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DAL TERRITORIO

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EMILIA ROMAGNA BOLOGNA

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L’INCLUSIONE PASSERÀ SEMPRE PIÙ DAL DIGITALE

Anche in questo inizio d’anno le dinamiche causate dal Covid tengono ancora “a distanza” le persone. Ma non è solo questo il motivo per cui Cna Pensionati Bologna sta puntando con decisione verso iniziative, incontri, messaggi e comunicazione digitale. E’ un processo ormai irreversibile, che sicuramente continuerà anche una volta terminato il rischio contagio. Perché la nostra società si è decisamente rivolta al digitale: gli acquisti on line, l’home banking, l’utilizzo di Spid ormai chiave d’accesso fondamentale per i servizi della pubblica amministrazione. La stessa comunicazione tra le persone, sia per lavoro che per piacere, utilizza social, app e siti con la stessa frequenza con cui ci si telefona e ci si parla di persona. Questa rivoluzione digitale non può restare distante dai pensionati, sarebbe un rischio altissimo di perdita di integrazione e mancanza di socialità, adesso veramente si rimarrebbe tagliati fuori da quanto si muoverà nel mondo anche nel dopo Covid. Cna Pensionati Bologna, dunque, ha fatto di necessità virtù. Se per tutto il 2020 lo sviluppo digitale dell’associazione è stata una risposta necessaria al rischio di isolamento dei nostri soci obbligati in casa, ora per il 2021 è stato allestito un programma di seminari on line (i webinar) e di corsi di educazione digitale che non sono più eventi straordinari, ma una interessante e stimolante opportunità con un programma lungo e ricco. Un’opportunità perfettamente raccolta dai nostri associati che si iscrivono a decine ad ogni iniziativa on line. Il primo seminario digitale del 2021 era dedicato alla “Sicurezza alimentare e alle etichette”. Quindi tutte le informazioni utili al consumatore per acquisti consapevoli: avvertenze allergeni, date di scadenza, condizioni d’uso, dichiarazioni nutrizionali, elenco ingredienti. Con focus in particolare sulle strategie per evitare gli sprechi e su come “leggere le etichette” anche quando si fanno acquisti on line, un’attività che in questi mesi è cresciuta a dismisura.

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Il corso organizzato insieme alla Confconsumatori ha visto la partecipazione di una trentina di pensionati, al termine è stato realizzato un sondaggio di gradimento che ha dato esiti molto soddisfacenti: il 63% ha giudicato il webinar molto interessante e il 37% interessante, nessuno ha riscontrato difficoltà tecniche il che non era assolutamente scontato, il 90% ha utilizzato il personal computer e il 10% il tablet. Dopodiché è stato chiesto quali altri argomenti possono interessare i “digital senior” e così si è potuto organizzare i prossimi seminari on line che occuperanno tutta la parte iniziale di quest’anno: un approfondimento assolutamente necessario su Spid, strumento fondamentale per ogni cittadino di qualsiasi età; la banca on line e i pagamenti in sicurezza; la salute e naturalmente il tema delicatissimo dei vaccini; viaggi virtuali in attesa di poter tornare ai viaggi reali; l’arte, la cultura e l’intrattenimento che non devono mai mancare, soprattutto adesso che musei, cinema e teatri sono chiusi. Cna Pensionati Bologna ha fatto dell’invecchiamento attivo una sua bandiera. Fino a qualche mese fa si concretizzava in iniziative, eventi, azioni di volontariato solidale, momenti conviviali e sociali, viaggi e visite guidate. Tutti noi vogliamo rivivere questi momenti, ma siamo convinti che oggi e anche domani l’inclusione sarà anche e sempre più digitale, la tecnologia non dovrà essere più vista come un ostacolo insuperabile ma un’opportunità da cogliere.

FRIULI VENEZIA GIULIA

CAPLA FVG HA INCONTRATO L’ASSESSORE REGIONALE ALLA SALUTE

“Esprimiamo un giudizio positivo, e continueremo a collaborare per far sì che il piano di lavoro della Regione a favore degli anziani e delle persone fragili sia uno degli obiettivi fondamentali per dare risposte alla nostra base sociale”. Questa la dichiarazione di Sergio Cozzarini, che in qualità di presidente Capla Fvg, ha partecipato all’incontro con l’assessore alla Salute Riccardo Riccardi . Tra i punti di discussione: assistenza di prossimità agli anziani, servizi di base, situazioni case di riposo. Presenti tra gli altri Pierino Chiandussi, Guido De Michielis e Maria Zanin in rappresentanza di 80 mila pensionati del lavoro autonomo. “Siamo soddisfatti –ha aggiunto Cozzarini- che l’assessore ci abbia assicurato che la nostra associazione avrà il riconoscimento di interlocutore e quindi sarà coinvolta nei prossimi tavoli strategici”. L’incontro è stato organizzato a seguito di una richiesta che Capla Fvg ha rivolto alla Regione, con il presupposto di conoscere le azioni che l’assessorato alla Salute sta mettendo in atto, anche a seguito della situazione che si è venuta a creare dopo Covid 19. Il direttivo Capla si incontrerà prossimamente per esaminare il documento relativo alla proposta del sistema residenziale delle persone anziane presentato in terza commissione a novembre scorso. Da questo lavoro saranno elaborate le proposte che l’associazione intende presentare all’assessorato.

DAL TERRITORIO

LOMBARDIA

“LUCI E OMBRE DELLA SANITÀ”

È Il tema trattato dall’Assemblea regionale di CNA Pensionati svolta in modalità videoconferenza alla quale hanno partecipato un rappresentante delle forze politiche che governano la Regione, un rappresentante dell’opposizione, il deputato della Repubblica Bruno Tabacci (già presidente di Regione Lombardia), il presidente e segretario regionale CNA e portato loro testimonianze imprenditori del Consiglio regionale CNA che operano nel settore sanitario.

