APRILE | MAGGIO 2021
| Contiene I.R.
ANNO 62 | N°02
La mobilità si fa sostenibile Le scelte di sviluppo “verde” degli attori del territorio
Speciale La meccanica delle riforme
Associazione Il rapporto 2020 della Fondazione Nord Est
Innovazione Sai governare la transizione 4.0?
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sommario
03
editoriale 7
Più competenze per una crescita sostenibile
il punto 9
Alleati sul fronte delle vaccinazioni
copertina 10
Quale mobilità per l’area dolomitica?
12
Quale Trentino tra vent’anni?
14
Disegnare oggi la Trento che verrà
16
Uno sviluppo all’insegna della sostenibilità
speciale
rubriche 10 copertina 19 speciale
43 aziende 49 education 54 internazionalizzazione
38
Sai governare la transizione 4.0?
40
La progettazione europea opportunità per la crescita
41
La rivoluzione industriale si prepara in aula
19
La Meccanica delle riforme
21
Quando l’impresa fa anche l’academy
23
Siemens Energy. Passato, presente, futuro
25
Non un traguardo, ma una tappa
43
Concerti live anche al tempo del Covid
27
Condividere per crescere
46
Pareti divisorie contro l’isolamento
aziende
education
associazione
29 associazione 38 innovazione
innovazione
29
Una leva strategica per il rilancio
49
XII Tu Sei. Il diario
30
La Ripartenza: studi per un nuovo sviluppo
53
Upt: nuovo corso, nuova sede
34
Rivalutazioni dei beni di impresa
35
Dalla Cina agli Usa, passando per il Trentino
37
L’evoluzione inarrestabile del digital learning
internazionalizzazione 54
Il credito export al tempo del Covid-19
55
Malaysia Day. Il business in Asia
04 TRENTINO INDUSTRIALE Anno 62 | N. 2 Aprile - Maggio 2021
Direttore Responsabile
ANNO 62 | N°02
La mobilità si fa sostenibile Le scelte di sviluppo “verde” degli attori del territorio
Martina Togn Roberto Busato Nicolò Andreini Paolo Angheben Pierangelo Baldo Andrea Marsonet Eduard Martinelli Maria Cristina Poletto Luca Ribaga
Speciale
Redazione
La meccanica delle riforme
Associazione
Silvia Bruno
Il rapporto 2020 della Fondazione Nord Est
Innovazione Sai governare la transizione 4.0?
Direzione, Redazione e Amministrazione
Palazzo Stella, Via Degasperi, 77 38123 Trento T 0461 360000 | F 0461 933551 Internet: www.trentinoindustriale.com e–mail: trentino.industriale@confindustria.tn.it
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APRILE | MAGGIO 2021
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articoli, servizi, firme autorevoli e interviste a personaggi di spicco;
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editoriale
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Più competenze per una crescita sostenibile A metà marzo, intervenendo in occasione di un incontro dal titolo che è un auspicio condivisibilissimo – “Presto e Bene” – organizzato da Ispra, il Ministro alla Transizione ecologica Roberto Cingolani ha detto una cosa tremenda: “In Italia riusciamo a fare il 10% di quello che promettiamo ogni anno, se questo dovesse capitare con il PNRR l’esito sarebbe catastrofico”. Cingolani ha espresso preoccupazioni “sull’attuale capacità di scaricare a terra queste iniziative”. Come a dire: in fase progettuale siamo bravissimi. È alla prova dei fatti che, per lo meno stando al track record degli ultimi anni, lasciamo un bel po’ a desiderare. È certo: se il contesto burocratico amministrativo non cambia, non migliora, non evolve, io ho la certezza che non ci sarà alcuna possibilità di realizzare quanto si potrebbe fare con le risorse del PNRR. Se poi aggiungiamo il cattivo funzionamento della Giustizia e l’iperattivismo legislativo su temi chiave quali il Codice degli Appalti, non vedo come si possa avere un briciolo di ottimismo. Si narra che il Codice non si possa rilegare perché cambia così rapidamente che entro il giorno dopo sarebbe necessario produrre un’appendice. Per un uomo d’impresa, il tema è di quelli da passare la notte in bianco. Perché se un’impresa eccelle nella progettualità ma difetta nella realizzazione, c’è poco da fare, fallisce. A un imprenditore è ben chiaro il tema del rapporto tra costi e benefici, tra sforzo e risultato. Non perché sia migliore o peggiore degli altri. Semplicemente, se i conti non tornano, se non si riesce a garantire un margine – oppure, in tempi bui, almeno una tenuta - si torna tutti a casa. E perciò è talmente importante farcela, per sé stessi, per i propri collaboratori, per le loro famiglie, che bisogna, farcela. Ne va della sopravvivenza. Ecco: è da qui che deve nascere il nostro ottimismo. Non possiamo evitare di fare i conti con lo stato delle cose, ma dobbiamo avere la certezza che possiamo cambiare, possiamo migliorare, possiamo riconsegnare ai nostri figli un mondo migliore. È per questo motivo che credo con tutto me stesso che, soprattutto in un momento come questo, in cui è tutto è più difficile, un governo non debba essere lasciato solo e non debba volere agire da solo. Più volte, negli ultimi mesi, ho dichiarato di credere fermamente nel valore della coesione come condizione necessaria alla ripartenza. Ho ripreso questo appello anche nell’ultimo editoriale di Trentino Industriale, per dire che nessuno deve ritenersi escluso dalla responsabilità di disegnare il futuro del sistema al quale appartiene. È un appello che torno a ripetere per porre un tema che è davvero molto pratico: quello delle competenze. Da una parte abbiamo bloccato i licenziamenti, dall’altra le nostre imprese non trovano i lavoratori. Come si potrà mai gestire se non con pragmatismo questo dilemma? Se l’obiettivo è la crescita, è evidente che è necessario accompagnare l’evoluzione delle nostre imprese, che debbono poter assumere e riorganizzarsi per riconquistare le quote di mercato anche internazionale che abbiamo perso a vantaggio di altre Regioni ed altri Paesi. Il modello di sviluppo verso il quale tendiamo è oramai chiaro. L’obiettivo di questa riconversione è la sostenibilità, ambientale e sociale, perché il fine ultimo di questo nuovo umanesimo è, per l’appunto e grazie al cielo, l’uomo. Sulla strategia, sul metodo, sulle tecniche e gli strumenti: è qui che dobbiamo essere capaci di immaginare un’alleanza tra pubblico e privato, perché questa è la sola garanzia di successo sulla quale possiamo contare. Fausto Manzana Presidente di Confindustria Trento
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il punto
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Alleati sul fronte delle vaccinazioni Per la prima volta, da un anno a questa parte, nelle pagine che seguono abbiamo deciso di non parlare di Coronavirus. La pandemia è naturalmente dappertutto: negli studi economici della Fondazione Nord Est, nelle testimonianze delle imprese associate che vi raccontiamo, nei resoconti di qualche webinar, nelle anticipazioni sull’attività formativa. Ma non è in scaletta. Da una parte, perché siamo convinti di dovere iniziare a guardare oltre sul serio, anziché dirlo e basta. Dall’altra, perché oramai c’è davvero poco da aggiungere. Pubblico e privato, datori e lavoratori, uomini e donne, giovani e vecchi: fatta eccezione per qualche scheggia impazzita, siamo tutti consapevoli del fatto che la battaglia contro questo virus si vince solo vaccinando il numero più alto di persone nel più breve tempo possibile. Ed è logico ed evidente che tutti dobbiamo metterci a disposizione per concorrere a questo risultato. Come era accaduto lo scorso anno con i dispositivi, anche nella partita delle vaccinazioni i problemi non mancano, a partire dalla materia prima. Se però oggi arrivasse in Italia una quantità di dosi pari al numero degli abitanti del Paese, saremmo in grado di somministrarle in tempi stretti a tutta la popolazione? Perché per farlo è necessario programmare e implementare una macchina complessa ma che deve al tempo stesso garantire efficienza. È necessario che l’azienda sanitaria gestisca tutti i processi: l’approvvigionamento, la consegna e la conservazione dei vaccini, la pianificazione per la somministrazione, gli spazi per l’attesa, l’accettazione, l’anamnesi, l’erogazione e l’osservazione e poi i medici, il personale sanitario, gli operatori per lo smistamento… Con senso di responsabilità, anche l’industria trentina ha espresso la volontà di offrire la propria collaborazione e ha segnalato, alla macchina organizzativa, la disponibilità “extra-ordinaria” di strutture, competenze e tecnologie. Un nuovo, importante passo avanti è stato fatto con la definizione del protocollo nazionale per le vaccinazioni in azienda e con l’aggiornamento di quello relativo alle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus siglato l’anno scorso. Prosegue intanto il dialogo tra le Categorie, la Provincia e l’Azienda sanitaria, per finalizzare al meglio questa disponibilità nell’ottica di una regia centrale e coordinata. Non c’è cosa più urgente oggi della migliore programmazione di un piano vaccinale, anche per il nostro territorio. Roberto Busato Direttore Generale di Confindustria Trento
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copertina
copertina
Quale mobilità per l’area dolomitica? Le Olimpiadi 2026 sono il pretesto per una riflessione corale sullo sviluppo infrastrutturale di un territorio che ricade in tre diverse aree amministrative: gli industriali aprono il dibattito.
GETTARE
la basi per la definizione di una programmazione che tenga conto delle esigenze straordinarie dettate dall’appuntamento di Milano Cortina 2026 e che però tracci una visione di più lungo termine dello sviluppo infrastrutturale delle Dolomiti, con un occhio di riguardo alla sostenibilità e alle generazioni future.
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È con questo obiettivo che le Associazioni degli industriali delle province di Belluno, Bolzano e Trento hanno deciso di affidare all’Università di Padova uno studio preliminare che definisca lo stato attuale e gli scenari pre e post Olimpiadi del sistema delle infrastrutture di trasporto di interesse per le province sulle quali insiste il Patrimonio Unesco: un insieme indivisibile, che ricade in tre diverse aree amministrative che devono però dialogare e cooperare per una visione e una progettualità condivisa. Con due orizzonti temporali: quello del 2026, anno delle Olimpiadi, e quello di più lungo periodo, almeno trentennale.
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Maria Lorraine Berton, Federico Giudiceandrea, Fausto Manzana
Il contratto attraverso il quale Confindustria materiali necessarie all’intera area dolomitica. Belluno Dolomiti, Assoimprenditori Alto Adige Per farlo, stiamo mettendo le basi a una grande e Confindustria Trento commissionano la ricer- piattaforma comune. Se davvero vogliamo esseca al Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e re efficaci dobbiamo guardare al territorio nel Ambientale – Icea dell’Università degli Studi di suo complesso, superando i confini amminiPadova è stato siglato dai presidenti delle tre strativi e confrontandoci alla pari, soprattutto associazioni Maria Lorraine Berton, Federico se parliamo di programmazione”. Giudiceandrea, Fausto Manzana, e dal diretto- “Intendiamo dare un contributo diretto assumendo un ruolo propositivo e preparando le re del dipartimento, Carlo Pellegrino. “È un impegno che desideriamo perseguire non nostre realtà alle sfide future – aggiunge il presolo nell’interesse delle comunità che oggi abi- sidente di Assoimprenditori Alto Adige Giuditano il territorio dolomitico, ma anche per le ceandrea –. Lo studio offrirà un’interpretazione generazioni che verranno, nei confronti delle coordinata di fenomeni che sono volano di quali abbiamo una grande responsabilità – di- sviluppo dell’economia dei territori montani chiara Manzana, presidente di Confindustria interessati: se sapremo gestirli in maniera corTrento –. Lo sviluppo infrastrutturale di questa retta, saranno un’opportunità per promuovere parte di territorio, anche ma non solo in vista in modo sostenibile i nostri territori”. delle Olimpiadi 2026, dovrà essere immaginato e realizzato tenendo bene a mente che si tratta di un’eredità che lasciamo a chi verrà dopo di noi”. “Quella che si è costituita è una vera e propria task-force – afferma Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti –. Vogliamo rendere ancora più incisiva la nostra azione sul fronte delle infrastrutture materiali e im-
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12 copertina
Quale Trentino tra vent’anni? Intervista a MARIO TONINA, vicepresidente della Provincia autonoma di Trento con delega a urbanistica, ambiente e cooperazione.
È IN PIENO
svolgimento il percorso della Strategia provinciale per lo sviluppo sostenibile (in sigla SproSS), che verrà approvata entro fine maggio. Dopo l’adozione preliminare da parte della Giunta provinciale, nel dicembre 2020, è iniziata la fase partecipata, prima con la raccolta di osservazioni e suggerimenti dei cittadini e poi attraverso il confronto con le categorie economiche e sociali e gli enti locali. Ne abbiamo parlato con il vicepresidente e assessore all’urbanistica e ambiente della Provincia autonoma di Trento Mario Tonina.
Assessore Tonina, vediamo innanzitutto di inquadrare la Spross. È un documento molto importante, che segnerà il futuro della comunità trentina nei prossimi vent’anni. Predisposto dall’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente e da 11 Dipartimenti provinciali competenti per materia, col supporto del Museo delle Scienze e dell’Università di Trento, rappresenta la declinazione provinciale dell’Agenda 2030 dell’ONU. In pratica contiene le linee di azione per promuovere uno sviluppo sostenibile del Trentino entro il 2030, spingendo la sua visione fino al 2040. La domanda fondamentale che abbiamo posto è: che Trentino ti immagini da qui ai prossimi 20 anni? Uno degli obiettivi della Spross è la mobilità sostenibile: su questo fronte, qual è lo scenario di partenza? In questi anni abbiamo agito soprattutto su due fronti: quello tecnologico, incentivando la mobilità elettrica o a bassa emissione, e quello dell’offerta di alternative al mezzo privato, potenziando il trasporto pubblico, anche in un’ottica integrata treno-bus-biciclette, e sperimentando modalità nuove come l’Elastibus, il bus a chiamata. La pandemia ha avuto a sua volta un forte impatto sulla mobilità, accrescendo il ricorso al lavoro agile. Sotto questo punto di vista, abbiamo visto che si possono ridurre gli spostamenti continuando a lavorare e ad accedere ai servizi, anche se, certamente, non sempre ciò è desiderabile, pensiamo alla scuola. Sempre in tema di mobilità sostenibile, quale la visione per il Trentino del 2040? Il rapporto contiene due scenari: uno negativo, ovvero, cosa succederà se non si fa nulla, l’altro positivo, se si gestiscono i cambiamenti. Nel primo caso, vi sarà una crescita esponenziale di domanda, da parte dei residenti e anche degli ospiti, con conseguenti problemi di congestione, aumento delle emissioni e così via. Nel secondo caso, avremo un Trentino più tecnologico e più connesso, in cui gli spostamenti avverranno solo se davvero necessari o desiderabili, che utilizzerà nuovi mezzi di trasporto e modalità più “dolci” e condivise, come bike e car sharing. Sul sistema dei trasporti – di merci ma di riflesso anche di persone – impatterà inoltre il raddoppio della ferrovia del Brennero, lo spostamento di quote importanti di traffico di
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transito da gomma a rotaia, la realizzazione di progetti importanti che riguardano gli snodi di Trento e Rovereto e le loro connessioni con le valli. Quali dunque le proposte concrete da attuare entro il 2030? In sintesi: incentivare mobilità sostenibile casa-lavoro (in Trentino i lavoratori sono il 38% della popolazione e si muovono ancora per il 70% in auto);
proseguire nella realizzazione dei progetti di potenziamento delle piste ciclopedonali, delle ciclostazioni e del bike sharing; insistere con gli aiuti al trasporto ferroviario delle merci, anche potenziando l’interporto di Trento; ridurre le criticità per i centri maggiori, che continueranno ad attrarre popolazione e quindi traffico, e rendere ancora più appetibile il trasporto pubblico, con frequenze adeguate alla richiesta; maggiore flessibilità, migliori servizi all’utenza.
