Visto da l'Altraitalia

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l’altraitalia

la voce e l’immagine degli italiani nel mondo

l’altraitalia

numero 22 - settembre 2010

Fr. 2.80 Euro 1.80

Photo by Jürgen Oberguggenberger

TURISMO

Perugia ENOGASTRONOMIA

Il fungo porcino

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l’altraitalia Editore l'altraitalia Postfach CH 8965 Wald (ZH) info@laltraitalia.eu www.laltraitalia.eu Direttore Responsabile Maria Bernasconi Co-Direttore Gianni Lorenzo Lercari Direttore di Redazione Rossana Paola Seghezzi

Collaboratori Pippo Augliera Giovanni il Battista Paola Carcano Sabrina Dionisio Umberto Fantauzzo Manuel Figliolini Simona Guidicelli Silvana Lenzo Marco Minoletti Monica Monaco Chiara Morassut Armando Rotondi Christian Testori Paola Zorzi Foto rsp futura sagl Redazione grafica e stampa VisualFB - Magliaso visual.fb@bluewin.ch Webmaster Alfredo Panzera Contatti redazione@laltraitalia.eu Pubblicità info@laltraitalia.eu

di Maria C. Bernasconi

La nostra società è in continua evoluzione, tutto va veloce, tutti siamo presi da mille impegni, abituati oramai a contare i minuti a nostra disposizione prima del prossimo appuntamento. Non abbiamo più il tempo di ascoltare e, sempre più, diventa difficile saper ascoltare. Ma che significa saper ascoltare? Ascoltare significa mettersi a disposizione del nostro interlocutore per sentire e capire ciò che ha da dire, per tentare di stabilire una linea comunicativa, per tentare di comprendere quali siano le sue necessità, i suoi bisogni. Invece sono in molti ad essere convinti che comunicare significa parlare molto. Ma non è cosi! Comunicare significa sapere quando parlare e quando ascoltare. Anche tra genitori e figli spesso gli uni non sanno ascoltare gli altri, ed i muri delle differenze, delle divisioni, dell'incomunicabilità iniziano ad alzarsi sempre di più. Pensiamo ad esempio al caso di Sara Scazzi, la 15enne di Avetrana di cui non si hanno più notizie dal 26 agosto. Evidentemente un allontanamento degli adolescenti dalla famiglia è sempre possibile e non sempre perché stiano male a casa o perché incompresi. Comunque mi chiedo: è possibile che la ragazza non abbia dato alcun segnale oppure i segnali ci sono stati e la famiglia non ha saputo coglierli, non ha saputo “ascoltare” un certo disagio? Tutte le relazioni più importanti sono basate sulla comunicazione e quindi sull'ascolto. Anche in politica il saper ascoltare dovrebbe essere determinante! Purtroppo non è così! Sono reduce dall'aver partecipato ad un evento politico importante che, se da un lato mi ha sicuramente arricchita per i temi trattati, dall'altro mi ha, ancora una volta, lasciato un senso di vuoto. Ho nuovamente avuto conferma del fatto che i politici parlano (e spesso troppo a lungo!) alla gente, non parlano con la gente. Sembrano essere chiusi allo scambio di idee e di opinioni ed impauriti dal confronto diretto. Il loro pubblico è sempre costretto ad ascoltare, senza possibilità di replica. Parlano alla platea come se avessero a che fare sempre e soltanto con una plebaglia incolta, ricorrendo ad interventi ripetitivi, retorici e populistici. Insomma, per dirla meglio, il messaggio del potere, o dei poteri, dei professionisti della politica, è a senso unico. Peccato! Ascoltare non fa perdere tempo, ma è esattamente il contrario, è un investimento del tempo, è un'occasione per entrare in contatto con i cittadini, in modo semplice e chiaro, per ascoltare bisogni e richieste e cercare di dare risposte e, perché no, senza sentirsi feriti nell'orgoglio, per imparare a trarre esperienza dalle altrui intelligenze. Sfortuna vuole che non sempre si ricorda che la natura con la quale siamo stati creati è perfetta: non credo sia un caso che siamo fatti in modo che le nostre orecchie non si possono chiudere mentre la nostra bocca si!

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di Gianni Lorenzo Lercari

L`uomo di vetro Forse un giorno non troppo lontano, guardandoci allo specchio, non riusciremo più a vederci, visto che la nostra trasparenza sarà diventata così perfetta da accennare appena i contorni del nostro essere. Saremo diventati uomini di vetro? Oggi l`uomo di vetro è un concetto di interesse collettivo che viene inevitabilmente associato al controllo di quello che Orwell chiamò Il Grande Fratello , onnipotente quanto inafferrabile istanza di uomo superiore agli uomini. Paradossale è il fatto che il termine Uomo di vetro venne coniato negli anni `20 dal Museo Tedesco dell`Igiene per definire modelli anatomici in materiale plastico. Col tempo il suo significato ha poi subito mutazioni rilevanti e dopo il romanzo di Orwell è approdato all`odierna accezione, cioè quella di sinonimo e metafora relativa privacy , in concomitanza con il crescente bisogno di controllo dei cittadini da parte degli organi statali. La cosiddetta sfera privata viene infatti sempre più intaccata con una metodica incalzante, anche se è doveroso ammettere che i mezzi usati a tal uopo spesso altro non sono che scelte autonome dell`utente che si autosottopone al controllo stesso. Nell`era del computer, dei cellulari multifunzionali, delle carte di credito, dei network sociali online, delle machine di ricerca in internet e via di seguito un gran numero di persone accettano tali servizi, ne fanno uso spesso improprio e contribuiscono in tal modo al controllo passivo da parte delle istituzioni. Io non conosco quasi nessuno che non invii giornalmente messaggini anche futili, che non paghi anche conti irrisori con la carta di credito, che non sia iscritto a facebook, che non chatti con questo o quello sconosciuto, che non esibisca ad ogni acquisto in un supermercato la carta punti per ottenere regali o simili. Alle volte mi chiedo come sfuggire a questo sottile controllo al quale ci autosottoponiamo, senza avere la brutta sensazione di essere passé, obsoleti, non up-to-date; la risposta è sempre la stessa, che mi piaccia o no: telefonare da una rete fissa (sebbene oggi le offerte multimediali fanno si che questa non abbia più economicamente senso), scrivere quelle belle lunghe lettere che davano la possibilità di riflettere su quello che si voleva dire (un francobollo costa meno di vari sms), usare banconote e monetine quando si fanno acquisti (niente costi per il denaro in plastica), tralasciare i network e i blog dove la comunicazione è superficiale e sembra però profonda e qualcuno non me ne voglia, visto che la considerazione sembra insulsa ma ha un fondo di verità rinascondere il denaro dentro al materasso. Forse piccole azioni individuali, è vero, ma se è altrettanto vero che l`unione fa la forza tante azioni individuali formerebbero un collettivo che quantomeno rallenterebbe l`avvento dell`uomo di vetro. Costui ha infatti paura di venire un giorno spiato da tutti: istituzioni, banche, assicurazioni, agenzie private, 007 cammuffati da consulenti e last but not least da fantomatici satelliti che ruotano in nome della sicurezza e accumulano dati e immagini che potrebbero finire nelle mani sbagliate ed avere conseguenze poco simpatiche per noi esseri umani. Noi, che abbiamo sempre coltivato l`illusione di non rinunciare alla libertà e di voler controllare le macchine e che nostro malgrado ci rendiamo lentamente conto che sono le macchine a controllare noi e a interferire nella nostra privacy. Proteus è morto: evviva Proteus!

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Care lettrici, cari lettori, innanzitutto desideriamo ringraziarvi di cuore per l’interesse, l’attenzione e le numerose attestazioni di stima dimostrate per la rivista “visto da l’altraitalia” (giunta al ventiduesimo numero) ed il portale d’informazione www.laltraitalia.eu (che conta circa 30.000 iscritti alla newsletter ed oltre 40.000 visite mensili): sono segni tangibili di apprezzamento per il lavoro che abbiamo svolto con passione, grande impegno e serietà e che ci stimola a continuare la nostra attività con costante dedizione. Sono questi gli elementi che ci inducono a compiere un ulteriore sforzo per accrescere la nostra presenza sul mercato dell’informazione. La nostra direzione ha deciso così di:

pubblicare un ulteriore FOLIO informativo “L'ALTRAITALIA - LA VITA ITALICA IN SINTESI” che verrà stampato in 15.000 copie. Per la distribuzione del FOLIO e per raggiungere un più ampio catino d’utenza abbiamo stipulato una joint-venture con il gruppo Reggiani Spa, Varese e l'editore Sprint Suisse S.A., Agno che pubblica la rivista settimanale L'ECO-TELE7. Come sicuramente saprete, il settimanale L’ECO è una delle testate, con cadenza settimanale, pioniere nel mondo dell’informazione dedicata alla nostra comunità. Da qualche tempo la rivista si è proposta in una nuova veste ed un nuovo indirizzo gestionale. Tra gli accordi stipulati tra i due editori è previsto l’invio mensile congiunto, agli abbonati, delle due pubblicazioni. Siamo sicuri che tale iniziativa desterà grande interesse, come del resto già confermato dai recenti nostri sondaggi di proiezione. Il nostro progetto costituisce un notevole impegno organizzativo e finanziario: sottoscrivendo l’abbonamento annuale alla nostra rivista “visto da l’altraitalia” darete decisivo contributo alla piena riuscita dell’iniziativa che, con questo strumento, amplia ulteriormente l’attività informativa indipendente dedicata alla collettività italiana tutta. Potete scegliere se abbonarvi alla rivista online “visto da l’altraitalia” digitando www.laltraitalia.eu (costo dell’abbonamento Fr. 39.--) o se sfogliarla comodamente a casa vostra facendone richiesta ai numeri di telefono 0041 79 821 19 01 - 0041 78 911 78 28 oppure inviando una mail all’indirizzo info@laltraitalia.eu (costo dell’abbonamento Fr. 32.--). È anche possibile sostenere la nostra associazione diventando soci (tassa d’iscrizione Fr. 30.--). Un grazie di cuore per il vostro contributo finanziario e per le suggestioni che vorrete proporci dialogando apertamente con noi attraverso il nostro sito www.laltraitalia.eu. La Direzione


ITALIANI NEL MONDO

di Sabrina Dionisio

L’emozione del primo giorno di scuola alla SEIS Sandro P ertini di Basilea

In coincidenza con l apertura dell anno scolastico nella scuola svizzera, lunedì 9 agosto 2010 è ripresa anche l attività dell unica scuola primaria italiana di Basilea, la scuola bilingue SEIS Sandro Pertini . Lanno scolastico 2010/2011 è stato avviato con il numero record di 67 alunni, con una nuova impennata rispetto all anno precedente. Una crescita che costituisce un importante riconoscimento del modello scolastico della SEIS, ponte fra diverse culture. Il primo giorno di scuola è stato caratterizzato dalla festa di accoglienza riservata ai 16 nuovi alunni della prima classe. Alunni SEIS 2°-5° anno

Sì è vero, l abbiamo cantata già una volta l anno passato quando abbiamo dato il benvenuto agli alunni dell attuale classe 2°. E poi a pensarci bene l hanno cantata anche a me quando 4 anni fa sono arrivata in questa scuola, ricorda Nadia, oramai in quinta classe. Ma dobbiamo provarla di nuovo: tutto deve essere perfetto, ci dice la maestra Sabrina, esortandoci a cantare con la giusta intonazione e a non dimenticare il movimento che accompagna la parola tuffo . E poi c è la seconda canzone da cantare: il saluto in tante lingue. Siamo in una scuola bilingue! Infine proviamo un gioco che faremo con i piccoli. Sono le ore 9.30. Abbiamo solo 30 minuti per addobbare il cortile dove riceveremo i nuovi 16 compagni. Palloncini colorati vengono gonfiati e appesi ovunque: sugli alberi, allo steccato e anche sui nuovi giochi. Sì, perché durante le vacanze estive, la scuola ha ristrutturato l intero cortile. Molti alunni hanno già preso d assalto il nuovo scivolo o si stanno arrampicando sulla torre del parco giochi. Grazie alla scuola per questa bella sorpresa!

A raccontarci l emozione del primo giorno è la maestra Sabrina: Il primo giorno di scuola è un giorno speciale per gli alunni ma anche per tutti gli insegnanti. Si respira nei corridoi della scuola una fortissima emozione. I bambini arrivano a scuola accompagnati dai loro genitori, vestiti a festa, con le loro cartelle nuove e piuttosto leggere, i visi abbronzati e una gran voglia di raccontare davanti alla loro classe le vacanze appena terminate.

Alcuni della classe 3° si cimentano a scrivere sull asfalto con i gessi colorati benvenuto e Willkommen . Qualcuno ha scritto Willkomen , ma la maestra per oggi non dirà nulla. Le bambine, decisamente più romantiche, disegnano grandi cuori.

Gli insegnanti sono in corridoio ad accoglierli. Anche per loro è sempre una grande emozione il primo giorno di scuola! Tra un abbraccio e l altro, li accompagniamo in sala pranzo. Prima di ricominciare a cimentarci con lettere, parole, numeri e calcoli vari bisogna finire di preparare l accoglienza dei bambini di 1°.

La maestra si presenta, dà loro la mano e li invita ad andare in cortile. Sta per cominciare per loro il lungo viaggio nel mondo del sapere, alla scoperta di se stessi e dell altro. E noi avremo l onore di accompagnarli in questo affascinante viaggio per un certo periodo di tempo.

Non abbiamo molto tempo: sono le 8.15 e i nostri nuovi compagni arriveranno alle 10.00. Dobbiamo riprovare la canzone P rimo giorno di scuola , una sorta di inno della nostra scuola.

Sono le 10.00: la maestra Sabrina si dirige all ingresso dove ad attenderla ci sono 16 bambini, sorridenti ed emozionatissimi quanto i loro genitori.

E allora non ci resta che augurare un caloroso benvenuto a loro e un affettuoso bentornato a quelli che questo viaggio con noi l hanno già iniziato .

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Sabrina Dionisio, coordinatrice didattica


CULTURA

di Umberto Fantauzzo

COME NATURA E ARTE POSSONO NOBILITARE L’UOMO letterariamente celebrate dai rispettivi cultori europei, costituiscono il nuce virtuale della triade estetica del paesaggio elbano che ne legittimano la sua reputazione di perla del mediterraneo.

Gabriella Volpini, " Vista sul monte Grosso dal Forte Inglese” Portoferraio, olio su tela

La sublime effettuazione del preromantico idealismo estetico di Schelling, filosofo mitteleuropeo del diciannovesimo secolo, è possibile reperirla in quella meravigliosa entità terrestre nel mar Tirreno, alla quale l antica Grecia aveva consapevolmente conferito la denominazione Aethalia la famigerata isola che, nel contesto della costellazione di sette rubini insulari costituente l arcipelago toscano, per la sua esclusività paesaggistica e vastità territoriale domina sovrana. Bertrand Russel, matematico-filosofo britannico, decantava la sua amata terra un estesa penisola nell Inghilterra sud-occidentale: la Cornovaglia; la cui incantevole posizione, nelle tiepide acque oceaniche, lo induceva alle più profonde riflessione filosofiche.

Un eletta pleiade di artisti elbani, in virtù dello splendore paradisiaco della loro terra natia hanno maturato una consapevolezza estetica che concepisce l arte un estemporanea espressione della loro percezione intuitiva che, scaturendo dalla natura insulare come fonte d ispirazione poetica, si palesa all attenzione dell osservatore come una scena dell iperuranio, in cui con armoniosa leggiadria danzano gli ideali di bellezza e del bene che sul pianeta terra si concretizzerebbero esteticamente in musicale paesaggio ed eticamente in un contesto di benessere morale per l umanità. La maggior rappresentante della scuola di pensiero estetico elbano, Gabriella Volpini, ha organizzato numerose mostre d arte in Italia, dove esponendo le sue più significative creazioni pittoriche, in una vasta gamma di raffigurazioni paesaggistiche della sua natia Ilva (denominazione romana dell isola),offre all attenzione di ipotetici visitatori una descrizione figurativa di sequenze di meraviglie paesaggistiche ubicate in reconditi anditi del territorio.

Il letterato di Weimar Wolfgang Goethe, nel suo diario di viaggio attraverso la nostra penisola esaltava solennemente la Trinacria per la cromaticità gialloverde degli agrumeti lungo tutta la costa occidentale siciliana, olezzante di profumo di Zagara, che lo ispirava nella sua migliore creazione letteraria. Lintellettuale basilese Friedrich Nietzsche nella sua corrispondenza epistolare con il compositore musicista Wagner elogiava la liricità metafisica dell Engadina, un tratto montano delle elvetiche Alpi Retiche, che il medesimo, in virtù dello splendore alpestre, considerava fattore d ispirazione intellettuale nell elaborazione delle sue più note opere filolosofiche. Le tre realtà paesaggistiche, letterariamente celebrate dai rispettivi cultori

Gabriella Volpini “Il monte Capanne visto da Marciana Marina" olio su tela

Da un attenta personale considerazione di un quadretto di produzione volpina , si può evincere che l artista Gabriella nella sua magica competenza pittorica, rivelando la sua insita concezione di

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filosofia estetica con orientamento filologicamente apollineo sia per romantica nostalgia, forse classicamente arcaica per tematicità naturalista, come per accurata comunicatività di effetto figurativo e per proponimenti di elevata eticità e futuribile progettualità, concepisce l arte come energia spirituale di creatività umana che consente all intelletto del genio-esteta, in un suo impetuoso slancio di passione gnoseologica di squarciare il velo di Maya, occultante l autenticità estetica dell umanità, e nel contempo in atteggiamento di ascetica contemplazione della pura idea di bellezza di poter realizzare la spiritualità universale dell essenza umana.

