del Campus economico di San Giobbe nelle ultime settimane del suo mandato, ha illustrato l’avanzamento dei lavori edilizi sulle strutture universitarie più rilevanti della città lagunare. Il Campus economico di San Giobbe, che CMB concluderà entro la primavera del 2021, è senza dubbio uno degli interventi più importanti. Il progetto prevede la realizzazione di un centro integrato, comprensivo di campus universitario con servizi legati alla residenza, ma anche al supporto didattico. L’intervento ha previsto una prima fase di consolidamento del muro di riva esistente appartenente agli ex Cantieri Oscar e la realizzazione di una fitta palificata, con sovrastante platea di fondazione, su cui erigere i cinque nuovi corpi di fabbrica che affiancano i due preesistenti da ristrutturare. L’intervento è realizzato con uniformità con i precedenti sia nelle forme che nei materiali, caratterizzati da facciate in muratura faccia vista con arcate impreziosite da inserti in pietra d’Istria, intonaci in cocciopesto e ampie porzioni in lamiera aggraffata in rame preossidato. Il piano terra del complesso è destinato prevalentemente ad attività di accoglienza e servizi, non solo per lo studentato ma anche con servizi rivolti al quartiere: una reception, punto ristoro, palestra, lavanderia, laboratori didattici e auditorium. I piani superiori ospitano 123 camere per complessivi 227 posti letto destinati a studenti e personale docente, aree comuni e sale studio. L’intervento si propone sia elevati standard prestazionali energetici che estetici: pavimentazioni di pregio in pietra naturale e gres porcellanato di grande formato, controsoffitti metallici, porzioni di solaio panoramico in vetro, vetrate rei, carpenterie metalliche a disegno, elevate performance degli infissi e delle coibentazioni termoacustiche. L’impiantistica prevede particolare attenzione alla sostenibilità ed efficienza energetica: sono presenti impianti fotovoltaici, di depurazione delle acque reflue, sistemi di controllo avanzati, caldaie ad alta efficienza, pompe di calore, sistemi di accumulo, impianti di ricambio d’aria con recuperatore di calore. A conclusione lavori, l’edificio risulterà in classe energetica A2.

IL PROGETTO Un centro integrato, comprensivo di campus universitario con servizi legati alla residenza e alla didattica L'INTERVENTO Elevati standard prestazionali, energetici ed estetici degli infissi e delle coibentazioni termoacustiche IMPIANTISTICA Attenzione alla sostenibilità ed efficienza energetica: impianti fotovoltaici, di depurazione delle acque reflue, sistemi di controllo avanzati e caldaie ad alta efficienza

Il rettore dell’Università Ca’ Foscari di Venezia ha fatto il punto della situazione sui più importanti cantieri cittadini: quello del Campus di San Giobbe si concluderà nella primavera 2021 Di Dario Segalla – Foto di Paolo Lorenzi


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MILANO

TRA I GRATTACIELI DI CITYLIFE Con la consegna del Curvo CMB ha concluso i lavori nel quartiere che ridisegna lo skyline di Milano. Ne abbiamo parliamo con il direttore tecnico Marco Beccati A cura di Francesca Martinelli

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PRIMO PIANO

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PIAZZA ICONICA A sinistra l'ex polo urbano della Fiera di Milano

AREA LIBERATA L'area di CityLife, il nuovo quartiere di Milano, si estende per 366mila mq

E

ra il 2013 quando CMB si è confrontata per la prima volta con il committente CityLife SpA per realizzare la Torre Generali, progettata da Zaha Hadid: da allora sono passati sette anni, due grattacieli, per Generali e PwC e un avveniristico shopping village. All’inizio di ottobre è stata consegnata la terza Torre PwC, e in quell’occasione abbiamo potuto parlare in maniera più ampia del progetto di riqualificazione urbana dell’area con l’ingegner Marco Beccati, direttore tecnico di CityLife. Un concept che allinea la città di Milano alle principali capitali europee per il design delle strutture e la sostenibilità globale dell’intervento. La torre PwC conclude gli edifici alti che circondano la piazza iconica del progetto CityLife: ci può raccontare la genesi di un progetto così ambizioso e innovativo in Italia? Quali saranno le evoluzioni previste nei prossimi anni?

CityLife è uno dei maggiori progetti privati di trasformazione urbana in corso in Europa e copre una superficie complessiva di circa 366mila mq: è il nuovo quartiere di Milano in via di realizzazione nell’area prima occupata dallo storico polo urbano della Fiera. Con il trasferimento di gran parte del quartiere fieristico a Rho-Pero, l'area liberata di circa 255mila mq è stata oggetto di una gara indetta nel 2003 da Fondazione Fiera Milano che ha visto la partecipazione dei principali operatori internazionali e dei più noti architetti su scala mondiale. Nel luglio 2004 il processo di valutazione ha aggiudicato l’area a CityLife, con un progetto che porta la firma di grandi architetti quali Zaha Hadid, Arata Isozaki e Daniel Libeskind. Nel dicembre 2005 il Comune di Milano ha approvato definitivamente il Piano Integrato di Intervento con alcune modifiche e ampliamenti significativi del progetto, che è passato da 255mila mq dell’area di trasformazione di gara ai 366mila mq, che comprendono la sistemazione di spazi adiacenti.

LA TORRE PWC Progettata dall’architetto statunitense Daniel Libeskind


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TORRI

L’opera di Libeskind ultimata nonostante il lockdown Si è conclusa nei tempi previsti, e prima dell’epidemia da Covid-19, la Torre PwC a Milano. L’opera ha rappresentato un grande sforzo da parte di CMB e del suo staff, che è stato in grado di recuperare i mesi di chiusura per il lockdown, pur mantenendo altissima l’attenzione alla salute e alla sicurezza del personale in cantiere. Oggi la Torre PwC, progettata dall’architetto statunitense Daniel Libeskind, svetta su Piazza delle Tre Torri sovrastando l’area con il suo movimento concavo, che evoca una cupola rinascimentale. Si accede al piano terra del grattacielo attraverso una hall di ingresso di elevata rappresentanza e a tripla altezza, raggiungibile sia dallo Shopping District, che dall’uscita della metropolitana M5 come dal livello superiore della nuova piazza urbana. Gli uffici occupano i piani dal primo al ventottesimo. Il piano ventisettesimo ospita un ambiente su due livelli e una sala conferenze a doppia altezza, oltre a un ristorante dalla vista di estremo impatto. Il core centrale, occupato da otto ascensori suddivisi in due blocchi distinti, corpi scale e bagni, garantisce la massima flessibilità per l’utilizzo degli spazi anche in presenza di più conduttori. La parte sommitale della torre è caratterizzata da un volume vetrato, chiamato “corona”, le cui linee geometriche completano l’andamento sferico alla base del concept: dal punto di vista funzionale, nasconde i volumi delle torri evaporative, gli ingombri degli extracorsa degli ascensori e dei montacarichi e il sistema di accesso e manutenzione della facciata.


