L'ECOtele7

Page 1

Anno 54 24 Giugno 2020 Fr. 3.­ numero

26 numero

27

Settimanale d'informazione

P I E RO G U C C I O N E UN ARTISTA VOTATO AL MARE IL TURISMO DELLE RADICI IL REDDITO DI EMERGENZA


SOMMARIO

Editoriale

Care lettrici, cari

ATTUALITÀ

3

Società L'America brucia

8

Economia Il Reddito di Emergenza

RUBRICHE

4 5

La rubrica di Mauro Trentini La rubrica di Dino Nardi

CULTURA

Storia Immigrazione italiana 1970­1990 Ostacoli da superare

12 13 14

Arte e Spettacoli Piero Guccione Nek ­ Il nuovo album ...Vite... in pericolo...

6

15

Cucina Carpaccio di barbabietola ­ Cannelloni gorgonzola e ricotta ­ Foglie da tè ai pistacchi

NOVELLE E ROMANZI

7

Apnea di Nunzio Campanelli

MOTORI E MOBILITÀ 10 Suzuki S­Cross Top Allgrip 4x4 Hybrid SPORT 11 Si è spento Mario Corso COMUNICATI STAMPA 44 ­ 45 ­ 47 TEMPO LIBERO 46 .

Questa settimana vorrei parlarvi della libertà. Che cos'è la libertà? La domanda sembra facile, eppure, dare una risposta non è affatto semplice. È ovvio che si tratta di uno dei principi di ogni persona: pensare, agire e vivere da donne e uomini liberi, senza costrizioni o obblighi. Ma quanto è possibile oggi? Non è che, forse, presi come siamo dal volerci integrare in questa nostra società, dal volere a tutti i costi essere “i primi della classe” e mossi dall'ambizione ci capita, di tanto in tanto, di perdere di vista questo prezioso valore? Mi chiedo spesso, osservando il comportamento di alcuni individui, se siano davvero liberi. Mi riferisco a quelle persone che agiscono in funzione di ciò che gli torna più comodo, per salire nei sondaggi, per essere lodati, per essere considerati, per essere ammirati.... A me, sinceramente, paiono schiavi del giudizio altrui e penso che vivano male la loro vita. Avete in mente quelli che, per arrivare al successo, soprattutto in ambito professionale, obbediscono senza indugio a qualsiasi ordine impartito dal loro superiore? Ecco, a me sembra un misero aspetto del comportamento umano, altro che libertà! Se è vero che senza libertà non potremmo fare nessuna delle cose che diamo per scontate ogni giorno: esprimere la nostra opinione su qualsiasi argomento, in qualunque luogo e in qualunque momento, muoverci nella direzione che ci interessa, praticare attività che ci appassionano, generalmente esprimere la nostra identità senza divieti, è altrettanto vero che la "nostra libertà finisce dove comincia quella degli altri" (Martin Luther King). La libertà non è fare ciò che ci pare e ci piace passando sul corpo dei nostri vicini. La libertà ha bisogno di regole e vi è la necessità che queste regole vengano condivise e rispettate da tutti. Altrimenti è caos completo! La vera libertà, a mio modo di vedere, è quella interiore, che ci disancora giornalmente dai giudizi. Nostri e degli altri.

Maria Bernasconi Settimanale d'informazione

Socio fondatore della Federazione Unitaria Stampa italiana all'estero (FUSIE) La testata riceve il contributo per la stampa italiana diffusa all’estero erogati dal Dipartimento editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri

Sede legale: Via Brocaggio 1, 6984 Pura ­ Redazione: Rapperwilerstrasse 1, 8630 Rüti Orari: Martedì ­ Venerdì dalle 10.00 ­12.00 e dalle 14.00 ­17.00 Tel. 056 535 31 30 e­mail: redazione@leconews.ch

www.leconews.ch Editore: Newsitalia sagl

Redazione e collaboratori: Chiara Bernasconi, Flory Di Biagio, Peter Ferri, Graziano Guerra, Giovanni Longu, Dino Nardi, Andrea Pagnacco, Graziella Putrino, Antonio Ravi Monica, Egidio Todeschini, Mauro Trentini Agenzie Stampa: 9 Colonne, Adnkronos, Aise, Ansa, Inform, Swissinfo. Fotografie: Adnkronos, Ansa, Esther Landolt, Luigi Rizzo. Pubblicità: Tel. 056 353 31 30 e­mail: redazione@leconews.ch Stampa: Nastro&Nastro Srl ­ 21010 Germignaga (VA) Italia Spedizione: Stisa SA ­ Zona Industriale 1 ­ 6593 Cadenazzo Gli articoli e le foto impegnano solo la responsabilità degli autori. Costo abbonamento annuale Fr. 98.­


ATTUALITÀ Società

L'America brucia La memoria ci ricorda che questa nazione ha una lunga storia di democrazia ma anche di crepe e misfatti

T

utta l’America brucia. Non è bastata l’incriminazione dei responsabili per l’omicidio dell’afroamericano George Floyd a placare la rabbia dei manifestanti, che hanno invaso le strade non solo a Minneapolis ma in tutto il Paese. Il presidente Trump, dopo essersi dichiarato paladino dei manifestanti pacifici, li ha fatti sgombrare dai pressi della Casa

Bianca con i lacrimogeni. Avrebbe anche voluto l’intervento dell’esercito dicendo che sono soltanto “gruppi organizzati”; fosse per lui, le proteste verrebbero represse per ristabilire l’ordine, lungi dall’idea che alle radici di questa rabbia ci siano problemi seri da risolvere. Ma la rivolta non è questione di ordine pubblico, è il riflesso della divisione socio­razziale negli Stati Uniti. George Floyd non è la prima vittima della violenza gratuita di poliziotti americani. Il pestaggio di Rodney King, che si risolse con l’assoluzione degli agenti incriminati, provocò nel ’92 proteste di massa a Los Angeles ed oltre 50 morti. Questa volta però, con un’ondata che si è estesa praticamente su tutto il territorio degli Stati Uniti, il quadro è diverso. E l’America si riscopre democrazia

debole e incompiuta. “Stop the pain ­ fermate la sofferenza” è l’appello lanciato da Philonise Floyd, fratello di George, alla Camera dei deputati di Washington. “Siamo nel 2020, è l’ora di dire basta. Tutti quelli che protestano nelle strade ve lo dicono: basta”. Una rivoluzione culturale sembra soffiare da un capo all’altro degli Stati Uniti. Un dato significativo

è la crescita costante della partecipazione dei bianchi, soprattutto giovani. Dicono i sondaggi: la consapevolezza delle ingiustizie razziali e delle discriminazioni da parte della polizia è aumentata fino a raccogliere il 71% dei bianchi (il livello è aumentato del 25% in cinque anni). Le voci che si levano per chiedere giustizia ed una effettiva parità sono tantissime. Se le proteste si trasformeranno in azione politica, se neri e giovani andranno a votare compatti, qualcosa certo potrà evolvere. Intanto si attende la sentenza del tribunale per i poliziotti coinvolti. Per ora al licenziamento è seguita l’incriminazione ma una condanna lieve o peggio una assoluzione scatenerebbe altre proteste. Nel 2009 l’elezione di Barack Obama

a cura di Egidio Todeschini

aveva dato l‘illusione che il cammino cominciato da Martin Luther King mezzo secolo fa fosse giunto alla meta. Il mondo aveva inneggiato al primo presidente per metà africano della storia americana, simbolo della felice integrazione dei neri. Non è così e Trump ne è l’espressione. Il caos attuale sarà sedato, ma le conseguenze del caso Floyd dureranno, perché non fu omicidio casuale. “Trump – ha detto l’ex capo del Pentagono Jim Mattis – è il primo presidente degli Stati Uniti che non cerca di unire il popolo americano, né finge di provarci. Al contrario, ci divide”. Sarebbe però ingenuo pensare che, passato Trump, tutto sarà risolto. Dovremo ancora convivere con questa tabe ereditaria, da cui ebbe origine la guerra civile (1861­1865) di fatto rifondatrice degli Stati Uniti d’America su una base unitaria. Dopo i fatti di questi giorni pare ovvio affermare che l’America, un tempo guida dell’Occidente, ha toccato il fondo. La storia però ci obbliga a ricordare che tutto è un film già visto. Ero giovane quando vennero uccisi Martin Luther King, John e Robert Kennedy. Gli adulti dicevano che il sogno di un’America giovane e idealista si era spento nel sangue. Ero giovane quando le piazze del mondo gridavano “Yanke go Home” contro la guerra ingiusta in Vietnam e le proteste dei pacifisti incrociavano la denuncia del razzismo contro i neri. Più tardi lo scandalo del Watergate, che costrinse Nixon alle dimissioni, sembrò l’agonia di una democrazia corrotta; Reagan fu visto nel mondo come un cowboy anticomunista; molto prima di Trump già Bush abbandonò il trattato di Kyoto sul clima, favorì l’industria del petrolio, poi l’invasione dell’Iraq, giustificata con una bugia. Arroganza, prepotenza, unilateralismo: è già tutto accaduto. Infine però bisogna fare una constatazione, come consolazione: l’Occidente pratica l’autocritica, sconosciuta in altre parti del mondo. mercoledì 24 giugno 2020/

