La chiesa di S. Pio X째 a Canova
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PREMESSA Il nome Canova deriva da “Ca’ Nova” intesa come nuova costruzione rispetto a quelle preesistenti ed è datata 1681, come si può leggere nell’iscrizione incisa sul portale di questa “nuova” casa. Il rione di Canova nasce spontaneamente dall’esigenza di collegare la città di Trento e il sobborgo di Gardolo agli insediamenti industriali che erano sorti nella zona. Per lo più quindi era un agglomerato “dormitorio”, formato da una popolazione eterogenea di lavoratori trapiantati da varie zone e con poco tempo per la socializzazione. Verso gli anni ’50 dello scorso secolo si è sentita l’esigenza di “essere comunità”, diversa da Trento e da Gardolo, pur rimanendo da loro dipendente per i centri di vita pubblica (farmacia, comune, biblioteca, teatro ecc).
LA PRIMA CHIESA DEL 1956 La popolazione del nuovo rione ha fatto sentire insistentemente, con articoli di giornale e varie richieste alla curia, presieduta dall’arcivescovo Carlo de Ferrari, la sua volontà di avere un luogo proprio per il culto. Così, alla confluenza delle vie di maggior traffico e sopratutto grazie alla donazione del terreno da parte della sig.ra Puecher Maria fu Carlo, vicino alle abitazioni più antiche, al panificio, all’edicola e alla tavola calda, si è potuto realizzare il progetto per la costruzione della piccola Chiesa-Cappella.
Figura 1: planimetria della zona
Questa Chiesa ha avuto anche il primato di essere la prima chiesa di Trento dedicata a San Pio X, il Papa dell’Eucaristia.
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Il progetto della chiesa era dell’ing. Luigi Gavazzi e dell’Architetto Pio Giovannini,
Figura 2: disegni originali del progetto
Sarà edificata, sia economicamente, grazie alla tassazione dei paesani, che materialmente dai fedeli del rione, i quali sacrificheranno il loro (poco) tempo libero e tutte le domeniche. La pianta era a croce latina, con orientamento nord-sud, il cui asse longitudinale misurava m. 20.30, il transetto era lungo m. 13.20, la larghezza della navata era di m. 9.60 e l’abside era lunga m. 7.30 e larga m. 5.20. Completa la chiesa il campanile alto 21 metri, fornito di 3 campane dedicate a S. Pio X, a San Giuseppe e alla SS. Annunziata. Il disegno esterno, la facciata a capanna, le finestre e le altre aperture, dimostrano l’estrema ed essenziale semplicità della costruzione. Manca ancora uno spazio esterno, una “piazza” che identifichi la chiesa come centro del rione. 3
IL PROGETTO DEL 1984 Nel 1977, l’arcivescovo Alessandro Maria Gottardi, con decreto, eleva la chiesa di Canova a parrocchia indipendente e subito dopo rispuntano le annose questioni degli spazi adiacenti alla chiesa, la richiesta di ampliamento, visto l’aumentare vertiginoso della popolazione del rione, la richiesta di spazi comuni per giovani ed anziani e l’esigenza di avere una piazza comunitaria. Nasce così il progetto della chiesa nuova, ideato dall’architetto Gino Pisoni, innovatore dal punto di vista architettonico per via dell’idea di fondere il nuovo con il vecchio, delle strutture annesse per le attività dei giovani e degli anziani e un abbozzo di piazza. I lavori della nuova costruzione iniziano nel giugno del 1984. Figura
3: planimetria originale del progetto piazza.
Il progetto se è innovatore dal punto di vista architettonico per via dell’idea di fondere il nuovo con il vecchio, ha introdotto anche un elemento coordinatore tra il vecchio e il nuovo, il vetrocemento. Inoltre i due blocchi vetrati del lucernaio sopra il presbiterio e della parte curva del battistero, essendo orientati sui due assi ortogonali dell’aula maggiore, introducono all’interno il tradizionale richiamo simbolico della croce. Per l’interno l’elemento coordinatore diviene il legno, che in travi lamellari portanti costituisce la struttura dei soffitti in ambedue le aule.