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PRIMO PIANO

CARTA D’IDENTITÀ

Una curva verso il cielo di Milano Una torre vetrata dai grandi numeri che ha mobilitato migliaia di maestranze

Quanto è importante oggi il coinvolgimento di architetti e designer di fama internazionale in un progetto di questo tipo? Progetti come quello di CityLife non possono esimersi dall’avere grandi architetti all’interno del team di sviluppo. Il grande architetto, di fama internazionale, porta visibilità e una quota di innovazione che deriva dalla sua formazione e dall’approccio culturale, fondamentale per l’estetica e il valore del progetto. Lo sviluppo di un rinnovamento urbanistico come quello di CityLife deve avere uno sguardo che vada oltre la singola progettazione di un grattacielo o di edilizia abitativa. Deve immaginare il futuro di una porzione di città: disegnare nuovi modi di abitare, nei quali possano convivere eleganti direzionali, famiglie, parchi urbani e spazi commerciali. Inoltre, occorre avere una visione filologica del contesto urbanistico in cui lo sviluppo edilizio viene realizzato: in modo che questo sia innovativo per il futuro che lo aspetta, ma allo stesso tempo rispettoso di quello che è stato. A quali bisogni degli abitanti di Milano risponde un quartiere come CityLife? Quanto è importante la sostenibilità ambientale in un progetto di riqualificazione urbana? CityLife è un quartiere a emissioni zero, interamente pedonale e con un grande polmone verde che occupa oltre metà della superficie. Si tratta della più grande zona car-free a Milano e una delle maggiori in Europa.

30

175 20

FUORI TERRA

D'ALTEZZA

PIANI

METRI

50.000 mc DI CALCESTRUZZO

600

PILASTRI PERIMETRALI

60.000 kg DI BULLONERIA

PARI AL PESO DI DUE TIR

TONNELLATE DI ACCIAIO

PER LA “CORONA”, STRUTTURA SOMMITALE

2.250 MAESTRANZE IMPIEGATE

36.000 mq DI SUPERFICI VETRATE

40

PERSONE DI CMB


PRIMO PIANO

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IL QUARTIERE CITYLIFE VISIONE FILOLOGICA Un nuovo contesto urbanistico innovativo per il futuro e rispettoso del passato EMISSIONI ZERO Interamente pedonale con un grande polmone verde, è la più grande zona carfree a Milano e una delle maggiori in Europa TERMOREGOLAZIONE Utilizzo del termovalorizzatore A2A di Figino che attua il recupero energetico a partire dai rifiuti e pannelli fotovoltaici in copertura alle strutture FENOMENI TORSIONALI Peculiarità strutturali quasi uniche nel contesto italiano

Il profilo ecologico del quartiere è fortemente innalzato dal grande parco pubblico di 168mila mq: il terzo per dimensioni del centro di Milano. Il parco pubblico è progettato dallo studio Gustafson Porter, vincitore del concorso internazionale indetto nel 2010, congiuntamente con il Comune di Milano, e al quale hanno partecipato otto studi internazionali su 70 candidati tra i migliori paesaggisti al mondo. Il progetto intitolato un “Parco tra le montagne e la pianura” prevede una varietà di paesaggi che rispecchiano i panorami tipici lombardi. Si può considerare uno dei più importanti parchi urbani realizzati negli ultimi anni nel mondo per dimensioni e centralità e avrà importanti valenze ecologiche, oltre a dotare Milano di un’area di grande qualità per il tempo libero. Per quanto riguarda la sostenibilità ambientale, CityLife ha elaborato l’intero progetto intorno all’obiettivo di non produrre calore tramite combustione all’interno dell’area e di impiegare quanto possibile l’acqua di falda per l’alimentazione degli impianti di riscaldamento e condizionamento all’interno delle residenze. Per le torri e gli impianti di acqua sanitaria è stato scelto di rifornirsi dal termovalorizzatore A2A di Figino, dove si attua il recupero energetico di calore pulito a partire dai rifiuti, grazie a impianti con elevate prestazioni e con innovativi sistemi di depurazione dei fumi. Pannelli fotovoltaici sono poi collocati in copertura alle residenze, alle torri e sullo Shopping district CityLife.

CMB ha realizzato Torre Generali, lo shopping district e Torre PwC: quali sono gli elementi maggiormente caratterizzanti di questi grattacieli? I due grattacieli realizzati da CMB, hanno la peculiarità strutturale di essere tra loro quasi unici nel contesto italiano dei pochi grattacieli costruiti. In particolare, la Torre Generali è una struttura che ha una torsione generata dalla rotazione dei vari solai: questo fenomeno si osserva in particolare nei primi venti, venticinque piani della torre. Questa rotazione porta delle tensioni che si trasmettono in cascata ai solai sottostanti e ovviamente al nucleo centrale, fino ad annullarsi sul solaio del piano terra. La Torre PwC ha invece la caratteristica di avere i solai che traslano rispetto al nucleo centrale. Questo comporta una eccentricità variabile a seconda dei piani in cui ci troviamo: in sostanza il nucleo e i solai stessi riprendono questi sforzi orizzontali che vengono generati da una forza creata dalla traslazione del solaio lungo l’asse mediano del nucleo. Quando si costruiscono edifici così complessi si devono prevedere anche gli assestamenti delle strutture: per la Torre PwC si è parlato di alcuni centimetri di scostamento e poi il loro ribilanciamento in fase di costruzione. Può descrivere come si gestisce questo processo? Quando ci si trova in presenza di solai che hanno posizioni variabili in relazione all’al-

tezza in cui si trovano, e che generano sforzi non solo dovuti al peso proprio, ma anche a questi fenomeni torsionali e di traslazione, occorre prevedere nel corso della realizzazione dei margini di assestamento della struttura; in parte dovuti al ritiro del calcestruzzo, ma principalmente alla variabilità dei carichi e quindi delle deformate a cui i solai sono sottoposti. Pertanto, gli elementi di interfaccia con i cementi armati devono avere dei margini di tolleranza tali da assorbire le deformate: ad esempio, le staffe di ancoraggio delle facciate al solaio devono essere in grado di sopportare le diverse quote a cui i moduli di facciata vengono ancorati e di recuperare il movimento traslatorio del solaio stesso. Una giornata intera nell’area CityLife: come consiglierebbe di trascorrere 12 ore a spasso per il quartiere? Bella domanda! Noi, che abbiamo familiarità con l’ambiente, spesso sottovalutiamo dove ci troviamo. Ipotizzando di arrivare per la prima volta a CityLife, dedicherei del tempo a cercare gli angoli più suggestivi, dai quali osservare e scattare fotografie ai vari fabbricati. È importante valutare anche la posizione del sole. Ad esempio, al tramonto e all’alba i tre grattacieli si specchiano l’uno nell’altro creando delle suggestioni uniche nel loro genere, riflettendo colori e immagini. Il resto del tempo, con un buon libro (non di Scienza delle costruzioni) a godermi la pace del parco.


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BREAK

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Caffè CMB

Lungo, corto, dolce o amaro: la pausa caffè arriva sempre e dà spazio a piacevoli divagazioni e curiose scoperte.

— La pausa ispiratrice

A cura di Francesca Martinelli

Giuseppe Esposito

Luana Branchini

Roberta Lorusso

Sebastiano Fuccio

Direttore di cantiere

Segretaria

Assistente al Responsabile di Commessa

Pianificazione & Controllo

Com’è il tuo caffè? Corto, intenso, dolce e cremoso.

