L'ECO

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Anno 54 8 luglio 2020 Fr. 3.­ numero

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Settimanale d'informazione

LUGLIO...AI AI AI AI...! L'EFFETTO LAKE WOBEGON MANAGERS: PAGHE OSCENE


SOMMARIO

Editoriale

ATTUALITÀ

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Società L'effetto Lake Wobegon

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Economia Managers: paghe oscene

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Politica No al taglio dei parlamentari

Care lettrici, cari lettori,

RUBRICHE

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La rubrica di Mauro Trentini La rubrica di Dino Nardi

CULTURA

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Storia Immigrazione italiana 1970­1990 L'italianità trionfa in cucina Arte e Spettacoli Mario Botta ­ Un indisicutibile vate dell'architettura svizzera Luglio... ai ai ai ai...! Il sonetto di S. Dugo ­ Mario Botta ­ Proiezione film "Una giornata particolare Cucina Sformatino di caprino ­ Uova strapazzate, zucchine e pancetta ­ Torta di carote al caffè

MOTORI E MOBILITÀ 12 La scatola magica compie 40 anni SPORT 13 COMUNICATI STAMPA 44 ­ 45 ­ 47 TEMPO LIBERO 46

Uno dei valori condivisi dalla maggior parte delle persone è quello di non arrecare danno agli altri. Da ciò deriva quella famosa massima (della quale vi ho accennato nel numero precedente) che recita: la mia libertà finisce dove comincia la vostra. Seguire questa regola è già di per sé una lezione poiché, in caso di violazione delle leggi, viene determinata una punizione da parte di chi definisce l’accaduto come reato. Quale punizione meriterebbe quel giovane che, pur sapendo di essere positivo al Covid-19, si reca a ben due manifestazioni tenutesi a Grenchen (SO)? I giornali parlavano di una “bravata”. Sinceramente a me non sembra affatto una bravata. Io parlerei piuttosto di incoscienza, di mancanza di rispetto per il prossimo. L'atto irresponsabile del giovane baldanzoso ha costretto il medico cantonale ad ordinare la quarantena di dieci giorni a circa 280 persone. Non è stato nemmeno chiarito se alcune persone siano state contagiate proprio in quella occasione. Bravata?? Leggendo la notizia sono rimasta allibita, mi sono arrabbiata molto, ma poi mi sono chiesta cosa può aver spinto quel ragazzo ad un simile comportamento. Incoscienza, si, ma dettata da cosa? Dalla giovane età? No, non credo! Tanti giovani, pur non vivendo bene questo brutto momento, dimostrano senso di responsabilià. Una questione di mala educazione? Forse! Il rispetto per il prossimo lo si impara da piccoli. Il rispetto non può essere imposto. Come lo si insegna? Giono dopo giorno, con pazienza, dando l'esempio, incoraggiando. Stabilendo regole e limiti chiari. Ricordando che il rispetto è il sentimento che induce a riconoscere i diritti degli altri. Rammentando che se fossimo tutti più rispettosi degli altri molte cose cambierebbero... Eccome!

Maria Bernasconi

Settimanale d'informazione

Socio fondatore della Federazione Unitaria Stampa italiana all'estero (FUSIE) La testata riceve il contributo per la stampa italiana diffusa all’estero erogati dal Dipartimento editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri

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/mercoledì 8 luglio 2020

Redazione e collaboratori: Chiara Bernasconi, Flory Di Biagio, Peter Ferri, Alice Ginger Zagato, Graziano Guerra, Giovanni Longu, Dino Nardi, Andrea Pagnacco, Graziella Putrino, Antonio Ravi Monica, Egidio Todeschini, Mauro Trentini Agenzie Stampa: 9 Colonne, Adnkronos, Aise, Ansa, Inform, Swissinfo. Fotografie: Adnkronos, Ansa, Esther Landolt, Luigi Rizzo. Pubblicità: Tel. 056 353 31 30 e­mail: redazione@leconews.ch Stampa: Nastro&Nastro Srl ­ 21010 Germignaga (VA) Italia Spedizione: Stisa SA ­ Zona Industriale 1 ­ 6593 Cadenazzo Gli articoli e le foto impegnano solo la responsabilità degli autori. Costo abbonamento annuale Fr. 98.­


ATTUALITÀ Società

L'effetto Lake Wobegon Dammi il tuo like !

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elle scorse settimane sui social media, un’illusione ottica si andava diffon­ dendo sfidandovi a vedere la silhouette di un panda nascosto tra le linee a zigzag in di un immagine in bianco e nero.

L’avete vista? E avete poi dato il “like” in caso di successo? Se così è stato siete stati tra i moltissimi che si sono intrattenuti con questa figura, creata nel 2016 da Ilja Klemencov, recentemente ripor­ tata in auge dai diversi profili social in competizione l’un con l’altro per diventare virali. Spesso accompagna­ ta da frasi come "solo l’1 % della popolazione (quale popolazione poi? Afghana? Nord­Europea? Medio bor­ ghese? Chi lo sa.) può vedere il panda nascosto". L’ho vista anche io. Qualche giorno fa nel tardo pome­ riggio, mi trovo seduta comodamente a godere di un’aperitivo dopo lavoro con altri, quando un amico nota l’immagine tratta da un post su LinkedIn, la piattaforma che connette professionisti di tutto il mondo, e noi subito pronti a provarci degna parte

di quella elitaria percentuale di popo­ lazione, ci prepariamo all’impresa. Niente, bastano pochi secondi per verificare che tutti, ma proprio tutti! siano in grado di mettere a fuoco il panda lasciandomi supporre che:

A) o il vino ordinato sia un elisir miracoloso in grado di trasformarci in abili visualizzatori di panda B) che forse la vinoteca in questione contenga solo una rarissima clientela di “unpercenti” oppure… C) assai più probabilmente, che il post virale in questione, faccia leva su un effetto che sentiamo tutti, in tutte le culture e tutte le età. Quello del Lake Wobegon. Sicuramente siete incappati più volte in un Lake Wobegon. Magari si è trattato di un quiz, dove solo una X percentuale di persone è in grado di indovinare almeno l’ Y % delle risposte giuste, oppure di vedere W triangoli nella figura. E forse proprio noi, con un guizzo di eccitazione, abbiamo scoperto di es­ sere tra i pochi eletti ad avere la risposta.

a cura di Alice Ginger Zagato

mail: info@alicezagato.com

comune, questi post diventano virali, procurando visibilità sui social media a chi li ha diffusi. In alcuni casi si tratta di una sfida in buona fede, volta a dare visibilità ad una giusta causa. L’attenzione verso l’estinzione del Panda era originariamente l’intenzione di questo lavoro. Altre volte è semplice­ mente uno stratagemma utilizzato per dare visibilità a se stessi. E non sta a me decidere se quest’ultima sia una causa giusta o meno. Ma cos’è alla base del mec­ canismo che rende così irrefrenabile il partecipare a questi giochi? Ci sono più fattori all opera, l’ondata di dopamina con­ nessa alla sensazione di soddisfazione nell’aver tro­ vato quello che si cercava. Il senso di appartenenza, cioè l’essere parte della cerchia dei pochi eletti. E di fatti di appartenenza si tratta, apparteniamo ai “Lake Wobegon”. Solo che si tratta un’appartenenza tutt’altro che elitaria, in questo gruppo ci ritroviamo infatti più o meno tutti.

DOV’È IL LAGO WOBEGON? C’è un paese da qualche parte, laggiù nel Minnesota, il formidabile paese di Lake Wobegon, dove tutti i bambini sono più dotati della media, tutte le donne sono più belle della media e tutti gli uomini hanno una forza, indovinate un po’… al di sopra della media. Nel prossimo numero de L'Eco Alice Ginger Zagato ci svelerà dove si trova il lago Wobegon e che cos'è l'effetto Like Wobegon

E così, sfruttando un meccanismo mercoledì 8 luglio 2020/

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ATTUALITÀ Economia

Managers: paghe oscene !

a cura di Peter

Ferri

Le paghe dei boss diventano sempre più alte, soprattutto in America

G

uidare una grande impresa è un lavoro importante e impegnativo; su questo non vi è alcun dubbio. Migliaia di im­ piegati, clienti ed azionisti dipendono dalle decisioni dell’amministratore delegato. Tuttavia, specialmente negli ultimi 30 anni, questi “boss” non si sono rivelati essere gli impiegati piú talentuosi o laboriosi, bensí i piú avidi. Una lunga serie di scandali, dalla Enron, alla Tyco alla Worldcom e, proprio in questi giorni, alla Wirecard hanno dimostrato che molti boss guidano le proprie ditte senza alcun rispetto per gli interessi degli azionisti e degli altri impiegati. Anche nei casi in cui non vi è stata frode (come invece è successo nei casi sopra citati), paghe a dir poco mostruose stanno giustamente indignando l’opinione pubblica. Per esempio, Richard Grasso ( di chiare origini italiane), ex capo della borsa di New York (New York Stock Exchange­NYSE) passò da “eroe” degli investitori ad essere considerato alla stregua di un criminale dopo che si seppe della sua buonuscita da 188 milioni di dollari(!!). Ció che crea maggiore indignazione sono i cosiddetti “paracadute d’oro”, 4