LA PIANTA 4
Si è inteso preservare parte della vecchia costruzione così che si distinguono nettamente i due vani, uno maggiore nuovo, per le celebrazioni domenicali, e uno minore da ricavare nella vecchia aula, più idoneo a piccole assemblee, alla devozione personale o di piccoli gruppi. I due vani possono comunicare tramite le pareti scorrevoli, prospettando su un presbiterio comune.
Figura 4: pianta della nuova costruzione. In tratteggiato gli elementi eliminati.
L’ESTERNO DELLA CHIESA Il progetto dell’architetto Pisoni, approvato dalla Commissione Arte Sacra e Nuove Chiese, prevede la costruzione di un nuovo edificio addossato a 90° rispetto al vecchio, così che il nuovo asse ha orientamento est-ovest, più confacente alla liturgia postconciliare, che prevede i fedeli rivolti ad est, verso la luce. I motivi di quest’originale scelta sono stati prevalentemente di natura pratica, per gli spazi ridotti, e anche di natura “affettiva”, per non cancellare tutto ciò che la vecchia costruzione aveva rappresentato per la comunità, e, non ultimo, per l’esigenza di limitare le spese, in quanto anche per questa chiesa il sobborgo si è autotassato.
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Il nuovo corpo si addossa al lato ovest del vecchio, ma sono usati materiali e linearità diverse, per questo dall’esterno non vi sono elementi di continuità. Il vecchio corpo alto e intonacato con la facciata a capanna, è nettamente distinguibile dal secondo corpo, alto la metà del primo, longilineo, con mattoni a vista, vetrate in blocchi di vetro-cemento e copertura metallica.
Figura 5: disegno originale delle modifiche e aggiunte.
L’abside e la sacrestia della vecchia costruzione sono state le uniche parti eliminate ed inglobate nella nuova navata.
Figura 6: abside della vecchia chiesa
Il lato sud è particolarmente articolato, grazie al grande cilindro in vetrocemento che racchiude il Battistero e alle due grandi porte.
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Figura 7: veduta lato sud
Figura 8: particolare del cilindro di vetro-cemento
Figura 9: particolare dell’innesto dei due corpi.
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+ Figura 10: veduta lato ovest
Figura 11: veduta lato nord
Figura 12: lato est, particolare dell’inserimento fra vecchio e nuovo corpo.
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Mentre la facciata della veccia chiesa è realizzata in intonaco rosa mattone e lesene bianche, quella della parte nuova è realizzata in vetro-cemento, cemento armato a vista e ferro nero.
Figura 13: la facciata della vecchia chiesa.
Il lato ovest non permetteva, per motivi tecnici, l’apertura di una grande porta, cosÏ due porte di accesso si trovano al lato sud e una al lato nord, inoltre è stato conservato il portale della vecchia chiesa.
Figura 14: la vecchia porta e il mosaico con la data.
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Le nuove porte sono in ferro e vetro, a doppio battente, unendo così la necessità di isolare l’interno dal traffico della via e la volontà di sottolineare il passaggio dalla quotidianità della vita alla dimensione di Chiesa, popolo di Dio in cammino.
Figura 15: una delle nuove porte
Sul piazzale antistante la porta ovest, è stata inserita una grande fioriera, dove sono stati piantati tre alberi di ulivo.
Figura 16: I tre alberi di ulivo
La copertura di entrambe le costruzioni e del campanile è in lamiera di rame.
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L’INTERNO DELLA CHIESA Entrando in chiesa si avverte un senso di unitarietà dello spazio, grazie anche al gioco di travature in cemento a vista poste sopra il presbiterio che idealmente proseguono con le travature di legno delle navate.
Figura 17: vista dalla parete ovest
Figura 18: vista dal centro della navata
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La vecchia Chiesa è stata rimaneggiata, soprattutto nell’altezza, ridotta allo stesso livello della nuova costruzione, nella parte anteriore della navata è stato ricavato il locale caldaia, l’ascensore e una scala, che porta ai locali superiori adibiti ad attività varie della comunità, mentre il resto della navata è stata inglobata nella nuova navata.