Semplificazione edilizia e urbanistica: un “volano” per l’accesso al Superbonus “Le misure di semplificazione edilizia e urbanistica contenute nel DDL 85, approvato il 25 marzo dal Consiglio provinciale con 29 voti favorevoli e solo 2 astenuti, rappresentano una ventata di ossigeno per i cittadini, le categorie economiche e professionali e anche per i Comuni, visto che le agevolazioni governative hanno incrementato notevolmente il numero di pratiche presentate ai fini della regolarizzazione edilizia, presupposto indispensabile per accedere al cosiddetto Superbonus 110 per cento. Il problema è l’enorme massa di domande giunte agli uffici, che blocca l’avvio dei cantieri: e tutti sappiamo quanto sia importante in questo momento sostenere il rilancio dell’economia e del lavoro. Ci siamo concentrati sulle microviolazioni, quelle che anche lo Stato, nel recente decreto semplificazione, ha qualificato non più come abuso edilizio. In questo periodo rappresentano circa il 70% delle pratiche presentate nei nostri Comuni: parliamo di difformità marginali, che non impattano minimamente sulla normativa provinciale, orientata alla riduzione del consumo di suolo. Questo in sintesi il contenuto della nuova iniziativa provinciale in materia di semplificazione edilizia e urbanistica, come illustrata dell’assessore provinciale all’urbanistica Mario Tonina. Al testo la Provincia autonoma è approdata dopo aver sentito il Consiglio delle autonomie locali e – in sede di discussione in III Commissione consiliare - il Coordinamento provinciale imprenditori e l’ANCE, il Comitato interprofessionale ordini e collegi tecnici, l’Associazione tecnici comunali e delle Comunità del Trentino. Da tutti sono pervenuti suggerimenti e proposte che hanno reso più ampio e approfondito il suo impatto. L’intento infatti è anche quello di integrare la disciplina provinciale con la definizione di “stato legittimo” degli immobili nonché con la disciplina delle cosiddette “tolleranze costruttive”, che possono concorrere – dal punto di vista urbanistico ed edilizio – a semplificare le domande di accesso ai lavori previsti dall’Ecobonus. “Accanto a queste disposizioni – sottolinea ancora Tonina - abbiamo voluto prevedere specifiche disposizioni in materia di distanze da rispettare nel caso di interventi di demolizione e ricostruzione di edifici demoliti, per il quale varranno le distanze preesistenti entro determinati limiti fissati proprio dalla norma per assicurare interventi coerenti con gli insediamenti esistenti. Il tutto per favorire la ripresa economica ma anche a beneficio del decoro dei nostri edifici, del paesaggio urbano e quindi in generale del vivere collettivo”. La nuova disciplina è il risultato di un’attenta comparazione tra le norme provinciali vigenti e i principi contenuti nel Decreto semplificazione e l’innovazione digitale che, a fine 2020, ha introdotto molte novità al Testo unico nazionale in materia di edilizia. Il lavoro di adeguamento delle norme provinciali alle novità introdotte con il decreto ha comportato anche l’approfondimento rispetto a istituti giuridici nuovi, come ad esempio le tolleranze e la legittimazione degli edifici. Il tutto al fine di semplificare la vita alle imprese e alle famiglie, ma anche con l’intento di promuovere interventi di recupero del patrimonio edilizio in linea con la qualità urbana e con l’ambiente.
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Disegnare oggi la Trento che verrà Intervista a EZIO FACCHIN, assessore alla transizione ecologica, mobilità, partecipazione e beni comuni del Comune di Trento.
"IL 2021
è un anno cruciale per la città di Trento. Innanzitutto, perché, come tutti auspichiamo, a breve si potrà avviare la tanto agognata ripartenza e archiviare, anche grazie alla campagna vaccinale, i mesi difficili e drammatici della pandemia. In secondo luogo, tra la fine dell’anno e l’inizio del 2022, si chiariranno i contorni di molti grandi progetti riguardanti la città che oggi sono ancora in via di definizione”. A parlare è l’assessore alla Transizione ecologica e mobilità Ezio Facchin, a cui abbiamo chiesto di aiutarci a immaginare la Trento che verrà e di illustrarci le sfide in tema di mobilità sostenibile in programma nei prossimi mesi. Unico tecnico della giunta guidata dal sindaco Franco Ianeselli, Facchin è un ingegnere con una lunga esperienza nel campo della mobi-
lità collettiva e delle infrastrutture. Nel suo curriculum ci sono infatti svariate posizioni di vertice nelle Ferrovie dello Stato (tra cui amministratore delegato di Bbt), alla Trentino Trasporti, di cui è stato presidente, e l’incarico di commissario straordinario del Governo per la realizzazione del quadruplicamento della tratta Fortezza-Verona. Uno dei temi al centro del programma di questa amministrazione comunale è quello della mobilità sostenibile. Quali sono i principali progetti in cantiere? Distinguerei due piani, ugualmente importanti. Uno riguarda gli interventi in programma a breve-medio termine, l’altro invece è quello dei progetti più impegnativi, a medio-lungo termine. La Giunta e gli uffici comunali stanno lavorando a entrambi con la stessa intensità. Iniziamo dal primo piano: il Comune di Trento ha aperto o aprirà a breve svariati nuovi cantieri per la costruzione di nuove ciclabili, in modo da integrare la rete esistente. Proprio per promuovere la ciclabilità stiamo lavorando insieme alla Provincia per costruire, anche nelle zone collinari, dieci ciclo stazioni del bike sharing da aggiungere alle 32 già presenti in città. E installeremo in vari luoghi della città i ciclobox coperti, per poter parcheggiare le biciclette in sicurezza. Infine, quest’anno progetteremo il collegamento verticale con la collina est, a servizio del polo universitario di Mesiano. Nel 2022 partiranno i lavori, che avranno un costo di circa 3 milioni di euro. Sappiamo bene però che per cambiare davvero la mobilità cittadina non bastano le ciclabili né un’opera importante e attesa come l’ascensore per Mesiano. Cosa serve allora? Siamo di fronte ad un cambiamento importante collegato ad una diversa interpretazione della mobilità cittadina: più trasporto pubblico (efficiente), meno trasporto privato, più mobilità leggera. Per questo che stiamo lavorando a un nuovo piano urbano della mobilità sostenibile (Pums) che dovrà rivedere e riprogettare in modo innovativo tutte le forme di accessibilità al territorio (pedoni, bici, trasporto pubblico, auto...), quelle pubbliche e quelle private, quelle riguardanti le persone e le merci. L’obiettivo è garantire a tutti i cit-
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SISTEMA FERROVIARIO TRENTINO
Nodo di Trento
SISTEMA FERROVIARIO TRENTINO Scenario 2020: didi fatto Scenario 2020 -stato Stato fatto
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SISTEMA FERROVIARIO TRENTINO
SISTEMA FERROVIARIO TRENTINO Scenario 2033: apertura stazione Mazzoni ipogea + apertura NorduS Scenario 2033 - Apertura stazione Mazzoni ipogea + apertura NorduS
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E qui arriviamo agli interventi in programma a medio-lungo termine. Ce li illustra? Dal punto di vista delle infrastrutture, Trento si trova a vivere un momento molto interessante della sua storia. Infatti, il potenziamento della ferrovia del Brennero può diventare, e diventerà, un’occasione per ridisegnare la città del futuro. L’opera di scavo del tunnel del Brennero è arrivata a circa 140 chilometri dei 230 complessivi. Ora è necessario accelerare la realizzazione delle cosiddette tratte d’accesso, compresa quella di Trento, in modo da arrivare puntuali al 2028, quando il tunnel di base sarà concluso. Il progetto della Circonvallazione ferroviaria, che permette di spostare in galleria i treni merci (ne passeranno 130 al giorno, a tunnel del Brennero concluso), nasce proprio dall’ esigenza di completare le tratte mancanti di quel Corridoio 5 che unisce la Scandinavia al Mediterraneo. Noi però non parliamo solo di Circonvallazione ferroviaria, ma di un progetto integrato di cui fanno parte, oltre alla realizzazione del NorduS tra Lavis e il Nuovo Ospedale, anche l’interramento dei binari tra la rotatoria di Nassirya e le Albere, già immaginato dall’urbanista catalano Joan Busquets, e la stazione ipogea in Piazza Dante. Accantonato per anni perché troppo costoso, quel progetto diventa oggi realizzabile proprio grazie alla Circonvallazione ferroviaria che, per tutta una serie di ragioni tecniche (una per tutte: non bisognerà fermare i treni durante l’interramento), ed economiche (i fondi del Recovery plan), apre la strada a una nuova, intensa stagione pianificatoria.
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tadini opzioni di trasporto sostenibili e sicure per raggiungere i servizi chiave. L’Amministrazione comunale ha dato incarico allo studio Syntagma di Perugia di trasformare questi obiettivi in progetti/azioni. A breve Sintagma avvierà anche un percorso partecipativo con i cittadini, coordinato dal nostro Ufficio Mobilità. Il Biciplan, che fa parte del piano, sarà pronto prima della fine dell’anno, mentre per il Pums completo dovremo attendere il 2022. Inoltre, con la Provincia, stiamo verificando il percorso della futura tramvia da Spini al centro città: è un’opera, questa, che sarà strategica anche per il grande progetto integrato che rivoluzionerà la città nel prossimo decennio.
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Quali sono i tempi di questo grande progetto integrato? Una prima ipotesi di cronoprogramma prevede che entro il decennio sarà agibile la circonvallazione merci. Tra il 2028 e il 2030 si procederà alla costruzione di una stazione ferroviaria provvisoria all’ex scalo Filzi, quindi seguiranno l’interramento della linea storica tra Filzi e via Monte Baldo, la stazione ferroviaria ipogea e il Nordus, operativi dal 2033. A quel punto la città, liberata dai treni merci oltre che da gran parte dell’inquinamento autostradale, avrà a disposizione aree da destinare a nuove funzioni urbane e un nuovo e moderno sistema di trasporto su ferro, che sarà integrato con quello su gomma in modo da connettere tutti i quartieri cittadini. Se le misure di accelerazione dei lavori inseriti nel Recovery Plan troveranno rapida applicazione, i tempi di attuazione previsti potranno essere opportunamente ridotti. Come preannunciato dal sindaco Franco Ianeselli, l’Amministrazione è impegnata a costituire un punto di informazione e dialogo sul progetto integrato che, appena possibile, verrà aperto al pubblico.
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Uno sviluppo all’insegna della sostenibilità Intervista a DIEGO CATTONI, Amministratore Delegato di Autostrada del Brennero Spa
"IL NOSTRO
grande obiettivo si chiama Green Corridor. È, infatti, nostra ferma volontà realizzare il primo corridoio verde d’Europa lungo questa via dalla storia millenaria e dalla rilevanza strategica che è l’asse del Brennero”. Diego Cattoni, Amministratore Delegato di Autostrada del Brennero Spa, descrive così il macro-obiettivo cui punta la società di via Berlino nei prossimi anni. “So che spesso si fatica ad associare l’attività di un’autostrada al concetto di sostenibilità, ma per noi la sostenibilità è la condizione di ogni progetto di sviluppo. Non salveremo l’ambiente limitando la mobilità delle persone e delle merci – continua l’ad di Autobrennero - ma sviluppando tecnologie capaci di eliminare le emissioni inquinanti e trasferendole nella vita di tutti i giorni. Non stiamo parlando di fantascienza, o di qualcosa che vedranno forse i nostri nipoti: l’idrogeno verde che produce il centro IIT di Bolzano, del quale siamo soci fondatori, è in grado di muovere un veicolo elettrico con prestazioni già oggi paragonabili a quelle di un diesel producendo acqua distillata come unica emissione”. Autostrada del Brennero gestisce un’autostrada, la A22, strategica non solo per i territori che attraversa, ma per l’intero sistema eco-
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nomico italiano, dato che il passo del Brennero rappresenta la principale porta di accesso da e per i mercati europei. Otre 50 i milioni di tonnellate che vi transitano ogni anno. I problemi al Brennero, però, non mancano. “Ai problemi di natura infrastrutturale, legati alla necessità di far transitare milioni di veicoli a oltre 1.300 metri di quota in ogni stagione dell’anno lungo l’articolata serie di opere d’arte che rendono percorribile la stretta valle d’Isarco, si sommano quelli di natura diplomatica. Facendo appello a ragioni di natura ambientale, l’Austria di fatto contingenta il traffico merci tra noi e la Germania. Di recente, dal 15 febbraio al 29 marzo, la A22 è rimasta interrotta a Verona nord, dove siamo stati costretti a far uscire tutti i veicoli, leggeri e pesanti, per evitare che qualcuno potesse raggiungere il confine tra Austria e Germania sprovvisto dell’esito negativo del tampone richiesto dalle Autorità germaniche, in modo da evitare il rischio di code in Austria. Grazie alla pronta reazione della Società e di tutte le Autorità italiane siamo riusciti a contenere il danno. Attualmente, al Brennero, siamo passati da una media di 30.000 veicoli al giorno, tra entrate ed uscite, a circa 10.000. Nei weekend tocchiamo anche punte negative da -90%”. Proviamo a guardare oltre. Già oggi un tir diesel Euro 6 emette 10 volte meno Pm10 e 12 volte meno ossidi di azoto rispetto a un Euro 3, ma grande è il fermento nel mondo dell’automotive. Le autostrade sapranno restare al passo? “Autobrennero ha già fatto i compiti a casa anticipando alcune recenti evoluzioni del mercato dell’automotive che salutiamo con grande piacere. Già oggi il proprietario di un veicolo elettrico può percorrere la A22 senza timori circa l’autonomia del propri mezzo perché la rete di ricarica è già abbastanza fitta. Non solo: al momento e a dimostrazione che noi ci crediamo davvero, il pieno in A22 è gratis, lo paga Autobrennero. Il nostro piano per la mobilità sostenibile prevede la progressiva istallazione di colonnine sempre più potenti e rapide, ma da tempo guardiamo anche oltre i veicoli a batteria. Nel 2014, con il determinante contributo di Autostrada del Brennero, a Bolzano è stato realizzato il primo e attualmente ancora unico centro di produzione e distribuzione di idrogeno verde d’Italia. Il nostro piano prevede ora la realizzazione di altre quattro stazioni di rifornimento
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a idrogeno al Plessi, a Rovereto Sud, a Verona e nella Autostrada del Brennero è partner della Commisstazione di Campogalliano, più una stazione di rifor- sione europea in C-Roads Italy. Vi attendete più di nimento aziendale. La nostra idea è cominciare con una serie di dati sperimentali? la distribuzione e, in ragione della domanda, produr- “Molto di più. Tra i diversi progetti legati alla sostenibire direttamente in loco l’idrogeno verde attraverso la lità ambientale, Autostrada del Brennero è coordinafonte rinnovabile più funzionale a ciascun sito: bio- tore di BrennerLec, una modulazione dinamica delle velocità di transito attuata in ragione dell’intensità del massa, eolico, solare o idroelettrico”. traffico e dell’inquinamento. Solamente uniformando le velocità di chi viaggia in caso di traffico intenso, il Perché investire oggi nell’idrogeno? “Ognuno lo fa per ragioni diverse, noi perché finché risultato è stato non solo ridurre l’inquinamento, ma non si svilupperà una rete di distributori a idrogeno anche ridurre i tempi di percorrenza e l’incidentalità. non si venderanno veicoli a idrogeno. Ognuno deve Pensi qual è il potenziale di una guida connessa. Torfare la propria parte se vogliamo ottenere risultati nando a C-Roads, noi abbiamo già istallato 63 Road concreti sul fronte ambientale. Il nostro grande obiet- Side Unit (RSU), già virtualmente in grado di dialotivo si chiama Green Corridor. È nostra ferma volontà, gare i veicoli in grado di ricevere il segnale. Stiamo infatti, realizzare il primo corridoio verde d’Europa portando avanti segmenti specifici del progetto come lungo questa via dalla storia millenaria e dalla rile- il Track Platooning, un convoglio di più camion connessi tra di loro con il primo a guidare gli altri, o vanza strategica che è l’asse del Brennero”. Highway Chauffeur, che testa manovre di controllo laterale e longitudinale effettuate autonomamente, in Come? “Quando si dice Autobrennero, tutti pensano alla A22 altre parole, la possibilità di sorpassare in autostrada ed è normale dato che questa è la società che l’ha senza intervento umano. Il nostro obiettivo finale è costruita. Non tutti, però, sanno che già oggi Auto- quello di attivare un dialogo bidirezionale tra l’infrabrennero è un gruppo che, attraverso le partecipate struttura e i veicoli che la percorrono in modo che Rail Traction Company e Lokomotion, movimenta la “ tragica fatalità” smetta di essere una possibilità circa 12.000 treni l’anno. Noi non solo non vogliamo in A22. Emissioni ed incidenti zero. Questa è la meta frenare il graduale passaggio del traffico merci dalla da raggiungere. La strada è lunga, ma noi siamo già Diego Cattoni gomma alla rotaia, obiettivo principale del tunnel partiti e sappiamo dove vogliamo andare”. ferroviario del Brennero, ma vogliamo favorirlo perché gli scambi commerciali sono destinati a crescere e la A22, in condizioni pre-Covid, era un’autostrada prossima alla saturazione. Mentre contribuiremo a questo storico switch, che va ricordato richiede non solo ferrovia ma anche hub intermodali, l’autostrada non sarà più la stessa. Da un lato per il progressivo diffondersi di veicoli elettrici - a idrogeno o a batteria - dall’altro per il crescente livello di interconnessione con l’infrastruttura dei veicoli a guida autonoma. Perché la sostenibilità non passa solo dall’abbattimento delle emissioni inquinanti, atmosferiche o acustiche, ma anche dall’abbattimento dell’incidentalità. Oggi il 93% degli incidenti, anche con esito fatale, è causato da un errore umano. Difficile ridurne drasticamente il numero finché il fattore umano resterà determinante”.