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cioè delle esorbitanti buonuscite di decine di milioni di dollari date, incredibile a dirsi, proprio ai dirigenti che sono stati licenziati per chiara incompetenza. Si puó dunque dire che in molti casi un amministratore delegato viene premiato sia se svolge un ottimo lavoro sia se si rivela essere un perfetto imbecille. Questo è inaccettabile. E, ahimé, non stiamo parlando di casi isolati. Le paghe dei boss diventano sempre piú alte, soprattutto in America. Nel 1980 la paga media di un amministratore delegato era di 40 volte superiore rispetto a quella di un operaio. Nel 1990 era circa 85 volte piú grande. Adesso, secondo alcune stime, essa è di ben 500 volte superiore! La soluzione a questa vergogna risiede nell’incoraggiare gli azionisti, che in fin dei conti sono i proprietari della ditta, ad assumere un ruolo molto piú attivo. In effetti, da troppo tempo ormai gli azionisti non sono attivi nel discutere la paga dei boss (che sono i loro stipendiati). Solo quando ció succederá le paghe dei dirigenti caleranno. Paghe da capogiro non sono solo dannose in quanto tali, ma possono anche avere un effetto negativo sul

benessere economico di lungo periodo della ditta stessa. Troppi boss hanno manipolato i risultati finanziari pur di arricchirsi. Inoltre, paghe eccessive possono distruggere il morale degli altri impiegati che, giu­ stamente, sentono di vivere una grande ingiustizia. Ma cosa possono fare gli azionisti? Innanzitutto i grossi investitori istitu­ zionali (come i fondi pensionistici) possono impegnarsi di piú nel­ l’esercizio del loro diritto di voto. Un’accresciuta trasparenza riguardo alla paga dei boss sarebbe certa­ mente d’aiuto. Tuttavia, gli azionisti devono essere piú diligenti nello scegliere i membri dei consigli di amministrazione. Poche ditte, sia in America che in Europa, oggi possie­ dono dei consigli d’amministrazione composti per la maggior parte da membri indipendenti. Tutto ció fa nascere spontanea la domanda di quanto sia giusto pagare i dirigenti. Non vi è una sola risposta. Molto dipende dalla situazione di ogni singola ditta. Ad ogni modo, la paga dei boss deve essere in linea con gli interessi di lungo periodo dei pro­ prietari e non essere influenzata da fattori di breve periodo come il prezzo delle azioni in borsa. Tuttavia, qualsiasi forma si scelga, è probabile che alcuni boss cercheranno di manipolarla; ed è per questo che i pilastri del capitalismo, cioè gli azionisti, i veri proprietari delle imprese, dovranno essere piú attivi nella scelta dei consigli di amministrazione dai quali vengono rappresentati. Alla fin fine, sono gli azionisti che pagano gli stipendi dei boss!


ATTUALITÀ Politica

No al taglio dei parlamentari Gli italiani hanno bisogno di ben altro

A

poco più di due mesi dalla tornata elettorale, come "Comitato Promotore – No al taglio dei Parlamentari" apriamo le danze, i cuori e le dovute riflessioni sugli eventi previsti. Infatti, secondo programma, domenica 20 e lunedì 21 settembre 2020 sono indicati come giorni delle votazioni. Rinnovo di alcuni Consigli Regionali, rinnovo di diversi Consigli Comunali, votazioni suppletive in alcuni collegi per Senato e Camera per eleggere Se­ natori e Deputati decaduti o passati a miglior vita. Infine, voteremo anche per il Referendum confermativo sul taglio dei Parlamentari. Come Italiani nel mondo e iscritti all’Aire, anche noi italiani all’estero siamo chiamati ad esprimerci sul suddetto Referendum confermativo che riguarda il taglio dei Parlamentari e, molto probabilmente, viste le espe­ rienze passate, questo avverrà per corrispondenza. Il Comitato “No al Taglio dei Parlamentari” suggerisce a voi tutti, Elettrici ed Elettori di scrivere un grande “NO” sulla scheda che riceveremo, sia nel seggio per i residenti sul territorio nazionale, sia per corrispondenza. Il motivo che ci spinge a votare NO è detttato dal fatto che questa legge non corrisponde all’esigenza reale della nostra democrazia; pertanto non esi­ ste nessuna necessità concreta di confermarla nell’urna. Si tratta di una legge antidemocratica e antipopolare. Rappresenta soltanto chi l’ha pro­ posta come manifestazione di anti­ politica che, ad arte, ha inteso e intende strumentalizzare, facendola circolare in tutto il territorio nazionale e non solo, come la cura di tutti problemi della nostra amata Italia, gettando discredito verso le Istituzioni della Repubblica, come il Parlamento Italiano. La riduzione del numero dei Parlamentari, frutto di improvvisa­ zione e becero opportunismo da parte di qualcuno, non corrisponde ad alcuna esigenza reale, anzi tende ad investire negativamente sul tema della rappresentanza, che va ad inci­ dere sulla stessa struttura Istituzio­ nale, sancita nell’Art. Uno della no­ stra Costituzione, che recita: l’Italia è

una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Insomma, confermare questa legge pone seri problemi per la funzionalità e la credibilità del Parlamento stesso. La diminuzione del numero dei Parla­ mentari renderà precario e discutibile il funzionamento delle Commissioni e gli organi di rappresentanza delle Camere. Inoltre, se il taglio dei Parla­ mentari diventasse operativo, occor­ rerà, in tempi brevi, riscrivere la legge elettorale al fine di garantire in Par­ lamento la presenza di tutte quelle forze politiche che rappresentano de­ mocraticamente tutti i Cittadini Italia­ ni dentro e fuori i confini nazionali e che il taglio dei Parlamentari mette­ rebbe a rischio. In breve tempo bisognerebbe rivedere i criteri di par­ tecipazione alle elezioni del Presi­ dente della Repubblica da parte dei grandi elettori delle Regioni. Sempre in breve tempo, bisognerebbe riformu­ lare la ricomposizione dei seggi elettorali su tutto il territorio naziona­ le. Insomma una macchina farra­ ginosa, che metterebbe in crisi la rappresentanza democratica. Se fos­ simo costretti a tornare al voto per eleggere un nuovo Parlamento, an­ dremmo incontro ad una vera e propria anarchia. Alla base di questa attenta e accurata riflessione, l’intell­ igenza di ognuno di noi, nell’urna non

potrà non depositare un chiaro NO al taglio dei Parlamentari per rispar­ miarci una totale anarchia Istitu­ zionale. Utilizziamo tutte queste ener­ gie per il bene futuro del popolo Italiano, che da troppo tempo aspetta. Oltretutto, questo è il momento meno indicato per una rivoluzione Costitu­ zionale di questa portata. Un attento e accurato senso di responsabilità ci suggerisce, che non possiamo farci distrarrre da improvvisazioni pericolo­ se. È opportuno, invece, utilizzare tempo ed energie a favore del Popolo Italiano che in questo momento di pandemia ha bisogno di tutt’altro, non di sicuro di un periodo d’anarchia costituzionale senza sbocco e senza precedenti. Insomma, una legge, que­ sta del taglio dei Parlamentari, per la quale siamo chiamati ad esprimerci con il Referentum che, a conti fatti, non riduce nessuna spesa se non in modo “simbolico”, ma che incide molto negativamente sull’esercizio della sovranità popolare, che oggi è fondata su un’equa rappresentanza democratica. Ciò che occorre oggi, semmai, è condurre il Parlamento a quel ruolo centrale che i padri fonda­ tori hanno assegnato alla Costitu­ zione, cioè: luogo deputato al confron­ to tra i rappresentanti eletti democra­ ticamente dal popolo. In altre parole, la politica, per essere rappresentativa, deve tornare a essere quella pensata dall’Art. 49 della nostra Costituzione, che assegna ai partiti il compito di "concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. Per tutte questi ragioni il Comitato Promotore “No al taglio dei Parlamentari” di Winterthur (ZH) Sviz­ zera invita tutte le Elettrici e gli Elet­ tori ad esprimere un secco “NO al taglio dei parlamentari visto che é in gioco la libertà d’espressione di una Nazione intera, quale la nostra bella Italia. I quasi tre mesi di chiusura to­tale a causa del covid­19, ci hanno fatto capire a fondo il valore della libertà. Non buttiamola via! Ticchio Giuseppe Coordinatore del Comitato promotore "NO al taglio dei Parlamentari" di Winterthur (ZH) Svizzera. mercoledì 8 luglio 2020/

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RUBRICHE

a cura di

Mauro Trentini

avvocato

mail: trentini­legal@bluewin.ch

C

ontinuiamo oggi il sorvolo delle problematiche legate ai rapporti di vicinato soffermandoci questa volta su di un interessante caso trattato dalla nostra massima Corte a meta degli anni 70 e legato ad una tradizione che nel nostro paese si perde nella notte dei tempi. Trattasi del rumore dei campanacci delle mucche al pascolo. I fatti brevemente riassunti sono i seguenti: X è proprietario, nel Cantone Appenzello, di un terreno sul quale ha edificato la propria abitazione. Il terreno è ubicato in zona residen­ ziale. A Nord e ad Ovest della proprietà di X vi sono altre due parcelle utilizzate come pascolo dal contadino Y. Alcuni anni prima di questa storia X aveva già intentato un processo nei confronti del padre di Z per immis­ sioni moleste consistenti nei rumori occasionati dall’azienda agricola. Nel caso trattato dal Tribunale Fede­ rale X aziona Z pretendendo che quest’ultimo limiti il numero di muc­ che che pascolano con i campanacci, che il pascolo avvenga solo in determinati orari della giornata e che Z venga pure obbligato ad astenersi da qualsivoglia pascolo notturno di mucche con relativi campanacci. L’azione legale era fondata sull’art. 684 CCS che abbiamo visto la scorsa settimana. Il tribunale Federale, dopo aver richiamato la propria costante giuri­ sprudenza in materia, osserva che trattandosi di una richiesta di divieto notturno di pascolo con i campanacci, proprio perché notturno, le regole per stabilire se si è in presenza di immis­ sioni moleste devono essere più rigide di quelle applicate se si dovesse decidere su rumori diurni. Il Tribunale Federale sottolinea che in materia di rumori notturni è neces­ saria un protezione molto più rigida ed estesa. Riferendosi ad una sentenza emessa dal medesimo Tribunale Federale nel 1919 i giudici ricordano che già all’epoca avevano dovuto statuire su di una protezione qualificata poiché causata da rumori notturni, specificando che la quiete durante la notte, tenuto conto della 6

