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L’economia in un clima di incertezza

Presentato a Trento a fine giugno il rapporto annuale di Banca d’Italia “L’economia delle Province autonome di Trento e di Bolzano”.

IL rapporto annuale della Banca d’Italia 2022 prova ad inquadrare la situazione attuale e alcune previsioni dell’economia delle Province autonome di Trento e Bolzano. In particolare, quest’anno vi è una difficoltà marcata a identificare con il minor errore possibile gli scenari futuri: l’incertezza causata dallo scoppio del conflitto Russia-Ucraina, immediatamente dopo l’allentamento delle misure anti covid, tende a frenare la forte ripresa a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi del 2021. La Banca d’Italia registra una crescita del 6,9% del Pil trentino nel 2021 in termini reali rispetto al 2020. Nonostante questo, il Pil rimane inferiore di circa il 3% rispetto ai valori pre-pandemia, in particolare a causa del mancato recupero dei flussi turistici. Per quanto riguarda le previsioni per il 2022 la situazione è aggravata dal forte aumento dei costi energetici, le perduranti difficoltà di approvvigionamento di taluni input produttivi e l’elevato clima di incertezza. Le stime più recenti indicano una crescita del Pil trentino nel 2022 del 3%, più bassa rispetto alle aspettative di inizio 2022 ma superiore rispetto alla media nazionale. La struttura economica delle provincie autonome, caratterizzata da legami diretti limitati con le aree coinvolte nel conflitto, meno orientata alle produzioni a elevata intensità energetica, e contraddistinta da condizioni finanziarie più equilibrate di famiglie e imprese, appare in questa fase più resiliente della media nazionale. Come detto le misure di contenimento della pandemia hanno causato un’importante flessione dei flussi turistici, non avendo consentito al Pil di raggiungere i valori del 2019. Si registra una perdita del 34% delle presenze turistiche nel 2021 rispetto alla media del triennio 2017-19. Il minore afflusso turistico ha come conseguenza diretta una riduzione del valore aggiunto trentino pari all’1,8% e, tenendo conto anche delle conseguenze indirette, la riduzione arriva al 2,9%. Dal punto di vista industriale invece, il settore trentino nel 2021 ha pienamente recuperato la flessione del 2020, attestandosi su valori superiori a quelli del 2019. Secondo i dati della Camera di commercio provinciale il fatturato delle imprese manifatturiere ha segnato un incremento del 20% rispetto al 2020: registrando un’espansione sia sul mercato interno sia su quello estero. Le esportazioni in valore della provincia di Trento sono cresciute nel 2021 del 26,2% rispetto all’anno precedente, segnando un recupero più ampio della media nazionale. A rilanciare le esportazioni è stato in particolar modo il comparto dei mezzi di trasporto e dei macchinari, che avevano subito pesantemente le misure anti covid del 2020. A fine 2021, la situazione si è complicata anche per il settore industriale: i rincari dei prezzi dei beni energetici e degli altri input produttivi ha fatto aumentare i costi di produzione del 4% a fine 2021, del 7% se si considera il solo comparto manifatturiero. I dati provvisori di marzo 2022 che incorporano in parte gli effetti del conflitto tra Russia e Ucraina, indicano un ulteriore aumento dei costi di produzione delle imprese, quantificabile in oltre un punto percentuale e mezzo rispetto al 2021. Il conflitto ha causato inoltre una parziale interruzione di alcune catene di fornitura che a livello locale si sono tradotte in difficoltà di approvvigionamento per più del 50% delle imprese, che ha influito sull’attività produttiva. Si prevede che

questa condizione perduri tutto l’anno, in linea con quanto succede a livello nazionale. Per quanto riguarda l’occupazione, nel 2021 il numero di occupati in Trentino è aumentato del 1,5% rispetto all’anno precedente facendo così registrare un tasso di occupazione pari al 67,3%. Oltre ad una crescita netta del tasso di occupazione, nella nostra Provincia è cresciuto, anche se in forma ridotta rispetto alla media nazionale, il tasso di attività (+0,5%). La ripresa ha interessato principalmente le donne, riportando il divario di genere su livelli prossimi a quelli pre-pandemici. Sappiamo che i divari di genere nella partecipazione al mercato del lavoro risultano essere un problema che zavorra la crescita economica italiana. Minori tassi di attività femminile riducono la possibilità di emancipazione e integrazione, determinando vulnerabilità sociali e minor capacità di affrontare gli shock. Nella media il Trentino risulta essere meglio posizionato: il divario di genere risulta essere al 13% rispetto al 19% della media nazionale, ma sarà fondamentale lavorare al fine di ridurre ulteriormente il gap partendo principalmente da un cambio culturale. (db)

ESG e Real Estate: nasce il primo sistema di rating a cura di REbuilding network e SDA Bocconi

Parla trentino il primo rating ESG per gli edifici promosso da REbuilding network, rete di imprese per la riqualificazione integrata degli edifici, in collaborazione con SDA Bocconi School of Management. La ricerca, dal titolo Real Estate: dalla certificazione green al rating ESG. Best practice, Kpi e benchmarking, indaga l’impatto degli sviluppi regolamentari e delle best practice in ambito di sostenibilità per giungere alla formazione di un rating, per la valutazione della sostenibilità dell’immobile riferendosi a tutti e tre i pillar dell’acronimo ESG: ambientale (E), Sociale (S) e Gestionale (G). Questi tre criteri svolgono infatti un ruolo determinante nella valutazione degli immobili. “Il mercato - spiega Claudio Cont, managing director di REbuilding network, di cui fanno parte ATAG, Habitech, harley&Dikkinson, Saint-Gobain, Schneider Electric e Zanetti - ha consolidato negli ultimi anni l’introduzione di standard di misurazione delle performance ESG dei propri asset. L’evoluzione del quadro normativo ha inoltre fatto evolvere i parametri ed esteso i Kpi di valutazione richiedendo un sempre maggior numero di strumenti a disposizione dell’industria Real Estate. La differenza di affidabilità di questi strumenti diviene fattore di successo e di credibilità in ottica di reale trasparenza e di riconoscimento di valore. Per questo motivo la Rete ha fortemente voluto contribuire alla realizzazione di uno strumento di misura che ad oggi non esiste nel mercato, per dare impulso all’intera filiera immobiliare.”

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