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PSICOLOGIA - La cultura come tramite per la saggezza

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Psicologia

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LA CULTURA COME TRAMITE PER LA SAGGEZZA

CHIARA VOLPICELLI, Psicologa

La pandemia ci ha abituato alla solitudine e al distacco, non solo dagli altri ma anche dalle situazioni che ci davano conforto o accrescevano la nostra conoscenza, per poi fornire quel sentimento di piacere che è tipico della socialità. Elementi, questi, contro-umani perché l’essere umano è un animale sociale che entra sempre in relazione a qualcosa o qualcuno, anche con se stesso. Non siamo monadi. Ecco perchè diventa prioritario ri-affacciarsi al mondo e dare seguito ai propri interessi. Per aprirsi alla crescita e alla conoscenza dobbiamo necessariamente riprendere la relazione. L’essere umano si autoalimenta attraverso l'attività fisica e mentale, attività quest’ultima che richiede un continuo scambio col mondo esterno: esperienze che poi si traducono in significato e ampliano la conoscenza, favorendo la saggezza. Valore proprio di chi ha accumulato esperienza, che spesso coincide con gli anni trascorsi in vita, quindi con la terza età. Lo scambio con la realtà si traduce in tutto ciò che accresce e dà conoscenza: persone, situazioni, oggetti, in una parola "cultura".

Treccani ci presenta il significato di cultura con una spiegazione molto interessante: l’insieme delle cognizioni intellettuali che una persona ha acquisito attraverso lo studio e l’esperienza, rielaborandole peraltro con un personale e profondo ripensamento, così da convertire le nozioni da semplice erudizione in elemento costitutivo della sua personalità morale, della sua spiritualità e del suo gusto estetico, e, in breve, nella consapevolezza di sé e del proprio mondo. La persona dunque che si confronta con il mondo fa cultura dentro di sé. I confronti possono essere di diverso tipo. • Con le altre persone: attraverso le

“chiacchiere” con gli amici, ma soprattutto attraverso la diversificazione del tipo di persone e contenuti dei discorsi.

Immaginiamo di incontrare una persona che ha sempre vissuto nella stessa città, nella stessa famiglia, con lo stesso lavoro e che non ha mai coltivato altri interessi. Lo scambio ad un certo punto potrebbe inaridirsi perché gli argomenti di conversazione dettati dalla ridotta esperienza ridurrebbero anche il campo di confronto. Immaginiamo invece un incontro con una persona che ha viaggiato molto, che ha letto e che ha approfondito argomenti di varia natura attraverso libri e corsi… il confronto con questo individuo potrebbe ampliare la possibilità di rileggere la realtà e attribuire nuovi significati alle esperienze, uscendo dai soliti giudizi o dalle convinzioni pre-confezionate della propria storia. È questo il primo arricchimento tra esseri umani. • Con le situazioni: trovarsi immersi in contesti diversi dal solito è una vera e propria opportunità che permette alla persona di attraversare una situazione costituita da luoghi, odori, energie, colori, dinamiche.

Penso ad esempio all’Associazione e alle occasioni di incontro politico e sociale che favoriscono la discussione. "Starci" permette di vivere una realtà che modificherà e/o costruirà la mappa di una realtà fino ad allora sconosciuta. Immaginiamo un viaggio in una città che non abbiamo mai visto, o la visita ad un contesto che non fa parte

del quotidiano. Mi ricordo di un cliente che dopo un incontro avuto in carcere arrivò dicendomi “dottoressa, non avevo mai compreso né dato importanza al concetto di karma fino ad oggi”. • Con gli oggetti: tra gli scambi di oggetti, mi sento di menzionare quello che in assoluto preferisco: il libro. La relazione con i libri è una vera e propria storia d'amore, con mille amanti pronti a regalare tutto di sé e pronti a farsi comprendere solo quando letti con accettazione e amore, e non con giudizio! Anche qui il risultato di una mente disponibile allo scambio può arricchirsi di nuovi significati, magari di stesse esperienze ma lette da angolazioni diverse. Tra gli altri oggetti possiamo menzionare il computer, il telefonino, i quaderni, il cibo. La modalità relazionale con gli oggetti racconta di come li pensiamo, il significato che gli attribuiamo e lo spazio che gli lasciamo.

Immaginiamo una casa colma di ninnoli o al contrario una stanza vuota. Il percepito che sentiremo nell'entrare in quella casa o nella stanza modificherà e amplierà ancora di più l'esperienza permettendoci di immagazzinare nuove conoscenze ma soprattutto facendoci conoscere le nostre reazioni che ingloberanno il significato e il significante. In conclusione, la conoscenza che passa attraverso la cultura è occasione di scambio e crescita. Lo sforzo che richiede lo spostamento da una situazione di stasi come quella della solitudine o del piccolo clan, “costrette” dalla pandemia, ad una situazione dinamica come quelle culturali che abbiamo letto sopra, è un passo fondamentale per bypassare la mente, che tende unicamente alla sopravvivenza associata all’omeostasi, e che teme la dinamicità, che la costringe al cambiamento e quindi allo sforzo. E allora nasce la domanda per ogni lettore.Dove io voglio stare? Nella stasi, in ciò che conosco, nella tranquillità che so già dove porta? O voglio tornare ad essere punto di riferimento, accrescendo la mia conoscenza e poi saggezza attraverso il confronto con il mondo? Come direbbe Manzoni… a voi “l’ardua sentenza”.

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