/mercoledì 8 luglio 2020

Rapporti di vicinato Terza parte vita moderna e dell’ammissibile sopportazione dei vicini, costituiva già all’epoca un bene degno di partico­ lare protezione. Considerazioni queste che 50 anni dopo hanno, molto più di prima, la loro valenza visto che l’evoluzione del­ la società ed i rumori ad essa colle­ gati ha fatto si che la sopportazione dei vicini è stata sempre piu messa sotto pressione. Questo permette di affermare che il rumore notturno dei campanacci degli animali al pascolo possa infastidire e costituire un rumo­

re molesto. L’interesse di X a poter trascorrere una notte tranquilla si contrappone pertanto all’interesse di Z di poter lasciar pascolare i propri animali e svolgere cosi la sua attività di alleva­ tore. Per i Giudici occorre valutare questa situazione per rapporti all’”uso loca­ le”. Orbene, pur ammettendo che il pa­ scolo di animali con campanacci nel Canton Appenzello si perde nella notte dei tempi, i giudici specificano che l’analisi dell’uso locale non può estendersi generalizzando su tutto il territorio di un Cantone. Bisogna invece prendere in considerazione i

luoghi dove si svolgono i fatti, il genere di quartiere e la conformità dei fondi vicini. In modo particolare bisogna considerare se vicino al­ l’azienda agricola vi sono dei quartieri residenziali o meno. Nella fattispecie vicino all’azienda di Z c’era l’abita­ zione di X ubicata in zona residen­ ziale. Stando cosi le cose, Il rumore dei campanacci di animali al pascolo in un quartiere residenziale, supera ampiamente quanto può essere sopportato di notte dagli abitanti. D’altro canto niente poteva giustifica­ re, vista la conformità dei luoghi, che

mucche venissero lasciate pascolare con campanacci anche di notte (si pensi alla necessita di ritrovare degli animali sperduti in zone impervie e di difficile accesso). Poiché i terreni di pascolo erano di piccole dimensioni i medesimi potevano benissimo essere cintati evitando cosi possibili perdite o fughe di animali. Il divieto di pasco­ lo notturno di animali con campa­ nacci è stato accolto dai giudici che hanno imposto a Z di evitare di lasciar pascolare i propri animali dalle 20:00 di sera sino alle 07:00 di mattina. Non traggo nessuna conclusione poiché, come risaputo, le sentenze non si interpretano ma si applica­ no...segue...


RUBRICHE

Ancora a proposito di IMU Un po' di chiarezza

M

oltissimi emigrati italiani e diversi loro eredi, i così detti “secondos”, nel reclamare per la cancellazione ­ da quest’anno (2020) ­ dei benefici fiscali relativi all’IMU ed alla TARI per la loro abitazione in Italia, se la prendono con questo governo e con i partiti che lo sostengono e, con una particolare acrimo­nia, quelli che manifestano aperta­mente simpatie per i partiti dell’opposizione. Allora vediamo di ricordare brevemente l’evoluzione che ha avuto nel tempo questa tassa che ha colpito in Italia la proprietà immo­ biliare. Nel 1992 quando in Italia avvenne il primo tracollo economico venne introdotta l’Imposta Straordina­ ria sugli Immobili (ISI), poi sostituita dall’Imposta Comunale sugli Immo­ bili, una imposta che prevedeva delle agevolazioni sulla prima casa (abita­ zione principale) senza discriminare quella degli iscritti all’AIRE ovvero degli italiani emigrati. Questa situazio­ ne andò avanti sino al 2008 quando, nella campagna elettorale per le ele­ zioni politiche che si tennero in quel­ l’anno, Silvio Berlusconi promise che se avesse vinto le elezioni avrebbe tolto l’ICI sulla prima casa. Poi, in effetti, il centrodestra vinse le elezioni (probabilmente anche grazie a quella promessa visto che circa 25 milioni di italiani sono proprietari di immobili) e mantenne la promessa di togliere l’ICI sulla prima ca­ sa….. solo che Silvio Berlusconi si dimenticò dell’abitazione degli iscritti all’AIRE che dal 2009 per­ dettero, così, i precedenti benefici (identici per tutti sia se residenti o iscritti AIRE) e dovettero versare l’ICI addirittura come seconda ca­ sa. Successivamente nel dicembre 2011 il governo Monti sostituì l’ICI con l’IMU mantenendo tuttavia la discriminazione per l’abitazione degli italiani all’estero. Solo nel 2014 il governo di Matteo Renzi, grazie al­ l’impulso degli eletti all’estero del PD, reintrodusse dal 2015 dei benefici fiscali sull’abitazione in Italia, sia pu­ re limitatamente agli iscritti AIRE titolari di una pensione estera erogata dal Paese di residenza: niente più IMU e riduzione ad un terzo del dovuto per

la Tassa sui servizi indivisibili (TASI) e per la Tassa sui rifiuti (TARI). Di questi benefici i pensionati AIRE ne hanno goduto continuativamente per cinque anni fin quando l’attuale governo ha dovuto azzerarli con la Legge di Bilancio 2020 per evitare una condan­ na da parte della Corte di Giustizia europea a seguito di una procedura di infrazione presentata nei suoi con­ fronti dall’Unione Europea con l’accu­

sa di aver violato il principio di non discriminazione in materia di agevo­ lazioni fiscali avendo limitato quei benefici fiscali sull’abitazione in Italia ai soli cittadini italiani. L’alternativa, a questa decisione salomonica del go­ verno Conte, per evitare la condanna da parte della Corte di Giustizia europea, poteva essere solo quella di estendere i benefici su IMU­TASI­ TARI anche a tutti i cittadini dell’Unione ma sarebbe stato un salto nel buio per le finanze italiane mancando i dati riguardanti le pro­ prietà immobiliari di cittadini del­ l’Unione. Morale (in attesa che questo interrogativo venga risolto per recupe­ rare quei benefici perduti sia pure limitatamente ai pensionati AIRE) è evidente che se oggi l’abitazione degli emigrati è tartassata fiscalmente lo si deve a quella “dimenticanza” del governo di centrodestra guidato da Silvio Berlusconi che introdusse la discriminazione per i proprietari resi­ denti ed iscritti AIRE. E questa è l’evoluzione storica dal 1992 ad oggi della patrimoniale sugli immobili ISI­ ICI­IMU­LOCAL TAX e non l’opinione dello scrivente. Ritardato pagamento dell’anticipo A questa rubrica “Sociale & Dintor­ ni” si sono rivolti diversi lettori che ci hanno domandato a cosa vanno

a cura di

Dino Nardi

rubrica di politica e informazione sociale

mail: nardi.dino@bluewin.ch

incontro per non aver versato l’accon­ to IMU entro la scadenza dello scorso 16 giugno essendo stati impossibilitati di recarsi in Italia anche per problemi legati alla pande­ mia. Tranquilli! Come ricordava anche la senatrice Garavini nell’ultimo nu­ mero de L’ECO, la sanzione per il mancato pagamento entro la sca­ denza del prossimo 16 giugno è molto lieve purché ci si avvalga del così detto “ravvedimento operoso” cioè si provveda quanto prima a ver­ sare il dovuto evitando che ci venga richiesto con un sollecito dall’Agenzia delle Entrate. Infatti in quest’ultimo caso la sanzione ammonta al 30% mentre con il “ravvedimento ope­ roso” la sanzione sarà dello 0,1% per ogni giorno di ritardo per i primi 14 giorni, poi dell’1,15% da calcolare sull’importo dovuto dal 15° al 30° giorno di ritardo, poi ancora dell`1,67% con pagamento entro il 90° giorno dal 16 giugno, infine la sanzione aumenterà al 3,75% se il ravvedimento operoso av­ verrà dopo i 90 giorni ed entro un anno e così via con sanzioni sempre maggiori più si prolungherà il ritardo nel pagamento. Quindi si tratta di sanzioni lievi che consentono a tutti i ritardatari di poter provvedere al pa­ gamento dell’IMU, avvalendosi del “ravvedimento operoso”, non appena ci si recherà in Italia. Informazioni, dubbi, incertezze A quanti invece vogliono avere le più disparate informazioni sulle regole che si applicano a riguardo dell’IMU (ma pure della TARI) suggeriamo, ancora una volta, di contattare (per telefono ma ancora meglio per e­ mail) l’Ufficio Tributi del Comune in cui si possiede l’immobile. In Italia vi sono oltre 8'000 Comuni e non sempre le regole relative i tributi locali che vi si applicano sono le stes­ se, per esempio il Comune di Cat­ tolica Eraclea (AG) ha già approvato una delibera con la quale stabilisce l’esenzione dal pagamento del­ l’IMU per i concittadini pensionati iscritti all’Aire. Complimenti agli amministratori di quel comune sici­ liano! mercoledì 8 luglio 2020/

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CULTURA Storia

a cura di Giovanni Longu

mail: glongu@sunrise.ch

Immigrazione italiana 1970­1990 19. L’italianità trionfa in cucina

U

no dei pregiudizi che dagli anni Settanta si cercò di superare riguardava le abitudini alimentari. Molti svizzeri erano convinti che gli immigrati italiani mangiassero male (come ai tempi delle prime costruzioni ferroviarie) tanto da etichettarli, specialmente nella Svizzera tedesca, Maisfresser, Spaghettifresser, Makka­ roni­Esser, Salamitiger, ecc. con una connotazione spregiativa e quasi animalesca (fressen si addice agli animali, essen agli uomini). D’altra parte, molti italiani consideravano quasi immangiabile, quel che cuci­ navano gli svizzeri (poca carne, pochi ortaggi, molte conserve e poco condimento) per cui anche nell’ali­ mentazione le distanze erano grandi.