3


RUBRICHE

a cura di

Mauro Trentini

avvocato

mail: trentini­legal@bluewin.ch

D

Rapporti di vicinato Seconda parte

opo aver visto, la scorsa settimana, l’art. 684 del Codice Civile svizzero, e prima di dedicarci a dei casi di immissioni moleste, concentriamoci su di un’altra disposizione legale importante in ambito di rapporti di vicinato. Mi sto riferendo all’art. 679 A del Codice Civile Svizzero il cui tenore è il seguente: In caso di eccesso nell’esercizio del diritto di proprietà1 Chiunque sia danneggiato o minacciato di danno per il fatto che un proprietario trascende nell’esercizio del suo diritto di proprietà, può chiedere la ces­

a disposizione dall’ordinamento giuridico. Si veda la responsabilità, per colpa questa volta, dell’art. 41 del Codice delle Obbligazioni, la responsabilità, ancora una volta causale e pertanto esente da colpa, dell’art. 58 del Codice delle obbligazioni o l’azione di difesa della proprietà prevista dall’art. 641 cpv. 2 del Codice Civile Svizzero. L’azione dell’art. 679 A il cui campo d’applicazione è limitato ai rapporti di vicinato, non appartiene solo al proprietario del fondo che subisce l’immissione molesta o eccessiva ma anche ai titolari di servitù e ai titolari di diritti di natura obbligatoria come

sazione della molestia o un provvedimento contro il danno temuto e il risarcimento del dan­ no. L’art. 679 A è una delle diverse azioni legali messe a disposizione del proprietario che viene minacciato da immissioni moleste provenienti da un fondo viciniore. L’azione in cessazione della molestia è un caso di respon­ sabilità oggettiva o causale che pertanto non necessita di nessuna colpa da parte del proprietario del fondo d'origine delle immissioni mo­ leste ma unicamente la dimostra­ zione di un nesso di causalità tra l’eccesso nell’utilizzazione di un fondo (l’immissione molesta appunto) e una lesione nei diritti del proprietario del fondo viciniore. Questa responsabilità può entrare in concorso con altre azioni legali messe

ad esempio un inquilino che viene molestato da immissioni che proven­ gono da un fondo vicino. Una delle molte lettere giunte in redazione è quella della signora Teresita che chiede come si deve comportare nei confronti del conti­ nuo abbaiare di due cani ubicati in un recinto su di un fondo confinante con la sua proprietà.

4

/mercoledì 24 giugno 2020

Con queste poche informazioni appa­ re, di primo acchito difficile, poter dare una risposta esaustiva e conclu­ dente in merito alla problematica sollevata. Fondamentale in questi casi è in un primo tempo determinare in che tipo di zona sono ubicate le proprietà della signora Teresita e del detentore dei cani. La valutazione può infatti differire a dipendenza del fatto che le

proprietà si trovino in una zona residenziale o in una edificabile o agricola. Se, infatti, le proprietà non si trovano in zone residenziali la tolle­ ranza richiesta ai vicini è molto maggiore di quella che si potrebbe pretendere appunto in una zona residenziale. Fatta questa premessa è indubbio che il continuo abbaiare dei cani rappresenti un’immissione molesta che, se eccessiva, ossia “oggettiva­ mente intollerabile” deve essere se non eliminata per lo meno attenuata. Si ricorda che immissioni soggetti­ vamente fastidiose che non ragg­ iungono l’intensità di quelle “ogget­ tivamente intollerabili”, non danno adito ad un intervento riparatore da parte di un giudice. In questo genere di situazioni molto importanti sono le prove da racco­ gliere in vista di una possibile azione giudiziaria nel caso in cui il proprie­ tario degli animali non dovesse intervenire per soluzionare il proble­ ma dopo una prima lettera racco­ mandata nella quale la Signora Teresita dovrà sollevare il problema delle immissioni eccessive e il fasti­ dio a lei arrecato unitamente ad una richiesta di eliminazione o riduzione delle medesime. In caso di ricorso al giudice utili potranno essere le testimonianze di altri vicini o perizie tendenti a definire nei dettagli il genere e soprattutto l’intensitâ delle immissioni ritenute eccessive. La Signora Teresita potrà anche chiedere l’intervento, con relativa perizia, da parte del tecnico comunale. In una sentenza, emessa da un Tribunale ticinese, che vedeva come protagonisti, asini e mufloni e non cani, i giudici erano giunti alla conclusione che le molestie arrecate da questi animali non raggiungevano l’intensità oggettiva richiesta ed in modo particolare che le prove raccolte, incluse le perizie, non per­ mettevano di dimostrarla. Il vicino, nella causa ticinese, aveva anche sostenuto, senza però riuscire a provarlo, che gli animali causavano anche odori molesti, soprattutto in estate e sollevavano ampie nuvole di polvere durante i loro spostamenti.


RUBRICHE

Il turismo delle radici

a cura di

Dino Nardi

rubrica di politica e informazione sociale

mail: nardi.dino@bluewin.ch

La scoperta dell'acqua calda

E

vviva! la Farnesina ha presentato recentemente una iniziativa definita di “taglio innovativo” per promuovere il così detto “turismo di ritorno” degli italo­discendenti cioè attraverso il “turismo delle radici” il MAECI e quindi il governo italiano si propon­ gono, tra l’altro, la “preservazione del patrimonio immobiliare”. Il dottor Luigi Maria Vignali, Direttore Generale della Direzione Generale degli Italiani all’Estero (DGIE) promotrice dell’even­ to, da parte sua ha sottolineato come “Il turismo delle radici rappresenta una straordinaria opportunità per aprire l’Italia a nuovi flussi di visitatori e per valorizzare luoghi e borghi italiani non ancora coinvolti dal tu­ rismo di massa (..) e come i Conna­ zionali e italo­discendenti sono del resto i primi consumatori dei prodotti locali, realizzati da artigiani e i cui ricavi vengono interamente riassorbiti dallo sviluppo dell'economia locale”. Si, dopo aver appreso di questa iniziativa della DGIE, è proprio il caso di esprimere la nostra gioia con un “evviva!” ed anche con un “final­ mente!”. Infatti, come posso testi­ moniare da ex membro di lungo corso del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE), l’importanza econo­ mica per l’Italia che rivestono gli italiani iscritti all’AIRE (oltre cinque milioni) e gli italo­discendenti (stimati in circa 60/80 milioni) è sempre stata evidenziata sia dal sottoscritto e da altri colleghi ogni qualvolta (ed accadeva spesso) che si trattava di difendere i diritti dei nostri emi­ grati e di evitare interventi dello Stato discriminatori nei loro con­ fronti affinché non si sentissero abbandonati dal loro Paese e non si disamorassero dell’Italia. Pur­ troppo raramente questi nostri appelli hanno avuto delle risposte positive dai parlamenti e dai governi che si sono succeduti negli anni così che, già da tempo, è iniziato un certo distan­ ziamento sociale (per usare un termine oggi di moda) da parte degli iscritti AIRE verso l’Italia. Oggi apprendiamo con soddisfazione di questa iniziativa del MAECI per

aiutare l’economia del Paese anche con la preservazione del patrimonio immobiliare, soprattutto dei piccoli borghi. Ebbene vorremmo ricordare sommessamente che molti di questi borghi e villaggi per lo più abbando­ nati ­ sparsi per le vallate alpine, a ridosso della dorsale appenninica oppure disseminati nelle campagne salentine, siciliane o della Sardegna ­ già da decenni si ravvivano proprio grazie a quel turismo di ritorno dei molti emigrati originari di quei luoghi. Emigrati che vi hanno investito i loro

primi risparmi per rinnovare la casa dei genitori oppure per acquistarne una in previsione di un rientro defi­ nitivo che, molto spesso, non si è poi verificato ma che, tuttavia, proprio grazie a quella loro casa vi sono ritornati a trascorrere le loro vacanze, anno dopo anno, con le loro famiglie e quindi a spendervi molte risorse tra alimenti, bar, ristoranti, luoghi di divertimento, nonché l’acquisto di vari altri beni di consumo che vanno a riempire anche le loro valige al rientro nei rispettivi Paesi di emigrazione e soprattutto il bagagliaio delle loro auto quando trattasi di emigrati resi­ denti in Europa. Purtroppo tutto questo flusso di denaro che gli emigrati stanno spen­ dendo in Italia da decenni rischia di interrompersi nonostante i desiderata del MAECI. Infatti, come abbiamo già avuto modo di scrivere all’inizio del­ l’anno in questa rubrica, sono sempre di più gli italiani all’estero proprietari

di una abitazione in Italia che mani­ festano la loro rabbia nei confronti dell’Italia per come lo Stato italiano, e gli stessi comuni di origine, li maltratta a riguardo dell’IMU e della TARI (e non solo). Una rabbia che iniziò a manifestarsi nel 2009 quando il governo Berlusconi tolse l’IMU sulla prima casa dimenticandosi però di quella degli emigrati; una rabbia poi rafforzatasi nei lavoratori emigrati che si sentirono doppiamente discriminati quando dal 2015 si concessero alcuni benefici fiscali sulla casa ai soli pensionati iscritti all’AIRE; una rabbia che da inizio anno è addirittura esplo­ sa fragorosamente tra tutti gli emi­ grati poiché, a seguito della Legge di Bilancio 2020, tutti loro devono ver­ sare l’IMU come seconda casa compreso i pensionati. Per cui altro che “turismo delle radici”! Infatti moltissimi emigrati hanno già iniziato a disfarsi della loro proprietà in Italia. Un’abi­ tazione il cui costo di manteni­ mento è diventato ormai insop­ portabile finanziariamente per le tasche di molti di loro che devono vivere con il solo reddito della pensione: circa 5mila euro annuo, tra IMU, TARI, canone tv, energia elettrica, gas, acqua, nonché la maggiore impo­sizione fiscale che quella proprietà genera nel Paese di residenza e senza calcolare gli imprevisti che non mancano mai per una abitazione chiusa per la maggior parte dell’anno. Un costo che, peral­ tro, è sproporzionato rispetto al suo utilizzo che si limita al massimo ad un paio di mesi all’anno, ovvero un importo superiore a quella che una coppia spenderebbe in un albergo di tre stelle. Morale, se il MAECI ed il governo pensano davvero ad investire nell’opportunità offerta al Paese dal “turismo delle radici” è bene che si attivino subito affinché anche l’abita­ zione di tutti gli iscritti all’AIRE venga trattata fiscalmente come le abita­ zioni dei residenti stabili. Altrimenti, come recitava una celebre canzone, “tutto il resto è noia” compreso questa pur lodevole iniziativa di far crescere il turismo delle radici! mercoledì 24 giugno 2020/