Com’è il tuo caffè? Il mio caffè è lungo e amaro, di solito in compagnia.

Com’è il tuo caffè? Non bevo caffè. Mi attira tantissimo il profumo, ma non sono mai riuscita a berne uno, troppo amaro...

Com’è il tuo caffè? Lo prendo raramente.

Per qualcuno l’anno comincia a settembre: ti sei dato qualche obiettivo per questo autunno? Di questi tempi è azzardato darsi degli obiettivi. Professionalmente sarei molto soddisfatto di portare a casa, assieme allo staff di Ginevra, il contratto definitivo con l’ONU. Consigliaci un modo per trascorrere una domenica piovosa in casa. Io personalmente amo tantissimo il mio divano, che piova o meno. Quindi consiglio un buon libro o un buon film. Team SmartWork o Team Ufficio? Team Ufficio senza “se” e senza “ma”. L’idea migliore che hai avuto davanti alla macchinetta del caffè? La pausa caffè è momento di relax e di solito “stacco” per quei cinque minuti, però proprio davanti ad una macchinetta del caffè ricevetti una notizia professionale, che poi ha cambiato il corso della mia carriera. Con quale collega fai la tua “pausa caffè”? Sono fortunato perché posso dire che tutti i giorni faccio queste pause con il collega ideale, ma mi mancano le pause con Alessandro Zuccoli e con un collega che mi accolse in CMB 20 anni fa a Viareggio e che oggi ci guarda da lassù.

Per qualcuno l’anno comincia a settembre: ti sei data qualche obiettivo per questo autunno? No, nessun obiettivo. La vita deve riprendere come prima, con la mascherina e tutti gli accorgimenti, ma esattamente come prima. Andrò al cinema, alle mostre, a teatro, in palestra… Consigliaci un modo per trascorrere una domenica piovosa in casa. In casa ci siamo rimasti tutti per troppo tempo. Se al mattino piove rimango a letto un po’ di più, mi piace dormire. Al pomeriggio vado al cinema, poi la pizza della domenica! Team SmartWork o Team Ufficio? Non riesco a rispondere a questa domanda, perché non posso fare confronti: non ho mai fatto smartworking. L’idea migliore che hai avuto davanti alla macchinetta del caffè? Idee nemmeno una, ma decisioni tante. Lo scambio di opinioni e i consigli durante la pausa caffè mi hanno fatto prendere tante decisioni. Con quale collega fai la “pausa caffè”? Con i miei colleghi pensionati. La vera pausa caffè la facevo con loro.

Per qualcuno l’anno comincia a settembre: ti sei data qualche obiettivo per questo autunno? Credo quello della maggior parte degli italiani: iscriversi in palestra dopo i bagordi estivi! Consigliaci un modo per trascorrere una domenica piovosa in casa. Giocando a Twister, risate assicurate! Soprattutto se sei priva di equilibrio come me e hai dei nipoti piccoli che ti prendono in giro per questo. Team SmartWork o Team Ufficio? Di getto direi Team Ufficio, perché preferisco l’interazione di persona con i colleghi. Ma lo smartworking è uno strumento essenziale per conciliare i nostri frenetici ritmi lavorativi con le esigenze personali. L’idea migliore che hai avuto davanti alla macchinetta del caffè? Ai tempi dell’università, quando con la mia compagna di corso Lucia decidemmo di svolgere la tesi di laurea in Spagna. Con quale collega fai la “pausa caffè”? Con il Caffa, al secolo Fabrizio Cafarelli.

Per qualcuno l’anno comincia a settembre: ti sei dato qualche obiettivo per questo autunno? Visto che viaggio spesso… riuscire a superare indenne questo periodo. Consigliaci un modo per trascorrere una domenica piovosa in casa. Vedere un film di Alberto Sordi come “Tutti a casa” o “Una vita difficile”. Team SmartWork o Team Ufficio? Sicuramente Team Ufficio. L’idea migliore che hai avuto davanti alla macchinetta del caffè? Cosa cucinarmi per la sera: Cacio e pepe o Amatriciana? Con quale collega fai la “pausa caffè”? Non ho preferenze, mi trovo bene con tutti.


NUOVE OPERE

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SANITÀ PRIVATA

UNA CLINICA SU MISURA

A Bolzano la cooperativa sta concludendo la realizzazione della clinica Melittaklinik della famiglia Waldner, un’opera che ha sviluppato al meglio le esigenze del cliente A cura di Alessandro Zuccoli – Foto di Paolo Lorenzi

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NUOVE OPERE

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FLESSIBILITÀ Un intervento dal taglio “sartoriale”, che segue le esigenze culturali del cliente STRUTTURA È sviluppata su quattro piani fuori terra e un piano seminterrato, con strutture portanti in cemento armato

M

ancano pochi mesi alla conclusione di Melittaklinik, clinica privata di nuova costruzione su commissione della famiglia Waldner a Bolzano. Per la prima volta, con la sua ventennale esperienza nella costruzione e conduzione di opere ospedaliere in ambito nazionale e internazionale, CMB si è misurata con un cliente sanitario privato, attento e interessato alla soddisfazione delle esigenze specifiche del suo territorio. In questo particolare contesto, CMB ha dato prova della sua vocazione all’ascolto delle esigenze del committente e della flessibilità necessaria per realizzare un intervento dal taglio "sartoriale". L’intervento per la realizzazione della Clinica Waldner a Bolzano ha previsto la costruzione di una nuova struttura sanitaria sviluppata su quattro piani fuori terra e un piano seminterrato, con strutture portanti in cemento armato in opera, platea di fondazione e solai pieni su setti e pilastri. Una volta a regime, la clinica ospiterà sui primi due piani fuori terra i reparti di riabilitazione e sui rimanenti una residenza sanitaria assistita (RSA). La struttura si può idealmente suddividere in quattro corpi: nell’edificio principale si collocano al piano seminterrato i locali tec-

nici e di servizio, la cucina centrale e i magazzini correlati, mentre i piani fuori terra ospitano le degenze, circa 30 per piano, ciascuna delle quali caratterizzata da un disimpegno di ingresso, servizi igienici riservati e camera letto per una superficie totale di circa 20 mq per stanza. Alle due estremità si trovano vani scala e ascensori, mentre sul lato nord sono previsti i locali per piscina e palestra e l’accesso al piano seminterrato tramite una rampa. In copertura si trovano le unità di trattamento aria e una struttura metallica a sostegno dell’impianto fotovoltaico. Lungo circa 100 metri, il corpo principale è interrotto da un giunto strutturale. La zona di accesso si estende su due piani e ospita l’ingresso principale a piano terra, mentre i piani superiori sono destinati ad uffici e alla terrazza per i visitatori. Un’area dedicata agli ambulatori si collega al corpo principale sul lato est: quest’ultima forma un blocco di dimensioni circa di 20x25 metri ed è caratterizzata dalla presenza all’interno di un cavedio aperto verso l’alto. Il corpo ambulatori si sviluppa su tre piani e ospita gli studi medici, mentre in copertura si trova un giardino pensile per degenti e visitatori. Nell’interrato sono presenti due sale operatorie. Su un lato della struttura si