Italianizzazione della cucina sviz­ zera

più nei piccoli negozi italiani, ma nei grandi magazzini a self service, spe­ cialmente Coop e Migros, che contri­ La cucina italiana stava per diventare buivano con la pubblicità nei loro «popolare» e ciò spiega perché negli giornali a diversificare e «italianizzare» anni Cinquanta e Sessanta le derrate la cucina svizzera. Ciò nonostante, alimentari (specialmente frutta, ortag­ ancora durante la propaganda xeno­ foba degli anni Settanta, molti svizzeri ritenevano che gli italiani si nutrissero male per spendere poco e snobba­ vano la cucina italiana. Per loro la conversione avverrà lentamente, negli anni Ottanta e Novanta. Tuttavia, già negli anni Settanta i ristoranti italiani (quelli vecchi e quelli nuovi, che sorgevano come funghi nell’ambito dell’associazionismo regio­ nale) cominciavano ad essere fre­ quentati anche da svizzeri. In molte famiglie svizzere si cucinavano (bene) gli spaghetti, il risotto, il brasato, si L’invasione culinaria lenta, ma preparava il pesto, il ragù alla costante bolognese, ecc. Al tempo delle grandi costruzioni ferroviarie, si sa che gli immigrati italiani mangiavano poco e male (per risparmiare), tranne che nei giorni di festa, quando si concedevano qualche extra (G. De Michelis, 1903). Tuttavia, nelle grandi baraccopoli che ospita­ vano centinaia e talvolta migliaia di lavoratori, spesso con le loro famiglie, il vitto cominciò ben presto a miglio­ rare e a diversificarsi anche nelle mense operaie. Agli inizi del Novecento, nei cosiddetti «quartieri italiani» erano già numerosi i ristoranti e i negozi che si approvvi­ gionavano direttamente dall’Italia. Fu tuttavia nei primi decenni del secondo dopoguerra (1950­1970) che il consu­ mo dei prodotti italiani invase per così dire la Svizzera, soprattutto al seguito delle varie ondate di immigrati dapprima dal nord e poi dal centro e dal sud. Dall’Italia giungevano ingenti quantità non solo di farine di polenta e svariati tipi di pasta, ma anche formaggi a pasta dura (ad esempio parmigiano) e gorgonzola, salami, mortadelle, prosciutti, cotechini, tonno, merluzzo e sardine, fagioli, finocchi, melanzane, zucchini, pomidori, pelati, peperoni, ecc. Il condimento principale era diventato l’olio d’oliva e la bevan­ da preferita il vino. 8

/mercoledì 24 giugno 2020

Grande varietà alimentare

gi e vino) rappresentavano rispettiva­ mente il 30 e 20 per cento delle importazioni svizzere dall’Italia. Da allora il livello di importazione si è sempre mantenuto molto alto, sia pure in proporzione inferiore, segno che ormai i prodotti della cucina italiana s’integravano bene con quelli della cucina svizzera. Il grande smercio, però, non avveniva

Grandi consumatori di patate e di rösti, gli svizzeri sono diventati così tra i più grandi consumatori di pasta italiana (e pizza) al mondo. Mangiatori di bratwurst e saucissons, consumano volentieri anche salsicce calabresi, sa­ lamelle, luganighe, prosciutti, morta­ delle, ecc. Benché produttori di una grande varietà di formaggi, mangiano volentieri mozzarella, parmigiano, gra­ na padano, gorgonzola, provolone, pecorino, ecc. Gli svizzeri, che fino agli anni Ses­ santa, coltivavano solo poche varietà di ortaggi e di frutta, da decenni trovano ormai in abbondanza sui ban­ chi dei grandi distributori alimentari zucchine, pomodori, peperoni, melan­ zane, finocchi, cavolfiori, carciofi, ecc. provenienti soprattutto dall’Italia. È probabile che negli anni Settanta questa invasione, per altro pacifica, degli immigrati italiani nelle abitudini alimentari degli svizzeri abbia dato fastidio ai conservatori oltranzisti delle tradizioni elvetiche nonché acerrimi nemici dell’inforestierimento, ma pro­ babilmente al successo della cucina mediterranea non c’era alternativa. Di fatto un grosso pregiudizio stava scomparendo per sempre.


NOVELLE E ROMANZI

Apnea Nunzio Campanelli I racconti gialli (ultima parte)

Q

uella luce di follia che aveva visto ore prima, in cima a quella scala, non c'era più, ora esisteva solo lo sguardo disperato di un uomo allo sbando, alla deriva. Lo stesso sguardo che aveva visto quando aveva tentato di strangolarlo con le sue mani. Lo stesso sguardo di cui si ricordò solo prima, sul divano. Era questo il particolare che non combaciava, la dissonanza. Ed ora sapeva anche che quello era il vero sguardo. ­ Si chiamava Yelena, ispettore. Aveva 29 anni. L'hanno uccisa ieri sera. Non c'ero, il porco mi aveva mandato fuori a prendere delle casse di birra. Non al solito posto. Mi ha allontanato da lei, mi ha fatto fare quasi 500 chilometri. Per prendere la birra. Io non capivo, sono arrivato alle una di notte, ero stanco, l'ho cercata ma non mi rispondeva, non mi reggevo in piedi, sono andato a dormire. Ho una stanza sopra l'ufficio del porco, in soffitta. Questa mattina presto mi hanno svegliato dei rumori. Saranno state le cinque. Scesi di sotto, non aveva chiuso bene la porta, mi avvicinai. Stava telefonando, subito non compresi quello che diceva, poi cominciai a capire che l'avevano fatto di nuovo, avevano ucciso una povera disgraziata. Tutte insieme le immagini dell'ultima giornata mi si presentaro­ no davanti e capii... la birra in un posto così lontano, Yelena che non aveva mai risposto alle mie

telefonate. Corsi di sotto e vidi quello che le avevano fatto. Volevo morire, non resistevo al pensiero di quella sofferenza, ma prima dovevo uccidere quel porco; andai nella mia camera, presi il coltello, scesi da lui. Appena mi vide capì tutto, ma non fece in tempo a reagire, lo sventrai come... un porco, appunto. Poi vi telefonai, nell'ufficio accanto. Lasciai il coltello sopra la scrivania, pulii le impronte, avevo deciso di vivere, dovevo vendicare Yelena, dovevo uccidere ancora. ­ Fece una pausa, sembrò perdere l'energia che gli aveva consentito di parlare a quel momento. L'ispettore, che per tutto il tempo della deposizione era rimasto a

Nunzio Campanelli

nasce ad Ancona il 19 gennaio 1961. Geometra, abita da sempre a Jesi (An) dove ha lavorato come dipendente dell’ufficio tecnico della locale Azienda Sanitaria. Dal 2010 è in pensione per motivi di salute. Sposato con Giuliana, ha un figlio e due nipotini.

sedere, si alzò in piedi, gli si avvicinò e si appoggiò alla scrivania. ­ Tutto quello che ci hai raccontato è plausibile, lo verificheremo. Ci sono ancora delle cose che non quadrano, come la deposizione dell'armiere, ma sono dettagli, vedremo. Ma c'è una cosa che non ho capito. Perché quella messa in scena, tutti quei discorsi sul marcio da lasciare fuori della porta... che volevi ottenere, tu ci vivi in mezzo al marcio. ­ Il barista ebbe una reazione scompo­sta, cominciando a piangere a dispe­rarsi. ­ Sì, io vivo nel marcio, ma volevo uscirne fuori. Stavamo per fuggire, io e Yelena, dovevamo andare a casa sua, il più lontano possibile da qui. Ci saremmo rifatti una vita, io avrei fatto qualsiasi lavoro pur di stare con lei. In Ucraina molti occidentali vanno per cacciare, hanno bisogno di una guida. Per questo avevo comprato quel coltello. Mi sarei guadagnato la vita onestamente, avrei avuto una casa, una donna. Yelena aspettava un bambino. Il mio bambino. Avrei avuto un figlio. ­ Lo sguardo del barman in quel momento emanava gli stessi bagliori di follia di quella mattina. Lo portarono via, solo, con i suoi pensieri ed i suoi fantasmi. Un agente in quel momento portò una relazione di Marini, in cui lo informava che l'armiere aveva confessato di essersi inventato tutto, su indicazione del barista. Erano amici, andavano a caccia insieme. L'ispettore Borghesi si alzò in piedi, si rimise la giacca, non vedeva l'ora di andare a casa per mettersi sotto la doccia. Prima di uscire si fermò davanti la porta di Gloria, rimase qualche secondo, poi se ne andò. Le persone che nuotavano lassù erano tante, giravano tutte intorno come in un carosello e lo stavano guardando. Stava sotto da tanto tempo ormai, troppo. Cominciarono a scendere. La vide scendere insieme agli altri e capì che era venuta per portarlo via, lontano da loro, dai mostri. Capì che la amava. Fine mercoledì 8 luglio 2020/