Figura 19: pianta del primo piano
Inoltre la costruzione è stata allungata nel lato nord per uniformarla alla nuova struttura. Nel vano scale la luce entra da una finestra della vecchia chiesa il cui il vetro è decorato con l’immagine della Vergine Immacolata, purtroppo solo parzialmente visibile.
Figura 20: la vetrata con l’Immacolata
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Il rosone della vecchia chiesa è splendidamente visibile dai locali del 1° piano.
Figura 21: il rosone sud
Altra peculiarità della nuova costruzione è la luce, che proviene da sud attraverso le vetrate di vetro-cemento, l’area del fonte battesimale e le due porte d’ingresso, da nord attraverso il grande portale e da tre piccole vetrate verticali, da ovest da altre due finestre verticali, da nord da lucernai sempre in vetro-cemento, uno appena prima del presbiterio e un’altra alla fine. Figura 22: vista del fonte battesimale dall'ambone.
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Figura 23: vista del lucernaio sopra il Crocifisso.
Nel presbiterio il cubo in vetro-cemento porta la luce verticalmente sopra il Cristo e crea un fulcro luminoso che ha il suo contrapposto nel cilindro del fonte battesimale, sul lato est.
Figura 24: vista dei lucernai alla base del presbiterio.
Questo gioco di luci aiuta molto la concentrazione spirituale ed entrando attira l’attenzione del visitatore immediatamente verso l’altare. Altro elemento dominante è la semplicità sia dei manufatti sia degli arredi. Nella navata i mattoni in cotto rivestono le pareti libere dalle vetrate, il legno naturale del tetto e delle panche, il pavimento in grandi mattoni di caldo cotto lucidato posti con 14
andamento a losanghe e sottolineati da rettangoli divisori in marmo bianco, sottolineano la materialità del calpestio umano.
Figura 25: particolare del pavimento della navata.
Il tutto contrasta gradevolmente con il presbiterio, posto su un doppio piano rialzato.
Figura 26: particolare del pavimento del presbiterio.
Qui il colore dominante è il bianco, come elemento di una dimensione spirituale, che troviamo nelle pareti intonacate, nel pavimento in grandi mattoni di marmo bianco sottolineati da rettangoli in cotto marrone, nel piano dell’altare di marmo bianco. Riscalda tutto questo candore il colore del legno naturale, che troviamo nella base dell’altare, del leggio, del tabernacolo, nel coro, nelle sculture del Cristo in Croce e di San Pio X. Elemento di continuità con le pareti della navata è il muretto rivestito di cotto che serve come nicchia per il tabernacolo, basa per la Cattedra del celebrante, sedile per i chierichetti e che idealmente si protende nella navata come nicchia per l’ambone.
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Figura 27: particolare del muretto, base per il tabernacolo, per la cattedra, la seduta del celebrante e dei chierichetti.
Anche in questo spazio l’illuminazione elettrica è discreta ma intensa, infatti, è scandita dalle travature in cemento del tetto. Elemento importante nella progettazione quindi è stata la luce, e in suoi effetti in chiaro e scuro sui singoli materiali naturali usati. Il giallo oro dell’abete lamellare, la grana irregolare del mattone a mano usato in strisce calde di toni rosati, rosso e marrone, il ritmo geometrico a quadrati fitti del vetrocemento si fondono in una calda atmosfera che lo spazio sa trasmettere. Nella piccola aula è stata conservata l’illuminazione naturale scaturita dalle finestre con vetri policromi con le immagini di Santa Maria Goretti e di San Giuseppe.
Figura 28: vetrata di S.M. Goretti
Figura 29: vetrata di S.Giuseppe
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IL TABERNACOLO Volutamente ispirato ai forni delle antiche case, il tabernacolo si propone come elemento in cui il pane è cotto per poi essere spezzato nell’Eucaristia, ed è posto all’estrema destra del presbiterio, in legno d’abete lamellare con copertura bianca, chiuso da una semplice porta di legno, sorretto, quasi sospeso, da travi trasversali in abete e delimitato dal muretto in mattoni di cotto, alla cui destra vi è il contenitore per il cero perpetuo in marmo bianco, mentre alla sinistra è stato ricavato uno spazio per le piante verdi.