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La Meccanica delle riforme Intervista a MARCO GIGLIOLI, presidente della Sezione Meccanica, Meccatronica e Impianti di ALESSANDRO DE BERTOLINI
PRESIDENTE
Giglioli, la Sezione si è affacciata al nuovo anno all’insegna di una denominazione originale. Qual è la ratio alla base di questa scelta? La nuova denominazione rientra in un piano più ampio di revisione degli storici gruppi merceologici di Confindustria Trento. Una riforma che ha lambito anche la storica Sezione Meccanica, che si adegua nella forma a un processo di cambiamento sostanziale, giunto a maturazione negli ultimi anni, in virtù dei mutamenti dovuti anche e soprattutto all’avanzamento tecnologico. Il nome adottato rende giustizia alle varie anime che costituiscono il nostro gruppo: rimane chi si occupa di meccanica, c’è chi appartiene a un settore particolare come quello della meccatronica, ci sono i player del settore degli impianti. Circa un centinaio di imprese, piccole, medie e grandi, per un numero di dipendenti superiore alle 6300 unità, legate da interessi comuni che vanno ben oltre il semplice profilo contrattuale. Abbiamo problemi e necessità comuni, che l’associazione ci consente di affrontare, per risolverli, rappresentandoci ai tavoli con le controparti; abbiamo occasioni di business che possiamo finalizzare prima e meglio grazie alla possibilità di fare networking che ci è data dalla nostra comune appartenenza. Abbiamo l’opportunità di fare rete e massa critica, per ottenere obiettivi che individualmente potremmo fare più fatica a raggiungere, come ad esempio l’approdo sui mercati internazionali. Andiamo con ordine, proprio a partire dall’aspetto del contratto… Che un cenno lo merita, perché poche settimane fa, al termine di un percorso negoziale durato più di un
Marco Giglioli
anno, è stata sottoscritta l’ipotesi di accordo per il Contratto Collettivo Nazionale per il Lavoro dei metalmeccanici e degli Installatori di Impianti. Un rinnovo avvenuto in continuità con lo spirito riformatore avviato nel 2016. Un buon risultato, sul piano salariale – dove l’incremento quantitativo risulta sostenibile dal punto di vista economico – così come sul piano degli inquadramenti. La riforma di questo ultimo aspetto attribuisce il giusto valore alle competenze e ai ruoli, in sintonia con un approccio
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volto a riconoscere e premiare la qualità. Passiamo alla nuova denominazione. Una declinazione che suggerisce che in seno ad ogni anima si muovano progettualità e interventi diversi. Partiamo dalla giovane, quella meccatronica, che è stata recentemente oggetto di un importante lavoro di ricerca. Il report "Industria 4.0 e meccatronica in Provincia autonoma di Trento" è un bel traguardo raggiunto nell’ambito dell’assegno di ricerca promosso da Confindustria Trento presso il dipartimento di Economia e management dell’Università di Trento, con la collaborazione di ProM Facility. Un’iniziativa resa possibile grazie al sostegno economico di alcune aziende, che qui ringrazio per la sensibilità e lungimiranza: Adige Spa, Dana Italia Srl, Enginsoft Spa, Marangoni Meccanica Spa, Metalsistem Spa, Tecnoclima Spa, Zf Padova Srl e Zobele Holding Spa. Mi piace evidenziare che il percorso si è sostanziato in una serie di attività di ricerca che non si esauriscono nel report: il caso di studio del Polo meccatronica e del
Il valore dell’impegno del Comitato Nel corso della sua intervista, Marco Giglioli ha più volte ribadito il valore del gioco di squadra dei componenti del Comitato di Sezione che presiede, a partire dal vicepresidente Luca Arighi, Adige Spa - Blm Group. Siedono nel comitato inoltre Angelo Angeli, ZV Meccanica Srl, Giovanni Cattani, Siemens Energy Transformers Srl, Alessandro Condin, MPR Srl, Aldino Cristofolini, Quad Automazioni Srl, Christian Dallago, Dalmec Spa, Fabio Dandrea, Hollander Idrotermica Pohl Franco Srl, Barbara Fedrizzi, Metalife Srl, Lia Grandi, Smartengineering Srl, Marco Lorenz, Larentis Lorenz Srl, Carlo Segatta, Domolift Elevatori Srl, Ilaria Vescovi, Tecnoclima Spa, Antonio Zanotti, Decos Italia Srl.
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settore meccatronico in Trentino saranno valorizzati a livello internazionale grazie ad una serie di pubblicazioni destinate alle riviste specialistiche di tutto il mondo. La partnership con il Polo è stata strategica nella maturazione di una nuova generazione di produzioni locali all’avanguardia sull’automazione industriale. L’anima meccatronica della nostra Sezione ha assunto in tempi brevi una massa critica e un’identità di tutto rilievo, anche e soprattutto grazie al gioco di squadra di un territorio sensibile all’innovazione. Mi riferisco alle competenze e alle opportunità offerte dai laboratori di ProM facility, ma anche alle risorse messe a disposizione dal Digital Innovation Hub promosso da Confindustria Trento e dalla Fondazione Hit, porta di accesso alle risorse 4.0 per tutte le imprese, di qualsiasi settore e dimensione. È un assetto, quello che si è venuto a costituire in questi anni in Trentino, che ci consente di essere pronti a scaricare a terra le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Nella partita della cosiddetta “ripartenza”, gli investimenti del pubblico e del privato devono fare i conti con il mantra della sostenibilità. C’è talmente tanto da fare su questo fronte… Non è un caso se tra le sei missioni che costituiscono il Pnrr quella sulla quale si concentra la percentuale più elevata di risorse è chiamata “Rivoluzione verde e transizione ecologica”. All’interno di questo capitolo, la voce più corposa è a sua volta quella dedicata all’efficienza energetica e alla riqualificazione degli edifici. Si parla di quasi 30 miliardi di euro, tra gli interventi sugli edifici pubblici e quelli destinati all’efficientamento dell’edilizia privata. È prevista dunque un’estensione del superbonus 110%: un’agevolazione prevista dal Decreto Rilancio e applicata in Trentino in maniera più agile grazie alla legge provinciale approvata nei giorni scorsi. Un incentivo importante che offre vantaggi indiscussi a tutti i livelli.
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Quando l’impresa fa anche l’academy Smartengineering impiega 150 dipendenti, il 90% dei quali ingegneri. Della ricerca dei talenti e della loro formazione si occupa direttamente con le Academy Smartengineering.
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modello di business, un’officina di idee, un concentrato di cuore e cervello che mette a sistema la passione per il proprio lavoro e le capacità intellettuali per la ricerca e lo sviluppo. Alla base, la volontà di incrociare competenze e specializzazioni differenti per offrire il massimo al cliente e per aprire strade nuove verso nuovi mercati. Smart Industry è tutto questo: il brand commerciale di proprietà di Smartengineering Srl, che nasce con lo scopo di creare servizi scientifici e tecnologici innovativi ad ampio spettro finalizzati all’offerta di nuove soluzioni per il cliente. Una missione quasi visionaria – la prima esperienza di questo tipo a livello locale e nazionale – che ha trovato solidità e concretezza. “Integriamo competenze diverse per generare virtuosismi portando soluzioni di eccellenza sul mercato”, spiegano Lia Grandi e Caterina Caracausi, rispettivamente presidente e responsabile comunicazione di Smartengineering. Il progetto è nato da poco ma ha già ottenuto ottimi risultati con un feed positivo da parte dei clienti. “Nel modello di business che proponiamo – proseguono Grandi e Caracausi – il brand Smart Industry viene condiviso con altre aziende per la promozione di un universo di servizi e competenze altamente innovative e sinergiche, a servizio dell’industria in ambito di ricerca e sviluppo”. Smartengineering è un’azienda specializzata in ingegneria meccanica e meccatronica. “Le nostre eccellenze – spiega la presidente Grandi – sono focalizzate nell’automazione, packaging, automotive, assembly machine, aeronautica, aerospace, difesa, macchina utensili e comparto biomedicale”. Insediata da dieci anni a Rovereto nel polo della
meccatronica, Smartengineering è articolata su quattro sedi: oltre agli uffici trentini, è presente a Ozzano dell’Emilia in provincia di Bologna, headquarter del gruppo, a Mestre e a Magreta (provincia di Modena). Impegna complessivamente 150 dipendenti, età media 34 anni, il 90% dei quali sono ingegneri. Si rivolgono a Smartengineering clienti grandi o medio grandi, tipicamente multinazionali, realtà strutturate o comunque imprese leader nel loro settore. “Con i nostri clienti – sottolineano Grandi e Caracausi – lavoriamo in partnership, progettando e costruendo con loro attività condivise in ambito di ricerca e di sviluppo, di medio o lungo termine, spesso portate avanti mendiate la costruzione di team di progetto specificatamente dedicati”. Lia Grandi
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Per rispondere alla richiesta di una specializzazione sempre più spinta in ambiti differenti della meccanica e della meccatronica, Smartengineering ha puntato sulle sinergie. “Smart Industry – spiega la presidente – è esattamente questo. Per integrare le nostre competenze le cerchiamo altrove, favorendo momenti di confronto con altre professionalità per mettere a fattor comune diverse specializzazioni”. Non si tratta di un modello consortile, non si tratta di una rete ma di un nuovo modo di fare business “fondato sulla ricerca della complementarietà tra aziende e sulla condivisione di una strategia commerciale per promuoversi sul mercato in una logica win to win”. Il motore di tutto sono le persone; sono loro la linfa vitale per ricerca e sviluppo. “Le Academy Smartengineering – fanno sapere dall’azienda – sono infatti il cuore strategico della nostra learning organization, un luogo fisico in cui i candidati sono destinatari di interventi formativi e, soprattutto, figure attive dello sviluppo, condivisione e diffusione della cultura aziendale”. Anche su questo Smartengineering è diversa dai competitors. Ideate con il fine di perseguire la mission aziendale, le Academy si suddividono “in percorsi interni finalizzati all’ingresso di nuove risorse in azienda e in
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percorsi di formazione creati ad hoc per i nostri clienti, divenendo così investimento e valore anche per quest’ultimo”. Le Academy sono funzionali alla ricerca di talenti e alla loro formazione all’interno dell’azienda. “Lavoriamo a strettissimo contatto con istituti scientifici e di ricerca e con le università – precisa Lia Grandi – in Trentino e in molte altre regioni di Italia. È nostra premura assumere neolaureati, scelti tra le eccellenze con skills di altissimo profilo, per poterli formare da subito al nostro interno”. Un’esigenza, questa, di grande rilevanza strategica per Smartengineering, se si considera il fatto che, dal mese di ottobre 2020 a oggi, sono stati assunti 30 nuovi collaboratori. Ma non solo. “Continuiamo a crescere” – concludono Lia Grandi e Caterina Caracausi. “Nei prossimi 12 mesi immaginiamo di assumere altre 40 persone”. (adb)
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Siemens Energy. Passato, presente, futuro L’azienda, che forse alcuni ricordano con il nome di S.T.E.M, compie 100 anni. Dalla sua lunga storia, segnata da una crescita costante, trae ispirazione per costruire il futuro.