ARCHITETTURA Pareti e contropareti interne in cartongesso, con una lastra interna in gesso e una esterna in gessofibra. Migliore capacità portante e una maggiore velocità di posa

PROCESSO Una interazione continua e intelligente con la committenza ha sviluppato risultati

eccellenti e sostenibili


NUOVE OPERE

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CARTA D’IDENTITÀ

La clinica in numeri

11.980 mq SUPERFICIE LOTTO

46.830 mc VOLUMETRIA EDIFICIO

trova il garage seminterrato di un solo piano con i suoi 500 mq adibiti a parcheggio, cui si accede da una seconda rampa. Data l’elevata altezza media della falda, la platea di fondazione e le pareti perimetrali sono state realizzate secondo le specifiche tecniche della “vasca bianca”. In questo modo, si è partiti con la scelta del mix design del calcestruzzo, fino all’inserimento lungo le riprese di getto di apposite lamiere rivestite, studiate e calibrate per l’intervento in oggetto. Con questo processo sono state realizzate strutture con determinate caratteristiche statiche e, al tempo stesso, impermeabili, rendendo non necessari ulteriori interventi impermeabilizzanti. Per la realizzazione di questi manufatti in c.a. impermeabile, particolare cura deve essere messa in atto durante l’esecuzione delle carpenterie e dei getti, specialmente in corrispondenza dei giunti di ripresa di getto, punti critici del sistema. Da un punto di vista architettonico, pareti interne e tamponamenti esterni sono realizzati principalmente con sistemi a secco, fatto salvo le murature in blocchi utilizzate nel piano seminterrato. Le pareti e le contropareti interne in cartongesso, di spessori diversi a seconda della localizzazione, sono state realizzate con una lastra interna in ges-

so e una esterna in gessofibra per garantire una migliore capacità portante per carichi puntuali, oltre che una maggiore velocità di posa rispetto al sistema tradizionale in muratura. La parete esterna è rivestita con un cappotto di coibentazione in lastre in polistirene espanso per l’isolamento termico della struttura; i prospetti principali sono rivestiti con lastre di lamiera di alluminio stirate a maglie romboidali, posate inclinate di circa 7° di sporgenza, dal basso verso l’alto. CMB si è trovata a mettere a disposizione di un cliente attento e interessato, la famiglia Waldner, tutte le competenze maturate nella realizzazione di grandi ospedali dando vita a una vera e propria partnership fra committente e impresa, che ha consentito di elaborare insieme soluzioni, in tempi brevi e con reciproca soddisfazione. L’esperienza ha portato a una interazione continua e intelligente con la committenza, per lo sviluppo delle esigenze e dei miglioramenti in corso d’opera e in parallelo, al confronto continuo con il progettista oltre che con il direttore lavori, con l’obiettivo di conseguire un risultato eccellente e sostenibile. Il carattere “sartoriale dell’opera” ha permesso di valorizzare il grande bagaglio culturale e professionale dei fratelli Waldner, la preparazione del progettista e la concretizzazione costruttiva di CMB.

15.530 mq

SUPERFICIE TOTALE NETTA

4.130 mq

FERRO ARMATURA

5.130 mq SUPERFICIE RESIDENZA ANZIANI

80

POSTI LETTO RSA

6.270 mq

SUPERFICIE DEGENZA RIABILITATIVA

86

POSTI LETTO RIABILITAZIONE

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INTERVISTA

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Dialoghi

Conosciamoci meglio. Una breve intervista per scoprire il ruolo e la storia professionale dei colleghi.

— a tu per tu con i soci

A cura di Francesca Martinelli

vero motivante; soprattutto adesso che, dopo 6 anni, abbiamo portato a termine anche la Torre Libeskind e possiamo vedere la piazza Tre Torri completa.

Alice Ancillotti coordinatrice del progetto sulla torre di Unipol

Perché per la tua tesi hai scelto CMB? Cosa ti aspettavi dal tirocinio? All’inizio del 2014 di una cosa ero sicura: volevo impiegare il tempo e le mie energie nella redazione di una tesi che non avesse uno stampo accademico, ma che mi permettesse l’ingresso nel modo del lavoro. Così mi si è presentata l’opportunità che mi ha permesso di entrare a far parte di CMB. Ho potuto sviluppare il mio lavoro su un tema innovativo e veramente poco conosciuto nel settore delle facciate: il cold bending. L’esperienza di tirocinio in CMB è stata dura, perché ho dovuto gestire attività impegnative all’interno dell’ufficio tecnico di cantiere e, in contemporanea, portare a termine il mio lavoro di tesi. È stata un’esperienza al di sopra delle mie aspettative, che mi ha permesso di concludere il percorso di studi con ottimi risultati e intraprendere l’attività lavorativa in uno dei cantieri più grandi e particolari d’Italia.

ESPERIENZE

"Ho imparato molto in questi anni e sono cresciuta sia professionalmente che come persona. Il cantiere è un po’ la metafora della vita: ogni giorno un nuovo problema da affrontare, sempre diverso e difficilmente prevedibile,puoi chiedere un consiglio a qualcuno se necessario, ma lo devi risolvere da sola"

Dalla Toscana a CMB passando per il Politecnico di Milano. Ci puoi raccontare cosa ti ha portato fino a qui? Ho iniziato il mio percorso accademico all’Università di Pisa con un cammino in salita: la selezione degli studenti era alta, soprattutto durante il primo anno di corso, e la percentuale di coloro che superavano gli esami era davvero bassissima. Ma, superato lo scoglio iniziale, sono riuscita a laurearmi alla triennale di ingegneria edile fra i primi del mio anno, nel maggio del 2012. È stata un’università tosta che ha mi permesso di farmi le ossa e mi ha dato le basi per fare questo lavoro. Milano, poi, mi è sempre piaciuta, sia per le opportunità di lavoro, sia per le peculiarità architettoniche e ingegneristiche di molti edifici. La laurea in Ingegneria dei sistemi edilizi del Politecnico di Milano aveva attirato la mia attenzione perché aveva molti corsi incentrati sulle tecnologie costruttive tenuti da

professionisti attivi nel settore. Sei entrata in cantiere per fare la tesi di laurea specialistica. Come è stato il primo impatto? Il lavoro rispecchiava quello che ti eri immaginata? Sono arrivata nel cantiere di Torre Hadid alla fine dell’ottobre 2014. A quel tempo non avevamo ancora gettato la platea di fondazione e il quartiere di CityLife si presentava molto diverso rispetto ad oggi. Il nostro cantiere era circondato da attività di demolizione dei padiglioni dell’ex fiera campionaria da un lato e dall’altro il nostro competitor stava installando le facciate della Torre Isozaki: era davvero un ambiente molto suggestivo. Sicuramente è stato molto diverso da come me lo immaginavo... A parte un paio di visite con l’università non ero mai entrata in un cantiere. Per questo intraprendere il mio primo lavoro in un cantiere di quelle dimensioni è stato dav-

