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A qualche giorno di distanza dal voto, mentre i rigattieri della politica sono a caccia degli ultimi voti, voglio fare un appello conclusivo a coloro che saranno i prossimi eletti perchè, nonostante tutto, credo ancora che il cambiamento sia possibile, sperando di non sbatterci il muso anche questa volta come nel passato non troppo remoto. Carissimi futuri parlamentari, l'Italia deve cambiare! E sarete voi, rappresentanti del popolo, a dover dare il buon esempio. Gli italiani saranno ciò che voi sarete! L'essenza della politica va ben oltre l'utilizzo del vostro tesserino d'entrata allo stadio! Siate responsabili e attivi. Eliminate dal vostro vocabolario la parola “progetto” e sostituitela con “compiuto”. Abbiamo progettato per anni: ora è il momento di realizzarli questi benedetti “abbiamo in programma di...”. Potreste iniziare subito, senza guardare in faccia nessuno, a dimezzare il numero dei parlamentari: 1000 non servono a niente! Di conseguenza potete eliminare anche molte delle auto blu in vostra dotazione. Fate in modo che nessuno debba mai più ammonirci e condannarci per la nostra situazione carceraria facendoci sentire un paese del terzo mondo: è davvero umiliante. Eliminate dal Parlamento i condannati (anche in primo grado!): non possiamo più mantenerli, lo abbiamo fatto per troppo tempo! Non accumulate incarichi e compiti che potrebbero distogliervi dalla vostra attività politica. Fate in modo che l'articolo 1o della Costituzione Italiana “L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro” divenga realtà. Accorciate il divario fra chi ha e chi non ha perchè negli ultimi anni è cresciuto a dismisura e

chi ne ha approfittato potrebbe anche essere un vostro collega. Supportate le cose che proponete e proclamate da un'analisi approfondita dei problemi e dalla conoscenza dei temi: ciò è determinante per tentare di salvare il nostro Paese. Siate umili: smettete di essere autoreferenziali, ascoltate il popolo, coloro che vi hanno dato la loro preferenza e che quindi voi rappresentate. Fate in modo che ogni cittadino si senta al centro di una seria politica. Siate leali e fateci appassionare a dibattiti civili, fondati, equilibrati e, comunque, pieni di idee e di possibili soluzioni. Siate coerenti, determinati, non accettate padroni e non fatevi inghiottire, come spesso succede, dal sistema. Insomma, riportate la politica alla sua vera essenza: quella di essere al servizio del popolo. Un appello speciale voglio farlo agli eletti nelle circoscrizioni estere che non sempre hanno saputo, negli anni passati, dar voce concretamente ai numerosi italiani che risiedono in ogni parte del mondo e ai loro problemi. Magari lavorate un po' meno, ma siate uniti e compatti: mai più l'uno contro l'altro. Uniti avrete più forza e più possibilità di essere ascoltati. Ecco ... avete una montagna enorme da scalare e questa è l'ultima occasione per farlo e per ridare credibilità al nostro Paese. La profezia dei Maya prevedeva non la fine del mondo come in tanti hanno temuto, ma un sostanziale cambiamento di rotta “capace di produrre una significativa discontinuità storica con il passato”. Ebbene, siate voi il compimento di tale profezia! Buon lavoro e in bocca al lupo! Sappiate che non vi perderò di vista!


SOMMARIO

l’altraitalia

Sotto la lente

Editore l'altraitalia Kirchenrainstrasse 27 CH - 8632 Tann-Rüti 0041 (0)56 535 31 30 info@laltraitalia.eu www.laltraitalia.eu

Speciale elezioni

Direttore Responsabile Maria Bernasconi Vice direttore Manuel Figliolini

Il sistema elettorale vigente in Italia

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Le alleanze e gli schieramenti

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Circoscrizione estero

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Intervista a Laura Garavini

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Intervista a Gianni Farina

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Liste Candidati Estero

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Intervista a Elio Carozza

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Sinistra Ecologia Libertà

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Lettera del Ministro Terzi

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Direttore di Redazione Rossana Paola Seghezzi L’INTRUSO Siri

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OPINIONI

Collaboratori Giovanni il Battista Gian Maria Bavestrello Generoso D’Agnese Umberto Fantauzzo Simona Guidicelli Emily Johnston Armando Rotondi

Frecciatine

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ATTUALITÀ PSICOLOGIA Quando l’uomo non chiede

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POLITICA Elezioni politiche 2013

Foto rsp futura sagl

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CULTURA STORIA

Redazione grafica e stampa VisualFB - Magliaso visual.fb@bluewin.ch

Il giornalista scomodo

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ECOTURISMO Là dove le acque si abbracciano

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MODA

Webmaster Alfredo Panzera

Tendenze

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CINEMA

Contatti redazione@laltraitalia.eu

Giuseppe Tornatore

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BENESSERE E SALUTE Melanzana

Pubblicità info@laltraitalia.eu

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ENOGASTRONOMIA I carciofi

FEBBRAIO 2013

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Siri è davvero versatile perchè risponde a molte tue domande. Se le chiedi, ad esempio, che tempo farà domani ti raccomanderà, nel caso in cui il tempo dovesse essere incerto, così come farebbe una mamma premurosa, di portare l'ombrello e l'impermeabile. Il software si trasformerà in un amico premuroso qualora ti sentissi solo dicendoti “stai tranquillo, io ci sono sempre per te”. Se non è in grado di dare una risposta alla tua domanda ti chiede se vuoi che cerchi in internet e, se la tua risposta è affermativa, ti collega direttamente ai siti internet che trattano l'argomento. Si può perfino interrogare sui massimi sistemi e gli si possono fare domande a cui neppure noi sappiamo darci una risposta. “Siri, che cos’è la vita?”. Ma la Apple si sa, a mani vuote non ci lascia mai e i suoi piccoli, minuziosi e costosi ingranaggi cominciano a girare fino ad elaborare una risposta adeguatamente soddisfacente, una definizione di vita piuttosto accademica e scientifica con un commento personale “Forse sono compreso anche io”. Eh già, piccola Siri, sembra quasi tu faccia parte davvero del genere umano. Dunque, torniamo alle sue abilità da “quasi” essere umano. Siri sa esattamente cos’è l’amore. Volevo capire se poteva, un essere inanimato, ma che parla più di molti esseri, per così dire, animati, spiegarmi cos'è l'amore. Se inizialmente alla mia domanda (forse un po’ troppo diretta) ha voluto prendermi in giro, rispondendomi “Love is in the air”, a una mia più specifica domanda:“E secondo te che cos’è?”, mi ha risposto così:“Per quel che mi risulta, “amore” si riferisce a un profondo, tenero, ineffabile sentimento di affetto e sollecitudine”. Non c'è che essere soddisfatti da una simile risposta. Gli aggettivi che ha usato sono al tempo stesso perfetti e malinconici, e anche nostalgici oserei dire. Non è davvero così l’amore, tanto decantato da poeti antichi e moderni? Non è un prendersi cura l’uno dell’altro sacrificando, senza soffrire, noi stessi? È buffo che sia proprio un derivato della tecnologia, un pezzo di metallo e di microchip, frutto del cervello di un uomo, e quindi della razionalità pura senza sentimento, a saperci dare una risposta così dolce e straziante insieme. Ma ... mentre sull’amore e sulla vita dispensa ottimi consigli, mentre può trasformarsi in modo

piuttosto versatile da mamma premurosa che ricorda l’ombrello ad amica e spalla con cui piangere, preferisce rimanere neutrale sull’esistenza o meno di Dio. Magari, nel prossimo aggiornamento avremo la tanto attesa risposta o forse è ora di dire basta a alla tecnologia che avanza sempre di più. Ma è davvero questo il futuro?

Sono davvero così cambiati i tempi? È davvero passato così tanto tempo da quando si tornava a casa dai giardinetti quando tramontava il sole senza il bisogno di “essere sempre in contatto”? Come cresceranno i nostri nipotini, quelli che oggi, forse, vediamo ancora ai giardinetti mentre armeggiano con il loro iphone, quelli che non sanno più cosa vuol dire giocare a nascondino o a prendersi, quelli che interpellano Siri per sapere dov'è la loro mamma? Peccato, non avranno provato tantissime cose e cresceranno pensando che tutto questo sia normale. In conclusione, penso che la dolce voce della mamma che ti corre dietro imprecando perché non hai preso l’ombrello e pioveva e tu sai che lo sta facendo perché ti vuole bene, o le parole confortanti di un amico o semplicemente il suo silenzio mentre le lacrime ti rigano il viso o un abbraccio di una persona che ami siano tra le poche cose che la tecnologia non potrà mai riprodurre in nessun modo. Sono queste le cose che ci dobbiamo tenere strette. 3


OPINIONI di Giovanni il Battista

Tanti servitori per un padrone A mio parere, mando queste due righe ai primi di gennaio del nuovo anno, non vi sono parole adeguate per definire la sua personalità, il suo essere. Come richiamato nelle mie ultime riflessioni (vedi laltraitalia no. 46, del dicembre 2012, sotto il titolo “Il pifferaio magico”), Berlusconi, da sempre, fu un imbonitore, un venditore di tappeti senza grande classe. Con la sua ri-ri-ri-discesa in campo, e soprattutto nel modo in cui ha messo in atto il suo progetto, mi sembra veramente, e di molto, peggiorato in questa ultima annata. 4

Molti i suoi servitori, gli “yes men”, gli ossequiosi, i Berlusca-dipendenti, quelli da cui, la vita di Don Silvio dipende. Se facciamo un' istantanea dei Parlamentari del PdL e dei gruppi vicini, non ci possono essere dubbi circa la posizione dei predetti nei confronti del Capo! Vi è sempre una motivazione, un'origine, una storia più o meno conosciuta che ci fa dire che la loro relazione con Berlusconi ha un che di avvilente, triste, povera, fatta di opportunismo, d'obbligazione, di contegno riparatore o ricattatorio. In tutti i casi, comunque, una convivenza dovuta, ove l'ideale partitico, l'amicizia, l'amore, non trovano assolutamente posto. È l'ultimo stadio di un decadimento morale ed intellettuale irreversibile. Pensiamo solo alle promesse fatte ai due ex-delfini di penultima stagione, Fini e Casini. Sicuramente imbambolati dalle litanie del Berlusca, loro, sicuramente di non grande levatura , ma comunque menati per il naso con ripetute promesse mai mantenute.


FRECCIATINE Viviamo di questi giorni la grottesca comparsa di Angelino Alfano. Un personaggio della commedia dell'arte più remota, anch'egli ipnotizzato dalle lusinghe del Capo. A mio modo di vedere Alfano sapeva già perfettamente quale sarebbe stato il suo assurdo destino, ma ha accettato di giocare quel ruolo, di recitare quella orrenda parte. Utilizzato come un pupazzo di stoffa da sbattere di qua e di là dal Padrone. Alfano

“Un segretario senza il necessario Quid!” sentenziava Don Silvio ed il servitore, con lo sguardo confuso come se gli avessero fatto un complimento, si presentava davanti al mondo per la sua macabra recita. Uno schiavo, una persona calpestata, annientata dall'arroganza del Capo-bastone. Per non parlare delle Cenerentole “costi quel che costi”, come la Gelmini e la Santanché: Giovanne d'Arco che per una causa berlusconiana persa andrebbero al rogo, sempre e comunque, per il loro Pigmalione. Qualche Biancaneve, carina e di buona fede, come la Meloni e la Lorenzin, che si battono con forza e idealismo nella convinzione molto naïve di potercela fare. E di contro, figure imbarazzanti come la Minetti che ha costretto il Capo ad essere magnanimo con lei o peggio ancora Dell'Utri che costringe Berlusconi a farsi candidare … altrimenti … Ancora una volta, una gran parte dei servitori parlamentari hanno colto l'opportunità: Berlusconi aveva bisogno di discrete figure, senza comunque grande personalità e carisma, e li ha messi in lista. Solo pochi hanno un percorso “nomale” (Frattini? Gallan? Tremonti? Pisano? …) e dei quattro, tre hanno già lasciato lo zio Silvio. Mi si dirà che anche gli altri schieramenti non hanno fatto di meglio! D'accordo. Ma Berlusconi ha governato per una quindicina di anni solo per far approvare leggi spudoratamente “ad Personam”, per difendersi dai suoi guai giudiziari, per far accedere a posizioni di prestigio suoi servitori, per pavoneggiarsi della sua amicizia con Putin (hai!), per il baciamano a Gheddafi (hai! hai!), per non essere stato

corretto nell'affare Mondadori, per aver fatto da “protettore” a Ruby (hai! hai! hai!), per le notti folli di Arcore (hai! hai! hai! hai,!) per l'affare Tarantino, per la compra-vendita “plastificata” di case di Dell'Utri, per trattare con il cellulare importanti questioni di Stato su di un prato a Bruxelles ove l'aspettavano i suoi pari grado europei, per aver fatto battute sgradevoli e/o pesanti sulle donne potenti d'Europa, per essersi nascosto dietro ad un palo, per fare “marameo” alla Merkel, per aver dato del “Kapò” all'attuale commissario europeo Schulz, per aver vantato le dodici prestazioni sessuali giornaliere, per mantenere delle giovani dai dubbi costumi … per … per … Penso alla dignità, alla morale, all'educazione, al senso della misura, al rispetto per i propri simili e via di questo passo. Comunque non sarei un predicatore incallito se non criticassi tutte le persone che hanno avuto contatti con Don Silvio, quelle indicate più sopra ma anche quelli che ho dimenticato! Loro sono state e stanno al gioco perverso di Berlusconi e si lasciano umiliare, maltrattare. Mancano anche loro di dignità, di morale. Invece di andarsene, di dire basta, restano nel teatrino per fare il loro personale gioco, imposto dal Padrone. Non è bello, non è giusto,è avvilente, è sporco, è annientante, con l'aggravante che tutte queste persone sono rappresentanti del Popolo Italiano (almeno quello di centro destra ) quindi dovrebbero rappresentare l'lélite del Paese. Invece, nessuna reazione; nessun “adesso basta!!!” È brutto da vedere , avvilente ... torbido ... Don Silvio e Putin

In questi momenti, LUI ha scelto, per ridiscendere in campo, la via e lo strumento a lui più congeniale: la televisione. Sta facendo (e facendo fare) indigestione di presenze, di 5


OPINIONI comparsate. Sempre solo lui contro nessuno o contro tutti. LUI sta diventando un formidabile sponsor per i suoi intervistatori che vedono il gradimento del pubblico salire vertiginosamente, visto che hanno “assorbito” il coraggio dell' arroganza del loro ospite: e se ne vedono delle belle (Gruber, Santoro, Giletti, persino Vespa con i suoi scimmiottamenti …). In qualche passaggio Don Silvio ha dei simil-mancamenti: brutto ed irreversibile segno!