5


CULTURA Storia

a cura di Giovanni Longu

mail: glongu@sunrise.ch

Immigrazione italiana 1970­1990 18. Ostacoli da superare

I

l successo della nuova politica immigratoria svizze­ ra, finalizzata in ultima analisi all’integrazione dei residenti, sarebbe stato garantito solo se le due componenti principali, quella svizzera e quella italiana (di gran lunga mag­ gioritaria tra gli stranieri), avessero collaborato intensamente non solo alla rimozione di vecchi pregiudizi e luoghi comuni (cfr. articolo prece­ dente) ma anche alla creazione delle condizioni indispensabili per costruire insieme un’efficace integrazione ed effettive possibilità di sviluppo almeno per le nuove generazioni di stranieri. Entrambi i compiti apparvero fin dagli anni Settanta alquanto impegnativi e non privi di ostacoli, alcuni in particolare.

condizioni generali degli stagionali. Di fatto, nel periodo in esame 1970­ 1990, il numero degli stagionali (italiani) è andato via via riducendosi, da 175.496 (italiani: 101.555) a 121.704 (13.470). Comunicazione e conoscenza reci­ proca

Un altro ostacolo da superare preli­ minarmente per migliorare la recipro­ ca conoscenza era l’incomunicabilità, dovuta soprattutto alle carenze lingui­ stiche degli immigrati. È vero che il presidente della Confe­ derazione Nello Celio, inaugurando nel 1972 il moderno laboratorio lingui­ stico del CISAP, aveva auspicato che molti più connazionali imparassero l’italiano, ma è evidente che sarebbe Rigidità delle posizioni sugli sta­ stato logico che molti più italiani gionali imparassero la lingua locale, tedesco o francese. Uno dei principali ostacoli alla colla­ Purtroppo i corsi di lingua per immi­ borazione italo­svizzera era costituito grati all’epoca erano rari e scar­ dalla rigidità delle posizioni riguardanti samente frequentati, per cui la lo statuto dello stagionale. Nonostante comunicazione, per altro sempre più fosse chiaro fin dal negoziato per l’accordo del 1964 che la Svizzera non avrebbe ceduto alle richieste italiane di abolirlo, la stessa richiesta figurava sempre ai primi posti in tutte le sedi dove le maggiori organizzazioni di immigrati italiani (CNI, FCLIS, ACLI) riuscivano a far giungere le loro riven­ dicazioni. Inutilmente! Forse si sarebbe ottenuto di più se si fosse insistito maggiormente su un più efficace controllo dei veri stagio­ nali e sui rimedi possibili alla con­ dizione dei cosiddetti «falsi stagionali», su una maggiore flessibilità nella trasformazione dei permessi stagiona­ li in annuali, tenendo conto della sicurezza del lavoro degli interessati e della reale durata dell’impiego nell’ar­ co dell’anno, sul miglioramento delle condizioni abitative, ecc. richiesta non solo sul lavoro, ma Saranno soprattutto la trasformazione anche in ambito scolastico, ammini­ del mondo del lavoro, il maggiore strativo, sociale, avveniva ancora a coinvolgimento dei sindacati e degli fatica. Molti genitori cominciarono a ispettorati del lavoro, la concorrenza rendersi conto della necessità di una internazionale, l’accresciuta sensibilità certa conoscenza della lingua locale delle istituzioni e dei cittadini svizzeri quando i loro figli cominciarono a fre­ a indurre le autorità federali e can­ quentare l’asilo e la scuola. Per tonali a migliorare nel tempo le meglio seguirli era indispensabile un 6

/mercoledì 24 giugno 2020

contatto diretto con gli insegnanti, ma anche con altri genitori. Bisogna tuttavia riconoscere che molti genitori seppero costituire Comitati molto efficienti con funzioni di sostegno, di aggregazione, di forma­ zione, di organizzazione di doposcuola, ecc. Molti bambini trovarono in loro una valida intermediazione con la scuola e un sostegno nella prima esperienza d’integrazione. L’adesione ai sindacati svizzeri Un terzo ostacolo che dovettero superare molti italiani che avevano deciso di restare in Svizzera dopo la crisi del 1974­76 era la loro scarsa adesione ai sindacati svizzeri. La gravità della crisi e le conseguenze disastrose specialmente per i lavoratori privi di un’assicurazione contro la disoccupazione e dell’assistenza dei sindacati fece aprire gli occhi a molti italiani. Apparve chiaro, infatti, che solo i sindacati svizzeri e non quelli italiani o qualche associazione di immigrati

erano i migliori interlocutori dei datori di lavoro e delle autorità. L’adesione ai sindacati divenne negli anni Settanta un’esigenza non solo di un generale senso di solidarietà tra lavoratori, ma anche un investimento che, come si vedrà in altro articolo, tornerà di grande utilità anche per gli immigrati. (Segue)


NOVELLE E ROMANZI

Apnea Nunzio Campanelli

Q

uelle parole risuonarono nella mente dell'ispettore Borghesi come uno squillo

di tromba. ­ Occhi! Che occhi!? ­ ­ Ma sì, ispettore, parlo di Ferrini, il barista! ­ La mente umana riceve una moltitudine di segnali ogni momento della nostra esistenza, li valuta, elabora e seleziona in base alla loro natura e sostanza. La maggior parte di questi segnali sono, come dire, di servizio: temperatura, distanza degli oggetti, tipologia, e così via in un continuo accavallarsi di messaggi inviati dai vari sensi. Che di norma sono cinque. Poi c'è il sesto senso. Che non è telepatia, o chiaro­ veggenza, ma pura, semplice intui­ zione, necessaria per elaborare le informazioni più complesse, sofisti­ cate. Borghesi si alzò in piedi, si diresse con decisione verso l'agente, sul viso una maschera impenetrabile. ­ Portalo qui! ­ ­ Chi, Ferrini? ­ ­ Si! ­ ­ Ma veramente dovrebbe essere interrogato dal commissario! ­

Uno sguardo di Borghesi pose fine alla discussione. ­ Subito, ispettore! ­ Poco dopo l'agente ritornò al seguito del barista, che si reggeva in piedi a stento, quasi trascinandosi. Si gettò di peso sulla sedia, e rimase lì, con il capo inclinato in avanti, lo sguardo che scrutava il pavimento. ­ Ferrini! ­ Il richiamo non provocò nessuna reazione. ­ Allora parlo io, tu sta a sentire e correggimi se sbaglio. Dai tuoi precedenti sappiamo delle tue varie attività di ruffiano, paraninfo, lenone... si insomma di magnaccia come vi fate chiamare voi. Forte di questa esperienza vieni assunto al "Lost Paradise" per procurare un numero sufficiente di "ragazze", le chiamate così, no? E fino a qui siamo nella norma, è quello che succede dappertutto, no? Ma il vostro locale ha una clientela speciale, a cui non basta la normalità, se vogliamo chiamarla così, ha bisogno di altro, di emozioni vere, forti. Allora arriva la grande idea di allestire il sotterraneo del vostro locale in quella maniera. Forse all'inizio pensavate di limitarvi a

I racconti gialli

procurare solo dello spavento, magari qualche piccola ferita. Poi però la notizia si è diffusa, si è allargato il giro della clientela, sono arrivati quelli facoltosi, quelli potenti, quelli a cui non si può dire di no. Ma quelli comandano, vero? Grandi portafogli, grandi vizi. Ed hanno voluto il sangue, la violenza, la morte" L'ispettore fece una piccola pausa, per verificare le conseguenze provocate dal suo discorso. Apparentemente il barista sembrava aver assorbito la requisitoria senza nessuna reazione, con la sola eccezione di un leggero tremolio della gamba sinistra. ­ Ferrini, vado avanti io oppure vuoi proseguire tu? Vuoi dirci come è stata uccisa quella povera disgraziata, vuoi parlarci delle sofferenze di... Come si chiamava, ah ecco qui il nome, di Elena? ­ ­ Yelena. ­ L'ispettore e l'agente trasalirono. L'uomo, dopo aver pronunciato quel nome, cominciò con un leggero dondolio a sollevare la testa, finché il suo sguardo non incrociò quello di Borghesi. (Segue) mercoledì 24 giugno 2020/

7


ATTUALITÀ Economia

Il Reddito di Emergenza

a cura di Peter

Ferri

C'è il rischio che il reddito di emergenza si perda nella miriade di misure decise negli ultimi tre mesi

