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La dimensione ambientale della sostenibilità
Il Trentino guadagna la 1° posizione su 4 KPI. La raccolta differenziata e l’economia circolare mitigano la mancanza di un inceneritore. Il tema acqua restituisce performance contrastanti.
di GIANLUIGI SALVAGNO, Economia d’Impresa, Confindustria Trento
L'articolo si propone di accompagnare il lettore in una breve analisi del posizionamento della Provincia autonoma di Trento rispetto alle Regioni italiane in merito alla sostenibilità ambientale. Il set di indicatori preso in esame guarda alla capacità del sistema di gestire in modo efficace ed efficiente le risorse e i servizi per cittadini e imprese, garantendo la tutela del territorio e promuovendo pratiche responsabili nel settore produttivo. Il Trentino guadagna la prima posizione assoluta su 4 KPI dei 25 analizzati (16%) e la top 5 in 11 KPI (44%). Passando in rassegna una tematica di eccellenza, i rifiuti, lo scenario provinciale è caratterizzato dalla mancanza di un inceneritore entro i confini e il bisogno di doversi affidare ai territori limitrofi per sopperire a questa necessità.
Questi ingredienti hanno generato l’humus perfetto con cui si è raggiunta una raccolta differenziata dei rifiuti urbani molto spinta (76.7%, contro il 65% dell’obiettivo Ue al 2035). L’opinione pubblica e politica dibattono da tempo sull’esigenza di chiudere il ciclo dei rifiuti entro i confini provinciali, un argomento urgente, con cui si garantirebbe indipendenza nella gestione dei rifiuti e si ridurrebbero le importanti movimentazioni degli stessi. Sull’aspetto prevenzione, le imprese trentine si distinguono per un discreto ricorso alla simbiosi industriale - lo scarto di lavorazione per un’azienda, diventa materia prima per un’altra - generando un duplice beneficio di prevenzione nella formazione dei rifiuti e di generazione di materia prima. Questo virtuosismo conduce a un’ottima performance sull’utilizzo di materie prime seconde (2° posto). Gli indicatori analizzati hanno permesso di individuare anche le criticità del territorio. Il Trentino non supera mai la quattordicesima posizione se non per 2 KPI (8% sul totale), in cui si posiziona penultimo. L’acqua è, a titolo di esempio, una tematica che restituisce performance provinciali contrastanti. Se da una parte l’abbondanza della risorsa permette di generare molta energia pulita, consentendo un rapporto positivo tra le quote di energia da fonti rinnovabili sui consumi totali finali di energia e un alto valore di potenza efficiente lorda rinnovabile per abitante (3° e 4° posto rispettivamente), dall’altra questa abbondanza sminuisce lo straordinario valore della risorsa acqua, che, anche a causa di una forte presenza di attività agricole e di itticoltura nel territorio, consegna valori elevati di utilizzo di acqua pro-capite (349 contro la media nazionale di 212 l ab-1 d-1). Alla luce degli ultimi eventi siccitosi, sempre più frequenti negli anni, si dovrebbe ripensare agli usi dell’acqua, riducendo, in primis, gli sprechi e provvedendo, in secundis, a non fare affidamento sul solo idroelettrico ma a diversificare le fonti di energia rinnovabili, puntando maggiormente su fotovoltaico e biomasse, quest’ultimo anche per sfruttare la legna, di cui il territorio è ricco. Normalizzando e aggregando i dati di ogni KPI, il Trentino si posiziona in prima posizione assoluta nell’analisi della dimensione ambientale della sostenibilità, con un punteggio di 59/100, davanti all’Alto Adige (57/100) e alla Basilicata (50/100).