Gabriella Volpini, " La dolce campagna adagiata sul mare " Scaglieri, olio su tavola

Nella formulazione del titolo tematico delle mostre: LUOGHI NASCOSTI ED ITINERARI, con le sue intenzioni e finalità di ordine etico-pedagogico nella sua opera artistica la Gabriella attesta con tangibile evidenza l acquisizione di una consapevole competenza morale nella sua estetica concernente la missione culturale dell artista nell auspicio di una migliore umanità. Il messaggio portante che la pittrice intende trasmettere a potenziali interessati si estrinseca in una duplice valenza di ordine informativo e formativo che si relazionano in un rapporto di reciprocità complementare. Le peculiarità naturali figurativamente riportate nelle opere pittoriche esposte presentano un diretto riferimento con realtà paesaggistiche di latente bellezza, reperibile nei più occulti angoli dello spazio insulare, essendo precipua intenzione di Gabriella con il suo attento occhio da ritrattista di palesare all attenzione del visitatore gli arcani segreti delle rare bellezze elbane che facilmente sfuggono alla conoscenza del profano turista o autoctono. Nella variegata gamma espositiva eccelle enfaticamente un trittico di esclusiva peculiarità litorale contenente le spiagge di Capo Bianco, della Ghiaie e della Padulella.

fIn particolare la mostra di Marciana è stata corredata da cartine topografiche di romantici sentieri che conducono nei luoghi di riferimento; selezioni di sentieri e luoghi appositamente effettuate in collaborazione con le autorità del parco. I capolavori della mostra inducono il visitatore a confrontarsi con le preziose rarità elbane, sollecitazione che, per effetto della suggestiva vivacità cromatica enfatizzante la variopinta armonia del paesaggio, il medesimo accoglie con entusiasmo per una nuova curiosità esplorativa. Il fascino avventuristico di un itinerario attraverso tratturi romantici in una profonda immersione nel perenne verde di flora tirrenica indurrà il curioso percepiente ad una melodiosa sensazione di intima simbiosi tra soggetto uomo ed oggetto natura conferendogli in tal modo la consapevolezza di un escursione dell animo in un contesto di metafisica libertà della natura. Per effetto pedagogico della mostra pittorica l ospite attraverserà un processo catartico di elevazione culturale con redenzione dal torpore consumistico in una società orientata esclusivamente al benessere materiale in cui dominano incontrastati l egoismo, gli interessi personali, la venalità ed il culto selvaggio di irrefrenabile esaltazione individualistica; una compagine umana culturalmente decaduta e civilmente abbrutita conformemente al famigerato detto di Hobbes, filosofo inglese homo homini lupus . Sarebbe auspicabile che ulteriori iniziative culturali, a modello dell artista Gabriella Volpini, per la loro rilevanza culturale e genialità artistica vengano ripetute e moltiplicate in un crescendo esponenziale nell immediato e mediato futuro con la continua sponsorizzazione finanziaria delle competenti pubbliche autorità. Gabriella Volpini Nata a Livorno nel 1968, dopo aver frequentato per tre anni la facoltà di Architettura di Firenze abbandona gli studi per dedicarsi esclusivamente alla pittura. Inizia l'attività artistica sotto la guida del pittore Regoli. Espone per la prima volta nel 1991. Partecipa a mostre collettive ed allestisce diverse personali. Ha lo studio a Forte Inglese, Portoferraio.

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PSICOLOGIA

di Monica Monaco

LA SINDROME DEL BURNOUT

Tra le forme di stress che possono derivare dal lavoro, una peculiare tipologia è quella che può essere riscontrata nella cosiddetta “sindrome del burnout” che rappresenta una vera e propria forma di esaurimento o logorio derivante dalla natura di alcune mansioni professionali. Più precisamente si tratta di una esperienza soggettiva di cattivo rapporto con il lavoro, che viene vissuta generalmente in una fase successiva ad uno stato di tradizionale stress lavorativo e con una forma grave che ha delle sue caratteristiche specifiche e delle conseguenze negative in termini di salute, di produttività e di soddisfazione lavorativa. La traduzione italiana della parola “burnout”, che comunemente avviene con il termine “bruciato” (o anche “scoppiato” o “andato in cortocircuito”), permette di descrivere parte delle sensazioni vissute da chi sperimenta lo stato di questa sintomatologia. È utile anche sapere che questo termine anglosassone viene adottato comunemente per designare quelle persone che fanno un consumo abituale di droghe e da questo ambito è stato trasportato nel contesto del disagio manifestato da chi è in uno stato di burnout e mostra di essere deteriorato e svuotato dal “lavoro con le persone” sperimentando uno stato simile, per certi aspetti, allo stato di vuoto emotivo che viene descritto da alcuni tossicodipendenti o ex tossicomani. Nonostante ciò va precisato che lo stato di burnout non è necessariamente collegato ad una “dipendenza dal lavoro” né è un esito certo di tutte le forme di “stress da lavoro”.

Uno sguardo quotidiano sul disagio La “sindrome del burnout” è una tipologia specifica di disagio psicofisico connesso al lavoro che interessa, in varia misura, diversi operatori e professionisti che sono impegnati quotidianamente e ripetutamente in attività che implicano le relazioni interpersonali. Tale problematica è stata descritta inizialmente da H. Freudenberger e da C. Maslach che portarono avanti le prime osservazioni su tale fenomeno dopo il 1970 all'interno di un reparto di igiene mentale in cui avevano notato su alcuni operatori dei sintomi caratteristici di questo problema. Come sottolineano i risultati di alcune osservazioni sull'incidenza del fenomeno su mestieri differenti, il burnout colpisce in misura prevalente coloro che svolgono le cosiddette professioni d'aiuto o “helping professions” ma anche coloro che pur, avendo obiettivi lavorativi diversi dall'assistenza, entrano continuamente in contatto con persone che vivono stati di disagio o sofferenza. Di conseguenza questo problema è stato riscontrato in modo predominante in coloro che operano in ambiti sociali e sanitari come medici, psicologi, assistenti sociali, counselors, esperti di orientamento al lavoro, fisioterapeuti, operatori dell'assistenza sociale e sanitaria, infermieri, guide spirituali, missionari e operatori del volontariato. A partire dai primi anni in cui il fenomeno è stato studiato, esso è stato riscontrato anche in tutte quei mestieri legati alla gestione quotidiana dei problemi

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delle persone in difficoltà, a partire dai poliziotti, carabinieri, vigili del fuoco, fino ai consulenti fiscali, avvocati, nonché in quelle tipologie di professioni educative (es. insegnanti) che generano un contatto, spesso con un coinvolgimento emotivo profondo, con i disagi degli utenti con cui lavorano e di cui guidano la crescita personale. Secondo i risultati delle indagini di alcuni studiosi la chiave della genesi del burnout è da rintracciarsi in questo contatto frequente con le emozioni dolorose degli altri, una condizione che stressa emotivamente a causa della stessa natura umana e della capacità di sperimentare l'empatia che non sempre viene gestita in modo da saper mantenere un giusto distacco emozionale pur comprendendo i problemi dell'altro. Da questa vicinanza emozionale eccessiva che si viene a creare per diverse ragioni che possono attenere ad elementi di comunanza con la propria storia personale, ma anche al carico eccessivo di lavoro o ad alcune abitudini psicologiche di gestione emotiva, si può superare la soglia di tolleranza del burnout e finire, in modo più o meno consapevole, per vivere il peso delle problematiche delle persone creando una confusione emotiva interiore tra se stessi e l'altro che può essere vissuta inizialmente anche semplicemente come una stanchezza e sensazione di aver lottato con un problema.

Le tre facce del burnout Il disagio da burnout comprende tre vissuti che rappresentano le dimensioni fondamentali del problema da tenere in considerazione nelle valutazioni del problema. La prima caratteristica è quella dell'esaurimento emotivo che è vissuto come un inaridimento interiore e come la sensazione di non avere più qualcosa da dare ai propri utenti e che viene esperito spesso come impotenza, tensione, impazienza, nervosismo o anche depressione e demotivazione rispetto a tutte le attività quotidiane precedentemente soddisfacenti. Una delle affermazioni interiori o esteriori tipiche di chi prova questo stato è questo lavoro mi scarica interiormente . La seconda dimensione tipica del problema è chiamata depersonalizzazione e corrisponde con una tendenza a reagire in modo freddo o persino cinicoaggressivo nei confronti delle persone che sono destinatarie della propria attività lavorativa, una risposta che spesso aumenta paradossalmente di fronte al tentativo di far sentire il proprio malessere da parte dell'utente. Questo vissuto viene generalizzato attraverso uno stato mentale di distacco estremo rispetto al disagio altrui che si manifesta con uno stato interiore di disinteresse verso gli altri o talvolta persino di colpevolizzazione. La terza particolarità del burnout è la presenza di una ridotta realizzazione lavorativa che determina una sfiducia nelle proprie capacità e competenze ma anche una diminuzione delle ambizioni di successo che spesso trasforma il lavoro in una attività condotta esclusivamente per mantenere la propria remunerazione. A causa di questa nuova prospettiva rispetto a se stessi dal punto di vista professionale è frequente anche la tendenza a giudicare in modo negativo il proprio lavoro passato con effetti retroattivi, annullando così mentalmente il valore delle soddisfazioni precedenti e generando in tal modo un ulteriore senso di insoddisfazione, rabbia ed esaurimento emozionale. È molto importante sottolineare che lo stato di burnout è una condizione che è presente naturalmente nelle tipologie professionali a rischio precedentemente nominate e che, per tale ragione, ciò che è importante è che esso sia considerato come uno stato la cui intensità è da tenere sotto controllo per il benessere del lavoratore e degli utenti, nonché per l'immagine e per il rendimento delle strutture erogatrici (es. aziende, amministrazioni, ecc.), dal momento che su questi ultimi incidono la soddisfazione del lavoratore e dei beneficiari.

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MODA

di Manuel Figliolini

Regine della casa: tradizione e made in Italy L’alternarsi di sogno e realtà, la stasi leggera tra la terra ed il cielo, il privilegiato rapporto con il telespettatore sono gli ingredienti principali di “Regine della Casa” un programma ideato dallo Studio Doré. Simona Fontana Contini (a destra nella foto)

La giornalista Simona Fontana Contini, creatrice e direttrice dello Studio Doré, adempie con zelo ai suoi obiettivi in ogni puntata … ambientazioni da sogno: castelli, ville liberty … realtà artigianali del made in italy … collaborazioni autorevoli nel campo del life style. A trent'anni, dopo esperienze professionali come interprete in Fiera Milano, di pr con taglio professionale nei rapporti con i giornalisti per la cultura e per il turismo di lusso e come organizzatrice in una realtà universitaria internazionale, la creatrice di “Regine della Casa” sentì il richiamo nella terra natale della madre, un canto che l’attirò a sé, donandole i segreti di una terra dal passato ancestrale, tramonti lacustri e cieli d’estate stellati.

nel suo format “Le regine della Casa”, nei lanci stampa di ogni puntata, nel blog del programma (http://programmareginedellacasa.blogspot.com). Il concept di “Regine della Casa” è riassumibile con il motto “l’unione fa la forza”, una commistione tra territorio e Made in Italy. Un'unione che Simona Fontana Contini sostiene in prima persona, scegliendo location fiabesche e “mises” adatte all’occasione, avvalendosi dei più grandi artisti italiani come: Gallia e Peter per cappelli, veli e velette; Paoletti di Follina per i capi spalla e Plexilandia per i gioielli … una parte tra tutti quelli che collaborano con lei in questo progetto televisivo. Un format “ideale” che la creatrice dello Studio Doré vive come una continua evoluzione personale e professionale, sempre all’ascolto di nuovi orizzonti; un'interazione costante con il suo pubblico che le permette di accendere le luci a manifestazioni importanti lombarde e ticinesi come “Sanpellegrino Sapori Ticino”, “Il Salone del Mobile” a Milano e molte altre. “Regine della Casa” rappresenta e rappresenterà una realtà sociale e territoriale molto importante che Simona Fontana Contini magistralmente rende fiabesca. Per saperne di più sulla nuova programmazione di “Regine della Casa” seguite i comunicati sul loro sito dove potete vedere puntate della scorsa stagione in streaming: http://programmareginedellacasa.blogspot.com

L’amore fu il suo trampolino di lancio: per lasciare Milano portando con sé il sapere dei grandi artigiani meneghini, per fondare lo Studio Doré e dare vita a “Regine della Casa”. In occasione di un nostro incontro le chiesi cosa o chi l’avesse spinta a lasciare una grande città come Milano per trasferirsi tra l’Alto Varesotto e il Ticino; lei mi spiegò che innanzitutto questa era la sua “madre terra” e che lei seguiva la bussola dell’istinto che non indica obbligatoriamente il Nord ma indica l’amore, la natura e l’universo. E tutto ciò lo si trova ... l’altraitalia 10


CINEMA

di Armando Rotondi

Noi credevamo

di Mario Martone: alle origini del Risorgimento italiano Dopo Baaria di Tornatore, che l'anno scorso inaugurò la Mostra del Cinema di Venezia, l'Italia sforna un altro kolossal storico, che è stato presentato con grande successo, quest'anno, sempre al festival lagunare. Noi credevamo di Mario Martone è davvero adatto per le celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia che si protrarranno per tutto il 2011. Il regista (con gli occhiali) durante le riprese

Il cast è davvero nutrito con Luigi Lo Cascio, Toni Servillo e Renato Carpentieri, solo per fare qualche nome. È prevista un'uscita nelle sale a ottobre, ma appare evidente, e ciò viene detto senza nessun tono negativo, che la collocazione ideale per il film è la televisione, dove andrà in onda, con tutta probabilità, tra novembre e dicembre.

La pellicola, davvero lunghissima, quasi tre ore e quaranta minuti, si interroga e indaga, infatti, sul Risorgimento italiano. La storia, basata sull'omonimo romanzo di Anna Banti, segue le vicende di tre ragazzi del Cilento, Domenico, Angelo e Salvatore, i quali si affiliano alla Giovine Italia mazziniana dopo la repressione borbonica dei moti del 1828. Da questo momento si alternano vari episodi di quel percorso che porta all'Unità di Italia e che vede a diverso i tre giovani partecipi: dall'arrivo nel circolo di Cristina Belgioioso a Parigi e al fallimento del tentativo di uccidere Carlo Alberto passando per l'insuccesso dei moti savoiardi del 1834. Martone, come detto, vuole indagare sulle contraddizioni del Risorgimento e lo fa con grande vigore, mettendosi così nella scia di grande opere del passato come Bronte (1972) di Florestano Vancini o Allónsanfan (1974) dei fratelli Taviani che avevano trattato lo stesso argomento. l’altraitalia 11


La Passione di John Turturro per la canzone napoletana: un atto d'amore Passione è la sua seconda fatica registica e documentaristica dedicata ad una tradizione culturale italiana. Già nel 2009 Turturro ci aveva regalato Prove per una tragedia siciliana, co-diretto proprio con Roman Paska, dove, partendo dalle ricerche sui luoghi di origine della sua famiglia che da vicino Palrmo proveniva, egli scopre e analizza la teatralità che scorre nelle vene dei siciliani. Un po' come la musica scorre nel sangue dei napoletani. Lì era il teatro siciliano, qui la musica napoletana. E come già per la sua precedente fatica, anche con Passione ci troviamo di fronte ad una pellicola che è riuscita davvero, nonostante qualche passo ingenuo e scontato (ad esempio la classica inquadratura dei vicoli di Napoli con i panni appesi ad asciugare). Turturro, durante la conferenza stampa per la presentazione dell'opera, ha spiegato come Passione non sia un film nostalgico sulle epoche passate della musica classica partenopea, ma un film attuale, poiché vuole mostrare come quella tradizione sia ancora modernissima.

Un atto d'amore verso uno dei grandi patrimoni della cultura e della tradizione italiana. Questo è il carattere generale del film Passione di John Turturro, presentato, con grande successo, fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. Un atto d'amore per la canzone e la musica napoletana, che, come lo stesso regista e attore ha spiegato più volte, è entrata prepotentemente nella sua vita senza più uscirci. Una passione che nasce sin quando, nel 1996-97, ebbe a confrontarsi con il napoletano Francesco Rosi che diresse Turturro nel toccante La Tregua, dove egli interpretava i panni di Primo Levi. Un amore che poi esplode quando Turturro si reca nella città campana per portare in scena, con la compagnia americana A Theatre for a New Audience e la regia di Roman Paska, Questi fantasmi! di Eduardo De Filippo al Teatro Mercadante nel 2006. Un altro successo.

Ed ecco che sullo schermo si alternano grandi voci e grandi interpreti come Peppe Barra, uomo di teatro e di musica che si impegna nel recupero della tradizione sin dalla fine degli anni '60 quando faceva parte della Nuova Compagnia di Canto Popolare e che nella pellicola regala una splendida Tammurriata Nera. Scene straordinarie sono presenti nell'opera: Fausto Cigliano canta Catarì nella solitudine del Pio Monte della Misericordia dove si trova il capolavoro Sette opere di misericordia del Caravaggio; Fiorello con Caravan Petrol di Renato Carosone e Gegé Di Giacomo tra le zolle polverose della Solfatara; Massimo Ranieri che recita Malafemmena, con Lina Sastri da controcanto. Ma anche Carmela interpretata da Mina e Napule è di Pino Daniele, brani che aprono e chiudono il film, Raiz, M'Barka Ben Taleb e Pietra Montecorvino che canta Comme facette mammeta per un gruppo di ballerine hip hop incorniciate dalle volte del Palazzo dello Spagnolo al Rione Sanità. Un film sincero e sentito. Un atto d'amore che, fortunatamente, avrà una distribuzione su scala mondiale. Speriamo sia un successo.