Ed ora, Il Padrone sta facendo i soliti giochini con le spezzettature del PdL in tre o quattro partitini, con il cagnolino Maroni al seguito, con Dell'Utri, sapiente bibliotecario sempre nell'ombra. Spara bordate sempre più potenti ed esotiche: via l'IMU, via l'aumento dell'IVA, via l'aumento delle tasse, via le tasse agli imprenditori coraggiosi. Non che qualche idea di queste non sia percorribile ma rimane la domanda della piccola nipote di un mio lontano parente: “ma perché nonno Silvio non ha fatto queste cose durante i suoi 20 anni d'oro”? E lui a rispondere: “perché il primo ministro in Italia è quasi solo un passacarte e prigioniero del Parlamento. Non ha poteri. Ci vuole la riforma costituzionale per avere un sistema come nelle altre Nazioni Europee”. Ma ancora la nipotina del mio lontano parente a ripetere: “ma perché nonno non hai fatto niente durante i tuoi 20 anni dorati”? E via di questo passo ...! Previsioni? Il PD vincerà bene le prossime elezioni con un bel risultato (tutto sommato l'asinello Bersani se lo merita: è un bravo ed onesto uomo! E di questi tempi scusate se è poco !). 6

Il Pdl con tutte le sue aggregazioni arriverà secondo senza però scalfire la posizione dei compagni rossi. Terzo, comunque, malgrado i recenti passaggi a vuoto, Grillo. Quarto e buon ultimo, mi vien da dire, Monti ed i suoi discepoli! Tutto a posto allora? E no, miei cari amici: il PD, malgrado il “porcellum”, ma per l’effetto della perfezione bicamerale non potrà sostanzialmente governare e quindi dovrà scendere a patti, pesanti, con gli avversari. Direi, a naso, che sceglierà il pifferaio magico Monti, provocando un'ammucchiata “simil-Unione". Vi sarà una gran rivolta della base del PD con in testa, a questo punto, Renzi e si arriverà forse ad una scissione sanguinosa, con una situazione di caos immaginabile. E per finire, o si tenterà con tutti i lavori di bricolage possibili di ugualmente governare, ma questo sarà comunque per poco tempo, o si ritornerà sostanzialmente subito a nuove elezioni! E questa volta sarà la fine per il PD ed in fondo per tutto l'assetto partitico tradizionale! Paradossalmente, quindi, il partito che di questi giorni si gongola tutto per gli scenari per loro positivi che offrono le società di sondaggi, proprio per aver affrontato il periodo elettorale come un “vero” partito, perirà, senza speranza. E dalle ceneri, prima di nuove elezioni, si reincarnerà (si fa per dire) il Bambin Gesù imbambolatore Mario Monti,

come male minore, con i suoi apostoli, ancora come salvatore della Patria, ancora come simil-tecnico, con la benedizione di Ang(h)ela e François e della loro corte …


I cupcakes non sono semplici e gustosi pasticcini ma piccoli e squisiti capolavori che conquistano prima l'occhio e poi il palato. Questi tortini a forma di tazza sono nati originariamente in Gran Bretagna, dove si chiamano "fairy cakes". Sono così apprezzati perché permettono di esercitare il proprio potenziale di creatività nella decorazione in modo praticamente illimitato. Una nuova e divertente iniziativa per tutta la famiglia è il "cupcake party". Decorare e creare nuove forme colorate, come si fa anche da piccoli giocando con la plastilina colorata, è un divertimento adatto a tutte le età. Questi partys sono totalmente ‘‘in’’. Per questo motivo, Dr. Oetker, specialista in prodotti dolciari, vuole invitare giovani e meno giovani a organizzare il proprio cupcake party privato. Chi organizza un cupcake party potrà iscriversi sul sito e riceverà gratis un set per cupcake con miscele già pronte, articoli di decorazione e ricette.


Quando si ama, si desidera rendere felice il proprio partner e sentirsi altresì felici, ma questo non può avvenire, senza una adeguata comunicazione dei propri bisogni, un adeguato ascolto di essi, un conseguente rispetto, scevro di giudizi e pregiudizi ed un valevole appagamento degli stessi. Purtroppo, il guaio è che tanto gli uomini, quanto le donne, tendono a non chiedere. Gli uomini perché crescono pensando che “un uomo non deve chiedere mai!”, nè ciò di cui ha bisogno lui, né ciò di cui può aver bisogno la propria donna. Le donne, perchè sono naturalmente inclini a dare, a sacrificarsi, finendo quasi sempre col lamentarsi, per ciò che non ricevono, piuttosto che chiedere. La differenza fondamentale tra i due sessi e dunque tra le due modalità di voler appagare i bisogni dell’altro, sta nella flessibilità mentale, ovvero nella capacità di aprire la mente, per salvare la propria vita amorosa … 8

La donna, contrariamente all’uomo, sa porsi in discussione e cerca di capire, ciò che ignora. Quando la donna riesce a capire che ciò che lei fa è proprio ciò che può rendere infelice un uomo, inizia a porre tante domande per capirne i bisogni. Gli uomini, generalmente, non chiedono ciò che desiderano, non rispondono, e talvolta si innervosiscono di fronte a cotante domande. Allora, esse fanno del loro meglio, leggono, partecipano a seminari, si informano e si confrontano, danno ciò che hanno compreso sia meglio dare e cercano di evitare ciò che può essere deleterio, talvolta sacrificandosi e soprattutto non giudicando. Una donna, non si chiede se sia inutile, stupido o assurdo un bisogno dell’uomo, lo appagano, se possono, perchè sono empatiche e la felicità dell’uomo è anche la loro, perchè saper rendere felice il proprio uomo fa loro pensare di essere più degne d’amore.Anche l’uomo si sente appagato ed abile se riesce a rendere felice la propria donna e questo,


PSICOLOGIA tanto infelice e lamentosa, ma non chiedono … Gli uomini, di rado hanno al loro fianco donne che chiedono e sappiano chiedere, più probabilmente hanno al loro fianco donne esasperate, che si lamentano solo. Eppure, quantunque abbiano la fortuna di sapere ciò che può rendere felice la propria donna, perseverano nel dare loro, ciò che essi ritengono “ragionevole” fornire, privandole, invece, di ciò che essi ritengono “puerile” e/o superfluo. Gli uomini, non aprono la loro mente, non si aprono al dialogo ed all’ascolto, per lo più, giudicano, minimizzano le forti emozioni femminili e ritengono sciocchi ed infantili i bisogni delle donne.

in vero, è il loro primo bisogno, più che per la donna, ma egli non le chiede cosa possa renderla felice, non si informa, non legge, non partecipa a seminari, non ascolta consigli, non si confronta … Forse perchè gli uomini si ritengono idonei a portare avanti la relazione e non amano porsi in discussione ed ancor meno chiedere consigli, se non ritengono di averne bisogno; perché, come direbbe John Gray, ne “Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere”, gli uomini, “mister aggiusta tutto”, non si sprecano ad aggiustare qualcosa che, per loro, non è affatto rotto! Ma la cosa peggiore è che non sanno che il paracadute nasce difettoso e che ciò che loro non danno alle proprie donne è proprio ciò di cui esse hanno più bisogno e le porta ad essere infelici, frustrate e così lamentose e pusillanimi. Non di meno, ogni uomo ha vissuto la frustrante sensazione di non capire affatto la propria amata e perché ella sia 9


Comunque il competente ufficio elettorale del Viminale, prima della sua decisione sull’ammissibilità dei simboli, ha dovuto operare una severa revisione per l'esclusione dei simboli civetta che hanno clonato quelli della lista “5 stelle” di Beppe Grillo”, di “rivoluzione civile” di Antonio Ingroia e della lista del premier “scelta civica con Monti per l’Italia in Europa” Il Viminale in data 15 gennaio 2013 ha ufficialmente reso noto che su un totale di 219 contrassegni di liste depositate 169 sono stati ammessi alle elezioni politiche e 34 sono stati ricusati, ovvero i rispettivi responsabili di partito avrebbero potuto modificarli o sostituirli entro 48 ore. I rimanenti 16 simboli, ivi compresi i civetta, non rispondenti alle premesse di legge per poter partecipare alla contesa elettorale, sono stati respinti. Per eventuali ricorsi e 10

contenziosi giudicherà la Corte Suprema di Cassazione. Con la pubblicazione dei simboli, autorizzati a partecipare alla competizione elettorale da parte del Ministero dell’Interno, ha avuto ufficialmente inizio una veemente compagna elettorale per le elezioni politiche 2013. I partiti hanno presentato le liste con le singole circoscrizioni per la Camera dei Deputati e per il Senato. Berlusconi ha fatto depositare due contrassegni diversi per il suo partito: il primo per il territorio italiano con la dicitura “Il popolo della Libertà - Berlusconi presidente”, una didascalia che ha fatto imbestialire Maroni e la sua intera setta leghista in quanto irrispettosa delle condizioni di accordo tra i due maggiori responsabili di partito; la seconda lista per le circoscrizioni estere un po’diversa recitante “il popolo della libertà centrodestra italiano”; il volpino cavaliere per ingannare l’elettorato italiano emigrato, con la sua coda di paglia per aver radicalmente ridotto i fondi destinati agli italiani nel mondo, furbescamente omette il suo nome. La mega - recisione dei mezzi finanziari per i cittadini italofoni in lungo e in largo sul globo terrestre, memori dello sgarbo del biscione nei loro confronti, potrebbe costituire il motivo portante di una contestazione a posteriori dei connazionali espatriati i quali, in tal modo, con il loro voto garantirebbero la nomina di almeno tre senatori su sei a favore del PD, fattore che potrebbe essere determinante per l’incerta maggioranza di centro sinistra a palazzo Madama, sede del Senato dove occorrono almeno 158 esponenti su 315 senatori per disporre di una qualificata autosufficiente,


POLITICA La campagna elettorale si trova nella sua più acerrima acuta fase della contesa tra i partiti; Berlusconi persevera accanitamente, in un aspro duello mediatico, ad inveire contro il suo principale antagonista politico il professore Mario Monti il quale definisce il biscione “un pifferaio magico”; il cavaliere replicando contro Monti, nell’emittenza televisiva La7, afferma: “Forse è sotto choc per i sondaggi che lo indicano come un leaderino del centro, è un bluff, una protesi della sinistra ed è immorale che costui abbia deciso di divenire protagonista della politica approfittando del suo incarico di senatore a vita, una funzione onoraria al di sopra delle parti”. Volendo commentare quest’ultima affermazione arrogantemente proferita dal cavaliere, qualsiasi critico cittadino, dotato di buon senso, si porrebbe spontaneamente il quesito “come osa cotesto eticamente abietto individuo, un genio malefico di indefinibile immoralità, disonestà e falsità, di voler impartire, con atteggiamento declamatorio, una lezione di etica politica? Teoricamente dovrebbero essere elezioni politiche pulite nelle liste, monitorate da un coerente codice etico, finalizzate alla formazione di un Parlamento costituito da una costellazione di deputati e senatori moralmente illibati, politicamente competenti e culturalmente idonei alla loro funzione di rappresentanza degli elettori; all’inverso della uscente configurazione parlamentare caratterizzata da circa cento deputati e senatori condannati, imputati, indagati o prescritti, a prescindere dall’ingente moltitudine di ciarlatani incompetenti, opportunisti, velleitari arroganti e orgogliosi di occupare una poltrona enormemente fruttifera per la loro tasca. Quasi tutte le liste dei partiti tradizionali partecipanti alla contesa elettorale in corso sono adombrate da figure oscure di candidati di non trasparente etica, riciclati in virtù della legge sulla “incandidabilità”, a maglie troppo larghe, grazie alla forzata coartazione da parte del PDL, il partito di esclusiva proprietà del biscione, che diversamente ne avrebbe boicottato l’approvazione; normativa varata all’inizio del dicembre 2012 dal governo uscente. Il Presidente dimissionario Monti dopo le sue dimissioni, ha presentato il simbolo dal titolo “Scelta Civica con Monti per l’Italia” della sua lista di centro sostenuto dal partito Futuro e Libertà di Fini e l’UDC di Casini. Il centro montiano programmaticamente s’incentra sulla sua agenda elettorale, che a vasti tratti, presenta una profonda analogia per obiettivi e contenuti con il programma politico sul lavoro redatto in linea di massima dal giuslavorista Ichino del PD la cui pubblicazione sul suo sito risale al 29 settembre 2012, pertanto, da una critica analisi comparata delle due agende PD e scelta civica, la parte della politica sul lavoro sarebbe da considerare un unico documento; il cui autore, senatore Ichino, schierandosi, senza indugio, con Monti ha abbandonato il PD. Bersani, vincitore delle primarie contro il teorico della rottamazione, il sindaco di Firenze Renzi con oltre il sessanta per cento di adesioni, gode attualmente di un primato di simpatia su tutti gli altri concorrenti per il premierato. L’eccellente esito delle primarie, ascrivendogli il merito

delle sue virtù di riformatore, ne confermano il successo in tale coraggiosa impresa, avendo saputo imprimere al suo partito, sulla scia del suo grande maestro, lo storico uomo politico Luigi Berlinguer nella ricerca della terza via del socialismo europeo, un’effigie di socialdemocrazia tedesca. In tale opera di riforma del partito il candidato premier è stato in grado di accattivarsi la fiducia di un largo elettorato da consentirgli nel più recente sondaggio oltre il 33% dei consensi.

