tra Fango e Neve Milena Nicosia
Dalla prigione del mio corpo scrivo quel che afferro di te... sia un nonnulla o l’universo intero, sia un dolore o un piacere vero, baglio di luce o tinte in bianco e nero... è linfa per me Thor dei Frida
€ 3,00
ISBN 978-88-96427-11-8
contemporanea
tra
Fango e Neve Milena Nicosia
Ti sento... scavi i tuoi sentieri come acqua limpida... sei un fuoco che si accende, un soffio che purifica... una paura che scivola, un tatuaggio nell’anima, mi bruci dentro...
...s’alza il vento su me, uno spettro immobile mi stordisce per un po’ col suo abbraccio gelido... come neve appari tu, mentre il cielo cade giù... sto perdendo gravità... tutto qui degenera... Thor dei Frida
C’
è una sorta di meraviglia, un misto di stupore ed incanto. A guardare le opere di Milena Nicosia, la sensazione di una morbida ipnosi si allarga allo sguardo, parte da profondità infinite lì sul fondo delle tele, e di sovrapposizione in sovrapposizione, attraverso le trasparenze e poi l’opaco filtro di una posatura, si ripercuote fin sul filo d’aria fra il quadro e l’occhio. Nicosia lavora su una vertigine, sul fascino delle ombre e della luce incidente, lascia che la realtà imprima le sue tracce di polveri e terre, costruisca immagini e suggestioni con lo spessore lieve dei ricordi, con quello tenue e resistente delle emozioni. L’esperienza dell’artista si riversa a comporre elementi materiali e dell’immaginario, segni appartenenti ad una simbologia intima e soggettiva che è misura di archetipi familiari e contestuali, di modelli comportamentali e relazionali, di processi di maturazione e consapevolezza. È passione per la vita, desiderio di comprendere e cogliere il rilievo per ogni singolo istante vissuto, per tutti quelli da vivere. Presa così, la realtà rivela il suo carattere complesso, il suo costruirsi per accumuli e assestamenti, il suo farsi da variazioni e metamorfosi, il suo complicarsi d’incongruenze ed illusioni. La mente ed il cuore, l’individuo e il rapporto con il mondo, tutto quanto fa l’essere insomma, si costruisce attraverso il lento depositarsi di immagini e consistenze, con il meticoloso conservarsi di elementi. Accade quindi che quell’esperienza travalica i confini del riferimento individuale, offre una nuova e diversa chiave di lettura per la tangibile oggettività, attira sul suo piano d’osservazione l’esperienza di tutti. E procura esattamente quella vertigine, un senso di commossa inquietudine, dolce amaro magnetismo, che rapisce l’osservatore, e lo interroga, e lo coinvolge. Cosa compone l’esistenza di ognuno? Forse per tutti è il passato che non è passato, un sedimento progressivo e tenace di oggetti, abbigliamenti e ricordi, di passaggi di tempo e sensazioni, di necessità ed orpelli. La forza di malia in questi quadri è proprio il proiettare al fondo del presente, richiamo alla coscienza, svelamento di intimità e segreti, il minuzioso riprendere le fila di ciò che si è. Ogni artista distrugge il suo mondo. Perché non sia più soltanto “il suo mondo”, lo distrugge per il semplice atto di donarlo agli altri, lo annienta in poesia, in quell’altrove visionario che appartiene ai sensi dell’universo. Milena Nicosia rapisce a sé gli abiti trafugati dagli armadi, la confidenza delle storie e quella della pelle, fantasmi e fantasie che si dissimulano fra le crespe di merletti o dietro le ombre degli oggetti. Tutto esibito ed offerto va a sottoporsi all’atto creativo che lo dissolve. Nulla fisicamente rimane, se non il calco sotto il velo di un fall out, se non una sagoma, una trasparenza, una concrezione delineata sul depositarsi di polvere eruttiva, sull’abbandonarsi ad una cipria di puro pigmento. Tenuità di colori, forza straniante delle immagini, la composizione è il risultato di energie concomitanti, come sono l’istinto immaginifico ed il caso, la cernita razionale ed estetica, la rilevanza dei particolari ed insieme la loro molteplicità confusa. È un gioco di luci ombre e leggerezze, di assenze, dei pochi colori induriti cui viene affidata la corporeità ed i volumi delle forme, l’orma relitta delle cose. Un nuovo mondo si riformula nell’essenzialità di queste tracce materiali, gli abiti e gli oggetti, e la vita dunque, non vengono rappresentati, ma si rappresentano, diventano i materiali parlanti ed operanti di un più prossimo contatto fra l’essere umano e proprio la realtà che essi incarnano. Il lavoro di Milena Nicosia - questo suadente recupero di tutto ciò che nella sua ossessiva accumulazione costituisce l’oggi, l’esistenza, l’essenza - non si limita a fare una celebrazione, una trasfigurazione del reale, ma anzi cerca con tutte le forze di impossessarsene, di fissarlo nella persistenza del suo movimento, e di coglierne quindi l’emozione, il sentimento, e la poesia infine. Se in questa tensione, che è assieme depredativa e creatrice, ancillare e dominante, si possono vedere lasciti ed influenze di esperienze come quella dada, quella surrealista, quella novorealista, pure l’espressione