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CULTURA Arte

a cura di Andrea Pagnacco pittore

Mario Botta Un indiscutibile vate dell'architettura svizzera

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Banca dei Regolamenti Internazionali, Basilea

l Ticino, tenendo conto delle sue dimensioni, è anche una vivace fucina delle arti? Beh, direi di si e per questo motivo citerei un suo figlio, un architetto conosciutissimo in Svizzera e in tante parti del mondo, ossia Mario Botta. Il suggerimento a vergare sull'Eco queste, ahimè, poche righe sul mae­ stro dell'architettura mi è venuto osservando a lungo un suo edificio esteticamente molto prezioso mentre ero seduto in attesa di un tram al centro di Basilea. Si tratta del edificio rotondo situato a Aeschenplatz, a suo tempo fatto co­ struire dalla Banca UBS e oggi in possesso della Banca dei regolamenti internazionali. Ora alcuni brevi accenni alla biografia di questo artista ci stanno come il cacio sui maccheroni: Mario Botta nasce, e non è uno scherzo, il primo aprile del 1943 in quel di Mendrisio. Sin da giovane si trasferisce a Milano dove si accorge di avere una genuina propensione per l'arte delle costru­ zioni, tanto che a 16 anni progetta la sua prima casa che sarà realizzata in 10

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Ticino. Nella sua carriera ha dei rapporti con due grandi architetti, Le Corbusier e Louis Kahn che entrambi hanno il potere di ispirarlo. Proseguendo nel tempo, nel 1964 si iscrive nel prestigioso Istituto Uni­ versitario di architettura di Venezia (oggi Univer­ sità IUAV). Dopo la sua laurea e aver vissuto un intenso periodo di tem­ po nella città lagunare, decide di tornare in Ticino. Qui nel suo studio sviz­ zero Botta, lavorando sodo, porta al compimento un susseguirsi di pro­ getti per nuove costruzioni e nello stesso tempo ideando molti mobili; mobili dove con il suo occhio acuto bandisce, nei concepirli, ciò che ritiene kitsch.

sue opere importanti e cioè: il Museo d'arte moderna e contemporanea MART di Rovereto/TN, il San Fran­ cisco Museum of Modern Art, il Museo Tinguely di Basilea, la Cappella S. Maria degli Angeli a Rivera/TI, e tante altre.

Per chiudere in “bellezza” su un personaggio di spicco di tale spes­ sore, mi sembra giusto citare alcune

Ah si, una simpatica curiosità su Botta: è stato sempre fedele a degli occhiali perfettamente tondi.


CULTURA Spettacoli

Luglio… ai ai ai ai…!

a cura di Graziella Putrino

«Luglio, col bene che ti voglio Vedrai non finirà…ai ai ai ai. Luglio m’ha fatto una promessa, l’amore porterà…ai ai ai ai. Anche tu, in riva al mare, tempo fa, amore amore, mi dicevi, luglio ci porterà fortuna, poi non ti ho vista più, vieni da me c’è tanto sole ma ho tanto freddo al cuore se tu non sei con me.

Buon luglio, col bene che vi voglio, ai ai ai… ahi! Care lettrici, Cari lettori, Senza renderci conto, siamo a luglio. Estate piena. Tempo di vacanze. Cerchiamo con accuratezza di appu­ rare, se la destinazione in cui vorremmo soggiornare, ci porti il sospirato distacco da tutto quello che ci preoccupa e ci ha messo in subbuglio negli ultimi mesi. In questo inizio di luglio 2020, vi ripropongo il testo di una popolare canzone, diventata una filastrocca tutta italiana, ormai nella nostra memoria e nelle nostri menti, augurandovi un luglio come piace a voi. «Luglio, col bene che ti voglio lo sai non finirà… ai ai ai iai!…” Comincia così una delle canzoni simbolo dell’estate italiana degli anni 60, ma molto attuale. Per l’esattezza era il 1968 quando Riccardo Del Turco e Giancarlo Bigazzi scrissero questa canzone. Era l’estate che precedeva un anno cruciale nella storia del Belpaese. La canzone potrebbe rappresentare, se vogliamo, anche l’ultimo soffio di spensie­ ratezza dell’Italia, prima di essere nel vortice della contestazione del ’68 e travolta dagli anni di piombo, gli anni

del terrorismo e delle stragi di stato. Anni bui. Di paura. Momenti di angoscia. Nel titolo della « nostra» canzone, solo il nome del mese: luglio. In fondo, era solo un espediente dell’autore Gian­ carlo Bigazzi. Ai fini della storia raccontata, avrebbe potuto essere tranquillamente anche maggio, feb­

Luglio si veste di novembre Se non arrivi tu…ai ai ai ai. Luglio, sarebbe un grosso sbaglio Non rivedersi più…ai ai ai ai. Ma perchè, in riva al mare, non ci sei, amore amore, ma perchè non torni è luglio da tre giorni e ancora non sei qui, vieni da me c’è tanto sole ma ho tanto freddo al cuore se tu non sei con me Luglio, stamane al mio risveglio Non ci speravo più…ai ai ai ai. Luglio, credevo ad un abbaglio E invece ci sei tu…ai ai ai ai. Ci sei tu, in riva al mare, solo tu, amore amore, e mi corri incontro ti scusi del ritardo ma non m’importa più, luglio ha ritrovato il sole non ho più freddo al cuore perchè tu sei con me. Ai ai ai ai, ai ai ai ai.

braio o il mese che più vi aggrada. I mesi caldi, diventano freddi, se la nostalgia di chi vogliamo bene ci tormenta. Nella canzone, il mancato arrivo della persona amata, veste luglio di novembre, perdendo il suo calore e splendore estivo. Ecco a voi il testo da canticchiare durante il vostro viaggio per la meta che volete raggiungere:

Ci sei tu, in riva al mare, solo tu, amore amore, e mi corri incontro ti scusi del ritardo ma non m’importa più, luglio ha ritrovato il sole non ho piu freddo al cuore perchè tu sei con me»… perchè tu sei con me»…

Buon luglio, col bene che vi voglio, ai ai ai… ahi! mercoledì 8 luglio 2020/

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MOTORI E MOBILITÀ

a cura di Graziano Guerra

La scatola magica compie 40 Buon compleanno Panda!

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iat celebra i 40 anni dell’icona italiana con tre video tematici dedi­ cati a: Powertrain, Stile e Smart Solution e disponibili su youtube. Ripercorrere la storia di Fiat Panda vuol dire sfogliare l’album dei ricordi di una quarantenne che ha saputo cavalcare il tempo evolvendosi, pur rimanendo sempre fedele a se stessa. Ecco il segreto del successo della city car per eccellenza di casa Fiat: una vettura “per tutte le occasioni” ribattezzata ­ dopo il lancio nel 1980 al Salone di Ginevra ­ la scatola magica piena di idee originali, ingegnose e sorprendenti. Panda, con la sua carica innovativa, ha saputo conquistare il cuore di tutti diven­ tando l’auto dei record: la più venduta in assoluto in Italia da 8 anni consecutivi, leader ­ insieme con 500 – del mercato delle piccole cittadine in Europa con oltre 375 mila auto vendute ogni anno, la prima city car 4x4, prima city car a vincere l’ambito titolo di “Auto dell’anno”; prima 12

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piccola cittadina con alimentazione a metano prodotta su larga scala e, da febbraio 2020, prima auto ibrida di FCA con il lancio, insieme con Fiat 500, della versione mild­hybrid, ov­ vero l’inizio del percorso di Fiat nel mondo elettrificato. Nel 2003 arriva la seconda serie di Panda, un’auto ancora più funzionale e trasversale, ma allo stesso tempo ricca di contenuti intelligenti come il MultiJet, il piccolo Diesel a iniezione diretta, disponibile a partire dal 2004. Nel 2006 ecco arrivare i due opposti: da un lato la Panda 100 HP, la piccola sportiva che adotta un motore 1.4 16 valvole da 100 cavalli con prestazioni di tutto rispetto (da zero a 100 in 9,5”) e dall’altro Panda Natural Power, con motore 1.2 Fire 8 valvole Natural Power e la doppia alimen­ tazione benzina­metano. Nel 2008 arriva anche la doppia alimentazione benzina­GPL. Con la terza genera­ zione di Panda lanciata al Salone di Francoforte nel 2011 la city car di casa Fiat torna in Italia, con la produ­ zione nello stabilimento di Pomiglia­

no d’Arco. Sono gli anni in cui cresce l’atten­ zione alla sostenibilità, servono quindi soluzioni amiche dell’ambiente: anco­ ra una volta Panda accetta la sfida in modo originale come solo lei sa fare: il metano diventa turbo con il TwinAir Turbo Natural Power da 80 cavalli. Un propulsore sovralimentato pieno di brio, con un’elevata potenza specifica, capace di conciliare basse emissioni e ridotti consumi con il divertimento di guida. Arriva anche la nuova famiglia di motori benzina FireFly pensata per equipaggiare i model­li compatti di FCA. Panda adotta il FireFly da un litro e tre cilindri in versione aspirata mild­ hybrid da 70 cavalli al quale viene abbinato un motore elettrico BSG (Belt Driven Starter Gene­rator) con potenza di picco pari a 3,6 kW. Una tecnologia che permette di ridurre consumi ed emissioni in perfetto stile Fiat e che traghetta il marchio verso una mobi­lità sempre più economica e democratica proprio come lo è Panda.