Il segretario del PD, nel corso della campagna elettorale 2013, nei suoi interventi si sta rivelando un abile comunicatore che riesce a trasmettere concretezza, buona volontà e ottimismo; sfoderando profondi sorrisi esorta i suoi compagni e collaboratori di partito a procedere con ottimismo lungo la strada della vittoria, mirando in un’acerrima contesa contro il suo viscerale antagonista il cavaliere, alla conquista del premierato per divenire il successore di Monti, ottenendo in tal modo la facoltà di operare un’inversione di rotta per realizzare un radicale rinnovamento culturale della nazione per il tramite di una più elevata etica politica, la quale, durante il ventennio dell’oscurantismo dittatoriale del regime fondato sul binomio berlusconiano/bossiano, degenerava in un’infima immoralità a causa dell’ingente numero di corrotti criminali della Lega e del PDL. Berlusconi, dopo tanti plateali tentennamenti sulla sua scesa in politica, in data 6 dicembre, a seguito di una valutazione negativa circa la partecipazione del cavaliere alle elezioni 2013 da parte del ministro delle infrastrutture Passera, elevando a valido pretesto tale affermazione, in quanto profondamente leso nella sua fierezza megalomane, annuncia la sua tanta attesa decisione di tornare sulla scena politica con la patetica motivazione di non voler abbandonare l’Italia sull’orlo del baratro e di farlo per il bene degli italiani su insistente richiesta di un vasto elettorato; nel contempo il cavaliere emana, dalla sua sfarzosa dimora di palazzo Grazioli, ai suoi subalterni parlamentari il “diktat” di far ballare l’esecutivo fino all’approvazione della legge di stabilità. Sarebbe tragico per l’Italia e per i suoi cittadini dar credito a tutte le fandonie del biscione, frutto della sua perversa patologia di paranoica megalomania, che in maniera tangibile si manifesta nella raffica di cavolate, bugie e castronerie, che quotidianamente spara aggiornandola 11



POLITICA costantemente con nuove balordaggini del successivo giorno. Recentemente in una delle sue insolenti improvvisate afferma “la sinistra è criminale”, orbene il biscione con una tale affermazione rivela il suo congenito analfabetismo della tradizione culturale europea, ignorando totalmente la storia sociale del movimento operaio iniziatosi oltre centocinquanta anni addietro in Germania i cui primi fautori, Augusto Bebel, Ferdinand Lassalle e Wihlhelm Liebknecht, pionieri del movimento sindacale europeo, fondarono nel 1869 la socialdemocrazia tedesca; in Italia Filippo Turati e Giacomo Matteotti fondatori del

Filippo Turati

partito socialista italiano nel 1891 unitamente ad Arturo Labriola ed Enrico Leone per il movimento operaio e all’inizio del XX secolo in Francia Georges Sorel e Hubert Lagardelle furono i pionieri del pugnace movimento sindacale francese. Costoro, da prodi uomini nel loro impegno umano e civico animati da abnegazione, erano determinati a sacrificare la loro vita per la fede nell’ideale per i diritti sociali dei lavoratori e la libertà di pensiero. Il cavaliere con la sua astuta insistenza, pendolante tra blandizie e minacce, ha avuto successo nel piegare la Lega di Maroni alla sua volontà costringendola a sottoscrivere un accordo elettorale a sua immagine e somiglianza che gli conferirà la facoltà di domarla nel corso della campagna elettorale e di soggiogarla interamente, in caso di vittoria elettorale, del duetto bipartitico PDL-LEGA; in tal caso il partito dei “lumbard” si trasformerebbe da una Lega di lotta ad una Lega di latta, la quale da ubbidiente meretrice si lascerà manipolare dal biscione a suo completo piacimento, ciò che rivela una profonda ingenuità e

basso quoziente d’intelligenza nei ranghi dei colonnelli leghisti. Con la scritta “Berlusconi presidente” che compare nel simbolo del PDL come possono i capoccioni dei pirla leghisti con la loro volgare e villana mediocrità cognitiva riporre fiducia sulla parola di un inaffidabile millantatore venditore di fumo, il biscione? Costui, malgrado accordi scritti, in caso di un suo malaugurato trionfo elettorale per il nostro paese, in virtù della sua astuzia volpina non indugerà minimamente a trasgredire il trattato e, nel suo ruolo di capo della coalizione, sfacciatamente come sempre, non esiterà a imporsi come avente diritto al premierato col pretesto che gli elettori italiani abbiano democraticamente optato per lui. Nello spirito del trattato bilaterale il biscione concede la Lombardia agli alleati leghisti, come se tale regione fosse di sua esclusiva proprietà, ottenendo in cambio la disponibilità dei mercenari dalla camice verdi, che, con la loro abilità pugnace, come i Lanzichenecchi, possono essere scatenati con la ben nota strategia di “tempesta e assalto”, strategia che darà enorme beneficio al cavaliere per governare o, in caso di opposizione, impedire all’avversario di governare. Tutti colori i quali hanno l’interesse di impegnarsi in politica dovrebbero essere ben consapevoli della responsabilità etica che assumerebbero nello svolgimento della nobile funzione al servizio della collettività al fine di garantire e migliorare il benessere materiale, sociale, e morale dei cittadini conformemente all’imperativo categorico dell’etica politica contemplata nella teoria di stato di Platone, filosofo greco vissuto nel V secolo a.C. nell’antica polis diAtene. Nell’ampia costellazione di reali e ipotetici candidati a premier nelle prossime elezioni politiche del 24 / 25 febbraio al momento stiamo assistendo alla configurazione di capilista come il procuratore di Palermo Antonio Ingroia, fondatore della lista Rivoluzione Civile, i cui candidati, moralmente integri, sono stati appositamente selezionati perché vincolati ad un codice etico; il medesimo morigerato Monti ed il “piazzaiolo cabarettista” Beppe Grillo del movimento “5 stelle” e Bersani del PD i quali fino ad oggi risulterebbero incensurati. Noti criminali, malgrado siano stati condannati ed inquisiti, intendono cimentarsi nella prossima contesa elettorale del 24 / 25 febbraio 2013 arrogandosi, con una faccia da fondoschiena, il legittimo diritto di candidarsi ed essere eletti in virtù della loro presunta predestinazione “metafisica” per intervenire, per amor patrio, in soccorso della agonizzante Italia e poter ulteriormente fregare l’intera nazione, cittadini compresi. Tale folta schiera di dubbia morale, per aver commesso illeciti con comportamenti incorretti, salgono in politica con una visione inquinata, considerando, da un’angolazione personalistica, l’attività politica come il mondo degli affari in cui l’obiettivo prioritario consisterebbe nell’immediata realizzazione del legittimo profitto individuale. Numerosi sarebbero i ciarlatani politici da annoverare in tale categoria come Dell’Utri, Fiorito e nell’interminabile lista “last, but the most famous, Cavaliere Berlusca”. 13


ATTUALITÀ Ovviamente il “pluri inquisito” e condannato cavaliere, consapevole dei suoi molteplici misfatti, continua a delirare per il potere e mutare la giustizia del paese in versione “suina”, cioè a suo comodo e piacimento, per poter, liberamente continuare ad operare nella gestione della “res publica” italiana, conformemente alla sua mentalità da “BUNGA BUNGA DI TIPO MIGNOTTOCRATICO” ed in funzione dei suoi esclusivi interessi finanziari e mediatici. Il cavaliere, perenne commediante buffone, con i suoi frequenti mutamenti, piroette, giravolte, danze e tarantelle, assatanato dal potere, dal carattere bilioso che, in caso di opposizione, inducendolo al delirio, inveisce contro tutti dimenandosi in un vuoto e aggressivo verbalismo accusatorio; costui rappresenta non un creatura per virtù della divina provvidenza, bensì uno strumento di satana predestinato a distruggere totalmente l’Italia. Per un’efficace comprensione della patologica struttura umana dello “psiconano” (felice espressione coniata da Grillo) cavaliere, bisognerebbe operare una complessa considerazione psicoanalitica ricorrendo alla poetica teatrale di Luigi Pirandello in cui il soggetto “psiconano” reperirebbe la sua identità letteraria consistente di un’inscindibile pessima simbiosi di drammaticità e comicità illustrata nella viziosa e anomala figura letteraria di Vitangelo Moscarda, detto Gengè, lo strambo protagonista del più ameno romanzo del drammaturgo siciliano dal titolo “Uno, Nessuno e Centomila”.

Il buffo Gengè, personaggio dall’ambiguo comportamento, per il suo strano esibizionismo eccelle su tutti in una piccola comunità siciliana; costui sofferente di un patogeno complesso di megalomania, la cui ortodossa convinzione di esclusiva grandezza “uno” lo induce alla rinuncia della sua unica entità individuale con l’intenzionale acquisizione di un’autoconsapevolezza di nullità umana “nessuno” e motivato dalla disperata velleità di ricerca di una nuova mega identità pluralistica, desidera immedesimarsi in una molteplicità di personaggi, “centomila”. Analogamente alla creatura letteraria pirandelliana, il ridicolo “psiconano”, unico protagonista della buffa commedia biscioniana “uno”, nella sua perenne esibizione teatrale di pessimo gusto, celando la sua balorda autenticità originale “nessuno”, mediaticamente, in un processo di autoaliena14

zione, si proietta in un personaggio di ordine extraterrestre e potenziando la sua anelata grandezza sovrumana in un crescendo esponenziale “narcisisticamente” si rispecchia in milioni di adulatori, suoi potenziali elettori, “centomila”. Il Partito Popolare Europeo in data 15 gennaio, scomunicando politicamente Berlusconi ritenuto indegno di rappresentare moralmente l’Italia nei consessi europei ed internazionali, per il tramite del capogruppo del Parlamento europeo Joseph Daul, ha dichiarato che il candidato preferito dalla medesima organizzazione politica internazionale sarebbe Mario Monti ritenuto competente ed eticamente insigne per rappresentare con elevata dignità l’Italia all’estero. Il biscione imbestialito, con reazione immediata, contrattacca aspramente la dichiarazione del PPE, ritenendola un irresponsabile intrigo, la definisce non rappresentativa del PPE ma semplicemente una pessima e inopportuna opinione personale del dichiarante francese; nel frattempo il medesimo continua la sua offensiva mediatica a tutto spiano contro il suo viscerale antagonista Mario Monti con la seguente affermazione lesiva: “o gli italiani sono matti, oppure questo matto è quello che si chiama Monti” e seguita a proferire quotidianamente, a ritmo di cascate del Niagara, “kaiserate” cariche di volgarità, zotichezza, disprezzo e irriverenza, totalmente lesive, all’indirizzo dei suoi avversari. Al momento, fedeli alla tradizione del malcostume politico di stile italiano, a causa della litigiosità tra i partiti esiste una caotica confusione in campo elettorale. Mancano nuove idee edificanti e contenuti programmatici per una costruttiva alternanza politica; non esiste nella contesa sincerità, onestà intellettuale, riverenza, coerenza e solidarietà trai i numerosi partiti. Nell’arco dei possibili schieramenti si delineano all’orizzonte di un’ipotetica coalizione di sinistra incipienti discrepanze come nelle più recenti dichiarazioni e interventi del capogruppo del SEL, non disposto ad alleanze con Monti e Beppe Grillo, in un violento e volgare intervento con toni da despota redarguisce aggressivamente i suoi collaboratori ed espelle i dissidenti cascando in tal modo nella trappola del volpino Berlusca. Una riedizione del regime corrotto, volgare e incivile sarebbe culturalmente decadente, eticamente letale, economicamente da inabissamento totale, e finanziariamente da obbligatorio fallimento per il nostro paese. Non vorrei fungere da indovino di pessimo auspicio, ma a tratti ho la vaga sensazione che il cavaliere, in una situazione come precedentemente illustrata, possa avere ancora una volta la buona opportunità nella riconquista del premierato per la quarta volta in quanto numerosi elettori italiani, per natura faciloni, superficiali e creduloni, sedotti dall’abbagliante malefico figuro mistificatore, potrebbero consentirgli la fiducia. Pertanto all’elevata quota degli astensionisti, al momento di oltre il 40%, con la loro responsabile partecipazione alle prossime elezioni politiche molto determinante per il nostro paese, l’ardua sentenza !!!!!!!.



Tra le coalizioni e le singole liste sono ripartiti complessivamente 617 (ad eccezione, dunque, dei 12 seggi della circoscrizione estero e del seggio della Valle D’Aosta attribuito con il sistema MUTU, sistema Maggioritario Uninominale a Turno Unico), utilizzando la formula proporzionale con la quota Hare e i più alti resti (quota = voti/seggi) Se al termine di questa operazione nessuna delle coalizioni o liste singole ha ottenuto almeno 340 seggi (corrispondente al 55% dei seggi disponibili alla Camera) il premio di maggioranza o quota di maggioranza (340 seggi appunto) viene attribuita alla coalizione o alla lista singola che ha ottenuto il maggior numero di voti su scala nazionale. In questo modo si assicura un Governo stabile. Pertanto il premio di maggioranza scatta soltanto se nessuna coalizione o lista singola ha ottenuto i 340 seggi in seguito all’applicazione del metodo proporzionale. In seguito si procede alla ripartizione dei restanti 277 seggi tra le altre coalizioni o liste singole.

