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editoriale
La sicurezza riparte dal lavoro
Le prime parole della nostra Costituzione sono “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. Cosa accade, se il lavoro è vietato per Decreto? In queste settimane, ci si è interrogati sulla liceità di misure che toccano i nostri diritti fondamentali, come la libertà individuale e la tutela della privacy. Non si è usato lo stesso senso di responsabilità e di giustizia nel dibattito sulla gestione dell’emergenza economica, polarizzato su due posizioni antitetiche: quella di quanti chiedevano che, con le dovute misure di sicurezza, si potessero continuare le attività produttive e quella di quanti chiedevano indiscriminatamente uno stop generale. Grazie al cielo, per tutti noi è evidente che la salute è un diritto che in alcun modo può essere messo in discussione. Ovviamente, per mantenere il nostro sistema sanitario a carattere universale è necessario produrre reddito, perché è la tassazione del reddito a sostenerlo. Abbiamo potuto constatare come disporre di una sanità efficiente possa diventare improvvisamente un elemento chiave per tutti noi, già noto ai malati oncologici, ai cardiopatici e a tante altre categorie di persone che con l’arrivo di questa emergenza sembrano sparite dai radar della comunicazione. Questa pandemia ha colto di sorpresa anche la scienza, che non ha saputo parlare a una voce: abbiamo letto tutto e il contrario di tutto. Una certezza: che il distanziamento sociale e l’utilizzo di adeguati dispositivi di protezione individuale potevano mitigare il rischio. La richiesta del rischio zero è semplicemente risibile. Abbiamo lasciato che si affrontasse il tema del lavoro con una domanda ingannevole: è ragionevole mettere a repentaglio la salute, se non addirittura la vita, di una maggioranza di persone, in nome del profitto di pochi? La risposta è no, certo che no. È l’inganno di una domanda così formulata, ad avere scatenato la rabbia e la satira, ad averci divisi quando avremmo dovuto restare uniti. “Annebbiato dal dio denaro” chi chiede di lavorare: non è facile sentir dire queste parole a un Ministro della Repubblica. Non mi curo del politicamente corretto e dico: non siamo stati bravi a spiegare che se la produzione industriale cala del 50%, di certo l’occupazione non può crescere. Non mi curo di chi ci deride perché riteniamo che la creazione di valore passi attraverso il lavoro organizzato, attraverso l’impresa. Avremmo dovuto chiederci come agire, nel comune interesse di preservare salute e lavoro. Lavoro, che torno a rammentare, essere il primo dei principi fondamentali sul quale si costruisce l’identità del nostro paese. Questa era la domanda che avrebbero dovuto farsi tutti coloro che hanno la responsabilità di realizzare il primo articolo della Costituzione: gli autori delle politiche; le parti sociali; tutti quanti noi, ai quale appartiene la sovranità di questo nostro Paese. Oggi, io voglio dire che non è tardi per iniziare a fidarsi gli uni degli altri. Stiamo vivendo una caduta senza precedenti, ma insieme possiamo impostare una strategia per rialzarci, per il futuro dei nostri figli e del nostro territorio. La ripresa non è un processo fisiologico, non è il naturale epilogo di uno stallo. La ripresa si fa con l’impegno, il lavoro e con gli investimenti, pubblici e privati, si fa con idee nuove e con nuovi business, all’insegna della sostenibilità e della responsabilità. Per una “nuova normalità” che valga la pena di essere vissuta.
Fausto Manzana
Presidente di Confindustria Trento
il punto
Alleati per la ripresa dell’economia trentina
È uno sforzo straordinario, quello che la nostra Associazione ha messo in campo dall’insorgere, anche in Trentino, di questa drammatica emergenza. Dire che Confindustria Trento è rimasta sempre pienamente operativa è dire poco. Dall’inizio di marzo, il nostro staff ha lavorato senza soluzione di continuità. Anche se a distanza, ai nostri imprenditori associati abbiamo fornito fin dal primo momento l’assistenza e la consulenza necessarie in questa caotica fase di crisi internazionale. Credetemi: non ci siamo mai sentiti così vicini alle nostre imprese, e non le abbiamo mai sentite così vicine, sul piano dello scambio “di lavoro” come su quello emotivo. All’indomani dell’escalation dell’epidemia in Trentino, abbiamo fatto quel che si farebbe in un intervento di primo soccorso: abbiamo cercato di mettere in sicurezza le persone e i luoghi, procurando per le nostre imprese, ma anche per la comunità, dispositivi (come le mascherine) che si erano fatti improvvisamente introvabili, perché esauriti, perché bloccati alle dogane. Non abbiamo mancato di prestare il nostro aiuto al sistema sanitario, promuovendo tra le imprese associate una raccolta fondi per le terapie intensive in Trentino. Un contributo dovuto, per dare respiro agli attori della più urgente fra le emergenze, quella sanitaria. Questo non ci ha esentato, fin dal principio, dall’assumerci la piena responsabilità della gestione di un’altra emergenza – quella economica – apparsa ad alcuni in prima battuta meno eclatante e che però promette, nel presente e più ancora sul lungo periodo, conseguenze drammatiche. Il rischio concreto, per intenderci, è che il tessuto imprenditoriale ne esca falcidiato. Su questo fronte, abbiamo operato affinché le misure di sostegno adottate dal Governo e dalla Provincia tenessero conto dei bisogni del nostro sistema industriale e abbiamo offerto, su quelle misure, informazione e assistenza, perché ciascuno vi potesse accedere. Questo giornale è un numero monografico sull’emergenza: volevamo raccontare alcune storie d’impresa ai tempi del Covid-19, offrire qualche interessante e non convenzionale lettura del fenomeno, fare sintesi delle iniziative promosse in queste settimane dall’Associazione. Ne è uscita la cronaca di un lavoro incessante che ha prodotto già risultati tangibili. Penso soprattutto all’attività di lobbying, che ha prodotto straordinari effetti sui provvedimenti emessi in queste settimane, a partire dall’abolizione del saldo 2019 dell’Irap e della prima rata d’acconto del 2020. Penso all’impegno dei colleghi, che hanno lavorato al fianco delle aziende associate - 24 ore su 24, sette giorni su sette - nella lettura delle normative e nell’adozione delle misure destinate alla gestione e al sostegno del comparto industriale. Mi riferisco, ancora, alle soluzioni introdotte per favore il confronto, lo scambio e la ripresa, com’è il caso del nuovo Business Place: una piazza virtuale pensata per animare un circuito d’acquisto territoriale, che ci vede, Confindustria Trento e imprese del Trentino, alleate per una ripartenza in sicurezza. Oggi è una vetrina di prodotti per la sicurezza, ma crediamo che potrà nel tempo diventare luogo di riferimento per il networking tra le imprese. L’economia trentina, se ci crediamo tutti quanti, può ripartire anche da qui.
Roberto Busato
Direttore Generale di Confindustria Trento
Sotto il segno del Covid-19
Qui e nelle pagine che seguono, la cronaca delle attività svolte dall’Associazione per limitare l’impatto dell’emergenza sulle imprese associate e favorire la ripartenza.