di Nicosia si depura alquanto da quella carica concettuale, provocatoria e rivoluzionaria che fu parte non inessenziale nella ricerca di quei movimenti. La riappropriazione operata da Nicosia è più rivolta alla dimensione intima ed individuale dell’anima, meno fredda di implicazioni sociologiche e moderniste, orientata secondo l’effondersi degli echi profondi, quelli primordiali e uterini, quelli che in ciascun essere umano riverberano dalle stanze di ogni gioia e di ogni dolore, di ogni sentimento e di ogni coscienza di sé. È insomma una visione al femminile, se con questo intendiamo l’istinto e il giudizio di superare i limiti della contingenza, di ricercare un principio unificante e comprensivo nelle cose del mondo. E se intendiamo la capacità, nel bene e nel male, di non tralasciare nulla, di soffermarsi tenacemente a stabilire nessi. L’accumulo può essere casuale o imprevedibile, ma non sarà mai immotivato, ogni elemento cerca il suo posto, la concretezza che gli spetta, il rapporto che lo lega agli altri. È questa organizzazione dell’eccentrico, una sorta di inclusione totalizzante eppure analitica, che femminilmente si salda nel sedimento cristallino a tutto ricoprire, abbracciare, contenere. In questo approccio al femminile, la materia è femminile. Non solo vesti e lustrini, ogni particolare ed il passato sono per Milena Nicosia sostanze per cercare di afferrare quel presente che non le appartiene mai, e veicoli per proiettarsi in un futuro dove le domande hanno risposte e dove ogni oggetto trova la sua definitiva collocazione. Ogni oggetto ed ogni soggetto. È una ricerca di senso per il mondo, desiderare che le contraddizioni si risolvano in polarità, in diversità complementare, proprio come fra femminile e maschile, proprio come con il contrapporsi e coesistere delle passioni, fra amori e crudeltà. La donna, i suoi apparati materiali e mentali, diventano così specchio di questa ricerca, e forse di un possibile approdo, quello di dare valore ad un principio di completezza e di interazione, di continua rigenerazione, di costante movimento. Francesco Giulio Farachi
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Scatola 3
Pigmenti puri su carta di cotone intelata cm 30x30 - 2008
Spoglie 23
Cacao in polvere su carta di cotone intelata cm 100x140 - 2008
Abbatte
ogni sequenza
la conquista...
Scatola 4
Pigmenti puri su carta di cotone intelata cm 30x30 - 2008
Accendimi controvento conducimi all’Eterna Bimba e ai miei antichi giochi. Accendimi come il piÚ tenero fra tutti i fuochi. Qualora fossero troppi i barattoli presi a calci dai bimbi qualora fossero troppe le colombe private dagli occhi qualora fossero troppe le lune che depongono le armi. Conducimi allo scaldino di rame dell’Amata Bimba e non svegliarmi... Rosario Bulino
Spoglie 37
Cacao in polvere su carta di cotone intelata cm 100x70 - 2009
Spoglie 39
Cacao in polvere su tela cm 100x120 - 2008
... e c’è il vetro,
c’è la primavera, come casa
è offerta la ferita.
Scatola 10
Pigmenti puri su carta di cotone intelata cm 25x25 - 2008
Spoglie 26
Cacao in polvere su carta di cotone intelata cm 100x140 - 2008
.Cerchiamo di
cogliere sul tempo lo stallo
d’una possessione.
Scatola 18
Pigmenti puri su carta di cotone intelata cm 40x40 - 2008
Spoglie 35
Cacao in polvere su carta di cotone intelata cm 100x140 - 2008
Impropri
all’alchimia
alla discesa muta nel decoro.
Scatola 39
Pigmenti puri su carta di cotone intelata cm 30x30 - 2009
Spoglie 38
Cacao in polvere su tela cm 100x120 - 2009
Oltre
sento solo
fragili le mani,
Scatola 48
Pigmenti puri su carta di cotone intelata cm 18x18 - 2009
Spoglie 33
Cacao in polvere su tela cm 50x140 - 2008
Spoglie 29
Cacao in polvere su tela cm 25x140 - 2008
e te che fissi in terra,
Scatola 19
Pigmenti puri su carta di cotone intelata cm 40x40 - 2008
Scatola 43
Pigmenti puri su carta di cotone intelata cm 15x15 - 2009
chiusa come calce il mio
congedo assurdo, mentre imploro.
Spoglie 31
Cacao in polvere su carta di cotone intelata cm 50x140 - 2008
Spoglie 30
Cacao in polvere su carta di cotone intelata cm 25x140 - 2008
tra Fango e Neve Milena Nicosia Catalogo realizzato in occasione della mostra alla Galleria Forni Ragusa, 16 Aprile - 6 Maggio 2011 Spazio Forni Via M.Coffa, 1 - 97100 Ragusa tel. 0932246870 fax 0932683704 www.spazioforni.it - spazioforniragusa@tiscali.it © 2011 con-fine edizioni Via C.A. Dalla Chiesa, 3 - 40063 Monghidoro (BO) tel. 051 655 5000 - fax 051 054 4561 ISBN 978-88-96427-11-8 www.con-fine.com - info@con-fine.com Prima edizione: Aprile 2011 Il testo critico di Francesco Giulio Farachi è stato pubblicata su JULIET, art magazine N° 135 Dicembre ’07 – Gennaio ’08 La poesia che accompagna le immagini è di Giuseppe Di Bella
tra Fango e Neve Milena Nicosia
Dalla prigione del mio corpo scrivo quel che afferro di te... sia un nonnulla o l’universo intero, sia un dolore o un piacere vero, baglio di luce o tinte in bianco e nero... è linfa per me Thor dei Frida
€ 3,00
ISBN 978-88-96427-11-8
contemporanea