Ormai sono passati cinque anni da quel giorno: come ti vedi oggi? Come è evoluto il tuo ruolo in cantiere? Direi molto diversa da allora. Ho imparato molto in questi anni e sono cresciuta sia professionalmente che come persona. Il cantiere è un po’ la metafora della vita: ogni giorno un nuovo problema da affrontare, sempre diverso e difficilmente prevedibile, puoi chiedere un consiglio a qualcuno se necessario, ma lo devi risolvere da sola. Anche il lavoro dell’ufficio tecnico è cambiato da quando sono entrata nel 2014. Il cantiere di Torre Hadid è stato il progetto lancio nel quale CMB ha investito sul BIM e l’ha posto come priorità nell’attività di coordinamento della progettazione. Dopo poco più di un anno da quando sono entrata, le riunioni di coordinamento della progettazione vertevano integralmente sull’analisi del modello e la verifica e risoluzione delle clash riscontrate, con una lettura immediata dei problemi da parte di tutti gli interlocutori. Inutile dire che senza l’ausilio del BIM sarebbe stato veramente arduo coordinare le geometrie complesse che hanno caratterizzano tutti i progetti di CityLife sui quali ho lavorato in questi anni occupandomi soprattutto del coordinamento civile e dell’involucro: Torre


INTERVISTA

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Alice Ancillotti, da Pisa a Milano per lavorare nei cantieri delle torri più iconiche d’Italia. Entrata in CMB per scrivere la tesi di laurea sulla piegatura a freddo delle cellule delle facciate continue di Torre Hadid, oggi continua con il coordinamento della progettazione sulla torre di Unipol.

DONNE IN CANTIERE

"Per una donna lavorare all’interno dei cantieri vuol dire essere sicuramente motivata, incisiva e “temprata” forse più di uomo. Questa marcia in più ci ha permesso di inserirci in un contesto in prevalenza maschile e portare organizzazione, precisione e cura nei rapporti"

SOPRA Alice Ancillotti con alcuni colleghi SOTTO Alessandro Bonfanti con Alice Ancillotti

Hadid, il Podio commerciale e successivamente Torre Libeskind. Lavorare su cantieri di questo tipo con architetti di fama internazionale si porta dietro non poche insidie e ha sempre il solito filo conduttore: portare al limite di fattibilità ogni scelta tecnologica per renderla unica nel suo genere. A inizio del 2019 si è conclusa la mia esperienza nel cantiere di CityLife per iniziarne una tutta nuova ma altrettanto avvincente: il cantiere di Torre Unipol. Adesso svolgo un ruolo di coordinamento più generale e interdisciplinare indirizzando le scelte progettuali con fornitori e progettisti, gestendo e organizzando settimanalmente le riunioni tecniche con DL e Collaudatore. Una donna in cantiere: cosa significa oggi misurarsi in un contesto ancora ritenuto appannaggio maschile? Beh, come sappiamo, la percentuale di presenze maschili nei nostri cantieri è ancora molto alta rispetto a quella femminile, ma negli ultimi anni è in atto un cambiamento. Per la mia esperienza personale non ho trovato grande difficoltà a interagire e relazionarmi né con le maestranze di cantiere, né

con tecnici in ruoli diversi. Quello che però ho potuto vedere in questi anni è che lavorare all’interno dei cantieri per una donna vuol dire essere sicuramente motivata, incisiva e “temprata” forse più di uomo: questa marcia in più ci ha permesso di inserirci in un contesto in prevalenza maschile e portare organizzazione, precisione e cura nei rapporti. Stai partecipando alla prima edizione del percorso di formazione per neoassunti, “Zoom”: cosa ci puoi raccontare di questa esperienza? È davvero un’esperienza molto interessante sia per il percorso di formazione professionale, sia e ancor più per la creazione di un team di lavoro affiatato fra colleghi e responsabili con il quale poter scambiare idee, pensieri, problemi e punti di vista sull’azienda. È molto difficile, soprattutto per chi lavora nei cantieri, in un’azienda così dislocata sul territorio nazionale e internazionale, avere una visione d’insieme e poter interagire con i colleghi di altri uffici o cantieri per condividere esperienze ed opinioni. Questa iniziativa mi è servita per riflettere sul percorso professionale, per comprendere i miei punti

di forza e di debolezza, mi ha insegnato la cultura del feedback, sia positivo che negativo, da utilizzare come strumento per migliorarsi e per aiutare i colleghi a fare lo stesso. Hai scelto di diventare socia di CMB. Qual è la percezione che i più giovani hanno di una cooperativa e cosa può spingere a fare questa scelta nel 2020? Nel 2014, quando sono arrivata in CMB, l’azienda stava attraversando un periodo molto particolare e non era possibile procedere con l’assunzione di nuove risorse. Questa opportunità si è riaperta solo nel 2018: ora è passato un anno da quando sono diventata socia della cooperativa e sono contenta della mia scelta. Prima di entrare in CMB non avrei creduto di poter trovare, nel settore edile, un ambiente stimolante in un cotesto tutto italiano. Credo che per un giovane, CMB possa essere un’azienda davvero interessante, soprattutto se si passa attraverso un’esperienza di cantiere: con l’ingresso delle nuove tecnologie, il BIM fra tutti, temi complessi possono diventare alla portata dei meno esperti e la crescita professionale ne risulta più accelerata rispetto al passato.


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GESTIONE

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INTERVISTA

L’INNOVAZIONE CHIAMATA BIM

Chiacchierata a tre voci con gli esperti del Building Information Modeling in CMB. Ecco come un’impresa con oltre 110 anni di storia si mantiene giovane

al progetto il programma lavori e il 5D per considerare i costi man mano che la costruzione avanza. Per fare questo occorre avere persone preparate e strumenti informatici adeguati. CMB è oggi al passo con i tempi e gli investimenti passati stanno dando buoni frutti. AV: L’innovazione in CMB è innanzitutto una scelta consapevole, la spinta propulsiva di alcune decisioni aziendali ha proiettato letteralmente CMB nel gruppo delle imprese di costruzione più avanzate in Italia e in Europa. CMB è stata in grado di mettere a sistema le occasioni di mercato con un percorso di innovazione costante, penso ovviamente a CityLife e a Cascina Merlata, dove CMB si è fatta promotrice di un metodo di lavoro nuovo, precorrendo e indirizzando quello che sarebbe stato il futuro. Innovazione significa quindi per CMB essere in anticipo sui tempi dominando le sfide che arriveranno. La direzione in cui stiamo andando è questa, continuare ad anticipare e guidare. Fin quando saremo in grado di pensare in questo modo saremo un riferimento per il mercato, con tutti i vantaggi che ne deriveranno.