CAMERA DEI DEPUTATI I seggi vengono attribuiti al 100% con il sistema proporzionale e il riparto dei seggi avviene su base nazionale dove il territorio è suddiviso in 26 circoscrizioni elettorali che corrispondono ad una o più province e in alcuni casi ad una regione; l’accesso alla ripartizione dipende dal superamento di soglie formali o soglie di sbarramento, percentuali di voti favorevoli che una lista deve ottenere per poter partecipare alla ripartizione dei seggi. Accedono alla ripartizione: - Le coalizioni che hanno ottenuto il 10% dei voti validi di cui almeno una lista abbia ottenuto il 2%; - I partiti coalizzati che hanno raggiunto il 2% dei voti validi; - I partiti non coalizzati che raggiungono il 4% dei voti validi. 16

SENATO Per l’elezione del Senato, il riparto di 309 seggi (gli altri 6 sono assegnati alla circoscrizione estera) si effettua esclusivamente su scala regionale. Accedono alla ripartizione: - Le coalizioni che hanno ottenuto il 20% dei voti validi della regione di cui almeno una lista abbia ottenuto almeno il 3%; - I partiti coalizzati che hanno ottenuto il 3% dei voti validi della regione; - I partiti non coalizzati che hanno ottenuto l’8% dei voti validi della regione; Tra le coalizioni o le singole liste ammesse si procede al riparto dei seggi senatoriali spettanti alla Regione, applicando la formula proporzionale con quota di Hare e i più alti resti; qualora, con tale operazione, nessuna coalizione o lista singola abbia ottenuto la quota di maggioranza corrispondente al 55% dei seggi disponibili della regione, tale cifra verrà automaticamente attribuita alla coalizione o lista singola che ha ottenuto il maggior numero di voti. Il restante 45% dei seggi è ripartito tra le altre coalizioni e liste singole. In pratica, anche per il Senato esiste la possibilità di attribuire un premio di maggioranza ma, al contrario della Camera, esso viene calcolato su base regionale.


Le elezioni politiche 2013 si avvicinano e i partiti stanno stringendo importanti alleanze e accordi anche sugli schieramenti proprio in questi giorni in vista delle votazioni previste per il 24 e 25 febbraio. La politica, dopo l’esperienza e parentesi annuale del Governo tecnico presieduto da Mario Monti, tornerà nuovamente in mano ai politici consegnando ai cittadini il potere di eleggere i propri rappresentanti in Parlamento. Sono giorni frenetici e importanti anche perché il countdown verso la XVII legislatura è appena cominciato e ci sono scadenze importanti da rispettare per queste elezioni anticipate. Per le elezioni del Parlamento italiano sono in lizza diversi schieramenti e proprio in queste ultime ore sono nate nuove alleanze politiche che rispolverano per la verità accordi stipulati già negli anni passati. Gli schieramenti in campo sono i seguenti: sinistra, centrosinistra, centro e centrodestra. A questi quattro si aggiungono altri due movimenti che corrono per le elezioni 2013 senza aver finora stipulato nessuno accordo con altre forze politiche: il Movimento 5 Stelle e il movimento Fermare il declino. Sinistra Lo schieramento di sinistra è guidato dal magistrato e giornalista pubblicista palermitano Antonio Ingroia che lo scorso 29 dicembre ha ufficializzato la sua candidatura a premier con la lista Rivoluzione Civile, che ha subito ottenuto il parere favorevole di partiti politici e del movimento arancione di Luigi De Magistris. Infatti la candidatura del magistrato antimafia è sostenuta dall’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, dai Verdi di Angelo Bonelli, dal Partito della Rifondazione Comunista di Paolo Ferrero e dal Partito dei Comunisti Italiani di Oliviero Diliberto. Centrosinistra Il candidato premier del centrosinistra è stato scelto poco tempo fa mediante le primarie ed è l’attuale segretario nazionale del Partito Democratico Pierluigi Bersani. Il suo schieramento è composto oltre dal PD anche da Sinistra ecologia libertà di Nichi Vendola e da Centro Democratico. Quest’ultimo partito è nato il 28 dicembre scorso ad opera di Massimo Donadi, che è fuoriuscito dall’Italia dei Valori, e Bruno Tabacci. Centro Candidato premier dello schieramento di centro è il presidente del Consiglio dimissionario Mario Monti. Dopo diversi tentennamenti il Professore ha sciolto la riserva alcuni giorni fa in seguito al forte pressing dei poteri forti, del

Vaticano, delle cancellerie europee, dall’associazione Italia Futura di Luca Cordero di Montezemolo e di alcuni partiti tradizionali. La sua candidatura è sostenuta oltre che dalla sua lista Scelta Civica anche dall’Udc di Pierferdinando Casini e da Futuro e Libertà di Gianfranco Fini. La lista al Senato sarà unica e non avrà la scritta Scelta Civica, ma solo quella “Con Monti per l’Italia”. Discorso diverso per la Camera dei Deputati dove le liste saranno tre e in coalizione fra loro. Centrodestra Dopo tanti tira e molla di Silvio Berlusconi sulla sua ricandidatura a premier che hanno tenuto banco nel dibattito politico degli ultimi mesi, il Cavaliere ha ufficializzato l’accordo con la Lega Nord raggiunto domenica 13 gennaio ad Arcore precisando che non sarà lui il candidato presidente del Consiglio. Il Carroccio era stato piuttosto irremovibile sulla ricandidatura di Berlusconi e alla fine ha prevalso nella sua linea. Ora però c’è il nodo relativo al candidato premier. Il Cavaliere preme per il segretario politico del Popolo della Libertà Angelino Alfano, mentre, Roberto Maroni vuole l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Lo schieramento di centrodestra è attualmente composto dal PdL, Lega Nord, Fratelli d’Italia e con molta probabilità anche La Destra. Movimento 5 stelle Il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo correrà da solo alle elezioni politiche. Il leader del M5S ha prima rifiutato l’assist offerto dall’Italia dei Valori diAntonio Di Pietro per una possibile alleanza e poi quello di Antonio Ingroia. I candidati al Parlamento italiano sono stati selezionati dai cittadini mediante lo strumento della Rete. Dopo gli strepitosi successi elettorali raggiunti alle elezioni amministrative, per il M5S si tratta del debutto assoluto alle politiche dove i candidati sono per lo più giovani, donne e laureati. Fare per Fermare il declino Correrà da solo anche Fare per Fermare il declino del giornalista torinese Oscar Giannino. Il movimento Fermare il declino è nato la scorsa estate ed è di ispirazione liberale e il programma elettorale del candidato premier Oscar Giannino verte su dieci punti programmatici ispirati al rinnovamento della classe politica e al risanamento economico attraverso la riduzione simultanea di tasse e spesa pubblica per uscire dal tunnel dell’attuale e drammatica crisi economico-finanziaria. 35 17


Consolato Generale d'Italia Zurigo ELEZIONI DEL PARLAMENTO ITALIANO - FEBBRAIO 2013 VOTO ALL'ESTERO PER CORRISPONDENZA I cittadini italiani stabilmente residenti all'estero, iscritti nelle liste elettorali della Circoscrizione Estero, possono partecipare alle elezioni votando PER CORRISPONDENZA. Essi votano per le liste di candidati presentate nella rispettiva ripartizione della Circoscrizione Estero. Si raccomanda di regolarizzare la propria situazione anagrafica e di indirizzo scrivendo a: aire.zurigo@esteri.it ( per informazioni visitare il sito http://www.conszurigo.esteri.it ) A ciascun elettore residente all'estero, che non abbia optato per il voto in Italia entro il 3 gennaio, il Consolato invia per posta, entro il 6 febbraio, un PLICO contenente: un foglio informativo sul voto, il certificato elettorale, la scheda elettorale (due per chi, avendo compiuto 25 anni, può votare anche per il Senato), una busta completamente bianca in cui inserire le schede votate, una busta già affrancata recante l'indirizzo dell'Ufficio consolare stesso, le liste dei candidati della propria ripartizione. L'elettore, utilizzando la busta già affrancata e seguendo attentamente le istruzioni contenute nel foglio informativo, dovrà spedire SENZA RITARDO le schede elettorali votate, in modo che arrivino al proprio Consolato entro - e non oltre - le ore 16.00 di giovedì 21 febbraio. Il voto è personale e segreto ed è fatto divieto di votare più volte e inoltrare schede per conto di altre persone. Chiunque violi le disposizioni in materia elettorale sarà punito a norma di legge. L'elettore (residente nella circoscrizione del Consolato Generale d'Italia di Zurigo) che alla data del 10 febbraio non avesse ancora ricevuto il plico elettorale, potrà rivolgersi al Consolato Generale per verificare la propria posizione elettorale e chiedere eventualmente un duplicato. VOTO ELETTORI TEMPORANEAMENTE ALL'ESTERO Per poter esercitare il diritto di voto per corrispondenza i cittadini temporaneamente all'estero (che rientrino nelle tre categorie previste dalla Legge) devono presentare un'apposita dichiarazione entro domenica 20 gennaio 2013. Per informazioni e per scaricare il formulario visitare il sito: http://www.conszurigo.esteri.it INFORMAZIONI DETTAGLIATE SONO INOLTRE DISPONIBILI SUL SITO www.esteri.it PER ULTERIORI CHIARIMENTI SCRIVERE a: zurigo.elettorale@esteri.it oppure rivolgersi all'Ufficio Elettorale del Consolato Generale: tel. 044-2866.265 044-2866.266 fax 044-2866.201 Oltre alla normale apertura al pubblico, l'Ufficio Elettorale è aperto (limitatamente alle questioni elettorali) nei seguenti giorni: - domenica 10 febbraio - ore 10:00-14:00 - lunedi' 11 febbraio - ore 10:00-14:00 - martedi' 12 febbraio - ore 09:00-13:00 - giovedi' 14 febbraio - ore 09:00-13:00 - domenica 17 febbraio - ore 10:00-14:00 - ore 10:00-14:00 - lunedi' 18 febbraio - martedi' 19 febbraio - ore 09:00-13:00 - giovedi' 21 febbraio - ore 09:00-13:00


Nell'ambito della circoscrizione Estero sono individuate le seguenti ripartizioni, comprendenti gli Stati e i territori afferenti a: a) Europa, compresi i territori asiatici della Federazione russa e della Turchia, b) America meridionale c) America settentrionale e centrale d) Africa,Asia, Oceania eAntartide In ciascuna di tali ripartizioni è eletto un senatore e un deputato, mentre gli altri seggi (due per il Senato e otto per la Camera) sono distribuiti tra le stesse ripartizioni in proporzione al numero dei cittadini italiani che vi risiedono, secondo l'elenco aggiornato redatto dal Ministero dell'interno, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti. L'assegnazione alle ripartizioni della circoscrizione Estero dei seggi spettanti per l'elezione dei dodici deputati ed i sei senatori è effettuata con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell'interno, emanato contemporaneamente al decreto di convocazione e dei comizi. Le procedure legate al voto degli italiani residenti all'estero La legge 27 dicembre 2001, n. 459 che dispone “Norme per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all’estero”, ha dato attuazione all’art. 48, terzo comma, della Costituzione, stabilendo requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero ed istituendo la Circoscrizione Estero, cui sono assegnati dodici seggi per la Camera dei deputati e sei seggi per il Senato della Repubblica detratti dal numero complessivo dei seggi costituzionalmente assegnati ai due rami del Parlamento. La direzione centrale per i servizi elettorali ha curato una scheda informativa in cui vengono riepilogati, anche nel dettaglio, le informazioni sulle procedure legate al voto degli italiani residenti all'estero per le elezioni politiche e per i referendum. In sintesi, vediamo qui di seguito , i principali punti regolati dalla normativa. La procedura ordinaria di voto è quella per corrispondenza presso l’abitazione degli elettori residenti all’estero. La circoscrizione Estero è suddivisa in quattro ripartizioni (Europa, compresi i territori asiatici della Federazione russa e della Turchia; America meridionale; America settentrionale e centrale; Africa, Asia, Oceania e Antartide) in ciascuna delle quali è eletto almeno un senatore e un deputato, mentre gli altri due seggi per il Senato e gli altri otto per la Camera sono distribuiti tra le stesse ripartizioni in proporzione al numero dei cittadini che vi risiedono. In particolare, gli Uffici consolari, spediscono al domicilio di tutti gli elettori, non oltre diciotto giorni prima della

In particolare, gli Uffici consolari, spediscono al domicilio di tutti gli elettori, non oltre diciotto giorni prima della data stabilita per le votazioni in Italia, un plico contenente: · il certificato elettorale; · la scheda (se elettore della sola Camera o se il voto si esprime per un solo referendum) o le schede elettorali (se elettore della Camera e del Senato o se il voto si esprime per più referendum) e la relativa busta piccola, nonché una busta affrancata recante l’indirizzo dell’Ufficio consolare competente; · le liste dei candidati nella ripartizione d’appartenenza; · un foglio esplicativo delle modalità di voto. L’elettore: a) esprime il proprio voto sulla scheda o sulle schede elettorali: il voto si esprime tracciando un solo segno sul simbolo della lista prescelta o comunque all’interno del rettangolo che lo contiene, mentre per il referendum il voto è espresso tracciando un segno sulla risposta prescelta dall’elettore e, comunque, nel rettangolo che la contiene; l’elettore può, inoltre, per le elezioni politiche, esprimere due voti di preferenza nelle ripartizioni geografiche alle quali sono assegnati due o più deputati o senatori e un voto di preferenza nelle altre ripartizioni; b) deve introdurre la scheda o le schede nella relativa busta piccola e chiuderla; c) deve, inoltre, introdurre la busta piccola nella busta affrancata, unitamente al tagliando staccato dal certificato elettorale comprovante l’esercizio del diritto di voto; d) deve, infine, spedire il tutto entro dieci giorni prima della data stabilita per le votazioni in Italia al Consolato competente. Saranno considerate valide le buste pervenute al Consolato entro le ore 16, ora locale, del giovedì antecedente la data stabilita per le votazioni in Italia (art. 12, comma 7, della legge n. 459 del 2001) Gli elettori residenti all’estero che, entro quattordici giorni dalla data delle votazioni in Italia, non abbiano ricevuto a casa il plico con tutta la documentazione elettorale, possono farne richiesta presentandosi di persona al proprio Consolato. Le schede votate dagli elettori all’estero, incluse nelle apposite buste pervenute per corrispondenza agli Uffici consolari, vengono spedite in Italia attraverso gli stessi Consolati mediante valigia diplomatica accompagnata. I plichi arrivati in Italia vengono presi in consegna dall’Ufficio centrale per la circoscrizione Estero che provvede al riepilogo dei risultati ufficiali delle sezioni, nonché al riparto e alla assegnazione dei seggi con sistema proporzionale per ciascuna ripartizione e alle corrispondenti proclamazioni. 35 19