C

on il “decreto Rilancio il governo ha introdotto il reddito di emergenza (Rem), una misura pensata per fornire un sussidio monetario alle famiglie colpite dalla crisi indotta dal Covid­19 che non rientrano nelle platee interessate dalle altre forme di sostegno. Il Rem dura due mesi. Possono ottenerlo le famiglie residenti che in aprile hanno avuto un reddito inferiore al Rem stesso, con Isee minore di 15 mila euro e patrimonio mobiliare sotto i 10 mila euro (più 5mila euro per ogni membro oltre il primo, fino a un massimo di 20 mila). Non ci sono vincoli sugli immobili posseduti. Il suo importo mensile è di 400 euro per una persona sola, cifra che sale di 160 euro per ogni adulto e di 80 euro per ogni minorenne, fino a un massimo di 800 euro (840 con un disabile grave). Una prima domanda riguarda il senso generale del Rem: c’era davvero bisogno di un nuovo trasferimento contro la povertà se poco tempo fa (nel marzo 2019) ha visto la luce il reddito di cittadinanza, che consiste proprio in una misura universale di contrasto alla povertà? 8

/mercoledì 24 giugno 2020

Significa che il Rdc ha fallito? Il reddito di cittadinanza ha raggiunto in poco tempo circa 1 milione di famiglie. Il suo problema principale non è il numero dei beneficiari, semmai il difficile avvio dei percorsi lavorativi e di inclusione sociale e il rispetto delle condi­ zionalità previste, ma questo è un altro discorso. È probabile che vi siano nuclei non poveri che lo ricevo­ no, ma è anche molto probabile che vi siano poveri che non lo ricevono. Sono famiglie che per vari motivi non hanno presentato domanda (mancan­ za di informazione, difficoltà burocra­ tiche, attività in nero che non si vuole rischiare di rivelare, basso im­ porto atteso) oppu­ re extracomunitari che non rispettano

il requisito molto severo di dieci anni di residenza in Italia. Vi sono poi famiglie che sono diventate povere negli ultimi mesi. Questi nuclei potrebbero non rispettare i requisiti patrimoniali del Rdc, ma essere comunque privi di reddito corrente.


ATTUALITÀ Economia Per questi motivi appare giustificata l’introduzione di una misura tempo­ ranea per affrontare la fase di emergenza, pur tenendo conto che molte famiglie colpite dalla crisi possono comunque fare domanda per il reddito di cittadinanza presen­ tando l’Isee corrente. L’altro argomento a favore di una misura straordinaria sta nella necessità di avere a disposizione uno strumento molto facile da richiedere e veloce nella erogazione, adatto a un momento in cui una grave crisi è piombata in tempi rapidissimi sull’in­ tera società. Il decreto “cura Italia” di marzo aveva distribuito ai comuni 400 milioni per affrontare l’emergenza povertà. Sono stati usati nei modi più vari, ma soprattutto i comuni hanno erogato buoni pasto, avendo quindi come target le fasce più estreme di povertà. Il reddito di emergenza invece potrebbe avere una platea

diversa: i “buchi” del reddito di cittadinanza e chi ha visto il reddito precipitare nello spazio di poche settimane. Il carattere straordinario del Rem è evidente se si considera che non è cumulabile con il reddito di cittadinanza né con alcuna delle misure di sostegno al reddito previste dai decreti di marzo e maggio. Quante famiglie saranno interessate? Lo sapremo con precisione alla fine di giugno, quando terminerà il periodo utile per presentare domanda. Nei primi giorni si sono registrate più di 100mila domande al sito Inps. La Relazione tecnica al “decreto Rilancio” stima circa

870mila nuclei con 2 milioni di persone, per una spesa totale di 955 milioni. Tra i beneficiari del reddito di emergenza, circa la metà sarebbero famiglie con le caratteristiche per ottenere il reddito di cittadinanza ma che non hanno fatto domanda, mentre l’altra metà sarebbe composta da famiglie che non soddisfano i vari requisiti che il Rdc prevede. La quota degli stranieri sarebbe del 29 per cento, molto più alta rispetto al reddito di cittadinanza (12 per cento), e più della metà risiederebbe nelle regioni del Centro­ Nord, in coerenza con la possibilità che il reddito di emergenza riesca a intercettare “nuovi” poveri dovuti alla crisi. Si potrebbe comunque fare di più per assicurarsi che le famiglie interessate ricevano una adeguata informazione sulla misura, ma su questo il decreto non prevede attività particolari. C’è dunque il rischio che il reddito di emergenza si perda nella miriade di

interventi decisi negli ultimi tre mesi. Rapidità, informazione e facilità di accesso dovrebbero dunque essere migliorate. Anche la durata di due soli mesi sembra breve, viste le incertezze sulla crisi. Il tema è generale e riguarda i trasferimenti pubblici associati al reddito o alla capacità contributiva: come modificare, in caso di forti shock macroeconomici, i criteri di condizionalità, in modo che non si riferiscano al reddito o al patrimonio dell’anno scorso, ma facciano riferimento alla situazione corrente e raggiungano velocemente chi ne ha bisogno.

Il reddito di sussitenza anche agli italiani che rientrano in Italia In questi mesi di pandemia molti italiani all’estero hanno perso il lavoro a causa dei blocchi delle atti­ vità e non rientrano, nei paesi di residenza, negli ammortizzatori socia­ li locali o, se ci rientrano, questi non sono sufficienti a rendere possibile la loro permanenza all’estero. In conse­ guenza di questa situazione, molti cittadini italiani sono stati costretti a rientrare in Patria. Si tratta in larga parte di coloro che sono partiti negli ultimi anni, soprattutto in Europa e che lavoravano prevalentemente nei settori della ristorazione o del turismo e con contratti a tempo, precari o in nero. Contrariamente a quanto avveniva con il reddito di cittadi­ nanza, che prevede la residenza in Italia da almeno cinque anni per accedervi, con il DL rilancio licenziato dal Governo è stato previsto il Rem (Reddito di Emergenza), a cui posso­ no accedere anche questi italiani all’estero che hanno perso il lavoro e che sono rientrati o rientrano in Italia entro giugno, trasferendo la resi­ denza. “Si tratta di un provvedimento di emergenza a carattere universale e di un’esigenza di giustizia sociale” ha spiegato il Ministro per il Sud Beppe Provenzano, che è stato tra coloro che con più forza hanno voluto una copertura anche per gli italiani emigrati. “Chi è stato costretto a partire negli ultimi anni ha già subito una penalizzazione, uno sradica­ mento da luoghi e affetti, ha dovuto attraversare difficoltà di integrazione e adattamento in un nuovo Paese, dove oggi ha perso lavoro, reddito e possibilità di sussistenza e si è visto costretto a ripartire, subendo un secondo disagio e un nuovo sradica­ mento”. “A queste persone – conclude Proven­ zano – abbiamo voluto dire, nelle pur difficili ristrettezze economiche in cui ci troviamo: ‘sappiamo che ci siete anche voi e non vogliamo lasciarvi soli, se tornate, come soli eravate quando siete partiti’. È dunque giusto che al Rem accedano anche loro perché, lo dico spesso, al diritto di partire, come quello degli immigrati ai quali pure abbiamo pensato, deve corrispondere un diritto a restare e l’opportunità di tornare. E lo Stato deve lavorare per garantire sostegno in ognuno di questi momenti”.

mercoledì 24 giugno 2020/

9


MOTORI E MOBILITÀ

Suzuki S­Cross Top Allgrip 4x4 Hybrid

a cura di Graziano Guerra

Quattro modalità di guida con la tecnologia 4x4 Allgrip

C

on i suoi 430 cm di lunghezza, ottimamente sfruttati negli interni, la cinque posti offre spazio e comfort in abbondanza oltre a presentarsi quale buona candidata per chi cerca un’auto dai consumi ridotti, di buona guidabilità e dotata della rinomata

trazione integrale Suzuki 4x4 Allgrip. Questa tecnologia offre quattro modalità di guida selezionabili dal conducente, che consentono di affrontare ogni terreno e situazione. Su S­Cross Hybrid il sistema “allgrip” si caratterizza anche di una strategia predittiva che, in base al compor­ tamento della vettura e ai parametri di guida ­ acceleratore, sterzo,

velocità ­ è in grado di prevedere la possibilità di slittamenti nel prosieguo della guida. In questa circostanza il sistema trasmette maggiore coppia alle ruote posteriori prima che si verifichi la perdita di aderenza. La nuova unisce prestazioni e sicurezza alle esigenze di domani. La

rielaborare della dotazione ibrida vede l’adozione di un sistema da 48 Volt in combinazione con un motore turbo benzina da 1.4 rivisitato, capace di ridurre il consumo di carburante aumentando il divertimen­ to alla guida. Infatti il sistema di erogazione di coppia istantaneo e la funzione Boost permettono un’acce­ lerazione dinamica grazie all’addi­ zionale energia elettrica Dati tecnici della S­Cross Generation Hybrid erogata a supporto della forza motrice del motore 4x4 Top Allgrip a combustione. Il motore elettrico da 10 kW Motore 4 cilindri 16 valvole Euro 6d sostiene quello a ben­zina Cilindrata 1373 cc nella messa in moto e nel Coppia max 235 Nm a 2000­3000 giri minuto processo di accelerazio­ Potenza 129 CV a 5500 giri/minuto ne. Cambio manuale a 6 marce Prestazioni velocità max 190 Km/h L’erogazione istantanea Consumi 6,4 l/100 Km offre una coppia aggiun­ Capacità bagagliaio (l): 430­440 / 875 tiva anche a bassi regimi, Capacità serbatoio carburante 47 l in modo che la vettura