CMB guarda avanti, al futuro, alla crescita e lo fa anche attraverso il BIM. Questo modello di gestione dell'edificio in tutte le fasi del suo ciclo di vita, basato su un modello digitale, è un percorso innovativo che dal 2013 ad oggi l’azienda sta implementando. In questa chiacchierata a tre voci ne abbiamo parlato con la direttrice Business Development Barbara Maccioni, il responsabile Sistemi informativi Marco Torricelli e il BIM manager Andrea Vanossi. Cosa significa innovazione per CMB? Qual è la direzione nella quale ci si sta muovendo? BM: Innovazione è tutto quello che permette di migliorare processi e metodi, che contribuisce a snellire e facilitare le nostre attività,

anche se pertinente ad aspetti periferici rispetto al nostro core business. È proprio in questa direzione che ci stiamo muovendo: analizzandoci da dentro, guardando i nostri processi, il nostro modus operandi e le nostre abitudini, confrontandoli poi con le richieste e le aspettative del mercato. Cerchiamo di individuare cosa è necessario innovare per stare sul mercato e se possibile anticiparlo. Ovvio che per CMB, quando si parla di innovazione, il BIM la fa da padrone. MT: Innovare vuol dire “cambiare”, vuol dire fare cose nuove o fare cose vecchie in un nuovo modo. In questo senso oggi progettiamo sfruttando le dimensioni del BIM, non solo 3D per vedere con i propri occhi il prodotto finito, ma anche il 4D per associare

CMB sperimenta per la prima volta la tecnologia BIM su quella che diventerà la Torre Generali di CityLife: era il 2013. Quali sono state le scelte che hanno portato a scommettere sul BIM? BM: Non ero in CMB nel 2013 quando ci siamo affacciati al BIM, ma dal primo momento nel quale sono entrata in questo mondo sono stata incuriosita dal perché e dal come, e allora mi sono mossa intervistando le varie “campane”, cogliendo i vari punti di vista. Direi che è proprio il caso di dire che CMB ha fatto “di necessità virtù”. Il committente della Torre Hadid, oggi più conosciuta come Torre Generali, richiese l’implementazione del BIM nel suo progetto e questo costrinse a organizzarsi. La nota di colore su questo tema è che in realtà in CMB c’erano già


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Dall'alto a sinistra: Barbara Maccioni, Marco Torricelli e Andrea Vanossi

Modello BIM Ospedale di Odense

dei colleghi appassionati e fan del BIM che più o meno clandestinamente si dilettavano studiando, approfondendo, avventurandosi in progetti pilota e appunto grazie a CityLife questi colleghi sono potuti uscire allo scoperto e visti i riconoscimenti di oggi in tale ambito è anche a loro che dobbiamo dire grazie. È proprio in queste occasioni iniziali, di confronto, di consulenza, forse anche di smarrimento, che abbiamo conosciuto Andrea Vanossi, oggi BIM Manager di CMB. Come cambiano le commesse in BIM rispetto a quelle gestite in maniera tradizionale? AV: ll mercato ha già effettuato la sua decisione e parlerei più di una differenza tra le commesse veramente gestite in BIM e le commesse in cui il BIM sarà solo un requisito del committente. Nel primo caso la commessa si basa su un metodo di lavoro integrato e controllato, che si muove sui binari che ammiccano ai principi del project management, nel secondo caso invece gli strumenti di controllo saranno più deboli e meno coordinati tra loro, con le naturali conseguenze sui margini delle commesse. Il miglior cliente del BIM siamo noi stessi. Avrebbe senso operare solo in BIM? BM: Sì può averlo, ma ancora non siamo pronti. Oggi, in ambito BIM, non siamo ancora arrivati al traguardo ma stiamo facendo un percorso, abbiamo raggiunto tappe importanti ma ancora c’è della strada da fare. I prossimi passi riguarderanno il consolidamento dell’utilizzo del BIM in quelle attività e quei processi oggi già attivi – 3D, 4D, 5D – ovvero progettazione, tempi e costi, l’estensione dell’utilizzo del BIM ad ambiti e processi nuovi. Mi riferisco ad esempio al 7D, relativo alla manutenzione e all’asset management, ed infine, ma non per importanza, occorre raggiungere un’alfabetizzazione più diffusa tra i colleghi. Io credo che quando avremo fatto qualche altro passo avanti in queste direzioni verrà naturale, a

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tutti, operare in BIM, non solo nella progettazione ma anche in ambito preparazione gare, programmazione, cost control e manutenzione e gestione. Come sarebbe la CMB oggi se nel 2013 non ci fosse stata l’intuizione che ci ha orientato verso un nuovo modo di costruire? BM: Avremmo perso opportunità interessanti, basta ricordare le torri di CityLife, gli ospedali in Danimarca e il progetto all’ONU a Ginevra, che rappresentano la CMB del nostro presente.

Nel 2019 arriva la certificazione aziendale BIM: che valore aggiunto comporta avere un riconoscimento esterno? BM: La certificazione da parte di un ente terzo è un riconoscimento esterno, come tale imparziale e permette al mercato, ai potenziali committenti, di avere uno strumento per valutare le competenze effettive che l’impresa possiede nell’ambito BIM. Vista dall’interno invece si tratta del riconoscimento e della gratificazione dell’impegno e della dedizione messa in campo. Per riprendere una similitudine scolastica, è come ottenere il diploma o la laurea! Vorrei inoltre aggiungere che non solo ci siamo certificati, ma in questi giorni abbiamo avuto e superato anche l’audit per il mantenimento della certificazione. Mi sono appuntata la frase pronunciata dall’ispettrice a chiusura dell’audit: “In questo anno avete avuto un’accelerazione spaziale: se lo scorso abbiamo avuto l’impressione che sul BIM stavate correndo, quest’anno siete un treno”. Non credo di dover aggiungere alcun commento se non che come direttrice di CMB ho provato soddisfazione e orgoglio. L’implementazione di una nuova tecnologia ha avuto un impatto anche sulla popolazione di CMB: da chi è formato il capitale umano BIM?

BM: Il personale che opera in BIM è costituito principalmente da giovani ingegneri e architetti. Possiamo dire che il BIM è stato il punto di collegamento fra un’impresa con oltre 110 anni di storia alle spalle e giovani freschi di laurea. Un’impresa che investe su BIM o innovazione in generale incuriosisce le giovani generazioni, offrendo l’opportunità di lavorare su commesse interessanti e di crescere professionalmente. A oggi CMB conta sei risorse umane certificate: quali sono le professionalità necessarie per lavorare in BIM? BM: Nel 2019, nell’ambito della certificazione BIM abbiamo certificato il BIM Manager, Andrea Vanossi e due BIM coordinator. Nel 2020 Marco Torricelli è stato certificato come CDE Manager, insieme ad altri due BIM coordinator. Questo va nella direzione appunto di consolidare e far riconoscere le competenze di CMB e del suo staff. AV: CMB ha avuto la capacità di crescere le proprie professionalità internamente in modo organico, secondo una struttura ad albero. Questo ha portato oggi alla formazione di un vero “gruppo” BIM che lavora in modo armonico e proiettato nella stessa direzione, quella dell’innovazione dell’azienda. Le professionalità sono tutte cresciute all’interno di CMB, con una visione di un’impresa di costruzione. Questo è un punto di forza: non abbiamo importato figure preformate, ma le abbiamo formate centralmente e distribuite sui cantieri BIM. Anche questo è un vantaggio della visione innovativa dell’azienda, che si è mossa in anticipo sulle richieste di mercato. Una azienda che si approcciasse oggi al BIM non avrebbe la possibilità di replicare questo processo, in corso ormai da sette anni.

Parliamo allora con il CDE manager fresco di certificazione: cos’è un CDE e come è organizzata CMB in tal senso?