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Quali sono i risultati che ha ottenuto nel corso della 16 legislatura? La legislatura che si è appena conclusa ha rappresentato un´importante fase di passaggio per l´Italia. Una fase molto complessa, che ha conosciuto prima la degenerazione della fine del ventennio berlusconiano, con tutti gli effetti di un sistema che per due decenni ha pensato solo al bene degli amici e non al bene del Paese. E poi un anno di commissariamento tecnico, col Governo Monti, in cui abbiamo letteralmente salvato l´Italia dal baratro del fallimento. Il più grande successo politico, come Partito Democratico, è che siamo riusciti a mandare a casa Berlusconi, dimostrando in Parlamento, democraticamente, che non disponeva più della maggioranza per continuare a governare. Inoltre siamo riusciti, nel giro di sole poche settimane, a ridare prestigio all`Italia a livello internazionale, con una politica del polso tranquillo, in Parlamento, dopo anni in cui l´intero paese era oggetto di scherno e di derisione a causa dei continui scandali di Berlusconi. Siamo riusciti a porre fine ad un capitolo buio della politica italiana, che ha fatto tanto male all’Italia ma anche agli italiani nel mondo, e abbiamo evitato il default del Paese. Questo è un risultato di non poco conto, proprio uno dei motivi che mi avevano portato a candidarmi, nel 2008. Ma a questi vanno aggiunti una serie di importanti risultati, ottenuti nonostante le enormi difficoltà politiche ed economiche del Paese: provvedimenti contro la corruzione, una legge sulla incandidabilità dei condannati, l´introduzione di norme più moderne in materia di cognomi dei figli, l´istituzione di un Ministero per l´integrazione. Tutti provvedimenti sui quali io stessa avevo presentato proposte di legge come prima firmataria. In più siamo riusciti a strappare altre importanti conquiste con leggi di cui sono stata co-promotrice, ad esempio 20

l´introduzione di una quota rosa nei consigli di amministrazione delle grandi aziende e l´abolizione del vitalizio a pensionistico automatico per i parlamentari, già dalla XVI legislatura. Un altro importante risultato, per il quale mi sono spesa in prima persona e che siamo riusciti a portare a casa, insieme ai colleghi Pd in Commissione Bilancio, è avere impedito che diventasse sistemico il taglio di 30 milioni annui ai patronati, uno dei pochi enti sociali italiani che è rispettato per la qualità e per l’efficienza del proprio lavoro, anche all´estero. Insomma, tutto sommato si tratta di un bilancio che presenta qualche voce positiva, e questo nonostante fossimo all´opposizione per quattro anni su cinque e comunque mai forza di governo. E per quanto riguarda gli italiani in Europa? Il Governo Berlusconi sicuramente è stato il più ostile verso gli italiani all’estero. Su più capitoli di spesa ha tolto ai connazionali il 70 per cento delle risorse. Un taglio di dimensioni gigantesche. In questi anni la destra ha distrutto gran parte del prezioso lavoro realizzato dagli italiani nel mondo nel corso di decenni. Soprattutto la rete dei corsi di lingua e cultura ha subito dei colpi durissimi. Ma anche il Governo Monti con gli italiani all´estero non è stato generoso. Tutt`altro. Al di là dei toni, nettamente più concilianti di quelli del precedente governo Berlusconi, le politiche messe in atto in quest´ultimo anno sono state penalizzanti per le nostre comunità all´estero: fosse stato per il Governo Monti, gli italiani all´estero avrebbero pagato in automatico l´Imu come seconda casa, con un consistente aggravio di spesa. Inoltre è stato diminuito ancora il contingente degli insegnanti di lingua e cultura italiana nel mondo, mettendo a rischio decine di corsi di lingua e creando enormi difficoltà nei confronti delle locali istituzioni scolastiche. È stato poi rinviato per la terza volta consecutiva il rinnovo degli organi di rappresentanza, Comites e Cgie. Per di più sono state cancellate dal bilancio preventivo le risorse necessarie per le elezioni, dando adito al sospetto che non si debbano più tenere. Come Partito Democratico siamo riusciti a frenare il Governo in punti importanti e a creare la base per un’inversione di rotta delle politiche per gli italiani all’estero. Abbiamo bloccato ulteriori chiusure di consolati e tagli agli enti gestori. Anche per quanto riguarda l’Imu siamo riusciti ad arginare i danni per gli italiani


SOTTO LA LENTE all’estero. La nuova norma prevede che siano i Comuni a decidere se l`Imu va pagata come prima o come seconda casa, tanti italiani residenti in Europa usufruiscono di questa regola (so di connazionali che, con la legge da noi rettificata in mano, sono andati dai loro sindaci per chiedere, con successo, che venga applicata). E abbiamo ottenuto un minimo di risorse per enti gestori e organi di rappresentanza. Non è ciò che avremmo voluto. Ma è la dimostrazione di come il Pd sia l´unico partito a cui stanno a cuore gli italiani all´estero. Nella prossima legislatura mi auguro che possiamo essere finalmente forza di governo, e che riusciamo ad avere più gioco di squadra fra gli eletti all’estero in modo da dare una svolta davvero positiva alle politiche per gli italiani nel mondo. Ci sono eventuali errori che ritiene siano stati commessi? Mi sarei augurata maggiore compattezza tra i parlamentari del Pd eletti in Europa. Le poche volte in cui abbiamo agito di concerto siamo riusciti ad ottenere dei risultati. Viceversa quando ci siamo mossi in ordine sparso siamo usciti perdenti su tutti i fronti. Quali progetti, rimasti in sospeso, vorrebbe si concretizzassero nella prossima legislatura? Il fatto di essere stati all´opposizione per la maggior parte del mandato non ci ha consentito di realizzare tutta una serie di progetti di riforma. La prossima legislatura da questo punto di vista potrà essere decisiva. Innanzi tutto bisogna riformare l´insegnamento della lingua e cultura italiana all´estero. Dato che anche nei prossimi anni i soldi non pioveranno dal cielo, dobbiamo creare le basi per una cooperazione migliore con le autorità locali, e dobbiamo prevedere delle strategie per potersi assicurare anche fondi europei e fondi del paese ospitante. Il progetto di legge “Leonardo”, da me presentato negli ultimi mesi, va proprio in questa direzione. Prevede fra l’altro un miglior controllo della qualità dell’offerta di lingua e cultura e una cabina di regia, sul modello dei Goethe Institut o del Cervantes. L´obiettivo è quello di valorizzare l´insegnamento della lingua e della cultura italiana nel mondo, creando delle sedi che offrano, oltre all´italiano per adulti anche quello per bambini, garantendo loro molta più autonomia e flessibilità, economica e scientifica. Dobbiamo fare sì che la cultura italiana, di cui la lingua è la parte fondamentale, sia un valore aggiunto per l’Italia, su cui puntare maggiormente. Lo stesso vale per il biculturalismo dei nostri figli residenti e cresciuti all’estero. Si tratta di una marcia in più, che va valorizzata e non trascurata. Inoltre bisogna far funzionare meglio gli sportelli consolari. È sbagliato se hanno solo una funzione di alibi, per il Console di turno, per camuffare il peggioramento del servizio ai cittadini, a seguito dei tagli degli ultimi anni. Gli sportelli consolari hanno un senso solo se hanno tutte le competenze e le carte necessarie per realizzare veramente un servizio vicino al cittadino. Inoltre non ritengo un sacrilegio vendere grandi edifici rappresentativi (sono passati i tempi in cui all´estero era prioritario “rappresentare”). Meglio puntare su edifici funzionali idonei ad ospitare i servizi

che servono ai connazionali sul territorio. Sicuramente dobbiamo ancora mettere mano all’Imu. Abbiamo raggiunto un primo risultato importante per gli italiani all’estero quest´anno, ma bisogna fare un nuovo tentativo dopo le elezioni affinchè le case degli italiani all’estero in Italia vengano considerate in automatico prima casa, là dove non posseggano immobili all´estero. Dico molto sinceramente che questa non sarà una battaglia facile. Riusciremo a portare a casa un risultato solo se come eletti all’estero saremo più compatti di quanto non siamo stati finora. Personalmente sono fortemente determinata a riprendere questa battaglia. Altro obiettivo, non più procrastinabile, è l´internazionalizzazione del sistema universitario e della ricerca italiana, attraverso l´introduzione di meccanismi che promuovano il merito, sulla base di modelli già sperimentati da lungo tempo all´estero. Sull´argomento mi impegno affinchè la proposta di legge “PRIME”, da me redatta a più mani, insieme a giovani ricercatori italiani operanti in Europa, possa trovare pronta attuazione. Ritengo inoltre che sia necessario mettere mano alla riforma del Consiglio Generale degli Italiani all´Estero, prevedendone uno snellimento e l´introduzione di meccanismi idonei a favorire una maggiore partecipazione di giovani e donne. Infine quale sarà il suo impegno a favore dei connazionali all'estero e quale pensa sia la soluzione migliore per aver voce in parlamento? I connazionali all´estero possono contare sul proseguimento del mio massimo impegno a sostegno degli italiani nel mondo. Già nel corso degli ultimi cinque anni ho dimostrato continuità nella presenza sui territori e nell´attività parlamentare. Ho parlato più di 40 volte in Parlamento. Al mio attivo risultano 358 atti parlamentari, suddivisi tra proposte di legge, interrogazioni, emendamenti o mozioni presentate e discusse alla Camera dei Deputati dall´aprile del 2008. Nello stesso arco di tempo ho partecipato ad oltre 300 iniziative tra le comunità di connazionali in giro per l´Europa. E questo nonostante mi fosse stato assegnato dal Pd l´importante incarico di capogruppo in Commissione Antimafia, un incarico che richiede molto tempo per la necessaria presenza nel corso di audizioni, per gli intensi preparativi che queste comportano, per tenere i contatti con le associazioni per la legalitá in Italia, ma anche per l´opportunità di una certa presenza sui territori interessati dai fenomeni mafiosi. Ritengo che sia oltremodo importante, che gli eletti all´estero si occupino maggiormente di tematiche inerenti l´intero Paese e non solo d´emigrazione ,anche per potere acquisire maggiore peso politico nel gruppo parlamentare, e per poterlo poi spendere a favore degli italiani nel mondo. Ormai è tempo che gli italiani all´estero da “oggetto” di politiche assistenziali si trasformino in veri “soggetti”, propositori di soluzioni per il Paese, a partire dall´introduzione in Italia di buone prassi, magari già sperimentate all´estero, nei luoghi di residenza. In questo gli eletti all´estero possono giocare un ruolo di innovazione e di sprovincializzazione a mio parere strategico, per l´intero Paese. 35 21


SPECIALE ELEZIONI

Quali sono le motivazioni che l'hanno spinta a rincandidarsi alle prossime elezioni politiche? Una forte motivazione è dettata dalla mia precisa volontà di continuare le battaglie parlamentari anche nella prossima legislatura. Ho molti progetti, proposte e idee da portare avanti ed una maturata esperienza che mi permetterà di agire proponendo soluzioni concrete, conscio di poter mettere nel mio impegno la stessa energia, concretezza e passione con la quale ho operato fino ad oggi. È un grande onore per me poter rappresentare gli italiani all'estero e seguire le tematiche a loro legate. Sono candidato nella lista del PD Europa nella posizione di Co-capolista. È una grande soddisfazione concorrere per continuare ad occuparmi dei problemi del Paese ma, fuori di ogni dubbio ed in primo luogo, soprattutto delle tematiche degli italiani all’estero. La mia è stata un'esperienza parlamentare a due facce. Due anni di ottimo lavoro tra il 2006 e il 2008. 22

Con il governo Prodi abbiamo difeso alla grande gli interessi degli italiani all’estero: Corsi di lingua e cultura italiana, sedi consolari, Ici equiparata agli italiani in patria con l’aliquota di prima abitazione ed esenzione per il 50 per cento delle prime case, maggiori risorse per la promozione del made in Italy. Insomma, in quei due anni è stata fatta una politica per gli italiani all’estero. Poi, con la caduta di Prodi, le nuove elezioni e il governo Berlusconi III. Ed ecco che è sopraggiunto il buio.Abbiamo assistito a una devastazione morale e territoriale. Pur di conservare il potere, il centrodestra è ricorso alla compravendita di parlamentari per resistere qualche mese in più, prima di cedere la guida del Paese ai tecnici del governo Monti. Per non parlare delle politiche negative attuate, prima dal governo Berlusconi e poi da Monti, nei confronti degli Italiani nel mondo. Finalmente, le prossime elezioni politiche possono chiudere definitivamente il lungo inverno berlusconiano ed aprire per l’Italia una fase nuova.