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AGENDA Romics Dal 30 settembre al 3 ottobre 2010. Roma - Nuova Fiera di Roma. www.romics.it

Verona

Alla sua 10° edizione, Romics, il festival dell'animazione e del fumetto di Roma, si annuncia davvero da non perdere con la grande gara di Cosplay, ovvero travestitismo ispirato a fumetti e cartoni animati, tante anteprime e un'ospite internazionale da eccezione: Riyoko Ikeda. Le giornate del cinema muto Dal 2 al 9 ottobre 2010. Pordenone. Teatro Comunale Giuseppe Verdi. Il programma della 29a edizione delle Giornate comprende: una sezione sul cinema giapponese, con i lavori di tre maestri misconosciuti (Yasujiro Shimazu, Hiroshi Shimizu e Kiyohiko Ushihara); (quest'ultimo discepolo di Chaplin); “l'altra Weimar 2”, selezione di film che illustrano le tensioni politico-sociali nella Germania del decennio successivo alla prima guerra mondiale; sette “classici” del cinema muto provenienti da altrettanti paesi; il cinema comico francese degli anni 19101915; i corti di Leo McCarey; un omaggio ad Abram Room; gli incunaboli del cinema scientifico dello psichiatra e cineasta Vincenzo Neri; “il silenzio delle amazzoni”: le origini del cinema brasiliano, fra etnografia e impegno sociale. Ed inoltre: la quarta tranche dei gioielli dell'australiana Corrick Collection; le dive del cinema muto italiano in film ritrovati o restaurati; e, come sempre, eventi speciali e accompagnamenti con l'orchestra. Uno dei festival più interessanti e colti del panorama mondiale.

Città dell'amore tormentato degli shakespeariani Giulietta e Romeo, Verona si presta naturalmente ad essere punto di partenza per una storia romantica cinematografica. Proprio dalla città veneta prende così le mosse il recentissimo Letters to Juliet (2010) di Gary Winick, con Amanda Seyfried, Vanessa Redgrave e Franco Nero, tratto dal romanzo di Lise e Ceil Friedman, con la protagonista Sophie che si reca in visita a Verona con il suo futuro sposo. Mentre lui si interessa solo di gastronomia locale, Sophie si ritrova nel cortile di Casa Capuleti e lì scopre una lettera d'amore di una tale Claire (Vanessa Redgrave) per un italiano di nome Lorenzo (Franco Nero), depositata cinquant'anni prima e rimasta nascosta tra le pietre del muro. Decide di contattare Claire, che si presenta in compagnia del nipote Charlie per ritrovare il suo amore perduto. Il film si sviluppa come una romantica storia d'amore che da Verona e da Casa Capuleti arriva sino alle campagne della Toscana (dove vive Lorenzo). Un film, a dir la verità, non eccezionale, forse anche banale, ma che tocca se si pensa al rapporto vero tra la Redgrave e Nero. Un amore esploso più di quarant'anni fa e mai sopito. Nel 1969 nasce il loro figlio Carlo e, nonostante si siano amati da sempre, una vita intera, si sono sposati solo il 31 dicembre 2006. Vederli camminare mano nella mano vale da solo il prezzo del biglietto.

Festival Internazionale del Film di Roma Dal 28 ottobre al 5 novembre 2010. Roma. Auditorium Parco della Musica e altre sedi. www.romacinemafest.it La 5° edizione del Festival Internazionale del Film di Roma si svolgerà dal 28 ottobre al 5 novembre 2010 presso l'Auditorium Parco della Musica di Roma, il complesso architettonico firmato dal celebre architetto Renzo Piano. La manifestazione occuperà ogni ambito del complesso. Le cinque sale- Santa Cecilia, Sinopoli, Petrassi, Teatro Studio, Studio 3 accoglieranno proiezioni e incontri, mentre negli spazi di Foyer, AuditoriumArte, Spazio Risonanze e il museo Archeologico ospiteranno numerose altre iniziative. Durante il Festival, i 1300 mq del viale che conduce alla spettacolare Cavea dell'Auditorium saranno trasformati in uno dei più grandi Red Carpet del mondo, una passerella unica dove sfilano le stelle del cinema internazionale, ma anche gli spettatori, veri e propri protagonisti della manifestazione. l’altraitalia 13

La casa di Giulietta a Verona


BENESSERE E SALUTE

di Gianni Lercari

Mens sana in corpore sano Gefühle; das soziale Wesen des dritten Jahrtausends sucht wie all seine Vorfahren nach Wegen, um das Irdische zu genießen und gleichzeitig das Seelische zu pflegen. Die Aufgabe scheint nicht gerade simpel zu sein und es gibt tatsächlich recht viele Theorien, welche ein allgemeines Rezept für das gesamte Wohlbefinden versprechen; die Praxis sieht aber ganz anders aus. Denn jeder Mensch ist ein einzigartiges Individuum auf der Suche nach der eigenen Wahrheit und nach den Modellen für die eigene Zufriedenheit. Vor ca. 25 Jahren erfand man in den USA den Begriff We l l n e s s , u m d i e Ü b e r l a s t u n g d e s Leistungsmenschen zu mindern und zu lindern; der Versuch diente dazu, Befindensstörungen und Gesundheitsrisiken in den Griff zu bekommen, denn man merkte, dass sie schnell zu echten sozialen Krankheiten führten. Mittlerweile hat sich Wellness zu einer Lebensstiltherapie entwickelt, welche das Ziel hat, eine Ganzheitlichkeit von Körper, Seele und Geist zu erringen.

Das Streben nach einem gesunden Körper und einem gesunden Geist war schon zur Zeit der alten Römer der Leitfaden für Lebensqualität. Sie bauten Thermen, vergnügten sich mit den heilsamen Eigenschaften des Wassers und fanden dabei, nach altgriechischem Vorbild - Hippokrates war eigentlich der Vorreiter für die Regelkreise des Wohlbefindens auch die Zeit für das seelische Philosophieren.

Voraussetzung dafür ist eine Wandlung der Weltanschauung; der Wunsch nach diesem vielversprechenden Wandel kam im Laufe der menschlichen Geschichte in fast regelmäßigen Abständen auf.

Nach Lebensqualität sehnte sich der Mensch seit eh und je, suchte nach geeigneten Mitteln, erfand Methoden und Lebensordnungsprinzipien, wurde aber oft mit dem eigentlichen Kern der Frage konfrontiert und zwar: Was ist das? Welche sind die Antworten auf alle Probleme des Daseins? Jahrtausende vergingen, der Fortschritt nahm seinen Lauf und die Frage blieb; Einklang zwischen Innerem und Äußerem, Ausgleichung, Harmonie, Positivität stellen nur einige der Begriffe dar, mit denen sich auch der moderne Mensch beschäftigt: Sie stehen im Mittelpunkt seiner Gedanken und seiner

Beispielsweise strebte der Barock die Apotheose der Fantasie an, in dem die Grenzen zwischen Mensch und Natur abgeschafft wurden und die Bewegung auch Verlangen der Erneuerung - als Essence des

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Lebens galt; Rousseau holte den alten Mythos des Guten Wilden wieder her und machte ihn nochmals lebendig als Beweis der Unbeschwertheit des von der Modernisierung der Welt nicht geplagten Menschen. Heute vermehren sich die Essays in Bezug auf die Integration des so genannten inneren Kindes in den Erwachsenen, denn nur so können Verletzungen aus der Kindheit angenommen und endlich die Quelle der Kreativität, der Lebensfreude und der Vitalität wieder entdeckt werden, mit dem Ergebnis der Heilung der Seele.

verfügen, bedeutet diese Öffnung eine Erhöhung der Bereitschaft, auch aus anderen Quellen für das eigene Wohlbefinden sorgen zu wollen .

All die Versuche der alten bzw. der modernen Zeit fördern, auch wenn mit unterschiedlichen Standpunkten und der Zeit angemessenen Gegebenheiten die Rückkehr zu sich selbst, jenseits der Gebote der Bindungen, welche den Mensch zwingen, Verhaltensmuster und Denkprogramme pausenlos zu wiederholen. Die Vielfalt der Themen ist sehr umfangreich, ebenso wie die Vielfalt der Interpretationen. Willkommen ist die Tendenz seitens unserer Gesellschaft, von verwurzelten westlichen Starrheiten geprägt, sich anderer Kulturen zu bedienen; denn, obwohl es keinesfalls zutrifft, dass nicht westliche Philosophien das so genannte Gelbe des Ei gefunden haben und für die Probleme des Menschen auf Erden über eine sichere Lösung

Viele Wege führen nach Rom: Die Entscheidung, den einen oder den anderen zu wählen ist und bleibt schlussendlich der individuellen Verantwortung überlassen und jede gültige Alternative trägt zum erweiterten Bewusstsein bei. Coehlos andalusischer Hirt sucht den Schatz am Fuß der Pyramiden und wagt sich hinaus, begibt sich auf eine Reise zu sich selbst; es geht nicht eigentlich um das Enthüllen der Geheimnisse der Welt, sondern um die Entdeckung des eigenen Glücks: Der Alchimist der ihm hilft ist Herz und Seele, ist das Höhere Selbst, das zum Einklang der Essenz und Existenz führt. Anders ist das Schicksal von Kafkas Josef K. , ...denn ohne dass er etwas Böses getan hätte, wurde er eines Morgens verhaftet . Verhaftet im symbolischen Sinne von gestoppt , gehindert im natürlichen Fluss seines geistigen und seelischen Wachstums. Josef K. stellt fast das Stereotyp des modernen Menschen dar, von Stress und Verhaltensmustern geplagt, auf der Suche nach einer lebensnotwendigen Lösung. Nun, er weigert sich den einfachen Weg zu gehen und strebt nach unmöglichen Hilfen bei Gleichgesinnten, welche durchaus noch mehr innere Schwierigkeiten als er selbst haben, und scheitert in seinem verzweifelten Versuch. Das was wir oft als mühevoll einschätzen ist in den meisten Fällen der Abwesenheit eines inneren Dialogs zuzuschreiben: Um diesen zu erlangen benötigt der Mensch eine Art Unterstützung in Form eines Wegweisers oder Hinweise, Orientierung, Bestätigung und Ansporn.

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FRECCIATINE

di Giovanni il Battista

Crisi ... crisi ... crisi Potrei avere accesso alle faccende italiane da Quassù, nel nostro archivio del passato del presente e del futuro, e darvi la soluzione al rebus, ma questa volta, a mo' di scommessa, cerco (siamo alla metà di agosto quando invio queste due righe) di immaginare quale può essere lo scenario prossimo venturo della politica italiana e del Governo del vostro Paese.

Caro Giovanni il Battista - mi direte - va bene, adesso hai fatto il compitino ma ora dicci qual'è la tua idea e guarda che la controlleremo a settembre quando probabilmente le carte si scopriranno !!! Lo so, sono d'accordo Gente: me la sono voluta! Ho la sensazione che l'attuale situazione "geo-politica" non sia quella che ci ritroveremo tra qualche tempo.

In questo periodo penso che tutti si chiedano per quale motivo (cosa c'è sotto, tanto per capirci) Fini abbia iniziato e continui questa sua opera di "sconfessione" nei confronti del partito del quale è cofondatore, di Berlusconi personalmente (o di certe sue posizioni ... che sostanzialmente sono la stessa cosa)

Faccio una prima considerazione: al primo impatto settembrino, con il piano che sta varando Berlusconi, tutta la soap-opera di questi ultimi mesi viene in qualche modo cancellata ed i Finiani rientrano (protempore) all'ovile cosicchè, tutti assieme appassionatamente, si finirà la legislatura o (più probabile, secondo la mia visione, questa seconda ipotesi) si andrà ad elezioni anticipate, anche se questa via è (per il Paese Italia) letteralmente scellerata per motivi legati al momento economico, alla situazione del mercato del lavoro, ai costi che un'elezione comporta, all'eng-pass che procurerà alla messa in opera di tante nuove Leggi (una per tutte: il Federalismo fiscale e dintorni) che finiranno per venire dimenticate nella loro attuazione o di venire azzerate dai Nuovi Legislativi e Governi.

cantando fuori dal coro con i suoi "apostoli", dando così forti scossoni alla stabilità di Governo e quindi, di fatto, mettere in crisi la dirigenza votata (lui compreso) dalla maggioranza degli italiani non solo come persone e candidati, ma anche come portatori del programma di Governo che hanno assieme presentato e, ultimo ma non ultimo, dalla composizione della loro coalizione (Lega in primis). Della situazione formale e di facciata sappiamo giornalmente tutto dai media e dalle dichiarazioni degli uomini di Fini. Ma quali sono i veri obiettivi di Fini? Come mai tutto è iniziato, in fondo, il giorno dopo la vittoria (anche sua dunque) alle Regionali? Come mai "rompere" cosi clamorosamente con quel dito puntato verso Berlusconi al Congresso? Come mai questo essere contro (addirittura fare scissione nei gruppi parlamentari!), contestare fortemente Berlusconi e le recenti decisioni del PDL (d'accordo, non sempre limpide ...!)? ma in pari tempo, ad ogni piè sospinto, dire e far dire che non si esce dal PDL, che non si vuole la crisi, che si vuole portare a termine il mandato con il programma presentato agli italiani, agli elettori, dall'interno e con il PDL ...

Faccio una seconda considerazione: si andrà ad elezioni anticipate perchè da una parte (il Berlusca) si ha precisa convinzione (vedi le nostre considerazioni qui di seguito) di vincerle senza alcun dubbio, dall'altra (Bersani & co, con le tremolanti illusioni) che il voto darà la possibilità, con diverse finalità e giochi di prestigio nelle formazioni, di governare. Quindi diciamo che: - Berlusconi, con l'alleanza della Lega, è convinto di vincerle. - La Lega, con le vittorie ed i risultati ottenuti sul campo, lo si voglia o meno, di "buon governo", è convinta di consolidare le sue posizioni, di aumentare le preferenze e di penetrare sempre più nel tessuto, anche quello centrale, della Penisola. - La Lega è sicura che sarà ancora l'ago della bilancia della situazione politica italiana (e questo a loro basta ed avanza) e quindi di esserlo, non solo per il centro-destra, ma di essere condizionante anche per le altre parti politiche (per il momento avversarie). - Il PD, troppo impalpabile, non riesce a trovare accordi con la "vera sinistra" in senso lato e non ha leaders all'altezza che vogliano metterci la faccia. Trovo Bersani deludente, per usare un eufemismo, ripetitivo, vuoto. Trovo che se il PD innalzerà

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all'altare il pugliese Vendola (di sinistra ma non PD, anzi avversario nelle ultime politiche, anche se "usato" nelle Regionali) proclamerà la sua definitiva resa come macchina da guerra partitica e politica e confermerà, appunto, che non esiste attualmente classe dirigente PD all'altezza di venire presa in qualche considerazione (e questo è gravissimo anche per lo stesso gioco democratico delle alternanze del ruolo dell'opposizione; non dico della maggioranza perché il PD mai sarà maggioranza nel Paese, a mio modesto parere). - Il cosidetto "centro" che si è corsi a costruire da parte degli sconfitti delle ultime elezioni politiche (Casini), di quelle più recenti (all'interno del Pdl, leggi Fini) e da quelle della guerra di religione nel PD (Rutelli) non ha i numeri, il consenso vero, il giusto amalgama e una condizione storica dei tre uomini di punta per, in nessun modo, spuntarla. A parte Rutelli che girovaga nel mondo politicopartitico come un'ape in menopausa, le altre due citate entità hanno sostanzialmente fatto la stessa considerazione dei leghisti: visto che la vita politica ed il suo percorso sono tracciati in fondo dai Padani con la loro forza di ago della bilancia (finché l'innamoramento fra il Bossi ed il Berlusca durerà), anche noi due vogliamo giocare lo stesso gioco ; Dico io: in questo caso con la destra o con la sinistra la strategia è ancora più subdola (basta contare, basta poter influire, questo è il loro obiettivo). Ma ce la faranno davvero i nostri eroi ad avere la stessa forza di condizionamento che esprime la Lega? A mio parere no, mai: sopratutto perchè, a livello regionale, non hanno nè uomini nè organizzazioni di livello ed i due loro leaders contano poco a livello economico-politico nazionale ed internazionale. Faccio una terza considerazione: il Berlusca non la finisce più di fare errori circondandosi di yes-men dai curriculum oscuri, che più oscuri non si può, e per questo pagherà dazio. Per contro, "l'avversario" Fini (suo nuovo, si fa per dire, antagonista dichiarato) con la storia dell'atto di tradimento al Pdl, con la messa in difficoltà del Governo voluto dagli italiani (che hanno votato anche lui) che ha stracciato sostanzialmente la pergamena del programma di Governo per una non meno definita azione moralizzatrice (ce ne sarebbe da raccontare anche brucando nell'orticello dei Finiani e quindi nella loro storia) e con l'altra vicenda legata all'appartamento di Monte-Carlo, alla quale io pienamente credo (che sia vera e non che sia unicamente una aggressione mediatico-politica!) prenderebbe, in caso di elezioni, correndo da solo, una sonora mazzata. Faccio una quarta considerazione: ma che ci fa Luca di Montezemolo con Fini? La mia è una provocazione, ma mi sembra che recentemente qualche

accadimento dica che vi sono stati fra i due dei contatti, sembrerebbe del tutto informali ma bastanti per far nascere qualche cattivo pensiero. Quindi un Fini che, pur di staccarsi dalla zavorra Berlusconi, è disposto a tutto sognando di potersi librare nel firmamento celestiale degli ambienti di Palazzo Chigi. Può aver pensato (e qualcuno glielo ha lasciato credere perchè non vedo Fini così coraggioso rispetto ai recenti atteggiamenti!) che poteva farsi avanti e spaccare tutto. Andando alle elezioni lui si potrebbe presentare con al fianco un leader di sicura presa, quantomeno emozionale, sugli italiani: l'eccellente Luca di Montezemolo! Il Nobile potrebbe ripetere il percorso storico del Berlusca e quindi scendere in campo, affiancando una formazione, quella che riuscirà a racimolare Fini, per far cambiare il corso degli eventi italiani! Non necessariamente per vincere le elezioni come il più grande partito, ma come forza che abbia la stessa portata strategica della Lega nel campo del centro-destra e che possa quindi giocare il ruolo sopra descritto e agoniato dall'ex An (ago della bilancia in mancanza d'altro). Funzionerà la strategia che sento nell'aria? Penso di si come progetto, quanto meno a livello di concretizzazione dell'"alleanza". In qualche modo il ruolo di Montezemolo all'interno della grande Famiglia Agnelli, nella forma, è terminato o sta esalando gli ultimi respiri: quale opportunità migliore per rimanere "galleggiante" nella vita economico-finanziario-politica italiana? Affiancando naturalmente Fini quale, per esempio, Presidente del Partito, per poi, con veggente convinzione, comunque nel breve, aggregare in qualche modo i seguaci del Berlusca "morente" e prendersi tutto il potere possibile! Ed il progetto potrebbe prevedere una futura candidatura del Nobile a Presidente della Repubblica (anche se Nobile), magari con i voti dei Ferraristi e dei Savoia! Come verranno utilizzate le due pecorelle smarrite Rutelli e Casini dai due Mastini (Fini e Luca)? Sicuramente, costruito il progetto, li attenderanno all'entrata del tendone senza promettere a loro niente di concreto. Chi rimpolperà ulteriormente la formazione? Qualche scontento del PDL, transfughi del PD (margheritini), più qualche nostalgico dall'Italia dei Valori stufo dello stress Dipietrista... Piaciuta la conclusione della mia dissertazione? Ci diamo tempo un paio d'anni? D'altro canto ho provocato io la scommessa! Certo che se non l'avrò azzeccata prevedo per me tempi cupi! Pongo le mani sulle teste degli italiani per far si che la mia predizione, in questa guisa, non si avveri! Valedictio-onis! Cupio cubitum discedere! (Latinorum: tanto per fare il figo ..!) Vi benedico.