10

/mercoledì 24 giugno 2020

possa garantire una risposta immediata all'azionamento dell’ac­ celeratore. La funzione «Torque Boost» fornisce a sua volta un supporto in accelerazione fino a che il turbocom­ pressore non raggiunge i 2000 giri al minuto, garantendo in questo modo un’accelerazione più fluida. Ricco l’equipaggiamento fin dal­ l’allestimento di entrata, con la Top si va sul liscio. La dotazione di sicurezza vanta fra l’altro il sistema “attentofrena”, basato su radar è in grado di rilevare la distanza dalle auto che precedono, avvertendo il guidatore e frenando auto­ maticamente. Il sistema è integrato nel Cruise Con­ trol Adattativo, anch’esso di serie su tutti gli allestimenti. Questo mantiene la di­ stanza di sicurezza pre­ impostata dal condu­ cente, riporta automati­ camente la vettura alla velocità desiderata ap­ pena la strada si libera o se il conducente si sposta su una corsia non occu­ pata. In termini di comfort troviamo, fra l’altro, climatizzatore automatico bi­ zona, display touchscreen da 7”, Bluetooth, compatibilità Android Auto, Apple CarPlay e MirroLink, video­ camera posteriore, sensori luce e pioggia, keyless start e keyless entry, sedili anteriori riscaldati e regolabili in altezza (lato guida e passeggero), bracciolo centrale anteriore e poste­ riore, volante regolabile in altezza e profondità, fari full LED, fendinebbia, vetri privacy, 7 airbag, cerchi in lega da 17”, retrovisori ripiegabili elettri­ camente. La Top dispone, inoltre, di sedili in materiale pregiato, scheda navigatore, sensori di parcheggio anteriori e posteriori e il tetto apribile in vetro. La S­Cross Hybrid Allgrip 4x4 in Svizzera è in listino a 29’190 franchi per la Generation Hybrid e a 33’190 franchi per la versione Top.


SPORT

Si è spento Mario Corso

a cura di della Redazione

Addio alla stella dell'Inter e della Nazionale

Super League giornata 24 Luzern ­ Basel Servette ­ Lugano Sion ­ St. Gallen Xamax ­ Thun Young Boys ­ Zurigo

2­1 1­1 0­1 2­1 3­2

Serie A giornata no. 25 Verona­Cagliari Torino ­ Parma

2­1 1­1

Serie A giornata no. 26 Atalanta ­ Sassuolo Inter ­ Sampdoria

I

l calcio italiano piange Mario Corso, bandiera dell’Inter. Corso si è spento a 78 anni. "È scomparso Mario Corso, interista, campione eterno dotato di infinita classe. Con il suo sinistro ha incantato il mondo in una squadra che ha segnato un’epoca. I pensieri e l’affetto di tutti noi vanno alla famiglia in questo momento difficile", scrive l’Inter sul proprio profilo Twitter. La Figc e il presidente federale Gabriele Gravina si uniscono al cordoglio dei familiari di Mario Corso. "Se ne è andato un grande campione ­dichiara Gravina­ la sua classe, il suo stile e il suo sinistro magico rimarranno per sempre dei simboli straordinari del nostro calcio". Specialista dei calci piazzati e ribattezzato per la sua abilità nel calciare con il mancino ‘Piede sinistro di Dio’, negli anni Sessanta Corso è stato tra i protagonisti dei successi della Grande Inter di Helenio Herrera. In maglia nerazzurra ha collezionato 509 presenze, realizzando 94 reti e vincendo quattro Scudetti, due Coppe

3­0 1­1

Calendario SERIE A Oltre mezza serie A si giocherà in notturna OTTAVA DI RITORNO Lunedì 22 giugno Lecce­Milan Fiorentina­Brescia Bologna–Juventus. Martedì 23 giugno Verona­Napoli Spal­Cagliari Genoa­Parma Torino­Udinese Mercoledì 24 giugno Inter­Sassuol Atalanta­Lazio Roma­Sampdoria

NONA DI RITORNO Venerdì 26 giugno Juventus­Lecce Sabato 27 giugno Brescia­Genoa Cagliari­Torin Lazio­Fiorentina Domenica 28 giugno Milan­Roma Napoli­Spal Sampdoria­Bologna Sassuolo­Verona Udinese­Atalanta Parma­Inter

dei Campioni e due Coppe Intercontinentali. Nel corso di una lunga carriera, chiusa al Genoa, ha indossato per 23 volte la maglia della Nazionale, segnando 4 reti. Da allenatore, oltre alle esperienze

DECIMA DI RITORNO Martedì 30 giugno Torino­Lazio Genoa­Juventu Mercoledì 1 luglio Bologna­Cagliari Inter­Brescia Fiorentina­Sassuolo Verona­Parma Lecce­Sampdoria Spal­Milan Giovedì 2 luglio Atalanta­Napoli Roma­Udinese

sulle panchina di Lecce, Catanzaro, Mantova, Barletta e Verona, ha guidato nella stagione 1985/86 la ‘sua’ Inter chiudendo il campionato al sesto posto. mercoledì 24 giugno 2020/

11


CULTURA Arte

a cura di Andrea Pagnacco pittore

Piero Guccione

U

n consiglio per tutti coloro che guardono i programmi televisivi ita­ liani che si captano in Svizzera è quello di seguire, quando si ha tempo e voglia di farlo, Rai 5, il canale di gran lunga più culturale e serio che la Rai ha in serbo. Oltre a nume­ rosissimi servizi sulla letteratura e la musica di alto li­ vello, un settore molto eloquente e istruttivo riguar­da l'arte figurativa, sia antica che moder­ na. Tempo addietro ho avuto un'occasio­ ne molto ghiotta, ho visto un docu­ mentario sull'arti­ sta Piero Guccione, molto noto in Italia e all'estero, di cui conosco la Pittura e la grafica da più di un trentennio. Questo prezioso maestro della Pittura italiana è nato a Scicli nel 1935 ed è scomparso, ahimè, nel 2018. Scicli poi è l'ultima lingua di terra meridionale della Trinacria, ossia della Sicilia, cir­condata dal mar Mediterraneo. Piero a 20 anni è “emigrato” come tanti suoi coetanei 12

/mercoledì 24 giugno 2020

Un artista votato al mare

a Roma per poi tornare in Sicilia due anni dopo. Le doti principali di questo artista, da virtuoso quale è stato, erano di raffigurare nelle sue variazioni la luce e, aggiungerei, l'assoluto. Ciò si coglie sulle tante variazioni

coloristiche della sua “materia prima”, il mare, ossia quella frammentata distesa di acqua salata azzurra, spesso calma e di una incantata profondità, come è profondo d'altronde, ma non sempre, l'animo umano. Nel suo continuo e calibrato “fare

arte” al quale Piero ha dedicato la sua intera esistenza, vi è stato un periodo su per giù negli anni settanta, quando abbandonando il mare, ha dipinto alcune opere legate alla sua concezione della natura, di sapore un che surreale e contemporaneamente legate a una Pop Art tutta sua. Tanto per intenderci, i fondi di questi dipinti erano le fiancate, i cofani e altri pezzi delle auto. Dopo questo filone di un amalgama fra il narrare la natura ed esserne partecipi su delle matrici di metallo, Piero è tornato come un figliol prodigo al suo tema di sempre, il mare.


CULTURA Spettacoli

Il nuovo album di Nek La pandemia non ferma il "suo gioco"

Il cantautore, nel pieno dell'emer­ genza Covid­19, pubblica il suo nuovo album, «Il mio gioco preferito ­ Parte seconda». Tra il bisogno di ripartire e il valore di una promessa ai suoi fan, ecco cosa ha raccontato a L’Eco : Sono molti gli artisti che hanno descritto la quarantena come un momento di atrofia creativa nel quale era impossibile leggere, scrivere e comporre, al massimo solo panifi­ care. Nek è l’eccezione che conferma la regola: mentre l’Italia rimaneva sigillata, impantanata nell’incertezza di quello che sarebbe successo, lui, Filippo Neviani, non si è fermato un attimo. «Durante il lockdown ho fatto il punto della situazione, ho messo insieme le canzoni che ho scritto tra una tournée e l’altra e, subito dopo il decreto, ho iniziato a scrivere come un pazzo. All’attivo al momento ho 14 pezzi, tecnicamente sarei pronto per uscire con un nuovo album anche tra un anno» spiega Nek in collegamento su Skype dallo studio di casa sua. La barba è rasata, i capelli scomposti, ma lo spirito rinvigorito, così come la fiducia nella ripartenza che Il mio gioco preferito – Parte seconda, il suo nuovo album, cerca di trasmettere ai tanti fan che lo seguono e lo sostengono. La gestazione dell’album risale a otto mesi fa, ai tempi dell’uscita de Il mio gioco preferito – Parte prima: Perdonare, il singolo estratto da questo nuovo capitolo, ha riposato in un cassetto per diverso tempo prima