DURANTE le settimane successive al primo, drammatico annuncio del premier Conte che dichiarava l’Italia zona protetta e apriva di fatto alla stagione del lockdown, Confindustria Trento è sempre rimasta operativa, anche se Palazzo Stella è stato chiuso al pubblico e i dipendenti organizzati in smart working. La consueta assistenza alle imprese, potenziata con una disponibilità straordinaria, è stata garantita attraverso i mezzi della comunicazione a distanza e gli strumenti già in uso, a partire dal sito istituzionale, all’interno del quale ha preso spazio un’intera sezione dedicata alla gestione dell’emergenza. Per fare chiarezza in un momento così caotico, a fronte della massa di provvedimenti emessi dal Governo centrale e locale, alle imprese è stata garantita una informazione corretta e in tempo reale, e consulenza sulle misure nazionali e provinciali, in particolare sui temi del credito e del lavoro. I tradizionali incontri in presenza – informativi e formativi – sono stati presto ricalibrati per trasformarsi in webinar e attività online. Così sul fronte della sicurezza: qui, l’Associazione ha anche partecipato alla definizione dei protocolli di regolamentazione dell’attività, ed è intervenuta in prima persona per garantire alle imprese la piena disponibilità dei dispositivi necessari alla tutela dei propri collaboratori: Confindustria Trento ha coordinato la produzione dei dispositivi di protezione individuale da parte di un gruppo di aziende associate e ha distribuito decine di migliaia di mascherine. In un secondo tempo, ha aperto un marketplace per favorire la ricerca e l’acquisto presso le aziende associate del nostro territorio di Dpi, barriere, igienizzanti, erogatori, prodotti per la sanificazione e segnaletiche: uno spazio chiamato Business Place nell’ottica di farlo diventare al più presto una vera e propria occasione per il business matching, dunque anche per la costruzione di nuove partnership tra imprenditori per dare gas alla ripartenza.
L’attività di lobbying di queste settimane si è già tradotta in risultati concreti
La nostra Associazione ha esercitato con particolare successo la sua attività di lobbying, che già si è tradotta in risultati tangibili, e in primo luogo nell’abolizione del saldo 2019 e della prima rata d’acconto 2020 dell’Irap e nella conferma, da parte dell’Inail, del fatto che l’infortunio da Covid-19 non è presupposto automatico della responsabilità penale dell’imprenditore. Sul fronte della rappresentanza, Confindustria Trento ha lavorato inoltre a una serie di proposte, poi sottoposte alla Pat, per la gestione delle fasi di emergenza e di rilancio, e alle osservazioni della categoria sulle misure anticrisi del Disegno di Legge provinciale 3 del 2020. L’Associazione non ha mancato di fare sentire forte la voce delle imprese del territorio, attraverso una presenza costante sui media locali. Ultimo ma non ultimo: a seguito delle richieste di un gruppo di imprese associate che hanno manifestato l’intenzione di sostenere economicamente il lavoro delle strutture sanitarie in Trentino, Confindustria Trento ha lanciato, d’intesa con l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, una raccolta fondi a favore delle Terapie intensive degli ospedali di Trento e di Rovereto.
Fase 2: ripartire in sicurezza
Istituzioni e parti sociali hanno definito Protocolli di sicurezza che consentano la ripresa delle attività, nel rispetto dei principi fondamentali per il contrasto e il contenimento del virus.
di MARIO PELANDA, Confindustria Trento
NELLA LUNGA fase emergenziale che ha preceduto quella in cui ci troviamo oggi, il fronte della sicurezza sul lavoro è stato a dir poco bollente. Mentre lavorava per assistere le imprese associate nella gestione di un quotidiano in continua evoluzione, l’Associazione ha operato, in un dibattito pubblico acceso, per disegnare le condizioni di una cauta ripartenza delle attività produttive. Il nostro Paese sta cercando, pur con costi economici e sociali senza precedenti, di delineare una nuova “normalità”, attraverso un difficile ma necessario bilanciamento tra l’irrinunciabile tutela della salute dei cittadini (e quindi anche dei lavoratori) e l’indispensabile riapertura delle attività economiche, produttive e dei servizi, senza le quali il sistema nel suo complesso andrebbe incontro a scenari realmente inquietanti, anche peggiori dell’emergenza in atto. La Fase 2 rimette al centro le imprese e le persone che nelle imprese lavorano. A tal fine, Governo e Regioni hanno dedicato un grande impegno, coinvolgendo anche le parti sociali, per definire i Protocolli di sicurezza che consentano la ripresa delle attività produttive, nel rispetto di alcuni principi fondamentali per il contrasto e il contenimento del virus. Tra questi vi è un’efficace informazione: i lavoratori si impegnano a mantenere la distanza di sicurezza, a osservare comportamenti corretti sul piano dell’igiene, a informare tempestivamente il datore della presenza di qualsiasi sintomo influenzale durante la prestazione. Chi ha febbre oltre i 37.5° o altri sintomi deve rimanere a casa e chiamare il proprio medico e l’autorità sanitaria. Non è consentito l’accesso in azienda a chi, negli ultimi 14 giorni, abbia avuto contatti con soggetti risultati positivi al Covid-19 o provenga da zone a rischio secondo le indicazioni dell’Oms. Prima di entrare nella sede di lavoro, il personale potrà essere sottoposto al controllo della temperatura. Se risulterà superiore ai 37.5°, non sarà consentito l’accesso: la persona sarà momentaneamente isolata e dotata di mascherina, dovrà contattare il proprio medico e seguire le sue indicazioni. Al fine di ridurre le possibilità di contatto con il personale, l’accesso di fornitori esterni deve essere regolato: vanno individuate procedure di ingresso, transito e uscita mediante modalità, percorsi e tempistiche predefinite. Laddove possibile, gli autisti dei mezzi di trasporto devono rimanere a bordo dei mezzi, mentre nelle attività di carico e scarico il trasportatore dovrà attenersi alla distanza di un metro. Per il personale esterno occorre individuare servizi igienici dedicati, prevedere il divieto di utilizzo di quelli del personale e garantire una adeguata pulizia giornaliera. Anche l’accesso ai visitatori deve essere limitato: in caso di ingresso di esterni, essi dovranno sottostare a tutte le regole aziendali. L’azienda assicura la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni e di svago. Nelle aree geografiche a maggiore endemia o nelle aziende in cui si sono registrati casi sospetti, è necessario prevedere, alla riapertura, una sanificazione straordinaria, ai sensi della circolare n. 5443 del 22 febbraio 2020 del Ministero della Salute. In generale, va garantita la pulizia a fine turno e la sanificazione periodica di tastiere, schermi touch, mouse, con adeguati detergenti, negli uffici come nei reparti produttivi, ma anche nei locali mensa, così come delle tastiere dei distributori di bevande e snack. Le persone devono adottare tutte le precauzioni igieniche, in particolare per le mani, che vanno lavate di frequente con acqua e sa
Bonus pubblicità: il credito d’imposta sale al 50%
Prima il Decreto Cura Italia, poi il Decreto Rilancio: il Credito d’imposta sugli investimenti pubblicitari per l’anno 2020 potrà arrivare fino al 50% della spesa sostenuta. Il cosiddetto Bonus Pubblicità è un’agevolazione fiscale, sotto forma di credito d’imposta da utilizzarsi in compensazione sul Modello F24, concesso secondo le regole di aiuto de minimis. L’obiettivo del Bonus, nato per aiutare le aziende e i professionisti a crescere utilizzando la pubblicità, è incentivare gli investimenti pubblicitari su giornali, televisione e radio che siano testate giornalistiche registrate al Tribunale.
