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ASSOCIAZIONE
I Giovani Imprenditori al Teatro Comunale
Nella giornata del 25 ottobre, il team dei Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia Romagna ha visitato una delle perle della città di Bologna, il famoso Teatro Comunale, accompagnato da due guide d’eccellenza: Maurizio Boschini e Andrea Alessandrini, che hanno illustrato la storia di questo splendido edificio. Prima di iniziare la visita, è stato interessante per tutti i presenti apprendere come funzioni dal punto di vista organizzativo e commerciale un’azienda parzialmente pubblica. I problemi che spesso tali aziende riscontrano sono molto simili a quelli delle aziende private: budget da rispettare, campagne di marketing da lanciare, dipendenti da gestire...senza contare il livello di burocrazia elevato, addirittura superiore a quello delle aziende private. Abbiamo poi ripercorso parte della storia del Teatro, accompagnati dalla nostre guide, sempre disponibili a fornire informazioni e curiosità. Un incendio che divampò nel 1745 distrusse l’allora Teatro Malvezzi di Bologna, tutto in legno, dando così inizio alla storia del teatro d’opera bolognese. Dopo l’incendio la città commissionò ad Antonio Galli Bibiena, membro della famosa famiglia di architetti teatrali e di scenografi, la costruzione di un nuovo teatro d’opera in pietra nello stile barocco del periodo. Il 14 maggio 1763 il Teatro Comunale aprì le sue porte al pubblico con la prima esecuzione de “Il trionfo di Clelia” di Gluck. Documenti dell’epoca riportano che 1500 persone parteciparono all’evento inaugurale, sul totale di una popolazione che a quel tempo era di 70.000 abitanti. Da allora il Comunale è diventato famoso per l’alto livello qualitativo dei suoi spettacoli e per la fama degli artisti che arrivano da tutto il mondo. La cultura musicale di Bologna è ben nota: molti compositori, Mozart incluso, hanno studiato Accademia del Musical di Bologna; Rossini visse in città per anni e vide le sue opere messe in scena al Comunale; Verdi lavorava nella vicina Busseto e a Sant’Agata. Nel 1867 la prima rappresentazione italiana del Don Carlo ebbe luogo sul palcoscenico del Bibiena a pochi mesi di distanza dalla “prima” parigina. Il teatro fu protagonista di un fatto che vide coinvolto il celebre direttore d’orchestra Arturo Toscanini. Il 14 maggio 1931 doveva dirigere un concerto in memoria di Giuseppe Martucci, tuttavia si rifiutò di eseguire l’inno fascista “Giovinezza” e la “Marcia Reale” al cospetto di Ciano e Arpinati e venne perciò aggredito e schiaffeggiato da una “camicia nera” di fronte all’ingresso artisti del teatro, venendo poi spintonato a terra. Fu questo il motivo che gli fece prendere la decisione di lasciare l’Italia. Dal punto di vista architettonico, l’auditorium, a forma di
campana, è composto da quattro ordini di palchi con un palco reale e un loggione, e fu realizzato principalmente in muratura per prevenire gli incendi. Il teatro rimase a lungo incompleto, in particolare le attrezzature ospitate dietro le quinte furono terminate solo nel 1805, mentre la facciata fu completata da Umberto Rizzi nel 1933. All’interno di molti palchi, una volta di proprietà di famiglie nobili, vi sono ancora le decorazioni che i palchettisti del Settecento e Ottocento facevano fare secondo i propri gusti. Molto interessante il meccanismo a pantografo del sottoplatea, che le nostre guide ci hanno mostrato, lasciando parte dei presenti a bocca aperta per il suo carattere innovativo. Nel teatro, fin dall’inizio, si effettuarono spettacoli d’ogni genere: opere serie e buffe, commedie e tragedie, cerimonie, balli e persino numeri da circo. A tal proposito venne concepito come una vera e propria macchina meccanica dove tutto si doveva muovere. Di particolare interesse infatti è l’inconsueto sottoplatea, ove è collocata una grandiosa macchina a pantografo la quale serviva a sollevare, abbassare e basculare l’intera platea. Il meccanismo è formato da una puleggia che fa muovere una ruota, la quale demoltiplica il movimento a due “rocchetti” di minori dimensioni posti sui due lati opposti i quali a loro volta, girando, muovono un bilanciere che con un movimento a pantografo tira verso il basso o spinge verso l’alto (a seconda di come e quale “rocchetto” viene fatto girare) la platea soprastante. Il parallelismo fra i due elementi del bilanciere consente anche il basculaggio. Tutte le varie parti del meccanismo sono collegate da una corda. Non essendo più necessari questo tipo di movimenti, oggi il meccanismo è stato bloccato, tuttavia sarebbe ancora perfettamente funzionante. Abbiamo visto tale meccanismo con i nostri occhi e siamo rimasti affascinati da come la tecnologia dell’epoca già fosse in uno stato così avanzato. Tra le molte rampe di scale, inoltrandoci nei meandri della struttura, ci siamo imbattuti in costumisti e addetti alla preparazione di parrucche, sempre in fervida attività per la preparazione degli spettacoli che si susseguono senza sosta. Siamo infine giunti sopra al palco, dove dall’alto è possibile vedere i meccanismi di funi e carrucole, che servono ad attori e scenografi per allestire lo spettacolo, riscendendo poi fino al palco stesso, uno dei più grandi in Europa. Nel 1998 l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna riceve dall’allora sindaco Walter Vitali il Nettuno d’oro, una delle massime onorificenze della città. Nel 2008 dall’Orchestra nasce la Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna. Ancora oggi il Teatro Comunale continua la sua tradizione di eccellenza. Le produzioni più recenti sono state firmate da Pier Luigi Pizzi, Luca Ronconi, Bob Wilson, Pier’Alli, Werner Herzog e Calixto Bieito. Il Teatro si avvale della collaborazione di 95 professori d’orchestra e 70 artisti del coro e realizza in una stagione circa 80 spettacoli lirici e 30 concerti sinfonici. Oltre a servire Bologna e la regione Emilia-Romagna, il Teatro ha viaggiato all’estero: ricordiamo le tournée in Giappone negli anni 1993, 1998, 2002 e nel 2006, oltre alla partecipazione ad importanti festival internazionali quali quello di Aix en Provence nel 2005 e di Savonlinna nel 2006. Per tutti noi è stato un viaggio nella cultura e un tuffo nel passato, facendoci ricordare come tutto sia cambiato, ma spingendoci anche a riscoprire divertimenti e arte spesso dimenticati da molti. Per maggiori informazioni sul teatro è possibile visitare: Sito http://www.tcbo.it/il-teatro/ Pagina Fb: Teatro Comunale Bologna