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CULTURA

di Marco Minoletti

Prima puntata Il filosofo ginevrino J.J. Rousseau nelle Confessioni scrive che, se avesse dovuto scegliersi una dimora ideale, la sua scelta sarebbe caduta su una delle isole del lago Maggiore. Ciò che per Rousseau rimase ancorato alla sfera delle fantasie di un passeggiatore solitario, per la signora Olga Fröbe-Kapteyn divenne realtà, a pochi chilometri di distanza dalle mitiche isole. Ma la cosa non si ferma qui. La Fröbe, non contenta di doversi limitare a vivere in riva al lago, a Moscia, nei pressi di Ascona, fu ideatrice e animatrice di un curioso circolo, il cui nome, Eranos, pare sia stato coniato dal famoso storico delle religioni, Rudolf Otto, durante un incontro avvenuto con la signora ad Heidelberg.

I dieci anni che seguirono l'acquisto del fondo sono avvolti, per volontà della stessa Fröbe, dal mistero. Molto probabilmente questa bizzarra figura femminile iniziò in quegli anni ad approfondire i suoi interessi per la sfera spirituale, coltivando studi di filosofia indiana e avvicinandosi alla cerchia dei teosofi legati ad Anne Besant e a Krisnamurti, e stringendo parallelamente amicizia con Ludwig Derleth il quale, oltre ad avere il chiodo fisso di diventare papa, era uno dei fedeli del gruppo di "eletti" che si raccoglieva intorno al poeta Stefan George. Ma l'incontro che segnerà il destino dell'irrequieta signora fu quello con Carl Gustav Jung. (nella foto)

Facciamo un passo indietro. Olga Kapteyn, di origine olandese, era nata Londra nel 1881. Nel 1909, dopo aver studiato storia dell´arte a Zurigo si sposò con il musicista Iwan Fröbe, del quale rimase vedova alcuni anni dopo. Nel 1919 la signora Fröbe trascorse insieme al padre un periodo di soggiorno di cura presso il sanatorio di Monte Verità. (1) Nel 1920 suo padre acquistò, non molto distante dal sanatorio e direttamente sulle sponde del lago Maggiore, il fondo di Moscia con l'arcinota casa Gabriella che diventerà la dimora fissa di Olga. Olga Fröbe-Kapteyn con Eduard von der Heydt

I due si conobbero a Darmstadt, nel 1930, in occasione di un convegno organizzato dalla "Scuola di saggezza" del conte Hermann von Kayserling, ma da questo primo incontro non emerse nulla di particolarmente significativo. Da tempo, comunque, Olga FröbeKapteyn aveva in animo di adibire a convegni sulle l’altraitalia 18


tematiche a lei care e congeniali la sala rettangolare e la casa sovrastante che aveva fatte costruire nel 1928, nelle immediate vicinanze di casa Gabriella. Nel 1932, mossa proprio da questa idea, la Fröbe incontrò Rudolf Otto, che le suggerì di chiamare "Eranos" il prospettato cenacolo culturale. (2) Ad onor del vero, va anche detto che le premesse iniziali furono abbastanza generiche; Karoly Kerenyi, il celebre mitologo ungherese che, dopo la seconda guerra mondiale, sarebbe divenuto uno dei principali animatori del circolo scrive, non senza un pizzico di ironia: [...] Picnic, il termine Eranos potrebbe essere interpretato in questo modo, se contasse soltanto determinare un significato approssimativo che non tenesse conto della realtà, dell'aura e dell'atmosfera che appartengono a tale termine, [...] per quanto riguarda la realtà, la differenza consiste nel fatto che, per tutta l'antichità greca Eranos designò un'istituzione sociale permanente, al contrario dei nostri occasionali picnic. E, approfondendo la ricostruzione filologica del termine, così prosegue: [...] la realtà indicata dal termine Eranos possedeva, per il proprio riferimento religioso, un nucleo spirituale che doveva essere sviluppato dai partecipanti al banchetto. [...] Il passaggio alla produzione puramente spirituale avvenne già nel mondo greco. [...] Non si trattò più di mangiare e bere durante il banchetto, ma di mostrarsi degni di parteciparvi mediante un'offerta. (3) Così l idea di Eranos nasceva sotto l'egida di una convivialità che creasse le condizioni favorevoli per un incontro spirituale e intellettuale, che divenisse un'occasione di lavoro e di confronto decisamente non accademica e volutamente informale. Questi propositi, in partenza abbastanza generici, si realizzarono grazie al concorso di altri fattori quali la bellezza dell'ambiente naturale in cui era inserito l'edificio rettangolare, sede degli incontri di Eranos, la tranquillità degli spazi messi a disposizione dalla casa stessa e la particolare atmosfera in cui è ammantato questo meraviglioso lago di origine glaciale. Il singolare genius loci contribuì non poco a fare di questa casa un momento di notevole importanza nella storia delle idee di questo secolo quanto a tolleranza, disponibilità al dialogo e al confronto dialettico, ma anche e soprattutto all'ascolto da parte di intellettuali provenienti da campi di ricerca diversi e appartenenti alle fedi religiose e politiche più disparate. Per quanto concerne invece i contenuti proposti dai primi convegni di Eranos, il progetto della Fröbe-Kapteyn era quello di un grande incontro tra le due distinte polarità della religiosità e della spiritualità occidentale ed orientale. [...] Il problema di un utile confronto tra Est e Ovest è prima di tutto psicologico. (4)

Come abbiamo già avuto modo di far rilevare, gli intenti della Kapteyn erano piuttosto ampi ma vaghi.

Monte Verità, agosto 1926

Decisivo per una loro maggiore definizione risultò il rinnovato contatto con Jung. Questo secondo incontro tra i due, stando a quanto scrive Barbara Hannah nella sua biografia dello psichiatra, avvenne quasi per caso ad Ascona. (5) Jung giocherà fin dall'inizio un ruolo centrale nella messa a punto delle tematiche e degli obiettivi del circolo di Eranos. Nel 1912 lo psichiatra svizzero aveva pubblicato l'opera Trasformazioni e simboli della libido, che segnò la definitiva rottura del pensiero junghiano con quello del padre della psicoanalisi. Il rapporto di Jung con Freud e il movimento psicoanalitico era iniziato nel 1907, ma non aveva tardato ad incrinarsi. Il più giovane allievo, a poco a poco - ma inesorabilmente - aveva cominciato a mettere in discussione la teoria del Maestro. Partendo dal concetto freudiano di rimozione, aveva finito per non accettarne la natura esclusivamente sessuale e biologica. Jung ritiene che il concetto di sessualità formulato da Freud si riferisca anche e soprattutto ad una energia psichica che agisce sull'anima dell'uomo indipendentemente dalla sessualità. Iniziò così a prender forma il concetto di libido (energia psichica). Nell'opera sopraccitata lo studioso mette in luce come il fattore che permette il passaggio dell'energia psichica, da manifestazioni pulsionali (immediate) a manifestazioni culturali e creative (mediate), sia l'attività di produzione dei simboli. Il simbolo viene così a rivestire un ruolo chiave nello sviluppo sia della coscienza storico-collettiva, che di quella individuale. Nel 1913, dopo le dimissioni dalla società psicoanalitica, iniziò per Jung una fase di analisi introspettiva che culminerà con l'individuazione del simbolo del Sé come principio (archetipo) e bussola orientativa della personalità, nonché come principio

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Il centro delle dinamiche del riconoscimento del senso della propria esistenza, il senso dell'esserci, viene improvvisamente individuato nel Sé (inconscio). Il Sé si ritrova così ad essere il vero deus ex machina della storia dei singoli individui. Il senso della vita da questo momento in poi, cioè dall'attimo in cui il singolo prende coscienza del Sé e dell'inconscio, non è più solo il risultato della mediazione tra io-cosciente e mondo esterno, ma sposta il suo epicentro vitale nel Sé, nella fortezza dell'inconscio, totalizzando la storia e stimolando la coscienza del singolo a prendere in mano le redini del proprio destino. Ne consegue che il potere egemonico dell'Io (coscienza) è costretto ad arretrare per cedere il passo al potere del Sé (inconscio). L'inconscio non è più visto nell'ottica freudiana come una conseguenza della rimozione della coscienza, bensì come il fondamento della coscienza stessa. L'inconscio non è il contenitore del passato, come per Freud, ma il seme dal quale sboccerà il futuro. L'archetipo si manifesta per mezzo del simbolo ed essendo questo una manifestazione dell'indicibile attraverso il linguaggio, esso, nell'attimo in cui si manifesta rivelandosi -, funge da spartiacque tra il principio fondante l'uomo e la sua animalità. Il simbolo del Sé assume così il ruolo di centralina attraverso la quale prende forma e si irradia la personalità. L'uomo si ritrova ad interpretare il ruolo del demiurgo che opera la trasformazione della propria natura. Infatti, per mezzo dell'attività simbolica, che consente all'uomo il passaggio dal livello naturale a quello culturale, il singolo è in grado di modificare la propria Libido. Parallelamente Jung individuò nel simbolismo dei mandala la connessione storico-oggettiva con la sua esperienza personale del Sé. "Dass Mandala Kreisbilder gleichsam wie ein Magnet auf das uneinheitliche, widersprüchliche Seelen-Material wirken und darum einen rhythmischen Ablauf der seelischen Prozesse fördern. Die kreisend, meist viergeteilte Mandala-Form wesenhaft dem Strukturprinzip des seelischen Lebens entspricht". Nel 1929 Jung pubblicò il Segreto del fiore d'oro, commento psicologico all'antico testo cinese di alchimia taoista. In questo testo Jung, tra le altre cose, mise in evidenza il ruolo fondamentale del pensiero orientale per la sua funzione complementare al razionalismo del pensiero occidentale. Nel 1930 avvenne il secondo incontro con la Fröbe, ma questa volta ne nacque una collaborazione alla quale Jung sarebbe rimasto fedele fino alla morte. L'incontro con lo psichiatra svizzero segnò una svolta per il pensiero dell'eccentrica signora la quale, a seguito della conoscenza di Jung, accantonò le proprie

propensioni teosofiche, pur senza perdere del tutto il piacere dell'irrazionale. Lo storico delle religioni, Mircea Eliade, altro frequentatore dei convegni di Eranos, racconta nel suo Journal alcuni divertenti aneddoti a proposito del rapporto tra i due. Agli inizi il circolo di Jung la sabotava; il circolo psicologico di Zurigo vedeva in Eranos un concorrente. Lo stesso Jung era stato durissimo con lei fino agli ultimi anni. Lei invece (lo ammette) si sentiva molto legata a lui "come a Yahwèh", contro il quale al presente combatte (aggiunge). Tuttavia, un giorno che erano stati invitati tutti quanti da non so chi ad Ascona, Jung aveva bevuto un pò più del solito e aveva costretto anche lei a bere, dopo di che compirono il rito cui accennavo qualche giorno fa: egli si tolse l'anello, sul quale c'era l'iscrizione abraxa, lo lasciò cadere in una coppa di vino e recitò alcune formule misteriose, quindi lo infilò nel dito di lei. Il giorno dopo, quando tutti furono svegli, la Fröbe gli disse: "Lei come psicologo, ha fatto una cosa gravissima. Mi ha legata a sé ..." e Jung: "Non sono stato io, è stato il Sé ...". (6) Jung, nonostante la propria adesione ai convegni di Eranos fin dall'inizio, non volle mai farsi promotore in prima persona di un loro diverso orientamento, limitandosi ad esercitare invece un influsso quanto più possibile indiretto. ... continua nel prossimo numero

NOTE (1) E´documentato che una buona fetta di monteveritiani subirono il fascino della Teosofia, a quell'epoca assai in voga. Pare che Anne Besant - stretta collaboratrice della Blawatsky (1831-1891), la più importante occultista del XIX secolo, che nel 1875 aveva fondato con Henry Steel Alcott la Società Teosofica - si fosse recata a Monte Verità con Krishnamurti, il "Nuovo Messia" elevato dalla Besant al rango di "Maestro Universale" provocando l'uscita dalla Società di Rudolf Steiner che darà poi vita alla Società Antroposofica. (ndr) (2) Cfr. Sybille Rosembaum-Kroeber, Eranos e Olga Fröbe-Kapteyn in Monte Verità, Electa, 1978, op.cit., pp .119-121. (3) Karoly Kerenyi, su Eranos, in "Du" n .4, aprile 1955. (4) Olga Fröbe-Kapteyn, prefazione a Eranos Jahrbuch, vol. I, 1933, Zürich, 1934, op.cit., pp. 5 e sgg. (5) Cfr. Barbara Hannah, C.G. Jung, Milano, 1980, op. cit., pag. 304. (6) Cfr. Mircea Eliade, Journal, Torino, 1976, in particolare pp. 134-136.

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PERSONAGGI

di Paola Carcano

Intervista a Giuseppe Piscopo (Associazione Cantonale Emigrati Siciliani Solothurn) e fino ad oggi sono molto impegnato nel mondo associativo e nel volontariato. Impegno che mi è costato molto, non solo materialmente e fisicamente ma anche riguardo la famiglia, i parenti e gli amici. Quante occasioni e quante visite mancate! Ti faccio solo un elenco di sigle di organismi dove ho dato il mio contributo: ACESS - CUES COMITES - FOPRAS - UFARS - USS - CGIZ - CIZ GRUPPO - SPORTELLO CONSOLARE - UNITRE e.a. Penso, secondo me, che siano state queste attività per le quali mi sono meritato questo riconoscimento.