di essere completato. Insieme alla voglia di darsi da fare c’era, infatti, anche il dubbio se proseguire con la pubblicazione dell’album oppure aspettare un momento più opportuno, più consono, non più tiranneggiato dall’ombra dell’emergenza. Era ine­ vitabile, però, che Nek decidesse di uscire ugualmente, forte e spe­ ranzoso: «Volevo mantenere la promessa di uscire prima dell’au­ tunno e, dopo un brainstorming con i miei collaboratori, abbiamo deciso di farlo: è un momento in cui la musica, così come tante altre categorie, attraversa una fase di blocco, ma mia nonna diceva che solo alla morte non c’è rimedio» insiste Nek sofferman­ dosi sull’urgenza della riorganizza­ zione, su un piano d’attacco che magari non offrirà risposte sul lungo periodo ma che potrà comunque regalarci qualche ora di spensie­ ratezza adesso, con la pandemia ancora nel vivo. «Nonostante i tempi difficili, sentivo l’esigenza personale di condividere: senza la musica morirei, se mi togli l’idea di progettare mi spengo piano piano». Non è un caso, dopotutto, che molte delle canzoni che fanno parte de Il mio gioco preferito – Parte seconda partano proprio da riflessioni legate al lockdown e alla condizione di iso­ lamento nella quale siamo tutti stati costretti: dal bisogno di dover sempre avere un’opinione su tutto in maniera arrogante descritto in Ssshh!!! alla bellezza dell'imperfezione che ci rende unici e che Nek racconta così

a cura di

Bruno Indelicdato

bene in Imperfetta così. In videoconferenza, aggiunge: «Quanto è bella l’imperfezione dell’essere umano, è lì che sta la meraviglia, la scoperta, la grandezza di Dio. Quante persone si sentono inadatte o spae­ sate? È bellissimo vedere che hanno quasi paura a dire la cosa sbagliata, a stonare in un discorso: è questa la loro forza». L’amore per sé stessi va di pari passo con quello per Patrizia, la moglie con la quale festeggia vent’an­ ni di matrimonio nel 2020: «Durante il lockdown, ho potuto contare sulla serenità della famiglia, sulle tre donne di casa con le quali ci siamo divisi bene gli spazi». Per quanto riguarda i concer­ ti : «Ognuno di noi cercherà, navigando a vista, di organizzarsi al meglio. Cercheremo di adattarci rispettando questa maledetta distanza che mette in crisi un po’ tutto il mondo» ­, anche se è chiaro che l’assenza del pubblico, che per Nek costituisce il 60% di un concerto, è qualcosa di imprescin­ dibile per la musica che, anche questa volta, troverà il mondo di farsi largo. Esattamente come l’acqua, «che è difficile da contenere e che, appena trova una piccola crepa, fuoriesce. La musica è così: una volta lasciata libera, si espande e va ovunque. Adesso circola nelle case di ognuno di noi, ma speriamo che presto torni a farlo anche in tempi migliori. Per ora dobbiamo accontent­ arci». Filippo Neviani oltre a cantare, nella sua carriera ha fatto anche radio, ha recitato in uno scherzo de Le Iene e ha avuto diversi ruoli fissi in tv. Un Nek, futuro conduttore televisivo dun­ que ? « Mi piacerebbe molto. In radio è stata una sfida bellissima, ho condotto un mio programma con Andrea Delogu l’anno scorso, mi sono divertito tantissimo e ho anche rice­ vuto molti complimenti che mi hanno reso felice. Sono sempre alla ricerca di nuove esperienze e la televisione sicuramente mi incuriosisce molto. Ovviamente mi piacerebbe condurre un programma musicale, perché è un mondo che conosco bene, ma poi chissà, anche altro. Mi piacerebbe an­ che realizzare un documentario. Sono sempre aperto all’idea di mettermi alla prova» mercoledì 24 giugno 2020/

13


CULTURA Spettacoli

a cura di Graziella Putrino

… Vite…. in pericolo…

Care lettrici, Cari lettori, Un artista, l’Artista non si presenta. Tantomeno si commenta. Ci offre, garbatamente, il privilegio della sua essenza. Della sua creazione. Delle sue invenzioni. Quindi, non vi presenterò Pippo Montedoro, la persona. Non ci riuscirei. Tanto è abile a farmi strambare. Ma, solo un timoniere assolutamente capace e sicuro di sè, o un folle e ubriaco di avventure, gira la barca nel senso opposto, quando vira controvento. Se lo fa, il boma si rovescia perico­ losamente contro l’altra parte dello scafo. Questo evento si chiama strambata. Solo quando ci capita davvero di strambare, capiamo fino in fondo, perchè questa parola abbia la stessa etimologia di "strambo" e "stramberia".

14

/mercoledì 24 giugno 2020

Quando una barca stramba, tutta la situazione all’improvviso diventa: incerta, ingestibile, fuori controllo. Capovolta. La tua vita è in pericolo. Magari, fino a poco prima, riuscivamo a stento a manovrare un materassino da spiaggia, ma ci credavamo i dominatori delle onde del mare. In "Vite in pericolo", il lettore viene letteralmente strambato, inabissato sotto la superficie delle singole silla­ be, formando parole, modi di dire, locuzioni… incontrando l’assurdo, il paradosso, la sottile ironia del Destino, bref: la Vita. E, questa, incontrerà la nostra barca agoniz­ zante, vestiti solo delle nostre esperienze con la Vita. Ci ritroviamo a fare "buon vino a cattivo Gioco", a chiederci il senso di queste minuscole e maiuscole nel titolo, mentre venia­ mo catapultati in trovate grafiche della virgola interrogativa e della virgola esclamativa. "Montedoro è uomo di pancia nel senso più bello. Incantatore di serpenti dalla lenta digestione, di quelli che mordono il petto del Genio…" ci "avverte" Salvo Piparo, nella sua prefazione alle 160 pagine di "Vite in pericolo" nella Palermo in cui nasce da una coniazione di una parola, una forma di teatro, il Curò. "Quando na­ scemmo, come Curò, fin­ gemmo una assemblea pub­ blica (…). Avevamo preparato, ognuno di noi, un discorso senza capo né coda ma che, per nostra maestria, sembrava vero." leggiamo a pagina 101 per ritrovare a pagina 112 a pié di pagina una nota dell’editore: "Perbacco, giusto ora che mi stavo divertendo… Mi sa che glielo propongo di fare tutto un libro su Curò!" poichè Montedoro ci lascia strambare, perchè "si secca di raccontare." "Si, ora mi secca troppo"… e ci lascia con il fia­ to sospeso… Fiato… sospeso, lungo, per arricchirci a pagina 126 delle sfaccettature linguistische e

semantiche di questa parola che evoca prima tutto un racconto. Strambezze… e quelli della Qanat, per pubblicare questi "strambi" autori, non potevano che Inventarsi la Collana Stramba con al suo batte­ simo VITE IN PERICOLO, un libro che solo per praticità dei comuni mortali, si presenta tale. Chi lo sfoglia, non può non inchinarsi davanti al guru della fotografia, Letizia Battaglia, non può non percepire la stima e l’affetto di Salvo Piparo e la totale fiducia dell’editore Toni Saetta in queste strambezze (www.qanat.it). Pippo Montedoro è un’incognita. Il suo ardore artistico non diminuisce di un ohm, neanche quando davanti al regista della trasmissione, Marco Tarantino e il paroliere Simone Giuffrida, si trasforma in Signorina Montedoro ai microfoni di Radio­ Comunitaria il martedì sera alle ore 21h, mettendo seriamente le nostre "Vite in pericolo"… con il suo umorismo… strambo… e salvavita. (WWW.RADIO­COMUNITARIA.ORG). Stay tuned! Sintonizziamoci e leggia­ molo: Montedoro, uno "stanco di santo", che semina Arte con il suo carisma… le nostre vite… saranno meno in pericolo…


CULTURA Cucina

Carpaccio di barbabietola Ingredienti per 4 persone 1 pz barbabietola fresca 200 g formaggio fresco di capra 500 g latte 1 pz arancia aneto aceto di mele olio extravergine di oliva zucchero pepe sale fino

Per la ricetta del carpaccio di barbabietola, arance e caprino, pelate la barbabietola e tagliatela a fettine molto sottili. Disponete le fettine in una pirofila capiente, cercando di sovrapporle il meno possibile. Conditele con 1 cucchiaino di sale e 1 cucchiaino di zucchero e lasciatele marinare per 20­30 minuti. Portate a ebollizione 500 g di acqua; unitevi 4 cucchiai di aceto di mele, mescolate e versate sulla barbabietola; lasciate riposare per altri 10 minuti. Scolate le fettine di barbabietola dalla marinata e distribuitele nei piatti. Unite al formaggio di capra il latte e 1 cucchiaino di aneto tritato e mescolate fino a ottenere una consistenza cremosa. Sbucciate l’arancia, dividetela in spicchi (volendo, eliminate la pellicina). Tagliate gli spicchi a pezzetti. Distribuite il formaggio sulle fettine di barbabietola, aggiungete i pezzetti di arancia e condite con un filo di olio, qualche fiocco di sale, una macinata di pepe e qualche fogliolina di aneto.

Foglie da tè ai pistacchi Ingredienti per 24 persone 125 g farina 120 g burro 100 g zucchero 50 g pistacchi pelati 40 g albume sale

Aggiungete al composto i pistacchi tritati grossolanamente. Distribuite il composto a cucchiaiate su un foglio di carta da forno: coprite con un altro foglio di carta da forno e schiacciate il composto in sfoglie sottili, aiutandovi con il matterello. Otterrete dei dischetti di circa 7­8 cm di diametro. Togliete il foglio di carta superiore, trasferite l’altro foglio con i dischetti su una placca da forno e infornate a 180 °C per 10’. Sfornate i biscotti, staccateli delicatamente dalla carta con una spatolina e appoggiateli subito, ancora caldi, su una superficie curva (per esempio un altro matterello o il tubo di un rotolo di carta da cucina, rivestito di alluminio) ottenendo le foglie da tè.

Per la ricetta delle foglie da tè ai pistacchi, mescolate il burro ammorbidito con lo zucchero, poi unite la farina, l’albume sbattuto e un pizzico di sale.