Qui di seguito la sintesi dell’intervento di Giovanni Bozzini, presidente CNA Cremona, imprenditore servizi socio sanitari territoriali.

“L’assistenza domiciliare di carattere sociale in Lombardia è erogata attraverso oltre 2000 unità d’offerta che, sul totale di 8.292 unità d’offerta sociali totali ad oggi autorizzate rappresentano il 25%. L’esperienza COVID 19 ci impone una seria riflessione sul futuro delle cure domiciliari. È improcrastinabile un potenziamento dell’assistenza, non solo sanitaria ma anche socio sanitaria e sociale, della persona fragile e della sua famiglia al proprio domicilio. Nell’immediato futuro si dovrà attivare un comparto di rete territoriale molto forte, coesa a cui affidare tecnologie di telemedicina e tele monitoraggio nonché il potenziamento delle risorse umane (infermieri di comunità assistenti sociali … ). Si dovranno ben definire ruoli e precise responsabilità all'interno della filiera con l’obiettivo della prevenzione e cura a domicilio lasciando l’Ospedalizzazione come ultima ratio. Tutto quello che può essere organizzato ed erogato sul territorio semplicemente, deve essere fatto. Venendo alla revisione della Legge regionale 23/2015. Puntualizzo revisione come grande occasione di ripensare e riorganizzare l’assistenza territoriale. La grande opportunità data dalla Legge 77/2020 (ex rilancio) consente un forte investimento di risorse per il potenziamento delle cure domiciliari. Valutando a consuntivo l'assistenza domiciliare integrata che offre prestazioni medico infermieristiche e riabilitative di durata limitata non soddisfa a pieno i bisogni delle persone fragili che necessitano di supporti continuativi nel tempo anche di carattere sociale. È urgente un ripensamento complessivo sul lato sanitario e su quello sociale. In sostanza si dovrà concepire un modello di cure domiciliari che superi la separazione tra ASST (Aziende Socio Sanitarie Territoriali) e Comuni creando un modello integrato di cure socio sanitarie e sociali. Le cure domiciliari devono rientrare nel quadro dei livelli essenziali di assistenza garantiti nei confronti della popolazione fragile. L’ADI (Assistenza Domiciliare Integrata) e il SAD (Servizio Assistenza Domiciliare) dovranno trovare punti di convergenza superando la divisione tra la gratuità dell’ADI e la compartecipazione ai costi dei SAD. Le cure domiciliari delle ASST e di Comuni oggi raggiungono una quota largamente minoritaria del bisogno potenziale. Si pensi che alcuni studi fanno notare che l’ADI in Regione Lombardia

Giovanni Bozzini

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garantisce 12 ore di prestazioni annue pro capite. Addirittura in alcuni piccoli Comuni della nostra Regione con una forte presenza di persone anziane il SAD non è mai stato attivato. In molti Comuni l’incidenza di bilancio per le cure domiciliari SAD è insignificante. Dobbiamo ridurre la distanza tra bisogni e servizi lavorando sui luoghi fisici e concreti in grado di attivare la presa in carico vera da parte delle istituzioni. Bisogna coinvolgere e sensibilizzare i medici di medicina generale nelle forme singole o associate e l’insieme delle cure primarie nei confronti delle cure domiciliari che devono essere una grande e ampia opportunità e non un momento episodico. Vanno realizzati i presidi socio-sanitari territoriali già previsti dalla legge 23 e mai decollati. Vanno concepite strutture di prossimità come luoghi di facile accesso di facile informazione e con dotazioni informatiche e strumentali. Bisogna superare il concetto della sola erogazione. Bisogna mettere a disposizione una organizzazione di comunità con figure professionali capaci e motivate in rete che parlano lo stesso linguaggio informatico e che sviluppino una modalità di lavoro in co–progettazione. In sostanza serve riprogettare i servizi di assistenza domiciliare: visite mediche, prestazioni infermieristiche, somministrazioni farmaci, aiuti di supporto alla domiciliarità nelle sue diverse sfaccettature. Oltre che a un supporto al nucleo familiare spesso fragile anche se in presenza di un’assistente di famiglia. La vera integrazione si raggiunge se si riesce a creare una nuova governance che faccia sintesi tra due soggetti istituzionali coinvolti: comune e ASST. Iniziare questo tipo di cambiamento in Lombardia richiede una governance condivisa a livello regionale, mentre la presenza di 3 assessorati di riferimento al Welfare al Sociale e alla Famiglia non aiuta l'integrazione. Chiudo con i servizi domiciliari e le cure primarie. Nel territorio occorre investire nelle cure primarie. Servono strutture territoriale stabili su cui indirizzare finanziamenti. I medici di medicina generale devono assumere una funzione di prevenzione diagnosi e presa in carico, anche in regime di telemedicina in collaborazione con gli infermieri di famiglia. Vanno incentivate le forme di aggregazione dei MMG (Medici di Medicina Generale). Gli investimenti sulla domiciliarità continuano ad essere limitati. Una seria revisione dei budget che vada oltre la fase emergenziale. E’ indubbia una progressiva crescita della popolazione anziana che per fortuna campa di più ma con un aumento delle patologie croniche. Tutto ciò comporta un ripensamento per il quale il legislatore deve porsi alcune domande: • di quali servizi sociali avranno bisogno gli anziani nel prossimo futuro in Italia? • quali sono le politiche e gli interventi da mettere in campo allo scopo? In poche parole bisognerà riflettere sulla visione da adottare e gli strumenti necessari da mettere in pratica”.

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