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“Siamo un’azienda cresciuta sul territorio con un legame forte verso il territorio: un’azienda fatta di operai, impiegati, tecnici e ingegneri ma, soprattutto, di persone capaci e motivate che valgono molto di più di qualsiasi strategia o investimento”. Per Giovanni Cattani, ceo di Siemens Energy Transformers Srl, è questo il vero valore dell’impresa e ciò che fa la differenza. “La nostra fabbrica funziona e convince perché alla base ci sono persone e competenze che vengono riconosciute dai nostri clienti da molti anni; grazie a queste persone continuiamo stabilmente a crescere. Negli anni Novanta fatturavamo circa 10 milioni di euro l’anno, ora abbiamo superato i 90 milioni”. Con sede a Trento, a Spini di Gardolo, Siemens Energy Transformers Srl progetta e produce trasformatori. È una delle 16 aziende del colosso multinazionale Siemens Energy, all’interno del quale si identifica come unica sede italiana, specializzata nella produzione di trasformatori di media potenza dai 15 ai 150 Mva con tensioni fino ai 300 kV. “È questo il nostro core business, la nostra eccellenza”, precisa Cattani: “Siamo specializzati sulle taglie di media potenza e su queste risultiamo competitivi all’interno del Gruppo. Grazie ai continui investimenti, guidati da una strategia di medio/lungo periodo, grazie allo sviluppo delle competenze dei nostri collaboratori, alla cooperazione con i nostri clienti e alle partnership con i nostri fornitori, siamo cresciuti costantemente con una produttività del sito molto elevata, diventando uno dei punti di forza di Siemens Energy nel panorama internazionale”. L’azienda di Spini di Gardolo risponde alle linee di sviluppo e ai disciplinari del gigante
Siemens Energy, presente sui mercati di tutto il mondo, ma ha mantenuto una sua autonomia. “Siamo una legal entity”, sottolinea il ceo. “Questo ci ha permesso di mantenere un certo grado di autonomia nella gestione, permettendoci di pianificare la crescita dell’azienda seguendo le indicazioni della casa madre con un occhio alle radici locali, qui in Trentino”. Tutta la produzione avviene nello stabilimento di Spini. Qui, si producono oltre 200 trasformatori all’anno, ognuno dei quali viene testato in laboratorio assieme al cliente. Il lavoro è svolto sempre a stretto contatto con la committenza: “Lavoriamo solo su commissione. Tutte le apparecchiature sono costruite sulla base di specifiche richieste dei clienti e la customizzazione è totale. Anche per questo siamo in grado di far emergere il valore aggiunto dei nostri collaboratori. Nel nostro settore, nonostante il crescente supporto della digitalizzazione, l’automazione non ha ancora raggiunto livelli troppo spinti
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nel ciclo produttivo. Ogni singolo trasformatore viene realizzato con l’apporto di tecnici e operatori altamente qualificati e con un’esperienza di lungo corso: maestranze che non sono facili da reperire nel mercato del lavoro. Allo stesso modo, non è semplice trovare ingegneri qualificati in questo settore. Collaboriamo con le università del territorio, con le quali abbiamo preso accordi di collaborazione didattica per trovare neolaureati con profili adatti, disposti a essere formati direttamente in azienda. Investiamo su queste professionalità per farle crescere con noi”. Oltre l’85% del fatturato è realizzato all’estero. I trasformatori escono dalla fabbrica e sono diretti in tutto il mondo, dal Nord Europa al Middle East all’America. “Siamo presenti in circa 100 Paesi”, aggiunge Cattani. Un tipo di mercato, quello di Siemens, che non è stato influenzato dalla pandemia. “Il nostro – prosegue – è un settore in continua crescita. Durante la
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crisi causata dal Covid-19 la domanda di energia elettrica è comunque cresciuta”. Ma non è solo questo. Altre tendenze stanno favorendo il business di Siemens Energy Transformers Srl. “La richiesta di produzione di energia rinnovabile è in crescita, in particolare l’eolico ed il fotovoltaico, dove realizziamo oltre 1/3 del nostro fatturato. Inoltre, l’attenzione all’ambiente e alla circular economy spingono i produttori a sviluppare soluzioni sempre più efficienti a perdite basse e impatto ambientale ridotto. Così come, infine, la digitalizzazione e la resilienza, un settore in crescente sviluppo, sul quale stiamo puntando con una soluzione innovativa chiamata Sensfomer. Grazie a questa innovazione, equipaggiamo i nostri prodotti con un nuovo dispositivo, sviluppato da noi, che consente di monitorare in tempo reale e da remoto i parametri dei trasformatori, che vengono connessi al Cloud. Attraverso applicazioni sviluppate da Siemens, quindi, è possibile lavorare sulla raccolta di dati per analizzare e simulare le condizioni d’esercizio dei trasformatori, permettendo ai nostri clienti di prendere decisioni in merito alla gestione dei loro assets, pianificando manutenzioni predittive e migliorando l’esercizio della rete elettrica e la continuità del servizio”. Con queste prerogative, rivolta al futuro, Siemens Energy Transformers Srl si prepara per il suo primo secolo di vita. L’azienda fu fondata a Trento in viale Verona il 3 febbraio del 1921, dove rimase con il nome di S.T.E.M. fino al 1986, anno in cui si trasferì presso l’attuale sede di Spini. Dal 2005 entra a far parte di Siemens e dal 2020 di Siemens Energy. Per celebrare l’anniversario, tra le varie iniziative, l’azienda ha deciso di investire in cultura. “Abbiamo stretto un accordo con la Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Trento – conclude l’ingegner Cattani – per selezionare due studenti che ci aiuteranno a produrre il primo bilancio sociale della nostra azienda e a fare una ricerca storica su Siemens Energy Transformers Srl. Entrambi i lavori sono finalizzati alla stampa di una pubblicazione”. (adb)
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Non un traguardo, ma una tappa CTE festeggia 40 anni di storia (delle piattaforme). Piovan, CTE President: “Vogliamo essere protagonisti, avendo sempre chiara la visione da cui siamo partiti e l’esperienza che abbiamo acquisito”.
CTE SPA
viene fondata nel 1981 dall’incontro tra Lorenzo e Gianfranco Cipriani e Mauro Potrich, imprenditori nel settore delle manutenzioni ambientali e industriali, con Giampaolo Piovan e Paolo Pege, imprenditori del settore movimento terra e sollevamento. Fin dalla fondazione, Cte si è mostrata sempre attenta alle necessità dei propri clienti per migliorarne le prestazioni lavorative e la loro sicurezza sul lavoro. Il suo sguardo verso il futuro ancora oggi è rivolto all’innovazione e alla ricerca di soluzioni tecniche all’avanguardia che si concretizzano con il continuo upgrade delle gamme di piattaforme autocarrate a braccio articolato e telescopico (Zed e B-lift) e della gamma ragni (Traccess). Frutto di questa attenzione allo sviluppo delle più recenti evoluzioni del settore è S3 Evo, la più avanzata tecnologia per il sistema di gestione in tempo reale delle prestazioni delle piattaforme aeree che offre all’operatore un’esperienza di utilizzo in piena sintonia con la filosofia Cte Work Becomes Easy dell’azienda. Sul finire degli anni Settanta l’edilizia era in pieno fermento e il lavoro in altezza veniva eseguito quasi esclusivamente con semplici ponteggi, molto limitanti in termini di garanzia di sicurezza e altezza massima raggiungibile. Diventa forte quindi il bisogno di innovare per migliorare le prestazioni lavorative e la sicurezza sul lavoro, tanto da provare per la prima volta il noleggio di una piattaforma aerea semovente. Da qui parte tutto, si concretizzano le idee e si formano le basi per una nuova realtà: il 10 febbraio 1981 nasce Cte, inizialmente acronimo di Compagnia trentina elevatori, un’azienda di noleggio e vendita di piattaforme aeree di vari produttori nazionali e internazionali.
Primo milestone della storia dell’azienda è l’importante accordo di distribuzione di piattaforme aeree semoventi in esclusiva per l’Italia firmato nel 1987 con la potenza mondiale Genie Industries. Nel 1996 avviene un primo grande cambiamento: al noleggio e alla rivendita si affianca la produzione di piattaforme aeree. Viene presentata sul mercato la rivoluzionaria piattaforma autocarrata Z 20, caratterizzata dall’innovativo braccio articolato a pantografo, fiore all’occhiello della produzione e punto di riferimento per tutta la concorrenza negli anni a venire. Negli anni Novanta nascono, grazie alla compartecipazione di Cte, le consociate Elevateur (Na), Tecnoalt (Roma), Sicel (Ct), specializzate nel noleggio e vendita di piattaforme aeree. Ad un’espansione nazionale proficua, con una fitta rete di officine autorizzate, segue un’espan-
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sione all’estero con la fondazione di Cte France e Cte Uk rispettivamente nel 1992 e nel 2002. Nel 2002 Cte diventa centro di formazione Ipaf, continuando negli anni seguenti una costante e florida collaborazione. Lo spirito di internazionalizzazione e la spinta alla diversificazione di prodotto continua nel 2005 con l’acquisizione di Effer Spa holding, nota realtà produttiva di gru terrestri e marine (oggi Hiab), e di Bizzocchi Srl, produttore di piattaforme aeree a braccio telescopico e antincendio. Nel luglio del 2016 Cte crea una joint venture per il settore delle piattaforme antincendio e salvataggio con il gruppo Rosenbauer International AG, il leader mondiale del settore veicoli antincendio, e fonda Rosenbauer Rovereto Srl, una società che si occupa di produrre la linea di piattaforme antincendio e water tower fino a ieri prodotte e commercializzate da Cte con il marchio B-Fire. Nel corso di questa lunga carriera Cte ha ricevuto numerosi premi da enti e da fiere nazionali e internazionali per novità di prodotto e per particolari tecnologie sviluppate per migliorare la sicurezza sul lavoro e l’operatività in altezza.
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Le organizzazioni sono le persone che la compongono. Credendo profondamente in questo pensiero, nel 2017 Cte ha conseguito la certificazione Family Audit: istituita dalla Provincia Autonoma di Trento – Agenzia provinciale per la famiglia, la natalità e le politiche giovanili – ha come obiettivo la conciliazione tra famiglia e lavoro dei dipendenti. Tra le prime aziende del settore metalmeccanico ad aver intrapreso questo percorso, in prevalenza conseguito da aziende appartenenti al settore pubblico, Cte crea valore all’interno e al di fuori dell’azienda, anche con welfare territoriale, partendo da vari stimoli che spingono l’innovazione, valorizzano le differenze e aprono al cambiamento. “Quarant’anni non sono solo un traguardo – dichiara Giampaolo Piovan, Cte president – ma una tappa di un percorso, lungo il quale noi di Cte vogliamo essere protagonisti. Avendo sempre chiara la visione da cui siamo partiti, l’esperienza che abbiamo acquisito e la nostra propensione per l’innovazione attraverso l’offerta di nuovi prodotti e servizi per i clienti”. 5 brevetti, 15mila piattaforme aeree, 80 diversi modelli disponibili in catalogo, 50 personalizzazioni realizzate ogni anno unitamente alla formazione di 350 operatori, 23 officine autorizzate in Italia e un network di distributori che copre i 5 continenti. Sono i numeri di Cte, frutto dell’impegno e dell’entusiasmo che hanno segnato questo percorso. “Quarant’anni – afferma Lorenzo Cipriani, Cte executive vice president – sono certamente una tappa importante e sono stati vissuti con passione per questa industria e questa passione ci è stata riconosciuta dal mercato. Forza e determinazione che accomunano tutti noi, i nostri collaboratori e i nostri partner che credono nel valore del proprio lavoro, e soprattutto nel valore del sentirsi parte di uno stesso progetto che pone al centro la soddisfazione dei nostri clienti offrendo loro prodotti e servizi d’eccellenza”.
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Condividere per crescere Cemiat, realtà storica in ambito di movimentazione merci e logistica, entra a far parte del gruppo Piazzalunga e incrementa l’offerta per i propri clienti
NATA NEL 1980
come distributore esclusivo dei carrelli elevatori Cesab per le aziende del comparto agroalimentare delle province di Trento e Bolzano, Cemiat rappresenta oggi un punto di riferimento sul mercato non solo per la vendita e il noleggio di carrelli elevatori, macchine industriali ed agricole per i marchi Cesab, Toyota e BT ma anche per le soluzioni personalizzate in ambito di logistica, intralogistica, movimentazione e automazione messe a punto per la propria clientela. Questo perché, dallo scorso novembre, l’azienda con sede a Trento è entrata a far parte della famiglia Piazzalunga, affermata realtà industriale di Sorisole, in provincia di Bergamo, che vanta un’esperienza trentennale maturata nel settore della movimentazione merci ed una riconosciuta conoscenza delle diverse esigenze in ambito di
magazzino e logistica. Grazie a quest’acquisizione, Cemiat e Piazzalunga potranno condividere reciprocamente il know-how sino ad oggi maturato, coniugare le rispettive competenze ed ampliare i propri mercati di riferimento. La scelta di mettere a fattore comune il bagaglio di esperienze maturate e la condivisione di un processo di crescita votato all’innovazione rappresentano le ragioni principali di questa unione, che mira ad un ulteriore ampliamento nell’offerta di soluzioni logistiche automatizzate e semi-automatizzate al servizio della clientela: dalla vendita al noleggio dei carrelli elevatori, dall’automazione alla gestione organizzata dei magazzini con moderni sistemi di scaffalature sino ad un servizio di assistenza e manutenzione post vendita tempestivo ed estremamente qualificato.
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Negli ultimi anni, infatti, l’evoluzione frenetica dell’automazione nella movimentazione dei materiali ha aperto nuove interessantissime prospettive: la gamma dei carrelli elevatori sia elettronici che diesel tradizionale o idrostatico si è notevolmente ampliata sia per le altezze di sollevamento, sia per le portate. Un’offerta ampia e variegata di attrezzature ed accessori può trasformare il carrello elevatore in una macchina super specializzata per i compiti più diversi e complessi, ma non solo: automatizzare porta dei benefici in termini di produttività, di efficienza, sicurezza per la persona e affidabilità senza contare che la codifica dei processi garantisce un maggior controllo ed una governance decisamente meno complicata. Entrare a far parte della famiglia Piazzalunga, dunque, simboleggia anche la volontà da parte di Cemiat di consolidarsi sul mercato con
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capacità di programmazione e visione del futuro non solo per cogliere le opportunità di sviluppo nel settore della movimentazione e della logistica ma, soprattutto, per rafforzare il legame con la nostra clientela, garantire un’assistenza da oggi anche multimarca ed offrire un ventaglio di servizi e soluzioni più ampio e variegato. “L’acquisizione di Cemiat – hanno dichiarato Luana Piazzalunga e Giuseppe Castagneto, ceo e co-ceo di Piazzalunga Srl – rappresenta per noi un’opportunità di sviluppo irripetibile nel settore, con ricadute positive per tutti gli stakeholder. Piazzalunga e Cemiat mettono a fattore comune il proprio patrimonio di knowhow, esperienze e capacità di innovazione al servizio di una clientela alla continua ricerca di partner seri ed affidabili a cui affiancarsi nello sviluppo del proprio business”. (gt)
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Una leva strategica per il rilancio Dei vantaggi dello strumento delle reti d’impresa si è parlato nel webinar organizzato da Confindustria Trento. Manzana: “Una strategia necessaria a rendere possibile qualsiasi obiettivo”.
METTERE
a fuoco le opportunità insite nella figura del contratto di rete, evidenziando eventuali criticità emerse nella prassi applicativa. Questo l’obiettivo del webinar “Reti d’impresa, leva strategica per il rilancio” promosso oggi da Confindustria Trento, in collaborazione con RetImpresa. L’appuntamento è stato aperto dai saluti istituzionali di Vincenzo Marinese, vicepresidente RetImpresa, e Fausto Manzana, presidente degli industriali trentini: “In Trentino – ha detto – scontiamo le conseguenze di una dimensione d’impresa particolarmente contenuta. Contro la solitudine dell’imprenditore, il contratto di rete è uno strumento capace di dar massa, per ingaggiare con successo qualsiasi progetto di sviluppo: che sia di internazionalizzazione, innovazione, marketing. È
una strategia necessaria a rendere possibile qualsiasi obiettivo”. La prima parte dell’evento è stata riservata all’illustrazione di alcuni singoli profili rilevanti da parte di Carlo La Rotonda, direttore RetImpresa, Eliana Morandi, notaio, Ilario Alvino, professore associato di Diritto del Lavoro, Università La Sapienza di Roma. Nella seconda parte, le testimonianze aziendali di alcune esperienze di rete operative sul campo: quella di Edinnova, raccontata da Giacomo Biraghi, responsabile Innovazione Confindustria Bergamo, e quella di Rebuilding Network, proposta da Alberto Zanetti, amministratore delegato di Zanetti Srl, delegato di Territorio e componente del Consiglio Generale di Confindustria Trento.
Nuovo notiziario settimanale per gli Associati Si chiama “diVenerdì Sera”, il nuovo servizio di news vocali che Confindustria Trento dedica all’aggiornamento settimanale dei suoi Associati. Il prodotto è stato pensato per rendere più efficace, snella e al passo con i tempi la comunicazione con gli imprenditori e i collaboratori delle aziende iscritte a Confindustria Trento: un podcast di circa 5 minuti che informa imprenditori e manager sulle notizie di maggiore interesse dell’attualità politica ed economica legata alla vita associativa. Attraverso questo canale, ogni venerdì, sarà diffusa una clip audio, realizzata in collaborazione con Graffiti, nella quale l’Associazione racconta i fatti principali della settimana appena conclusa. Cosa fare per ascoltare “diVenerdì Sera”: • salvare nella rubrica del proprio cellulare il numero 342 7569378 • inviare al numero indicato un messaggio tramite Whatsapp, specificando Nome, Cognome, Azienda Associata di appartenenza. Questa azione comporterà l’accettazione del servizio.