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GESTIONE

LA CERTIFICAZIONE

31 LUGLIO 2019 CERTIFICAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE BIM CON ICMQ

6 3 3

FIGURE CERTIFICATE

3

FIGURE CERTIFICATE NEL 2019

FIGURE CERTIFICATE NEL 2020

AUDIT SUI CANTIERI NEL 2020

PROSSIMI PASSI A123 B124 COST CONTROL

CODIFICA AZIENDALE DEI COMPONENTI EDILIZI E DELLE LAVORAZIONI

MONITORAGGIO DEI KEY PERFORMANCE INDICATOR BIM

I NUMERI DEL CAMBIAMENTO

30

17

22.868

ESPERTI DELLA METODOLOGIA

CANTIERI

NEI QUALI È STATA APPLICATA LA METODOLOGIA BIM

CLASH DETECTION PROBLEMATICHE RISOLTE DAL 2013 AL 2020

GLI ESPERTI BIM DI CMB MANAGER

1

BIM MANAGER

2

8

RESPONSABILI MODELLAZIONE

19

PROGRAMMATORI

TECNICI MODELLATORI

SVILUPPI DELLA NORMATIVA EUROPEAN DIRECTIVE ON PUBLIC PROCUREMENT

2014

2015

DECRETO BIM N. 560 LINEE GUIDA SULLA METODOLOGIA BIM, UNI 11337

2016

2017

2018

A SINISTRA La storia del BIM in CMB comincia nel 2013. Da allora il percorso di implementazione è costante

PRIMI OBBLIGHI NAZIONALI DI APPLICAZIONE BIM NORMATIVA ISO 19650

2019

2020

MT: Il Common Data Environment (CDE) è l’ambiente di condivisione dei dati. È quella scatola in cui progettisti, fornitori, impresa e cliente gestiscono i dati e i documenti da condividere con le altre figure. Il CDE ha delle regole: ad esempio ci sono utenti che possono solo vedere dati e/o documenti, altri che possono caricarli, altri ancora che possono solo approvarli. Questo vale sia per gli elaborati progettuali (es. disegni) che per i modelli BIM. CMB ha da tempo adottato un suo modello di CDE sviluppato a partire dal 2016 e applicato con soddisfazione su diverse commesse. Il passaggio successivo è quello di collegare il CDE anche ad altri processi di cantiere come il controllo qualità o la programmazione. Come vedi il futuro del BIM in CMB? BM: Fino a qualche anno fa in ambito BIM eravamo dei pionieri, oggi anche i nostri competitor si stanno muovendo nella stessa direzione: per questo motivo è necessario continuare a “spingere” per mantenere il vantaggio guadagnato seguendo il percorso poco fa descritto. MT: Lo vedo bene! L’uso del BIM in CMB non può che continuare. La definizione di ulteriori sviluppi tecnologici dipenderà soprattutto da quelle che saranno le richieste del mercato sia in ambito privato che pubblico. AV: Il futuro del BIM lo vedo nei processi attivi da centodieci anni in CMB. La sfida è che il BIM, nelle sue componenti, diventi uno strumento utilizzato da tutti e integrato in tutti i processi con lo scopo di rendere l’azienda sempre più efficiente. Per questo motivo con Barbara Maccioni abbiamo di recente promosso l’attivazione di tavoli di sviluppo BIM su diverse tematiche. Mi riferisco in particolare alla strutturazione del BIM per i temi delle gare, degli acquisti e della contabilità passiva, e ancora al tema delle manutenzioni, dove il BIM potrebbe essere centrale ma dove “la storia” è ancora tutta da scrivere.


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CENTRI COMMERCIALI

FIUMICINO

DA VINCI VILLAGE PENSA VERDE

Dopo un intervento durato due anni, il parco commerciale di Fiumicino offre spazi per lo shopping e il tempo libero con soluzioni a basso impatto ambientale Di Andrea Chiappini - Foto di Paolo Lorenzi

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CENTRI COMMERCIALI

O

ggi i centri commerciali pensano sempre di più alla sostenibilità. Un esempio è il nuovo parco commerciale “Da Vinci Village”, nel Comune di Fiumicino, che ha aperto le sue attività il 10 settembre scorso divenendo l’area più grande d’Italia destinata allo shopping e al tempo libero. L’intervento, realizzato da CMB (mandataria al 75%) in ATI con la società Alfa Costruzioni, è caratterizzato da cinque edifici a destinazione commerciale per una superficie complessiva coperta di circa 22.500 mq e le relative opere di urbanizzazione su un’area estesa circa 10 ettari in adiacenza all’esistente Market Central Da Vinci. Il contratto d’appalto è stato sottoscritto a luglio 2018 con Elle14 Srl, una società di scopo costituita dalla proprietà dell’area PIMCO e Global Wealth Management, per un importo di circa 27 milioni. I lavori sono durati 24 mesi, nel rispetto dei tempi contrattualmente previsti, al netto di due mesi di sospensione del cantiere dovuti al lockdown imposto dalle autorità governative per l’emergenza epidemiologica causata dalla Covid-19.

Sviluppato su un concept di International Design, l’intervento è stato progettato dallo studio Planning di Bologna con un contributo decisivo di CMB nella ricerca delle soluzioni tecniche e delle ottimizzazioni progettuali più appropriate al contenimento dei costi di costruzione, pur nel mantenere inalterati gli elevati standard qualitativi fissati per la realizzazione dell’opera. Per quanto riguarda l’aspetto strutturale, infatti, CMB ha proposto una innovativa soluzione fondazionale rispetto a quella ipotizzata. Questo è stato possibile grazie alla trentennale esperienza maturata dai propri tecnici sul territorio e in particolare nell’area dell’aeroporto “Leonardo Da Vinci”, oltre a un accurato studio del progetto che ha coinvolto anche la Facoltà di Ingegneria dell’Università La Sapienza. Questa, insieme ad altre proposte relative all’utilizzo di materiali alternativi, hanno contribuito a una consistente ottimizzazione progettuale in un percorso di costante condivisione con il committente, la direzione lavori e la struttura di progettazione. Particolare attenzione è stata posta al tema della sostenibilità e del basso impatto ambientale con l’adozione del protocollo

BREEAM, che rappresenta uno standard di riferimento a livello europeo per le migliori pratiche nella progettazione, costruzione e gestione di edifici sostenibili. Grazie all’adozione di questa metodologia è in corso di conseguimento il livello di certificazione “BREEAM Very Good”. Il progetto si sviluppa su cinque corpi di fabbrica suddivisi in diverse unità commerciali e con un’importante area dedicata al food: completano l’intervento diversi manufatti tecnologici, un locale antincendio, locali tecnici, vasche interrate per antincendio e accumulo di acqua piovana. A livello strutturale l’intervento è stato realizzato con un sistema di fondazione mista con platea su pali di lunghezza di 25 metri e una struttura prefabbricata in elevazione, in luogo della soluzione originaria prevista con pali trivellati di lunghezza di 70 metri. Le coperture sono state realizzate con pannelli sandwich e tamponamenti in pannelli prefabbricati in cemento armato a taglio termico. I rivestimenti esterni sono stati eseguiti con l’utilizzo di pannelli di rivestimento in laminato Trespa e controsoffitti con doghe in alluminio.