SOTTO LA LENTE Alla luce delle esperienze maturate, in quale modo potrebbero i rappresentanti degli italiani all'estero essere più incisivi nel panorama politico italiano? È ovvio che occorre maggior compattezza tra gli eletti all'estero. Da soli non si fa nulla! Inoltre, non si possono eleggere 18 parlamentari e abbandonarli al loro destino, come è successo nei cinque anni trascorsi. Da qui, da una profonda riflessione, ho tratto la convinzione di proporre l’istituzione di una Commissione parlamentare di indirizzo e controllo sull’emigrazione italiana nel mondo, con apposita proposta di legge, al fine di operare una svolta politica. Si tratta di uno strumento che permetterà a deputati e senatori eletti all’estero di battersi in Parlamento, ad esempio, per l’annullamento della vergognosa tassa dell’ICI, istituita dai precedenti governi per i nostri emigrati e confermata con l’IMU, unitamente alla tassa sui rifiuti. Leggi da cambiare profondamente, come ha annunciato lo stesso Bersani. In una lettera pubblica, ho criticato aspramente i sindaci italiani per aver applicato l’aliquota di seconda abitazione: quella legge va cambiata perché permette ai sindaci dei comuni italiani di fare cassa ingiustamente. Dopo tante battaglie parlamentari condotte in questi cinque anni, ho maturato la convinzione del diritto all’insegnamento pubblico e gratuito della lingua italiana - come stabilito dalla costituzione repubblicana - e della difesa del corpo docenti e insegnanti all’estero. Nella fase transitoria ho contribuito a chiamare in causa i privati nella difesa del prezioso servizio dei corsi di lingua e cultura italiana all’estero, ma ora, è giunto il momento di assestare l’ordinamento con un intervento pubblico forte, capace di

ridare stabilità al settore, attraverso interventi diretti e indiretti, anche da parte della Confederazione elvetica. Ritiene necessario rivedere le politiche per gli italiani nel mondo in considerazione del profondo cambiamento dell'emigrazione negli ultimi anni? Oggi non bisogna avere gli occhi rivolti unicamente alla storia dell’emigrazione italiana nel mondo, ma guardare alla realtà e al futuro. Con il fenomeno delle nuove migrazioni, caratterizzato da giovani italiani in cerca di occupazione all’estero, soprattutto in Europa, cresce il bisogno di una nuova politica per gli italiani nel mondo. Occorre intervenire nella macchina consolare, nella legislazione che regola Comites e Cgie, il cui rinnovo ha subito continui rinvii elettorali. Occorre intervenire sulla Rai per una adeguata informazione bidirezionale: dall’Italia e dall’Estero. È necessario rimodulare i finanziamenti per la stampa italiana all’estero. Come vedete c’è molto da fare per recuperare il ritardo accumulato in questi ultimi cinque anni. Per realizzare tutto ciò, nel contesto di una nuova immagine e di una nuova proiezione dell’Italia nel mondo, questo è il momento di chiamare a raccolta tutti coloro che vogliono dare una mano al Partito democratico per assicurare un futuro al nostro Paese. Da parte mia, in qualità di candidato alla Camera nella lista del PD Europa, assicuro tutto il mio impegno nel processo di rinnovamento che dovrà investire la politica italiana con il Pd alla guida del Paese. Tutti insieme possiamo far ripartire un’Italia giusta con gli italiani in patria e con gli italiani all’estero.

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Una scelta esistenziale ed etica

Elio Carozza Pensando all'importante funzione che lei attualmente svolge al Parlamento Europeo ed al suo incarico di segretario del CGIE, quali sono le motivazioni che l'hanno spinta ad accettare la candidatura al Senato? Nel chiarire le ragioni che mi hanno indotto ad accettare un impegno elettorale diretto alla responsabilità decennale di Segretario generale del Consiglio degli italiani all'estero, non posso che fare riferimento al mio passato di italiano all'estero ed alla mia esperienza lavorativa e di associazionismo nelle diverse forme presenti sul territorio in cui ho vissuto. Nello specifico, faccio riferimento da un lato al mio lavoro presso le istituzioni europee, e dall'altro alla vita associativa nelle sue diverse espressioni quali il COASCIT di Bruxelles/Limburgo, il Comites di Bruxelles e il CGIE. Sia nella vita della comunità italiana in Belgio, sia nell'attivitá degli organismi di rappresentanza, non c'é problema sociale, culturale e generazionale degli italiani in Europa e nel mondo che non abbia dovuto conoscere ed affrontare. Il volontariato e l'attivitá di rappresentanza, pur indispensabili, da soli non bastano senza una coerente e leale azione politica e parlamentare. Per questo ho ritenuto doveroso accettare la candidatura al Senato della Repubblica per completare e rendere più incisivo il mio trentennale impegno anche di volontariato, nella convinzione che la politica debba essere veramente servizio e passione. Lo faccio nelle liste del Partito Democratico, anche in questo caso con un atto di coerenza, essendo questa la collocazione politica in cui mi riconosco da sempre; l'obiettivo sarà quindi di valutare insieme le gravi necessità del presente e ritrovare una strada costruttiva per il domani. Ritiene che diciotto parlamentari eletti all'estero possano davvero essere incisivi nelle scelte del futuro Governo? È del tutto illusorio pensare che 18 parlamentari, da soli, possano incidere in maniera rilevante ed efficace nelle decisioni di un Governo. La rappresentanza, difatti, si rende efficace esclusivamente nel momento in cui poggi le sue fondamenta su di un forte legame col territorio e sull'utilizzo di canali territoriali a più livelli, così da rendersi sintesi di istanze particolari su tematiche generali. Mi riferisco con più precisione alla necessità di un dialogo costante e produttivo tra le rappresentanze ed il territorio: questo, a livello mondiale, può avvenire esclusivamente attraverso una collaborazione tra gli organi e le istituzioni, previste dalla legge, volte alla tutela degli italiani all'estero. Proprio a questo fine, il legislatore ha previsto 35 25


SPECIALE ELEZIONI in dagli anni '80 una tale rappresentanza a partire dalla rete associativa - con un legame forte col territorio - di tutti i colori, fini ed in tutte le sue forme. Ha creato pertanto i Comites, come rappresentanza istituzionalizzata degli italiani all'estero inseriti in realtà territoriali specifiche e ben delimitate. Tali soggetti, in quanto organismi riconosciuti istituzionalmente, hanno potuto dare vita ad un dialogo ufficiale con le rappresentanze consolari e diplomatiche, al fine di migliorare l'integrazione dei nostri connazionali all'estero e mantenere forte il legame con il Paese d'origine. Essendo i Comites espressione di interessi locali, si è resa necessaria nel tempo l'individuazione di un organismo di sintesi quale il CGIE. La sintesi operata dal CGIE ha portato realtà particolari a livello Paese, creando quindi un sistema di canalizzazione di istanze a piramide che trova la sua massima formulazione globale nell'azione del CGIE stesso. In quanto massima espressione delle istanze degli italiani all'estero, il CGIE diviene interlocutore diretto delle istituzioni previste dalla Costituzione italiana a qualsiasi livello si ritenga necessario: nazionale, regionale e locale. Questa forma di istituzionalizzazione delle forme rappresentative ed associative degli italiani all'estero si completa con la presenza in Parlamento di una rappresentanza per 18 parlamentari. La rappresentanza degli italiani all'estero si configura cosí in un triangolo istituzionale formato da Comites, CGIE e rappresentanti parlamentari, ciascuno con le proprie caratteristiche, compiti e ruoli. Tale trittico diventa efficace ed efficiente esclusivamente se ciascuno degli attori che ne fa parte si impegna a raccogliere le istanze dal basso, coordinando la propria azione assieme a quella degli altri organismi previsti. È dunque impensabile che 18 parlamentari eletti in rappresentanza di un territorio vasto come l'intero globo possano, da soli, avere la forza politica e sostanziale di farsi portavoce delle necessità di tutti gli italiani all'estero. Prima il rinvio del rinnovo dei Comites, poi la soppressione dei capitoli di spesa dalla spending review per il loro rinnovo, così come quello del CGIE, non le fa pensare che vi sia l'intenzione di eliminare le Circoscrizioni estere? Tenendo presente l'interconnessione delle tre forme di rappresentanza degli italiani all'estero precedentemente citate (Comites, CGIE e rappresentanti parlamentari) risulta evidente che un attacco diretto ad una delle tre indebolisca inevitabilmente tutta l'azione e l'efficacia del sistema di rappresentanza degli italiani all'estero. Tale attacco è stato portato avanti dall'azione del Governo di centro destra presieduto da Silvio Berlusconi, che ha tentato di indebolire il CGIE ed i Comites attraverso forme di proposta di legge approvate in Senato e poi rigettate alla Camera. Il fallimento di tali proposte si deve all'azione congiunta di CGIE e Comites che, supportati dalla rete associativa degli italiani all'estero, sono riusciti ad affossare l'iniziativa legislativa bloccando definitivamente il progetto. L'intenzione che muoveva l'azione del governo, 26

nella figura del sottosegretario Mantica e nell'indifferenza totale dell'allora Ministro degli Esteri Frattini - ricordo che tra gli incarichi del Ministro degli Esteri figura la presidenza dei CGIE - era proprio quella di svuotare le rappresentanze di base dei Comites e del CGIE indebolendo ed isolando difatti i 18 eletti in seno al Parlamento, svuotando di significato la loro azione e rendendone frustrante qualunque tipo di iniziativa. Sembra quasi paradossale che, nel momento in cui veniva prevista per la prima volta, per legge, l'elezione diretta di rappresentanti parlamentari degli italiani all'estero, si procedesse al contempo al tentativo di smantellamento di strutture nate e sviluppatesi a seguito di lotte e conquiste maturate in 40 anni. Nello stesso momento storico si inserisce la parentesi biennale del governo Prodi che ebbe invece il merito di riconoscere e tentare di valorizzare il ruolo del Comites e del CGIE mettendo in piedi un nuovo cantiere con aspettative ed investimenti superiori al passato, soprattutto legati a problematiche quali la diffusione della lingua e cultura italiana, l'assistenza diretta e indiretta ai connazionali che vivevano in condizioni disagiate, nonché all'attenzione data al ruolo degli operatori di patronato e sindacali. Sebbene un'analisi superficiale potrebbe far pensare che non vi sia bisogno di politiche inerenti gli italiani all'estero in quanto a lingua e cultura, assistenza e servizi consolari e in particolare la rappresentanza di base (CGIE - Comites), risulta invece necessario rafforzare il ruolo di tali organismi sul territorio. È difatti la sintesi tra reti orizzontali - singoli/territorio - e reti verticali - istituzioni/territorio - l'essenza stessa del principio democratico alla base della nostra Costituzione. È necessario quindi che tanto i Comites quanto il CGIE acquisiscano più forza al fine di guardare ai cambiamenti sostanziali avvenuti alla comunità italiana nel mondo, ed aumentare il legame tra i diversi livelli d'azione. È inevitabile che da soli 18 parlamentari non possano essere collettori e portatori di tutte le istanze che toccano la vita degli italiani all'estero. Tale ruolo può e deve essere svolto in collaborazione stretta con i Comites e CGIE. Quali sono gli obiettivi che vorrebbe raggiungere e le battaglie che lei porterà avanti se dovesse essere confermato al Senato? Il mio progetto si basa su di una solida attività trentennale fatta di vita associativa, volontariato, ed incarichi istituzionali. Durante le mie attività non ci sono stati problemi sociali, culturali e generazionali che non abbia dovuto affrontare. È da questo bagaglio di esperienze che muove i passi il mio programma: per l'Italia: P risanare con giustizia sociale, P fare del lavoro, soprattutto dei giovani, il cuore di una nuova crescita; P sostenere coloro che sono in difficoltà; P ridare dignità all'immagine dell'Italia nel mondo, renderla dinamica e competitiva, più “uguale” rispetto ai partner europei;


SOTTO LA LENTE per gli italiani all'estero: e valorizzare le comunità italiane all'estero come una grande risorsa, soprattutto in questo momento di difficoltá del Paese; P Promozione e valorizzazione della lingua e cultura italiana come scelta strategica per l'internazionalizzazione dell'Italia; P Far “vivere” i diritti di cittadinanza europea e contribuire alla crescita della coscienza europea; P Aprire strade innovative per i giovani discendenti degli italiani all'estero e per i nuovi" migranti" che lasciano l'Italia per ragioni di lavoro. Ritengo che sia poi necessario portare più Europa in Italia e più Italia in Europa. Sarà necessario costruire una nuova immagine del nostro Paese portando al governo un leader affidabile ed una classe dirigente seria collegata alle grandi forze europee ed attiva in campo internazionale. Sarà altresì necessario ampliando l'orizzonte del dibattito politico italiano alla luce delle migliori esperienze europee portando le migliori politiche Italiane in Europa e le migliori politiche Europee in Italia. Lo scambio delle “migliori pratiche” a livello europeo uniformerebbe il raggio d'azione delle politiche messe in atto dai diversi Paesi che compongono l'Unione Europea creando uno spazio legislativo coerente, omogeneo e più efficiente. Grande attenzione sarà data ai giovani ed alle donne come centro di una nuova politica di occupazione e crescita, volta anche alla previsione di incentivi ed opportunità che favoriscano il rientro dei “cervelli in fuga”. Sarà di riflesso importante valorizzare il ruolo chiave degli anziani favorendone un ruolo sempre attivo nella società attraverso formazione permanente e reti comunicative nel Paese di residenza. Sarà necessario quindi intervenire anche in merito alla semplificazione delle procedure per l'accertamenteo della esistenza in vita dei pensionati, all'efficienza ed accessibilità dei servizi consolari, alla parificazione alla prima casa dell'abitazione in Italia, il sostegno del segretariato sociale assicurato dai patronati. Infine il mio impegno, in linea con la proposta del PD, sarà per il dimezzamento dei parlamentari, lo sfoltimento degli enti territoriali, la certificazione delle spese dei partiti, l'estrema sobrietà delle indennità degli eletti, a tutti i livelli. Occorre abbattere i costi dell'inefficienza, del clientelismo, della corruzione e della pesante burocrazia che allontanano il nostro Paese dagli altri Paesi europei. P Rilanciare

effettiva partecipazione alla vita politica italiana, unico motore per un vero cambiamento all'interno di un progetto di lungo periodo. È altresì importante promuovere lo sviluppo ed il rafforzamento della coscienza europea al fine di creare una rete unica di diritti sociali, civili, culturali e politici al fine di dare pienezza alla cittadinanza europea. Spero che in molti si riconoscano nelle esperienze che ho vissuto tra gli Italiani all'estero e condividano le ragioni di una scelta che é soprattutto di servizio a sostegno della comunità italiana in Europa e nel mondo. La mia speranza é che il consenso elettorale sia il segnale di una rinnovata volontà di far valere i nostri diritti e di riprendere insieme un cammino di progresso. Infine, pensa di poter essere più utile ai connazionali all'estero nel ruolo di Senatore della Repubblica italiana e non come Segretario del CGIE? Riaffermo in maniera molto chiara che il ruolo del CGIE e del Segretario Generale sia senza alcun dubbio importantissimo e determinante per la salvaguardia dei diritti degli italiani all'estero. Sono dunque fiero ed orgoglioso del cammino percorso sino ad ora e delle iniziative portate avanti in quanto Segretario Generale del CGIE. Ritengo però che il ruolo di Segretario Generale e quello di Senatore non siano alternativi nel principio ma che, al contrario, siano complementari. Difatti, pur essendo due cariche istituzionali differenti, sono destinate a vivere e rappresentare insieme gli interessi dei nostri connazionali all'estero. Essendo stato partecipe di tutti i livelli associativi e di rappresentanza diretta, conosco la necessità di far sintesi delle istanze che emergono dai vari territori affinché vengano ascoltate ed esaudite e non messe in secondo piano. I 10 anni di ruolo attivo nel CGIE - anche come Segretario nella forma più alta - hanno rafforzato in me la convinzione dell'importanza che la rappresentanza abbia nel sistema istituzionale democratico italiano e perciò ritengo che tale patrimonio possa permettermi di svolgere un buon lavoro da Senatore.