Caro Giuseppe, io ti chiamo così perché siamo amici, ma effettivamente sarebbe doveroso rivolgermi a te come signor Piscopo, Cavaliere dell'Ordine Della Stella della Solidarietà Italiana. Ti ricordi le tue impressioni ed il tuo stato d'animo quando Ciampi ti ha consegnato questa alta onorificenza? Per gli Amici sono solo e sempre Giuseppe, questo è ciò che voglio. CAVALIERE, nelle occasioni e nelle sedi opportune. E poi Ti conosco da quando arrivasti qui a Soletta. Mi ricordo la lettera che scrivesti a mia moglie e quando andasti alle prove del Gruppo, nella sala parrocchiale di Zuchwil, per conoscere e familiarizzare con la Comunità Italiana della regione. Era il maggio del 2003 quando ricevetti un fax da parte del Console Generale di Basilea, dott. Mescolini, con il quale mi invitava ad un ricevimento in mio onore per la consegna dell'onorificenza di Cavaliere. Ero felicemente orgoglioso, sorpreso ma non molto meravigliato. Perché, secondo te, ti sei meritato questo riconoscimento? Come Ti dicevo, sorpreso ma non molto meravigliato. Ho iniziato nel 1983 come dirigente dell'ACESS

Tra le tue altre attività, sei anche anche reggente dello sportello consolare di Soletta. Dal momento che questo servizio è svolto gratuitamente, mi sono chiesta in tutta sincerità "chi te lo fa fare"? “ Chi te lo fa fare?” Questa domanda me l'hanno fatta e me la fanno in tanti, e ,ad essere sinceri, gli ultimi tempi qualche volta me la faccio io stesso. La risposta, purtroppo o per fortuna, sta nel mio carattere e nei miei principi. A Soletta, a partire dagli ultimi anni del secolo scorso, sono incominciati i disagi dei nostri Connazionali riguardo ai servizi consolari, prima con la chiusura dell'Agenzia Consolare e poi con i precari servizi dello Sportello Consolare. Ed è stato nel 2001 che mi sono fatto avanti organizzando un'assemblea informativa sui servizi consolari, relatori il Console Generale dott. Mescolini e Aldo Dionisio, già reggente dell'Agenzia Consolare di Soletta, e proprio in quella occasione mi sono proposto come corrispondente consolare a Soletta. Poco tempo dopo il Console Generale, con decreto consolare, mi ha nominato Corrispondente Consolare a Soletta (14.settembre 2001). Come vedi sono stato io a volere questo servizio a Soletta e non riesco a tirarmi indietro, anche se a volte vorrei e dovrei. Il servizio di Corrispondente Consolare è per legge gratuito, anche se le spese ci sono. Me li auto sponsorizzo!!! Il gruppo "The little Italians", da te patrocinato ha vinto per ben quattro volte i campionati svizzeri di danza. Ci puoi parlare un po' di questo gruppo? Com'è nata l'idea di formarlo? Chi è attualmente l'insegnante e da quanti ragazzi è composto? Tutto ebbe inizio nel lontano 1985, quando vedevo i miei figli Gianluca, Patrick e Licia, allora tutti bambini, saltellare e cantare. Così si sviluppò in me l'idea di riunirli ad altri bambini e di farli cantare e ballare insieme. E così, inizialmente per il solo trastullo di noi genitori, nacque ufficiosamente il gruppo, che ripeto aveva carattere puramente familiare. Nel 1990 però, visto che i bambini erano diventati una trentina, e il gruppo veniva spesso chiamato a partecipare a varie manifestazioni culturali e

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ricreative, prima a Zuchwil e dintorni e poi in tutta la Svizzera, decidemmo di ufficializzarne la nascita. Nacquero così i “The little Italians - I Piccoli Italiani di Zuchwil”

Sono sempre in contatto con i Siciliani in Sicilia e con i Niscemesi a Niscemi, vado almeno 2 volte all'anno in Sicilia e ogni volta si organizza qualcosa che riguarda, soprattutto, l'Emigrazione. E dulcis in fundo: il 24 gennaio 2011 è in programma, all'Unitre di Soletta, una conferenza sulla lingua siciliana, relatore Leoluca Criscione. Conferenza da me voluta. Vista la tua ampia conoscenza dei corsi di lingua e cultura italiana, potresti dare dei suggerimenti per migliorare questa offerta formativa? Visti i tanti disagi che abbiamo avuto negli ultimi anni, soprattutto con gli insegnanti MAE, suggerirei di valorizzare e sostenere gli Enti Gestori e di assumere, a tempo indeterminato, insegnanti “residenti” che hanno una lunga esperienza e un notevole spessore professionale. Con la supervisione dell'Ufficio Scolastico, delle Autorità Consolari, e del MAE. Progetti per il futuro? Ho tanti progetti per la testa che vorrei realizzare, non so se ne avrò il tempo e se gli altri me lo permetteranno. Ci sono anche coloro che “ti mettono i bastoni fra le ruote”, sto scherzando! Comunque le cose più importanti che vorrei realizzare sono: dedicarmi un po' di più alla Famiglia, in special modo alle nipotine, e trovare il tempo e la capacità di dedicarmi all'UNITRE di Soletta che ho voluto sin dal primo momento che se ne è parlato, nel 2005, e poi (il mio) lo Sportello Consolare di Soletta.

Oggi il Gruppo è diventato una vera scuola di danza a livello professionale che si chiama “LI-DANCEUNIT”, è diretto da mia figlia Licia, ballerina professionista, con la collaborazione di mia moglie Salvina. Il gruppo attualmente è formato da 110 bambini e ragazzi che iniziano dai 4 anni di età in poi e si allenano, per categoria, il martedì, il mercoledì e il giovedì nei locali della “Physioinfit” a Zuchwil. Più che italiano in senso lato, sei soprattutto siciliano. Hai infatti mantenuto dei rapporti stretti con il comune di Niscemi, dove peraltro anche tua moglie e tua figlia sono nate. Inoltre hai promosso in Svizzera i pupi siciliani e ti sei persino candidato alle elezioni politiche del 2006 e del 2008 per la Camera dei Deputati - Circoscrizione Estero nella lista "L'Altra Sicilia per il Sud". Ti ritrovi, dunque, in questa mia definizione? “Ma no! Iu ri Milanu sugnu!” È vero, sono soprattutto siciliano. Già nel 1983 entrai far parte dell'Esecutivo dell'Associazione Cantonale Emigrati Siciliani di Solothurn (ACESS), come segretario, prima, e come presidente, dopo. Segretario della Confederazione Emigrati Siciliani (CUES) e fondatore e primo Coordinatore della Unione Siciliani in Svizzera (USS). Oltre a tutte le attività in Svizzera sono riuscito ad organizzare tre convegni sull'Emigrazione Siciliana, in Sicilia ad Adrano, a Mineo e a Niscemi.

Ma com'è veramente Giuseppe? Pregi e difetti. A questa domanda vorrei che fossero gli altri a rispondere. Tu che ne dici Paola? Fai un sondaggio! Sicuramente ho molti nemici, ma anche qualche amico!

Giuseppe Piscopo È nato a Niscemi (CL) il 26 ottobre 1951. Sposato con tre figli, vive a Zuchwil ininterrottamente dal 1970, con un’unica eccezione durante il servizio di leva. Grazie alle innumerevoli attività, servizi e manifestazioni in favore dell’emigrazione italiana in Svizzera ha ricevuto diverse onoreficenze: 10 agosto 2002 Titolo di Merito Città di Niscemi 28 maggio 2003 Onorificenza di Cavaliere dell'Ordine Della Stella della Solidarietà Italiana, conferitagli dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. 29 luglio 2004 Attestato di Merito assegnatogli dal Comune di Niscemi (Assessorato alla Cultura)

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Kolumne: Trennende Gewonheiten CH-I

von Daniela und Gianni

Wie schön, nach Tagen der Arbeit von der Alpennordseite wieder nach Hause zu kommen. Tief atme ich den Duft von Lavendel, Magnolien und Rosen ein, welcher einem im südlichen Teil der Schweiz beinahe ganzjährig entgegenblüht. Noch trunken von diesem Bouquet öffne ich die Haustüre. Hier im Flur sticht mir sofort ein anderer, einiges unangenehmerer aber mittlerweile auch sehr vertrauter Geruch in die Nase. Dieser kündigt an, dass mein lieber Amore, Signore Italiano, während meiner Abwesenheit oder zu mindest für meine Ankunft die Wohnung gereinigt hat. Was heisst gereinigt; geputzt und desinfiziert! Ganz in italienischer Manier mit Varecchina. Das ist sehr gewöhnungsbedürftig! Nicht etwa, dass mein Signore putzt, an so was gewöhnt sich Frau ja gerne aber muss es unbedingt mit dem penetrant riechenden Varecchina sein? Ja, meint er. Weil es A) sauber wird, B) desinfiziert und C) günstig ist. Alles gute Argumente und ich muss zugeben, sie stimmen. Ich als Bio-Frau frage mich bloss, wie sich das mit dem Umweltschutz vereinbaren lässt. Ehrlich gesagt habe ich bis jetzt dem Beziehungsschutz den Vorrang gegeben und mich diesem Thema noch nicht genähert. Bis zum Zeitpunkt, wo Amore und ich eine Wohnung gemeinsam zu bewohnen und putzen begannen, war der Geruch nach Chlor für mich mit zwei Dingen verknüpft: Mit dem Hallenbad, wo ich als Jugendliche unfreiwillig Länge um Länge durch das chlordampfende Wasser schwamm und an Hotelzimmer im Urlaub in Italien. Klar, letzteres ist durchaus eine angenehme Erinnerung. Trotzdem empfinde ich den Chlorgeruch alles andere als so angenehm, als dass er mich in Urlaubsstimmung versetzen könnte. Aber dass er mir irgendwann so etwas wie Heimatgefühl vermitteln würde, hätte ich nie für möglich gehalten. Das erstaunt aber nicht, da Varecchina für mein Signore Italiano ein Allerweltsmittel ist. Zum Böden schruppen, Fliessen polieren, Fettspritzer beseitigen, Weinflecken entfernen, Desinfizieren von Geräten, Bleichen von vergilbten Vorhängen - Varecchina, the only one für alles. Dass es aber nicht nur only one Varecchina gibt, belehrte mich ein Einkauf, von welchem mich Amore Italiano eindrücklich darum gebeten hatte, Varecchina mitzubringen. Vor dem Regal (wohlgemerkt in der Südschweiz!) sah ich mich mit der Tatsache konfrontiert, dass auch dieses Ein-undalles-Mittel von verschiedenen Firmen, mit verschiedenen Namen und sogar verschiedenem Chlorgehalt vertrieben wird. Ich muss wohl kaum erwähnen, dass ich das falsche nach Hause brachte. Nach der ersten Wiedersehensfreude mit Signore Italiano und der frischgeputzten Wohnung setze ich mich auf die Terrasse zwischen Lavendel, Magnolien

und Rosen hier duftet mir ein, dass die Südländer wohl deshalb keine blütenduftende Putzmittel benötigen, weil sie diese Bouquets in natürlicher Form vor Ihren Häusern haben und durch die Fenster in ihr desinfiziertes Heim einlassen können.

Varecchina (Javelwasser) oder das Geheimnis einer sauberen Wohnung. Nicht schon wieder! An diesen Geruch gewöhne ich mich nie! Das ist der Kommentar meiner Miss Helvetia, die jedes Mal, wenn ich den Boden mit Varecchina aufnehme, die Nase rümpft und sofort alle Fenster aufreist - wohlgemerkt zu jeder (auch winterlichen) Jahreszeit. Typisch italienisch , sagt sie mit einem süffisanten Lächeln, wenn sie die Wohnung betritt, für euch ist dies das Putzmittel der Putzmittel, allgegenwärtig, allumfassend, das Waschmittel par excellence. , und nochmals lächelt sie neckisch. Ja, es stimmt wohl, Varecchina oder Candeggina oder Neveina, anders gesagt, eine Natriumhypochloritlösung ist in Italien (obwohl in Frankreich erfunden) ein uraltes Produkt zur Beseitigung von Schmutz und Flecken, zur Desinfizierung und zum Bleichen; an und für sich ist es in Bella Italia der Inbegriff der Sauberkeit. Mamma mia , stöhnt meine Frau, nach einer halben Stunde stinkt es immer noch und sie fängt an, die ganze Wohnung mit biologischen Düften zu besprayen. Nett , kommentiere ich und schliesse die Fenster, mittlerweile hat sich die Kälte wie mein Putzmittelduft in der ganzen Wohnung ausgebreitet. Mamma mia, Varecchina hin oder her , denke ich, aber was ist, wenn Miss Helvetia mit einem von Wein befleckten Tischtuch, mit einem von Lippenstift gestreiften Kragen, mit einem von Schminkspuren schattierten Handtuch kommt, ihre himmelblauen Augen aufschlägt und zärtlich fragt: Caro? Kannst du mir bitte diese Flecken entfernen? Soooo? Dann bin ich plötzlich der geliebte Varecchina-Mann, der heldenhaften Schmutzproblembeseitiger , eine Art James Bond mit Lizenz zum Bleichen, dem man (in diesem Fall Frau) nicht widerstehen kann. Also dann: mit meiner Geheimwaffe, Geschichtlichkeit und Charme behandle ich die bösen farbigen Spuren, welche dies oder jenes Weisse verunreinigt hatten und ecco fatto: alles ist kurz danach wieder so blütenrein wie Schnee. Und der Varecchina-Duft danach im Badezimmer? Dieser scheint weniger überschwänglich zu sein, als die Freude von Miss Helvetia über die wieder-weiss-gewordenen Stücke; denn das Mamma mia! klingt dann staunenddankbar, gilt mir und meiner Heldentat und die Fenster bleiben zu.

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MUSICA

di Pippo Augliera

L'evento "Ti regalo un sorriso. Omaggio a Mia Martini", finalizzato a festeggiare il ventennale del club "Chez Mimì" dedicato alla indimenticabile interprete, è stato realizzato con pochi mezzi ma tanto amore: semplice e diretto nell’arrivare al pubblico presente.

con il pubblico, rimasto inchiodato sia seduto che in piedi Il conduttore David Amalfa ha dimostrato agilità nell offrire informazioni, tra una esecuzione e l altra, sui punti salienti della carriera di Mia Martini, coadiuvato da Pippo Augliera, fondatore del club Chez Mimì, nel ruolo di esperto con una buona dose di auto ironia. Insieme hanno regalato dei sorrisi, raccontando anche degli aneddoti divertenti su Mimì, evidenziando così il suo aspetto solare, lontano mille miglia dalla fama di essere considerata solo triste e malinconica. La rivelazione della serata è stata Emanuela Licciardelli con le sue coreografie originali su Minuetto e Almeno tu nell’universo , create appositamente da lei e con la sua voce narrante, coinvolgente, ma soprattutto credibile, nonostante la giovane età, nel rendere palpitanti i pensieri di Mia Martini: Quando non soffri, quando sei una persona felice, non produci, sei felice e basta, quando sei una persona che soffri, produci in ogni caso: sei un’artista . Una nota di merito alla voce solista Letizia Contadino e al gruppo di musicisti (Franco Caliò - piano, Pippo Crimi - chitarra, Giovanna Morabito - violino, Mauro Leonardo - fagotto) provenienti da varie zone della Sicilia, che, nonostante le difficoltà logistiche legate alla distanza, hanno fortemente voluto questa reunion, dimostrando affiatamento nell affrontare un repertorio difficile rigorosamente live, senza rete o filtri: un patrimonio artistico di indubbio valore. Un azzardo la dedica di Pippo Augliera a Mimì per pianoforte e voce con un brano di Mick Hucknall, leader dei Simply Red, Tu sei dentro di me ( Someday in my life ), ma il suo canto, al di là della tecnica, risulta sentito, da fare scattare l applauso del pubblico, e impreziosito sul finale da un recitato di David Amalfa con i versi bellissimi di Il colore tuo , un capolavoro misconosciuto del repertorio martiniano, firmato dal grande Bruno Lauzi insieme a Maurizio Fabrizio.

Se uno spettacolo è di qualità, può affrontare qualunque asperità o disagio, perché riesce a volare in alto, grazie ai contenuti offerti e all affiatamento di un gruppo in grado di esibirsi anche senza la presenza di un palco, ma che ha favorito il contatto e la vicinanza

Gran finale con richiesta di bis sulle note di Minuetto , reprise di E non finisce mica il cielo e consegna di una targa di ringraziamento a Chez Mimì da parte dell Assessore e del Sindaco di Santa Teresa di Riva (ME).

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CULTURA

di Paola Zorzi

Assez d’exellences !

Antico vocabolario

Eccellenza è un termine molto usato da un po' di tempo a questa parte. Se da un lato nel linguaggio comune questa parola sta faticosamente assumendo sempre più il significato di un'aspirazione a raggiungere il migliore dei risultati possibili o ad impegnarsi perché ciò avvenga, dall'altro si tratta di un sostantivo che porta con sé una connotazione poco felice, difficile da scrollarsi completamente di dosso. Anzi vien da chiedersi se non sia un caso che questo, con altri analoghi termini, abbia fatto la sua irruzione nel nostro linguaggio proprio in un momento di crisi generalizzata. Questa in tal caso, dal mio punto di vista, sarebbe l'ennesima riprova di un'incapacità della parte più conservatrice della società contemporanea di affrontare il presente. Penso però che una società che abbia ormai acquisito la sensibilità necessaria per cogliere la regressione implicita a determinate modalità di fare ed esprimersi potrà trasformare un periodo di crisi come l'attuale in uno di transizione ricco di nuove opportunità.