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La Ripartenza: studi per un nuovo sviluppo Effetti congiunturali, cambiamenti strutturali e idee per il dopo crisi nel rapporto 2020 della Fondazione Nord Est, presentato nel corso di un evento in videoconferenza a metà marzo. di SILVIA OLIVA, Ricercatrice Senior, Fondazione Nord Est
GLI IMPATTI
congiunturali I numeri sugli effetti della pandemia sul fronte economico non lasciano dubbi sulla gravità della crisi che ha investito tutti i paesi. La crisi non ha certamente risparmiato nemmeno i territori più virtuosi, dai paesi che trainano la crescita mondiale (Stati Uniti), ai leder a livello europeo (Germania, Francia), fino alle regioni più performanti a livello italiano, tra cui quelle del Nord Est. Secondo le stime la maggior parte delle economie dovrebbero recuperare la caduta subita nel corso di quest’anno entro il 2021, a partire da quelle asiatiche che per prime hanno saputo arginare gli effetti sanitari della pandemia. Per quanto riguarda Il Nordest, Prometeia stima che il calo subito nel 2020 sia pari a -9,3%, con un recupero solo parziale nel 2021 (5,6%). Il 70% degli imprenditori nordestini sia attendono che il recupero dei valori pre-crisi sarà possibile solo nel 2022. A pesare su tale dinamica il crollo del commercio mondiale, stimato pari a più del
10%, che ha avuto un impatto rilevante sulle regioni del Pentagono, ovvero il Nord Est allargato a Lombardia ed Emilia-Romagna. Il calo nazionale delle esportazioni del 9,7% è ampiamente ascrivibile proprio alle regioni di quest’area - in primis Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna cui si aggiunge il Piemonte – il cui peso sull’export complessivo nazionale è pari al 66%. Anche per il Trentino si registra un calo tendenziale delle esportazioni nel 2020 pari al 13,7%. Non si tratta solo di riduzione dei flussi di merci, ma di un impatto importante sul futuro delle catene globali del valore in cui è coinvolto, con intensità diverse, il 64,7% delle imprese nordestine. La crisi ha colpito sia le imprese manifatturiere che quelle dei servizi che più sono state e sono costrette dalle restrizioni imposte per contenere i contagi a limitare la propria attività e che più ampiamente hanno registrato un forte calo della domanda. È il caso del turismo che rappresenta
FIGURA 1 – PARTECIPAZIONE DELLE IMPRESE DEL NORD EST ALLE CATENE (LOCALI E GLOBALI) DEL VALORE Fonte: Fondazione Nord Est – Unicredit (2020)
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una componente importante dell’economia nordestina che ha sempre potuto contare su una forte presenza di arrivi internazionali, che in quest’anno sono fortemente diminuiti con un -57% a livello nazionale. A livello nordestino il calo degli arrivi complessivi nel periodo gennaio-ottobre è stato stimato pari a -49% rispetto allo stesso periodo del 2019. Per i prossimi mesi che vedono confermato un ulteriore calo degli arrivi internazionali, che gli esperti stimano ritorneranno ai livelli pre-crisi non prima di 2-4 anni, si prevede che il Nord Est subirà impatti più pesanti rispetto alle regioni, come ad esempio quelle del Sud, che dipendono maggiormente da un mercato domestico, verso cui nel breve termine è indispensabile indirizzare una specifica offerta per limitare il calo degli arrivi di stranieri. Rilevante anche l’impatto sul mercato del lavoro che negli ultimi dati resi disponibili da Istat comincia a manifestarsi nella sua reale dimensione, sebbene siano ancora in vigore le misure in grado di attenuare l’impatto negativo, come il blocco dei licenziamenti. Il numero di occupati su base annua è diminuito nel Nordest di circa 100mila unità con un andamento che ha visto un recupero parziale nel corso degli ultimi due trimestri. La dinamica occupazionale ha visto una contrazione importante in alcuni comparti dei servizi (turismo, cultura, ad esempio) e la crescita in altri (in particolare istruzioni, servizi alle famiglie e alle imprese). Nello stesso modo la riduzione nell’industria è stata diversificata, mentre nelle costruzioni si è registrata la crescita. Il calo maggiore si è registrato per i contratti a termine, ma in generale ha pesato la riduzione delle posizioni professionali complessive. I cambiamenti strutturali Come nel turismo si stanno manifestando cambiamenti sul fronte della domanda che potrebbero diventare dinamiche strutturali cui l’offerta dovrà saper dare risposte adeguate, nello stesso modo la pandemia ha imposto un’accelerazione complessiva ad alcuni trend in atto da
tempo e che oggi attendono precise scelte strategiche, in particolare il tema della sostenibilità, del digitale e dei modelli di entrata nei mercati internazionali anche in ragione di una nuova e diversa fase di globalizzazione. La pandemia ha accentuato le dinamiche che vedono aprirsi una nuova fase di globalizzazione dove le politiche protezionistiche, le tecnologie digitali e l’automazione stanno aprendo una nuova fase d globalizzazione in cui anche le Pmi dovranno familiarizzare con nuovi strumenti di ingresso dei mercati internazionali. L’export, infatti, continuerà certamente a svolgere un ruolo fondamentale, ma non sarà più la modalità esclusiva per raggiungere i consumatori oltre frontiera: all’esportazioni si affiancheranno investimenti diretti, joint venture e licencing. L’investimento in digitale da parte delle imprese sarà fondamentale per la capacità delle imprese di adeguarsi in modo competitivo alla nuova fase di globalizzazione e la pandemia sta spingendo proprio verso processi di adozione e di apprendimento di tali nuove tecnologie. Ad oggi le imprese del Nord Est evidenziano quattro profili di internazionalizzazione, tra loro non esclusivi che mettono in luce come ben il 92,8% delle aziende intervistate da Fondazione Nord Est vende o acquista all’estero. Profili di internazionalizzazione La loro capacità di essere presente sui mercati globali si intreccia con la digitalizzazione dei loro processi produttivi evidenziando una relazione significativa tra dotazione di tecnologie digitali e internazionalizzazione: • le imprese con livello elevato di “digitalizzazione classica” (sito web, e-commerce, social media), sia quelle che adottano “tecnologie 4.0” (in particolare manifattura additiva e robot) hanno sviluppato in misura maggiore strategie di internazionalizzazione produttiva. • la digitalizzazione in generale, e in particolare quella “classica”, è fortemente
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correlata anche con strategie di internazionalizzazione commerciale. Considerando le tecnologie 4.0, un’impresa su due nel Nordest è già dotata di Internet of Things o robot. La capacità di competere nella nuova fase di globalizzazione impone, tuttavia, agli imprenditori di valutare criticamente le proprie catene globali di fornitura, mettendo in campo le azioni possibili per ridurre il rischio di blocchi produttivi in caso di crisi delle supply chain così come avvenuto con la pandemia. Nello specifico, individuare i punti deboli e ridurre i pericoli diversificando i fornitori, conservando scorte supplementari, valutando la flessibilità dei propri processi e puntando all’innovazione degli stessi in chiave 4.0. Sul fronte della sostenibilità, le imprese del Nordest evidenziano ormai la consapevolezza che si tratta di un elemento non solo indispensabile per ottenere maggiore efficienza e quindi una riduzione di costi, ma anche, e soprattutto, per garantire la competitività e so-
pravvivenza nel mercato nel medio-lungo periodo. I dati mostrano, infatti, come in presenza di strategie di sostenibilità più rilevanti si registri un dato di reddittività più elevato. Indicatore di sostenibilità ambientale (ISA) e redditività dell’azienda Tra i cambiamenti indotti dalla pandemia e che potrebbero diventare strutturali è necessario senza dubbio citare lo smart working che durante il primo lockdown è stato attivato da quasi il 40% delle aziende. Prima di marzo 2020, questa tipologia di lavoro coinvolgeva solo l’1,2 degli occupati, a novembre, come mostrano i dati Istat, oltre l’11% (10,1% nel Nord Est), con una diffusione maggiore nei settori dei servizi di informazione e comunicazione, nell’attività professionali scientifiche e tecniche, nella attività a supporto delle imprese. L’utilizzo del remote working, prima impensabile per le nostre imprese, ha reso obbligatorio la diffusione di strumenti digitali di lavoro e di collaborazione da remoto e ha costretto il management ad ap-
PROFILI DI INTERNAZIONALIZZAZIONE Fonte: Fondazione Nord Est – UniCredit 2020 (306 casi)
Profilo di internazionalizzazione
Caratteristiche
Imprese “non internazionalizzate”
Imprese che dichiarano di non aver nessuna relazione con mercati e fornitori esteri
5,6%
Imprese che “vendono o acquistano all’estero”
Imprese che vendono prodotti o servizi all’estero e/o utilizzano fornitori esteri e/o commissionano all’estero la produzione.
92,8%
Imprese con strategie di internazionalizzazione “commerciale”
Imprese che hanno una rete di agenti all’estero e/o hanno una rete di filiali commerciali e/o utilizzano il licensing
45,1%
Imprese con strategie di internazionalizzazione “produttiva”
Imprese che producono all’estero sia grazie a strutture preesistenti o attraverso stabilimenti aperti ex-novo.
14,7%
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INDICATORE DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE (ISA) E REDDITIVITÀ DELL’AZIENDA Fonte: Fondazione Nord Est – BNL (n. casi 298)
Indicatore
Mediana della variabile
Mediana della variabile
per valori ISA bassi (< X_0.33)
per valori ISA alti (> X_66)
EBITDA/fatturato 2019
7,59
8,08
EBITDA/fatturato 2018
7,36
7,42
EBITDA/fatturato 2017
7,98
8,39
EBITDA/fatturato 2016
7,26
8,91
plicare gli strumenti della fiducia e dell’organizzazioni per obiettivi, ponendo le basi per una futura revisione dei modelli di realizzazione delle prestazioni lavorative. La Ripartenza Per usare le parole del Direttore Scientifico Carlo Carraro: “Ora la ripartenza è decisiva. Chi saprà disegnare le strategie migliori, usare efficacemente le risorse che l’Unione Europea ha messo a disposizione e ancor di più quelle che i mercati mettono a disposizione per gli investimenti privati, potrà ripartire meglio e più rapidamente degli altri. Senza più accumulare
un gap tecnologico ed economico con i competitors o, nel migliore dei casi, riuscendo addirittura a sorpassarli. Vale per l’Italia, vale per il Nord Est. Per una buona ripartenza servono strategie e politiche. Servono investimenti e innovazione. Nel pubblico e nel privato. Con attenzione al metodo, non solo agli strumenti.”. E con attenzione alla specificità dei territori e delle loro esigenze, senza trascurare che il filo conduttore di questa fase non saranno semplicemente i capitali intesi come risorse e tecnologie, ma in primo luogo i capitali intesi come persone e competenze.
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Rivalutazioni dei beni di impresa La norma fiscale, che consente possibili vantaggi fiscali ed una patrimonializzazione dell’impresa, deve essere utilizzata con cautela da un punto di vista civilistico. di ROBERTO CURCU, Area Economia d’Impresa, Confindustria Trento
IL PACCHETTO
di misure fiscali di fine 2020, prevede l’ennesima possibilità di rivalutazione dei beni di impresa, con delle vantaggiose modifiche, rispetto a quanto proposto negli anni passati, già illustrate in un webinar organizzato con Confindustria nello scorso mese di febbraio. La norma fiscale, tuttavia, non deve portare a delle scelte azzardate da un punto di vista civilistico. Come noto, nei bilanci presentati secondo i principi contabili italiani, il valore dei beni deve essere iscritto al costo di acquisto, e non è possibile operare delle rivalutazioni qualora il valore degli stessi sia superiore rispetto a tale valore, salvo che una legge non preveda espressamente questa facoltà. In un Paese che fino a trent’anni fa aveva tassi di inflazione molto elevati, era frequente che il va-
La consegna dell’ermellino a Flavio Deflorian Una cerimonia simbolica, breve, rigorosamente online. Così l’Università di Trento, per la prima volta, ha voluto salutare il cambio di rettore. Nel massimo rispetto delle misure di sicurezza imposte dalla pandemia, il momento è andato in scena online sul canale Youtube dell’Ateneo dall’auditorium di Palazzo Prodi, senza pubblico. Lo scorso 23 febbraio l’elettorato aveva indicato Flavio Deflorian come prossimo rettore dell’Università di Trento e domani inizierà ufficialmente il suo mandato di sei anni. A fine marzo gli sono stati consegnati la cappa di ermellino, emblema della carica rettorale, e lo Statuto.
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lore di cespiti immobilizzati diventasse nel giro di pochi anni largamente inferiore al normale, e quindi le leggi di rivalutazione dei beni sono state negli anni una costante per il redattore di bilancio. Chiaramente, rivalutando un bene, come contraltare contabile c’è un incremento del patrimonio netto, con benefici effetti in termini di indici patrimoniali di bilancio; inoltre, qualora la rivalutazione abbia una rilevanza fiscale (dietro il pagamento di una imposta sostitutiva), i successivi ammortamenti saranno calcolati su un importo dei cespiti maggiorato dalla rivalutazione, con possibili vantaggi fiscali di medio/lungo termine. L’ultima rivalutazione fiscalmente vantaggiosa, fu quella prevista dalla legge di bilancio per il 2009, licenziata dal Parlamento pochi mesi dopo il fallimento Lehman Brothers; molti utilizzarono la possibilità di rivalutare i propri beni, in particolare quelli immobili, salvo ritrovarsi negli anni successivi valori a bilancio che non rispecchiavano il vero valore, ed un conto economico appesantito dalle maggiori quote di ammortamento. Ora, è stata concessa la facoltà di rivalutare i beni dell’impresa, con delle opzioni che sono molto vantaggiose. Tuttavia, è d’obbligo ricordare che il valore post rivalutazione incontra due limiti: non può essere superiore a quello di sostituzione e deve tenere conto dell’effettiva possibilità di economica utilizzazione dell’impresa. In sostanza, si ritiene che sia necessario valutare se i bilanci degli esercizi a venire saranno in grado di sostenere il maggiore carico degli ammortamenti.
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Dalla Cina agli Usa, passando per il Trentino Imprenditori e manager hanno riflettuto insieme a esperti internazionali sulle opportunità legate all’internazionalizzazione d’impresa nel nuovo scenario che si sta delineando.
SI È TENUTO
lo scorso 8 marzo, in videoconferenza, il quinto incontro del percorso finanziato da 4.Manager “Managerial Skills for personal growth and new opportunities” organizzato da Confindustria Trento e Federmanager Trento. Il percorso prevede una serie di incontri in modalità workshop per favorire un approccio non lineare alle competenze manageriali per far acquisire - in contesti non tipicamente lavorativi degli strumenti di discontinuità rispetto al contesto aziendale, che favoriscano lo sviluppo ed il rafforzamento di diverse competenze e soft skills, l’autoimprenditorialità e l’incontro tra imprese e manager anche attraverso azioni di politiche attive del lavoro. Ogni incontro è incentrato su una specifica skill – utile soprattutto al reimpiego di manager inoccupati, alla valorizzazione nelle organizzazioni di manager occupati nonché allo sviluppo delle competenze per l’individuazione delle risorse talentuose – ed è condotto da un coach. Nello specifico questo quinto incontro, nella cui organizzazione ha avuto un ruolo centrale Federmanager Academy, è stato incentrato sul tema dell’internazionalizzazione. Si sente spesso dire che la crescita delle aziende, a maggior ragione nel nuovo difficile contesto, dipenda da due R e due I: Resilienza e capacità di fare Ricerca oggi, Innovazione e Internazionalizzazione in un domani prossimo. Col nuovo scenario i tempi si sono accorciati, e un’azienda forte deve fare almeno tre di quelle cose già oggi, e prepararsi alla più complessa (R&D) il più rapidamente possibile. Questo evento ha voluto essere un’occasione per riflettere sull’ Internazionalizzazione nel senso ampio visto più sopra, con due ospiti di assoluto
rilievo internazionale- Bruno Iafelice - Presidente del TVLP Institute di San Francisco e Valtero Canepa - ceo di Bracco Sine/Vicepresidente della Camera di Commercio italiana in Cina. I due esperti hanno portato il loro prezioso contributo e la loro importante esperienza, offrendo la possibilità di conoscere da vicino gli ultimissimi trend che si stanno affermando in due luoghi chiave per la sfida competitiva mondiale. Da una parte, la Silicon Valley, culla dell’innovazione radicale ed emblema di un luogo in cui l’innovazione nasce non solo da risorse finanziarie e tecnologiche, ma prima di tutto da un “mindset” differente, che punta sempre su nuovi traguardi e non solo sull’affinamento delle soluzioni già sperimentate. Dall’altra la Cina, che non è più solo la nuova “fabbrica del mondo”, ma che sta affermandosi
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Federico Mioni, direttore Federmanager Academy
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per un mix di enorme potenza sia nella produzione che nella ricerca: praticamente tutti dobbiamo fare i conti con questi competitor, conoscendoli nel loro modo di fare business. L’incontro come di consueto è stato pensato per offrire ai partecipanti spunti concreti e applicabili alle realtà del nostro territorio: per questo è stato fondamentale l’intervento di Gianluca Zanivan, ceo della trentina Eurotex filati spa, che ha rac-
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contato la sua esperienza all’estero, tra difficoltà e soddisfazioni. I tre relatori hanno quindi discusso assieme sulle vie della ripresa per le aziende italiane, soprattutto (ma non solo) per quelle che sono già internazionalizzate o che stanno per farlo, con un focus particolare sulle competenze manageriali indispensabili oggi giorno per muoversi in contesti internazionali.