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CENTRI COMMERCIALI

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22.5 mila mq

DI SUPERFICIE

5

EDIFICI COMMERCIALI

2

mesi

STOP PER LOCKDOWN

24 mesi

DURATA DEI LAVORI

27 mln €

VALORE DELL’OPERA

STRUTTURA Realizzato con un sistema di fondazione mista con platea su pali di lunghezza di 25 metri SOLUZIONI Progettate per il contenimento dei costi di costruzione mantendo inalterati gli elevati standard qualitativi URBANIZZAZIONE Realizzate connessioni alle infrastrutture pubbliche, incluso un breve raccordo stradale

Lo Shopping Village è stato collegato superficialmente da grandi pensiline poste a diverse altezze con pannelli fotovoltaici che giocano sulla leggerezza della struttura e che fanno da corona alle facciate, offrendo una forte impronta cromatica grazie ai pannelli di rivestimento in laminato. A completamento dell’intervento sono state realizzate le opere di urbanizzazione nelle aree private e le connessioni alle infrastrutture pubbliche, incluso il breve raccordo stradale in grigliato tecnico a prato posto sul retro. L’acquisizione, la gestione e il completamento dell’appalto hanno visto coinvolte le migliori risorse tecniche dell’Area Roma di CMB. Grazie a loro è stato possibile il raggiungimento di un ottimo risultato economico e la piena soddisfazione del cliente. Il coinvolgimento della nostra struttura ha infatti permesso di instaurare un rapporto fiduciario con il cliente che, nelle sue molteplici iniziative di investimento, ha scelto CMB come principale costruttore di riferimento.


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ONLINE

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Continua a leggere — dal web alla carta e ritorno

Online da agosto 2018 il sito web CMB è uno specchio fedele dei valori e delle opere della cooperativa A cura della redazione

INNOVAZIONE BUILDING INFORMATION MODELING Direttamente dalla home page, nel menù in alto del sito internet www.cmbcarpi.com, si accede a pagine che spiegano le iniziative messe in campo da CMB per guardare al futuro e che toccano temi tecnologici e ambientali. La prima è dedicata al BIM (Building Information Modeling), l’innovazione tecnologica attivata dalla cooperativa per promuovere e partecipare al processo di miglioramento e digitalizzazione dell’industria delle costruzioni. Scorrendo la pagina verso il basso si evidenzia l’avvio dell’esperienza del BIM in CMB, le opere realizzate attraverso quella che è una vera e propria rivoluzione tecnologica nella gestione dei lavori, i vantaggi e le collaborazioni con le università italiane. A conclusione un’infografica, visualizzabile con un semplice clic, riassume le tappe del BIM nella cooperativa. Una breve introduzione spiega la scelta di investire in maniera crescente sullo sviluppo del BIM. Attraverso cinque link interni, che permettono una più rapida consultazione dei testi all’interno della stessa pagina, si definiscono i vantaggi dell’attuazione del sistema informativo digitale della costruzione. In poche righe si spiega quando comincia il percorso di sviluppo del BIM in azienda e quanto l’impegno nella ricerca sia stato determinante.

Cosa ha significato attuare il passaggio da un sistema tradizionale di progettazione e gestione dei cantieri a un sistema informativo digitale? Un’autentica rivoluzione dell’operato di CMB.

Le parole di un protagonista del processo di trasformazione aziendale, il BIM manager Andrea Vanossi, testimoniano quanto l’implementazione del sistema informativo digitale sia un vantaggio nello scenario nazionale e internazionale.

L’ingresso della tecnologia in CMB si traduce in vantaggi, soprattutto nella riduzione di errori che hanno un impatto significativo sui costi di realizzazione, sul mantenimento di un edificio e sull’efficienza dei cantieri.

Per crescere bisogna guardare sempre al futuro. Per questo la cooperativa collabora attivamente con le università e lascia spazio ai giovani.

Con un clic su “Guarda l’infografica” è possibile visualizzare la rivoluzione BIM riassunta per immagini e numeri capaci di descrivere la crescita tecnologica aziendale.


XXXXXXXX IN SINTESI

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Brevi ma intense

Nuovi progetti, avanzamento cantieri, eventi in agenda: ritagli di vita cooperativa serviti in poche righe

— News dal mondo CMB

A cura della Redazione

BOLOGNA

EVENTI

CMB al Saie: sicurezza e Covid-19 CMB è stata invitata dal coordinatore per la Sicurezza in fase di esecuzione (CSE) del cantiere consorzio CO.CE.BO., l’ingegnere Vincenzo Lucci, a raccontare l’esperienza quotidiana del cantiere e della gestione della sicurezza durante l’emergenza Covid-19, in una tavola rotonda tenutasi lo scorso 15 ottobre alla fiera del settore costruzioni Saie di Bologna. L’intervento è stato condotto da Mariacristina Menozzi, RSPP di Consorzio CO.CE.BO. per la realizzazione delle Facoltà di Chimica, Astronomia e dell’Osservatorio astronomico dell’Università di Bologna. Menozzi ha riportato e descritto le misure operative per il contrasto e il contenimento della diffusione della Covid-19 in cantiere, definite a seguito di numerose e positive attività di coordinamento con tutti i soggetti interessati, implementate e verificate dai colleghi dello staff di Consorzio CO.CE.BO. La sessione è stata conclusa dall’intervento di Vincenzo Colla, assessore allo Sviluppo economico e green economy, Lavoro e Formazione della Regione Emilia-Romagna.

MILANO

CANTIERI

Procedono i lavori per Cap Holding Le facciate del nuovo Headquarter di Cap Holding a Milano prendono forma: le pareti perimetrali si contraddistinguono per la particolare tessitura dei serramenti che ricorda la trama di un quadro di Piet Mondrian. Il progetto, il cui completamento delle strutture è previsto per la primavera 2021, unisce calcestruzzo e acqua trasmettendo concetti di sostenibilità e solidità. L’edificio, di 11.250 mq distribuiti su una superficie di 6 piani fuori terra e 1 interrato, ha una struttura formata da un corpo allungato, solido e compatto. Lo scheletro dell’edificio è in calcestruzzo armato gettato in opera al piano terra ed in calcestruzzo fibrato ai piani superiori. Le casseforme in polistirene rivestiti in pvc vengono utilizzate per sagomare le 479 particolari forometrie dei serramenti.

MODENA

PROJECT FINANCING

Rifinanziata Sesamo Spa

Grazie all’attività svolta da Andrea Mazzali, Matteo Fregni e a Nadia Rinaldini, supportati sul piano legale da Carlalberto Marani, Sesamo Spa – società di progetto partecipata da CMB – ha ottenuto un finanziamento strutturato da parte di Bper e Mps Capital Services per un importo di 18,7 milioni di euro e della durata di 11 anni. Si tratta di un’operazione di rifinan-

ziamento del debito di Sesamo nell’ambito del project financing che vede la società concessionaria dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena per la costruzione e gestione del presidio ospedaliero e le attività di manutenzione e gestione delle strutture di servizio e di supporto all’assistenza sanitaria presso l’ospedale di Baggiovara di Modena fino al 2038.


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