Cosa le sta più a cuore? Dopo aver fatto volontariato per molti anni - più di 30 resto fermamente convinto che la politica debba essere caratterizzata da servizio e passione, moralità ed etica. Noi Italiani in Europa abbiamo un serio e ricco bagaglio di esperienza che oggi, ancor di più, sono utili all'Italia per rialzarsi e riprendere a testa alta il suo onorato cammino. Il rilancio, il rinnovamento e potenziamento degli organismi di rappresentanza degli italiani all'estero, quali i Comites e CGIE, é un punto cardine di ció che intendo per 35 27


· dare forza a quanti, soggetti sociali e politici, vogliono modificare radicalmente il corso del liberismo e dell’austerità a senso unico imposta dal governo Monti; · dare un segnale di forte innovazione nella rappresentanza degli italiani all’estero dopo l’esperienza deludente delle ultime due legislature. Con la presentazione ufficiale della lista abbiamo posto le basi per una campagna elettorale leale, ma autonoma e di chiarezza rispetto gli alleati del centrosinistra. Una campagna, in cui cercheremo di far conoscere le nostre proposte sulla politica europea e nazionale, come pure sui vari temi che concernono le comunità italiane in Europa. Parleremo della nostra idea di Europa: un’Europa sociale e democratica, libera dai condizionamenti dei grandi potentati finanziari, capace di progettare politiche di sviluppo uscendo dalla logica asfittica dell’austerità. Parleremo del nostro impegno per una svolta sociale, economica e morale dell’Italia. Faremo conoscere alcuni punti concreti della nostra iniziativa politica: lo stop alle spese militari,

Per l’elezione della Camera la nostra organizzazione in Europa ha fortemente sostenuto la scelta di una nostra lista, autonoma da quella del partito democratico: non certo per dividere l’elettorato progressista, quanto piuttosto per rendere più chiaro il profilo politico della coalizione di centrosinistra. Presentando la lista con il simbolo di SEL e il nome di Vendola noi ci assumiamo tre impegni fondamentali: · dare voce a quel vasto elettorato di italiani in Europa che rivendica un profondo cambiamento di politiche e di cultura che metta fine alle devastazioni del berlusconismo; 28

la tassazione delle transazioni finanziarie e dei grandi patrimoni mobiliari ed immobiliari, la ricostruzione di quadro di diritti a tutela del lavoro, una nuova stagione di diritti civili ed individuali, la piena cittadinanza ai giovani italiani figli di migranti, la riduzione dei costi della politica. E infine spiegheremo le nostre proposte per un nuovo corso delle politiche degli italiani all’estero: una rete efficiente di servizi consolari e di tutela delle nostre comunità, contro la chiusura indiscriminata di sedi consolari e la progressiva esternalizzazione dei servizi; una politica coordinata e moderna di promozione della lingua e cultura italiana nell’ambito di un intervento pubblico forte da parte del MAE, contro la riduzione dei docenti e contro il taglio delle risorse, per definire finalmente regole e forme certe di finanziamento dei vari soggetti accreditati a realizzare le iniziative scolastico-culturali. Denunceremo la beffa della IMU per gli italiani all’estero e chiederemo che si riconoscano anche ai nostri emigrati le agevolazioni per la prima casa. Ci sembrano a questo proposito poco credibili alcune iniziative di parlamentari uscenti che, dopo aver votato senza batter ciglio i provvedimenti sull’IMU , oggi ne scoprono i profili di incostituzionalità.


SOTTO LA LENTE

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di Tino D’Amore

Erano gli anni della seconda guerra mondiale e gli Stati Uniti stavano progettando lo sbarco in Sicilia, che sarebbe avvenuto a luglio di quell’anno. L’Italia nello stesso anno avrebbe chiesto l’armistizio, dando la stura alla tragedia dell’occupazione nazista, della guerra partigiana e ai drammatici eventi conseguenti la nascita della Repubblica di Salò. E nessuno, in quei mesi concitati, affrontò in modo approfondito tutti i dubbi legati a un omicidio passato quasi in sordina. Eppure Carlo Tresca era stato un uomo importante della lotta civile per i diritti dei lavoratori e per il movimento antifascista. Un uomo impegnato in prima linea fin dagli anni Venti e inviso alle autorità americane per il suo impegno in favore dei lavoratori e contro i sindacati corrotti. Nato a Sulmona nel 1879, Carlo Tresca visse i primi anni della sua vita in una famiglia che come tante dell’epoca, combatteva quotidianamente per sopravvivere e come tanti, anche Carlo fu costretto a lasciare temporaneamente i suoi studi dopo il diploma. Venuto in contatto con alcuni ferrovieri sindacalisti trasferiti a Sulmona per punizione, Tresca iniziò ad appassionarsi alla causa socialista e intraprese una collaborazione con il periodico socialista “Il Germe”. Nel 1904 i suoi scritti fortemente polemici gli valsero una condanna a un anno di carcere e a sei mesi di domicilio coatto. Per evitare la condanna il giovane abruzzese decise di emigrare prima in Svizzera e poi negli Stati Uniti.

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STORIA A Filadelfia Carlo Tresca entrò subito in contatto con il mondo operaio militante assumendo la direzione de “Il Proletario”, organo della Federazione Socialista Italiana, fondato nel 1902 e battendosi per i diritti dei lavoratori industriali. Dimessosi nel 1906, Tresca passò prima a “La voce del popolo” e poi fondando egli stesso, a Pittsburgh, nel 1908, un proprio settimanale, “La Plebe”. I suoi interventi e i suoi scritti attirarono inevitabilmente gli strali delle autorità religiose e statali e dopo la soppressione de “La Plebe” (avvenuta nel 1909), il giornalista abruzzese si trasferì a New Kensington, per assumere la direzione de “L’Avvenire”. Gli scioperi di Lawrence e Mesata Iron Range organizzati dall’IWW(1) lo videro protagonista pur non facendo mai parte di tale organizzazione sindacale. Durante tali manifestazioni l’abruzzese conobbe anche Elisabeth Gurley Flynn, che divenne la sua compagna fino al 1925. Entrato in contrasto con l’IWW, Tresca se ne allontanò ma subì comunque la repressione da parte delle autorità americane che lo arrestarono a Chicago insieme ad altri 166 militanti sindacalisti.

Grazie all’azione del foglio diretto da Tresca furono assolti Donato Carillo e Calogero Greco nel 1927, Clemente Lista nel 1932 e Athos Terzani nel 1933. In questi stessi anni Carlo Tresca pubblicò “L'attentato a Mussolini: ovvero, Il segreto di Pulcinella” (l’ultima edizione venne pubblicata da Alexandria nel 1987) e che nel 1926 divenne una rappresentazione teatrale.

(1) Gli Industrial Workers of the World (sigla: IWW) è un'associazione militante “radicale” del movimento operaio statunitense nato quando ai lavoratori erano riconosciuti pochissimi diritti, specialmente se immigrati. Il sindacato fu ideato il 2 gennaio del 1905 e fondato a Chicago nel giugno dello stesso anno, con la redazione dell'Industrial Union Manifesto. Il sindacato esiste ancora, anche se la sua vera storia si fermò alle soglie degli anni Venti.

Prosciolto da qualsiasi accusa, l’abruzzese nel 1917 acquistò “Il Martello”, trasformando un giornale politico letterario e artistico in un quindicinale per l’ educazione e l’elevamento intellettuale fra i lavoratori italiani (queste le parole usate per presentare la propria linea editoriale). Il Martello si avvalse della firma di Ezio Taddei e Virgilio Bozzoli, personaggi illustri dell’antifascismo italiano e si batté in favore degli anarchici italo-americani accusati ingiustamente di alcuni omicidi di stampo politico. 31


Perché questo è uno di quegli angoli d’Italia che vanno scoperti senza clamori, penetrandovi con il piacere del passo lento e con il ritmo del fiume che rallenta per farsi accogliere in un abbraccio dal Mare Adriatico. Sarà il modo migliore per trovare un altro degli infiniti tesori disseminati nella terra italiana. Un punto di partenza per un percorso che avrà come punto di riferimento il fiume Po e il suo delta, e come città di riferimento Rovigo. Abitato anticamente dai veneti (solo omonimi degli attuali corregionali) e in seguito dagli etruschi e infine dai romani, il Polesine è una terra letteralmente strappata alle acque, e spesso posta sotto il livello del Mare. Gli etruschi furono i primi a intraprendere le opere di bonifica per modificarne l’orografia paludosa. Costruirono canali chiamati “fosse” che l’ingegno tecnico dei romani 32

ampliò: le fosseAugusta, Clodia, Filistina, Flavia, Messanicia e Neronia nel I secolo d.C. permettevano di navigare da Ravenna ad Aquileia rimanendo sempre all'interno di lagune percorrendo canali artificiali e tratti di fiumi. Appartenente al Regio X Venetia et Histria, il Polesine (il nome deriva dal latino medievale “polìcinum” ossia terra paludosa) subì una prima grande trasformazione dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente. A causa della scarsa manutenzione delle opere idrauliche il territorio ritornò paludoso, scarsamente appetito dai bizantini (cui vennero affidate le zone settentrionali) e dai longobardi (che vi fondarono il Ducatus Ferrariae). Il riemergere di alcune terre nell’alveo dell’Adigetto e la fondazione dei primi nuclei abitati di Badia Polesine, Lendinara, Villanova del Ghebbo, Villadose e Rovigo, segna


ECOTURISMO la nascita ufficiale della terra del Polesine. Le alterne vicende storiche lasciarono proprio a Venezia il compito di dare inizio alla vasta opera di canalizzazione e bonifica del terreno, che negli anni seguenti avrebbero finalmente stabilizzato questo lembo d’Italia che degrada verso il delta del Po. Entrato a far parte del Regno Lombardo/Veneto, il Polesine fu annesso all’Italia nel 1866 con la terza guerra d’indipendenza ma vide I canali del Delta del Po molti dei suoi abitanti emigrare verso il Brasile e l’Argentina o verso altre città industriali del Piemonte e della Lombardia, anche a causa delle periodiche e tragiche alluvioni. Il 17 settembre 1882 l’Adige inondò il territorio fino al Canalbianco costringendo 63 000 persone ad abbandonare la terra e ad emigrare in SudAmerica. Luogo di incontro del fiume con il mare, il Polesine offre ai visitatori ancora tracce della centuriazione del territorio operata dai romani. La strada che da Rovigo porta adAdria è probabilmente l’antico decumano massimo. Molti erano i castelli fortificati presenti nella zona a testimonianza delle lotte tra Estensi, Scaligeri e Padovani: il castello di Ficarolo (1112) che venne sommerso dalle acque del Po, i castelli di Bergantino e Melara furono distrutti nell’800, il castello di Loreo f u teatro di sanguinosi scontri durante la guerra tra la Serenissima e Genova. Tra Rovigo e Adria nacquero anche numerose istituzioni culturali, che nel 1300 produsse l’istituzione della scuola pubblica. La straordinaria opera di bonifica realizzata dall’uomo non ha cancellato il profilo ribelle di una terra in perenne lotta con le forze della Natura, regalandole straordinarie potenzialità.

Il mare che bagna il Polesine rende la provincia di Rovigo una delle prime produttrici di pesce azzurro in Italia. Nelle sue acque è possibile non solo pescare sardine, cefali ed alici di ottima qualità, ma anche delle ottime anguille, che iniziano il loro ciclo vitale nel lontano Mar dei Sargassi, per finire, dopo quattro anni ed un lungo viaggio, nel Delta del Po. L'anguilla delle Valli del Delta rappresenta la vera

eccellenza dell’offerta gastronomica del Polesine e può essere consumata fresca o marinata.Magari accompagnata dalle eccellenti varietà di riso arborio, carnarolo, vialone nano o baldo. Coltivato nelle aree dismesse della barbabietola da zucchero, il riso rappresenta un’altra eccellenza del territorio, come gli asparagi , il radicchio, il melone, l’aglio bianco del polesine (che ha ottenuto il marchio DOP), la polenta bianca di mais o il pane di Loreo. Adria

Coltura di Radicchio

Avvicinandosi al mare, e arrivando nelle laguna di Caleri e nella Sacca di Scardovari bisogna però fermarsi per assaggiare le cozze e le vongole tipiche del territorio del Polesine. Qui i mitili non vengono pescati ma “coltivati” come fossero prodotti di terra, raccolte a mano e ponendo a rotazione i “terreni di coltura”. Tramandata di padre in figlio da generazione, la coltivazione della “Vongola del Polesine” e della “Cozza di Scardovari”, rappresenta una 33


CULTURA delle tipicità del Veneto e nelle osterie tipiche del Delta vengono preparate con metodi semplici e tradizionali.