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L’evoluzione inarrestabile del digital learning Questa metodologia possiede innumerevoli vantaggi, ma è indispensabile accompagnare all’utilizzo corretto ed efficace di questi strumenti, affinché nessuno rimanga escluso. a cura dell’Area Formazione Assoservizi
LA PANDEMIA
da Covid-19 ha mutato radicalmente molteplici ambiti della vita personale e professionale di ognuno di noi. Tutte le aziende, di ogni ordine e grado, sono state costrette a operare nel minor tempo possibile una profonda trasformazione della propria forza lavoro che ha visto, durante il lock-down, quasi sette milioni di lavoratori in smart working. A conclusione dell’emergenza, in quello che viene definito "new normal", questa modalità di lavoro agile evolverà ulteriormente ed è prevista una riprogettazione degli spazi di lavoro per un’impresa su due. Non potevano ovviamente non subire drastici cambiamenti anche le azioni formative all’interno delle imprese che, a inizio pandemia, hanno visto interrompere o posticipare ogni attività in essere o prevista. Il distanziamento personale ha imposto il ricorso alla formazione a distanza, che è passata da un 6,5% di utilizzo sul totale di ore formazione erogate nel 2019 al 38,5% nel corso del 2020. Studi previsionali ritengono che a fine emergenza questa metodologia possa attestarsi intorno a una media del 27%. La formazione a distanza oggi è possibile in modalità sincrona, utilizzando piattaforme on-line dedicate che permettono l’interazione in tempo reale tra docente e partecipante. Può essere erogata anche in modalità asincrona, attraverso specifici cataloghi di corsi on-line, dove il partecipante ne fruisce in autonomia, ovunque e in qualsiasi momento. Entrambe le tipologie permettono una tracciabilità dei discenti attraverso un’apposita reportistica e una certificabilità di quelli apprendimenti che prevedono il rilascio di un’attestazione. I principali vantaggi di questa metodologia sono una riduzione del tempo necessario rispetto all’aula tradizionale e l’abbattimento dei costi dovuti alle mancate assenze dal lavoro, agli spostamenti
e alle trasferte per raggiungere le aule. La formazione asincrona, in quanto tempestiva e attivabile in qualsiasi momento, può inoltre risultare più efficace e apprezzata tra le persone più giovani native digitali. Introdurre queste metodologie nelle organizzazioni favorisce e aiuta a sviluppare le competenze e la cultura digitale di tutta l’organizzazione. È indispensabile, comunque, per far sì che nessuno rimanga escluso o si autoescluda a causa di scarsa confidenza con le nuove tecnologie, accompagnare e formare all’utilizzo corretto ed efficace di questi strumenti.
Disponibili oltre 300 nuove pillole formative Da pochi mesi Assoservizi ha stipulato un accordo di partnership per la distribuzione sul territorio trentino dei prodotti formativi Skilla, e-learning company leader in Italia e tra le prime 30 in Europa. Da 20 anni presente nel mercato italiano, da 3 anni nel mercato internazionale con una presenza in 50 paesi del mondo, Skilla ha innovato il mondo della formazione on-line asincrona con le pillole formative, “supporto alla performance individuale – spiega il fondatore Franco Amicucci – più che strumento formativo”. La pillola è un “concentrato di conoscenza”, fruibile da ogni tipo di device tecnologico in qualsiasi momento, progettata in modo esteticamente accattivante e dal linguaggio nuovo e ingaggiante. Le pillole possono comporre percorsi personalizzati per popolazione, ruoli, funzioni dell’organizzazione, rispondendo alla maggior parte dei fabbisogni esistenti, compresa la formazione obbligatoria sulla sicurezza sul lavoro. Lo staff di Assoservizi è a disposizione per presentare e testare le oltre 300 pillole presenti nella library.
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Sai governare la transizione 4.0? Nel corso del webinar promosso da Confindustria Trento insieme alla Fondazione HIT, l’intervento di Marco Taisch, docente del Politecnico di Milano e presidente del Competence Center Made della Lombardia. di DANIELE BERTI, Area Innovazione, Confindustria Trento
SECONDO
una stima di PriceWaterhouseCoopers, le aziende che investono nel digitale mostrano nel medio e lungo termine una riduzione dei costi e un aumento dei guadagni cumulativo nell’ordine del 8-10% annuo. Lo dicono i dati di bilancio: la digitalizzazione non è un mero esercizio accademico di implementazione tecnologica, ma uno strumento che può favorire la competitività delle imprese sui mercati internazionali in un’ottica di lungo termine. È volano di una trasformazione profonda che, anche grazie alle risorse messe a disposizione attraverso il Next Generation Eu, si sta concretizzando in un generale processo di riconversione industriale. Ricordiamo che il Recovery Plan riserva un posto di rilievo all’innovazione e al sostegno alla trasformazione digitale delle imprese e del Paese, come leve per la ripartenza dell’Italia e l’accelerazione sul fronte della digitalizzazione per superare i problemi messi in luce dall’ultimo rapporto Desi. Il piano Transizione 4.0, riconfermato nella Legge di Bilancio 2021 e inserito nel Pnrr, è in linea con questo indirizzo, ma potrebbe essere necessario un ampliamento della dotazione rispetto ai circa 25 miliardi già previsti e dovrebbero essere elaborate parallelamente politiche di incentivo per stimolare le imprese (soprattutto di piccole dimensioni) verso profili strategici e operativi capaci di generare performance strutturalmente più elevate. Data l’importanza strategica della tematica, Confindustria Trento ha promosso, insieme alla Fondazione HIT, all’interno di un ciclo di appuntamenti 4.0, un webinar dal titolo “Sei veramente pronto a governare la transizione 4.0?”. Vista la numerosa partecipazione delle
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aziende, se ne deduce che il digitale venga percepito come una necessità dalle aziende di tutti i settori e di tutte le dimensioni. Ad aprire i lavori è stato il vicepresidente Mirco Cainelli, che ha voluto sottolineare l’importanza delle azioni messe in atto dall’Associazione al fine di diffondere la cultura del digitale. “Grazie all’attività di assessment della maturità digitale – precisa Mirco Cainelli, vicepresidente di Confindustria Trento con delega all’Innovazione, Sviluppo e Impresa 4.0”.
Siamo riusciti ad entrare in più di 40 aziende e offrire un servizio concreto per rendere il nostro tessuto imprenditoriale più robusto e competitivo
L’appuntamento prevedeva come ospite d’onore un relatore d’eccezione, Marco Taisch, docente del Politecnico di Milano e presidente del Competence Center MADE della Lombardia. Il Professore collabora attivamente con il governo e in particolare con il MISE nella progettazione della strategia di transizione digitale italiana ed europea. Nel suo intervento il professore ha delineato puntualmente la propria visione strategica del processo di digitalizzazione in Italia e nel mondo, attraverso esempi concreti e dati
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reali sui benefici in termini economici e competitivi. Il quadro dell’industria italiana da qui a dieci anni è stato tracciato chiaramente: la tecnologia trasformerà profondamente i processi e i business aziendali, chi non si adatta ed evolve rischia la chiusura. Il fil rouge che ha caratterizzato tutto il suo intervento è stato chiaro, il coinvolgimento delle risorse umane nel cambiamento è fondamentale affinché si abbia successo. Ha voluto rimarcarlo anche il Vicedirettore di Confindustria Trento Alessandro Santini, prendendo spunto questa volta dalle statistiche McKinsey: il 70% dei progetti di trasformazione digitale fallisce o non raggiunge i risultati ipotizzati a causa del mancato coinvolgimento delle persone. L’incontro è anche stata l’occasione per un momento di riflessione sulle attività sviluppate dall’Associazione degli industriali sul fronte dell’innovazione e digitalizzazione. Da più di due anni, in collaborazione con la Fondazione HIT e nell’ambito delle attività del Digital Innovation Hub del Trentino, Confindustria Trento porta avanti un progetto di consulenza che vuole supportare le aziende nella difficile strada del cambiamento digitale e tecnologico. Come ha ricordato nei saluti, il Vicepresidente, sono state visitate e analizzate più di 40 aziende: è stato possibile svolgere quindi un’analisi dei dati risultanti della maturità digitale media delle aziende incontrate. Le considerazioni che si possono fare sono principalmente due: le imprese più grandi mostrano gradi di digitalizzazione maggiori in tutti i macro-processi, probabilmente dovuto alla presenza di Value Chain globali che obbligano il miglioramento dei processi produttivi. La seconda, è stata più volte ripresa anche successivamente nelle testimonianze aziendali, riguarda le risorse umane: indipendentemente dal settore industriale e dalla dimensione, notiamo una mancanza di coinvolgimento delle risorse umane nella transizione 4.0. Da ultimo il webinar è stata anche l’occasione per ascoltare tre testimonianze aziendali che
Tredicesima edizione per gli ICT Days Nove nuovi laboratori didattici e di ricerca del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’informazione sono stati inaugurati, al Polo scientifico e tecnologico Ferrari di Povo, ma “a distanza”, in occasione dell’avvio degli ICT Days 2021. Serviranno per creare, testare prodotti, sviluppare soluzioni personalizzate, gettare ponti con il mondo delle imprese e degli altri grandi centri di ricerca del settore ICT e intelligenza artificiale. E per apprendere facendo ricerca. La tredicesima edizione dell’appuntamento ha preso avvio con l’intervento di Linda Leopold, dirigente dell’unità Responsible AI & Data di H&M Group. Tra i saluti introduttivi, anche quello del presidente di Confindustria Trento Fausto Manzana.
hanno svolto l’assessment proposto dall’Associazione e grazie a questo strumento, stanno svolgendo progetti di innovazione o digitalizzazione: Angelo Angeli di ZV Meccanica Srl, Fabrizio Defant di Pama Spa e Alberto Zanetti di Zanetti Srl. Tutti e tre i relatori hanno sottolineato l’importanza riscontrata nell’inclusione dei propri dipendenti nel cambiamento 4.0.
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La progettazione europea opportunità per la crescita Nel webinar di Confindustria Trento, la testimonianza di Menestrina Srl e il Progetto Oxyboost come caso di successo: l’innovazione nella produzione del bitume. di GIANLUCA FEDRIZZI, Assoservizi, Confindustria Trento
"LA PROGETTAZIONE
europea: un’opportunità per le imprese” è il titolo di un webinar di approfondimento organizzato da Confindustria Trento nel mese di marzo, con la partecipazione di una trentina di imprese associate. L’evento ha visto un’iniziale disamina da parte di Maurizio Gianordoli, ceo di Social IT, società specializzata nell’innovazione tecnologica in ambito sanitario, dal 2014 attiva anche nel fornire supporto e consulenza nella redazione di progetti europei. È stata innanzitutto presentata la struttura del prossimo Programma Horizon Europe 2021-2027 - che avrà una dotazione finanziaria complessiva pari a 95,5 miliardi di euro - e gli elementi chiave imprescindibili per la presentazione di un progetto europeo di successo: alto grado di innovazione dell’idea progettuale, replicabilità a livello europeo e forte impatto dei risultati nel tempo. I vantaggi e le opportunità che un’impresa raggiunge partecipando a un progetto europeo sono molteplici: dall’iniziale sviluppo di una rete internazionale d’eccellenza (grazie alla partecipazione di imprese multinazionali, università e centri di ricerca), alla maggior competitività e l’alto valore aggiunto aziendale, fino all’acces-
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so a nuovi mercati e allo scambio di buone pratiche. Vantaggi pienamente confermati da Piero Paganini, cfo di Menestrina Oil, impresa associata attiva nel campo della progettazione e costruzione di impianti per la lavorazione del bitume, assegnataria del “Seal of Excellence”, prestigioso marchio di qualità conferito dalla Commissione europea a eccellenti proposte di Ricerca e Innovazione presentate in risposta ai bandi Horizon 2020, come appunto il Progetto Oxyboost. Quest’ultimo ha portato un forte grado di innovazione nella produzione di bitume, riducendo notevolmente i tempi di produzione, migliorandone la qualità e abbattendo i costi. Più volte ripete agli imprenditori in ascolto che “Si può fare!”, sottolineando uno degli aspetti introdotti in precedenza ossia l’ampia visibilità che deriva da un’esperienza europea, oltre all’aspetto principale che chiaramente è quello della sostenibilità finanziaria. Al termine, riprende la parola Gianordoli per presentare il prezioso servizio di supporto che Social IT può offrire alle imprese interessate nella predisposizione e presentazione di un progetto Horizon in tutti i suoi aspetti: lo scouting iniziale e la selezione del miglior bando, la scrittura e la sottomissione dell’idea progettuale, fino al management e la gestione della rendicontazione.
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La rivoluzione industriale si prepara in aula Debutta a Trento la nuova laurea in Ingegneria gestionale, che punta sullo sviluppo di competenze solide di ingegneria accanto a capacità economico-organizzative e interdisciplinari.
COME
saranno i futuri ingegneri e ingegnere di domani? Qualche anticipazione la si coglie guardando al piano di studi del nuovo corso di laurea magistrale in Ingegneria gestionale, che debutterà a partire dal prossimo anno accademico 2021/22 all’Università di Trento. Gli ingredienti sono già tutti lì: solidi insegnamenti di base dell’ingegneria classica, mixati con competenze multidisciplinari; corsi per sviluppare capacità economico-organizzative e sulla gestione dell’innovazione, con un occhio alla sostenibilità e alla digitalizzazione dei processi produttivi; un percorso tutto in inglese e un corpo docente giovane, sotto i 40 anni per gli insegnamenti fondamentali. Ha un carattere dinamico e fortemente internazionale il nuovo corso di laurea, un tassello che mancava nell’offerta didattica del Dipartimento di Ingegneria industriale dell’Ateneo trentino, progettato in sintonia con i partner del mondo economico e produttivo. Aperto a studenti e studentesse italiani o stranieri, il corso di laurea magistrale – Management and Industrial Systems Engineering è il nome completo – vuole formare a una visione d’insieme nell’approccio alle tecnologie digitali. Quello che serve per gestire i sistemi industriali moderni che sono estremamente complessi e che richiedono competenze
non esclusivamente nel campo dell’ingegneria classica. La preparazione sarà infatti completata e integrata da esperienze di laboratorio ed elementi di cultura aziendale forniti tramite seminari, lezioni e tirocini. “In questo momento storico, al management di un’impresa è richiesta una competenza che travalichi le specializzazioni tradizionali - commenta Roberto Busato, direttore generale di Confindustria Trento -. L’impulso alla digitalizzazione che pervade tutti gli ambiti del vivere quotidiano costituisce un’opportunità irrinunciabile per la riconversione dei processi industriali, ma occorrono profili capaci di governarla. Ci rallegriamo per il debutto di questo corso di laurea, e per avere offerto elementi utili alla progettazione del percorso da parte dell’Università di Trento”. Il corso è in attesa dell’accreditamento formale da parte del ministero, previsto solitamente entro l’inizio estate. Per l’ammissione richiede il possesso di una laurea triennale nell’ambito dell’ingegneria industriale o eventualmente in altri ambiti, previa la valutazione di una commissione in questo ultimo caso. Le modalità saranno rese note dal mese di giugno sulla pagina di Ateneo dedicata alle ammissioni 2021/22 (infostudenti.unitn.it). Due i curricula in cui si articola il percorso di laurea magistrale: Design and Sustainability e Management and Digitalization. Entrambi i percorsi garantiscono una preparazione specifica in settori affini all’ingegneria gestionale e dei sistemi industriali, quali l’ottimizzazione matematica, la gestione della qualità, la digitalizzazione dei processi, la sostenibilità ambientale, la gestione del ciclo di vita dei prodotti, l’economia circolare.