Fatele raffreddare, intanto che procedete a infornare le altre con il medesimo procedimento. Una volta fredde, saranno leggere e molto friabili.

Cannelloni gorgonzola e ricotta Ingredienti per 6 persone 500 g latte 400 g gorgonzola dolce cremoso 250 g ricotta 250 g broccolo romanesco 60 g pistacchi sgusciati e pelati 30 g burro 30 g farina 16 pz cannelloni secchi 1 pz uovo noce moscata Parmigiano Reggiano Dop olio extravergine di oliva sale pepe

Mescolate la ricotta con il gorgonzola, privato della crosta, 40 g di parmigiano grattugiato e l’uovo. Condite con una macinata abbon­ dante di pepe nero e un pizzico di sale. Amalgamate tutto e raccogliete il composto in una tasca da pastic­ciere. PER LA BESCIAMELLA: Sciogliete il burro in una casseruola, poi incorporatevi la farina e cuocetela per 3­4 minuti. Unite il latte freddo, mescolate e portate a bollore. Cuocete, sempre mescolando, per circa 10 minuti, salate e profumate con abbondante noce moscata grattugiata. PER I CANNELLONI: Versate 2­3 cucchiai di besciamella in una pirofila di dimensioni adatte a contenere i 16 cannelloni in misura. Riempite i cannelloni con il ripieno e disponeteli nella pirofila, uno accanto all’altro. Copriteli con la besciamella rimasta e spolverizzateli con altro parmigiano grattugiato. Coprite la teglia con un foglio di alluminio e infornate a 190 °C per 30 minuti. Togliete quindi l’alluminio e fate gratinare a 200 °C per circa 10 minuti. Lessate intanto il broccolo, tuffandolo in acqua bollente salata per 6­8 minuti; scolatelo e conditelo con un filo di olio. Servite i cannelloni con le cimette di broccolo e i pistacchi sminuzzati. mercoledì 24 giugno 2020/

15


COMUNICATI STAMPA

Prorogata al 31 luglio la domanda per il reddito d'emergenza

Limite contanti, da luglio maxi multe fino a 50mila euro Dal 1° luglio 2020 il tetto al contante verrà abbassato a 2.000 euro, per scendere fino a 1.000 euro dal 2022. Lo stabilisce il Decreto fiscale collegato alla manovra di Bilancio, che limita l’uso del cash a favore della tracciabilità dei pagamenti, con finalità antiriciclaggio e di rafforzamento degli strumenti antievasione. Al momento il limite ai pagamenti con contante, fissato dalla Legge di stabilità e introdotto nel 2016, rimane a 3mila euro. Dal primo luglio qualunque transazione che superi i 2.000 euro dovrà avvenire tramite procedure ben definite come il bonifico bancario o le carte di credito. Un solo errore e si incorrerà in multe salate. Su questo punto la nuova legge di Bilancio è piuttosto severa. Infatti la sanzione amministrativa va da un minimo di 3.000 euro ad un massimo di 50mila euro. Nell’accertamento e soprattutto nella violazione vengono coinvolti sia chi cede il denaro, sia chi lo riceve. E dunque la sanzione potrebbe riguardare anche le donazioni oppure i prestiti anche tra parenti.

In deroga a quanto previsto dalla legge istitutiva del Reddito di Emergenza le domande per tale prestazione possono essere presen­tate entro il 31 luglio 2020 invece che entro il 30 giugno 2020. Lo stabilisce il Decreto Legge n. 52 entrato in vigore il 17 giugno u.s. L’Inps ha inoltre comunicato che si può chiedere il REM anche tramite CAF (oltre che tramite canale diretto Inps e patronati). La decisione del Governo di prorogare i termini della presenta­ zione della domanda e di concedere più tempo alle famiglie per l’invio dell’istanza è stata presa in conside­razione della precaria situazione economica e occupazionale. Non cambia invece la durata dell’aiuto economico, che sarà riconosciuto per due mesi, per un importo pari ad un minimo di 400 euro e fino ad un massimo di 840 euro. Ovviamente l’invio della domanda a luglio sposta di un mese la data di riconoscimento della somma complessivamente dovuta e presu­mibilmente il secondo bonifico verrà pagato nel mese di agosto, salvo nuove disposizioni da parte del­l’INPS. Ricordo a tutti gli italiani che sono rientrati dall’estero ed erano iscritti all’AIRE che non è richiesto ai fini del diritto al REM alcun requisito minimo di residenza in Italia, a differenza del Reddito di citta­dinanza per cui è necessario aver risieduto in Italia nei due anni immediatamente precedenti alla domanda. (Angela Schirò, deputa­ta alla Camera) 44

/mercoledì 24 giugno 2020

Le modalità di pagamento o trasferimento di denaro permesse sono bancomat o carte di debito, carte di credito, prepagate, assegni bancari e circolari e altri sistemi di pagamento tracciabile come, ad esempio, il bonifico.Al momento il limite ai pagamenti con contante, fissato dalla Legge di stabilità e introdotto nel 2016, rimane a 3mila euro. Dal primo luglio qualunque transazione che superi i 2.000 euro dovrà avvenire tramite procedure ben definite come il bonifico bancario o le carte di credito. Un solo errore e si incorrerà in multe salate. Su questo punto la nuova legge di Bilancio è piuttosto severa. Infatti la sanzione amministrativa va da un minimo di 3.000 euro ad un massimo di 50mila euro. Nell’accertamento e soprattutto nella violazione vengono coinvolti sia chi cede il denaro, sia chi lo riceve. E dunque la sanzione potrebbe riguardare anche le donazioni oppure i prestiti anche tra parenti. Le modalità di pagamento o trasferimento di denaro permesse sono bancomat o carte di debito, carte di credito, prepagate, assegni bancari e circolari e altri sistemi di pagamento tracciabile come, ad esempio, il bonifico.

(FM97,5), DAB+ Domenica dalle 7 alle 12

Ricordo di MARTUCCIO MARIA PAOLINA nata Zaccari 25.6.2019 ­ 25.6.2020 Un anno è passato ! Ma ovunque mi rigiro Ci sei sempre TU Preghiamo uniti: Marito, Figlio, Nuora e Nipotini


COMUNICATI STAMPA

Il Ministro degli esteri Di Maio in Svizzera Svizzera, il consigliere federale Cassis si recherà domani, 17 giugno, nella regione al confine con la Germania, l’Austria ed il Liechtenstein, ed il 26 giugno a Ginevra, alla frontiera fra la Svizzera e la Francia. Temi bilaterali, politica europea e questioni internazionali

A

ll’indomani della riapertura delle frontiere interne in Europa, il consigliere federale Ignazio Cassis ha incontrato in Ticino il ministro italiano degli affari esteri e della coope­razione internazionale Luigi Di Maio. Con il suo omologo italiano, il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha sottolineato la buona cooperazione fra la Svizzera e l’Italia nel gestire la pandemia COVID­19 ed ha rivolto parole di solidarietà e di incoraggiamento alle popolazioni che vivono a cavallo della frontiera italo­ svizzera. Le delegazioni si sono incontrate al valico di frontiera Chiasso­Brogeda, dove i due ministri hanno salutato e ringraziato il Corpo delle guardie di confine svizzero e italiano per il lavoro svolto durante la crisi. L’inco­ ntro ufficiale fra le due delegazioni è avvenuto al Museo Vincenzo Vela di Ligornetto ed è stato preceduto da un colloquio privato fra il consigliere federale Cassis ed il capo della diplo­ mazia italiana. Il capo del DFAE ha messo in rilievo la proficua collaborazione tra i due Stati durante la crisi e i contatti frequenti avuti con il suo omologo italiano fin dall’inizio della diffusione del virus. Questi contatti hanno permesso di assicurare la circolazione dei frontalieri, in particolare di quelli attivi nel settore sanitario, e di gestire in modo efficace il trasporto delle merci alle frontiere. Hanno inoltre

Le due delegazioni hanno inoltre affrontato vari temi di interesse bilaterale, segnatamente il progetto di memorandum per rafforzare la cooperazione fra i rispettivi ministeri, l’Accordo sull’imposizione dei lavoratori frontalieri e la situazione del Comune di Campione d’Italia. agevolato le operazioni di rimpatrio che i due Paesi hanno organizzato congiuntamente per aiutare cittadini svizzeri ed italiani rimasti bloccati all’estero. Il consigliere federale Cassis ha inoltre sottolineato l’importanza della regione a cavallo della frontiera fra la Svizzera e l’Italia. “Durante questa crisi”, ha detto, “è emersa con ancora maggiore chiarezza la grande valenza economica, sociale e culturale di questo spazio”. Rivolgendosi alle popolazioni ticinese e dell’Italia del Nord, particolarmente colpite dal virus, il capo del DFAE ha espresso parole di solidarietà e di incorag­ giamento. I ministri Cassis e Di Maio hanno in seguito discusso delle misure di allentamento prese dai due governi e della riapertura delle frontiere interne in Europa, entrata in vigore ieri, lunedì 15 giugno. Il ripristinamento della libera circolazione delle persone, ha sottolineato Cassis, è un elemento chiave di questo passaggio verso una nuova normalità. La collaborazione fra Paesi confinanti e a livello europeo resterà importante durante questa fase, in particolar modo nel settore del traffico transfrontaliero. I due ministri hanno messo in evidenza la necessità di continuare ad osser­ vare le misure di precauzione dettate dalle rispettive autorità per lottare contro il contagio. Dopo la visita al confine tra Italia e