Rovigo, Piazza Vittorio Emanuele

Capoluogo del Polesine, Rovigo deve molto alla cultura. È grazie al poeta Ludovico Ariosto che il suo nome latino “Rhodigium” viene associato alla parola greca “rhòdon” ossia rosa. “La terra, il cui produr di rose Le dié piacevol nome in greche voci” Inseriti nel poema dell’Orlando Furioso i versi di Ludovico Ariosto hanno lasciato il segno nella municipalità rodigina che ha scelto proprio la rosa come uno dei simboli della città, lasciando ai visitatori il gusto di scoprire le altre bellezze tipiche del territorio. E tra essi vi sono ad esempio i canali. Adigetto, Ceresolo, Rezzinella, Valdentro, Canalbianco, Pontecchio, Zucca ... ogni rodigino conosce bene i nomi dei tanti canali artificiali che solcano la griglia cittadina, ricomponendo su scala minore quella che è la geografia tipica che a pochi chilometri verso Est disegna il territorio della provincia: l’inizio del grande Delta del Po. E ogni viaggiatore dovrebbe trovare il tempo di soffermarsi tra le vie cittadine per assaporare questa strana Italia dal passato paludoso e dall’immensa ricchezza fluviale. Storica, naturalistica e gastronomica. Rovigo viene denominata in un documento dell’834 come “Villa” vicino a Gavello nell’incrocio di vecchie strade con il ramo dell’Adige chiamato in periodo più tardo Adigetto, che si staccava da Badia verso sud. Nel 920 viene fortificato dal vescovo di Adria, Paolo Cattaneo, per difendere la sede vescovile dagli assalitori ungari. Finita sotto la giurisdizione degli Estensi, la cittadina nel 954 passò ufficialmente nelle mani della potente famiglia con il Sacro Romano Imperatore Enrico VI.Aricordare la presenza degli estensi è il mastio del castello, conosciuto come “Torre di Donà”, una torre in muratura alta 66 metri e sicuramente la più imponente opera muraria dell’epoca. Nel XV secolo Rovigo divenne territorio della Repubblica di Venezia e tale rimase per tre secoli. Il segno veneziano è benLa visibile torre civica costruita in Piazza Vittorio porta dinella Mulazzo Emanuele II e nella colonna con il Leone di San Marco. 34

Su progetto di Francesco Zamberlan, Venezia costruì anche il tempio della Beata Vergine del Soccorso (conosciuto come Rotonda), il cui interno è ricco di decorazioni e tele raffiguranti i podestà veneziani che vi governarono fino a metà del XVII secolo. Prima dell’inizio della dominazione francese, Rovigo vide l’ampliamento del Duomo e la realizzazione di Palazzo Roncale e Palazzo Angeli, due capolavori dell’edilizia privata. La rivoluzione francese cambiò ancora una volta le carte in tavola consegnando al Regno Austroungarico prima e al Regno d’Italia poi (1866) una città che si arricchì del Teatro Sociale e dell’Accademia dei Concordi.


MODA di Emily Johnston

Tendenze Moda primavera / estate 2013

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CULTURA

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MODA

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Si pensi a “La leggenda del pianista sull'oceano” (1998) con Tim Roth, dal monologo” Novecento” di Alessandro Baricco, al magniloquente “Baarìa” (2009), film corale con un cast enorme ed eccezionale, ritratto storico e sentimentale del comune di Bagheria (in provincia di Palermo) dagli anni '30 agli '80 del XX secolo. Un “internazionalismo” di Tornatore che ora si ritrova anche in altri registi di una generazione successiva, come Paolo Sorrentino o, vista la sua fortuna negli Stati Uniti, Gabriele Muccino. 38


CINEMA Questa mentalità internazionale e questa qualità superiore rispetto alla media si ritrovano anche nell'ultima pellicola del regista siciliano: “La migliore offerta” (2013). Girato tra l'Italia (Bolzano, Trieste, Roma, Milano, Udine), Vienna e Praga, direttamente in lingua inglese, il film rappresenta ancora una volta il Tornatore capace di farsi autore adatto anche all'estero. Si può definirlo un thriller “artistico”, con un lato altamente freddo e romantico, servito da attori eccezionali, capeggiati da Geoffry Rush, in prima fila con Jim Sturgess, Sylvia Hoeks e Donald Sutherland.

verità. Un “meccanismo”, per dirla come nel film, che si aggira su due livelli: il chiarirsi della trama e del mistero di Claire, scoperto da Virgil, che va di pari passo al ricomporsi dell'automa antico ritrovato dal banditore. Tornatore dimostra ancora una volta che in Italia si possono fare film di un certo spessore sia artistico che produttivo. Non solo filmetti e provincialismo.

Virgil Oldman (Rusch) è un sessantenne antiquario e battitore d'aste di rinomata fama. La sua vita è abbiente, ma solitaria, rivolgendo la sua passione e la sua anima solo all'arte. Non ha mai avuto una donna con sé, ma un giorno conosce (telefonicamente) la giovane ereditiera Claire, che lo incarica di valutare gli oggetti preziosi che arredano la sua villa e di cui vuole liberarsi. La ragazza non si presenta mai agli appuntamenti con Virgil, esercitando così un forte fascino sull'uomo, che, durante le sue visite professionali, inizia a indagare sulla domma e a scoprire un antico “meccanismo” nei sotterranei della villa. Ne “La migliore offerta”, Tornatore evita alcuni suoi punti deboli, presenti, ad esempio, nel precedente Baarìa, come un certo gusto per l'enfasi e la magniloquenza. Il concentrarsi su un film scevro da qualsiasi obbligo di tenere conto della Storia lo porta a soffermarsi e a lavorare maggiormente sulla storia, sul plot. Imbastendo un interessante giallo artistico, che si muove in un contesto intricatissimo che mette continuamente in comunicazione finzione e 39


CULTURA di Simona Guidicelli

Questo ortaggio viene coltivato soprattutto lungo le coste del Mediterraneo e nell'Europa meridionale, cioè in regioni a clima molto caldo o temperato/caldo. Pur essendo perenne, almeno nei paesi di origine, da noi si tratta come annuale, rinnovando la semina a fine inverno per raccogliere i frutti nel corso dell'estate e nel primo autunno. Come in molte altre solanacee, anche nella melanzana, in particolare nelle foglie e nelle altre parti verdi, sono contenuti dei composti velenosi. I frutti, invece, sono commestibili e saporiti, se cotti e cucinati a dovere. Si coltivano numerose varietà, che differiscono per la forma, la grossezza e il colore dei frutti; le più pregiate sono le melanzane tonde, ovali o lunghe a buccia nerastra o violacea. Meno comune è la melanzana bianca ovale, egualmente saporita. Questa varietà non va però confusa con il Solanum ovigerum, coltivato unicamente a scopo ornamentale per i caratteristici frutti che, per forma, grandezza e colore, simigliano a un uovo di gallina (questa specie è conosciuta infatti come piane delle uova).

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BENESSERE E SALUTE Quando si raccoglie Ascopo terapeutico si colgono i frutti ben maturi, da cui si stacca la buccia con una parte della polpa. Come si utilizza La melanzana, apprezzata come ortaggio, non è ancora sufficientemente valorizzata per le notevoli proprietà terapeutiche, analoghe a quelle del carciofo. Infatti, ha azione diuretica, colagoga e coloteria, disintossica l'organismo ed è utile per diminuire il tenore del colesterolo nel sangue. Come si riconosce È una pianta erbacea annuale, assai vigorosa e alta fino ad 1 metro, con fusto eretto e ben ramificato. Le foglie sono oblunghe, di colore verde e sfumature violacee, fortemente pelose e talvolta con picciolo spinescente. I frutti sono delle bacche carnose, oblunghe, tondeggianti o anche irregolari, violacee o nerastre. Come si prepara per la conservazione Le foglie si fanno essiccare all'aria e si conservano in sacchi di carta; il frutto viene consumato fresco o essiccato. Per essiccare le melanzane Tagliare a fettine e metterle sotto sale. Dopo 2 ore scolarle, asciugarle e porle al sole, possibilmente appese a un filo. Ritirare alla sera. Quando saranno asciutte, far essiccare all'ombra.

Ingredienti per 4 persone: 8 melanzane piccole o 4 grosse 6 acciughe mollica di pane, 1 uovo prezzemolo, aglio pangrattato, olio

Un'insalata vitaminica Mescolare pomodori tagliati a fettine, cubetti di melanzana, fettine di barbabietola, pochi capperi, prezzemolo tritato, olio e sale (se piace qualche goccia di aceto di mele). La melanzana contiene vitamina B e C ed è molto adatta anche ai convalescenti e a chi manca di tali vitamine.

Contro il mal di denti Versare in un quarto di acqua calda 3 cucchiai di foglie di melanzana e far cuocere lentamente per 15 minuti, sino a far assorbire interamente l'acqua. Stendere il cataplasma su di una garza e applicarlo sulla guancia, togliendolo ancora tiepido. Rinnovare le applicazioni due, tre volte al giorno. Un tonico contro il viso irritato Far bollire per pochi minuti in un quarto di acqua calda un cucchiaio di foglie. Filtrare e spremere bene. Aggiungere il succo di metto limone e usare al mattino e alla sera dopo la normale pulizia della faccia. Contro le morsicature di serpenti Far cuocere una manciata di foglie con poca acqua sino a farla assorbire. Porre il cataplasma sulla parte colpita.

Per preparare questo saporito piatto, che fa parte della cucina meridionale, e che può essere servito oltre come contorno, anche come antipasto, l'ideale è disporre di quelle piccole melanzane che hanno forma allungata, pochi semi e polpa soda e gustosa. Dividete le melanzane a metà nel senso longitudinale ed estraete un po’ della polpa e i semi; rosolatele poi per pochi minuti nell'olio bollente. Preparate il ripieno mescolando la mollica di pane, ammorbidita in un po’ d'acqua e strizzata, con un trito di prezzemolo, acciughe ed uno spicchio d'aglio. Legate il composto con un rosso d'uovo e farcite le melanzane, disponendole quindi in una teglia unta d'olio; cospargetele con n po’ di pane grattugiato, irroratele con olio d'oliva e informatele per 20 minuti a 200 gradi circa, facendole dorare. 41


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ENOGASTRONOMIA Molto diffuso nel Rinascimento, dove appare rappresentato in diverse opere pittoriche tra cui “La fruttivendola” di Vincenzo Campi, “L'estate” e “Vertummus” di GiuseppeArcimboldo, la tradizione vuole che giunga in Francia grazie a Caterina de Medici, moglie di Enrico II, particolarmente ghiotta dei cuori di carciofo.

In Francia la sua diffusione in età moderna fu consistente almeno quanto quella di funghi e asparagi, perni della nuova cucina post-rivoluzionaria. L'ultimo colpo d'ala alla diffusione del carciofo viene dato dall'avvento e dalla propagazione dell'industria conserviera, che ne fa lievitare la domanda. L'Italia, terra poco avvezza a record di questo tipo, è ancora la patria elettiva di questo ortaggio, che il Bel Paese coltiva in una quantità pari a qualcosa come il 40% della produzione mondiale. Un dato di questo tipo non può che essere accompagnato dalla forte connotazione che le cucine regionali traggono dall'utilizzo del carciofo. È il caso della Liguria, dove il carciofo, molto apprezzato a crudo nel pinzimonio, viene non di meno utilizzato a cotto nella celebre “Torta pasqualina”, tipica dell'avvento della primavera, a base di pasta sfoglia, bietole e uova. Specialità della cucina del Lazio sono invece i “Carciofi alla Romana”, ossia stufati in olio d'oliva, brodo vegetale, prezzemolo, aglio e mentuccia, e il “Carciofo alla Giudia”, il cui nome tradisce fortemente l'origine ebraica: dopo aver mondato i carciofi delle foglie esterne più dure, i cuochi ebrei del ghetto riducevano i gambi lasciandone 3 o 4 centimetri. Con lo spelucchino giravano intorno ad ogni carciofo, tagliando le fogli e creando una spirale

intorno alla testa. Dopo averli passati col limone e messi a bagno in acqua fredda e limone, ne aprivano le foglie con le mani e li salavano. I carciofi venivano quindi deposti in un tegame colmo di olio extra vergine con uno spicchio d'aglio e cotti insieme a una tazzina d'acqua per 15 minuti. Successivamente, si procedeva alla doratura dell'ortaggio in un 'altra padella di olio caldo, prima di servirli con una spolverata di prezzemolo e origano tritati. Altro modo di consumare i carciofi alla romana è crudi, a lamelle, in insalata. Per chi è ghiotto di primi piatti, le ricette a cui attingere a piene mani sono numerose: si va dal celeberrimo risotto alle paste , in cui i carciofi appaiono forse nella loro versione più ghiotta: quella di crema. Per la preparazione è sufficiente tagliare la parte superiore del carciofo, togliere le foglie esterne, tagliarli a spicchi e deporli, insieme ad aglio e sale, in un tegame con un velo di olio extra vergile di oliva. Non appena i carciofi sono spappoCuori di carciofo lati, devono essere passati e ridotti a una crema densa, che sarà riposta in un vasetto su cui sarà versato un filo d'olio a crudo. I vasetti, per la conservazione, dovranno essere fatti bollire per 20 minuti. Il condimento della pasta, come avviene per il pesto alla genovese, prevede che a fine cottura si amalgami il sugo con un mestolo d'acqua calda che ne esalti la cremosità. Sulla pasta, preferibilmente sedani o maccheroni, si potrà grattugiare formaggio a piacere. Se gradito, spolverare il piatto con del pepe nero macinato. Un accenno doveroso va infine fatto alle quattro tipologie di carciofo italiano che si fregiano di un marchio di tipicità. Parliamo di tre IGP, appannaggio del Carciofo di Paestum, del carciofo brindisino e del carciofo romanesco

Carciofo alla Giudia

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CULTURA

AGENDA DI FEBBRAIO

del Lazio, e di una DOP, concessa al Carciofo Spinoso di Sardegna. Questo peculiare frutto, coltivato in provincia di Sassari, può essere consumato in pinzimonio, eliminando le foglie esterne più dure, vi si può fare un' ottima salsa o può essere parte integrante di squisite torte salate.

Carciofo Spinoso di Sardegna

Particolarmente tenero e poco astringente, è eccellente anche in insalata o condito , alla sarda, con scaglie di bottarga o bottarga grattugiata. I gastronomi sardi giurano che è delizioso se utilizzato come ripieno delle panadas - la torta con pasta a base di semola rimacinata e strutto - e indimenticabile con seppie e calamari, con la carne di agnello o in abbinamento con le patate. 44




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