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Concerti live anche al tempo del Covid Grazie alla tecnologia del Google Cardboard, Edg Spettacoli garantisce al pubblico in astinenza di musica dal vivo esperienze immersive 360°. Un successo l’evento “10 Anni Rebel Rootz”.
UN "KIT EVENTO"
per vivere l’emozione di un concerto live attraverso un visore con tecnologia Virtual Reality 360. Questa la soluzione adottata da Edg Spettacoli, azienda trentina specializzata nell’organizzazione di eventi e concerti live, per fare fronte alla crisi del mondo dello spettacolo, il settore più colpito dalla pandemia e quello meno toccato dagli interventi di aiuto dello Stato. “Abbiamo cercato di reagire”, spiega Enzo Di Gregorio. “Non abbiamo voluto cedere alla tentazione di piangerci addosso e non accettiamo l’idea di mollare. Anche se il 2020 è stato un anno disastroso. Siamo il settore che sta pagando maggiormente la pandemia e quello meno sostenuto dalle amministrazioni, sia a livello locale sia a livello nazionale, dove rileviamo una forte discrepanza tra le elargizioni concesse ad altri comparti, toccati dalla crisi, e quelle destinate a noi. Ci rendiamo conto che il mondo della cultura, che include non soltanto cinema e teatro ma anche musica e spettacoli, non viene considerato una priorità ed è spesso il primo che si accetta di sacrificare. Nel 2020, tutte le maestranze impegnate in queste attività sono state abbandonate. Migliaia e migliaia di persone, di professionisti, di pro-
tagonisti. Nessuno ci pensa. Ciò nonostante, a dispetto di tutto, EDG Spettacoli sta provando a reagire e a reinventarsi. Vogliamo dare una svolta, ma non è facile, per una piccola realtà come la nostra, a conduzione familiare. La soluzione che abbiamo trovato è stata portare gli eventi musicali, che non possono essere vissuti dal vivo, direttamente nelle case degli appassionati attraverso la realtà virtuale”. La tecnologia utilizzata è quella del Google Cardboard, visore VR che garantisce esperienze immersive 360° alla portata di tutti in modo semplice ed economico. Questi visori esistono da alcuni anni, ma non erano mai stati usati per mettere a disposizione concerti di live band. “Siamo probabilmente i primi a farlo in questa formula e modalità”, sottolinea Enzo Di Gregorio. Una scelta azzeccata, se si considera che il primo concerto promosso da EDG Spettacoli ha registrato il tutto esaurito. Lo scorso
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17 marzo l’azienda trentina ha promosso l’evento “10 Anni Rebel Rootz”: i 350 biglietti kit a disposizione sono stati tutti venduti. I Rebel Rootz sono una band di ispirazione reggae, nata a Trento nel febbraio 2010. I fans, e non solo, del gruppo musicale hanno decisamente apprezzato la proposta, acquistando biglietti da tutta Italia. Non solo dal Trentino ma anche da regioni lontane. “Concretamente – spiega Di Gregorio – abbiamo messo in vendita un kit-evento al costo di 25 euro. Il kit comprendeva il visore, che poi rimane all’acquirente, all’interno del quale si inserisce il proprio smartphone. Il visore viene indossato, e quindi, tramite QRcode, si accede alla visione del concerto a 360 gradi mediante un’esperienza immersiva, che dà la sensazione di trovarsi sul posto, dal vivo… Come ad un concerto live”. La risposta del pubblico è stata la soddisfazione più grande e la conferma di aver intrapreso la strada giusta. “Non sarà questo il futuro – spiega Di Gregorio – ma, almeno per il momento, può essere il presente”. La disponibilità all’acquisto del kit-evento dimostra la domanda di musica e cultura presente tra la gente. “È stata la prova di quanto ci aspettavamo: le persone hanno bisogno di musica e spettacoli, di eventi, di cultura. E, in mancanza degli eventi in presenza, accetta con entusiasmo la realtà virtuale”. La “fuga in avanti” di EDG Spettacoli, l’impre-
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sa di Calogero ed Enzo Di Gregorio (padre e figlio) – leader in Trentino nell’organizzazione di eventi e spettacoli su commissione di enti pubblici, aziende private, associazioni e consorzi turistici, con un’esperienza di oltre trent’anni nel settore – è stata accolta positivamente anche da altri protagonisti trentini e non solo. “Abbiamo ricevuto importanti segnali di incoraggiamento e complimenti per l’idea”, conclude Enzo Di Gregorio. Diversi attori ci hanno sostenuto, mettendo a disposizione le proprie competenze per fare squadra con noi: in particolare Birra Forst S.p.a. di Lagundo, Tridentum Auto, i Giovani Soci Cassa di Trento, Tecnodata Trentina e poi altri partner tecnici come Iiriti e Metrò Rec. Inoltre, siamo stati più volte contattati, anche dai nostri competitors, per la curiosità che abbiamo suscitato”. (adb)
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Pareti divisorie contro l’isolamento La crisi dovuta alla pandemia non ha rallentato Alfaservizi. Al contrario, l’esigenza di rivedere gli spazi interni per adeguarsi alle normative sui distanziamenti ha portato a un incremento dell’attività.
LA PROGETTAZIONE ,
la produzione, il montaggio e l’assistenza: un servizio a 360° per l’installazione di pareti mobili attrezzate e divisorie per ufficio in legno, in vetro e in alluminio con soluzioni di design tradizionali e moderne. Nessun altro riesce a offrire un “pacchetto” così completo, a cui si aggiunge una presenza di lungo corso sul territorio – l’azienda opera in questo settore da oltre quarant’anni – che garantisce disponibilità di ricambi e la possibilità di intervenire con soluzioni modulari su misura sugli arredi già montati. “La prima linea di pareti interne che abbiamo progettato ha più di trent’anni” spiega Michele Bianchi, titolare di Alfaservizi, l’azienda nata a Rovereto nel 1980. “I clienti continuano ancora a chiedercela e noi interveniamo puntualmente, quando necessario, per fare manutenzione alle nostre
Michele Bianchi
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installazioni, per modificarle, per implementarle. Le esigenze dei nostri clienti cambiano spesso: è molto frequente dover ripianificare la disposizione interna degli uffici. Le aziende crescono, hanno bisogno di nuovi spazi, cambiano sede, rispondono a fasi di espansione o contrazione. In tutti i casi, noi siamo pronti e presenti con i nostri servizi, rimodulando le pareti installate o proponendone di nuove”. Alfaservizi, con sede a Rovereto in via del Garda, è una realtà a conduzione famigliare che opera con 21 dipendenti tra progettisti, montatori e falegnami. Fondata da Luciano Bianchi, padre di Michele, l’azienda è cresciuta costantemente nel segno della continuità. Il primo passaggio generazionale cinque anni fa: “Sono subentrato un po’ alla volta – racconta Michele – imparando il mestiere da mio padre, che nel 1980 avviò l’attività inserendosi con successo nel settore delle scaffalature e arredamenti per uffici, operando dapprincipio nella regione Trentino-Alto Adige. Nel 1982 si propose anche in Veneto e, dopo una prima stagione di crescita, nel 1986 realizzò la nuova e attuale sede a Rovereto. Di lì in avanti, puntando sui nostri collaboratori, sulle nuove tecnologie e sulla volontà di rispondere in modo sempre più puntuale alle esigenze del cliente e del mercato, abbiamo potenziato le linee produttive per la lavorazione e il taglio del legno, del vetro e dell’alluminio cercando di guardare avanti verso progetti più ambiziosi. Depositando di volta in volta brevetti industriali, nel 1994 nasceva Copernicus, la parete divisoria che, grazie al suo successo, ai suoi elevati standard innovativi, di qualità e di sicurezza ci ha permesso di affermarci anche in altre regioni, nel Nord e
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Centro Italia. Più tardi, sulla spinta di una con- ci siamo spinti oltre confine. Non disponiamo tinua richiesta, abbiamo dato il via nel 2003 ancora di una rete vendite strutturata per l’ealle produzioni esclusive delle pareti Keplerus stero. Ma, in futuro, potrebbe essere questa la (nel 2003) e Hubbles (nel 2016), punti di arrivo nuova sfida”. di un lungo percorso che ha confermato la pre- Il momento, infatti, è positivo. La crisi dovuta parazione, l’esperienza e l’impegno di tutto il alla pandemia non ha rallentato Alfaservizi. Al contrario, l’esigenza di rivedere gli spazi internostro staff tecnico”. La produzione avviene a Rovereto. Lo stabili- ni, condivisa da molte imprese nei più vari mento può contare su cinque capannoni per settori, per adeguarsi alle normative sui distanuna superficie di 4.500 metri quadrati e una ziamenti, ha portato a un incremento nel giro palazzina con uffici per 1.500 metri quadrati. di affari. “In passato – spiega Michele Bianchi Alfaservizi ne utilizza solo una parte, due ca- – molti uffici hanno privilegiato soluzioni open pannoni e un piano nella palazzina uffici. Il space, che, durante la pandemia, si sono riresto viene dato in locazione e gestito da una velate inadeguate. Anche per questo numerosi società collegata ad Alfaservizi. Tutte le pareti nostri interlocutori, clienti nuovi e tradizionali, vengono progettate e prodotte in sede, da dove che da anni si rivolgevano a noi, hanno avuto partono anche le consegne e le squadre di mon- il bisogno di cambiare, suddividendo gli spazi. tatori. “La nostra area di interesse principale In questa fase, ha giocato a nostro favore anche è compresa tra Trentino-Alto Adige, Lombar- la rapidità con cui siamo stati e siamo in grado dia, Veneto ed Emilia Romagna. Ma lavoriamo di intervenire”. (adb) bene anche con altre regioni. Occasionalmente
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XII Tu Sei. Il diario Prosegue il viaggio tra i progetti vincitori dell’ultima edizione con due iniziative all’insegna della sostenibilità e dell’innovazione. di GENNY TARTAROTTI
L'economia circolare di Aquafil Un pouf ecosostenibile, frutto di un’economia circolare legata al territorio, è il risultato del progetto realizzato, nell’ambito di Tu Sei, dagli studenti dell’Istituto Tecnico e Tecnologico “G. Floriani” di Riva del Garda in collaborazione con Aquafil, azienda tessile con sede ad Arco, leader nella produzione di fibre sintetiche. “Quando gli studenti hanno visitato la nostra azienda – spiega Martina Santoni referente della comunicazione di Aquafil, che ha curato la partecipazione dell’impresa per cui lavora alla XII edizione di Tu Sei – sono rimasti molto colpiti dalla nostra realtà e hanno subito pensato a un nuovo possibile utilizzo di ECONYL®, il nylon rigenerato, che Aquafil produce partendo da rifiuti provenienti da tutto il mondo come le reti da pesca, gli scarti di tessuti e i tappeti dismessi. Un filo avente le stesse
caratteristiche del nylon, ma ecosotenibile, che dal 2011, anno in cui è stato lanciato sul mercato, ha conosciuto un successo crescente soprattutto nell’industria della moda, ma che viene utilizzato anche per prodotti di design e per la pavimentazione tessile”. Un esempio virtuoso di economia circolare che ha particolarmente interessato i ragazzi della 4C AFM (Amministrazione, Finanza e Marketing) dell’Istituto Floriani che si sono subito messi in gioco per pianificare, mediante una simulazione, la propria idea di business, basata su un sistema di valori che amano definire come una vera e propria Environment oriented vision. “Gli studenti – racconta Serena Zavanella, professoressa di Scienze Economico-aziendali e referente alternanza scuola lavoro e orientamento presso l’Istituto Floriani – hanno curato la progettazione sotto ogni punto di vista. Hanno elaborato un prototipo di prodotto, condotto l’analisi di mercato e dei concorrenti, realizzato il sito, le pagine social, scritto i comunicati stampa con cui diffondere il proget-
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Da sempre Aquafil cura i rapporti con il territorio e promuove l’ingresso in azienda di giovani talenti. “Prendere parte a Tu Sei è stato naturale” commenta in proposito Martina. “I vertici aziendali tengono molto a questi progetti. Ci chiedono sempre informazioni e aggiornamenti. Le giovani generazioni rappresentano una risorsa molto preziosa, sono portatori di nuovi valori e costituiscono un punto di svolta per l’innovazione dell’impresa”.
Tessilquattro: un software per ricreare i colori
to e l’immagine dell’azienda da loro creata, alla quale hanno dato il nome di “Ecopouf”. Hanno girato dei video di presentazione dell’impresa e utilizzato numerosi strumenti digitali. Si è trattato di un’esercitazione pratica che ha permesso di conoscere e utilizzare concretamente moltissimi argomenti di ambito economico aziendale, giuridico, di marketing e comunicazione”. Un progetto di largo respiro che ha permesso alla classe di vincere il primo premio del concorso, per l’anno formativo 2019/2020, nella categoria realizzazioni annuali Istituti secondari di secondo grado, nonostante gli imprevisti e le difficoltà causati dal lockdown della primavera 2020. “Per la realizzazione del progetto – racconta Martina Santoni – era propedeutico potersi incontrare e confrontare. Purtroppo dopo la visita aziendale non è stato più possibile. Ma, nonostante il tempo trascorso insieme sia stato poco, posso dire di essere davvero colpita dall’interesse che i ragazzi hanno dimostrato nei confronti dei temi legati alla sostenibilità non solo ambientale, ma anche sociale ed economica”. “Gli studenti – osserva Serena Zavanella – hanno aderito all’iniziativa con grande entusiasmo e anche durante il lockdown dello scorso anno si sono sentiti vivi, partecipi, impegnati ed appassionati e questo per me è stato l’aspetto più bello”.
