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numero 20 - maggio 2010

Fr. 2.80 Euro 1.80

la voce e l’immagine degli italiani nel mondo

TURISMO

Dolomiti d’inCanto CINEMA

Raimondo Vianello

ITALIANI NEL MONDO

25 aprile a Zurigo

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maschile” la quale riesce ad avvincere, quasi con effetto magnetico, le belle biondine del Nord e Mitteleuropee nella unilaterale supposizione che le “giovani bionde vikinghe” si rechino in Italia nell'intenzione di voler degustare la famigerata sessualità.

All'estero ci ammirano per la nostra filosofia di vita: la tipica “Italian WAY of life” per il nostro elevato senso diumore positivo nel saper affrontare con estrema disinvoltura aspre circostanze esistenziali e poterne dipanare magistralmente le più nodose difficoltà. Ammirazione che viene estesa all'abilità recitativa che conferisce al nostro comportamento ed alle nostre competenze relazionali e comunicative “da Agorà”, un raffinato tocco di burlesca comicità in una duplice valenza di sottile autosatira e senso di ottimismo di vita; famigerata qualità che ci rende noti nel mondo come perennemente abili attori della commedia dell'arte nelle sue due più disparate varianti: la prima di estrazione culturale veneziana di matrice goldoniana, e di umoristica buffoneria alla Eduardo De Filippo di emanazione culturale partenopea; purchè non si esageri rischiando di digenerare nella sovente pulcinellata italogena. Nella nostra autoconsapevolezza di psicologia caratteriale traspare a tratti una diffusa velatura di amaro pessimismo antropologico, che in virtù della precedentemente menzionata apparente leggiadria umoristica riusciamo abilmente a celarlo. Tale velato senso di pessimismo che si estrinseca comunemente in un complesso di negatività storica nell'assunto di aver difetti piuttosto che pregi. Sarebbe opportuno su tale versante evidenziarne, con coerente considerazione della nostra storicità, il motivo per cui possediamo prevalentemente difetti piuttosto che pregi. In tale escursione storica possiamo richiamare la nostra attenzione sull'attuale fenomeno generalizzato d'illegalità nella corrente quotidianità italiana; e in un tentativo di ricerca per una efficiente chiarificazione del fenomeno di malavitosità siamo costretti a pogerci i seguenti dolorosi quesiti: la corruzione è più diffusa da noi che in altri paesi democratici dell'Europa occidentale? Siamo corrotti sin dalla nascita oppure ci corrompiamo crescendo?

È questione del nostro DNA? All'estero ripetutamente ricorre la frase: Gli italiani sono fatti così . Evidentemente solo la nostra storia sarà in grado di proporci una spiegazione per rispondere a tutti i precedenti quesiti. L'Italia nel medio evo e agli albori dell'età moderna ha saputo disporre di lunghi periodi gloriosi sul versante della cultura, dell'arte pittorica e dell'artigianato. Durante le epoche storiche del tardo Medio Evo, Umanesimo e Rinascimento siamo stati i primi in Europa nella triade di qualità culturali summenzionate; il centro Italia infatti è stato in grado di contribuire nella misura di due terzi, sia per arte pittorica che scultorea, al patrimonio artistico mondiale. Durante queste sequenze storiche, mentre altri popoli Europei si adoperavano efficacemente a dar vita ai grandi Stati Nazionali come Francia, Gran Bretagna, e diversi paesi scandinavi, viceversa da noi i Comuni, le Signorie e lo Stato Vaticano hanno ostacolato la formazione di una Nazione Unita. Periodo nefasto per l'Italia per aver subìto dominazione straniere, eventi ai quali causalmente sono da ricondurre le ragione storiche delle numerose virtù negative del carattere Italiano. L'illuminismo fulgido momento culturale di “lume dell'intelletto ” in Europa, ha sociologicamente condizionato una cruenta contestazione in Francia nel tardo diciottesimo secolo, denominata rivoluzione francese; nella penisola Italiana l'illumunismo ha determinato il Risorgimento: movimento culturale di natura patriottica da cui scaturisce l'ideale politico di un'Italia unita. Nel medesimo frangente storico del diciannovesimo secolo in cui i Prussiani unificarono la Germania, gli Inglesi potenziarono la loro Nazione da Gran Bretagna a Regno Unito, in Italia il Piemonte ha monitorato l'unificazione territoriale e politica della Nazione Italiana. Ovviamente il regno Sabaudo ha tenuto a piemontizzare l'intera penisola, a tratti in maniera esageratamente ortodossa, ma il Piemonte offriva il modello virtuoso di fusione Nazionale, almeno in quel periodo sia sotto l'aspetto morale che giuridico di parziale genesi protestante. Costituendo il Piemonte l'unico fattore esemplare per aver saputo pontificare culturalmente la civiltà meridionale, sfera geografica d'influenza culturale nordafricana con la evoluta civiltà Mitteleuropea. L'inizio costituì un periodo fulgente per l'edificazione Nazionale, guidata da una saggia politica prevalentemente laica di stampo francese fino alla prima guerra mondiale il cui esito aprì un periodo buio per la giovanissima Italia Unita che venne conseguentemente flagellata da negativi eventi politici: dal fascimo mussoliniano alla seconda guerra mondiale, alla conseguente nuova Repubblica Italiana di matrice clericale dove dominava sovrana la democrazia cristiana fino all'odierno fenomeno patogeno dell'oscurentismo culturale berlusconiano.

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