Figura 30: il Tabernacolo nuovo
E’ stato conservato il Tabernacolo della vecchia chiesa, che ora si trova incassato nella parete destra della piccola aula, come si vede dalla sua porta originale decorata di rame a sbalzo.
Figura 31: il tabernacolo della vecchia chiesa
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L’ALTARE O MENSA L’Altare è una semplicissima tavola rettangolare, con struttura in abete lamellare e con ripiano in marmo bianco. Naturalmente posto al centro del presbiterio, su un piano rialzato da due gradini, così da essere ben visibile sia dai fedeli posti nella vecchia navata che da tutta l’assemblea nell’aula centrale. Il movimento trasversale delle travi di abete che lo sorreggono fanno emergere l’altare dal pavimento in modo tale che l’occhio ha la sensazione che l’altare sia quasi sospeso.
Figura 32: la Mensa
L’AMBONE L’ambone, con la sua forma e struttura semplice, sottolinea la sua coerenza sia con la mensa che con il tabernacolo, grazie alla stessa struttura di supporto e ai doppi legni inclinati. Posto sul lato sinistro del presbiterio, sullo stesso piano rialzato dell’altare. proiettato verso la navata dall’andamento del muretto di sostegno e del pavimento.
Figura 33: l'ambone 18
IL CORO E L’ORGANO Alla sinistra estrema del presbiterio sono state realizzate su tre piani delle panche di legno di abete con movimento curvilineo verso l’altare dove trova posto il Coro. Al centro fra i due corpi del coro ha sede l’organo, della ditta Delmarco.
Figura 34: particolare del coro
IL FONTE BATTESIMALE Il piano del fonte battesimale è leggermente ribassato rispetto al pavimento dell’aula, suggerendo così anche visivamente l’idea dell’immersione nella morte di Cristo per risorgere con Lui. Posto al centro della parete est, il Fonte è un semplice cilindro di marmo bianco sormontato da una leggiadra colomba di marmo bianco. Dalla base, stilizzati e realizzati in lastre di marmo bianco che contrastano con i cubetti di marmo rosso, raffigurante la terra dell’Eden, nascono per irrorare la terra, i quattro fiumi che uscivano dall’Eden, il Pishon, il Ghilon, il Tigri e l’Eufrate. Idealmente l’acqua di questi fiumi prosegue oltre la parete in vetrocemento e si protende all’esterno con una piccola fontanella, dalla quale si diramano 9 raggi disegnati sul pavimento di porfido con cubetti di marmo bianco.
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Figura 35: particolari del fonte
Figura 36: particolare del pavimento
Figura 37: la fontanella esterna.
Il cilindro di vetro-cemento che lo racchiude è coperto da 6 spicchi decorati con vetrate raffiguranti i segni zodiacali che ruotano intorno al Cristo Pantocrator, Dio del Tempo, disegnati dalla pittrice trentina Cavallini Rosanna e realizzati da Turrini, un giovane artigiano trentino prematuramente deceduto in un incidente.
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Figura 38: particolare delle vetrate del tetto.
Ai lati del fonte trova posto la statua della Madonna, giĂ esistente nella chiesa precedente, che ci accoglie come figli e ci accompagna nel nostro cammino spirituale.
Figura 39: la statua della Vergine
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LA SACRESTIA E IL CONFESSIONALE Nella grande aula ai lati del fonte battesimale, sulla parete sud, hanno trovato posto sia la sacrestia, ad est, che il confessionale, ad ovest. Il Confessionale delimitato e isolato dal muretto in mattoni di cotto, prevede sia lo spazio per un colloquio personale che per una confessione tradizionale.
Figura 40: particolare di uno dei confessionali.
La sacrestia, semplice ma ben articolata, prevede anche un lavamani e armadi di legno chiaro, come la porta di accesso.
