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Biotecnologie per la chirurgia ortopedica
Novagenit realizza membrane per la ricostruzione tessutale delle articolazioni del ginocchio e produce sostanze che combattono il rischio di infezioni durante gli interventi chirurgici.
investito in un piano di ristrutturazione aziendale per oltre un milione di euro integrando nuove fasi di lavorazione nel processo produttivo e ampliando la nostra sede con l’utilizzo di spazi aggiuntivi mediante un contratto di locazione di immobili di proprietà della Provincia autonoma di Trento”. Così lo stabilimento trentino di Novagenit Srl, cuore pulsante del core business di Adler Ortho Spa, acquisisce ancora più importanza all’interno del gruppo. “Con questo investimento – continua Edgardo Claudio Cremascoli, presidente di Novagenit – siamo ora in grado di sostenere la nostra crescita: vogliamo implementare la presenza di Novagenit sui mercati esteri guardando con grande attenzione all’estremo Oriente. Da tempo lavoriamo in Giappone. Ora puntiamo alla Cina”. Novagenit si trova a Mezzolombardo nella zona "ABBIAMO
TRENTINOINDUSTRIALE.COM | FEB-MAR 2020 industriale del comune rotaliano. Nasceva nel 2006 da un gruppo di manager con una lunga esperienza nel settore ortopedico italiano e internazionale. Protagonista di primo piano nel comparto medicale, l’azienda progetta e realizza biotecnologie da applicare alla chirurgia ortopedica operando essenzialmente su due linee produttive. Da un lato, la realizzazione di membrane per la ricostruzione tessutale delle articolazioni del ginocchio. Dall’altro, la produzione di sostanze che combattono il rischio di infezioni durante gli interventi chirurgici. Sono queste le eccellenze dello stabilimento trentino nella compagine ramificata di Adler Ortho Spa. Con sede principale a Cormano in provincia di Milano, Adler Ortho è presente con uffici commerciali e periferici in Veneto (Verona), in Emilia (Bologna), in Lazio (Roma) e in Puglia (Bari). All’estero opera tramite filiali in Belgio, Francia, Germania e Inghilterra. Di pochi mesi fa è la notizia dell’apertura di una sede commerciale in Giappone. “Così stiamo guardando a oriente”, sottolinea Cremascoli. “Alcuni mesi fa, di rientro dalla Cina, dove siamo stati per confrontarci con nuovi interlocutori, abbiamo avuto conferme della grande attenzione che i cinesi rivolgono ai nostri prodotti biomedicali. Ogni decisione è ancora prematura, ma stiamo valutando la possibilità di produrre in Cina mediante accordi di partnership con imprese locali. Stesso discorso vale per il mercato nordamericano. Anche negli Stati Uniti, dove il valore aggiunto dei prodotti Novagenit riscuote grande interesse, stiamo ragionando in questi termini”. Conquistando quote di mercato in Cina e in Usa, Novagenit andrebbe a implementare una presenza internazionale già estremamente capillare e diversificata: “Oltre il 50% del nostro fatturato
è realizzato all’estero. Siamo particolarmente attivi in Europa, comprese le aree più a est. Da tempo lavoriamo bene in Australia, in Nuova Zelanda e in Sud America”. La forza di Novagenit sta nella qualità e nella specializzazione. In una parola, nel valore aggiunto del prodotto. “Siamo un’azienda piccola – prosegue Edgardo Cremascoli – ma ciò che realizziamo è straordinariamente innovativo. Per quanto riguarda la ricostruzione dei tessuti, la prima delle due linee produttive, produciamo membrane a base di collagene ed altri materiali biologici. Realizziamo cioè degli scaffold che consentono di creare un ambiente favorevole alle cellule per riprodursi. Per quanto concerne invece la prevenzione delle infezioni contratte dal paziente nel corso degli interventi chirurgici, la seconda linea produttiva, progettiamo un idrogel da applicare sui tessuti e sulla protesi in grado di ridurre del 99,9% i casi di colonizzazione batterica come conseguenza post-operatoria”. Proprio quest’ultimo, l’idrogel, è molto richiesto dai mercati stranieri. La prevenzione delle infezioni post-operatorie a seguito di interventi ortopedici è tra le grandi sfide all’ordine del giorno. Circa il 3% di pazienti ne soffre. “Ciascuno di questi – spiega il presidente – costa circa 70.000 euro al servizio sanitario. Il nostro prodotto è in grado di ridurre questa percentuale. Ma, poiché siamo una realtà piccola, non è facile farci ascoltare dalle amministrazioni italiane. Il servizio sanitario dialoga solo con le grandi società. Più facile, invece, all’estero. I nostri prodotti sono richiesti in tutto il mondo”.
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La crescita di Novagenit lo dimostra. Presso lo stabilimento trentino lavorano 18 persone. Un terzo di più rispetto a due anni fa. Sono professionisti con percorsi di formazione altamente qualificati, in prevalenza chimici e biologi. Nel 2016 erano in 12. Con la crescita del fatturato e del giro di affari sono aumentati anche i collaboratori. Tutto avviene nello stabilimento di Mezzolombardo: ricerca e sviluppo, progettazione e produzione. “Con i recenti investimenti e grazie all’ampliamento della nuova sede – conclude Edgardo Cremascoli – abbiamo introdotto anche la fase del lavaggio e confezionamento di tutte le componenti destinate alle protesi. Prima, questa fase avveniva presso altri stabilimenti in Italia. Ora, invece, le nostre consociate si rivolgono a noi come punto di riferimento”. (adb)
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