SPORT

Parte la Formua 1 2020 in Austria

a cura di della Redazione

Piloti in ginocchio contro il razzismo

"N

on dobbiamo demoraliz­ zarci". È l'appello di Charles Leclerc dopo le qualifiche del Gp d'Austria, ma forse nemmeno lui si aspettava un esordio così diffici­le al volante della SF1000: quarta fila e quasi un secondo di ritardo dalla po­le. Peggio per Se­ bastian Vettel, ri­masto fuori dalla Q3 per la prima volta dal 2014, e che partirà dall'11/a posizione, lonta­ nissimo dal leader, l'inatteso Valtteri Bottas. Il finlandese ha soffiato il posto al favoritissimo Lewis Hamilton, sempre il più veloce nelle libere, per soli 12 millesimi, tanti quante sono le pole in carriera dello scudiero di casa Mercedes. In agguato, in seconda fila, partirà Max Verstappen, vincitore delle ultime due edizioni della gara al volante della monoposto di casa, la Red Bull, staccato però di mezzo dalle Mercedes. Che sia merito del Das ­ il sistema oggetto del reclamo di Chris Horner respinto la notte scorsa dai tecnici Fia ­, o lo strascico naturale della ormai annosa superiorità, le Mercedes sembrano di un altro pianeta e anche in gara sarà difficile che tale situazione sia stravolta. Per le Rosse, al contrario, raggiungere il podio sarebbe un trionfo, visto che sulla loro strada ci sono non solo le Red Bull, ma anche le più che prestanti Racing Point e magari pure McLaren e Renault. Le qualifiche hanno presto messo a nudo le difficoltà dei ferraristi, e Vettel lo ha confermato alla fine: "Non sono stato molto contento della macchina. Avevamo più sovrasterzo in ingresso curva rispetto a quanto piace a me, ma domani è un altro giorno, una partita differente. Potremmo avere anche condizioni di pista diverse e credo che in configurazione gara la macchina sia un po' meglio". Anche Leclerc, che pure è riuscito a issarsi fino al settimo posto, punta su un riscatto domani anche se "miracoli non ce ne saranno". "Oggi non abbiamo fatto il risultato che speravamo ­ ha detto il monegasco ­ e non siamo certo dove vogliamo. Per domani abbiamo chance, anche se magari non per lottare con le

Mercedes, ma daremo tutto come piloti e come squadra". Ci sarà da combattere, contro piloti altrettanto giovani e rampanti come Lando Norris, quarto in griglia con la McLaren, Alex Albon, quinto sulla Red Bull, e lo stesso Carlos Sainz, che con l'altra McLaren farà di tutto per dimostrarsi all'altezza del prossimo compagno di squadra. Se le Ferrari non ridono, alle Alfa Romeo non resta che piangere, con Antonio Giovinazzi 18/o e Kimi Raikkonen 19/o, ma anche le Haas, sempre motorizzate Ferrari, hanno sofferto, occupando insieme l'ottava fila. Un segnale che qualcosa non va.(Adnkronos)

Bottas "non potevo cominciare meglio" "La gara è stata con grande pressione per me. Una Safety Car va bene, ma poi all'ultima mi sono detto 'ma dai, ancora!'. Lewis ha avuto tante possibilità di superarmi, anche se avessi commesso un piccolo errore. Lui era molto veloce". Eccole qui le prime parole del vincitore del Gran Premio d'Austria Valtteri Bottas. "Sono però riuscito a stare sul pezzo, ho controllato bene la gara. Non c'era modo migliore di iniziare la stagione. Ci hanno detto dai box di non sfruttare i cordoli per i problemi della macchina. Sono contento che siamo arrivati al traguardo con entrambe le macchine. Siamo in testa alla classifica costruttori, è un ottimo segnale". (Ansa) mercoledì 8 luglio 2020/

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CULTURA Cucina

Sformatini di caprino Ingredienti per 4 persone 1 Kg asparagi verdi di Altedo 160 g caprino di capra fresco 40 g grana grattugiato 4 uova uno scalogno maggiorana succo di limone burro farina olio extravergine d'oliva sale pepe

Mondate g 850 di asparagi e lessateli per 6 minuti. Affettate sottilmente le punte dei restanti nel senso della lunghezza e marinate solo queste per un’ora con 3 cucchiai di olio, g 10 di grana, sale, pepe e qualche goccia di succo di limone. In una padella fate appassire lo scalogno tritato in un cucchiaio di olio per un paio di minuti, poi unite gli asparagi lessati tritati grossolanamente e saltateli per meno di un minuto; salate e profumate con qualche foglia di maggiorana. Battete le uova in una ciotola, poi incorporate, mescolando con una frusta, il caprino, g 20 di grana, un pizzico di sale e per ultimi gli asparagi tiepidi.

Torta di carote al caffè Ingredienti per 12 persone 200 g carote grattugiate 200 g mandorle sgusciate e pelate 190 g zucchero semolato 60 g fecola 40 g farina bianca 5 uova 4 bustine di caffè liofilizzato zucchero a velo farina e burro per lo stampo sale

Distribuite il composto in 4 stampini a ciambella imburrati e infarinati (ø esterno cm 11,5, ø interno cm 4, altezza cm 3,5) e infornateli a bagnomaria a 180 °C per 25 minuti. Sfornate, fate intiepidire, quindi sformate nei piatti e completate con le punte di asparago marinate, spolverizzate con il resto del grana.

Uova strapazzate, zucchine e pancetta Ingredienti per 4 persone 300 g zucchine 80 g pancetta 8 uova uno scalogno menta olio extravergine di oliva sale

Per la ricetta delle uova strapazzate, zucchine e pancetta, mondate le zucchine, eliminate parte della polpa centrale, con i semi, e tagliate il verde a pezzetti. Tritate lo scalogno e rosolatelo in una padella velata di olio per 2’; aggiungete la pancetta e, dopo 1’, le zucchine e un pizzico di sale. Cuocetele per 1’, poi toglietele dalla padella. Sbattete le uova con un pizzico di sale e un ciuffetto di menta tritata; cuocetele nella padella dove avete cotto le zucchine, mescolandole, per 1­2 minuti. Servite le uova strapazzate con le zucchine, completando con qualche foglia di menta fresca

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Per la ricetta della torta di carote al caffè, passate al tritatutto le mandorle con una cucchiaiata di zucchero. Con lo sbattitore elettrico montate i tuorli delle uova (conservate gli albumi) con g 100 di zucchero fino ad ottenere un composto spumo­ so. Unite allora le carote mescolate con le bustine di caffè, la fecola setacciata con la farina e le mandorle tritate. Montate gli albumi con un pizzico di sale, quindi aggiungete g 90 di zucchero e continuate a lavorare fino a ottenere una neve molto soda. Incorporatela al composto di carote con movimenti dal basso verso l’alto e viceversa. Imburrate e infarinate uno stampo rotondo con fondo scanalato, di cm 26 di diametro, quindi riempitelo per tre quarti con l’impasto preparato. Passate nel forno già a 185° per circa 60 minuti e, prima di sfornare, provate la cottura del dolce con uno stecchino. Servitelo spolverizzato di zucchero a velo.


CULTURA Spettacoli Il sonetto di S. Dugo

Una giornata particolare

Presentazione al Filmpodium di Zurigo di "Una giornata particolare",

Ripartenza In questi mesi di pandemia costretti si è stati a casa stare poiché al virus il rapporto interpersonale la trasmissione facilitava. S’ha avuto tempo e modo cosi di pensare riflettere sulla propria altrui condizione constatare come l’ambiente segue il suo corso naturale. La primavera risveglia la natura sbocciano i fiori gli alberi si rivestono di nuovi colori ridando gli stessi frutti dell’anno precedente gli orti curati riprendono quanto coltivato a ridare. L’istinto di conservazione ovunque si può osservare gli animali accoppiandosi ridanno slancio al ripopolamento assicurando la specie. La ripresa economica da più parti sollecitata non può riprendere come se niente fosse stato col rallentamento industriale l’ambiente ne ha beneficiato l’acqua sorgente di vita l’aria respirata più pulite sono diventate. La ripartenza all’umana specie insegnamento dovrà portare i ritmi lavorativi potranno e dovranno cambiare i consumi (già) responsabilizzati in futuro diranno se l’ambiente vera importanza avrà acquistato o se tutto sarà dimenticato.

il film­capolavoro del 1977 diretto da Ettore Scola con Sophia Loren (Antonietta) e Marcello Mastroianni (Gabriele). Presentato in concorso al 30º Festival di Cannes, il film ha ottenuto vari riconoscimenti internazionali vincendo, tra gli altri, il Golden Globe quale miglior film straniero e ricevendo inoltre due candidature al Premio Oscar, per il miglior film straniero e per il miglior attore, a Marcello Mastroianni. Inoltre ha vinto tre Nastri d'Argento e due David di Donatello. La pellicola viene presentata alla interno della rassegna "SÉLECTION LUMIÈRE" del Filmpodium di Zurigo. Introduce il film il critico cinematografico Martin Girod martedì 7 luglio 2020 ore 18.00. Il 6 maggio 1938, l'Italia fascista è in festa per l'arrivo di Hitler a Roma. Antonietta, una casalinga di mezza età, madre di sei figli, rimane sola mentre la sua famiglia è fuori per assistere all'incontro fra Hitler e Mussolini; inseguendo un pappagallo fuggito dalla gabbia, la donna conosce per caso un suo vicino di casa, Gabriele, perseguitato dal regime perché omosessuale, e trascorre l'intera giornata con lui. Dove e quando: martedì, 7 luglio 2020, ore 18.00, con introduzione di Martin Girod, Filmpodium, Nüschelerstrasse 11, Zurigo sabato, 25 luglio 2020, ore 21.00, Filmpodium, Nüschelerstrasse 11, Zurigo

(FM97,5), DAB+ Ultima puntata prima delle vacanze estive domenica 13 luglio, dalle 7 alle 12. La trasmissione riprenderà il 16 agosto !