La Svizzera e l’Italia non solo condividono una frontiera comune di 740 chilometri ma hanno sviluppato nel corso dei secoli un’intensa relazione, basata storicamente su legami umani, culturali, scientifici ed economici molto importanti. I lavoratori transfrontalieri costituisco­ no un’importante risorsa per l’economia ticinese e svizzera in generale, oltre che per le province italiane confinanti. L’Italia è il terzo partner commerciale della Svizzera in ordine di importanza dopo la Germania e gli Stati Uniti. Il volume totale degli scambi commerciali con le regioni italiane confinanti supera quello degli scambi con il Giappone o con l’India. Il consigliere federale Cassis ha inoltre informato il ministro Di Maio sulla situazione attuale del dossier europeo ed ha ribadito che la collaborazione fra la Svizzera e l’Unione europea (UE) e gli Stati membri è stata fondamentale nel fronteggiare la crisi. Il pragmatismo affiorato nella gestione comune della pandemia, ha soggiunto, si dimostrerà utile nelle future discussioni tra la Svizzera e l’UE. Infine, il consigliere federale ed il ministro italiano hanno passato in rassegna alcune questioni di attualità internazionale, approfondendo in particolare il tema della migrazione e la situazione in Libia. mercoledì 24 giugno 2020/

45


TEMPO LIBERO

CRUCIVERBA

I segni zodiacali Per rispetto a tutti voi ed in particolar modo a tutti coloro che stanno attraversando un periodo particolare e per tutte le persone che si stanno prendendo cura di loro, abbiamo deciso di sospendere per qualche tempo l'elaborazione dell'oroscopo settimanale. Più di altri momenti storici, oggi, il destino è nelle nostre mani. Iniziamo con la rubrica dedicata ad ogni singolo segno zodiacale.

Scorpione Personalità e caratteristiche Il sole transita nel segno dello Scorpione tra il 23 ottobre e il 22 novembre. Con lo Scorpione inizia novembre, freddo e piovoso, e si festeggiano i Santi e i Morti. In questo segno i valori notturni hanno la meglio su quelli diurni, il suo è il regno dell’incoscio. Occhi magnetici e penetranti che vi fissano tra la gente dall'altra parte della stanza? Attenti, per vostra fortuna o sfortuna, è sicuramente uno Scorpione! Affascinante, misterioso, è forse il segno più intenso e contraddittorio dello Zodiaco.

ORIZZONTALI 1 Contadineschi (9) 10 Lo redige il vigile (7) 12 Iniziali dell' attrice Stone (2) 14 Iniziali del poeta Alfani (2) 15 Simbolo chimico del Titanio (2) 16 Como (2) 17 Famoso paesaggista inglese (9) 21 Hanno incarico di dirigere i riti (11) 23 Suffisso che diminuisce (3) 24 L'attrice Ryan (3) 25 Pirata in aereo (11) 29 Così sono detti i grilli (9) 30 Sondrio per l'ACI (2) 31 Escursionisti esteri (2) 32 Il centro del seme (2) 33 Iniziali dello scrittore Zola (2) 35 Gli ipocriti del Vangelo (7) 38 Combatte... utilizzando la penna (9)

Intuitivo, sensibile, determinato e pronto a resistere a qualunque avversità: senza ostacoli uno Scorpione s'annoia da morire! Apparentemente freddo e riservato, è agitato da grandi passioni pronte a prendere il sopravvento all'improvviso. Nel bene e nel male, non passa inosservato e non si lascia scappare niente. Vendetta inclusa. Punti di forza: Forte e dominante Qualità: Intelligente e determinato Difetti: Ostinato e intollerante Pietra: Agata

VERTICALI

Pianeta: Plutone

2 La Ullmann attrice (2) 3 Cenni d'intesa (5) 4 Mandare in onda (11) 5 Inizio di Ibiza (2) 6 Gli abitanti d'una grande città calabrese (11) 7 Scagiona l'imputato (5) 8 Iniziali dell' attrice Estrada (2) 9 Taglia extrapiccola (2) 11 Può senza la prima (2) 13 Relativo alla rappresentazione teatrale (7) 16 Fabbriche di candele (7) 18 In questo momento (5) 19 Fine del racconto (2) 20 Jack ­ noto attore (5) 21 Celebre romanzo Kipling (3) 22 Sigla di una vecchia imposta (3) 26 Il Ryan di "Love story" (5) 27 Bevanda ambrata (2) 28 Ora inglese (5) 30 Parolina di incitamento (2) 34 Estremi dello zodiaco (2) 35 Dario Nobel italiano (2) 36 Imperia (2) 37 Al centro del rito (2)

Elemento: Acqua Colore: Rosso e granito Metallo: Ferro Parte del corpo: Organi genitali

Compatibilità Amorosa dello Scorpione Il segno dello Scorpione è compatibile con i Pesci. il Cancro e la Vergine.

VIP del segno dello Scorpione La soluzione a pag. 22

46

/mercoledì 24 giugno 2020

Roberto Benigni Margaret Mazzantini Enio Morricone Hillary Clinton Marie Curie


COMUNICATI STAMPA

Possibile pagare Imu, anche se in ritardo "È possibile pagare l'Imu in ritardo. La scadenza era prevista per lo scorso 16 giugno. Ma anche nel caso in cui non si fosse riusciti a rispettarla, magari a causa dell’emergenza covid, si può rimediare. A partire da quest’anno, tutti gli italiani iscritti all'Aire, possessori di un immobile in Italia, devono pagare l'Imu diversamente da quanto accaduto negli ultimi quattro anni. Anche i pensionati". Lo dichiarano la Senatrice Laura Garavini, Vice­ presidente vicaria Gruppo Italia Viva –Psi, insieme ai colleghi di Italia Viva, Nicola Carè e Massimo Ungaro. "Dal 2015 e fino al 2019 era prevista un’esenzione dal pagamento dell'Imu, per i pensionati percettori di una pensione straniera, in aggiunta a quella italiana. Si trattava di un beneficio fiscale introdotto per i pensionati italiani all'estero dal Governo Renzi. Nell'ultima legge di bilancio invece è stato necessario abolire questa esenzione, poiché si rischiava una sanzione da parte dell’Europa. Quindi tutti i cittadini residenti all'estero, sono tenuti al pagamento dell'Imu. La tassa si paga al Comune nel quale si trova l’immobile posseduto. Il pagamento avviene o con un versamento tramite modello F24, oppure tramite bonifico bancario,

indicando le coordinate istituite dal Comune di ubicazione della casa. Per conoscere le coordinate presso il quale effettuare il versamento è necessario contattare il proprio Comune, in particolare l’ufficio tributi. Entro il 16 dicembre, data del saldo, usciranno le delibere dei singoli comuni con le nuove aliquote. Quindi eventuali differenze rispetto alla prima rata si pagheranno in quella data". "Quegli italiani nel mondo che non sono riusciti a versare la prima rata dell'Imu 2020, possono provvedere pagando una piccola penale. Sui termini di pagamento è tuttavia consigliabile verificare se, in considerazione dell’emergenza causa­ ta dal coronavirus, il Comune di riferimento abbia stabilito una proroga della scadenza ordinaria". "Alcuni connazionali non hanno avuto modo di effettuare il versamento entro il 16 giugno. In questi casi è possibile correre ai ripari entro un anno, grazie alla possibilità di ricorrere a quello che viene chiamato 'ravvedimento operoso'. Si può pagare entro le prime due settimane con una sanzione dello 0,1% giornaliero dell’importo dovuto, fino a un massimo dell’1,4%, più gli interessi. Dal 15esimo al 30esimo giorno dalla scadenza la sanzione diventa

dell’1,5% dell’importo. Dopo il 30esimo e fino al 90esimo giorno dalla scadenza si passa a una sanzione dell’1,67%, sempre più gli interessi giornalieri. Dopo il 90esimo giorno di ritardo ed entro l’anno, la sanzione sale al 3,75%". "Al di là della possibilità di porre rimedio ad eventuali ritardi, ritengo sia giusto e doveroso ripristinare l’esenzione per i pensionati e che sia auspicabile estenderla anche agli altri italiani all'estero, evitando però di incorrere in una sanzione dell’Europa ai danni dell’Italia. Per questo ho avviato un confronto con i vertici del Ministero dell’Economia e delle Finanze, proponendo loro un’ipotesi di intervento sul quale il dipartimento internazionale del Ministero si è impegnato a confrontarsi con le autorità europee competenti. Si tratta di una battaglia che sostengo personalmente e con convinzione, perché ha ricadute positive non solo sui diretti beneficiari. Ma anche sui loro Comuni di origine. Che possono giovare della ricchezza economica e culturale rappresentata dai connazionali nel mondo, veicolo di promozione indiretta e argine all'abbandono di quei luoghi. Un valore sociale al quale non possiamo rinunciare". mercoledì 24 giugno 2020/

47


Dal 15.6.2020

NOVITÀ !! CONSULENZA LEGALE FISCALE ASSICURATIVA PRIMO PARERE GRATUITO (PER L'ITALIA E LA SVIZZERA)

ABBONATI O FAI ABBONARE UN AMICO POTRAI USUFRUIRE DEI SERVIZI DEI NOSTRI tel. 056 535 31 30 e-mail: redazione@leconews.ch

PARTNERS SPECIALISTI

desidero segnalarvi un amico interessato ad abbonarsi

Desidero regalare un abbonamento a/un amico desidera abbonarsi

UNO DI FAMIGLIA !


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.