pone. L’azienda deve mettere a disposizione idonei mezzi detergenti, accessibili anche grazie a specifici dispenser di facile individuazione. Qualora l’attività lavorativa imponga una distanza interpersonale minore di un metro è necessario l’uso delle mascherine e di altri dispositivi di protezione. L’accesso agli spazi comuni, comprese le mense, le aree fumatori e gli spogliatoi è contingentato, con la previsione di una ventilazione continua, di un tempo ridotto di sosta e con il mantenimento della distanza di un metro tra le persone. Gli spostamenti all’interno dell’azienda devono essere limitati al minimo indispensabile e nel rispetto delle indicazioni aziendali. Non sono consentite le riunioni in presenza. Laddove fossero necessarie, dovrà essere ridotta al minimo la partecipazione e dovranno essere garantiti il distanziamento e l’areazione. Sono sospesi e annullati tutti gli eventi e le attività di formazione in aula, anche obbligatoria. È possibile effettuare la formazione a distanza. L’azienda deve provvedere all’organizzazione degli spazi e alla sanificazione degli spogliatoi per mettere a disposizione dei lavoratori luoghi per il deposito degli indumenti da lavoro e garantire idonee condizioni igienico-sanitarie. Si favoriscono orari di ingresso e uscita scaglionati per evitare il più possibile contatti nelle zone comuni, come ingressi, spogliatoi e sala mensa. Dove è possibile, occorre dedicare una porta di entrata e una porta di uscita e garantire la presenza di detergenti. Va assicurato un piano di turnazione dei dipendenti dedicati alla produzione, creando gruppi autonomi e riconoscibili. Le imprese potranno disporre la chiusura di tutti i reparti diversi dalla produzione o, comunque, di quelli per i quali è possibile il ricorso al lavoro a distanza. Nel caso di presenza di una persona con Covid-19, si dovrà provvedere alla pulizia e alla sanificazione dell’area secondo le disposizioni della circolare n. 5443 del 22 febbraio 2020 del Ministero della Salute, nonché alla ventilazione dei locali. Se una persona presente in azienda sviluppa febbre e sintomi di infezione respiratoria, deve dichiararlo all’ufficio del personale: si dovrà procedere al suo isolamento e a quello degli altri presenti. L’azienda avvertirà le autorità sanitarie e i numeri di emergenza, e collaborerà per la definizione degli eventuali “contatti stretti”. I Protocolli prevedono inoltre che il medico competente collabori con il datore di lavoro, il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza e il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale e segnala all’azienda situazioni di particolare fragilità e patologie attuali o pregresse. L’azienda provvede alla tutela dei dipendenti nel rispetto della privacy. Alla ripresa delle attività è opportuno che il medico competente sia coinvolto per l’identificazione dei soggetti con particolari fragilità e per il reinserimento lavorativo di soggetti con pregressa infezione da Covid-19. I Protocolli prevedono la costituzione in azienda di un Comitato per l’applicazione e la verifica delle regole del protocollo di regolamentazione, con la partecipazione delle rappresentanze sindacali aziendali e del Rls.
Covid-19 e gestione delle Risorse Umane
La pandemia ha imposto alle aziende un cambio radicale della propria organizzazione al fine di trovare un equilibrio tra sicurezza dei lavoratori e continuità operativa.
di ANDREA MARSONET, Confindustria Trento
COME È ORMAI noto, l’infezione da COVID-19 ha avuto una rapida diffusione a livello globale e nazionale e ha comportato una rapida necessità di adattamento in linea con la sua evoluzione. Ciò ha portato – agli inizi dell’emergenza nazionale – all’emanazione del primo Dpcm del 23 febbraio che ha dato avvio alle prime fasi del lockdown, lasciando però un grande vuoto normativo nel quale le attività produttive in primis hanno dovuto destreggiarsi fino al Dpcm del 17 marzo che ha iniziato a fornire qualche delucidazione e a mettere in campo i primi strumenti a sostegno delle imprese e dei lavoratori. Soprattutto nel primo momento di vuoto normativo Confindustria Trento ha avuto un ruolo fondamentale di affiancamento alle imprese fornendo tutte le informazioni possibili per fronteggiare la situazione e mettendo a disposizione degli Associati consulenza, strumenti operativi e modulistica non disponibile in tale critica fase. In questo periodo molte aziende hanno dovuto infatti chiudere completamente o ridurre l’attività produttiva e quindi ricorrere – rapidamente – in misura massiccia allo smart working per ottemperare ai divieti di assembramento e spostamento o collocare i lavoratori in cassa integrazione. È stata quindi frenetica e massiccia in questa fase concitata e complicata, in cui le aziende si sono appunto trovate nel giro di pochissimi giorni nella drammatica condizione di interrompere l’attività produttiva, spegnere quindi gli impianti ed organizzare al meglio il fermo produttivo e l’attività delle mansioni compatibili da remoto (lavoro agile o smart working), l’assistenza giuslavoristica ed organizzativa alle aziende di fronte a problematiche e questioni nuove e la necessaria e non sempre facile interpretazione di una mole impo
nente di decreti, ordinanze e provvedimenti vari, sia nazionali che locali. Non è poi mancata una costante e delicata interlocuzione – sia a livello provinciale che a livello aziendale – con le Organizzazioni e Rappresentanze sindacali: non sono mancati accese discussioni e contraddittori che quasi sempre si sono conclusi con costruttivi accordi e compromessi, nella non sempre facile ricerca di un equilibrio tra la prioritaria e irrinunciabile necessità di tutela della salute dei lavoratori e la continuazione dell’attività produttiva. Gli strumenti individuati per la gestione del personale in questa fase di emergenza sono principalmente: • Disciplina agevolata per lo smart working, • Cassa integrazione – anche in deroga – con apposita causale Covid 19, • Congedi parentali e voucher babysitting, • Protocolli di sicurezza. Lo smart working è lo strumento su cui si sta pun
tando fortemente per garantire la continuità di molte attività, in questo momento in cui il distanziamento sociale è la regola fondamentale per affrontare l’emergenza. La disciplina di questa modalità di lavoro, ed i connessi adempimenti, è stata semplificata dalla recente normativa emergenziale raccomandando a tutte le aziende presenti sul territorio nazionale di applicarla – laddove compatibile con le mansioni – ad ogni rapporto di lavoro subordinato, nel rispetto dei principi dettati dalle disposizioni in materia, facendo venir meno la necessità di sottoscrivere un accordo scritto con il dipendente e prevedendo la possibilità di adempiere in via telematica all’obbligo di informativa sui rischi per la salute e sicurezza. Per quanto riguarda la cassa integrazione, è previsto che i datori di lavoro che nell’anno 2020 sospendono o riducono l’attività lavorativa per eventi riconducibili all’emergenza epidemiologica da COVID-19 possono presentare domanda di concessione del trattamento ordinario di integrazione salariale o di accesso all’assegno ordinario con causale “emergenza COVID-19”. Trattandosi di