Per questo ritengo quasi un dovere sottolineare alcuni aspetti contraddittori legati ad un uso della comunicazione e del linguaggio che in un Paese come il nostro risultano forse più stridenti che in altri luoghi. Sul concetto di eccellenza: alcune considerazioni. Si tratta di un termine di per sé non molto felice, anche quando utilizzato in forma residualcitazionista, come metafora o, nel migliore dei casi, con velata ironia, non perde infatti del tutto una sua sfumatura mediatica regressiva. Come nel caso del magnifico rettore e di molte altre forme del discorso di questo tipo, anche questa rimanda ad ambienti reazionari, gerarchici, dove di fatto appare impossibile spostare anche una sola virgola senza provocare la reazione di chi in ogni cambiamento vede solo pericoli e non la necessità di allinearsi alle nuove esigenze del presente. Eccellenza evoca infatti un ambiente élitario, barocco, o che comunque non brilla per capacità, non dico di essere il motore trainante del futuro, ma

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neppure di condividerne le acquisizioni più progressive. Fino a non molto tempo fa relegato ad ambienti ristretti come quello di gerarchie ecclesiastiche storicamente( 1 ) non votate all'innovazione e alla ricerca (Galileo docet), di fatto esprime una tendenza che va esattamente in direzione opposta al trend contemporaneo. Mentre infatti la punta più avanzata della ricerca e produzione mondiale, almeno nelle intenzioni e per quanto possibile, è rivolta da tempo ad una maggiore democratizzazione e condivisione del sapere e delle sue conseguenti risorse (internet, wikipedia etc...) chi non riesce a tenere il passo con questa sfida non solo occupa fasce marginali ed elitarie di mercato facendo leva sul condizionamento culturale ereditato da una struttura gerarchica in via di dissolvimento (2) , ma la eleva a modello, con le ricadute mediatiche (e didattiche ) che possiamo immaginare. Così a fronte di un'economia che in Italia sta attraversando una grave crisi, vediamo riproposto retoricamente un made in Italy e le sue cosiddette eccellenze in chiave quasi ( ? ) patriottica quando non autarchica. Con questo non mi permetterei mai di mettere in discussione la qualità della produzione e tradizione italiana, è il modo in cui questo avviene che solleva degli interrogativi. La mondializzazione infatti in questo periodo crea problemi non solo in quanto fase di transizione ma in quanto i suoi larghi margini di azione potrebbero necessitare di compensazioni su scala media o addirittura locale dunque è legittima una reazione che si opponga anche al dogma di una standardizzazione totale e mondiale della produzione. Detto questo però la sensazione è che si passi da un estremo all'altro. Cosa dobbiamo infatti intendere per eccellenza? Questo è il vero problema. Da tempo ormai sappiamo come non esistano principi assoluti e come sovente la scelta migliore in una dato momento o contesto possa essere rappresentata da qualcosa di estremamente economico e semplice. O come, al contrario, per ottenere un risultato soddisfacente talvolta siano necessarie ricerche molto sofisticate. Un approccio cioè che ha più a che fare con la funzionalità che con un'eccellenza elevata ad assoluto . Dobbiamo cioè accontentarci di un concetto di eccellenza elitario che in Italia avendo perso il treno dell'industria informatica trova come microsbocco la fettina di mercato di prodotti di lusso ormai decotti? Per chiarire meglio il concetto: meglio il design di un Castelli, di un Sottsass, di un Mari che a partire da principi di economia, ergonometria, ecologia e di accessibilità del prodotto piuttosto che di eccellenza

hanno davvero rappresentato la nostra (nel senso di italiana) miglior produzione a livello internazionale ... o cos'altro? Corona reale

Nessuno mette in discussione il prodotto di qualità ma appunto, di quale tipo di qualità stiamo parlando? Ricordo che siamo il Paese in cui, fino a non molto tempo fa, era possibile veder sventolare dai balconi di catapecchie la bandiera della Ferrari. Campioni del mondo?! Certo anche i sogni hanno una loro utilità ma ad un certo punto è bene che anche quelli svaniscano in favore di qualcosa di più concreto (per tutti). Ritengo che anche l'uso di termini come questo contribuiscano ad alimentare un clima regressivo e sotto un certo aspetto amorale. Amorale è infatti sia chi giustifica una nuova ondata di prodotti di lusso [che si spingono fino alla rubinetteria in oro zecchino (!!!)] dicendo che questo sarebbe un modo per convincere i ricchi a far circolare i loro capitali ma anche chi, con queste mistificazioni, da un lato illude e dall'altro crea inutili frustrazioni nella società. In entrambi i casi si tratta di palliativi che non modificano strutturalmente un sistema ormai obsoleto. Dal mio punto di vista si tratta cioè di una prospettiva che tende a spegnere anche la sola speranza in un mondo diverso, meno elitario e più giusto. Il tutto magari per ottenere profitti immediati non di raro antieconomici, stucchevoli e un po' kitsch. Anche chi opera in campo artistico non sa più come sfuggire alle tante insegne sotto le quali si vorrebbe collocato il loro lavoro, non ultima quella delle eccellenze. Infine mi riesce difficile pensare ai tagli di Fontana, alle tele di un Burri o alle opere di Manzoni sotto questa prospettiva ... eppure la qualità delle loro opere è fuori discussione. Con questo non ritengo sia il caso di inchiodare chicchessia ad una parola o ad un aggettivo ma talvolta un chiarimento può essere utile.

Note: 1) o almeno da un certo punto della sua storia in avanti. 2) nelle sue forme tradizionali

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TURISMO

di Silvana Lenzo

Perugia

scrigno di saperi e sapori

Antica e splendida, adagiata su una collina, ecco la cittadina dai natali etruschi con i suoi antichi palazzi e monumenti tra i quali la splendida Fontana Maggiore risalente al medioevo che la rende ancora più bella. Perugia domina infatti la Valle del Tevere dall'alto di un colle irregolare a un'altezza che varia dai 493 metri dell'acropoli fino a scendere gradualmente ai 280 metri della valle di Pian di Massiano.

Sotto i resti della Rocca si trova via Bagliona, suggestivo percorso sotterraneo in cui il tempo sembra essersi fermato al lontano Medioevo.

Con la costruzione della Rocca Paolina ebbe inizio un processo di riorganizzazione del centro cittadino: si provvide all’eliminazione di molte stradine e vicoli, luoghi sospetti ove poteva allignare la rivolta del popolo. In ogni modo, dalla metà del Cinquecento, la mole possente della Rocca continuò ad incombere su Perugia, proiettando sulla città la sua ombra minacciosa. Perugia ne risentì terribilmente e cominciò un lungo periodo di degrado. L’odiato simbolo del potere temporale dei Papi fu distrutto in parte nel 1848-1849, e definitivamente solo nel 1860. Oggi la Rocca è diventata un importante centro di vita sociale e culturale. L’interno della Rocca Paolina è formato dalle antiche strade e piazze della Perugia medievale; essa è percorsa, ormai da alcuni anni, da scale mobili, che ne facilitano la visita e che collegano rapidamente la parte bassa della città con il Corso Vannucci, salotto della città, da piazza IV Novembre, la piazza della Fontana, fino a Piazza Italia, con i Giardini Carducci e il belvedere. l’altraitalia 28


Molto belle sono, poi, alcune caffetterie e negozi di spezie che ammaliano il passante con le loro golose tentazioni lungo il corso principale, Corso Vannucci e quello secondario di via Baglioni, in particolare l'antica caffetteria Sandri, dalle belle vetrine adorne di lavorazioni artistiche fatte di cioccolata. Un giro finale, un aperitivo (o una squisita cioccolata calda) al Caffé di Perugia, per consolidare un gesto diventato ormai tradizionale, e la gita si conclude con la discesa in minimetrò - come dire: andiamo sulle giostre!

Palazzo dei Priori sembra ammonire con i suoi arcigni grifoni mentre i palazzi e il duomo circostante sono i simboli di un'Italia viva, bella e virtuosa. Per un fantastico colpo d'occhio sui tetti cittadini non c'è di meglio che il Belvedere di via delle Prome, o il Belvedere del mercato coperto, lungo corso Baglioni,

E per il vostro soggiorno in città, vi segnaliamo, fra gli alberghi di Perugia, l'Etruscan Chocohotel che si distingue per originalità, ospitalità, comodità: l'hotel ospita al suo interno un elegante ristorante che propone un Menù tutto cacao, dall'antipasto al dessert - ChocoMenù ed un Menù alla Carta con prodotti tipici umbri e un pò di fantasia.

ma anche un giro nella parte antica della città ci darà molte emozioni: salendo dalla bellissima Porta Etrusca scopriremo vicoli medievali di grande bellezza. Molto bello, anche se di una bellezza un poco sciupata, è il quartiere di San Pietro, nelle cui vicinanze si trova il Museo Archeologico. Non ultima attrazione è data dalla natura umbra stessa, che ci regala non solo paesaggi magnifici ma anche prodotti squisiti quali l'olio d'oliva ed il tartufo nero. Nel mese di ottobre per i golosi si svolge poi la kermes "Eurochocolate" che, da semplice esposozione di ditte impegnate nella lavorazione del cioccolato, è divenuta una mega festa rutilante. E a far da contro canto ad "Eurochocolate" c'è la festa alternativa "Altro cioccolato . l’altraitalia 29


SOCIETÀ

di Chiara Morassut

Bavagli e fantascienza

Quarto potere , Società dell'informazione , Tutto è comunicazione . C'è chi ancora ci crede. C'è chi ancora crede che la società attuale sia veramente quella bolla di utopia dove, complici anche le nuove tecnologie, le notizie viaggiano veloci, l'informazione è libera e garantita, il cittadino ha la possibilità d i f o r m a r s i u n ' o p i n i o n e no n f a l s a t a d a i condizionamenti di chi sta al potere. Un'utopia appunto. Se infatti è vero che la tecnologia ha raggiunto livelli tali che ormai siamo tutti connessi e potenzialmente informati, è vero anche però che proprio per l'importanza che l'informazione oggi riveste, sempre maggiore è la smania di controllo da parte della politica e del potere in generale. Un buon esempio è l'Italietta di quest'estate che sta finendo e il tanto discusso Ddl Intercettazioni, altrimenti detto Legge bavaglio, approvato dal Senato lo scorso 10 giugno, che ha rischiato, fra le polemiche, di approdare straordinariamente alla Camera prima della fine di luglio e che ora attende di essere discussa a settembre.

Le polemiche di cui si parla, per una volta, non si limitano allo sterile dibattito politico o al litigio a Porta a Porta ma, iniziate prima grazie alla rete, hanno portato poi a vere e proprie manifestazioni di piazza (la campagna del post-it) contro una legge che, con l'alibi della difesa della privacy (punti cardini della legge sono la limitazione delle intercettazioni), andrebbe a creare una vera e propria censura nell'informazione, un danno alla consapevolezza dei cittadini e un grave ostacolo nella lotta alla criminalità. Una norma che, lo sostengono i più autorevoli giuristi italiani, sposta oggettivamente il punto di equilibrio tra libertà di stampa e tutela della riservatezza, tutto a favore di quest'ultima, mettendo però in pericolo la prima, in senso attivo, limitando la libertà di informare e in senso passivo, limitando il diritto di essere informati. Il centrodestra sembra perseguire così una strategia che va avanti da tempo e che unisce gli attacchi alla legalità, al pericolo per l'esistenza stessa di un'opinione pubblica vigile, fino all'impossibilità

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della formazione del sapere critico per arrivare a negare, in ultima analisi, alcuni dei fondamenti che consentono ad un Paese di poter continuare a definirsi democratico.

è annichilita dall'imposizione di un consumo di massa, fonte di felicità apparente, insomma un moderno panem et circenses che tanto fa pensare a quello che sta succedendo nel nostro Paese.

Un gesto che non ha nulla a che fare con la privacy e la civiltà giuridica, ma ci parla solo della volontà urgente della politica di calare il sipario sulle inchieste e di mettersi al riparo dagli scandali, per garantirsi un tranquillo futuro di impunità e mani libere.

L'informazione, attore a tutti gli effetti, che crea, anticipa, guida gli eventi anche della politica, attraverso la professionalità dei suoi operatori, deve essere lasciata libera di fornire agli spettatori quegli strumenti critici che consentano loro di formarsi un'opinione ragionata e autonoma, anche in tema di politica, e che consentono ad un'opinione pubblica informata e attiva di esercitare quel controllo sociale sul (e se necessario opposizione al) potere che sta alla base di ogni moderna democrazia. Se questa legge venisse approvata, non sarebbe più così

Vengono in mente, guardando alla situazione italiana, infausti paragoni con una certa fantascienza o fantapolitica antitotalitaria della prima metà del '900, 1984 su tutti. Del romanzo di Orwell, del quale si ricorda sempre il Grande Fratello che ha un controllo totale sulla vita dei cittadini e li spia 24 ore su 24, è interessante però anche l'aspetto della manipolazione della realtà, laddove l'unica realtà ammissibile è quella definita dal Partito ed è proibita qualsiasi forma di obiezione. Il protagonista del romanzo è, a questo proposito, un membro subalterno del partito, incaricato di aggiornare i libri e gli articoli di giornale in modo da rendere riscontrabili e veritiere le previsioni fatte dal Partito (si noti inoltre che il Partito è governato dal MINAMOR, MINistero dell'AMORe, vi ricorda niente?). Sulla stessa linea, per fare un altro esempio, Fahrenheit 451 di Bradbury, ambientato in un futuro prossimo nel quale i libri sono proibiti e vengono bruciati da appositi pompieri e tutti i cittadini rispettosi della legge devono utilizzare la televisione per istruirsi, informarsi e per vivere serenamente al di fuori di ogni inutile forma di comunicazione. Entrambi i romanzi affrontano il tema della gestione dell'informazione e relativo controllo sulla società, ma mentre in 1984 tutte le notizie vengono costantemente falsate ad opera di un ministero delegato, nel romanzo di Bradbury è bandita qualsiasi informazione scritta, in maggior parte presente su supporto cartaceo. In tutti e due i romanzi l'attenzione delle persone verso l'operato del governo

Viene prima la politica o l'informazione quindi? La politica ha bisogno dell'informazione come l'informazione ha bisogno della politica, ma le esigenze dell'una sono diverse da quelle dell'altra; fare informazione è però una responsabilità che può essere messa sullo stesso piano del fare politica, laddove si eviti un atteggiamento di compiacenza e sudditanza e ci si focalizzi su quella funzione di sintesi e divulgazione il più possibile obiettiva che il giornalismo dovrebbe ricoprire. Se la legge bavaglio venisse approvata, i limiti imposti anche ai giornalisti renderebbero loro quasi impossibile venire a conoscenza degli eventi, e comunque impedirebbero loro di fatto di renderli pubblici. Centinaia di migliaia di persone, appartenenti ai gruppi più diversi, sono scesi in piazza e hanno firmato documenti contro questo provvedimento. Su Internet, nelle università, da parte delle più diverse associazioni si insiste in una attività di analisi e denuncia degli aspetti gravemente repressivi di quel testo. Un'opposizione sociale compatta quanto eterogenea che sta a dimostrare come quel disegno di legge sia vastamente percepito come un inaccettabile sopruso. Che ci auguriamo non venga attuato.

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TURISMO

di Gianni Lercari

Die Hügel der tausend Türme Auf jedem Hügel gibt es Weinreben und jede Weinrebe birgt einen noblen Nektar. Rundum das Land der Kämme - Langhe bedeutet nämlich etwas wie Spitze oder dünne Fiale -, die weiche Landschaft mit den magischen Toren, hinter denen wahre Schätze zu finden sind. Cesare Pavese liebte diesen Teil Piemonts sehr und schilderte oft mit poetischen Versen und tiefen Sehnsüchten die Eigenschaften seiner Bewohner, die Geheimnisse seiner Sagen und Legenden, die Schönheit und die Einsamkeit seiner zahllosen Burgen und die mühsame Geschichte der edlen Tropfen, welche hier produziert werden. Das Gebiet der Langhe erstreckt sich südwestlich von Monferrato bis zu den ligurischen Alpen und besteht überwiegend aus Hügeln zwischen 400 und 800 m, welche in Form von gewundenen Ketten das Panorama prägen. Teils wild und teils Kunstwerk der Rebekultur ist es ein Land von bizarrer und tiefgründiger Mühsal; die Menschen spielen und träumen, wagen und besitzen viel Geduld. Die berühmten Reben tragen Früchte nach drei Jahren, man baut sie mit Hoffnung und viel Anstrengung an, auch wenn heute die Technologie sehr hilfreich ist; aber es kann hageln oder der Jahrgang kann schlecht sein, und dazu wird der Markt immer schwieriger. Beharrlichkeit ist die Devise, und diese ist ein Erbe der Vergangenheit, als Dolcetto, Barbera oder Nebbiolo noch nicht so berühmt waren wie sie heute sind. Panorama auf Monferrato

Ausdauer betrifft ebenso einen anderen verborgenen Schatz dieser Gegend, und zwar den Trüffel. Suche, suche, suche, grabe, grabe, grabe, schnüffele, schnüffele, schnüffele Gefunden? Der Tuber magnatum oder der weiße Trüffel von Alba befindet

sich im Boden zwischen Wurzeln von Bäumen - er ist nämlich der typische Schmarotzer, stinkt nach Schweiß, aber - man kann damit reich werden - und für seine Entdeckung werden speziell ausgebildete Hunde eingesetzt. (Ursprünglich war dies die Aufgabe von weiblichen Schweinen, aber heute sind sie leider schwierig abzurichten). Alba ist das Zentrum dieses merkwürdigen Naturproduktes zwischen Pilz und Kartoffel, und während der jährlichen Messe im Oktober sieht man Käufer, die an zahlreichen Versteigerungen teilnehmen und die bereit sind, Preise bis zu 2 500 Euro pro Kilo für das Langhe- Gold zu bezahlen. Seine Geschichte fing ca. vor 4000 Jahren mit dem Patriarchen Jakob an, erreichte dann die römische Welt, als der Trüffel von Plinius als K allus der Erde bezeichnet wurde, und geriet dann in die Vergessenheit der dunklen Jahrhunderte von der typischen Amnesie begleitet, die über alles, was teuflische Eigenschaften haben könnte, fiel.

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Sein Wiederentdecker war ein Arzt aus dem Langhe- Gebiet , Dr. Ciccarelli, der ein ausführliches wissenschaftliches Werk darüber schrieb und sein Leben am Galgen beendete. (Ob des Trüffels wegen, das weiß man nicht.) Jedenfalls konnte sich dadurch diese stinkende Kartoffel den eigenen erfolgreichen Weg bahnen, auch auf Grund des beharrlichen Einsatzes des Herrn Giacomo Morra. Er verstand nämlich die alte Diplomatie der Herzöge von Savoyen wieder zu beleben und neu zu formulieren: Er fing an, Trüffel an bekannte Persönlichkeiten aus aller Welt zu schicken (Marilyn Monroe, Truman, Chruschtschow und Hitchcock sind nur einige Beispiele) und besiegelte damit den unaufhaltsamen Erfolg der Knolle, die eine so große Anziehungskraft auf Schweine ausübt. Manche meinen, dass die Langhe in der Früh am Schönsten sind: Ein leichtes hellblaues Licht umhüllt die endlosen Kämme, die immer undeutlicher im Horizont verschwinden, und in dieser geheimnisvollen Atmosphäre haben alle Phantasien und Legenden freies Geleit. In den Morgenstunden ragt eine Unzahl von kargen eckigen, runden, dicken und dünnen Türmen wie eine Kongregation von Gespenstern in den Himmel, eine Apotheose von Gerüchen füllt die Umgebung und die Gestalten von Marquisen, Grafen, Königen und fabelhaften Wesen leben wieder in den Schlössern, welche einst Spielbühne ihrer glücklichen oder unglücklichen Existenzen waren.