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COMUNICATI STAMPA Indennità perdita di salario per coronavirus prolungata fino al 16.9.2020 Il diritto all’indennità di perdita di guadagno per il coronavirus per i lavoratori indipendenti diretta­ mente e indirettamente colpiti delle misure contro il virus è prolungato fino al 16 settembre 2020. Il diritto a questa indennità sarà accordato anche alle persone impiegate nella propria impresa attiva nel settore ricreativo che si trovano in situazioni di rigore. È quanto ha deciso il Consiglio federale in occasione della sua seduta del 1° luglio 2020 per tenere conto del fatto che molte strutture non sono ancora in grado di riprendere la loro attività, o possono farlo solo in parte, benché i provvedimenti adottati per combattere il coronavirus siano stati parzialmente o com­ pletamente revocati. Dal 6 giugno non vi è più alcuna struttura che deve rimanere chiu­ sa e il divieto di svolgere mani­ festazioni è stato gradualmente allentato. Attualmente, il divieto resta in vigore a livello svizzero soltanto per le manifestazioni con oltre 1000 persone. I lavoratori indipendenti colpiti da questo provvedimento continuano ad avere diritto all’indennità di per­ dita di guadagno per il coro­ navirus. Per tutti gli altri il diritto è scaduto il 16 maggio oppure all’inizio di giugno. Benché le restrizioni siano state allentate, molte strutture continuano a subi­ re perdite finanziarie. Il Consiglio federale ritiene che, data la situazione, sia giustificato conti­ nuare a sostenere queste impre­ se. Le persone in questione non dovranno intraprendere nulla: le casse di compensazione AVS riprenderanno a versare loro l’in­ dennità. Il Consiglio federale ha inoltre deciso di estendere il diritto all’indennità anche ai titolari di SA o S.a.g.l. impiegati nella propria impresa attiva nel settore ricreativo, che dal 1° giugno 2020 non hanno più diritto all’indennità per lavoro ridotto del­ l’assicurazione contro la disoccu­ pazione. L’attuazione di questa nuova indennità richiederà alcune settimane, ragion per cui si raccomanda alle persone interes­ sate di attendere fino a metà luglio prima di presentare la richiesta di prestazioni alla cassa di compensazione AVS. 44

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SOGGIORNO MARINO A PESARO Il Comites di Zurigo organizza un soggiorno marino nella località di Pesaro dal 23 agosto al 6 settembre 2020. Viaggio a/r in pullman, 15 giorni, 14 notti di pensione completa presso l'HOTEL DES BAINS cat.*** di PESARO. Sistemazione in camere doppie con servizi privati. Prima colazione, pranzo e cena con menù a scelta tra carne e pesce, comprese bevande della casa ai pasti. Servizio spiaggia, accompagnatore per tutto il periodo, tassa di soggiorno e mance incluse. Quota di partecipazione chf 1.160.­ Per informazioni tel. 044 291 27 88

Un filmato animato spiega la Convenzione ONU sui diritti delle donne Per la prima volta in Svizzera è disponibile un filmato che traduce in immagini facilmente comprensibili il messaggio della CEDAW, la Convenzione ONU sui diritti delle donne. Il suo obiettivo è far conoscere questo trattato internazionale a un vasto pubblico. Il filmato è lanciato dall’associazione Coordinazione post Beijing delle ONG Svizzere in collaborazione con la Commissione federale per le questioni femminili CFQF. La pubblicazione è avvenuta il 1° luglio 2020, in concomitanza con l'entrata in vigore della revisione della legge sulla parità dei sessi. Tuttavia, la Convenzione CEDAW dimostra che sono necessari ulteriori passi. La CEDAW si focalizza sugli svantaggi inflitti alle donne nella società e chiede l'adozione di misure per instaurare la parità giuridica e di fatto in tutti gli ambiti della vita. Tra queste figurano esplicitamente anche misure positive, ossia la promozione attiva di gruppi svantaggiati fino al raggiungimento di una situazione di equilibrio. La Convenzione sui diritti delle donne obbliga altresì la Svizzera a documentare e verificare regolarmente i progressi compiuti e le lacune ancora presenti nel settore della parità. Con il suo ampio campo di applicazione la CEDAW sostiene e va oltre la legislazione nazionale. Per la Svizzera, la modifica della legge sulla parità dei sessi che entra in vigore il 1 luglio segna sì un avvicinamento alla parità di fatto, ma la Convenzione indica che occorrono ulteriori passi in questa direzione. Il nuovo filmato animato della durata di tre minuti trasmette il concetto di giustizia che sta alla base della CEDAW in modo visivamente accattivante e comprensibile a un pubblico vasto e senza conoscenze giuridiche. Si tratta di un regalo che l'associazione Coordinazione post Beijing delle ONG Svizzere e la Commissione federale per le questioni femminili fanno alla Svizzera e alla CEDAW per il 40esimo anniversario della Convenzione. Disponibile in quattro lingue (d, f, i, e), il filmato è adatto per offerte formative a partire dal livello secondario II, ad esempio nelle organizzazioni femminili e per i diritti umani, nella comunicazione politica o nelle scuole per le professioni sociali, e fornisce nozioni di base in materia di discriminazione, uguaglianza, pari diritti e parità di fatto. www.postbeijing.ch www.comfem.ch


COMUNICATI STAMPA

Il Segretario Generale del CGIE, Michele Schiavone, scrive al Ministro degli esteri Di Maio Per la rete diplomatico­consolare occorre prendere in considerazione l'assunzione temporanea di personale a sostegno dell'amministrazione

il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero porta ancora una volta alla Sua attenzione situazioni di diffuso disagio in cui versa da anni la rete diplomatico­consolare a causa dell’in­ sufficienza del personale diplomatico addetto ai servizi consolari. Questa difficoltà si è accentuata con l’emer­ genza epidemiologica che negli ultimi mesi ha costretto alcune sedi achiusure forzate e alla turnazione dei funzio­nari consolari, chiamati a espletare solo servizi urgenti e indifferibili, il che de facto ha prodotto ritardi nell’erogazione dei servizi. Purtroppo la modalità di lavoro a distanza o smart working, che in teoria avrebbe garantito la continuità del lavoro, è risultata un mero palliativo, tant’è che oggi tutte le sedi consolari della rete si confrontano con montagne di arre­ trati e, soprattutto in Europa, queste situazioni pregiudicano la stessa te­ nuta della sicurezza, mentre al di fuori dell’Europa, vi sono attese di oltre sei mesi per l’erogazione di passaporti richiesti fin dal 2019, necessari anche a fini pensionistici documentali. In Europa quasi tutti i Paesi sono tor­ nati alla normalità: le scuole sono chiuse e le famiglie italiane deside­ rano ritornare nei propri luoghi d’ori­ gine, perciò chiedono documenti che, a causa dei ritardi accumulati, nel migliore dei casi potranno ritirare soltanto ad ottobre­novembre 2020. Ci risulta che i Consolati hanno ricevuto dal Ministero istruzioni ferree che li costringono a introdurre peren­ torie prenotazioni con appuntamenti per qualsiasi servizio amministrativo, pur lavorando a ritmo ridotto. Signor Ministro, portiamo a Sua conoscenza che, in quasi tutti i paesi europei rientrati nella fase due o tre post­covid19, gli uffici pubblici locali

funzionano a pieno ritmo, perciò le chiediamo di rivedere le istruzioni interne alla rete e introdurre una maggiore flessibilità nelle aperture dei Consolati, a seconda delle situa­ zioni pandemiche in tutto il mondo, e l’adeguamento ai conseguenti stan­ dard della pubblica amministrazione dei paesi ospitanti. Alla stregua delle deroghe e dei prov­ vedimenti straordinari introdotti in Italia da numerosi decreti legge, Le chiediamo di prendere in viva consi­ derazione, anche per la rete diplo­ matico­consolare, l’assunzione urgen­ te e temporanea di personale interi­ nale a sostegno dell’amministrazione sia per lo smaltimento delle pratiche arretrate, sia in preparazione dell’im­ minente referendum per la riduzione del numero dei parlamentari. Come le abbiamo scritto in precedenza ci auguriamo che la data del referen­ dum venga scorporata dall’election day, perché non tutti i Paesi esteri nei quali gli italiani dovranno votare presentano le condizioni necessarie per un sereno svolgimento della con­ sultazione referendaria. La presente segnalazione muove dal­ le insistenti richieste dei Com.It.Es. e dei Consiglieri del CGIE emerse nelle riunioni condotte in videoconferenza dalle Ambasciate italiane in Francia, Spagna, Germania, Svizzera e Inghil­ terra e nelle altre ripartizioni extra­ europee, alle quali hanno partecipato anche consoli e parlamentari eletti nella circoscrizione estero, per discutere esclusivamente dei proble­ mi relativi ai servizi consolari e al­ l’assistenza socio­sanitaria collegata ai rientri dei cittadini italiani tempora­ neamente all’estero. Signor Presidente, attiriamo la Sua attenzione su un altro tema: il grande sforzo che il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Interna­ zionale, e Lei stesso, state compien­ do, per sostanziare il “Patto per l’Export” teso ad inaugurare una stra­ tegia innovativa e condivisa di soste­ gno pubblico all’internazionaliz­ zazione delle imprese italiane non