una Cassa Integrazione con specifica causale è soggetta ad un particolare regime che comporta – tra l’altro – di non dover allegare alcunché alla domanda, eccetto l’elenco dei lavoratori beneficiari. Le domande possono essere presentate per una durata massima di 9 settimane, comprese nel periodo che va dal 23 febbraio al 31 agosto 2020 (mentre chiudiamo questo giornale, esce il nuovo Decreto Rilancio che estende la durata fino a un massimo di 18 settimane entro il 31 ottobre). Il periodo di fruizione non sarà inserito nel computo del biennio mobile né del quinquennio mobile e non è conteggiato ai fini del calcolo del limite di 1/3 delle ore ordinarie lavorabili nel biennio mobile. Tramite l’Associazione sono transitate centinaia di richieste di cassa integrazione, per le quali l’Associazione ha offerto assistenza sia nelle procedure formali, gestionali che naturalmente in quelle sindacali. Per fronteggiare la difficoltà legata anche alla chiusura delle scuole, è stato istituito inoltre un apposito congedo parentale di 15 giorni con causale COVID-19, indennizzato al 50% per genitori con figli fino a 12 anni, ma fruibile da genitori di figli fino a 16 anni di età: in questo secondo caso senza indennizzo e contribuzione figurativa. In alternativa al congedo è stato concesso un bonus pari a 600 euro per l’acquisto di servizi di baby-sitting. Tema complesso che ha impegnato molto le aziende e l’Associazione è stato poi quello dei protocolli di regolazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro, la cui mancata applicazione comporta – su giudizio delle autorità di vigilanza – la sospensione dell’attività fino al ripristino delle condizioni. Tale documento attua le prescrizioni del legislatore e le indicazioni dell’Autorità sanitaria seguendo la logica della prevenzione, con la finalità di favorire la prosecuzione delle attività produttive garantendo le necessarie condizioni che assicurino ai lavoratori adeguati livelli di protezione. Il rispetto di tali prescrizioni comporta per le aziende un’onerosa riorganizzazione di spazi, orari, turni di lavoro e processi produttivi; potendo adottare come misura gestionale anche il ricorso agli ammortizzatori sociali con conseguente riduzione o sospensione dell’attività lavorativa. La rapida evoluzione degli scenari e dei provvedimenti normativi ha reso necessario un supporto costante e massiccio da parte dell’Associazione alle aziende per aiutarle a districarsi tra le diverse misure messe in campo, per comprenderne l’applicabilità ed eventuale compatibilità tra le stesse e con quelle preesistenti. Con la ripartenza il 4 maggio di quasi tutte le attività manifatturiere siamo quindi entrati in una nuova fase, la quale si presenta con sfide e complessità non inferiori a quella appena conclusa del lockdown. L’Associazione continuerà quindi a garantire anche per questo periodo l’elevato standard di assistenza alle imprese, per metterle nelle migliori condizioni di affrontare questa emergenza che auspichiamo termini quanto prima.
Credito e finanza vs Covid-19: le misure
Una panoramica degli strumenti adottati a livello locale e nazionale per sostenere le aziende in tema di credito e finanza d’impresa nell’attuale momento emergenziale.
di LUCA RIBAGA e PIERANGELO BALDO, Confindustria Trento
FIN DALL'ESCALATION dell’epidemia, l’Associazione si è spesa per supportare l’emergenza sanitaria, attivandosi a sostegno dei reparti impegnati nella cura dei pazienti colpiti dal virus, e perché in Trentino arrivassero i dispositivi di protezione che in pochi giorni avevano finito per esaurirsi. Al contempo, Confindustria Trento si è adoperata per sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica sull’impatto economico correlato a questo evento extra ordinario, che nel presente si è manifestato nella forma di una immediata crisi di liquidità, e nel medio e lungo periodo ha già dato segno di potere mettere a rischio la stessa sopravvivenza di una larga parte del tessuto imprenditoriale. Grazie anche alla nostra attività di lobbying, il Governo centrale e l’amministrazione provinciale hanno varato misure straordinarie e emergenziali. Ne diamo conto in maniera sintetica, alla luce dei provvedimenti e delle disposizioni note nel momento in cui questo giornale va in stampa: il Decreto Cura Italia, il Decreto Liquidità, le Deliberazioni della Giunta provinciale 392, 461 e 523, attuative del Protocollo di intesa per il Credito. Invitiamo i lettori a consultare la sezione dedicata sul sito di Confindustria Trento, all’interno del quale daremo tempestivamente notizia dei nuovi provvedimenti e delle modifiche apportate alle disposizioni vigenti.
INTERVENTO DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO PER NUOVA FINANZA
Tramite il sistema bancario (plafond Ripresa Trentino - banche 1) • finanziamenti fino a 300mila euro (450mila in presenza anticipazione cassa integrazione) • durata 24 mesi con rimborso bullet, con possibilità a scadenza trasformazione amortising 4 anni oppure direttamente durata 6 anni di cui 2 di preammortamento • tasso annuo fisso 0,4%, con pari contributo Pat, quindi tasso zero, per i primi 2 anni, euribor 3 mesi + spread 2% per il periodo amortising • nessun costo di istruttoria • garanzia Confidi all’80%
Tramite il sistema bancario (plafond Ripresa Trentino - banche 3) • finanziamenti da 300mila a 1.250.000 euro • durata 24 mesi rimborso bullet, con possibilità a scadenza tra
sformazione amortising 4 anni oppure durata 72 mesi di cui 2 di preammortamento tasso annuo fisso 0,9%, con contributo PAT dello 0,4%, per i primi 2 anni, euribor 3 mesi + spread 2% per il periodo amortising costi di istruttoria pari ad €. 2.500 garanzia Confidi all’80%, senza costi
Tramite il Fondo strategico Trentino Alto Adige (plafond ripresa trentino - fstaa) attualmente esaurito • finanziamenti da 600mila a 1.500.000 euro • durata 24 mesi • rimborso bullet, con possibilità a scadenza trasformazione amortising 3 anni • tasso annuo fisso 0,9%, con contributo Pat dello 0,4% • costi di istruttoria pari ad 2.500 euro • garanzie: da valutare garanzia Confidi o Fcg
Destinazione delle risorse • estinzione, in tutto o in parte di linee di liquidità attivate dopo il 31 marzo; • non è ammesso l’utilizzo per estinguere linee di credito o mutui antecedenti al 1° marzo; • pagamenti relativi a costi del personale, investimenti e/o capitale circolante.
Destinatari Operatori economici che: • abbiano sede legale o unità operative nel territorio provinciale al 24 marzo 2020 • abbiano subito un impatto negativo a seguito dell’emergenza: riduzione di almeno il 10% del fatturato/ordinativi/incassi, nell’intervallo temporale che va dal 1° marzo 2020 all’ultimo giorno del mese precedente la data di presentazione della domanda • non hanno esposizioni debitorie alla data del 31 dicembre 2019, classificate presso la banca concedente come esposizioni creditizie deteriorate; sono ricomprese le imprese che hanno incontrato difficoltà successivamente al 31 dicembre 2019 a causa dell’emergenza, anche con posizioni classificate come “inadempiente probabili” o “scadute o sconfinanti deteriorate”. Sono escluse le imprese che presentano esposizioni classificate come “sofferenze”.