Die Dramatik hat in den Langhen aber keine klassischen Wurzeln und alles wurde sozusagen entmythologisiert mit dem geschickten Einsetzen der Ironie und der Entweihung; ein typischer Fall dieses besonderen Erlebens von nicht immer glorreichen Traditionen ist P alio, der Esel in Alba.

Ein historisches Drama von Damen und Rittern, von verstorbenen Helden und Heiligen im Zwielicht wurde in eine Farse verwandelt: Daher bestreiten diesen Wettbewerb keine Pferde, sondern Esel. Es ist tatsächlich unbestritten, dass der Esel hartköpfig ist und tut, was er will; ob der Erste wirklich gewinnt, das ist Sache des Schicksals, ebenso ob er mit oder ohne Jockei das Ziel erreicht; alles wird kurzerhand dem Esel überlassen, mit dem Hintergedanken, dass blutige Auseinandersetzungen, sinnlose Kriege, Kämpfe und Rivalitäten um die Macht im Namen Gottes so dumm waren wie das Verhalten eines dickköpfigen Esels. Für viele Menschen sind die Langhe ein Land der Düfte , in dem Gegensätze doch einen gemeinsamen Weg finden. Wenn die Trüffel sehr intensiv sind vielen Einwohnern ist ihr Geruch so zuwider, dass oft der Verursacher dieses Gestankes nicht auf offenen Wagen transportiert werden darf - ist das Aroma der Weinreben sehr mild und berauschend. Sonne und Wind stehlen somit die Seele der Trauben und schenken dem begeisterten Menschen ihren wundervollen Geist. Schmeichelnd wirkt der Duft der Fondues, aber aggressiv und voll der der Bagna Caoda (warme Trunksauce, Rezept s. unten), weich und einladend der des Käses, und pricklend der der Polenta mit saftigen Schweinswürsten. Solche Düfte inspirierten berühmte Schriftsteller wie Arpino, Monti oder Fenoglio bezaubernde Texte für das Wohl der Intellektualität ins Leben zu rufen, und gleichzeitig spornten sie die neuen Tempelritter der modernen Zeit an, aus vergessenen Traditionen, Geschichten von Elfen und fliegenden Nussbäumen erfolgreiche Produkte zu kommerzialisieren.

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Trüffel von Alba

Daher erfanden die verschiedenen Ferrero, Miroglio oder Stroppiana die gegenwärtige Gestalt dieses Gebietes und verwandelten romantische Hügel in Slow-food- Goldgruben . Ebenso ersetzten junge Schöpfer die alten Dynastien des Bacchus-Nektars mit nunmehr einem dünnen Hauch der SavoyenNoblesse und bauten aus den ursprünglichen Schlössern imaginäre: Von Covone bis Serralunga transformierten diese ihre jahrhundertelange Würde in exklusive Hotels für die oberen 10 000 - und wurden die neuen Gurus der Weinbaukunde: Gajas, Mascarellos, Altares und die anderen, die ihr Glück jenseits des Atlantik fanden. Barolo und Barbaresco sind die Diamanten des Weinimperiums; der eine ist herb und kraftvoll und der andere rund und weich, sozusagen einer das Gegenstück des anderen.

Nun, das leibliche Wohl kann sogar wählen: Manche mögen das Einfache, andere das Prunkvolle. Die Langhe bieten beides: Einerseits das ciabot oder die Werkzeughütte mit ursprünglichen Möbeln aus der Bauernkultur und einem echten lustigen Ambiente (die meisten Restaurantbesitzer verfügen über eine Art Selbstironie und bezeichnen sich als Hühnerdiebe oder Drei Musketiere ); andererseits den Weg auf den Spuren historischer Ereignisse, vom Schloss Grinzane Cavour ohne den Graf Camillo Benso Comte de Cavour wäre der politische Werdegang Italiens viel, viel langsamer gewesen wäre er ? - bis zum Real Castello in Verduno, ein echtes Vergnügen für Königsmenüs mit Geschirr mit Wappen, mit Kaminen, bemalten Türen und geheimnisvollen kleinen Räumen für romantische Augenblicke. Zwischen so vielen Leckerbissen hört man plötzlich einen Schrei: Jeder ist erstaunt und überrascht als die Seele rebelliert und nach Natur, Kunst, Magie und einem Hauch von pindarischen Flügen verlangt.

Beide verdanken allerdings ihre Alterungsfähigkeit der Nebbiolo-Traube, obwohl die Ansichten der Erzeuger bei der Frage auseinander gehen, ob die Lagerung auf traditionelle Art im Fass oder in der Flasche vorgenommen werden soll. Angeblich sollte letzteres Verfahren zu einem leichteren Wein führen, der seinen Höhepunkt früher erreicht; um sich von dieser Annahme zu überzeugen oder sie zu widerlegen sollte man persönlich von Keller zu Keller wandern und, wie im Altertum die Götter taten, voll Genuss jedes Tröpfchen kosten.

Die Langhe öffnen, ohne eine Miene zu verziehen, das Buch der Träume und - voila, durch einen geflüsterten Zauberspruch tauchen Gestalten alter Legenden auf, romanische, gotische und barocke Architektur, Pinakotheken, Reichtümer, Wunder und eine entzückende Landschaft; und über dies wehen die tiefen melancholischen Gesänge der Künstler, die ihre Heimat gelebt, geliebt und mit vollem Herzen wiedergegeben haben, in den leichten zerbrechlichen Tönen der blauen Morgendämmerung. l’altraitalia 34


ENOGASTRONOMIA

di Christian Testori

Meno male che continuano a crescere, e anche abbondanti! Mi riferisco ai funghi, al delicato e fragile dono che il buon Dio ha donato ai boschi. Questi piccoli folletti spontanei delle foreste, dall'aria un po' magica e misteriosa, ci omaggiano sempre abbondantemente della loro presenza. La stagione è aperta e dai boschi arriva una delle prelibatezze delle nostre tavole: il fungo Porcino. Presente in tutti gli ambienti ed a tutte le quote.

Dai boschi di querce della pianura, alle faggete e abetaie di alta montagna. Si tratta di un fungo simbionte, gregario, che può nascere anche in grandi famiglie di molti esemplari. Tozzo e massiccio, giustifica appieno il suo nome, che è l'esatta traduzione di quello attribuitogli dagli antichi Romani (Suillus). Se indisturbato raggiunge facilmente grandi dimensioni, che a volte possono divenire eccezionali. Non sono infrequenti ritrovamenti di esemplari di peso superiore a uno o due chilogrammi.

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Dal punto di vista merceologico, la denominazione di Porcino è attribuita a quattro specie di boleti (la sezione Edules del genere Boletus) facenti capo al Boletus edulis ed aventi caratteristiche morfologiche e organolettiche molto simili. Qualche micologo è arrivato a farne dodici specie diverse, discriminando a seconda degli ambienti di nascita, gli alberi simbionti, i caratteri microscopici e macroscopici (forma, colorazione e proporzioni del corpo fruttifero).

Come possiamo fare a meno di amare i funghi Porcini? Non possiamo e infatti ne andiamo a caccia, soprattutto in questa parte dell'anno. Per conservarne il profumo inconfondibile ed il gusto durante tutto l'anno possiamo scegliere se essiccarli, conservarli sott'olio, interi o a pezzi oppure preparandone una deliziosa crema, che potremo utilizzare come sugo per paste, aroma per carni, frittate e anche insalate. Per entrare in punta di piedi nella stagione autunnale ecco una ricetta veloce: tagliate i funghi porcini a fettine sottili e disponeteli a raggiera in un piatto tondo. Mettete dell'insalatina, anche questa tagliata fine, ed aggiungeteci, a mo' di letto, carote e zucchine. Condite con un'emulsione a base di olio, sale e 1 filetto di acciuga. Mettete un tomino sulla griglia calda e, quando sarà sciolto, disponetelo sopra le verdure.

La ricetta Risotto ai funghi porcini Ingredienti per 4 persone 350 gr. di funghi porcini freschi 1 bustina di funghi porcini secchi 360 gr. di riso 2.5 lt. di brodo (vegetale o di gallina) 1 cipolla bianca di media grandezza 1 bicchiere di vino bianco secco Prezzemolo 150 gr. di formaggio grana grattugiato 2 sottilette, 1 noce di burro, 1 pizzico di menta, Sale Dopo aver preparato almeno 2.5 lt di brodo, decidendo se preferite fare un risotto vegetariano o meno, mettete i funghi secchi in poca acqua tiepida per 45 minuti. Una volta che i 2 ingredienti più laboriosi in quanto a tempo saranno pronti, potete iniziare a preparare il vostro risotto. In una pentola, meglio se antiaderente, preparate un fondo di olio con una noce di burro che farete sciogliere. Unite al fondo la vostra cipolla bianca tritata finemente e fatela dorare con i funghi porcini freschi che avrete tagliato a spicchietti piuttosto sottili ed a quelli secchi con un po' dell'acqua nella quale li avete fatti riavere. Aggiungete a questo punto il riso già porzionato secondo la quantità desiderata e fatelo “tostare” per 3 o 4 minuti a fuoco medio alto, avendo cura di unirvi il vino bianco alzando al massimo la fiamma per farlo evaporare. Una volta evaporato il vino, spegnete il fuoco e lasciate riposare il riso per una diecina di minuti. Trascorso il tempo necessario, riaccendete la fiamma a fuoco medio e fate cuocere aggiungendo un mestolo di brodo alla volta, regolate di sale e girate frequentemente. Quando penserete che la cottura sarà giunta al termine o quasi potrete unire al risotto il formaggio grana grattugiato e le due sottilette a fuoco spento. Coprite con un coperchio, attendete 5 o 7 minuti e servite con una spolverata di prezzemolo tritato.

Abbinatelo con ... Dolcetto d’Alba È giustamente considerato il vino dell'amicizia da bere a pieni bicchieri e con il cuore in mano. Ma prima del vino l'uva, di grande equilibrio gustativo, con la tradizione, un tempo, di venire in collina a metà settembre per vere e proprie cure dell'uva , una terapia indicata per i deboli di stomaco! Il carattere è semplice e rustico con colore rosso rubino più o meno intenso in relazione alla tipologia dei terreni e profondi riflessi violacei, molto marcati; il profumo è vinoso e fragrante con invitanti sentori di fruttato nei quali si riconoscono la ciliegia e la prugna; il sapore è decisamente secco e asciutto, di modesta acidità e amarognolo delicato e invitante.

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Se siete amanti di questo alimento ecco qualche consiglio che spero vi potrà essere utile: quando si sceglie quali comprare bisogna sempre ricordare che quelli migliori sono i piccoli e sodi. Ridotti a fettine regolari sono ottimi saltati in padella, magari insieme alle patate come contorno oppure quale condimento per della pasta fresca. Spesso quelli più grandi che sembrano belli alla vista invece a volte presentano gambi e testa meno perfetti eppure sono ottimi per zuppe, sughi, spezzatini. Non fatevi mancare uno degli strumenti indispensabili per il ricercatore di funghi, ottimo anche in cucina: il coltellino da raccolta. Questo strumento infatti è caratterizzato per avere da un lato una lama ricurva per tagliare la base dei funghi e da un raschietto sull'altro lato con cui togliere le pellicine. Sul lato opposto si trova un pennellino con cui poter togliere la terra anche dalla fessure più sottili. Non pensate però di potervi improvvisare ricercatori, chi fa da anni questa attività è molto attento a non far scoprire i suoi posti segreti, senza contare che bisogna essere allenati - la ricerca è lunga e faticosa - e bisogna essere esperti conoscitori altrimenti si rischiano amare delusioni se non addirittura problemi per la salute.

Agenda Festa dello speck in Val di Funes dal 1 - 3 ottobre La festa si svolge seguendo il tema del "mondo contadino", dove è possibile scoprire un mondo autentico fatto di lavoro, fatica e di tradizioni vere e vissute. Alla domenica una grande sorpresa: la tavolata di speck più lunga del mondo, la corona di speck più grande del mondo.

Livorno Food 2010 II Edizione del Festival del gusto 23 e 24 ottobre Dopo lo straordinario successo di pubblico e di addetti al settore, torna “Livorno Food - II° Edizione del Festival del gusto”, l'importante kermesse enogastronomica della Costa Tirrenica che propone un esclusivo percorso di analisi sensoriale improntato sull'eccellenza e sulla peculiarità dei prodotti del Made in Italy.

Fiera del tartufo - Alba Dal 1 ottobre al 15 novembre Ad ottobre Alba vi aspetta per la fiera del tartufo: manifestazioni medioevali e serate di degustazione del tartufo e vini locali

Festa del Marrone – Campora (PR) 17 ottobre Gli stand propongono: caldarroste, marron flambés, dolci bruciate, pattone (castagnaccio), pane di castagna, tortellini di marroni, frittelle di marroni, crêpes in pasta di marroni con marmellate alla frutta e nutella, budino di marroni, polenta di marroni, vin brûlé, vino alla spina, bibite.

Sagra del Tortello e della Cacciagione dal 15 al 17 ottobre Nel suggestivo scenario autunnale del Mugello, dal 15 al 17 Ottobre 2010 si svolge la “Sagra d'autunno” in programma presso il Foro Boario di Borgo San Lorenzo (FI). I visitatori potranno degustare il tradizionale tortello, i piatti a base di cacciagione, l'ottimo “Marrone del Mugello IGP” che proprio in ottobre vede il suo momento magico. Completeranno…la tavola, bistecche ed arrosto allo spiedo.

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Calamari ripieni Ingredienti per 3/4 persone: 1 confezione di calamari surgelati (600g) 1 pugno di capperi sotto sale 1 ciuffo abbondante di prezzemolo 100g di pan grattato 50g di formaggio grattugiato 3 cucchiai di salsa di pomodoro (o pomodoro a pezzetti) olio evo sale pepe nero Lavare e svuotare i calamaretti lasciarli a scolare per qualche minuto; intanto preparare il ripieno: unendo pan grattato, formaggio, capperi, prezzemolo tritato, salsa di pomodoro, sale, pepe e olio quanto basta a rendere umido ma non bagnato il tutto. Riempire uno per uno, con l'aiuto di un cucchiaino, i calamari e chiuderne le estremitĂ con uno spiedino di legno o ago e filo bianco. Disporre su una teglia da forno nera unta con un filo d' olio, per evitare che si attacchino al fondo, cuocere al gril per circa 15 min. forandoli ogni tanto con l' aiuto di uno spiedino e girandoli spesso per non farli colorire solo da un lato. Togliere la legatura e servirli caldi con una spremuta di limone o salmoriglio e un contorno di insalata o verdurine cotte.

Pirottini di cavolfiore con salsa al pesto Ingredienti per 4 persone Per i pirottini: 1 cavolfiore piccolo + 1 carota 2 cucchiai di farina 00 1 uovo 2 cucchiai di formaggio grattugiato 1 ciuffo abbondante di prezzemolo una spolverata di pepe sale quanto basta burro pan grattato Sbollentare il cavolfiore lavato e pulito in acqua salata con una carota intera per 15/20 min fino a che non sarĂ diventato tenero ... scolatelo e lasciatelo raffreddare per qualche minuto, con l' aiuto di una forchetta riducetelo in poltiglia e aggiungete tutti gli altri ingredienti amalgamando per bene fino ad ottenere un composto compatto. Imburrate 4 pirottini e cospargeteli di pan grattato, riempiteli con il composto preparato e disponeteli a cuocere in forno per circa 10 minuti a gril basso, fino alla comparsa di una crostina dorata sulla superficie. Lasciateli raffreddare pochi minuti e rigirateli su un piatto da portata, con l' aiuto di uno stuzzicadenti distribuite il pesto come meglio credete sulla superficie del piatto creando dei decori. Per ogni boccone insaporitelo con il pesto disposto sul piatto. Per il pesto: 2-3 mazzetti di basilico4 spicchi d aglio 30g di pinoli senza guscio 60g di parmigiano grattugiato sale pepe olio evo quanto basta Lavare e pulire il basilico eliminando i gambi e le foglie nere, inserire tutti gli ingredienti nel mixer o se avete la fortuna di possedere un pestello di marmo fino a creare una crema della granulometria da voi desiderata.

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Risotto con zucchine Ingredienti per 4 persone 340g di riso per risotti 2 cipolle bianche grosse 2 zucchine 2 cucchiai di parmigiano grattugiato 1 cucchiaio di dado vegetale ½ bicchiere di vino bianco 1 noce di burro prezzemolo olio evo pepe nero Lavate, mondate e tagliare a dadini le zucchine. Pelare, lavare e tagliare a strisce la cipolla, in una capiente padella lasciarla rosolare un paio di minuti con burro e olio fino a che non diventi leggermente tenera. Aggiungere le zucchine e lasciare cuocere altri due min per insaporire il tutto. Aggiungere il riso e amalgamarlo alle verdure tostare a fuoco vivo, sfumare con il vino bianco. Proseguire la cottura aggiungendo brodo caldo quando necessario. Terminare la cottura mantecando con il formaggio grattugiato, un ciuffo di prezzemolo tritato e un po’ di pepe nero.