tiene conto delle migliaia di PMI costruite da imprenditori italiani con core business italiano, né della forza dei corpi della rappresentanza inter­ media e del mondo associativo com­ merciale, culturale e sociale presenti all’estero. Questi straordinari assets sono stati ignorati ed elusi dal grande Patto! Lo stesso dicasi della promozione del turismo e, in particolare, del “turismo di ritorno”, al quale gli italiani al­ l’estero sono direttamente interes­ sati, anche per fruire di eventuali agevolazioni o incentivi. Al di là delle formule creative di marketing e di ricerche di settore il mondo del turismo richiesto dagli italiani al­ l’estero viaggia su altri binari, spesso diversi dalle teorie mercantilistiche. Gradiremmo chiederLe se è a cono­ scenza che, all’inizio di quest’anno, il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero ha firmato dei protocolli d’intesa, rispettivamente con l’ENIT e con il Museo nazionale dell’Emigra­ zione italiana di Genova, finalizzati al coinvolgimento nella promozione turistica di diversi soggetti attivi e presenti da anni nelle Comunità italiane all’estero. Ci teniamo inoltre a informarla, Ministro Di Maio, che il CGIE di cui lei è Presidente, a differenza di 150 libere associazioni non è stato invi­ tato ai tavoli di lavoro settoriali per il sostegno al Made in Italy, convocati sia dal Sottosegretario Manlio Di Ste­ fano, sia dalla DGSP, in palese in­ frazione ai dettami della legge 386/1998. Per questo motivo Le reiteriamo la richiesta di adoperarsi, nella Sua veste di Ministro e di Presidente del CGIE, affinché il Consiglio Generale venga coinvolto almeno nell’applicazione di tali progetti, alla stregua di altri soggetti, per costruire le condizioni e coinvol­ gere le potenzialità espresse dalle numerose realtà fuori d’Italia, in particolare quelle dei Com.It.Es., delle Camere di commercio italiane all’estero e delle Associazioni sociali e settoriali. mercoledì 8 luglio 2020/

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TEMPO LIBERO

CRUCIVERBA

L'oroscopo di Alexandro

dall' 8 al 22 luglio Pensate sempre al passato o al ARIETE Saturno in quadratura vi è ostile. futuro. Rilassatevi Nervosismi con il partner e malintesi posso accendere discussioni. Giorni fortunati 1e 14 Luglio

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Pensate sempre al passato o al futuro.

TORO Gli aspetti di Giove si fanno sentire. Rilassatevi Contratti di lavoro in arrivo, soldi che entrano, ma attenzione agli investimenti. Giorno fortunato 9 luglio.

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GEMELLI Vi sentite euforici e pieni di iniziative, i risultati non tardano ad arrivare. In amore un sorriso fa la differenza. Giorno fortunato 10 luglio.

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CANCRO La Luna che entra nel vostro segno proprio la mattina del giorno 12 luglio 2020 vi fa cambiare opinione su persone che avete sottovalutato. Il 13 Luglio 2020 è un giorno speciale.

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LEONE In amore le attenzioni tornano ad essere piacevoli e non fastidiose. Goditele. Nel lavoro gli impegni diventano quasi divertenti. Ho detto quasi!! Giorno fortunato 14 luglio

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ORIZZONTALI 1 Contadineschi (9) 10 Lo redige il vigile (7) 12 Iniziali dell' attrice Stone (2) 14 Iniziali del poeta Alfani (2) 15 Simbolo chimico del Titanio (2) 16 Como (2) 17 Famoso paesaggista inglese (9) 21 Hanno incarico di dirigere i riti (11) 23 Suffisso che diminuisce (3) 24 L'attrice Ryan (3) 25 Pirata in aereo (11) 29 Così sono detti i grilli (9) 30 Sondrio per l'ACI (2) 31 Escursionisti esteri (2) 32 Il centro del seme (2) 33 Iniziali dello scrittore Zola (2) 35 Gli ipocriti del Vangelo (7) 38 Combatte... utilizzando la penna (9)

VERTICALI 2 La Ullmann attrice (2) 3 Cenni d'intesa (5) 4 Mandare in onda (11) 5 Inizio di Ibiza (2) 6 Gli abitanti d'una grande città calabrese (11) 7 Scagiona l'imputato (5) 8 Iniziali dell' attrice Estrada (2) 9 Taglia extrapiccola (2) 11 Può senza la prima (2) 13 Relativo alla rappresentazione teatrale (7) 16 Fabbriche di candele (7) 18 In questo momento (5) 19 Fine del racconto (2) 20 Jack ­ noto attore (5) 21 Celebre romanzo Kipling (3) 22 Sigla di una vecchia imposta (3) 26 Il Ryan di "Love story" (5) 27 Bevanda ambrata (2) 28 Ora inglese (5) 30 Parolina di incitamento (2) 34 Estremi dello zodiaco (2) 35 Dario Nobel italiano (2) 36 Imperia (2) 37 Al centro del rito (2)

La soluzione a pag. 22

VERGINE I successi a livello economico ti fanno sentire insoddisfatto. Il rovescio della medaglia di questo periodo è che non ti fidi di nessuno, ma questta è una tua opinione personale. Giorno fortunato 9 luglio

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BILANCIA In questi ultimi periodi sei teso, nervoso, intrattabile. Le cose si sistemano, bsta volerlo. Troppa carne al fuoco non va bene. Puoi rifarti il 13 luglio

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SCORPIONE Il 13 LUGLIO potrebbe rivelarsi uno dei tuoi momenti più impegnativi da molto tempo a questa parte. La continua ricerca del successo porterà lontano...dove tu vuoi arrivare.

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SAGITTARIO I vostri sogni di carriera proseguono e si realizzano, ma ricordatevi che ci sono anche grandi responsabilità. Le supererete brillantemente. Giorno fortunato 11 Luglio.

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CAPRICORNO Potresti ricevere nuove conferme di carriera e di successo. Probabilmente ti sentirai eccitato e motivato a continuare ad andare avanti. Giorno fortunato 11 Luglio.

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ACQUARIO Molti dei vostri obiettivi personali sono stati raggiunti o si stanno concretizzando. Non tralasciate l'amore. Fiorno fortunato 15 luglio.

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PESCI Sul lavoro potrebbe esservi chiesto un maggiore impegno. Non siete al massimo della forma fisica e montale. Il partner chiede attenzione... anche poca. Giorno fortunato 13 luglio.

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Per consulti e oroscopo personale CHIAMAMI Per consulti e oroscopo personale CHIAMAMI 46

/mercoledì 8 2020

0901.610.100 ­ fr. 2.50 min/max 60 minuti 0901.610.100 ­ fr. 2.50min/max 60 min


COMUNICATI STAMPA

ll Console Generale d'Italia Giulio Alaimo saluta i connazionali

Giulio Alaimo lascia Zurigo per assumere l'incarico di Ambasciatore d'Italia nel Principato di Monaco

“Per me è stato un onore poter svolgere questo incarico, giunto ormai al termine, alla guida di uno fra i più grandi ed importanti Uffici della Rete diplomatico­ consolare italiana nel mondo. Sono stati quattro anni laboriosi, ma lascio questa città con la consapevolezza di aver dato tutto il mio imegno, che è stato massimo. Non è stato un compito facile e non sono mancati momenti di grande difficoltà come l'attuale. Posso però affermare, consape­

Questo è un numero doppio. Il prossimo numero arriverà a casa vostra mercoledì 22 luglio

vole del fatto che si può e si deve sempre migliorare, di essere soddisfatto dei risultati conse­ guiti, grazie anche allo spirito di squadra che abbiamo messo in campo. Voglio rivolgere un sentito ringraziamento a tutti coloro con i quali ho avuto il piacere di collaborare, a tutti i connazionali residenti nella circoscrizione e a tutti quelli che hanno partecipato alle tante iniziative promosse. Porto con me un enorme bagaglio di straordinarie esperienze, di ricordi e immagini di volti che mi accompagneranno nel futuro cam­ mino della mia vita. Ho avuto l'occasione e la fortuna di conoscere persone eccezionali e, con molti di loro, è nata una bella amicizia che spero di poter tenere viva nonostante il mio trasfe­ rimento. Desidero esprimere i sensi della mia alta considerazione per gli italiani residenti in Svizzera che si

associa alle tante manifestazioni di grande apprezzamento da parte delle autorità locali”. Parole, quelle diel Console, che non celano una sincera emozione quelle pronunciate dal Console Generale d'Italia a Zurigo, Giulio Alaimo, in occasione della conferenza stampa con gli organi d’informazione locali. Impossibilitato a riunire la comunità a causa della situazione particolare dovuta alla pandemia causata dal Covid­19 che non consente assembramenti, il Console Alaimo ha voluto, attraverso i media, rivolgerle un saluto al termine del suo mandato che scadrà il 12 luglio 2020. Giulio Alaimo lascia Zurigo per assu­ mere l’incarico di Ambasciatore d’Ita­ lia nel Principato di Monaco. Da parte de L'ECO gli auguri più sinceri di buon lavoro nella sua nuova prestigiosa funzione con la certezza che mai mancherà il suo massimo impegno nell'espletamento dell'inca­ rico che è stato chiamato a svolgere. mercoledì 8 luglio 2020/

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