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La Sportiva e l’arte della resilienza

Dalla riconversione della produzione alla progettazione della Stratos Mask. L'azienda fiemmese ha saputo reagire a ciò che stava accadendo cogliendo le opportunità che nascono dalla crisi.

di GENNY TARTAROTTI, Confindustria Trento

"NON HO DORMITO due notti. Ho capito che qualcosa di grave stava accadendo e così ho deciso di chiudere e mettere in sicurezza i miei collaboratori”. A parlare è Lorenzo Delladio, ceo e Presidente de La Sportiva, la nota azienda trentina leader mondiale nella produzione di calzature e abbigliamento outdoor, che già una settimana prima del Dpcm del 22 marzo 2020, con il quale il Governo ha imposto la chiusura di tutte le attività non essenziali, ha deciso di chiudere il suo stabilimento. “Sono sceso in fabbrica, ho distanziato tutti e con un altoparlante ho comunicato la decisione. C’è stato un grande applauso e a quel punto ho capito di aver fatto la scelta giusta”. Una decisione sofferta, segno di un grande senso di responsabilità e di rispetto nei confronti dell’altro. “Le persone – prosegue Delladio – vengono prima di tutto. L’azienda è fatta di persone e se siamo ciò che siamo è anche grazie a loro. Il numero dei miei collaboratori è cresciuto considerevolmente, oggi sono ben 369, e purtroppo non riesco più a conoscerli personalmente, ma loro sanno che la porta del mio ufficio è sempre aperta”. Un dovere morale, un dovere sociale ai quali di lì a pochi giorni si sentirà nuovamente chiamato in risposta all’appello del presidente di Confindustria Trento, Fausto Manzana, che rivolgendosi alle aziende del settore tessile trentino, chiedeva di valutare la possibilità di riconvertire la produzione allo scopo di far fronte alla mancanza nella nostra regione di dispositivi medici quali camici e mascherine. “Appena ho sentito l’appello di Manzana, ho capito che dovevo agire. Mi sono subito attivato per convertire parte dei macchinari destinati al taglio e alla cucitura del cuoio e della gomma. Abbiamo richiamato 15 persone dalla cassa integrazione e in una settimana eravamo pronti per iniziare la produzione. Dopo un mese e mezzo abbiamo ottenuto la certificazione da parte dell’Istituto Superiore di Sanità. Siamo ancora in produzione. Prepariamo dai 4mila ai 5mila pezzi al giorno”. Non solo La Sportiva ha saputo reagire a ciò che stava accadendo, ma ha saputo creare del valore aggiunto, facendo tesoro del proprio passato per inventare il futuro. È nata così la Stratos Mask, una nuova mascherina di protezione generica, ideale anche per chi fa sport, ergonomica e facile da indossare, ma soprattutto sostenibile. “Noi de La Sportiva siamo da sempre sensibili alle tematiche ambientali. Le mascherine chirurgiche monouso portano a produrre un’enorme quantità di rifiuti con un impatto ambientale importante. Ho subito chiesto al reparto di R&S di studiare un prodotto ecosostenibile, pratico e facile da indossare. Dal nostro lavoro è

Lorenzo Delladio ceo e presidente de La Sportiva

Stratos Mask

Collaboratori al lavoro durante la riconversione dell’attività

nata appunto la Stratos Mask, una mascherina lavabile e riutilizzabile cambiando solo il filtro interno e perciò adatta ad essere indossata per un lungo periodo. Terminata la fase di collaudo abbiamo provveduto a depositare il brevetto e speriamo di ottenere a breve anche la certificazione sanitaria”. Un modello esemplare quello della nota azienda di Ziano di Fiemme che ha saputo fare della resilienza e dell’innovazione gli elementi chiave che le hanno permesso di diventare ciò che è oggi. “Nei primi giorni di emergenza – racconta Delladio – sono tornato con la memoria al 2009. Ne siamo usciti rafforzati. Questa crisi sarà più grave. I prossimi mesi saranno impegnativi. Non sarà il mondo che abbiamo lasciato. È anche però un’occasione per pensare a un domani diverso e migliore di ieri”. Per farlo è necessario sapersi innovare, perché, innovazione, come sottolinea Delladio, vuol dire futuro. “Questa esperienza – prosegue l’imprenditore – ci insegna a rallentare i ritmi forsennati di prima, a pensare al tempo in modo nuovo, ad apprezzare le conseguenze positive che essa ha avuto sull’ambiente e ad adottare nuove pratiche per custodire ciò che di buono ci sta lasciando. Siamo chiamati ad un cambiamento e sta a noi riuscire a coglierlo. Abbiamo deciso di posticipare di un anno l’uscita della nuova collezione. In seguito alla chiusura dei negozi, gli operatori del settore si stanno ritrovando con

giacenze di prodotto molto alte. Se lanciassimo ora la nuova collezione, i capi che oggi sono nei negozi diventerebbero subito superati, al contrario rimarranno attuali. In questo modo potremmo preservare il valore dei prodotti in un’ottica “slow fashion” e i negozianti potranno commercializzare la merce già presente in negozio. Così facendo potremmo garantire la marginalità dei clienti e salvaguardare l’ambiente contribuendo ad un mondo più green. Sono convinto che non dovremmo proporre una nuova collezione ogni anno, sarebbe sufficiente farlo ogni due o tre anni. Il nostro stile di vita è troppo consumistico”. Ma La Sportiva non si ferma qui. Altri due sono i progetti ai quali sta lavorando in un’ottica green. Da un lato sta rivedendo l’organizzazione aziendale per incrementare lo smart working anche dopo l’emergenza, cogliendo le sue enormi potenzialità in termini di welfare aziendale, di modello organizzativo incentrato sul risultato e di strumento per ridurre l’inquinamento prodotto dagli spostamenti per raggiungere il posto di lavoro. Dall’altro sta implementando la progettazione e la realizzazione di prodotti ecosostenibili. “Già da anni ci stiamo dedicando alla progettazione di prodotti realizzati con materiali riciclati e riciclabili – spiega Delladio – perchè già da diverso tempo questi sono molto richiesti dal mercato statunitense e sono sicuro che dopo quanto sta accadendo, anche qui da noi ci sarà una maggiore attenzione in tal senso. Sono certo che anche i miei colleghi imprenditori apprezzino i risvolti positivi che possiamo osservare sull’ambiente e sono convinto che si attiveranno affinché ciò non vada perso. Uniti, seppure divisi, scaleremo anche questa cima e faremo sì che ciò che stiamo vivendo in questi mesi non diventi vano”.

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