Figura 41: la porta della sacrestia e un particolare del l’interno.
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LE ACQUASANTIERE: All’entrata, addossate alle pareti della Sacrestia e del Confessionale ci sono le due nuove acquasantiere, in linea con lo stile della chiesa, sono di marmo bianco con recipiente in rame.
Figura 42: una nuova acquasantiera
Mentre nell’aula piccola rimangono in uso quelle preesistenti in rame a forma di conchiglia.
Figura 43: una vecchia acquasantiera
LE CROCI Sette sono le Croci incassate nel gioco di mattoni a vista della navata grande, come sette sono i sacramenti indispensabili per entrare nella comunitĂ dei Credenti.
Figura 44: partcolare di una delle croci
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LA VIA CRUCIS Nella vecchia chiesa è presente una Via Crucis in ottone.
Figura 45: particolare della Via Crucis
LE DECORAZIONI SCULTOREE Il Crocifisso in terracotta La nuova chiesa inizialmente è stata dotata di uno splendido Crocifisso in terracotta, di Gino Pisoni, l’architetto della Chiesa. Con la sua semplicità questo Crocifisso attira l’attenzione, sarà forse dovuto anche alla torsione elicoidale del corpo che invita l’occhio verso il capo coronato di spine.
Figura 46: il Crocifisso di terracotta
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Il Crocifisso ligneo “Cristo Vivo” Nel 1989 è finalmente giunto il grande Crocifisso Vivo, opera di Don Marco Morelli. E’ una grande Croce bizantino-carolingia, nella cui parte inferiore il simbolismo impera.
Figura 41: il Cristo Vivo.
Il duttile legno è stato sapientemente scolpito e crea un effetto quasi scenico. Infatti, mentre le estremità del Cristo sono quasi sullo stesso piano della Croce, il torso e il volto di Cristo emergono e si protendono verso l’esterno, passando così dal bassorilievo delle estremità al tutto tondo del volto. Il corpo scarno contrasta con il viso, ascetico, severo e sereno, colto non nella morte ma con gli occhi aperti, rivolti verso il fedele, quasi a comunicare la Sua libera scelta di trovarsi sulla Croce, di donarsi per liberarci dalla morte eterna.
Figura 48: particolari
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Sotto il piccolo braccio trasversale è scolpito l’albero secco e sterile che può rivivere solo attraverso i simboli della rivelazione e della vita, l’Agnello scolpito fra pani e pesci da una parte e grappolo d’uva e spighe di grano dall’altro.
Il pannello di San Pio X° Molto articolato è il pannello di legno scolpito, sempre dello stesso artista, consegnato nel 1988, e dedicato a San Pio X. La figura del Papa rialzata, sia fisicamente sia materialmente grazie al movimento a scalare del pannello, emerge serena ed è colta nel momento in cui con il braccio sinistro invita all’Eucaristia un gruppo di bimbi e ragazzi che a Lui si rivolgono.
Figura 50: la scultura di San Pio X
Il braccio destro del Papa è colto nell’atto di respingere tutti i simboli della guerra, bombe, gli elmetti, i fucili, le granate, così da sottolineare il suo sdegno per la guerra e il suo amore per la vita, rappresentato dai bambini.
Figura 52: particolare della scultura di S. Pio X.
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CONCLUSIONE Il 2 giugno 1985 la nuova chiesa è terminata e dedicata dall’arcivescovo Gottardi a San Pio X, nel 150° anniversario della nascita, alla presenza del suo parroco Don Renzo Cassoni, e per quell’evento a tutti i fedeli l’arcivescovo ha inviato questa lettera.
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DEDICA Anche se questa è una piccola chiesa e ha una breve storia, il solo fatto che tanti hanno ardentemente voluto la sua realizzazione giustifica questa semplice ricerca che è dedicata come ringraziamento a tutti coloro che hanno frequentato, frequentano e frequenteranno la Chiesa di San Pio X di Canova.
Rita Rossi Scozzari, Trento , aprile 2010
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