Farfalle al salmone con ricotta e scorza di limone Ingredienti per 4 persone 350g di farfalle 200g di salmone affumicato 2 cucchiai di ricotta vaccina 1 limone bio 1/2 cipolla bianca 1/2 bicchiere di vino bianco1 noce di burro prezzemolo tritato sale pepe nero Tritare finemente la cipolla, rosolarla in una capiente padella con il burro fino a che nn sarà dorata, aggiungere il salmone tagliato a pezzetti e insaporire il tutto. Sfumare con il vino bianco, spolverare di pepe e prezzemolo tritato, aggiungere la ricotta e le strisciette di limone ottenute con un riga limonio o con un pela patate e mantecare il tutto. Cuocere la pasta in abbondante acqua salata per il tempo necessario, scolarla al dente e condire con il sugo precedentemente preparato. Servire calda con una spolverata di pepe nero.

Spezzatino di zucca rossa Ingredienti per 4 persone 1,2 kg di zucca patate 1 cipolla 1 ciuffo di prezzemolo 1 cucchiaio di dado vegetale 1/2 bicchiere di vino bianco olio evo sale fino pepe nero Tagliare a dadi la zucca e le patate. Rosolare la cipolla nell’olio per qualche minuto. Aggiungere la zucca e le patate, sfumare con il vino a fuoco vivo. Aggiungere il dado e un bicchiere d acqua, cuocere per ilo tempo necessario che le verdure diventino tenere ma non sfatte. Regolare di sale e pepe e aggiungere il prezzemolo tritato. Servire caldo. l’altraitalia 39


BENESSERE E SALUTE

di Simona Guidicelli

Il ritorno alla natura La Cannella (Cinnamomum zeylanicum) Con il nome cannella si indica una spezia esotica (una delle spezie utilizzate dai tempi più remoti) costituita dalla corteccia di due specie appartenenti al genere Cinnamomum: C. zeylanicum, un albero sempreverde spontaneo a Ceylon e coltivato in tutta l'Asia tropicale; e C. cassia, grande albero originario della Cina e del sud est asiatico. Il Cinnamomum zeylanicum è un albero sempreverde. La cannella è la corteccia dei rami di circa tre anni che si arrotola per effetto dell'essiccazione. Le foglie sono coriacee, opposte, ovate, lunghe in media una dozzina di centimetri; i fiori sono piccoli, bianchi, raccolti in pannocchie. Il Cinnamomum cassia è un imponente albero; la cannella che si ottiene dalla corteccia dei suoi rami giovani presenta superficie rugosa, spessore superiore al millimetro, colore esterno tendente al grigiastro e aroma meno spiccato rispetto a quella di Ceylon. Le foglie della cannella cinese sono decisamente acuminate. Le piante della cannella, essendo originarie della zona tropicale, prediligono un ambiente ove la temperatura si mantenga costantemente elevata e l'umidità sia sempre presente. Si utilizza la parte interna della corteccia dei giovani rami dopo averla privata del sughero e fatta essiccare. I bastoncini di cannella si conservano a lungo purché vengano tenuti in barattoli ermeticamente chiusi al riparo dall'umidità, dalla luce e dal calore. La qualità della cannella dipende dall'età dei rami di cannella da cui è ricavata; più i rami sono giovani più la droga è stimata.

Proprietà La cannella di Ceylon, pregiata, è pianta medicinale, mentre non lo è la cassia. A causa della presenza del fenolo nella sua essenza, ha una azione antisettica, stimolante, digestiva e carminativa (cioè favorisce l eliminazione e l assorbimento dei gas intestinali). Pulisce e rende più bianchi i denti: si può masticare dopo pranzo quando non si ha a portata di mano lo spazzolino da denti. l’altraitalia 40


La farmacologia, applicata allo studio e all'indagine delle piante medicinali, ha accertato le proprietà digestive, emmenagoghe (regolatrici del ciclo mestruale), toniche (aumenta il tono d'alcuni organi), carminative (espelle facilmente l'accumulo dei gas intestinali) della cannella.

CURIOSITÀ La cannella deve essere conservata in involucri o recipienti chiusi. È una spezia fortemente aromatica che può essere utile, oltre che come condimento, come stimolante generale. Si usa negli stati di prostrazione psicofisica e nelle anemie; è antisettica e antispasmodica ed è indicata nelle mestruazioni scarse, nelle affezioni dell'apparato respiratorio, nelle malattie da raffreddamento e nelle alitosi (alito cattivo). Gode fama di essere leggermente afrodisiaca.

AGENDA Recenti ricerche su quest'insostituibile "droga", si sono svolte presso l'Istituto di Fisiologia di Dortmund, in Germania, che ha confermato gli effetti benefici della cannella sul cuore, quindi sull'apparato circolatorio. Dopo un pranzo abbondante, ad esempio, il cuore è sottoposto ad un lavoro più intenso per trasportare il sangue veicolato dagli organi digestivi, e questi sforzi sono evidenti anche nelle persone che godono buona salute. Un pizzico di cannella aiuta la digestione. In Fitoterapia ed Aromaterapia si utilizza la corteccia della cannella sotto forma di polvere, tintura, olio essenziale ed acqua distillata. I preparati a base di questa spezie, sono impiegati come stimolanti delle funzioni digestive, carminative, in alcune forme d'adinamia (in altre parole perdita di forza muscolare per malattia) e di prostrazione generale conseguenti ad emorragie e ad alcune malattie infettive, come "grippe" (patologia che giunge all'improvviso, l'influenza o dissenteria. Secondo lo studioso Leclerc, la cannella - se presa in tempo - possiede un potere battericida, può stroncare in pratica l'influenza e successivi stati d'adinamia. Occorre assumere, ai primi sintomi di febbre, 12 gocce d'essenza di cannella, in poca acqua, due volte ad intervallo di un'ora 10 gocce continuando con questa posologia, ogni ora, finché la temperatura corporea non ritorni normale. Se non si eccede nell'uso, la cannella non produce effetti tossici o secondari

La ricetta

Biscotti integrali alla cannella Ingredienti: 150g farina integrale 80g di zucchero di canna 3 cucchiai di olio d'oliva 1 pizzico di sale 1 uovo mezza bustina di lievito 1 cucchiaio abbondante di cannella Impastate tutti gli ingredienti sino a quando non otterrete una palla liscia, copritela con pellicola e mettetela in frigo per almeno 30 minuti. Trascorso il tempo stendete l'impasto mantenendo uno spessore di circa 5mm e ritagliate i biscotti. Infornate a 180° sino a quando non risulteranno ben dorati.

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Oggi, in virtù del più consapevole approccio all’alimentazione, stanno tornando in voga diversi prodotti naturali. Tra questi anche il farro, considerato il cereale più prezioso.

La più antica presenza del farro risale addirittura all’età della pietra. Alla fine dell’età del bronzo, le coltivazioni del farro si estesero in quasi tutta Europa. Questo cereale, frutto probabilmente di un incrocio naturale tra il grano emmer e il grano nano, divenne il frumento degli alemanni, diffondendosi sempre di più in zone dotate di un clima umido e freddo, grazie alle sua capacità di resistenza. Se nel Medioevo, proprio per le sue preziose qualità, il farro era molto apprezzato e veniva perfino impiegato come mezzo di pagamento (come decima per monasteri e balivi), all’inizio del XX° secolo, il suo valore decadde in seguito al passaggio da un’economia di tipo agrario a quella di tipo industriale, dove la coltivazione del grano era in grado di garantire maggiori ricavi per ettaro. Il farro ha, tuttavia, continuato a rappresentare un’importante fonte di guadagno per i contadini ed i mugnai delle zone coltivate a cereali con un clima meno favorevole. Proprio grazie al loro eccezionale lavoro orientato a garantire il massimo della qualità, la coltivazione del farro non è stata mai abbandonata. Nel XXI° secolo, parallelamente al diffondersi di una maggiore cultura alimentare, è aumentata la richiesta di prodotti di elevata qualità. Il farro è considerato un vero e proprio concentrato di sostanze nutritive. È ricco di proteine, contiene vitamine del gruppo E e B, acido folico e niacina. Grazie all’elevato apporto di carboidrati complessi, acidi grassi e fibre nutritive in grado di favorire una sensazione di sazietà per lungo tempo, il farro rappresenta l’alimento ideale degli sportivi e di coloro che tengono alla linea. Nonostante l’elevato apporto di energia, il farro integrale non aumenta il livello di zucchero nel sangue. Gastronomi, cuochi esperti e pasticcieri seguono con convinzione l’attuale trend del farro. Consumato sia come pane digeribile, come base croccante per dolci e pizze o come pasta accompagnata da ingredienti stagionali quali aglio orsino o funghi, questo prezioso cereale vive oggi una splendida riscoperta.Anche dal seme verde, il frumento intero, raccolto prima che arrivi a maturazione, si possono preparare piatti gustosi come sformati, semolini, zuppe o müesli. E, perfino per brindare, si può bere una birra al farro al naturale. A testimonianza della riscoperta di questo cereale, si sta affermando oggi il prodotto IG Dinkel, simbolo della ricoltivazione del vero farro svizzero dalla marca "UrDinkel". Il farro IG è utilizzato anche da fornai e pasticcieri che si sono impegnati a tener fede al motto “vero UrDinkel del vostro forno" nella preparazione di prodotti a base di farro, rispettando le direttive vigenti in materia di ricette e prodotti genuini. Il farro è sempre più al centro dell’attenzione.

Tutte le informazioni sul farro sono reperibili sul sito www.urdinkel.ch o per telefono al numero 034 409 37 38 o infine, sul sito www.oberkulmer-rotkorn.ch.


TRADIZIONI

di Gianni Lercari

Sushi Aber der wahre Unterschied liegt noch ganz woanders: Die Japaner lieben den Schatten, die westlichen Menschen lieben das Licht.

Eines Tages fragte mich ein Freund ob ich ihm eine aussergewöhnliche und appetitanregende Speise verraten könne schreibt Jun ichiro Tanizaki in seinem Essay Lob des Schattens und ich gab ihm das Rezept des Sushi mit Kakiblättern . Genial ist die Art der Zubereitung dieses Sushi aus einem armen abgelegen Tal in den Bergen , schreibt Tanizaki weiter und genial ist die Tatsache, dass oft der Geschmack der armen Leute aus dem Land mit ihrem naturverbundenen, naiven Luxus Geheimnisse aufbewahrt, welche die kultivierten Städter längst vergessen haben . Reis, Salz, Lachs, Kakiblätter und Sake sind die Zutaten dieses Gerichtes, das mit einem Zweiglein Wasserpfeffer und mit Essig serviert wird. Sushi ist eigentlich ein altes japanisches Verfahren, frischen Süsswasserfisch haltbar zu machen: Ursprünglich kam diese Methode aus anderen Gegenden des südostasiatischen Raumes und gelang - gemäss einem offiziellen Regierungsdokument - um 718 n. Chr. nach Japan. Der gesäuberte Fisch wurde gesalzen, in gekochtem Reis in Gefässen eingelegt, wo er fermentierte. Anfänglich wurde der durch den Fermentierungsprozess säuerlich gewordene Reis weggeworfen und nur der Fisch verzehrt. Um die Mitte des 17. Jahrhunderts entdeckte man, dass die Fermentation abgekürzt werden konnte, indem man dem Reis Essig hinzufügte. Dies führte nach und nach zu den modernen Zubereitungsformen und verschiedenen Sushi-Stilen , wie der Kansai aus Osaka und der Edo aus Tokio. Während der zweiten Hälfte des 20. Jahrhunderts würde diese Speise auch in den westlichen Ländern bekannt, wobei es sich hier um Adaptionen des ursprünglichen Sushi handelt. Denn Sushi wird in Japan traditionell mit der Hand gegessen; im Westen dagegen verwendet man Stäbchen; was zum Beispiel die daraus notwendige Folge hat, dass die einzelnen Rollen viel fester gerollt werden müssen, als es im Ursprungsland der Fall ist.

Wo im Westen Sushi vorallem auch ein Augenschmauss ist und die Bewunderung der visuellen Originalität und der optischen Vielfalt gilt, geniesst der Japaner in erster Linie mit allen Sinnen und reduziert deshalb die optische Aufnahmemöglichkeit, indem er die erlesenen Speisen in gedämpfter, schattenreicher Atmosphäre verköstigt. Sehr alt ist die Vermählung von Japan und dem Schatten. Der Schatten enthält mehr Farben als das Licht, denn die Fantasie des inneren Auges kann viel mehr Nuancen? erzeugen als die Offenbarung des Lichtes. Die Beobachtung, dass Schönheit ohne Schattenwirkung gar keine Schönheit ist, führt zu einer sinnlicheren Empfindung des Erlebten, umhüllt das Wesen mit Ästhetik und ermöglicht, dass allerlei Genuss die Tiefe einer Ekstase erreicht. Spirituelle Mystik? Gewissermassen schon, soweit der westliche Mensch es spüren kann. Schon Foucault, der französische Theoretiker der Lebenskunst, hypothisierte anfangs des vorigen Jahrhunderts angesichts der Krise des westlichen Denkens eine Philosophie der Zukunft, welche auf dem anderen Geschmack des Ostens beruhte: Eine Gastrosophie mit schlichter Eleganz, mit rituellen Vo l l z ü g e n e i n e r G e n u s s z e r e m o n i e , e i n faszinierendes Aufblühen der Sinne aus der schwarzen Leere einer meditativen Atmosphäre des Essens Die Japaner feiern mit dem Genuss von gutem Essen den Segen der Götter; selbst mit Sushi verwirklichen sie die hochkulturelle Inszenierung einer Alltagsethik. Der westliche Mensch hingegen gourmetisiert das Exotische und reduziert es zum H ä p p c h e n m i t d e r Fa s z i n a t i o n d e s Aussergewönlichen. Sicherlich ist es ein Versuch Wert, Sushi auf alte japanische Art zu zelebrieren: Im gedämpften Licht von Kerzen und jenseits der einbegriffenen Romantik könnte man versuchen, eine Ästhetik à la Tanizaki zu erleben, indem Sushi mit allen Sinnen verköstigt wird - vor allem auch mit der Imagination. Kein Wunder, wenn dies zu phänomenalen Ekstasen führen würde.

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ASTROLOGIA

di Simona Guidicelli

Oroscopo del mese

ARIETE

BILANCIA

Un periodo ricco di novità! Fate attenzione a chi vi sta attorno, potrebbe esserci qualcuno che vi ha notati, dategli la giusta attenzione.

La ripresa del lavoro in questo periodo vi farà bene: sarà la vostra occasione per rimettere i piedi per terra dopo un'estate passata con la testa fra le nuvole. Siate concreti. Cercate di rendere più forte il legame che vi unisce alla persona amata.

TORO

Il mese per riallacciare vecchi rapporti che potrebbero tornarvi utili per il futuro: qualcosa sta cambiando e in questo periodo starà a voi se cambierà in meglio o in molto meglio. Dare tutto per scontato non fa affatto bene. Opportunità d’avventura per i single.

GEMELLI

Non adagiatevi troppo sugli allori e cercate di riprendere i vostri ritmi: questa fase, se presa per il verso giusto, potrebbe portarvi interessanti novità. Finalmente in amore tutto procede come voi volete, vale a dire nella certezza di essere corrisposti

È sicuramente il momento migliore per abbandonarsi alle passioni e alle coccole ravvicinate.

SCORPIONE

Questo è il periodo giusto per dare attenzione ai vostri affetti: non trascurate la vostra famiglia e dedicatevi senza indugi anche alla vostra vita sentimentale. Potrete vivere avventure esaltanti che vi porteranno alla scoperta di un mondo nuovo e di aspetti insospettati della vita amorosa.

SAGITTARIO

Un autunno decisamente più tranquillo rispetto alla vostra estate movimentata! Utilizzate questo mese per riflettere e per riprendere confidenza con la routine quotidiana che vi manca. Per molti, invece, si tratterà di giungere a un più maturo modo di rapportarsi con gli altri, partner in particolare.

CAPRICORNO

CANCRO

Questo è il vostro momento! Riprendete contatto con vecchie conoscenze, potrebbero portarvi brillanti novità soprattutto dal punto di vista lavorativo. Chi è libero da legami affettivi potrà concedersi ogni sorta di avventura.

Un mese movimentato più delle vostre aspettative: sappiate cogliere gli impulsi positivi e non trascurate voi stessi e la vostra salute. L’intesa con il partner, oltre a riprendere quota e interesse da parte di entrambi, sarà ricca di scambi, novità e vivacità, tanto da sfiorare la perfezione.

Usate la vostra grinta per riprendere al massimo gli impegni che avete tralasciato in estate: questo periodo potrebbe essere a voi molto favorevole se saprete coglierne i tanti ma talvolta indecifrabili impulsi positivi. Attenti, se siete in coppia e avete dei problemi: potreste assumere atteggiamenti possessivi nei confronti del partner, tanto da essere diffidenti e gelosi.

Avete lavorato davvero tanto nei mesi precedenti ed ora potrete tranquillamente concedervi una pausa: utilizzate questo mese per riprendere confidenza con voi stessi. Venere e Marte semineranno zizzania e creeranno interferenze nel rapporto di coppia: troverete difficile seguire il partner nelle sue molteplici esigenze, essere concilianti.

LEONE

VERGINE

Dopo il movimento di agosto estivo, questo è un mese che vi darà l'occasione di restare tranquilli: riflettete su ciò che avete fatto e cercate di non ripetere gli errori del passato. Dovrete reinventare il rapporto di coppia, dargli spessore e aspetto nuovi per renderlo vitale come è stato finora.

ACQUARIO PESCI

È ora di tornare alla quotidianità: riprendete i vostri contatti, riallacciate vecchie conoscenze e non mancheranno piacevoli e frizzanti sorprese che non tarderanno a farvi felici. Tutta la vostra sfera sentimentale acquisterà il ritmo, l’armonia e la pienezza di una sinfonia d’autore.

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www.legallinefelici.it



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