INTERVENTO NAZIONALE CON GARANZIE STATALI PER NUOVA FINANZA
Fondo di garanzia per le Pmi Rilascia garanzie al sistema bancario per Pmi e grandi imprese con numero di dipendenti inferiore a 499. Caratteristiche: • gratuito • importo massimo garantito per singola impresa 5 milioni di euro • ammesse imprese fino a 499 dipendenti (quindi anche grandi) • percentuali di copertura: — 90% senza utilizzo del modello di valutazione del fondo, per operazioni finanziarie fino a 6 anni, con importo inferiore a: · il doppio della spesa salariale annua dell’impresa beneficiaria · in alternativa, il 25% dell’ammontare totale dei ricavi del beneficiario · il fabbisogno dei costi del capitale d’esercizio (delta tra attività correnti e passività correnti) e investimento nei successivi 18 mesi Ammesse anche imprese che: · presentano, alla data della richiesta di garanzie, esposizioni nei confronti del soggetto finanziatore classificate come “inadempienze probabili” o “scadute o sconfinanti deteriorate” purché tale classificazione non sia precedente al 31 gennaio 2020 · sono state ammesse, dopo il 31 dicembre 2019 a procedure di carattere non liquidatorio: concordato con continuità aziendale, accordi di ristrutturazione e presentato un piano attestato — 100% senza valutazione da parte del Fondo per nuovi finanziamenti fino a 25mila euro — 100% senza valutazione da parte del Fondo per nuovi finanziamenti a imprese
con ammontare totale dei ricavi fino a 3.200.000 euro e fino al 25% dei ricavi, di cui il 90% a carico del Fondo e il 10% a carico dei Confidi — 80% per le operazioni finanziarie che non abbiano le caratteristiche sopra indicate, quindi superiori ai 6 anni di durata, che rientrerebbe però nel de-minimis Sono coperti all’80% gratuitamente, fino a 5 milioni e per imprese fino a 499 dipendenti, anche i finanziamenti per investimenti, considerati aiuti in esenzione che non graveranno sul deminimis Sono coperti all’80% anche finanziamenti per investimenti e finanziamenti a fronte di operazioni di rinegoziazione del debito del soggetto beneficiario, purché venga concesso credito aggiuntivo per almeno il 10% dell’importo del debito accordato in essere la garanzia può essere richiesta anche su operazioni finanziarie già perfezionate ed erogate da non oltre 3 mesi, dopo il 31 gennaio 2020 la durata della garanzia esistente su finanziamenti su cui è stata accordata la moratoria, è estesa di conseguenza.
Sace Rilascia garanzie al sistema bancario per grandi imprese e Pmi che hanno esaurito la propria capacità di accesso al Fondo di garanzia per le Pmi.
Caratteristiche: • finanziamenti con durata non superiore a sei anni, con possibile preammortamento fino a 24 mesi • no imprese in difficoltà in base al Regolamento
Ue e con esposizioni deteriorate nei confronti della banca finanziatrice al 29 febbraio • importo massimo garantibile (su base consolidata se l’impresa appartiene a un gruppo): — 25% del fatturato annuo dell’impresa del 2019 (riferito all’Italia) — il doppio dei costi del personale dell’impresa relativi al 2019 (sostenuti in Italia) • percentuali di copertura: — 90% dei finanziamenti per imprese con meno di 5mila dipendenti e fatturato non superiore a 1,5 miliardi — 80% e 70% per imprese tra 1,5 e 5 mld e superiore a 5 mld commissioni: — per le Pmi 0,25% dell’importo garantito il 1° anno, 0,50% dell’importo garantito il 2° e 3° anno, 1% per i restanti anni — per le grandi imprese le percentuali sono rispettivamente: 0,50%, 1% e 2% modalità di concessione: — procedura semplificata per le imprese con meno di 5mila dipendenti e fatturato inferiore a 1,5 mld — valutazione da parte del soggetto finanziatore, che dà comunicazione a Sace, che dopo verifiche, rilascia la garanzia.
MORATORIE Accordo Abi - Associazioni di categoria Moratoria finanziamenti per 12 mesi quota capitale o capitale + interessi (NB: rischio segnalazione credito forborne: la posizione è soggetta a verifica periodica interna all’istituto concedente).
Dl Cura Italia Moratoria ex lege fino al 30/09, compresa la rata scadente il 30/09 (senza costi, senza segnalazioni in Cr, mantenimento tasso contrattuale) per finanziamenti m/l e leasing. Se garantiti da FCG, procedura automatica e gratuita per estensione durata della garanzia. Proroga ex lege affidamenti a breve (non possono essere revocati nè scadere).
Protocollo Pat Moratoria finanziamenti per 12 mesi quota capitale o capitale + interessi.
Simest Moratoria di durata 12 mesi sui finanziamenti per l’internazionalizzazione delle aziende (patrimonializzazione, espansione extra-Ue, fiere e mercati, ecc..), anche durante il preammortamento.
Il contagio nel commercio internazionale
La pandemia ha sconvolto gli equilibri commerciali in tutto il mondo. Cosa succede se l’ingranaggio s’inceppa.