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Il lavoro realizzato da Tessilquattro Spa di Rovereto, nell’ambito del Progetto Tu Sei, in collaborazione con l’Istituto Tecnico Marconi di Rovereto, “merita il primato fra gli altri progetti in ogni caso pure notevoli”. Il giudizio della Commissione giudicatrice non poteva essere diverso, considerati i risultati a dir poco straordinari. Un “progetto – come affermano studenti e docenti – complesso ed altamente impegnativo, ma anche molto stimolante e creativo”, abbastanza audace da farsi promotore di innovazione e occupazione. “Partecipiamo al Progetto Tu Sei dal 2016 ed abbiamo ottenuto fino ad oggi delle grandi soddisfazioni: seppur con la sola intenzione di partecipare, ci siamo sempre classificati tra i vincitori – sottolinea con orgoglio Andrea Girardelli, responsabile di produzione presso Tessilquattro. Abbiamo sempre dato il massimo per realizzare al meglio queste iniziative, perché siamo convinti che rappresentino un valore aggiunto che rimane nel tempo, sia per l’Azienda che per gli studenti”. Il progetto, di durata biennale, è iniziato prima della pandemia, cosa che ha permesso a 46 studenti, delle classi 5A e 5B dell’indirizzo di automazione, di entrare in Azienda e di conoscere per esperienza diretta la realtà di Tessilquattro, società del Gruppo Aquafil che segue il processo di tintura delle fibre di Nylon6, utilizzate per la realizzazione di tappeti e moquette. “È molto
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importante – spiega Girardelli – che i ragazzi possano conoscere da vicino, la realtà aziendale e il suo processo produttivo, acquisendo le conoscenze e gli strumenti necessari per intervenire in modo costruttivo su di esso. Da anni – prosegue – Tessilquattro cura con particolare attenzione l’implementazione industriale del processo di qualità. Quando viene prodotto un filo, il colore dello stesso deve essere conforme al colore che è già stato validato dal cliente. Riprodurre la stessa identica sfumatura è però molto complesso, in quanto la cromia della tintura viene fortemente influenzata dalle caratteristiche delle diverse componenti. Abbiamo quindi condiviso con gli studenti questa necessità chiedendo loro di ideare e progettare un’applicazione che, mediante l’utilizzo di tecniche di visione artificiale, ci permettesse di ridurre il più possibile le differenze cromatiche tra i diversi lotti. Dal loro lavoro, portato avanti anche con la collaborazione dei compagni di 4A dello stesso indirizzo, è nato Rug Quality, un software in grado di archiviare le caratteristiche cromatiche del prodotto validato dal cliente per poi confrontarle, mediante un algoritmo, con quelle delle nuove realizzazioni. I dati che ne derivano vengono in seguito salvati in Excel, in modo da creare uno storico che consenta di studiare i gusti del
cliente”. Un prodotto impegnativo da realizzare, ma cruciale, se si pensa che ogni lotto richiede un investimento di circa 15mila euro e che un eventuale scostamento cromatico verrebbe alla luce solo dopo alcuni mesi dalla produzione. “Il progetto – prosegue Girardelli – è stato curato in particolare da un gruppo di circa quattro/ cinque ragazzi che lo hanno portato avanti fino alla maturità. Tra loro anche Manuel Tardivo che, dopo il diploma, è stato assunto dalla nostra impresa per curare nei dettagli l’implementazione di questo prodotto. Manuel è rimasto con noi per circa sei mesi dimostrando competenza e professionalità collaborando a stretto contatto con i nostri tecnici. Poi ha deciso di fondare una start up, ma con la possibilità di continuare la sua collaborazione con noi per l’affinamento e l’adattamento del progetto su altre tecnologie”. Mentre Manuel lavorava in Azienda, Tessilquattro ha avviato anche uno stage con un altro studente del Marconi, Manuel Salvatore Di Domenico, che ha affiancato Tardivo nello sviluppo del software. “Le soluzioni proposte – conclude Girardelli – sono state installate e tutt’ora utilizzate nelle fasi di produzione. Lo scopo è ora quello di continuare a potenziarle in modo da ottimizzare al massimo la precisione di valutazione”.
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OLTRE LE APPARENZE
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Upt: nuovo corso, nuova sede A partire dall’anno scolastico 2021/2022 l’Università Popolare Trentina aprirà una nuova sede a Borgo Valsugana. A inaugurarla il percorso formativo di “Operatore dei Sistemi e dei Servizi Logistici”.
"OPERATORE
dei Sistemi e dei Servizi Logistici” è il nuovo percorso di formazione professionale che Upt, l’Università Popolare Trentina - Scuola delle Professioni per il Terziario, ha inserito all’interno del proprio Piano dell’offerta formativa. Il corso, che sarà attivato a partire dall’anno scolastico 2021-2022 e che inaugurerà la nuova sede di Borgo Valsugana, nasce in risposta all’evoluzione del mercato del lavoro, con particolare attenzione alle esigenze del tessuto produttivo del territorio. Il percorso si configura infatti come risposta della Giunta Provinciale alla richiesta di Confcommercio Trentino di potenziare l’offerta formativa in favore del settore Terziario. Upt ha subito accolto la richiesta, aggiungendo ai propri corsi quello di “Operatore dei sistemi e dei servizi logistici”, una figura con elevate conoscenze e competenze nel campo della logistica, settore destinato a ricoprire un ruolo chiave nell’economia trentina del futuro. Durante il corso, di durata triennale, saranno approfondite tutte le tematiche legate all’esercizio pratico di questa professione come la movimentazione delle merci, il trasporto e la spedizione, il trattamento documentale, la gestione del magazzino, l’utilizzo di sistemi informatici e gestionali, la vendita e la comunicazione in inglese e tedesco. Al termine del percorso gli studenti conseguiranno la qualifica di “Operatore dei sistemi e dei servizi logistici” – livello 3 dell’EQF (Quadro Europeo delle Qualifiche) e saranno in grado di operare all’interno di organizzazioni commerciali e distributive, intervenendo in tutti i processi operativi legati alla movimentazione in entrata e in uscita delle merci. Fondata nel 1946 con la finalità di promuovere lo sviluppo e la diffusione della conoscenza nella popolazione, Upt ha aperto nel corso degli anni
diverse sedi sul territorio (Trento, Rovereto, Arco, Tione e Cles) allo scopo di facilitare l’accesso all’istruzione professionale anche ai residenti delle valli trentine. La nuova sede di Borgo Valsugana rappresenta l’ultima tappa di questo percorso che permette a Upt di raggiungere il Trentino orientale e di offrire ai ragazzi di queste zone un’importante opportunità formativa e professionale. In Provincia di Trento il sistema educativo dell’Istruzione e della Formazione professionale viene scelto da circa il 25% degli studenti. Una filiera formativa che ha visto nel corso degli anni un notevole aumento delle iscrizioni e che, con 27 qualifiche e 29 diplomi professionali, risulta ben integrata nel sistema dell’Istruzione offrendo agli studenti sia le conoscenze e le competenze pratiche finalizzate all’inserimento lavorativo, sia la possibilità di conseguire la maturità o di proseguire gli studi nell’Alta Formazione Professionale o all’Università. (gt)
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Ivo Tarolli e Maurizio Cadonna
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Il credito export al tempo del Covid-19 Un webinar ha approfondito gli aspetti assicurativi e legali nella gestione del credito export con focus sul rischio politico. di NICOLÒ ANDREINI, Responsabile Internazionalizzazione, Confindustria Trento
CONFINDUSTRIA TRENTO
e Trentino Export hanno organizzato, lo scorso 4 marzo, in collaborazione con Assoimprenditori Alto-Adige e Assiconsult, un Web Seminar sulla Gestione del credito export al tempo del Covid-19, con focus sul rischio politico, a cui hanno partecipato 40 imprese trentine e alto-atesine che esportano assicurando il proprio credito export. L’incontro ha fornito alle aziende utili indicazioni sulle migliori modalità di gestione del rischio credito ai tempi del Coronavirus. Infatti, la pandemia ha innescato una crisi economica con forti impatti sulla crescita e gli scambi globali. Il 2021 si prospetta come un anno di transizione verso l’uscita dall’emergenza sanitaria e di rilancio economico, sebbene il quadro dei rischi rimanga complesso. Il Webinar si è quindi proposto di rispondere ai seguenti quesiti: come saranno valutati i bilanci 2020 redatti in piena emergenza Covid? Cosa succederà all’economia una volta che termineranno le misure dirette ed indirette che stanno attualmente sostenendo l’economia? Cogliere le opportunità che si offriranno senza rischiare di mettere a repentaglio uno dei maggiori asset di bilancio, ovvero i crediti verso i clienti, sarà infatti per le aziende una delle chiavi di volta del 2021. L’incontro si è aperto con i saluti dei tre organizzatori: Barbara Fedrizzi, in qualità di presidente della Piccola Industria di Confindustria Trento, nonché presidente di Trentino Export; Vinicio Biasi, vicepresidente di Assomprenditori Bolzano e presidente della Piccola Industria alto-atesina; e Elena Sacchetti, responsabile dell’Ufficio di Trento di Assiconsult Srl. Alessandro Terzulli, in qualità di chief Eco-
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nomist di Sace SpA – Gruppo Cassa Depositi e Prestiti, ha aperto il panel degli interventi, inquadrando gli scenari economici determinati dal Covid-19 nell’ultimo anno e le implicazioni per le imprese italiane. Daniele Piras, international contracts & sales manager di Assiconsult Milano ha poi relazionato su come l’assicurazione del credito export può aiutare le aziende ad incrementare la propria prospezione estera e favorire quindi il superamento dell’emergenza Covid-19. Studio Legale Santosuosso Avvocati Lexcom, partner di Assiconsult Srl, nelle persone degli avvocati Giovanni Santosuosso e Martina Pasetto, sono infine intervenuti sulla forza maggiore nei contratti internazionali: quali le possibilità di risoluzione e le strategie per la redazione di nuovi accordi.
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Malaysia Day. Il business in Asia Trentino Export e Confindustria Trento hanno organizzato il primo Malaysia Day, una giornata di consulenze individuali per promuovere uno dei mercati più promettenti dell’Asia.
L'ASSOCIAZIONE
e Trentino Export proseguono con il Focus Asia, finalizzato a identificare gli spazi di mercato, le opportunità di business e i possibili partner locali nel Far-East a vantaggio dell’industria trentina. Dopo il Focus Vietnam di fine 2020, a cui hanno aderito 10 imprese, il 25 febbraio è stato organizzato un primo Malaysia Day, una giornata di incontri di consulenza individuale e gratuita, in stretta collaborazione con i partner di Octagona Srl, presenti anche in loco a Kuala Lumpur. Il mercato malese è certamente promettente. Anzitutto, ricopre una posizione strategica all’interno dell’Asean, in virtù della sua collocazione geografica. È poi un Paese con un alto grado di apertura al commercio internazionale; ha buon sistema di infrastrutture in via di potenziamento e aziende locali in grado di offrire servizi logistici integrati e flessibili; soprattutto, ha un’ampia disponibilità di manodopera qualificata a basso costo e numerosi incentivi fiscali locali, riservati in particolare ad aziende operanti nel settore digitale. La Malesia presenta ulteriori fattori competitivi: abbondanza di risorse naturali (soprattutto idrocarburi); dinamismo del settore dei servizi; costi relativamente bassi del mercato immobiliare; alto livello di reddito pro-capite che garantisce consumi elevati; diffusione della lingua inglese; e un eccellente rapporto costo/qualità della vita. Tali vantaggi rendono la Malesia un Paese allettante per la produzione di beni tecnologicamente avanzati, destinati al mercato regionale Asean e ai mercati internazionali. Nel 2019 gli scambi commerciali tra Italia e Malesia hanno raggiunto i 2,45 miliardi di
euro; parallelamente, le esportazioni italiane verso la Malesia sono aumentate del 33% dal 2015 al 2019, fino al valore attuale di 1,27 miliardi di euro. Anche la presenza economica italiana in Malesia è in costante crescita: dal 2011 al 2019 si è passati da 50 a più di 100 aziende di proprietà italiana registrate nel Paese. Per gestire non solo il mercato malese ma anche gli altri mercati dell’area, l’Associazione e Trentino Export, in collaborazione con i team di professionisti Octagona in loco, oltre a proporre il tradizionale supporto per lo sviluppo commerciale con ricerca di mercato, di competitor e di agenti/distributori/clienti nel Paese, potrebbero selezionare un Regional & Local Sales Manager, ossia un referente locale individuato ad hoc e assunto per un periodo di almeno 12 mesi, interamente (o in part-time) impiegato per singola azienda o per pool di aziende, che aiuterebbe l’industria trentina a gestire e rendere massimamente efficiente la presenza in loco. Il prossimo appuntamento del Focus Asia sarà il Singapore Day, il 5 maggio 2021.
Per informazioni Area Internazionalizzazione Nicolò Andreini T 0461 36 00 92 Email andreini@confindustria.tn.it
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we|b|ook Lean digital. La via italiana alla fabbrica 5G Michele Bonfiglioli | Umberto Mirani
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La via del marketing per la trasformazione digitale Marco Cordioli
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Italia 5.0. Un nuovo umanesimo per rilanciare il Paese Walter Ruffinoni
Mondadori Electa, 2020 224 Pagine, 18,90 Euro
TRENTINOINDUSTRIALE.COM | OTT-NOV 2019
Un saggio di largo respiro sulle opportunità del connubio tra il pensiero lean e la rivoluzione digitale 4.0, raccontato dalla prospettiva di una delle esperienze più interessanti di continuità aziendale nel nostro paese, Bonfiglioli Consulting, radicata in Italia e proiettata verso la crescita all’estero. Dopo una prima parte, volta a illustrare i cambiamenti macro economici degli ultimi vent’anni e le sfide che attendono le imprese, il saggio spiega come il mondo produttivo italiano possa recuperare efficienza e competitività, ripercorrendo anche 6 casi di successo. Secondo il Modello Bonfiglioli Consulting, progettare la trasformazione 4.0 significa, innanzitutto, saper scegliere le tecnologie abilitanti funzionali alle aziende e, poi, innestarle a servizio del business e del valore per il cliente su processi robusti, flessibili e snelli. Il rischio, altrimenti, è quello di finire per digitalizzare anche gli sprechi.
È solo marketing! Quante volte lo abbiamo pensato o sentito dire? Per alcuni «marketing» è divenuto sinonimo di manipolazione, di vendita ottenuta attraverso esagerazione o interruzione. Per altri assume la forma riduttiva del media del momento. Per il marketing è tempo di assumersi le proprie responsabilità. Scrollarsi di dosso le etichette. Abbandonare gli alibi. Diventare funzione integrativa delle altre funzioni aziendali. Generare convergenze tra istanze della domanda di mercato, interessi del business e ultime tecnologie. Candidarsi alla gestione della trasformazione digitale dell›impresa. Perché marketing è molto di più di ciò a cui siamo abituati a pensare. È una disciplina che fa della conoscenza del cliente la propria ossessione. Della conversazione il frame di interazione. Del design delle esperienze lo strumento di crescita. In fin dei conti, non è solo marketing.
La Società 5.0 è il futuro, un modello innovativo di integrazione fra pubblico e privato che rovescia lo schema contemporaneo mettendo l’innovazione tecnologica al servizio dell’essere umano. È l’idea che può finalmente far cambiare marcia all’Italia verso un nuovo Rinascimento. La rivoluzione digitale impone un’evoluzione continua delle imprese, degli stili di vita, del lavoro, del welfare. In che modo possiamo governare uno sviluppo tecnologico sempre più rapido, rimettendo la donna e l’uomo del terzo millennio al centro di ogni processo? L’era dell’informazione può essere una splendida opportunità per risolvere i conflitti sociali, ambientali ed economici: è arrivato il momento di andare oltre l’Industria 4.0, approdando a una società 5.0 che bilanci progresso economico e progresso sociale in un sistema in cui il cyberspazio si integra con lo spazio fisico. Se quest’idea di società, che sta già trasformando il Giappone, fosse applicata al nostro paese, potrebbe essere la chiave per un nuovo Rinascimento. Nell’Italia 5.0 la bellezza, il design e l’estetica non sono più soltanto valori individuali, ma diventano leve per mettere la tecnologia al servizio della società. Walter Ruffinoni ci guida in un viaggio nei meandri dell’umanesimo tecnologico per dare corpo a una visione. E intravedere così il nostro singolo ikigai: ciò che secondo i giapponesi dà un senso alla nostra quotidianità. Solo in questo modo possiamo aiutare i nostri figli a trovare il loro posto nel mondo.
Sono le nostre differenze a fare la differenza. Gruppo Cassa Centrale non è solo un Gruppo di Banche autonome, ma è soprattutto un Gruppo di persone, di storie, di vite. La dif ferenza per noi è un valore e l’identità locale un principio. E proprio partendo dai nostri principi abbiamo costruito un Gruppo
solido, sostenibile, cooperativo, capace di essere vicino alle persone e alle imprese italiane.
Gruppo Cassa Centrale, le Banche di tutti noi.
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