di NICOLÒ ANDREINI, Confindustria Trento
GIÀ IN APRILE l’Organizzazione Mondiale del Commercio stimava un probabile crollo degli scambi internazionali del 32% nel 2020 per effetto della pandemia da Covid-19, con una contrazione del Pil globale fra il 2,5% e l’8,8%. Una prospettiva drammatica, dunque, in cui le esportazioni più colpite si prevede siano quelle dal Nord America e dall’Asia, sebbene tutte le aree del pianeta presumibilmente registreranno una flessione a doppia cifra nei movimenti commerciali. La contrazione degli scambi dipende, fra gli altri, da due ordini di fattori: da un lato dall’introduzione di nuove barriere e restrizioni ad opera dei governi, che si sommano a quelle preesistenti al Covid-19; dall’altro, dall’immobilismo determinato dall’ondata di lockdown che, da est a ovest, sta progressivamente bloccando, per almeno un bimestre in ogni area del globo, forniture, produzioni e consumi per molti settori, esclusi solo quelli essenziali. Le restrizioni riguardano anzitutto gli scambi di dispositivi di protezione individuale (camici, mascherine, gel igienizzanti, ecc.) e prodotti medicali e farmaceutici, che in alcuni casi si sono tradotte in veri e propri bandi all’export, come nel caso del Regolamento 2020/402 dell’Ue che ha subordinato la vendita di specifiche categorie di Dpi ad espressa autorizzazione da parte delle autorità nazionali europee. Sebbene per le altre merci non vi siano restrizioni formali all’esportazione o importazione per effetto del Coronavirus, di fatto si registrano limitazioni ricorrenti: ad esempio, alcuni Paesi richiedono specifici certificati di salubrità delle merci, in particolare per i prodotti alimentari. Per gestire le restrizioni alle merci, il sistema confindustriale ha istituito una helpline a disposizione delle imprese italiane: emergenza.merci@confindustria.eu. Al di là delle restrizioni alle merci, le limitazioni maggiori riguardano la circolazione delle persone. Dal febbraio scorso vige per la cittadinanza italiana il divieto tassativo di spostarsi ovunque all’estero, tranne poche eccezioni. I massicci controlli terrestri e marittimi, alle frontiere sia esterne che interne all’Unione, hanno prodotto un sostanziale blocco dei transiti e quindi delle merci. Inoltre, la cancellazione di oltre 2 milioni di voli prevista nel marzo-giugno 2020 sta riducendo drasticamente la capacità di movimentazione di prodotti che per loro caratteristiche peculiari (alto valore aggiunto o facile deperibilità) necessitano di coprire lunghe distanze in tempi ridotti. Non ultimo, quasi tutti i Paesi hanno adottato un periodo di quarantena obbligatoria fino a 2 settimane Il sistema logistico subisce perciò notevoli ritardi nella presa in carico della merce e nei tempi di consegna, nonché importante incremento di costi. Le linee guida adottate il 23 marzo dalla Commissione europea, valide per tutti gli stati membri e finalizzate a gestire il traffico terrestre alle frontiere interne, stanno progressivamente alleggerendo le restrizioni agli spostamenti. Tuttavia, permangono le difficoltà nella logistica europea ed extra-Ue e ancora molte imprese non riescono a garantire l’esecuzione degli obblighi di consegna nei tempi previsti. I ritardi nella consegna delle merci si traducono inevitabilmente in ritardi di pagamento, a scapito delle filiere di fornitori e subfornitori. Inoltre, il lockdown finalizzato ad evitare
la diffusione del virus, pregiudica esso stesso la produzione industriale, con cancellazioni o posticipi di ordini da parte dei clienti esteri, motivati dai ritardi di consegna ma anche dalla generalizzata crisi di fiducia nel mercato. Per effetto del non consegnato e dell’invenduto, si crea una crisi di liquidità importante delle imprese, sia sul lato acquirenti che fornitori, con un’interruzione delle filiere e di produzione internazionali che mettono in serio pericolo anche le tradizionali collaborazioni industriali, quali ad esempio la componentistica italiana integrata nell’automotive tedesca. Altro tema delicato riguarda l’impossibilità per le imprese di adempiere agli obblighi contrattuali assunti, per effetto nei numerosi fattori citati, compresa la sospensione delle attività produttive non considerate essenziali intervenuta ai sensi dei decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri emessi negli scorsi mesi. Per non incorrere in azioni legali o nell’applicazione di penali, le imprese possono appellarsi alla “causa di forza maggiore” per i contratti in cui questa è prevista ed è formulata correttamente. Con circolare del 25 marzo il Ministero dello Sviluppo economico ha autorizzato le Camere di commercio a rilasciare dichiarazioni sullo
stato di emergenza conseguente al Covid-19, che le imprese possano esibire per giustificare l’impossibilità di assolvere nei tempi previsti agli obblighi contrattuali già assunti, per motivi imprevedibili e indipendenti dalla volontà e capacità aziendale. Tale strumento, tuttavia, non può offrire le necessarie garanzie per eventuali contratti internazionali sottoscritti con partner terzi. Aldilà delle imponenti manovre economiche, italiane ed europee, ancora in definizione e finalizzate a sostenere l’industria per i mesi a venire, il sistema Italia sta adottando vari accorgimenti a sostegno delle imprese esportatrici. A titolo di esempio, Ice Agenzia ha deliberato che offrirà alle imprese italiane spazi espositivi gratuiti in tutte le manifestazioni organizzate da Ice stessa nel mondo (fiere, mostre autonome, ecc.) nel periodo marzo 2020 - marzo 2021. In ogni caso, soltanto un sistema commerciale globale aperto, regolamentato, non discriminatorio e solidale potrà garantire l’accesso ai dispositivi necessari a contenere la pandemia, a mantenere in vita le catene di approvvigionamento e produzione globali e, attraverso di esse, decine di milioni di posti di lavoro.
Un "business place" per l’emergenza e la ripartenza
Confindustria Trento dedica un nuovo spazio all’incrocio di domanda e offerta tra le aziende del territorio. Per un business to business che nasce come circuito d’acquisto e di partnership locale.
FIN DALLE prime battute di questa emergenza, Confindustria Trento si è mossa affinché le aziende associate potessero accedere ai dispositivi di protezione individuale, allora pressoché irreperibili. L’Associazione ha procurato alle imprese decine di migliaia di mascherine, da un lato attivandosi presso i canali di approvvigionamento della Protezione Civile, dall’altra favorendo – attraverso una regia unitaria – la costruzione di sinergie tra operatori e la riconversione di alcune produzioni. Gestita questa prima fase emergenziale, abbiamo ritenuto opportuno creare un luogo che favorisse l’incontro e l’incrocio tra le aziende del territorio. Tra domanda e offerta, ma anche tra partner, per un business to business che nasce come una sorta di circuito d’acquisto e di partnership locale allo scopo di dare risposte veloci ai fabbisogni indotti da questa emergenza: dispositivi di protezione individuale, gel e sanificanti, erogatori, termoscanner, separatori in plexiglass... Questa piazza virtuale, che abbiamo chiamato Covid-19 Business Place, è una pagina del sito di Confindustria Trento che corrisponde al link confindustria.
tn.it/business-place e che raccoglie le segnalazioni di Dpi certificati e le offerte di merci e materiali che ci vengono proposte all’email dedicata businessplace@confindustria.tn.it. Nel tempo, immaginiamo che questo spazio possa diventare luogo di riferimento per il networking tra imprese, per la ricerca di fornitori o aziende partner per il vostro business. Siamo convinti che anche questa iniziativa potrà contribuire a dare respiro all’economia trentina.
Con la chiusura delle scuole la didattica a distanza ha assunto un ruolo fondamentale nel garantire la relazione con gli studenti. Molte le potezialità di questo strumento che ora bisogna riuscire a cogliere.
di MARIA CRISTINA POLETTO, Confindustria Trento
MAI COME in questi ultimi mesi abbiamo sentito parlare di Formazione e Didattica a distanza. Da un lato Scuole ed Università ne hanno fatto l’alternativa alla tradizionale didattica d’aula, non più praticabile per le restrizioni emergenziali Covid-19. Dall’altro le aziende, per le medesime ragioni, la stanno scegliendo per non interrompere programmi formativi destinati ai lavoratori, già in corso o in elaborazione per i prossimi mesi. In entrambi i contesti non si tratta tuttavia di fermarsi alla sola trasformazione di lezioni frontali in videoconferenze o webseminar, seppure anch’essi utili per trasferire contenuti, bensì di individuare e praticare metodi e strumenti specificamente dedicati per l'attuazione di una didattica a distanza efficace ed una altrettanto adeguata fruibilità autonoma da parte dell’utente, che garantisca il raggiungimento degli obiettivi formativi prefissati. Certo si tratta di una vera sfida, che si confronta con un contesto nel quale si intrecciano questioni infrastrutturali, organizzative e pedagogico - didattiche. Molte organizzazioni scoprono e sperimentano per la prima volta la didattica a distanza. Da molte parti si afferma peraltro che il futuro della formazione sarà più estesamente blended, dove l’aula potrà opportunamente mixare modalità virtuali e momenti in presenza con l’insegnante o il trainer. Proprio nei giorni che vedono dibattere il Governo e le Regioni su molte questioni legate al mondo della Scuola, non solo sulla definitiva decisione di non riprendere la didattica in presenza per l’anno scolastico 2019 - 2020 che si sta concludendo, ma soprattutto sugli scenari ipotizzabili per l’avvio del nuovo al rientro dalla pausa estiva, abbiamo raccolto alcune considerazioni da parte di due testimoni eccellenti del Dipartimento Istruzione e Cultura della Provincia Autonoma di Trento, la Dott.ssa Viviana Sbardella, Sovrintendente Scolastica della Provincia autonoma di Trento - Dipartimento Istruzione e Cultura della Provincia Autonoma di Trento e la Dott.ssa Cristina Ioriatti, Dirigente del Servizio formazione professionale, formazione terziaria e funzioni di sistema del Dipartimento Istruzione e Cultura della Provincia Autonoma di Trento.
Dott.ssa Sbardella: Il sistema che si è attivato di più con la formazione a distanza è stato quello dell'education, in primis il mondo della scuola. Pur ritenendo fondamentale e non definitivamente sostituibile la formazione in presenza, quali esiti si possono evidenziare da questa esperienza? Siamo pronti alla smaterializzazione del rapporto didattico?
Viviana Sbardella
Cristina Ioriatti
Questi mesi di “didattica a distanza” hanno fatto percepire ulteriormente l'importanza della pluralità di relazioni che si sviluppano nella comunità scolastica e che sono fondamentali per le scuole per esercitare pienamente il proprio ruolo educativo: per poter disegnare un itinerario specifico di apprendimento per ciascun alunno è necessario stabilire una relazione che permetta di considerarli nella loro individualità, rintracciando in ognuno possibilità e limiti. Quindi, la scuola che vogliamo non può prevedere la smaterializzazione del rapporto didattico: però, senza dubbio, si dovrà fare uno sforzo per integrare le modalità sperimentate in questa contingenza per rendere la didattica ordinaria più efficace.
Ci sono stati in Trentino esempi di utilizzo innovativo della metodologia fad? Non possiamo permetterci di considerare questa fase come una parentesi e perdere l’occasione di innovare la nostra scuola. Da anni si investe in modo significativo, anche se non ancora sufficiente, sulle tecnologie per la didattica e per la formazione dei docenti: questa vicenda ha costretto le scuole e molti docenti a fare un balzo in avanti nell'acquisire competenze sviluppando modalità innovative di didattica a distanza. Molti sono gli esempi positivi: adesso sta a noi raccoglierli e condividerli per non disperdere questa spinta propulsiva.
Dott.ssa Ioriatti, nella formazione professionale l’esperienza pratica e di laboratorio è essenziale. Come ha saputo compensare la didattica a distanza? In questi giorni di sospensione forzata delle attività didattiche in presenza, la didattica a distanza ha assunto un ruolo determinante come unico strumento di relazione tra la scuola e lo studente. Nella formazione professionale la didattica a distanza è intervenuta anche a supporto dell’attività pratica e laboratoriale. Va riconosciuto che le istituzioni formative hanno saputo mobilitare le migliori risorse professionali e tecnologiche per favorire lo sviluppo, attraverso la valorizzazione del project-work, di programmi specifici legati ai diversi percorsi formativi che hanno consentito di continuare a sviluppare quelle competenze pratiche prima realizzate in presenza.
Quali caratteristiche della fad si sono rivelate particolarmente efficaci per l’azione didattica? Avete riscontrato differenze tra gli allievi nelle opportunità di accesso ad esempio alla possibilità di connessione tramite web? Una delle caratteristiche della formazione a distanza è la flessibilità. Infatti l’utilizzo sia in modalità sincrona che asincrona, attraverso la registrazione delle lezioni, ha consentito di tenere vicini alla scuola anche gli studenti che per diverse ragioni hanno minori possibilità di accesso ai sistemi telematici. Anche in questo caso gli insegnanti si sono attivati per rendere disponibili lezioni, esercitazioni, materiale didattico e pratico tale da renderlo accessibile a tutti attraverso tablet, device, smartphone consentendo così di contrastare il fenomeno della dispersione scolastica. Al riguardo, evidenzio che sia gli Enti che la Provincia hanno investito significative risorse per l’acquisizione di device da mettere a disposizione degli studenti meno abbienti.
La formazione a favore della competitività
Per l’Avviso 1/2020 saranno elaborati progetti territoriali, che vedranno esclusivamente la partecipazione di imprese trentine, e progetti settoriali, riservati ad aziende appartenenti a specifici settori produttivi.
PROSEGUE il sostegno di Fondimpresa promuovendo nuovi finanziamenti a favore delle attività formative volte all’innovazione e allo sviluppo competitivo delle imprese iscritte al fondo. La pubblicazione dell’Avviso 1/2020 - Competitività prevede lo stanziamento di 72 milioni di euro per il finanziamento di piani volti alla formazione dei lavoratori su temi chiave quali la Qualificazione dei processi produttivi e dei prodotti, Innovazione dell’Organizzazione, Digitalizzazione dei processi aziendali, Commercio elettronico, Contratti di rete e Internazionalizzazione. Anche questa volta Assoservizi srl, azienda specializzata in servizi formativi e consulenziali di Confindustria Trento, sarà al fianco di Fondimpresa nel mettere a disposizione l’esperienza pluriennale maturata nella progettazione e gestione di piani di formazione alle aziende che ne faranno richiesta. In occasione dell’Avviso 1/2020 saranno elaborati non solo progetti territoriali, ovvero piani formativi che vedranno esclusivamente la partecipazione di imprese trentine, ma anche progetti settoriali, riservati ad aziende appartenenti a specifici settori produttivi. L’obiettivo è accrescere lo sviluppo competitivo delle realtà produttive non solo sul loro territorio, ma ampliando il loro raggio d’azione, ove possibile, anche verso l’esterno. Unico requisito, ai fini della partecipazione, è che le imprese aderenti ai progetti siano iscritte a Fondimpresa al momento dell’adesione al progetto formativo. I progetti formulati dovranno essere inviati a Fondimpresa entro inizio luglio 2020, mentre per quanto riguarda la partecipazione a progetti settoriali, il piano andrà presentato entro settembre. Per informazioni e iscrizioni contattare l’ufficio formazione di Assoservizi (formazione@assoservizi.tn.it)
Avviso importante ai lettori di Trentino Industriale
Stiamo aggiornando l’indirizzario per le spedizioni di Trentino Industriale. Chiediamo pertanto a tutti gli abbonati che desiderano continuare a ricevere il nostro periodico di segnalarcelo inviando una mail alla casella di posta elettronica trentino.industriale@confindustria.tn.it indicando nome, cognome, indirizzo presso il quale si intende ricevere il giornale. In alternativa è anche possibile compilare il tagliando sotto riportato e inviarlo alla nostra redazione: Confindustria Trento | Trentino Industriale - Palazzo Stella | Via A. Degasperi, 77 - 38123 Trento Chiediamo gentilmente di far pervenire le richieste entro la metà del mese di giugno in modo da aggiornare in tempo l’anagrafica per l’uscita del prossimo numero. Grazie per la collaborazione.
Nome ____________________________________________________ Cognome ____________________________________________
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Assoservizi is on air
Webinar e corsi online. Assoservizi ha ripensato la propria offerta formativa per renderla fruibile da remoto. Lo scopo è quello di rimanere al fianco delle imprese anche e soprattutto in questo delicato momento.
di ANNA VANIN, Assoservizi
CONSULENZA E FORMAZIONE unite in unico spazio virtuale nell’ambito di una progettualità nuova, organica e trasversale. Le due anime di Assoservizi di Confindustria Trento si sono reinventate per essere fruibili in modo agevole e concreto anche da remoto, con lo scopo di rimanere al fianco delle imprese anche e soprattutto in questo delicato momento. Tra le novità una serie di webinar gratuiti, pensati per offrire strumenti utili e concreti di immediato utilizzo. Non mancano però proposte più articolate, anch’esse riviste per essere fruibili online, al fine di fornire risposte specifiche su aspetti tecnici, burocratici e procedurali, secondo un taglio più prettamente consulenziale e strettamente legato alla gestione dell’emergenza in corso, considerando l’operatività dell’impresa sia sul contesto nazionale che su quello internazionale. I due appuntamenti su ‘’Gdpr ai tempi del Covid-19’’ e ‘’Modello 231 ai tempi del Covid-19’’ hanno fornito, per quanto riguarda l’ambito nazionale, risposte concrete circa una corretta compliance delle aziende rispetto ai provvedimenti in vigore in merito soprattutto alla gestione dei dati personali alla luce per esempio dell’introduzione massiva di modelli di lavoro da remoto o a fronte dell’introduzione di nuovi dispostivi diagnostici e test sierologici in azienda, così come sulle eventuali integrazioni da apportare ai modelli organizzativi 231/2001 o alle attività degli organismi di vigilanza per far fronte a tutte le disposizioni in materia di prevenzione. Guardando invece oltre i confini nazionali, i webinar ‘’Impatti del Covid-19 nella gestione della mobilità internazionale dei lavoratori’’ e ‘’Gli effetti del Covid-19 sui contratti internazionali’’ hanno evidenziato gli impatti del Covid-19 sugli scambi internazionali e sul funzionamento della supply chain e delle catene distributive internazionali nonché sulla gestione del personale operante all’estero in termini contrattuali, fiscali e contributivi. Unitamente a questa tipologia di webinar, l’offerta di Assoservizi propone anche momenti di formazione più brevi e snelli rispetto alla consueta formazione a catalogo: incontri della durata di un paio di ore, incluso uno spazio per domande e risposte in modalità interattiva, pensati per agire in un orizzonte temporale e di senso più ampio di quello legato all’emergenza sanitaria. Tra questi i webinar: ‘’Excel base’’, ‘’Excel avanzato’’, ‘’Cms Wordpress’’ e ‘’Social communication strategy’’ pensati per rinfrescare o consolidare concetti e strumenti fondamentali in un mondo sempre più digitale. Ragionando invece in termini di nuovi strumenti di lettura e gestione della complessità e incertezza che stiamo vivendo e delle ricadute che questi avranno sul mercato, sono stati pensati due spazi informativi interamente dedicati alle neuroscienze applicate: ‘’Neuroscienze, marketing e vendita: come aumentare su base scientifica le chances di successo delle proprie azioni’’ e ‘’Nuovi comportamenti di acquisto: come analizzare la propria azienda, il mercato e trovare nuove soluzioni’’. Assoservizi crede fortemente che in un momento di crisi e cambiamento come quello che stiamo vivendo, un servizio resiliente sia quello che continua a creare valore per il proprio cliente: lo ha fatto e continuerà a farlo per instaurare nuove relazioni su canali alternativi all’aula tradizionale e secondo modalità innovative, inventando servizi inediti o dando una nuova veste a quelli più consueti. Alla base il desiderio di mantenere con le aziende del territorio una relazione di continuità, di ascolto attivo rispetto ai bisogni emergenti e di visione progettuale.
Pmi: un premio per l'innovazione
Il concorso, promosso da Trentino Sviluppo, offrirà supporto in denaro e servizi alle Pmi innovative. L'investimento è pensato per sostenere una cultura d'impresa avanzata, capace di resistere alle crisi e adattarsi ai cambiamenti.
TRENTINO SVILUPPO riparte dalle piccole e medie imprese del territorio e lancia un premio per valorizzare il loro potenziale innovativo. L’iniziativa – in collaborazione con Camera di Commercio e Confindustria Trento – è patrocinata da Apsti, Ebn e Italia Startup e si rivolge alle 22 piccole medie imprese innovative trentine già iscritte negli appositi elenchi camerali e alle 90 aziende che, pur non essendo iscritte, possiedono i requisiti per farlo. Alla migliore della prima categoria andranno un premio in denaro e servizi del valore complessivo di 15mila euro. La prima classificata del secondo gruppo si aggiudicherà invece un premio in servizi per un totale di 10mila euro. Tutte le imprese finaliste verranno infine invitate ad un incontro formativo sugli strumenti finanziari più adatti per sviluppare nuovi progetti di innovazione aziendale e ricerca industriale. L’iniziativa, che aderisce a #Ripresatrentino, è frutto di una mappatura effettuata nel 2019, dalla quale emerge che – nella nostra provincia – ci sono una ventina di Pmi innovative iscritte nell’apposita sezione del Registro Imprese della Camera di Commercio. A queste, si aggiungono una novantina di aziende che, pur non
essendo iscritte, possiedono i requisiti richiesti dalla normativa. “Con questo premio – spiega Sergio Anzelini, presidente di Trentino Sviluppo – vorremmo provare a colmare un vuoto. Spesso infatti vengono proposti bandi per startup, ma per diffondere sul territorio una cultura d’impresa dinamica e avanzata, capace di resistere alle crisi e adattarsi ai cambiamenti, è necessario investire in maniera altrettanto decisa sulle Pmi”. Di qui il lancio, il 20 aprile scorso, della prima edizione del “Premio Innovazione Pmi”, promosso da Trentino Sviluppo in collaborazione con Camera di Commercio di Trento e Confindustria Trento e patrocinato da Apsti - Associazione dei Parchi Scientifici e Tecnologici Italiani, Italia Startup e European Business and Innovation Centre Network. Tra gli sponsor anche Orrick Herrington &Sutfcliffe LLP, Beople, InValue e LCA Studio Legale. Potranno aderire al premio sia le piccole medie imprese innovative trentine iscritte nella apposita sezione del registro imprese che quelle in possesso dei principali requisiti di iscrizione, ovvero un investimento in ricerca e sviluppo pari ad almeno il 3% del valore totale della produzione, la titolarità di una privativa industriale o, in alternativa, almeno un quinto dei dipendenti dottorati, dottorandi o con alle spalle un’attività di ricerca documentata oppure un terzo della forza lavoro con un diploma di laurea magistrale. Le candidature al “Premio Innovazione Pmi” dovranno pervenire entro lunedì 22 giugno 2020. Info e iscrizioni su: www.investintrentino.it/InnovazionePMI